sistema pratico 1956_10

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    SHt f . .A~b, Pas! Gruppo 111

    Aneo IV- Mu"'ero 10

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    "SISTEMA PRATICO"R,vlsl6 Menslle Ieentce SClenlillco

    UN NUMERO lira 120ARRETRATI lira 180

    Abbonamentl per I' Italla Iannuala L 1200lamaslrale L. 100Abbonamentl per l'Estero..nnuale L. 2000semeslrale L. 1100Per .bbonamenlO a rlchlesta el lnumer. arra.rati. versare l'lmportosui Conlo Correnle Poslal. numero 8{22'34 inleslalO a G. Monruschl. II modu-fo viene rilaseiatoGRATIS de ognl Ufficlo Poslale.Speclflcare ,empr. la ceusale delverS8mento scrtvere pessibll-mllnl. I'indirizzo In Il8mpeleUo

    Rlnnovo Abbonamento.Ognl quelvolta si rinnoya I'abbo-namenlo indicare anche II numerOdell' abbonamenlo scadulo the ap-par. sulla lascella della rlvi.la prima dell'lndirizzoCamblamento Indlrlzzo.Inviare sempr." nuovo Indlrizzocon Ie fescella del vecchio aeeem-pagnali de L. 50 ancha In I~an-cobolliDlrezione e AmmlnlstrazloneViale Francesco O'Agoslino N. 3311'MOtA IBolognalStablllmento TipograflcoCoop. Tip. Ed... Peolo Galeall ..Viele P. Galeall IMOLA 18010gna)Dlstrlbuzlone per l'Ualia e perl'EsteroS.p.A. MESSAGGERIETALIANEVia P. Lomazzo 52 MILANOCorrispondenz8Tulta la corrrspondenz. deya a"lerB indirizzata IRlVISIa"SISTEMA PRATlCO,IMOLA IBolognal

    , Dlrettore Tecnlco ResponsablleG'US

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    Nei suoi avvicinamenti pe-riodici ana terra, il pianetaMarte, similmente ad una ra-gazza civettuola, invita gli a-stronomi a punt are su di esso,non gia il monocolo del pap-pagallo da strada, ma potentiapparati ottici che ne penetra-no gli anfratti alIa scopertadei misteri che da secoli essocela,Gli studi sulla sua atmosfe-ra, sulle possibili e ipotetichesue forme di vita, si perdononella polvere degli anni. Nel1626 l'astronomo napoletanoFRANCESCO FONTANA scoprlsu Marte striature di color ver-de-azzurrognolo; striature nellequali nel 1877 10 SCHIAPPA-RELLI, con metodi di osserva-zione piu perretti, credette di.ravvisare canali.La supposta scoperta dei ca-nali ebbe come risultato di di-videre in due schiere gli scien-ziati che si arrovellavano at-tome al problema; chi avanaol'ipotesi si trattasse di testimo-nianze di un popolo piil all'a-vanguardia di quello della Ter-ra, che aveva intrapreso e con-dotto a termine la costruzionedi canali atti a fare affluireI'acqua dai poli aIle citta mar-ziane: chi invece assert trat-

    Nlt\ftTE"-

    e un Pianeta10 estinzione

    I misteriosl canali _L' Inter-. . . " J rogativo 'della possibilita di

    esistenza di esseri dotati diraglone _ Le calotte polarl

    tarsi di Illustoni ottiche.A smentire Ie ipotesi dei duepartiti, osservaziont recent! delpianeta, condotte con apparec-chi perfezionatt, hanno potutomettere in grade gh scienziatidi affermare trattarsi di im-

    mense estensioni di vegetazionedallo strano colore bluastro.Osservazioni successive, ese-guite con sempre maggiore at-tenzione grazie agli ogni gior-no perfezionati telescopi, per-misero agli studiosi di precisa-

    Fig, 1 - II paesaggio tipico delle regioni delle Ande a 4000 me-tri di altitudine, ci aiuta a immaginare la natura di alcune zoneproprie al pianeta Marte.505

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    te che mentre tali macchie as-sumevano una colorazione bru-na durante l'inverno, durante1'estate la colorazione mutavain bluastro. Codesto mutare dicolore si constata pure nellevegetazioni terrestri, .per cuinon si errera stabilendo 1'al-'temarsi delle stagioni su Mar-

    te similmente alla Terra.Evidentemente i1 tipo di ve-getazione si differenziera nonpoco da quello terrestre; .mrattisoltanto varieta similt a LI-CHENI - FUNGHI - MUSCHI- ALGHE possono trovare I' am-biente adatto su Marte.Fino a poco tempo fa non

    Fig. 2 . Marte come si presenta nella sua interezza all' occhiodell' osservatore terrestre. E' visibile la bianca calotta polare,come appaiono chiaramente stagliate Ie zone di vegetazione,scambiate fino a ieri per canali.

    Fig. 3 - Gli abitanti di Marte come apparvero alia fertile fan-ta5ia del pittQri terre$tri.

    5 0 6

    si ammetteva I'ipotesi della ve-getazione su Marte, poiche, at-traverso gli spettri eseguiti, nonrisultava I'esistenza di clorofil-la, alla quale si riconosee laproprieta di assorbire gran par-te dei raggi rosst dello spettrosol'are. studi ulterlori pero han-no permesso di constatare che,pur essendo confermata l'as-senza di elorofilla, le piante delpianeta Marte, eostrette a vi-vere in un clima estremamenterigido, hanno necessita di ap-profitt are della sia pur minimaquantita di calore, assorbendoanehe i raggi vicini alla bandarosso - aracio - giallo - verde, cheeonservano ancora un terzo delcalore solare.Dall' assorbimento appuntodi detti raggi Ie piante che al-

    lignano su Marte possono ri-flettere soltanto i raggi chevanno dal blu chiaro al vio-letto.Tale particolarita induce apensare che Ie specie di pianteesistenti su Marte risultino sco-nosciute sulla terra.Altra earatteristiea esterioredi Marte sono Ie calotte ghiac-eiate ehe ricoprono i poli, delprobablle spessore di pochl een-timetri, considerato che i1 rag-

    giungimento di spessori maggio-ri risulterebbe imposslbile amotivo della scarstta di acquache st riscontra su Marte.Secondo quanto asserisconogU espertl, il cosldetto ghiac-cto marziano altro non sarebbeche anidride carbonica solida.Pure su Marte, parimenti alIaTerra, si osserva l'altemarsidelle stagionl: Invemo - Pri-mavera - Estate - Autunno. Nelprimi giomi della primaveramarziana i campi ghiacciati stdissolvono lentamente lasciandoposta ad irregolari frangie ver-di e blu, impropriamente scam-biate, fino a poco tempo fa,per 1 famosi canalt, Oggi Intattlsi ha la certezza che in taUplaghe non esiste acqua e cii>i> comprovato daIl' .assenza di ef-fetto dt polarizzazione dl lueeriflessa e dalla variazione dlcolore nel corso delle stagion1.PARAGONE FRA MARTE

    E TERRAL'avvicendarsi delle stagionie simile sia sulla Terra che suMarte; Is durata del giomo

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    Pilro supeta. tii 3'1tiiinUti quelladella Terra; mentre I'inclina-zione del piano dell'equatoredella terra e qi 25, il pianodell'equatore di Marte presentaun'inclinazione di 23 - 27'. Lestagioni risultano lunghe ildop-pio rispetto quelle succedente-st sulla Terra, poiche I'annomarziano comprende 687 gior-ni. Per contro Marte ha undiametro inferiore alla metadi quello della Terra (Mar-te Km. 6800- Terra Km. 13.(00).Considerando Ia massa inreno-re di Marte rispetto il nostropianeta, IS. forza di gravita sudi esso risulta molto piu debo-Ie; infatti un quintale su Mar-te peserebbe 33 Kg. Questo fat-to, derivante da una inesorabi-Ie legge fisica, sottrae continua-mente l' atmosfera a Marte.Masse enormi di vapore ac-queo ed ossigeno sono gia an-date perdute e quantita mini-me trovansi ancora sul pianeta.Viceversa i gas pesanti nman-gono al suolo, cosi cna su Marteesiste piu anidride che sullaTerra.Peri> ilgas che piu abbondanell' atmosfera marziana sem-bra sia l'azoto.E' probabile che I'ossigeno,cost preztoso per Ia nostra re-spirazione, esistesse anche suMarte, ma si ritiene siasi fill-sato al suolo 0, come detto pre-cedentemente, disperso nellaatmosfera.Anche il vapors, acqueo nonoltrepasserebbe 1'1% dl quellopresente nell' atmosfera terre-stre.Nessun dubbio quindi cnepure Marte sia dotato di unasua particolare atmosfera: no-tevole di spessore (200 Km.),ma poco densa, tanto che allivello del suolo risulterebbe diquasi 1/12 di quella terrestre(65 mm. di mercuric, invece di760), cioe la pressione che 51registra sulla Terra a 18 KIn.di altitudine. Da qui I'impossi-bilita di vita di un terrestre suMarte senza I'ausilio di scafan-dri e bombole d;ossigeno, te-nendo conto delle riserve diquesto gas' prezioso che furononecessarie ai dominatori dell'E-verest (8.000 metri).II clima marziano e simile a

    quello delle zone desertiche ter-

    Fig. 4 La vita dei terrestri su Marte sarebbe possibile, conI' ausilio di scafandri e riserve di ossigeno, risultando I' atmo.

    sfera rarefatta.

    Fig. 5 Una parziale immagine del famoso telescopio di MontePalomar (diametro dello specchio parabolico mt. 5).

    '507

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    teshi, non. solo per la scarsitao l'assoluta mancanza di piog-gia, rna anche per i grandisbalzi di temperatura determi-nati dall'inerzia deUa rarefat-ta atmosfera incapace di tratte-nero ilcalore.Mediante l'ausilio di unospeciale strumento in grado 'dimisurare a distanza - con 10aiuto del telescopio - ilcalore

    menti ed atiente osservazioniinfatti i: risultato che i cinqueottavi della superficie di Martesono ricoperti di polvere e sabbia.L'acqua risulta a tal puntascarsa da non permettere ve -getazione rigogliosa e abbon-dante come sulla Terra.Soltanto nelle regioni pros-sime ai poli, con la stagioneestiva, si produce umidita, do-

    Fig. 6 Dimensioni comparate tra il nostro pianeta e Marte.dei corpi (detto strumento ml-sura infatti il caiore emessodalla fiamma di una ;candelaposta a 65 Km. di distanza daltelescopio), e dimostrato chepresso l' equatore marziano inestate si ha una temperaturadiurna di 20-27 gradi; mentre du-rante la notte la medesima puoscendere a-3~ gradi.Ai poll invece la temperatu-ra minima notturna puo raggiun-gere ancne i -100. gradi durante

    la' "stagione invernale. Le con-dizioni climatiche quindi nonrisulterebbero proibitive per il, terrestre, .pure se la vita si ri-duce ad una scontortante com-binazione fra tundra siberian ae deserto afrieano ; pero dovre-mo tener presente che tali con-dizioni si .verificherebber.o pureneila stratosfera, data la :debo-ie pressione dell'atmosfera che.S1 mcontrerebbe Bulla crosta di.Marte.Riassumendo, possiamo at-fermare che Marte, sotto moltiaspetti, e paragonabile ad unimmenso Sahara. Da esperi-

    5 08

    vuta al disgelo del leggerostrato di ghiaccto, che permet-te vegetazione limitata.Tutto conferma oggi cheMarte e un pianeta in gradodi ospitare un rudimentale eprimitive tipo di vegetazioneche si pronostica di prossimascomparsa.Se non si dubita dell'esisten-za di una sia pur modesta flo-ra su Marte, parallelamente siarnmette la possibilita di unavita animale, del tutto diversada quella attuale della Terra,ctoe adattabtle alle condisionispeciali riscontrate sul plane-ta e che etoe non richieda -os-sigeno, rna azoto e si adegui al-Ia presslone esistente.Ci sara permesso quindi for-mulare I'ipotesi che il pianetaMarte abbia raggiunto uno sta-dio di decrepitezza e che si av-vii aH'estinzione. Volenda' ab-bandonarsi a previsioni 'avve-niristiche, possiamo vedere at-

    traverso !'immagine di Marte.que! che sara la terra ira qual-che milione d'anni.

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    I problem; della

    VITA nello SPAZIOCoi piu potenti e moderni aeroplani a rea-zione, l'uomo ha ormai raggiunto il limite e-

    stremo dell'atmosfera, limite al di la del quale(circa 16.000metri) non e piu possibile la vitaanimale terrestre.Le ragioni di tale limitazione sono note.A limite superato, Ia morte che sopraggiun-ge dopo 15 minutl dal sorpasso, e dovuta a de-ficienza di ossigeno.Tale deficienza e originata non dal fattoche l'aria esterna risulti comp1eiamente priva:di ossigeno, bensi perche l'ossigeno presentenon puo entrare nei polmoni.Inatti all'interno dei polmoni noi abbiamo-una atmosfera propria, dotata di particolare.pressione. Quando la pressione esterna risulteraeguale 0 inferiore a quella interna, I'ossigenonon entrera nei polmoni, generando morte per'asfissia.Detta condizlone si verifica perche l'uomo,pur avendo possibilita di immagazzinare unaforte quantita di cibi e bevande che gli con-feriscono resistenza alia fame e alia sete, none in grade di far provvista di ossigeno oltreal normale fabbisogno che gli garantisce sola-mente 3 minuti di vita.Ammesso per pura ipotesi che non esistessela suddetta difficolta, a rendere pericolosi iviaggi spaziaIi altre infinite sorgerebbero a in-tralciare la volonta dell'astronauta, come adesempio, il fatto che a 20.000metri di altitudineilsangue e gli altri liquidi presenti nel corpoumana entrerebbero in ebollizione.Apparirebbero come prima cosa bollicine ailati della bocca e degli occhi, poi ilsangue en-trerebbe in ebollizione con Ie conseguenze im-maginabili.Considerando infatti che alia bassa pres-sione esistente a 20.000 metri e sufficienteuna temperatura di 3540 gradi a far bollirel'acqua, il sangue, che e un liquido, entreraesso pure in ebollizione.Tuttavia tutti gli inconvenienti descritti po-trebbero trovare soluzione coi ritrovati che lascienza mette a disposizione dei valorosi pilotiche affrontano continuamente la morte, qualala cabina a tenuta stagna che permette di man-tenere l'ambiente alla medesima pressione 'diquella del corpo e con la stessa quan-tita di ossigeno esistente alia superficiedel mare. Tuttavia i viaggi interplane-tari rappresentano un cimento che mettecontinuamente il pilota a diretto con-fronto con la morte.

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    Provveduto che si sia allastampa del negativo su cartasensibile e dopo aver portato atermine la ' regolare operazionedi lavaggio delle copie, questeultime dovtanno essere sottopo-ste ad asciugatura e smaltatu-ra, che conseguiremo coll'ausi-lio della smaltatrice, sempltceapparecchiatura elettrica indi-spensabile ad ogni fotografo.Nel corso del presente arti-colo cercheremo di iornire alLettore i dati basilari per larealizzazione personale dellasmaltatrice, che notiamo a fi-gura 1 scomposta nei suoi sin-goli elementi.Premettiamo che l'unione deiparticolari componenti la smal-tatrice potra essere risolta indue modi: 10) a mezzo salda-tura, perseguendo vantaggi in-dubbi relativamente alla sem-plificazione del montaggio econseguendo un grado _di fini-tura maggiore; 20) a m_ giun-zioni ad angoli con bulloni edadi di ritegno che, pur risul-tando laborioso; pili si adeguaalle limitate attrezzature del di-lettante, per cui venne appuntopreso in considerazione tale se-condo metodo.Le dimensioni della smalta-trice dipenderanno evidente-mente dallo stabilito numero dicopte che normalmente si inten--de smaltare.Esaminando la figura 1 e

    Smaltatriceper cop.e

    fotografiche

    premettendo che la lamiera inalluminio od ottone da usareper la realizzazione dei parti-colari dovra avere uno-spessoremtnimo di mm. 3, prenderemoin considerazione dettaglio perdettaglio:Part. 1 - PIANO DI RI-

    SCALDO. - Dimensioni da see-

    Fig. 1.

    510

    gliere a seconda del numero dicopie che intendiamo smaltare.Part. 2 - TESTA E FONDOPARETI DI SUPPORTO PIA-NO DI RISCALDO. - Dimen-

    sioni: In larghezza simili alia-to pili stretto del piano di rl-scaldo. In altezza 4 em.Part. 3 - FIANCHI PARETI01 SUPPORTO PIANO DI RI-SCALDO. - Dimensioni : in lar-ghezza simili al lato pili largodel piano di riscaldo. Mentre illato di base risulta diritto, quel-

    10 superiore, 0 d' appoggio delpiano di riscaldo, segue un arcodi cerchio.Le estremita dei fianchi ri-

    sultano piegate a squadro perI'attacco dei due fondi. Sem-pre alle estremita, riporteremo,anteriormente, i ganci snodabilidi presa (part. 8) del telaiopressa - copie, posteriormente ledue cerniere (part. 4) per larotazione del telaio pressa-copiesuddetto,A meta di uno dei fianchiprevederemo la toratura petI'allogamento delle asticciole(part. 5) della spinetta di cor-rente, che manterremo in posi-zione a mezzo dadi di ritegno erondelle in ceramica (part. 6).I particolari 5 - 6 - 7 altro non

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    sono che i componenti di unapresa per ferro elettrico, chepotremo acquistare presso qual-siasi negozio d'elettricista.PaTt. 10 - PIANO PORTARESISTENZA. '- Detto pianopotra essere in lamiera di otto-ne 0 alluminto, prevedendo intal caso un foglio di amianto

    interposto fra quest/ultimo e gliisolatori (part. 9), 0 'in eternit,sul quale fissare direttamentegli isolatori stessi. .Per la disposizione degli tso-latori di sostegno della resisten-za elettrica sul piano d'eternitci adegueremo a quanto rileva-bile a figura 2, in maniera talectoe che il filo venga a coprir-ne tutta la superficie. Tale di-sposizione si rende necessariaper l'uniforme distribuzione delcalore sul piano di riscaldo. Pro-

    Fig. 2 .cureremo una resistenza da for-nello elettrico in nichel-cromo,adatta per la nostra tensione dilinea.La potenza dissipata sara sui400 watt, aumentabile a 600 0800 watt se in sede d'esperimen-to riscontrassimo una insuffi-ciente erogazione di calore; vi-ceversa, diminuita a 250 watt.Riscontreremo che la resistenzain filo al nichel-cromo, nellamaggioranza dei casi, risulteraa spirals. Se cia tosse," provve-deremo a distenderne le voluteprima di sistemarlo sugli isola-tori. E' ovvio che le due estre-mita del filo componente la re-sistenza faranno capo aIla presadel tipo per ferro elettrico dicui sopra.Sistemata la resistenza, rea-lizzeremo ora il telaio tendi-li-

    no, telaio che ha ilcompito dipremere Ie copie contro la su-perficie riscaldata.Detto telaio $ realizzato intondino d'acciaio del diametrodi mm. 5 e Ie due estrernita Ii-bere, piegate a squadro versoI'interno, vanno ad inserirsi nel-Ie asole ricavate sui particola-ri 4 per la rotazione e sono con-gtunti fra lora con manicotto.A telaio abbassato, i ganci

    snodabili di presa obbligheran-no il Iino del, telaio a premeresul piano ris~~dato. II lIno ver-ra cucito ben teso sul tondinodel telaio, 'come indicato a fi-gura 3,"eon gli angoli mancantial fine oi permettere, posterior-mente, la rotazione e, anterior-mente, l'aggancio del telaio.A figura 4 si notano Ie di-mensioni di massima da asse-gnare all~ parte Inferiore di una

    Fig. 3.

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    Fig. 4.

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    smaltatrice ad uso dilettanti-stico mentre a figura 5 si rile-vano Ie dimensioni del telaiotendi-lino in tondino d'acciaio.Per ultimo, da un ~foglio diIamiera di ottone dello spessoredi mm. 1 ricaveremo un rettan-golo delle dimensioni perime-trali identiche a quelle del pia-no di riscaldo e con Ie superficiperfettamente cromate.su detta lastra sistemeremole copie da sottoporre a proces-so di smaltatura con la super-ficie sensibile rivolta verso lalastra stessa e, passando con unrullo sui dorso delle stesse, Ielibereremo dall' acqua residuadel lavaggio. E' ovvio che suidorso delle copie avremo siste-mato un telo che assorba I'umi-dlta. Collocheremo quindi Ia la-stra con le copie sul piano diriscaldo della smaltatrice e ser-reremo iltelaio; daremo corren-te e, grazie al calore _prodottodalla resistenza, Ie copie, dopo

    qualche tempo, potranno rite-nersi smaltate. La perfettasmaltatura sara denunciata dal-la copia stessa, che si distac-chera daUa superficie cromatadella lastra a processo avvenuto.

    tAlwC -+__~,BRot;,..--------- 33--"'-----''4-, 4-- -

    N~o33

    Coloro che non volessero ren-dersi schiavi della presa di cor-rente, neUa quale inserire 0 di-sinserire la spinetta, potrannoprevedere l'inserimento di uninterruttore.:uc::--------- -f

    I.I- . . -

    11_----280mm--~JIIFig. 5.

    Quando, durante la stagione invernale, chiusa occhiali passa da un ambiente freddo adaltro riscaldato, il repentino cambiamento ditemperatura appanna Ie lenti degli occhialistessi ed obbIiga chi li porta a toglierli dalnaso per asciugarli.L'inconveniente, non certamente piacevole,potra _essere evitato facendo uso di una spe-ciale composizione chimica. Risulta evidenteche tale ritrovato potra trovare valida applica-zione pure se usato come antiappannante pervetrine, per parabrezza di autocarro, ecc.Potrerno noi stessi manipolare la miracolosacomposizione mescolando in un quinto di litrodi alcool (160 grarnrni) 10 gramml di glicerina.Spalmererno la composizione sui cristalli 0 suivetri con un cencio pulito in leggerissimo stra-to. Nel caso particolare di vetrine, potremo au-men tare, nella composizione, la quantita di gli-cerina, ottenendo risultati migliori.Altre composizioni, che si sono dimostrateefficacissirne all' atto pratico, sono Ie soluzionidi SHAMPOO Jiquido concentrato, quali l'OREAL- l'AZEOL - il TRICOPAL - il DOPAL - 10SPLENDOR, che saremo in grado di acquistaredal nostro profumiere abituale a basso prezzo.512

    did eoiiare l' (JppannaFUDELLELENTI D' OCCHIALI

    e . dei oeiFiImbibiremo della soluzione un cencio di lana,o una pelle di daino nel caso di Ienti per oc-chiale e soffregheremo Ie superfici asciutte deivetri.A questa punto, a scanso di malintesi, pre-cisiamo che la soluzione non ha effetto eterno;rna che la sua durata e in relazione al numeropill 0 meno elevato delle variazioni di tempera-

    tura al quale ilvetro trattato con I'antiappan-nante e sottoposto; per cui, quando riscontre-remo la scaduta efficienza del prod otto, dovre-rno rinnovarne 10 strato protettivo sulle super-Iici dei cristalli.BITT . 8ENOBA

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    U N I N f i R A N O I T O R Eeke utilizza

    U N A M A C C H I N A F O T O f i R A F I C Acom e ob iettivo

    Fig. 1.

    La mancanza di un mgran-ditore nel laboratorio di un di-lettante non e certamente daaddebitarsi a svalutazione d'im-portanza di detto apparecchioutilissimo, ma ai prezzi proi-bitrvi praticati sul mercato.Per riparare a tale deficien-za, suggeriamo ai Lettori la co-struzione di un ottimo ingrandi-tore, che utiltzza una macchinafotografica, senza peraltro do-ver far subire alia stessa modi-fiche di sorta, tanto che sara.possibile, terminata la stampasui positivi, togliere la macchi-na medesima dal supporto ap-posito e servirsene normalmen-te o In altre parole, la macchinafotografica verra accoppiata al-l'ingranditore al solo scopo disrruttare la parte ottica e ildiaframma.I restanti componentt del no-stro ingranditore non compor-teranno eccessiva spesa, pen-sando di utilizzare pezzi di re-cupero.Inizieremo la nostra realiz-zazione dalla campana porta-lampada costituita da un ba-rattolo di forma cilmdrtca (fig.1-2 part. 1) del diametro dicirca cm. 16 (puo servire aliascopo un bidone da conserva)e della lunghezza di cm. 24.Mentre ad una bocca l'aperturasara libera, l'aItra risulteracompleta di fondo, sui centrodel quale eseguiremo un foro,il cui diametro dovra abbrac-

    ciare unporta-lampada in ce-ramica (part. 3), su cui avvi-tare una lampada smerigliata

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    Q bianco latte da 75 watt (part.4 - prezzo L. 390 circa).Sempre su tale rondo pra-ticheremo una serie di fori deldiametro di mm. 5,. necessarialla circolazione dell'aria all'in-terno della campana porta-lam-pada. Ad impedire che la lucedella lamp ada fuoriesca daifori di aeraztone, applicheremoun coperchio (part. 1) provovtsto di fori, rna in posizione.sfalsata rispetto ai primi.Alla base opposta, sulla su-perficie esterna della campana,eseguiremo pure una serie difori (diametro 10-15 mm.) che.generera la circolazione d'arianecessaria al raffreddamentodelle pareti della campanastessa.Prevederemo la schermaturaper detti fori, al fine di impe-dire la fuoriuscita della luce.Vernicieremo la superficie in-terna della campana in nero-opaco, vernice che otterremosciogliendo in mezzo' Iitro di.acqua:- 50 grammi di glicerina- 40 grammi di borace- 100 grammi di gomma laccain polvere.La gomma lacca verra ag-gtunta poco per volta e ne po-tremo accelerare 10 scioglimen-to portando l'acqua quasi alpunto di ebollizione.Quando la gomma lacca ri-.sultd disciolta totalmente, ag-giungeremo 8' grammi di nero

    -di anilina e mescoleremo con-eura. La vernice potra essereapplicata, mediante pennello,a caldo a a freddo indifferen-temente.Per la chi usura Inferiore

    -della campana porta-lampadautilizzeremo un disco in legno(part. 7) dello spessore di cir-ca 1 em. e con diametro tale-d a poter essere inserito a forzanell'interno della campana stes-.sa. Detto disco presentera alcentro un'apertura rettangola-'re delle dimensioni di cm. 7 x 10.Sulla superficie del disco ri-volta verso l'interno della cam-pana, fisseremo mediante mol-lette metalliche (part. 5), unvetrino bianco latte 0 smeri-

    -gliato (part. 6). Per meglio as-sicurare la tenuta del disco inlegno, ricorremo a vitl per le-'gno che, attraverso la paretedella campana, mordono I'or-

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    10 del disco stesso. Preparere-mo ora il supporto reggt-ma-scherina (fig. 12 - 3 part. 9).Utflizzando legno compensatodello spessore di mm. 5, costrui-remo due semi-parti di formaindicata a figura 3 con inter-posto, fra le appendici, un ret-tangelo sempre in legno com-pensato dello spessore di mm. 3.L'apertura rettangolare che

    appare al centro delle due se-mi-parti e delle medesime dt-

    mascherma (part. 10) verrarealizzato in cartoncino (fig. 4).Per I'unione a cerniera delledue semiparti, si usera unastriscia di cerotto 0 nastro a-desivo, mentre per la guida discorrimento della pellicola si-stemeremo ritagli di cartonci-no come indicato a figura.E' ovvio che il telaietto chtu-so dovra present are uno spes-sore tale che ci consent a I'In-troduzione leggermente forzata

    mensioni dell'apertura ricavatasui disco in legno della campa-na e cioe di cm. 7 x 10 e pre-vede un incasso sulla semi-parte superiore per, l'allogamen-to del vetrino a particolare 8.All'interno della semi-partesuperiore fisseremo due spezzo-ni di molla da orologio, aventiilcompito di tenere il telaiettoporta-negativi.II telaietto porta-negatfvi 0

    Fig. 2.nell'apertura del supporto reg-gi-mascherina, Sulle due parti,riunite a cerniera e costituentiil telaietto, eseguiremo un'aper-tura rettangolare di dimensio-ni identiche alle dimensionidel fotogramma della pellicola(12x 36 - 57x 44 - 90x 54).Ci resta quindi da appron-tare ilsupporto di tutto ilcom-plesso, completo di colonna ver-ttcale di scorrimento a parti-

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    colare 11. La base del supporto(part. 12) e costituita da unatavola di legno della spessoredi circa cm. 2 e delle dimensioniperimetrali di cm. 50 x 50.Ad una estremtta di questa

    zioni di ritegno di tutto ilcomplesso, per cui, sulle appen-diet del supporto reggi-masche-rina e sui regolo stesso, preve-deremo fori passanti per l'in-troduzione di viti di serraggio.

    fisseremo, a mezzo viti per le-gno, una basetta 0 flangia inmetaUo (part. 13) con incorpo-rato uno spezzone di tubo, cheservira di guida alla colonnaverticale di scorrimento. Nelcaso non st dispone sse di flan-gia, uniremo direttamente- lacolonna alla basetta a mezzosaldatura.La scelta del tubo costituen-te la colonna di scorrimentonon assume particolare impor-tanza, rna potremo indiriZzarcisui 3 cm. di diametro. La lun-ghezza della colonna e in re-lazione alle dimensioni del po-sitivo che si intende ottenere.Per ingrandimenti normali ialunghezaa della colonna potraaggtrarsi sugli 80 cm. circa.Ci procureremo uno spezzo-ne di tubo della lunghezza dicirca 10 em, e con diametrointerno adatto a110 scorrimentosui tubo della colonna verticale.Nel senso deU'altezza, appli-cheremo, a mezzo saldatura, suidue lati dt detto spezzone ditubo, due piattine di ferro, lecui ali libere abbracciano unregolo in legno. L'unione fraali e regolo la otterremo a mez-zo viti pass anti e dadi di rite-gno (part. 14),II regolo in legno ha fun-

    Fig. 3.A tergo dello spezzone di tu-bo scorrevole eseguiremo un fo-ro che filetteremo per l'alloga-mento della vite a rarrauc cneblocca il complesso ingrandito-re sulla colonna verticale ad

    altezza desiderata.Per ultimo appresteremo lapiastra (part. 15), in larniera diferro, per ilsostegno della mac-china fotografica. Naturalmen-te tale piastra presenters. duefori corrispondenti alia foraturaprecedentemente eseguita siasui regain di supporto, sia suisupporto reggi-mascherine.E' logico che la forma e ildimenslonamento della piastraverieranno a seconda del tipodi macchina in nostro possesso.Per ilmontaggio del com-plesso procederemo net seguen-te ordine:- Sistemato il portalampa-da sul fondo della campana emontato il coperchio-schermosulla stessa, avviteremo la lam:pada.Sulla colonna verticale, cheavremo preventivamente fissataaUa base, infileremo il bracerodi supporto che fisseremo adun' altezza qualsiasi mediante

    la vite a farfalla. SuI disco inlegno sistemeremo, in corrispon-denza aU'apertura rettangolare,

    il vetrino, tenuto medianteI'appltcazione di lato delle mol-lette.Sistemato il secondo vetrinonell'apposita incassatura ricava-ta in' corrtspondenza dell'aper-tura rettangolare del supportoreggi -mascherina, assicureremoil disco sui supporto stesso euniremo il supporto superior-mente e la piastra inferiormen-te al braccio scorrevole a mez-zo viti passanti.Per ultimo sistemeremo lacarnpana sui disco e la fissere-mo a mezzo viti per legno.

    MESSA A PUNTOUna sia pur minima messaa punto e indispensabile al fi-ne di rendersi conto di qualtdovranno essere le distanze sul-le quali uniformarsi per il fu-

    turo miHa stampa di negatividi diverse dimensiom; poichee ovvio che la distahza che se-para il, negative daUa macehinafotografica deterrnina la messaa fuoco \per i diversi ingrandi-menti.Cosi cne, nel corso. delleprove effettuate con macchinafotografica tipo LEICA VITO,B, per ottenere la starnpa diun positive 6 x 9 - 7 x 10 - 10 x Hi

    Fig. 4.la distanza ottima fra nega-tivo e macchina risulto esseredi 1 cm.; mentre la distanzaintercorrente tra la macchtnae ilpiano d'appoggio della car-ta sensibile ru di circa ern. 30.Per ottenere positivi superiori

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    ai 18 x 24, necessitera avvicina-re il negativo alia macchinafino alia distanza di cm. 0,5,mentre la distanza fra mac-china e piano d'appoggio risul-to essere di oltre cm. 50.Nel caso si disponesse dimacchina fotografica diversadal tipo da noi usato in seded'esperimento, necessitera tenerpresente che avvicinando ulte-riormente il negativo alia mac-china fotografica otterremo po-sitivi di maggiori dimensioni.Praticamente, per il dilettanteche lavora sui rormatl 6 x 9 -7x 10 - massimo 10x 15 (forma-to cartolina), la distanza tranegativo e macchina sara dicirca 1 cm.La messa a fuoco dell'imma-gine proiettata sui piano d'ap-poggio della carta sensibile siotterra regolando la distanzafocale dell'obiettivo della mac-china (in altre parole, agendosui comando dei metrij ; men-

    tre nel caso di utilizzazione dimacchine fotografiche di vee-chio tipo (a soffietto), otterre-mo la messa a ruoco allungan-do 0 accorciando il soffiettofino al raggiungimento dell'effetto desiderato.Un accertamento importan-tissimo per il buon comport a-mento in esercizio dell'ingran-ditore sara quello della solidi-ta del complesso colonna verti-cale-base, del parallelismo per-fetto tra asse dell'ingranditoree asse della colonna di scorri-mento e della non meno per-fetta normalita fra l'asse dell'in-granditore e piano d'appoggiodella carta sensibile.Se non si dovesse verificarequest'ultima condizione, si ot-terrebbe copie di forma trape-zoidale, cioe con un lato mag-giore dell'opposto.Riscontreremo detta condi-zione di perfetta norrnalita col-locando, in luogo della pellicola

    un foglio di carta lucida milli-metrata e controllando che sulpiano appaiano rifiessi, con lamaggiore regolarita di ingrandi-mento possibile, i quadretti checompongono ii sottofondo dellacarta lucida.Questi gli unici controlli dicui il nostro mgranditore ab-bisogna, terminati i quali po-tremo procedere senza meno al-la stampa, tenendo presenteche per la messa a fuoco enecessario che I'obiettivo dellamacchina sia posto sulla mas-sima apertura di diaframma,cost che da questo partiremoper raggiungere la perfettamessa a fuoco. L'otturatore do-vra trovarsi in posizione di po-sa e, al fine di impedire chedurante le operazioni di stam-pa la macchina possa muover-si, sara bene usare, per I' a-pertura 0 chiusura del diafram-rna, un flessibile da macchinafotografica.

    ' T ~pi" , l i a s e d i a 8 1 8 t t r i c aNostro affezionato Lettore, quanta irriducl-

    bile nemico dei topi, ilDr. GIUSEPPE RANDOdi Messina ci invia un suo elaborato per semi-nare la morte fra i roditori. n Dr. RANDO ciassicura che la sua sedia elettrica per topie semplicemente meravigliosa e si rende ga-rante personalmente della sicurezza di funzio-namento della stessa.Munitici di una bottiglia di vetro di diame-tro tale da consentire alloggio pure a rodi-

    tori di grossa mole, ne taglieremo ilfonda colmetodo indicato suI n. 4-'54 - pag, 182 - di Si-stema Pratico .Preparata cosi la parte alloggio , realiz-zeremo ora la parte elettrica della trappola.In un turacciolo di gomma 0 sughero inse-riremo due tratti di filo di rame del diametro

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    di circa 3-4 mm., distanziati, dalla parte fuo-riuscente del tappo, da una rondella di mate-riale is01ante. Ai capi fuoriuscenti dei duetratti di filo verranno assicurati, a mezzo sal-datura, i capi di una treccia per impianto elet-trlco che termina con una spina da inncstarein una pres a di corrente.

    L'esca, costituita da una scorza di parmi-giano, tipo di Iormaggio particolarmente duro,verra sistemata ai capi liberi dei due fili dirame, dalla parte opposta dell' attacco della pre-sa di corrente. Infine, introdotto il turacciolonel colla della bottiglia, non ci restera che at-tendere che la preda abbocchi...... e giustiziasia fatta.

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    IDROSCIVOLANTE"J i J p p l t e r ,

    Lo JuPPITER 0 GlO-VE TONANTE e un modelli-no di idroscivolante capace diraggiungere, su di UllO spec..chio d'acqua idoneo, l'alta ve-Iocrta di circa 50 KIn./ora.SuI prototipo venne sistema-to un motorino Diesel con ci-Jindrata di 3 ern, cubici circa;rna nelle vostre realizzazionipotrete utilizzare un motorinoSuper-Tigre G 27 con cilindra-ta di em, cubici 3,28; oppurecon aItra cilindrata che nonrisulti inferiore ai 2 cm. cubici.Poiche molti dei nostri Let-tori ci indirizzano continue ri-chieste d' informazione circa ifornitori di materiale modelli-stico, crediamo far lore cosagradita pubblicando di seguitoalcuni indirizzi di Ditte specia-lizzate net genere:BRUNO REGGIANI - Via Fre-jus 37 - TORINO.MOVO - Modelli volanti - ViaS. Spirito 14 - MILANO.AVIOMINIMA Cosmo - Via S.Basilio 29/a - ROMA.

    COSTRUZIONEDaremo inizio alla costruzio-ne dell'idroscivolante ricavan-do, da un foglio di legno di bal-sa -dello spessore di mm. 5, n.2 pezzi a particolare 8 (figg. 1e 2). I1 particolare 8 rappresen-

    ta i1 longherone centrale di so-stegno delle ordinate 1 - 2 - 3- 4 - 5 - 6 - ", che ricaveremoda fogli di legno di balsa dellospessore di mm, 4 e sagomere-mo come indicato a disegno(fig. 1), in numero di 2 pezziper esemplare.Passeremo ora all' appronta-mento del particolare 12, rica-vato da legno di balsa dellospessore di mm. 6, che sagome-remo a sezione lenticolare ca-me indicato a disegno (fig. 2).II particolare 12 ha funztoni didistanziatore e verra inseritofra le ordinate 2 e 3.IIparticolare 13, che appron-teremo in numero di due esem-plari, sara ricavato da legno dibalsa dello spessore di mm, 6e sagomato a sezione doppiolenticolare come indicato a fi-gura 2. II particolare 13 ha fun-ziont di sostegno del castellomotore e viene inserito inferior-mente all' altezza dell' ordinata6. II blocco sostegno motore,particolare 15 (figg. 2 e 3), do-vra essere ricavato da un bloc-chetto di legno leggero di for-ma cilindrica avente il diame-tro di mm. 72. Come e datovedere a figura 3, i1 particola-re 15 assumera esternamenteforma ovoidale irregolare e do-vra essere svuotato all'internosi da raggiungere uno spessore

    di 8 mm. Eseguiremo alla boc-ca del blocco sostegno motoredue tagli della larghezza dimm. 5 e della lunghezza di mm.86 per l'allogamento del pianod'appoggio motore (part. 14 - fig.3), ricavato da legno di balsadello spessore di mm. 5.In possesso di detti partico-lari, iruzieremo l'imbastituradell'idroscivolante. Sistemeremoin sede, nelle apposite intacca-ture del particolare 8 e a mez-zo coHante, Ie ordinate 1 - 2 -3 - 4 - 5 - 6 - 7 e sul muse esulla coda del galleggiante, pre-cisamente fra ilpiano del par-ticolare 8 e quelli delle ordina-te 1 e 7, sistemeremo a mezzocollante blocchetti di legno dibalsa che sagomeremo a mon-taggio avvenuto seguendo lacurvatura determinata daUa.sagoma delle ordinate compo-nenti i galleggianti.Alle due estremita di basedelle ordinate sistemeremo, arintorzo laterale, due longhero-ni in legno di balsa della se -zione di mm. 5 X 5 che cor-rono dalla La alIa 7.a ordinata.Sistemeremo a mezzo collan-te il distanziatore (part. 12)fra i due galleggianti e i mon-tanti di sostegno blocco (part.15) fra i galleggianti e ilbloc-co sostegno motore.Ricopriremo -ora 'i galleggian-

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    'ti con fogli di legno di balsadello spessore di mm. 3 dallaparte d'appoggio alIa superficiedell'aequa e dello spessore dimm: 2 sulla parte restante.'Cureremo particol.armente

    Fig.

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    tale ricopertura per due ragio-ni: 1.0 per evttare spreco di rna-teriale ; 2.0 per consentire aigalleggianti una perfetta tenu-ta stagna.Portata a termine la rico-

    pertura dei galleggianti, rivol-geremo la nostra attenzione alblocco sostegno motore. Inseri-to in sede ilparticolare 14 neidue tagli ricavati alIa bocca delparticolare 15, fisseremo su di

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    Fig. 3

    l'idroscivolante. Indi, sulle su-perfict lisciate, porteremo unostrato di collante molto dilui-to, in maniera tale da assicu-rarci contro eventuali faIleprodotte nel corso delle ope-razioni di costruzione e che po-trebbero infinnare la tenutadei galleggianti.Tennineremo l'opera di rifl-

    pire il serbatoio, il cui tubettodi riempimento fuoriesce dallaparte superiore del castello mo-tore e avviare ilmotorino.Se 10 specchio d'acqua sucui eseguiremo Ie prove pre-sentera superficie limitata, u-seremo la precauzione di ap-plicare all'idroscivo!ante unafunicella, in maniera tale da

    esso ilmotore, non senza averprima allogato il serbatoio delcarburante nell'interno delloscavo eseguito suI blocco soste-gno motore stesso.suus parte posteriore delblocoo supporto-motore, appli-cheremo il timone verticale(part. 16), che ricaveremo daun foglio di legno di balsa del-10 spessore di mm. 5.Ci restera da eseguire Ill. fi-nitura del castello motore.Con legno di balsa dellospessore di mm. 10, realizzere-mo l'anello a parttcolare 17, cheinsertrerno all'esterno dellabocca del particolare 15. Sem-pre con legno di balsa dellospessore di mm. 10, approntere-mo il secondo anello anterioredel castello motore (part. 18) completeremo il detto castel-lo avvolgendo sui due anelli(part. 17 e 18) un foglio di legnodi balsa dello spessore di mm.1,5 (fig. 4). La larghezza delfoglio di legno di balsa usato(part. 19), corrispondente allalunghezza del castello motore,verra stabilita praticamente, inbase aIle dimensioni dell'alberomotore utilizzato.A questo punto altro non ci

    restera che dare inizio alIa fasedi rtrinitura, consistente neltogliere con cartavetrata Ieimperfezioni, gli eccessi di col-Iante, Ie rugosita fino a rende-re ben liscie Ie supernct deI-

    Fig. 4.nitura stendendo sullo stratodi collante due 0 tre mani divernice alla nitrocellulosa a co-lori vivaci.Monteremo infine l'elica, ilcui diametro variers dai 25 ai28 centimetri.Completato COSl l'idroscivo-lante, non ci restera che riem-

    obbligare ilmedesimo a girarein circolo.L'applicazione della funicel-la non sara da scartare purein quei casi in cui non si di-sponga di uno scafo per segui-re 10 Juppiter , al fine di ri-cuperarlo ad esaurimento delcarburante.5 20

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    Ricevere stazioni da oltreoceano, captare i deboli segna-Ii lanciati nell'etere dai dilet-tanti sulle onde corte fa partedei sogni ambiziosi di tutti gliappassionati di radio. Purtrop-po il nostro apparecchio rice-vente normale non puo per-metterci tali lussi, mentre d'al-tra parte l'acquisto di un ap-parecchio appositamente pre-disposto non e possibile a tut-ti, tenuto conto degli alti prez-zi praticati suI mercato.Ma provvedendo il nostroapparecchio ricevente di unpreselettare ne aumenteremoconsiderevolmente la sensibili-ta e potremo vedere appagato

    L'uso de' preselettoreDETERMINA

    un mig'iore ascnlteil nostro desiderio di indaginedell'etere, riuscendo a captareemittenti lontanissime e sco-nosciute.Che cosa e un preselettore?Altro non e se non un am-pIificatore di Alta Frequenza,costituito, nel nostro caso, dauna sola valvola.All' entrata del preselettoreinseriremo l' antenna, mentrel'uscita andra collegata al rice-vitore da sensibilizzare.II preselettore ha il compi-to di amplificare i segnali A.F.captati dall'antenna, prima chei medesimi vengano convogliativerso il ricevitore.In figura 1 e rappresentato

    10 schema elettrico di un prese-lettore ad una sola gamma d'on-da (medie),Notiamo la bobina Ll (bobi-na di AF con nucleo) suI pri-mario della Quale viene appli-cato il segnale dell'antenna; ilsecondario di Ll sintonizza ilsegnale e 10 passa alla grigliadella valvola 6CB6 dove vieneampIificato; dalla placca del-la medesima valvola, a mezzocondensatore C4, ilsegnale stes-so viene inviato al primario diuna seconda bobina di AF(L2), di caratteristiche eguali aquelle della Ll; qui nuovamen-te sintonizzato a mezzo di CV2.

    @ANTENNAI:

    n = = = = '~ = - - ~ = - = = = = _ _ - I t = 1 C==:6==~() ANTENNA6C86

    (3 CV2 ,[Poe

    L2G ; " ~ ~ ANTENNA 8~~E~Q

    1L t: 200 VOLTR4 +~=---~~~~~@

    Fig. 1. - Schema elettrico del preselettore.COMPONENT I E PREZZI REoLATIVI:Rl 0 150 ohm L. 30.R2 0 30.000 ohm 0 1 watt L. 35.R3 0 5000 ohm L. 30.R4 0 5000 ohm 0 1 watt L. 35.Cl 0 50.000 pF. L. 50.

    C2 0 50.000 pF. L. 50.C3 0 50.000 pF. L. 50.C4 0 250 pF. a mica L. 40.C5 0 16 mF. elettrolitico L. 160.C6 . 100 pF. a mica L. 40.CV1 . CV2 0 Condensatore va'

    riabile da 500 + 500 pF.

    ad aria L. 800.L 1 Bobina AF Microdyn 021L. 250.L2 . Bobina AF Microdyn 021L. 250.6CB6 - Valvola amplificatrice

    AF L. 1520.

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    ~ 220~ 160t 140~ 125

    L _Fig. 2. - Schema elettrico dell'alimentatore.

    COMPONENTI E PREfZI RE-LATIVI:Rl . 1200 ohm 1 watt L. 35.Cl . 16 mF. elettrolitico L. 160C2 . 8 mF. elettrolitico L. 120.C3 . 10.000 pF. L. 40.Tl . Trasformat.ore d' alimen.tazione 30 watt . provvi.

    sto di un secondario ATdi 150 e 190 volt circae un secondario BT di 6,3per i filamenti L. 1100.51 . Interruttore a levetta L l-re 250.6X5 . Valvol. raddriuatriceL.870.

    Fig_ 3. - Schema pratico del Preselettore.'DaJl'esame dello schema si nota che in luogo delle bobine Ll.L2,tndicate nello schema elettrico, vengono utilizzati due gruppiAF CORTI J) tipo C 203 a tre gamme d'onda (Medie . Corte .Cortissime), iI cui preno e di L. 1200 cadauno. II condensatore'Variabile CV1CV2 dovri necessariamente essere del tipo per

    gruppi AF a tre gamme prezze L. 800).

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    al fine di migliorare semprepili la selettivita.Per induzione, il segnale pas-sa dal primario al secondariodi L2, da dove verra prelevatoe inserito nella boccola anten-na e terra del ricevitore, aUaquale viene abbinato il prese-lettore.Per l'alimentazione di dettopreselettore sono necessari volt6.:1 per ilfilamento e da rso a220 volt per l'anodica.Dette tensioni potranno es-sere prelevate direttamente dalricevitore, 0 si potra far uso diun alimentatore a parte, il cuiSchema appare a figura 2.I due condensatori variabili- CVl e CV2 _. risultano ab-binati, ctoe con assi solidali ecomando unico, in maniera difacilitare la smtomzaaztone.

    REALIZZAZIOt.lE PRATICAPraticamente, -In luog{) e li eo-struire un preselettore per ognigamma, appare Iogico e vantag-gioso costruirne uno solo com-prendente tutte le gamme (Cor-tissime - Corte - Medie). Sic-come pero necessiterebbe ap-prontare un certo nwnero di boobine che, autocostruite, potreb-bero dare un risultato tutt'at-tro che soddisfacente, specienel caso delle bobine per leOnde Corte che necessitano diparticolari caratteristiche e pu-re in quello per Ie Onde Medierelativamente all' avvolgimentoa nido d' ape, trovammo piilpratico, semplice e sicuro ser-virci di gruppi di AF preco-struiti. E se in tal modo Ia spe-sa risultera leggermente supe-riore, in compenso avremo cer-tezza del risultato pili che otti-mo.Lo schema pratico di figura3 venne approntato con previ-sta l'utilizzazione di due grup-pi AF a tre gamme (tipo COR-TI C 203) capaci di coprire,per Ie .Onde Corte, Ie gammedai 13 ai 27 metri e dai 27 ai54; mentre per le Onde Mediequella dai 180 at 580 metri.Altri tipi di gruppi AF, insostituzione dell'indicato, po-tranno essere utilizzati senzaapportare variazioni allo sche-ma.II variabile da utilizzare sara del tipo per gruppi AF a 3gamme. L'indicato a schema ~

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    composto di quattro sezioni130 + 320 e 130 + 320.Le connessioni del gruppo,il cablaggio e la disposizionedei componenti appaiono chia-ramente dai disegni inseriti neltesto.Realizzato che sia il com-plesso potremo provvederlo discala parlante adatta al grup-po utilizzato e procedere almontaggio relativo come Indica-to a figura 4.Necessitera, durante la rea-lizzazione pratica, fare attenzio-ne a non contondere Ie sezionidi capacita piccole con legrandi del condensatore varia-bile.Terminato ilmontaggro elet-trico potremo procedere allataratura dei due gruppi AF.Inseriremo nelle due bocco-le d'uscita ANTENNAE TER-RA due fiji cne dovranno con-

    gtungersi aile rl'.l'~ boccole AN-TENNA E 'l.'ERRA del ricevito-re, mentre nelle due boccole dientrata del preselettore colle-gheremo l'antenna e la terra(fig. 5).Quindi metteremo in funzio-ne i due complessi, sistemere-rno nel preselettore un'antennadi lunghezza ridotta e daremoinizio alla taratura vera e pro-pria.Col ricevitore sintonizzeremouna stazione delle Onde Me-die sui 450 metri di debole in-tensita, porteremo i due grup-pi AF del preselettore sullagamma delle Onde Medie eruoteremo tl varia bile verso larnassima capacita, in manierache sulla scala parlante la lan-cetta indichi 10 stesso numerodi metri sui quale venne sin-tonizzato il ricevitore.Con un cacciavite ruotere-rno il nueleo OM del gruppoAF 2 fino ad ottenere la mas-sima senstbtlita, ottenuta laQuale ruoteremo il nucleo OMdel gruppo ,AF 1 fino ad otte-nere, anche con tale secondaregolazione, la massima sensi-btltta.Ottenuto cto, portererno lalancetta del ricevitore dallaparte opposta della scala (200

    metri circa); altrettanto dica-si della lancetta della scala par,lante del preselettore che do-vra essere portata pure sullamedesima lunghezza d'onda del

    riceVitore, ruotando s'intende ilcondensatore variabile verso laminima capacita, Operati det-ti spostamenti sintonizzeremouna stazione di debole intensi-ta, regolando prima il compen-satore OM del gruppo AF 2 edopo il compensatore OM delgruppo AF I, cercando di sta-bilire il punto di massima sen-sibilita.Per la taratura delle OndeCorte si operera la commuta-zione dei due gruppi AF 1 e

    AF 2 del preselettore sulle ON-DE CORTE, effettuando poi Iemedesime precedenti operazionieseguite per le Onde Medie, va-le a dire che per prima cosasi regoleranno i nuclei del grup-po AF 2 e AF I, quindi i com-pensatori del gruppo AF 2 eAF 1 fino ad ottenere la mas-sima sensibilita. Per tale ope-razione, quando ad esempio ilricevitore sia sintonizzato sui20 metri, pure la lancetta del

    Fig. 4. - Come si presenta iI pannello frontale del preselettorecompleto di scala parlante (prezzo del cristallo della scala par-

    lante. L. 500).

    P R E S E L E T T O R E

    Fig. 5. - Come si collega iI preselettore ad urr comune rleevl-tore da sensibilizzare.

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    -preselettore dovra indicare ilmedesimo numero di metri.Con I' abbinamento ad uncomune ricevttore di un prese-lettore noteremo quanto risultifacile l'ascolto perfetto di sta-aiom a debole intenstta e chenon si riusciva assolutamentea captare prima di detta appli-cazione.In tal caso si ha pure il van-taggio di ottenere una maggio-re selettivtta, cioe riesce facileeliminare - agendo suI varia-bile del preselettore - stazto-,ni indesiderate che interferi-scano nella trasmissione. Ab-biamo provvisto il preselettoredi due uscite, in maniera diutilizzare quella che, abbinataal ricevitore radio, ci consenti-ra il risultato migliore.I componenti potranno esse-

    re ordinati a: ( FORNITURERADIOELETTRICHE - C. P.29 - Imola.

    UDI06AliNAUltimo " P < > per . o J -~ LillO - tompnstJ.. /tJ call/a 01men-Ilonl d~U'BPpano-ml,,: em 14 ~r10 dl base e cm.8dt aUeZZll. OUlmo Bothe per .Ia&Ionl emlttentl rDoltc,dl,IBDti. LoriceYerete IraDco dl porto IDvlaDdovagtle a:011.. ITUNA RADIO

    CaseBa Postal. n , - LUCCAChfedete gratU. U liatlno dltutti gU appuecebl ~onomklIn c:ulrta ee l In altcpulaDte.Scatole dI mootanio COlDI'letea rldlJnta.Inviando vaella dI L. 31M rI-c:everete U lI1JUIuale BADIO-METODO per la costnl"lon~COD minima spe .. dI una radioad usn rlUlltUan

    I N V E N T O R I8revellate Ie vostre id~ M C fldandoceue il depoauo edil collocameDto ill t ut to ilmorrd o. soster rere solo le

    s p e s e dl b r e v e t te r lo n c .INTERPATENT

    524

    Club IISistema Pratico..Recapito delle costituite 0 costituende Sedi dei Clubs SI-STEMA PRATICO II:

    NAPOLI - Sig. Elio Abatino- Via Torrione S. Martino43 - Tel. 78782.

    PALERMO - Sig. GiuseppeManzo- Via B. Gravina, 56.

    ROMA - Club Sistema PTa-tico II - Via Trion/ale 1641A.ROSOLINI (Siracusa) - Sig.Pippo Zota - Via Casmena18.

    SALUZZO - Sig. Guido 1-scardi - Via Savigliano 10.

    S. MOMME' (Pistoia) - Sig.Franzoni Mauro - Via Valdi, 56.

    SAVONA - st. Saroldi - ViaMilano 521R - Tel. 24266.

    TORINO - Sig. Nicotino A-gagliati - Via Carrera, 4.

    TORINO - Sig. Lino Riva -Corso Grosseto 117. Tele/.292915.

    TRENTO - Sig. Tullio Fedel- Via Cervara 28.

    TRIESTE - Sig. Alfieri Gel-leti - Via Ghirlandaio 12 -Tel. 49634.

    Davamo notizia sul numero scorso della costituzione del Club SISTEMA PRATICO II di Catania ad opera del Sig.1. Delmonte Francesco. Precisiamo oggi che il suddetto etitolare di un Laboratorio Elettrotecnico attrezzatissimo, percui i Lettori e gli Abbonati Catanesi potranno trovare efficaceassistenza tecnica aderendo al Club.

    Ci comunica da Certaldo (Firenze) il Sig. Riccardo Pa-roli, abitante in Via Giugno 40, della prossima costituzionedel (I Club SISTEMA PRATICO II certaldino.Augurando Ia piena riuscita dell'iniziativa, invitramo

    Certaldini, 0 Certaldesi, a dare una mana al Sig. Paroli.

    Anche Salerno lancia, per merito del Signor Enzo D'A-niello - VIa Porto, 9, I' appello per la fondazione del ClubSI::>Tf~MAPRATICO Salernitano.Non ci resta che augurare la migliore delle fortune al Si-

    gnor D'Aniello.

    ALPIGNANO (TorinO) - Si-gnor Giuseppe GirodoVia A. Diaz, 4.

    ASCOLI PICENO - Sig. se-mo Petritoli - Via Corfirio,30 - Tel. 3639.

    BOLOGNA - Sig. William 1-sani - Via Massarenti, 116.

    BITTI (Nuoro) - Sig. DiegoPittalis - Corso VUtorioVeneto.

    CAGLIARI - Sig. WaltherSurcis - Via Puccini, 54.

    CASTELROSSO (Torino) -Sig. Gino Avanzano - ViaCasale, 38.

    CATANIA - Sig. I DelmonteFrancesco - Via Plebiscito,755.CECINA (Pisa) - Sig. Gian-carlo Parenti - Via O. Mar-cucci, 15.

    GENOVA - Sig. Marino P.I.Francesco - Via Fassolo871 R - Tel. 6293 - 65787.

    MILANO - Sig. Luigi Astori- Via Pesaro, 9.

    MONOPOLI (Barr) - Sig.Andrea Bepe - Via Cava-liere, 15.

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    T r a s m e t t e t e a n c h e Y o ic o n l a t r a s m i t t e n f e

    " A B Y "Chi non e tentato di Ian-dare nell'etere la propria vo-ce, collegandosi via radio conun amico che trovasi It qualchechtlometro di distanza e che ciascolta e risponde?Se realizzazioni, sia pur sem-plici, di trasmettitori apparveroin passato su queste pagine,non dobbiamo nasconderci Iedifflcolta che tal genere di co-struzioni comportano sui pianopratico.Uno dei punti che maggior-

    vanti da un auto-costrustone.,consentendo a tutti, profaniicompresi, di entrare in posses-so di un modesto, ma efficien-tissimo trasmettitore.COME E' COSTRUITO UNTRASMETTITORESappiamo che un apparec-chio ricevente, per l'ascolto diuna stazione, necessita dell'an-tenna per la rieezione delle on-de radio, dl un eireuito eheslntonlzzi la frequenza dell'.

    B F~

    AF

    A r B Ff ' w ' J ' v \

    mente preoccupa il novellinosta nella mess a a punto deJlostadio oscillatore, cne potremodefinire il eucre del comples-so , poiche non ottenendone unrunztonamento piu ehe ottimo,non sara possibile l'emissionedi segnali AF.Abbiamo percio creduto op-portuno costruire un trasmetti-tore con stadi premontatt e ta-rati, in mantera ehe ilcuorenon avesse a risentire delle i-nevitabili manehevolezze deri-

    B F/ ' w V \ / \c , r - t B F~l ! J [!J l ! J ~ 0 "INTONI"

    Fig. 1. - Rappresentazione sintetica dei vari stadi componenti un apparecchio ricevente.SF

    '~- ! " : .\ . t~

    SINTON'"

    l ~ i ~ I I I I I I I I I I I I I I I I ~ I I I I I I I I I ~

    MESCOLATR.CE OSCILLATRICEAF AMPunC"TRICEB F

    ,Fig. 2. - Rappresentazione sintetica dei vari stadi componenti un apparecchio trasmittente.

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    ou~l-I-W..JWc(~w:ruI/)

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    >~..JWIXNNWIXD.W s C'I> . . . . Nu . . .

    0 0 0 0011'1 11'1 11'1 011'1", C O ? C O ? 11'1t =zwZoD.: : Eou

    . . . . . . . .IX IX

    mittente, di una valvola rive-latrice che separi l'ALTA FRE-QUENZA dalla BASSA FRE-QUENZA, di un amplificatoredi Bassa Frequenza e di un al-toparlante che muti Ie varia-zioni elettriche in variazioni so-nore (fig. 1).In un trasmettitore occorreoperare inversamente e ctoe: Ievariazioni sonore verranno mu-tate. in elettriche e allo scopo sliutilizza un microfono; per I'irra-diazione delle variazioni elettri-che amplificate a mezzo di unamplificatore di Bassa Frequen-za necessita un'onda PORTAN-TE (segnale di Alta Frequenza).ottenuta mediante un oscillatoredi Alta Frequenza e amplificatada un amplificatore di AF.Mentre nel ricevitore la rive-latrice separa l'Alta Frequenzadalla Bassa Frequenza, neI tra-smettitore ci troviamo alla pre-senza di uno stadio mescolatore dove l'Alta Frequenza si mescolaalIa Bassa Frequenza e di unsintonizzatore che sintonizzal'antenna si da poter irradiarel'AF completa di SF, 0, piuprecisamente, l'Alta Frequenza.MODULATA (Fig. 2).Percio riassumendo, in untrasmettitore necessitano:- 1 AMPLIFICATORE DI BAS-SA FREQUENZA;- I OSCILLATORE DI ALTAFREQUENZA;- 1 AMPLIFICATORE DI AL-TA FREQUENZA E MESCO-LATORE AF + BF;- 1 SINTONIZZA TORE.- 1 ANTENNA IRRADIANTE.In figura 3 vediamo 10 sche-ma elettrico completo del tra-smettitore.Lo stadio amplificatore di BFcomprende due valvole e preci-samente una 6SL7 montata co-

    me preamplificatrice di BF e una6V6 come amplificatrice finaledi potenza.In detto stadio va pure com-preso il controllo del VolumeRll e del Tono RI3 in manierada dosare e regolare a tonalite.idonea all'AF il segnale di BF(in pratica injatti, per l'ottimojunzionamento del trasmetttto-re, e necessaria che ta poteneadi BF risulti all'incirca la me-til di quella di AF).Lo stadio oscillatore di AFcomprende due valvole: la 6J5e la 6AU6. Detto stadio, giatarato e collaudato, e incorpo-

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    rato in un piccolo chassis co-struito dalla nota Ditta Geloso(VFO mod. 4/102 - figg. 4-5-6-7)e che comprende pure I'ampli-

    Fig. 4. - Stadio oscillatore ti-po VFO GELOSO mod. 4/102 con valvola finale 6L6.ficatore di AF costituito da unavalvola 6L6. Tale gruppo di AI"e eompleto di manopola cam-bio-gamma e di un variabile distntonia, in maniera tale da es-sere in grado di trasmettere su

    tutte le cinque gamme conces-se ai dilettanti e precisamente:80. 40. 20. 15. 10 metri.Per rendere maggiormenteevidenti le funzioni particolaridel cambro-gamma e del varia-bile di sintonia, diremo che colsolo comando di stntonta none possibile coprire tutta la gam-ma di frequenza che va dai 10agli 80 metri, per cui supplire-mo alia lacuna utilizzando bo-bine sintonizzate sulle fre-quenze dei 10. 15. 20. 40. 80metrt ; cosi .se ad esempio siha il cambio-gamma commuta-to sui 10 metri, col solo co-mando di sintonia copriremole frequenze che dai 10 vannoai 15 metri 00,1 - 10.2 - 10.3 -10.4 - 10.5 - 10.6 - 10.7 - 10.8 .14.7 - 14,8 - 14,9 - 15 e desi-derando trasmettere sui 16.5dovremo commutare il cambio-gamma sui 15 metri e ruotareil variabile di smtonta sui 16.5.Nel complesso in esame lamiscelazione della BF con l'AFviene ottenuta a mezzo tensio-ne di BF prelevata dalla plac-ca della 6V6 amplificatrice diBF.Sulla placea della 6L6 di AFavremo cost il segnale modula-to. gia idoneo ad essere irra-diato nell'etere e percio appli-cabile all'antenna.

    Giunti a questo punto rite-niamo doveroso precisare chementre per un apparecchio ri-cevente si presta un qualsiasitipo di antenna. nel caso di untrasmettitore Ie cose vanno di-versamente, assumendo taleruolo d'importanza Ia lunghez-za, l'altezza e l'accordo d'an-tenna da influire sulla portata.del trasmettitore stesso, si, chese non ben calcolati tali dati.vedremo ridott a la portata adappena 100-200 metri rispetto ai20.000-40.000 metri di portatateorica.Per I'accordo pertetto del-l'antenna si utilizza un sinto-nizzatore composto da una bo-bin a Ll , da due condensatotivariabili CVl e CV2 e da uncommutatore da commutarsinella rispettiva posizione (10- 15 - 20 - 40 - 80) per il cam-bio-gamma del complesso oscil-Iatore.Praticamente necessiterebbeche l'antenna avesse lunghezzapari alla gamma scelta - ]0. 15.20. 40 e 80 metri (vedi tabella 1),

    Coloro che vorranno servir-si per comodita di un'antennaa piu gamme, 0 multigamma,'ricorreranno all'uso della ta-bella 2 per il dimensionamento.Precisiamo inoltre che oltre

    TABELLA 1 - ANTENNA A PRESA CALCOLATA (Fig 10)

    lavoro Lunghezza applicazione discesaFrequenza di LW):ghezzllr dronda del tratto orizzontale Distanza del puntoMHz m~tri (L) (0)metri metri3;6 83,33 20.06 14.25'1.100 42;25 39.58 7.22l4,.I50 21,20 10.06 3,6221~0 14.1l. 6.70 2.4128,'150 10.43 4,95 1.78

    =--;===-=~=,------;; - - -- ---

    TABELLA 2 - ANTENNA MUL TIPLA A PRESA CALCOLATA (Fig. 10)--Frequenze Lunghezza Distanza del puntoGamma di massima efficienza (L) applicazione discesaMHz Tratto orizzonale (D)metri metri80-40-20 3.5 - 7.15 - 14.4 41.0 13.6780 - 40 3.6 - 7.3 40 13.33

    40 - 20 - 10 6.9 - 14.15 - 28.6 20,7 (1.9040 - 20 7.0 - 14.4 20.3 6.77

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    all'antenna perfetta, il tra-smettitore dovra essere dotatodi una presa di terra ottima,costituita da un filo che colle-

    Fig. 5. - Stadio oscillatore ti-po VFO GELOSO mod. 4/101 con valvola finala 6V6.ga il telaio metallico dello stes-so alle tubazioni dell'acquedot-to 0 a quelle dell'impianto gas.II complesso viene alimenta-to da un trasformatore T2 del-la potenza di 100 watt che ero-ga 350+ 350 volt e da una 'rad-drizzatrice 5V4.

    MONTAGGIOPer il montaggio di tutto ilcomplesso necessita procurareun telaio in alluminio aventedimensioni idonee (fig. 11). Con-siderato pero che non sara pos-sibile reperire sul mercato un

    Fig. 6. - Schema elettrico della stadio oscillatore tipo VFOGELOSO.tale tipo di telaio, necessiteraautocostruirlo e a tale scopoacquisteremo in ferramentalamiera di alluminio dellospessore di mm. 1,5, che pie-gheremo, 0 faremo piegarea un lattoniere, a squadro per-fetto sui quattro lati. Primapero di eseguire la piegatura 0-pereremo i fori necessari allasistemazione degli zoccoli, foriche potremo ottenere con pun-zoni a fustella, 0 con I'uso diuno scalpello, i1 taglio del qua-Ie dovra essere rettificato conlima.

    r------ ,.ia----..,rl-----------tJ" +

    "",JiW"l"',rQ~.- . . . . -

    Altrettanto dicasi per il pan-nello frontale, che dovra esseresagomato e forato, per l'alloga-mento dei vari comandi, primadi essere avvitato 0 fermato co-munque al telaio.Fisseremo a questo punto iltrasformatore d' alimentazioneT2, Ie varie impedenze di filtroZl, Z2, Z3, gli zoccoli, i poten-ziometri, gli interruttOri, i1 grup-po premontato GELOSO VFON. 4/102, la bobina 4/110 (fig.12-13),i due variabili CV1 e CV2per l'accordo dell'antenna e per

    Fig. 7. - Dimensioni di ingombro' dello stadio oscillatore tipo VFO GELOSO.

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    " 'r'It ~. . .Iflol '- , . .@j ' t ! & 't o~,, L :; ~I-, _ o z . '.'" -uZI O '0Fig. 8. - Scala pari ante gra ~duata adatta al VFO GELOSO(prezzo della scala L. 1800). Fig. 9. - Dimensionamento "della scala pari ante graduata.

    ultima Ia scala parlante deltrasmettitore. 'Durante il montaggio degli zoc-coli terremo presente che 10 zoe-colo della valvola 6SL7 dovra es-sere montato su due rondelle digomma, si che il montaggiostesso non risulti rigido, ma 0-scillante, in modo tale che Ievibrazioni del telaio non ven-gano ad influenzare _detta val-vola creando possibilita d'inne-sco (fig. 14). Inoltre provvede-remo a proteggere la 6SL7 conuno schermo d'alluminio sem-pre allo scopo di evitare' inne-.schi ; detto schermo dovra es-sere collegato awassa poiche,in caso contrario;' non avrebbeeffetto alcuno.Terminato cost l'allogamen-to di tutti i particolari che com-pongono il trasmettitore, dare-mo inizio al cablaggio del cir--cuito elettrico.A figura 15 notiamo 10 senerna pratico del trasmettitore,-esaminando il quale sara pos-sibile chiarire ogni eventuale-dubbio sorto dalla consultazio-ne dello schema elettrico.Effettueremo anzitutto il-eolleeamento del trasformatored'alimentazione T2 al carnbio-tensioni applicate nel retro deltelaio; passeremo quindiai col-legamenti riguardanti la valvo-la raddrizzatrice e a quelli re-lativi ai filamenti delle valvo-Ie e gruppo VFO (tensione volte.ai ,Collegheremo I' entrata delmicrotono alla griglia della pri-ma sezione triodica della 6SL7utilizzando cavetto schermato;i condensatori C2, C3 e ell deicatodi aIle relative resistenzeH2, R3 e R16 e completeremo10 schema collegando i restanticondensatori e resistenze che

    53 0

    costituiscono l'amplificatore diBF.II trasformatore d'uscita, ap-plicate sulla placca della 6V6 eindicato sullo schema praticocon Tl, e un trasiormatored'uscita da 6 watt per valvola6V6 (impedenza 5000 ohm); Hsecondario di detto trasforma-tore rimarra libero, cioe noncollegato. Notiamo come la

    preamplificatrice e una partedel VFO vengano alimentatidall'impedenza ZI (1200 ohm- 30 rna), mentre la valvolafinale dell'amplificatore di BFe la finale del VFO da due im-pedenze, poste in serie fra 10-ro, Z2 e .Z3 (200 ohm circa -60 mA). ,Terminato 10 schema prati-co dell'amplificatore, potremo

    L------,ISOLATORE

    o A N T E N I ' I J IO IS CES A 0 1 QUALS IAS I

    LUNGHEZZA

    Fig. 10. - Come costruire I'antenna a presa calcolata adatta attrasmettitore (per it dimensionamento vedere tabella 1 e 2).

    Fig. 11. - Dimellsionamento telaio di montaggio per il com-plesso trasmittente.

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    inserire sui secondario del tra-sformatore d'uscita T2, a tito-10 di prova, un altoparlantemagnetico e nella presa d'en-trata, in luogo del microfono,un fonorivelatore (pich-up) edall'ascolto di un disco render-ci conto se I'amplificatore stes-so funziona a dovere. 8i po-trebbe anche utilizzare il mi-crorono, rna in questo caso sa-rebbe necessario trasportareI'altoparlante in una stanzachiusa, alia distanza di almenocinque 0 sei metrt dall'amplifi-catore, al fine di impedire chela voce riprodotta dall'altopar-lante venisse raccolta nuova-mente dal microfono e riam-

    Fig. 12. - Sobina premontataper stadio finale GELOSO N.4/110 adatta per il rrasmet-titore.

    plificata, il che darebbe luogoad una reazione tramutantesiin un fastidiosissimo fischio.Controllata I'effidienza del-l'amplificatore di BF, non ci.rimarra ora che collegare i po-chi fili del gruppo VFO perl'alimentazione dei vari anodidello stesso. Infine colleghere-rno I'accordatore d'antenna alVFO. Allo scopo collegheremoun terminale del condensatoreda 1000pF sui piedino 3 dellavalvola 6L6 allogata nel VFO

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    la scala dello strumento va-riabile da 5 a 10 rnA a seconda(lelia gamma scelta; mentre permassimo assorbimento 50 e 01 -;;re inA;Se il massimo assorbimento-dovesse risultare inferiore ai 30,:mA, sara evidente che l'anten-rna non e perfettamente accor-

    data, cioe la sua lunghezza, 0la presa di discesa, dovrannoessere variate sino ad ottenereun perfetto assorbimento - m i-ntmo 45 rnA - da parte dell'an-tenna stessa, dell'AF presentesulla placca della 6L6.Ottenuto ilperfetto accordo,disporremo in maniera che un

    amico, distante da not un cen-tinaio di metri, si ponga in a -scolto sulla gamma seelta conun apparecchio ricevente e ruo-ti la manopola sino a sintoniz-zarsi su noi, ehe chiameremocon una sigla 0 un nome pre-stabiliti.Ottenuta la sintonizzazione,

    a i. .0. .=GIE. . .01 1. ..Gi"U0u+ =01 1. .a.0 11EGI. . c .ue n.,.;. r ! !

    " " IL.:2

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    ercheremo ora il punto op-imus del potenziometro diolume R11, rintracciato iloua-e ci sara data la possibilita diosare in maniera perfetta l'AFrradiata. Infatti se Ia BF ri-ultasse inferiore a quella chestadio di AF richiede, la tra-missione risultera fievole e laoce percepibile a fatica, co-e un forte soffio; mentre sel contrario la BF risultasseuperiore al necessario, si udrael ricevitore un gracchiare in-omprensibile. Da cui dedurre-o che dal volume Rl l dipen-e la perfetta comprensibtlttadell'emittente. Non si credaertanto che, sistemando il vo-

    al massimo, corrispon-entemente si ottenga una mas-ima potenza di trasmissione.No! Una sola e la posizionedeale del volume; questa nondovra essere variata che in casipeciali, quali la sostituzione delicrofono, 0 la tensione bassa.I comando del tono dovra risul-tare regolato in maniera taleda ottenere una voce armonio-sa e a tal fine chi e in posses-so di una voce grave regolerail controllo sull'acuto, mentrechi possiede un tono di voceacuto 10 regolera suI grave.Dopo diverse prove sara pos-

    sibile stabilire le posizioni piliidonee per i comandi dei con-trolli.La regolazione della potenzadella stazione viene effettuata dapotenziometro RB agente sullatensione anodica della grigliaschermo della valvola amplifi-catrice di AF 6L6; sempre amezzo del potenziometro ci sa-ra dato pure di regolare al mas-simo l'energia di AF. Tale con-dizione si verifica quando ilcursore centrale del potenzio-metro risulta spostato in dire-zione della resistenza R9.Fatto funzionare il trasmet-titore per una decina di minu-ti, se riscontriamo che la gri-glia schermo e placca della6L6 tende ad arroventarsi, cioea diventare di color rosso cupo,e consigliabile diminuire la po-tenza del trasmettitore agendasul potenziometro R8.

    . Eseguita la messa a puntodel complesso, eseguiremo unontrollo a distanza, ctoe dispo-nendo un ricevitore a diversichilometri e sintonizzandolo

    sulle diverse gamme di emis-sione 00 - 15 - 20 - 40 - BO) .E' nostro dovere precisareche con tale complesso non cisara data la possibilita di ope-rare collegamenti a centinaia ecentinaia di chilometri.Peru, per il Lettore chedesidera entrare nella schie-ra dei radianti, la realiz-zazione di tale complesso rap-presentera una fonte di espe-rienza utilissima per 10 studiodei fenomeni verificantesi nelcampo delle trasmissioni, delcomportamento della portatadi trasmissione sia di giomoche di notte (di notte infattila portata aumenta considere-volmente), della possibilita 0meno di collegamento su certegamme (sulla gamma dei 15metri infatti sara possibile, incondizione di ottima propaga-zione, giungere in Francia eSpagna; mentre d' altro cantopotra verificarsi che radio-ama-tori posti in localita a meno di

    ACCORDOSTAD IO F INALE

    20 Km. non riescano ad ese--guire il collegamento).Con tale apparato sara con-cesso al dilettante di effettua-re rilievi, studi ed esperimentt,senza peraltro temere di arre-care disturbo agli apparecchiradio riceventi e TV del viet-nato. E quando si sara perfetta-mente reso ragione del funzio-namento e del comportamento-del suo piccolo trasmettttore,potra accingersi a realizzarnequalcuno di maggior potenza,scegliendo dai tipi gia pubbli-cati e da quelli che verrernovia via pubblicando.

    Fig. 16. - Schema eleHrico-.della bobina per stadio finale.

    CV1RUOTARE

    PE R L'AC COROOCH IUSO MAX

    CAPACITA'

    CV2 STAOIO FINALE STAOIO FINALEOISA((ORoATO ACCORoATOFig. 17. - Per la taratura del trasmettitore ruoteremo CV1fino a tanto che 10 strumento indichi il minima di assorbimento ..L'antenna non dovra risultare inserita.

    ACCORDOANTENNA

    CV1 CV2IlU OTARE PE R

    AC CORD O ANTE NNANON MUOVERE PERAC COROO ANTE NNA

    5 T A O IOFINALE

    ACCORQATO

    ANTENNAAC(OROATA

    Fig. 18. - Ottenuto il minima assorbimento, inseriremo I'antenna,.e ruoteremo CV2 fino a tanto che 10 strumento indichi if',massimo assorbimento.

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    HI~THA(J(JIO DELLA LlJ~GHEZZA FO(JALEdi lenti positi"e e negllti"e

    Per il rintraccio della lun-ghezza focale di una lente, sidovra operare con metodi di-versi a seconda che la lentestessa sia positiva 0 negativa.Per lenti positive mtendere-mo Ie convergenti (piano-con-vesse, biconvesse, concavo-con-vesse 0 memsco-convergentifig. 1) e per negative Ie diver-genti (piano-concave, biconcave,onvesso-concave 0 menisco di-vergenti fig. 2).Per quanto st riferisce alrintraccio della lunghezza toea-Ie di una Iente positiva, ilme-todo si presenta di estremaemplicita e procederemo comesegue:- Esporremo Ia lente al so-le e ne proietteremo ilcono di 'luce convergente su di un pia-~~~~ __~~ __-r__~~TT~~~~~~~o, dal quale l'allontaneTemo~'--.:!-=---:::--__ -r=__-""-::c-:-_--'';-'',--::;:::-----i'''''_c avvrcineremo D,nQ ad ott!3n.e.6 il pi'll piccolo punto lumlno.so possiblle. corrispondente a1vert ice del cono di convergen- '----i>--""-"'"a. Considerando, a detta con-dizione raggiunta, che Ill. di-

    F i g _ 3 _

    Misureremo anzitutto il dia-metro della lente e traccieremocon compasso, su di un fog~iodi carta, un circolo di diame-tro doppio del diametro dellalente stessa (fig. 5). Poggieremoilfoglio, sul quale traccieremo ilcircolo, su di un piano e, cer-cando di mantenere Ill. lente

    ~ oFig. 1.

    Fi?=:1oF i g . 2 .

    stanza tra Iente e piano rap-presenta Ill. lunghezza fQcalericercata, consigliamo, per lamisurazione della stessa, l'utl-lizzazione di un compasso cheuseremo come indicato a figu-ra 3. L'apertura del compasso,he riporteremo su scala mil-imetrata (metro, doppiodeci-etro, squadretta, ecc.) pertabilirne il valore in mm.,ap present a la lunghezza foca-e della Iente (fig. 4).Nel caso di lente negativaa ricerca risulta plu Iaboriosa.

    Fig. 4. F i g . 5.in asse coll'asse del circolo de-scritto, allontaneremo 'Ill. lentemedesima fino ache i1 conodi luce divergente non vengaa formare un circolo la cui cir-conferenza combacl con Ia cir-conferenza del circolo tracciatosur foglio.Raggiunta tale condizionerileveremo, con il metodo pre-cedentemente esposto, Ia di-stanza intercorrente fra lente efoglio di carta, distanza cherappresenta la lunghezza foca-le della lente in esame (fig. 6).

    Fig. 6.

    535

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    1 - o u c e U u t ( J ; ( J ; ~ e~ '),.aa,..~ ~eeli"~jConsiderando che la tecnicaelettronica muove alla conqui-sta dei campi pili disparati,non destera meraviglia il con-statare come applicazioni pra-tiche di tale tecnica permetta-no di risolvere problemi cne fi-no ad oggt erano di sola edesclusiva pertinenza dell'uomo.Infatti l'utilizzo di una cel-lula fotoelettrica alimentata a

    corrente continua potra darcila possibilita, di risolvere variproblemi relativi a sistemi disicurezza e pubblicita.Elencheremo di seguito, in-tendendo fornire al Lettoreuna visione panoramica delleapplicazioni possibili, alcunefra le tante applicazioni pra-tiche della fotocellula a corren-te continua.ACCENSIONE AUTOMAT1-CA or LAMPADE SINGOLE 0IN8EGNE LUMIN08E. - Ta-le applicazione verra utilizzatain quei cast nei quali si inten-da far entrare in funzione au-tomaticamente, al calar delleprime ombre della sera, un de-terminato impianto elettrico.ACCEN8IONE AUTOMATI-CA DI FLASH ELETTRONICO.- Tale realizzazione trova par-ticolare applicazione in queicasi in cui sia necessaria I' ac-censione di un flash elettroni-co, sistemato in ambiente oscu-

    ro, al crearsi nell' ambientestesso di una sorgente lumino-sa di qualsiasi natura.Come pure si rende possibi-le l'abbinamento ad un gruppodi flash e1ettronici la cui ac-censione debba risultare con-temporanea all'accensione di unflash comandato da un foto-grafo.SISTEMA ANTI-INCENDIOInstallato i1 complesso in un

    locale adibito a magazzino diinfiammabili, qualora si svilup-pi un incendio, la fotocellula

    53 6

    mette in azione l'avvisatore a-custico 0 visivo.SISTEMA ANTI-FURTOInstallato il complesso inuna camera, alimentando 1acellula fotoelettrica con un fa-scio di luce, all'attraversamen-to del medesimo, da parte diuna persona che ne interrompe1a conttnuita, 1a cellula mette-ra in azione I'avvisatore acu-stico 0 visivo.SCHEMA ELETTRICO

    In figura 1 e rappresentato10 schema elettrico del comples-so che costituisce la cellulafotoelettrica. Dall' esame delmedesimo si nota l'utilizzazio-

    ne di una valvula tipo 384 acorrente continua, di una cel-lula fotoelettrica tipo 90 AVPhilips, dt un relay ad altasensibilita tipo E8 7404/12Ducats(5000 ohm di resistenza) e dialtri pochi componenti, quali ilpotenziometro, due resistenze edue condensatori. II nmaiona-mento e ilseguente:La valvola 384 viene

    montata in maniera che la po-larizzazione della griglia con-trollo, ottenuta a mezzo dellaresistenza Rl, sia negativa, siche la corrente anodica risultdminima e non sufficiente quin-di ad azionare I'elettrocalami-ta del relay. La cellula fotoelet-

    90AV og)',5 V OLl~~-_----!---o~

    ,i 1 i. 7 VO l -1~ - - - - ~ ~ - - - - - - _ . ~ - - - - - - - - ~ ~ oCOMPONENTI E PREZZI RE-LATIVIR1 Resistenza 10 megaohm,L_ 30.R2 - Re,Sistenza 50 megaohm,L.30.R3 - Potenziometro 25.000 ohm.L.700.Cl Condensatore 50.000 pF.,L.50.C2 Condensatore elettrol iticocatodico 50 mF, L. 100S1 S2 - Interruttore doppio a

    Fig. 1.levetta, L. 400.2 zoccoli per valvola miniatura,L.80.1 zoccolo octal per relay, L. 50.1 valvola 3S4, L. 1200.1 fotocellula 90 AV, L. 6000.1 relay DUCATI tipo ES 7404112, L. 3400.

    I particolari componenti ilcomplesso potranno essere ri-chiesti at prezzi di cui sopra,alIa Ditta Forniture Radioelet-triche - C.P. 29 - Imola.

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    trica 90 AV viene inserita irala griglia della valvola 3~4 e.}a tensione posit iva di 67 voltmediante la resistenza R1.In tal modo, quando la cel-lula trovasi in state di riposo,cioe non colpita da alcuna fon-te luminosa, non si ha alcuntrasrenmento . di energia dalcatodo Kalla placca P della'cellula, per cui sulla grigliadella valvola 384 e presente unatensione negativa che blocca ilfunzionamento della valvolastessa. Nel caso invece che lacellula risulti colpita da un fa-scio di luce, la tensione posi-tiva presente suI catodo K flui-see verso la placca P e raggiun-ge la griglia della valvola 384.Mutandosi in positiva, la cot-rente anodica della 384 rag-giunge valori sufficienti ad at-t!rare l'ancoretta dell'elettroca-lamita del relay e stabilire ilcontatto elettrico. Quando ilfa-.scio di luce non eccitera pili lacellula, iltutto ritorna normaleed il relay ritorna nella posi-zione di partenza.Il potenziometro R3 serveper la taratura del complesso,cioe, in aitre parole, ha ilcom-ptto di assicurare la posizione-di riposo al relay quando la cel-lula non risulti eccitata.Il doppio interruttore 81-82to Indispensabile per l'esclusionedella corrente dalla valvola nelcaso non si intenda far funzio-nare il complesso.IIrelay Ducati N. E8 7404/12,utilizzato nej complesso, risul-'ta provvisto di uno zoccolo ti-po octal, identico a queUo di unavalvola termoionica per radio,per cui sara possibile eseguire11 montaggio fissando, suI te-laio che sosterra tutto il com-plesso, uno zoccolo tipo octal.Itre fiIi di utilizzazione, cioequelli ai quali dovranno con-giungersi gli organi funzionan-ti a mezzo della fotocellula.(campanello d'allarme - lampa-dina spia - apriporta, ecc.), sa-ranno i piedini 1 - 2 - 1 7 dellozoccolo (il piedino 1 e quelloche segue la fessura 0 chiavet-ta di riterimento).

    Quando la cellula non vienecolpita da luce si ha ilcontat-.to fra i1 piedino 2-7 del relay,mentre quando un fascio di lu-ce eccita la cellula si ha i1 con-tatto tra i piedini 2-1.

    BA

    Fig. 3.

    8ia nello schema elettricoche in quello pratico indicam-mo rispettivamente con Ie let-tere A, B e 0 i piedini 7, 2 e 1.Oosi che, quando si desideriche il complesso entri in allar-me allorche la cellula verracolpita da un fascio di luce(caso anttncendio), colleghere-mo il complesso stesso con Ieuscite BO (fig. 2); mentre,qualora si desideri entrare inallarme all'interrompersi delraggio luminoso che alimentala cellula (caso antirurto 0 a-

    priporta ), collegheremo il com-plesso con Ie uscite BA (fig. 3).SCHEMA PRATICO

    In figura 4 appare 10 sche-ma pratico di montaggio dellacellula fotoelettrica descrittaner corso della trattazione.Per la sistemazione del com-pies so 'si potra far uso di unacassetta in metallo 0 in legno;nella parte superiore troveran-no sistemazione i tre zoccoli(1 ttpo rniniatura per 90AV - 1tipo miniatura per 384 - 1 t!po

    PILA6?S VOLT

    ~~~=ll~~~I~B, ~ . AC

    Fig. 4.

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    octal per il relay) avendo curadi seguire la disposizione indi-cata a disegno. Essendo la re-sistenza R2 - 50 Megaohm - dif-ficilmente reperibile sul merca-to, si ripieghera su 5 resistenzecolle gate in serie, del valore

    VITED A R E G O L A R E

    Fig. S.singolo di 10 Megaohm.Inizieremo il cablaggio chesi riduce ai pochi collegamentirelativi ai condensatori e resi-stenze utilizzate per la realiz-zazione .del complesso.Per quanto riguarda il con-densatore C2 si fece uso di unabasetta di bachelite d'appoggio,come vedesi in disegno -,II con-densatore C2, essendo elettro-litico, ha un lato contraddi-stinto con un segno + che do-vra essere rispettato come in-dicato a figura.Altrettanto dicasi per quan-to riguarda il collegamento del-le pile di alimentazione, poi-chi! invertendo il + 001 - ilcomplesso logicamente non fun-zlonera. E ci guarderemo be-ne dal confondere la pila da1,5 volt con quella da 67 volt,in quanto correremmo ilrischiodi bruciare Ia 384.Terminato il montaggio, sele indicazioni degli schemi sa-ranno state rispettate, il com-plesso sara in grado di tunzlo-nare, rna procederemo tuttaviaad una modestissima messa apunto che effettueremo nel se-guente modo:- Copriremo la cellula foto-elettrica con un pezzo di stof-

    538

    fa non trasparente, in manierache la cellula stessa risulti nel-la pili completa oscurtta: colle-gheremo una suoneria come in-dicato a figura, cioe tra i mor-setti B-C e regoleremo il po-tenziometro R3 fino a far en-

    trare in funzione la suoneria;quindi agtremo in senso inver-so su R3 fino ache il carnpa-nello cessi di trillare. A questopunto i1 complesso risulta tara-to e, potremo notare come, to-gliendo la stoffa che ricopre lacellula, quest 'Ultima si ecciti al-la luce esistente nella stanza e,attraverso il complesso, mettain funzione la suoneria, suone-ria che cessera di trillare nel(continua all pag. 540)

    Fig. 6.

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    comeri.sealdare.,Iiaequari.

    Gli esemplari di flora e fau-. na abissali dei tropici, che gliacquari imprigionano, necesslta-no logicamente di clima adatto,per cui si dovra prevedere ilmantenimento ad una certatemperatura delle acque cheformano l'elemento primo perpesci e piante.La soluzione migliore e sen-za dubbio rappresentata da unaresistenza elettrica immersanell'acqua. E' Iogico che dettaresistenza dovra risultare isola-

    della capacita di 40 litri;- circa 100 watt per una vascadella capacita di 55 litri;- circa 200 watt per una vaseadella capacita di 100 litri;- circa 300 watt per una vaseadella capacita di 160 litri.Nell'acquisto della resisten-za terremo presente che lastessa dovra risultare adattaper una tensione supenore aquella di linea, at fine di im-pedire che detta resistenza di-venti incandescente, con la

    Fig. 1.

    ta dal liquido elemento ad evl-tare che quest'ultimo si tramu-ti in un veicolo di morte peri pesci in cattivita,Allo scopo di isolare le resi-stenze ci serviremo di una pro-vetta in vetro del tipo di quel-

    le usate per esperimenti di chi-mica (reperibili presso qualun-que farmacia), entro la Qualeallogheremo la resistenza av-volta su una canna di terra re-frattaria (fig. 1).Le resistenze elettriche ne-

    cessarie dovranno essere di:- circa 80 watt per una vasca

    Fig. 2.

    niente affatto rosea prospetti-va di doverci ingoiare la 'fau-na marina, ospite della vasca,pili 0 meno lessata.Per cui, se la tensione di li-nea e di 110-125volt, acquistere-mo una resistenza adatta per160 volt; se la tensione di li-nea risulta di 160 volt dovre-mo scegliere una resistenza a-datta per 220 volt e se infinela tensione di linea risulta di220 volt utilizzeremo due rest-stenze adatte per 150 volt col-Iegate in serie per un tot aledi 320 volt.

    Se la resistenza risultasse dflunghezza tale da non poteressen: collegata all'interno del-.la provetta di cui sopra, ci mu-niremo di una canna a sifonecome indicato a fig. 2, entro-la quale infileremo la resi-stenza.Immergeremo la resistenza,sia essa sistemata nella pro-vetta che nella canna a sifo-ne, nella vasca e a mezzo diun termometro controlleremola temperatura dopo una per-manenza della resistenza stessa,di circa una decina di ore.Dal rilievo stabiliremo:1) Nel caso di temperaturasensibilmente inferiore alla ne-cessaria, provvederemo a toglie-re alcune spire di filo a1 nichel-cromo dalla resistenza;

    2) Nel caso di temperaturadi poco inferiore alla richiestaci converra lasciare le cose co-me stanno, considerando chedurante la notte la tensione dilinea e normalmente superiorealla diurna e non traseurando-inoltre che restando inserita laresistenza per la durata di 24ore, l'acqua raggiungera latemperatura voluta.3) Nel caso che la tempe-ratura risulti superiore alia ne-cessaria, provvederemo ad au-men tare la lunghezza della re-sistenza, collegandone, se ne-cessario, due in serie e toglien-done un certo numero di spirefino al raggiungimento dellatemperatura ideale.Per un mantenimento co-stante della temperatura potre-mo inserire un termostato se-condo 10 schema di cui a figu-ra 3, termostato che dovremo-immergere nella vasca con l'a-

    539

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    sta. L'indiscusso vantaggio del-l'applicazione del termostatoconsiste nel fatto che raggiun-ta la temperatura alla qualevenne regolato il medesimo me-diante l'apposita manopola diregolazione, il termostato disin-serisce automaticamente la re-.sistenza, riinserendola quandola temperatura si porta ad unlimite inferiore di quella nor-male.In tal modo avremo la cer-ctezza cne nell'acquario si man-tiene continuamente la tempe-ratura richiesta e non lamen-teremo danni alla fauna mari-na per sbalzi piu 0 meno bru-.schi,I termostati vengono costrui-

    ti daUa Ditta Fratelli De Mari-nis - Via L. Bruni 25 - Milano,alla quale ci si potra rivolgerein caso di acquisto. Fig. 3..

    T C5TATO

    Fotocellula a corrente continua'per apparati pubblicitari e di sicurezza

    (continua;!. datla (lag. 538)

    .caso si ricopra la cellula.Non accennando il relay aritornare nella posizione di ri-.poso, si provvedera alla regola-zione della vite che allontanal'ancoretta metallica del relay.stesso (fig. 5).Nel caso di utilizzo del com-

    'plesso a scopo anti-furto, pre-'vederemo, in aggiunta al com-plesso preso in esame preceden-temente, un generatore di lu-ce 0 lampada d'eccitazione, co-.stitutto di un trasformatore dacamp anello, di un interruttore,

    di una lampadina da motoci-cletta e di una lente per fana-le da bicicletta- (sostituibile pu-re con uno specchio parabolicometallico) necessaria per con-centrare itt un fascio la luceche dovra aliment are la cellula(fig. 6).Il complesso anti-rurto com-

    prendera quindi : il complessocellula foto-elettrica ed il com-plesso generatore luce (fig. 7).Nel caso dell'antifurto provve-deremo la cellula di uno scher-mo metallico con eseguito un

    foro, entre il quale passers ilfascio luminoso provenientedalla lampada di eccitazione.Disposti i due complessi in rna-niera tale che il fascio di luceproveniente dalla lampada col-pisca la cellula fotoelettrica, alpassaggio di un :qualcosa, og-getto 0 persona,che interpo-nendosi fra alimentatore e cel-lula interrompa il fascio lumi-noso, corrispondera la messa infunzione del dispositivo di al-larme. .ootoro che si interessano al-la realizzazione di tali comples-si, potranno trovare sul nume-ro 12/'55 di Sistema Pra-tico altri schemi relativi adapplicazioni con cellula rotoe-lettrica.

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    delle superfici e all'arrotondatura degIi spi-goli.Quanto sopra, dicasi pure per quanta ri-guarda la costruzione del particolare 2 (fig. 3).II particolare 3 (fig. 4) e costituito da una

    1fIo"il~"o" gr"dini

    Nell'intendimento di fornire sempre mag-gior materia atta a fare della vostra casa i1solo e comodo rifugio dalla fatica giornaliera,vi presenteremo, nel corso del presente artico-10, un mobiletto a gradini di graziosa fattura efacile esecuzione.COSTRUZIONE

    Dalla figura 1 d'insieme possiamo renderciconto del come si dovra procedere al montag