sistema pratico 1956_03

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  • 8/3/2019 Sistema Pratico 1956_03

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    Anna IV- Numero 3Marzo 1956

    Sped. Abb. P"sl. Gruppo III

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    Anna lV-Mumero 3M.no 1956

    Sped. Abb. Pool. Gruppo III

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    "SISTEMA PRATICO""iv's'., Mensile Tecnico Scienlijice

    UN NUMERO llre 120ARRETRATI li,e 180

    Abbonamentl per I' 't"Uaannuala l. 1200.emesl,ale l. 700

    Abbonamentl per I' hteroannuale l.2000semeslrale l. 1100

    Per ebbonernento 0 rtcbteate dinumerl errelrali, verse ee rImoooosui Conto Corrente Posrale numere 8/22934 lntesreto a G Mon-tuschi. " modulo viene riJltsc 80GRA TIS de ognl Ulficio Po sre!e.Specificere semore Is ceusete delversemenro, e scrlvere oossibit-mente l'lndlrizzo In stempereuo.

    Rlnnoyo AbbonamentoOgni Quelvolt. si rinnove I'ebbonemenro IndiCit,.. enche il nume -ode I'ebbonerne nto sceduto che ep-pale SUllo [esceue della rivisre pri-me dell'indlrizzo.

    , Camblamento Indlrlzzoinviere sempre II nuovo Indfdzzocon la f.scelta del vecchio Indi-r-zzo, acccmp"gnati da t. .s o en-che In [rencobo!tt

    Dlrezlone e AmmlnlltrazloneV,ale Francesco D' Agosllno N. 33/7

    . IMOlA (BolognalStabillmento Tlpogral1co

    Coop. lip. Ed. "Paolo Galea"Viole P . Galeati IMOlA 18010gn~j

    Distr'buzlone per l'Uelia e perl'Estero S. p. A. MESSAGGE RIEITA-(jANE Vie P. lomezzo 52 MILANO

    CorrlspondenzeIutre le COrrlsDondenza deve elS-le,e lndlrtzzere ,Rivlslo "SISIEMA PRATICOHIMOlA ISolognal

    Dlrenor. 'ecnlco Response"".I GIUSEPPE MONTUSCHl

    Anno IV - N. 3 MARZO 1955

    Pag.II Hadar usato per Ie previsioni meteorologiche 113Pinze a mana a serraglio istantaneo . 115Come si accorda un trasmettitore con un'antenna

    di qualsiasi lunghezza 116Se volete preparare formaggio casalingo _Ricette per inchiostri .Un'economica sabbiatrice per la pulitura delle

    candele _Come sonorizzare i films a passo rid otto .Per i giovani aeromodellisti: Velivolo con ala a

    deltaElettricisti si diventa .Trappole per i topi .Una mangiatoia a distribuzione automatica di bee-

    chimeCarrello per trasporto damigiane .Anemoscopio 0 indicators di direzione dei ventiTransistori e Diodi di germanic: Kon-Tiki i1

    ricevitore che vi strabiliera .Per irnpedire l'ossidazione dei morsetti dellabatteria .Tornitura di ealotte concaveImbuto a chiusura automaticaFiat: la 600 multipla .Brillantina liquida .Appareechi per elettroterapiaL'ABC della radio : Lo stadio di media fre-

    quenza e rivelatore .Rose azzurre e camelie verdi .Come riconoscere e classificare gli acciai alIa molaLo Sparviero Modello per volo libero, con alaa doppio diedro. Categoria PayloadL'uomo trapanatoRiproduzione ad alta fedelta con due altoparlantiUn originale bromografo ingranditore _Indieatore di Iivello per serbatoiLiquori casalinghiConsulenza _

    149155156157162163165

    117118119121

    124126128

    129'130131

    132

    135137138139141142

    144145147

    ~--------Tutti i diritti di riproduziane e trtuiuzione degli arti-coli redazionali 0 a.~qutsiti sono riservatt a termine dilegge_ - Autorizzaziane"N. 2210 del Tri/>unale Civile

    di Bl)loII_ fon data 4-8-1953.

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    .. .prevrsrem11 Radar, ira tutti i conge-ni ideati e utilizzati a seopoe quello che trova ap-licazione utilissima pure inpere di pace.Navi provviste di radarossono soleare sieure i rna-nelle giornate di nebbia tit-ssima e con altrettanta sicu-

    ezza imboecare qualunqueorto con matematiea preci-ione: i velivoli possono at-rrare con tranquillita Sll pi-te di aeroporti ralciati dallcufere piu violente e si ha 110-izia dell'applicazione eli talcongcgno sui pescherecci, allocopo di sondare i Icnd l maii-i alIa ricerca di branchi diesci, ehe incapperanno, sen-a via di scampo, nelle retiettate a tempo e luogo.Da cio possiamo dedurrehe l'applicazione su vastacala del radar sta avviaadosi

    Fig. 1 - Si nota in figura 10 seherme del Radar installato nellastazione metereologica di Kingsway in Inghilterra. Appare evi-dente I' esistenza di un violento temporale sui canale delia Ma-nica (macchia oianca sui terzo cerchio) in prossimita di Hastings;mentre e segmllata un' altra perturbazione di lieve entitil suCalais in Francia.

    113

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    Fig. 2 - La sala di controllo e lettura Radar, si presenta di li-neare semplicitil. II complesso si trova racchiuso in moderni ban-chi tipo scrivania, dai quali fuoriescono i pomelli di comandoe 10 seherrne del Radar.

    Fig. 3 - II campo massimo d'azicne del radar installato nellastazione metereologica di Kingsway. Si noti I'entita di superficie,che tale Radar tiene sotto ccntrollc.

    ] 14

    a diventare una lnderogabilenecessita della vita modernae tale deduzione e avvaloratadal fatto che ness un istrumen-to, creato in precedenza dal-l'uomo, ci permetle una cosipiena Iiberta di movimento incondizioni di pessima visibilitac la possihilita di scrutare a di-stanze ragguardevoli, si che ul-timamente ne e stata sperimen-tata I' applicazione pratica incampo meteorologico.E a questa si giunse notan-do come certi radar, funzionan,ti a Iunghezza d'onda- inferioreai 5 cm., fossero influenzati dapioggia, neve, banchi di nebbiae tern peste di sabbia, a difteren-za dei tipi norm ali funzionantisu lunghezza d'onda superiori.Praticamente, tali tipi di ra-dar, non risultavano utili per ilvola e la navigazione, per Iasemplice ragione che, oltre aI-l'apparizione sullo schermo deicontorni degli ostacoli, nellegiornate di pioggia, neve e neb-bia, si producevano macchiecreate dalle predette precipi-tazioni atmosferiche, con gravepericolo del pilota che potevaessere tratto in ingannoDal rilievo di tali deficienzedell'apparato, nacque I'idea diuna sua utilizzazione in campometeorologico.E quando si pensi che inter-cettare a distanza I'avvicinar-si di un uragano, stabilirnecon precisione il punta di a-zione al momento del rillevo,deterrninarne la vastita, Iadirezione e la velocita risultaestremamente utile sia incampo aeronautico che nava-le, non esc1udendo Ia possibi-Iita di mettere in allarme po-polazioni che diversamentecorrerebbero pericolo di vita,ci si sente autorizzati a solle-citare, per un prossimo futu-ro, l'applicazione pianificata deiradar.II campo d'azione di talicongegni risulta molto ampio,essendo in grado i tipi piupotenti, el i coprire un raggiodi circa 4.00 Km., corrispon-denti a un' area circolare d'in-vestimento di 502.400 Km'.Tale portata peri> e sogget-ta a variazioni dovute all' al-titudine della zona di instal-lazione e questo considerandoche Ie frequenze utilizzate neicomplessi radar sono a porta-

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    a ottica, similmente aIle Ire-uenze usate per la televi-Attualmente in Europa eracisamente nella Stazioneeteorologica di Kingswaye in funzione un ta-e complesso, che controllaontemporaneamente i can aliella Manica e di Bristol, unaarte del Mare del Nord, par-e del territorio francese e ,I -a buona meta di quello in-Se il medesimo tipo di ra-ar venisse, ad esempio, in-tallato a Roma, in zona suf-icientemente alta si da poterfruttare al massimo l'interoaggio d'azione del complesso,i riuscirebbero a intercettaree condizioni atmosferiche dienezia, Genova, Sassari, Ca-liari, Napoli e Barr, realiz-

    ando in tal guisa un control-0 visivo di buona parte delerritorio nazionale coi conse-uenti vantaggi che ne deri-erebbero, considerate che iladar non solo ci permettereb-e di avvistare a distanza ilemporale, rna ci consentireb-e altresi di tenerlo costante-ente sotto controllo dandopossibilita a gruppi 0 entinteressati (intendi: porti, ae-obasi, ecc.) di seguirne gJiE non dovremo quindi me-avigliarci se, in un domanihe potrebbe anche essereolto vicino, durante la tra-missione del bollettino me-

    teorologico aIla radio, ci saradato ascoltare: - Trasmettia-mo il bollettino della pioggiasull'Italia, valevole fino alleore 13 di domani. AIle ore11,30 precise di oggi pioverasu Genova; aIle ore 15 su Bo-

    logna; aIle ore 19 su Firenze;aIle ore 24 su Roma e aIleore 8,30 di domarn un viol en-to nubifragio imperversera suNapoli -, poiche I'elettronica,al servizio del progresso, con-sentira questo e altro ancora,

    Fig. 4 - Se 10 stesso Radar, simile a quello di Kingsway, ve-nisse installato aRoma, il campo massimo d' azionesarebbe al-I'incirca quello racchiusc entre al cerchio rappresentato in figura.

    INZE A MANO A SERRAGGIO ISTANTANEONell'enventualita che vi capiti di dover uniremezzo saldatura due pezzi in metaIlo di pic-

    ole dimensioni, non essendo in possesso di unorsetto a mane per mantenerli nella posiziuneoluta, potremo ripiegare su pinze piatte co-uni. Tenderemo, fra i bracci della pinza, unlastico. II serraggio che otterremo sara giaufficiente a trattenere i pezzi, rna, se vorremoumentarlo, introdurremo, fra le bande dell'ela-tico, una matita 0 altro tondino che ci per-ettera di avvolgere il rnedesimo Eseguito unerto numero di avvolgimenti, spingererno avantia matita si da bloccarla contro la pinza per evi-10 srotolamento della cima,

    Il serraggio dei due pezzi risultera piu chettirno e potrerno procedere alle operazioni di

    saldatura, senza tenia che ipezzi stessi abbianoa carnbiare posizione uno rispetto I' altro.

    115

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    E' indispensabile e questo 10abbiamo ripetuto piu volte, cheI' antenna, per consentire un ren,dimento massimo, abbia una lun-ghezza, sia nel caso di ricezioneche ditrasmissione, pari alla me-ta della lunghezza d'onda sullaquale si vuol ricevere, 0 trasmet-tere, moltipltcata per 0,95. Cosi,se, ad esempio, vorremo trasmet-tere 0 ricevere sulla lunahezzad'onda di 20 metri, la lunghez-za deU'antenna dovra essere di10xO,95 =9,5 metri, poiche diver-samente non si otterra nrSSUIJairradiazione di AF, nel caso diun trasmettitore e nessunaricezione, nel caso di un rice-vitore (questo per uuanto concerne 1 1 campo delle onde cor-te e deUa TV).A volte pero, specie perquanto riguarda piccole tra-smittenti portatili 0 in quei ca-si particolari in cui non siapossibile fruire di un'antennadella lunghezza richiesta conconseguente scapito del rendi-

    TRASMETTITORE

    Fig. 1.mento, necessita utilizzare, peril trasferimento di energia daltrasmettttore all'antenna, unospeciale accordo del tipo diquello di cui a figura. Con taletipo di accordo, qualunque an-

    116 .............., .~I

    ( O M E S l r A ( ( O R D A ~ U N T R A S M E T T I T O R E~ "" '"~ d l q,ual .dia .u tU."'9te~tenna di qualsiasi lunghezzapotra venire utilizzata per iltrasmettitore. II condensatorevariabile che si utilizza e adue sezioni in tandem, dellacapacita di 100 + 100 pF. per

    i due variabili dovra avere unnumero di spire aU'incirca e-guale al numero di spire dellabobina deUo stadio finale, co-si che per le gamme dei 10-15metri avremo 4 spire di filo

    Ie gamme d'onda che vannodai 20 agli 80 metri, deUa ca-pacita massima di 50 + 50 pf.per le gamme 5-10-15 metri edella capacita di 500 + 500 pF.per la gamma deUe onde me-

    B O B I N J : \ANTENNA

    - \VARIA aiL [

    ,_ MASSATElA10die. 8i tenga pero presente chequesto sistema vale dolo per leante nne unifilari, per cui non epossibile farne usa nel caso di undipolo, dipoJo ripiegato ecc,La bobina da applicare tra

    del diametro di mm. 2, spazia-te fra loro di 3 mm. e avvoltesu di un diametro di mm. ~O ;per Ie gamme dei 20-40 metriavremo 15 spire di filo del dta-metro di 2 mm., spaziate di1 mm. fra loro e avvolte su diun diametro di mm. 30; infine,per la gamma degli 80 metri,avremo 24 spire in filo ricoper-to in cotone del diametro dimm. I, affiancate e avvolte sudi un diametro di mm. 30.

    Fate conoscere aiuostri amici

    Sistema PraticoVi ringrazieranno.

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    E VOLETE PREPARARE

    La grandissima varieta ditormaggt esistente sul mercatopotrebbe indurci a consideratei medesimi come il risultato din processo di alchimia scono-sciuto ai piu, mentre al contra-rio Ie operazioni necessarie al-l'ottenimento del prodotto ali-mentare rivestono carattere diestremo semplicismo.Infatti il formaggio genui-

    Fig. 1.no si ricava dal latte intero 0variamente scremato, 0 dallacrema di latte (grasso del lat-te che si addensa in istratobianco-giallognolo alIa superfi-cie), mediante coagulazione a-cida 0 ottenuta a mezzo pre-same (caglio).Il coagulo (cagliata) vienesistemato in forme apposite,

    Fig. 2.

    compresso, salato e lasciato rna,turare per un periodo di tempopili 0 meno Iungo,La cagliata 0 coagulo risultaper la maggior parte compostadalle sostanze nutritive del lat-te, quali la caseina, il grasso,una certa quantita di zucche-ro (Iattosio) e sali minerali.

    Fig. 3.Con la maturazione dellacagliata, ad opera dei germipreesistenti nel latte, la easel-no, si modifica in parte, tra-sformandosi in prodotti solu-bili albuminosi e peptoni. Siha pure uno sviluppo di ani-dride carbonica che origina icosiddetti buchi del formag-gio (occhieggiatura) e si ot-tengono sapori e odori piil 0meno piccanti che contraddi-stinguono e conferiscono indi-vidualita 0,1 prodotto.I formaggi si distinguono in:- Grassi, semigrassi 0 rna-gri a seconda se preparati conlatte intero, scremato 0 centri-fugato; possono essere di pastamolle (freschi), quali i mascher-poni, robiole e mozzarelle, 0 sta-gionlliti, quali i gorgonzola ebelpaese; a pasta dura (erudi),quali i caciocavallo, provoloni

    e d'Olanda, 0 cotti, quali Ie

    grane, i pecorini, Ie fontine egli emmenthal.Quanto detto a titolo di co-noscenza teorica del prodotto.Per quanto riguarda il me-todo pratico, ci limiteremo aprecisare e illustrare dettaglia-tamente Ie operazioni necessa-rie per ottenere formaggio apasta molle (fresco), cioe for-magglo per uso giomaliero eche, per la estrema facilita dimanipolazione, non comportaimpegno particolare e non e-sige speciali attrezzature.PREPARAZIONE.In un recipiente, contenen-te 1 Iitro di latte intero frescodi vacca, verseremo un cue-chiaino di presame (fig. 1) 0 ca-glio (sostanza estratta daUo sto-maca digerente dei vitelli lat-tantr), che troveremo pressoqualunque fannacia 0 droghe-ria.Rimescoleremo il tutto (fig.2) fino al formarsi di una pa-sta molle, tecnicamente chia-mata coagulo 0 cagtiata ,che sistemeremo, dopo scola-(continua allci pag. seouente)

    Fig. 4.117

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    R i c e l t e i n c h i o s t r iINCHIOSTRI STILOGRAFICI

    RICETTA N. 1a) Acqua distillataCarminio d'indaco inpastaAcido pirogallicoTannino

    b) Acqua distillataSolfato ferroso

    gr. 75 0gr. 20gr. 10gr. 50gr. 715gr. 85

    Prepareremo le due soluzionis caldo e, a prodotti disciolti,uniremo il tutto. Agiteremo efiltreremo; eseguita quest'ultimaoperazione, aggiungeremo 175grammi di soluzione di gommaarabica al 25 % e 1 grammo diacido fenico. Mescoleremo an-cora, lascieremo riposare e fil-treremo a mezzo carta da filtro.

    RICETTA N. 2Acqua distillata cc. 500Bleu di metilene gr. 5Allume polverizzato gr. 10Alcool a 950 gr. 30Scioglieremo il bleu di me-tilene polverizzato nell'alcool eagiteremo per qualche minutofino a scioglimento completo.Sempre agitando verseremo lamiscela in circa meta dell'acquadistill ata ; nella rest ante scio-glieremo I'allume polverizzato,versando poi il tutto nella pri-ma miscela ottenuta. Quando laeomposizione risultera omoge-nea, aggiungeremo cc. 25 di gli-cerina. F!ltreremo attraversocarta da filtro per ottenere un 11-quido perfettamente limpido.

    La carta da filtro si puo acqui-stare in farmacia.INCHIOSTRI INDELEBILI

    RICETTA N. 1(Usata per la marcaturasuti 0 telerie).Olio di anilinaClorato di potassaAcqua distillataAcido cloridrico puro(densita = 1,124)Cloruro di rame puro . gr. 26

    Mescoleremo l'ollo di aniU-na e il clorato di potassa con

    di tes-gr. 85gr. 5gr. 44gr. 68

    118

    26 parti di acqua distillata, ri-scalderemo la miscela a bagno-maria - in recipiente moltogrande - alla temperatura frai 79-89 gradi, fino al completoscioglimento del clorato. Aggiun-geremo allora meta dell'acidocloridrico e continueremo a seal-dare fino a tanto che la mi-scela non tendera a iscurire.Scioglieremo il cloruro di ramenella rimanente acqua distillatae aggiungeremo la restante me-ta dell'acido cloridrico.Verseremo questa seconda mi-

    scela nella prima, mantenendosempre il riscaldamento a ba-gnomaria, fino ache la solu-zione assumera colore rossastro.Verseremo il tutto in bottigliacon tappo smerigliato; Iasciere-mo riposare per parecchi gior-ni, trascorsi i quali decantere-mo e porremo in bottiglie.

    RICETTA N. 2Prepariamo una soluzione diinchiostro di china con mesco-lato il 5% di acido cloridrico,o una soluzione di acetato dimagnesio in acido acetico di-luito.

    RICETTA N. 3GelatinaBicromato di potassaNigrosinaAcqua distillata

    gr. 13gr. 13gr. 65gr. 56Scioglieremo gelatina e nigra-sina nella quasi totalita dellaacqua distillata; nella restanteacqua sctoglieremo il bicromatodi potassa. Uniremo le due ri-sultanti soluzioni e collochere-mo in bottiglie colorate per laconservazione.

    Se volete preparare formaggio casalingo(cotitinuazume dalla pagina precedente)

    tura della parte liquida forma-tasi (fig. 3), entro aposita for-ma in legno (fig. 4), che, nelnostro caso e cioe per la for-matura di formaggi piccoli, ecostituita da una corona circa-

    Fig. 5.Iare in legno (fig. 5 - detta-glio A), avente il diametro e-sterno di mm 120-130, il forointerno passante del diametrodi mm. 100 e l'altezza di mm.

    80. La forma poggiera, con 1'0t-10 inferiore, su una coppa conorlo di minima altezza (fig. 5_ dettaglio B).Presseremo il coagulo finoa completo strizzamento dellesostanze liquide che eliminere-mo.Saleremo in superficie consale da cucina e lascieremo rl-posare il coagulo entre la for-ma per circa 48 ore, trascorsele quali 10 estrarremo, ponen-dolo in ambiente fresco du-rante la stagione estiva e inambiente riscaldato durante lastagione invernale per un pe-riodo di stagionatura piil 0me-no lungo a seconda delle nostreesigenze di buongustai.Potremo in tal modo pro-durre formaggio per Ie nostrenecesstta familiari, senza in-correre nel pericolo di adulte-razioni per l'aggiunta di mar-

    garina (grasso animale), adul-terazioni che potrebbero ancherisultare nocive alla salute.

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    UN' ECONOM ICA SABBIATRICEper la pulitura delle candele

    La maggioranza dei ripara-tori d'automobili e motociclet-te troveranno utile I'apparec-chio per la sabbiatura dellecandele che intendiamo illu-strare nel corso della presentetrattazione.La costruzione di detto ap-parecchio non comporta ecces-siva applicazione e spesa e per-mettera la rapid a riattivazio-ne delle can dele.Dalla sezione di cui a figu-ra 1, e dato comprendere lafacilita di realizzazione e Iasernplicita di funzionamento.La candela da sabbiare vie-ne innestata colla parte filet-tata nell'apertura della nan-gia in gomma (part. 1) che, dldiametro leggermente inferiore,ne assicurera la presa efficace.Raccordo filettato e tubo a go-mito, resi solidali fra lora amezzo saldatura (part. 6), ven-gono collegati, a mezzo tubo ingomma (part. 7), a un compres-sore per pneumatiei (4 0 5atmostere).Il raccordo, passando attra-verso un foro praticato nellaparte inferiore del serbatoio(part. 2) e con interposta unarondellina in gomma (part. 5),si avvitera nel vano filettatodel soffiatore, unito alla basedel sostegno della condotta,che risulta solidale a suavolta colla eondotta stessa alvertice del cono (part. 4). Unpo' sotto I'estremita superioredella condotta appare la boc-ca a cono rovesciato del diffu-sore, reso solidale alla ghierafilettata porta-flangia (part. 2),che si avvita all'estremita su -periore interna del serbatoio.L'aria sotto pressione s'in-canala, attraverso il tubo ingemma e il tubo a gomito, nelraccordo e ruoriuscira dal forodello spruzzatore, (circa 2 mm.di diametro), all' orifizio su-periore del quale e presentesabbia finissima e secca.La sabbia, investita dal get-to di aria compressa, e spintaa convogliarsi nel tubetto dicondotta, facilitata in questodall'estremita inferiore a trom-ba della condotta stessa e ruo-

    riuscira all' estremita oppostainvestendo con spinta gli elet-trodi della candela.A investimento opera to, lasabbia ricadra nel serbatcio

    per proprio peso lambendo laparete a cono del diffusore,mentre I'aria, non piu sottopressione, defluira all' esternodai quattro 'fori ricavati all' in-giro della parete del serbatoio.L'alimentazione allo spruz-zatore viene assicurata, attra-verso le due feritoie ricavatesui corpo cilindrico del soste-gno della condotta, dal risuc,chio che si genera al passaggio

    dell'aria compressa dallo spruz-zatore al tubetto di condotta.COSTRUZIONE .o'langia(part.l-fig.2). Muniticidi uno spezzone cilindrico di gom.

    Fig. 1.rna semi-dura, nel caso non siriesca ad arrangiare una flan-gia che si presti al caso nostro,eseguiremo il vano serra-can-dela dl diametro tale da con-sentire la presa forzata dellaparte filettata della candelastessa, Sui diametro esterno

    ricaveremo una gola atta aUamessa in posizione sulla coro-na interna della ghiera di cuia part. 3 - figura 2:Serbatoio (part. 2). Su tu-bo di ferro, del diametro in-terno di circa 35 mm. e dellalunghezza di circa 120 mm., e-seguiremo, nella parte internadi una delle estremita, un trat-to di filettatura per I'alloga-mento della ghiera. A mezzo

    saldatura assicureremo, all' e-stremita opposta, una rondel-la di diametro esterno superio-re al diametro esterno del tu-bo e avente un foro centraleche permetta il passaggio delgambo filettato del raccordo dicui a part. 6 - figura 1. A circa25 mm. dalla sornmita opere-remo 4 fori del diametro di 4mm. equidistanti tra di 10TO_Co no dijJusore e ghiera(part.3).Esternamente ad uno spez-zone in ferro di diametro ade-guato, eseguiremo fiJettatura.di caratteristiche eguali alla fi-lettatura ricavata alla sommitadel serbatoio. Opereremo unforo al centro che consenta Iapresa della flangia in gomma.ed eseguiremo 4 fori ciechi(non passanti), come indicatoa figura, per la presa di chiave,Con lamierino dello spesso-re di circa 1 mm., costruiremol'imbuto del diffusore, che ren-deremo solidale alla ghiera a

    mezzo saldatura.Condotta - sostetmo e sprue-zatore (part. 4). Da un tubettodel diametro interno di mm. fe della lunghezza di mm. 60circa, ricaveremo la condotta,una estremita della quale pre-sentera un allargamento atromba.Da lamierino dello spessoredi mm. I, ricaveremo cono ecorpo del sostegno-condotta,Uniremo cono e corpo a mezzosaldatura ed eseguiremo sulcorpo cilindrico due feritoie

    119

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    rettangolari di larghezza ido-nea all' alimentazione dellospruzzatore. Da tondino di dia-metro esterno eguale al diame-tro interno del corpo cilindrico,otterremo 10 spruzzatore, chepresentera, nella parte inferio-re, un vano filettato, per l'al-Iogamento del raccordo, termi-

    Fig. 2.nante a cono e foro di mm. 2.Introducendoli dalla parteinferiore, uniremo, a mezzo sal-datura, la condotta alia boccadel cono di sostegno e 10 spruz-zatore alla base del corpo ci-lindrtcoRondellina in gomma. Dacamera d'aria, ritaglieremo u-na rondellina di diametro e-sterno del corpo cilindrico e didiametro interno tale da con-

    sentire il passaggio della partefilettata del raccordo.Raccordo e tubo a gomito

    (part. 6). Da tondino di diame-tro adeguato, ricaveremo ilrae-cordo, che presentera un gam-.bo filettato per I'allogamentonel corpo dello spruzzatore euna base d'appoggio di diame-tro maggiore del diametro e-sterno della filettatura.Pieghetemo a squadro uno

    120

    spezzone di tubo, avente undiametro interno di mm. 6-8,che uniremo alla parte inferio-re del raccordo a mezzo sal-datura.Tubo di gomma. Ci munire-mo di un tubo in gomma, didiametro tale che possa tnse-rirsi all'estremita libera del tu-

    bo a gomito e di lunghezza ade-guata alle nostre neoessita.MONTAGGIO.Approntati tutti i particolaricomponenti I'apparecchio di sab-biatura, passeremo ora al mon-taggio degli stessi.Introdurremo il gambo filet-tate del raccordo nell'aperturaricavata sui fondo del serba-toio, sistemeremo sul gambostesso la rondellina in gomma

    e avviteremo a fondo il com-plesso Condotta - sostegno espruzzatore.Riempiremo per circa 3/4iI serbatoio con sabbia finissi-ma e asciutta, avviteremo a

    fondo la ghiera - diffusore al-l'estremita superiore del serba-toio e spingeremo in sede laflangia in gomma.Inseriremo sul tubo a gomi-to il tubo in gomma, I'altraestremita del Quale si colleghe-ra al compressore,Spingeremo nel vane di pre-sa della flangia la parte filet-tata della candela da sabbiaree potremo aprire il rubinetto

    dell'aria compressa per la du-rata di circa 2 minuti, trascor-si i quali la candela sara pron-ta per funzronare nuovamente.

    .. PERSONAL ARMONIAi ..it radio-rioeoitore port-aile ad eleuata sensibilita, con funzionamento

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    fllN1Sa p _ a J . J . o ridotio8i approssima lacstagione du-rante la quale, nelle tediose se-rate forzatamente casalinghe, ri-torneranno alia luce, dal buiodei cassetti dove erano relegati,i tentativi filmistici dell'estate eci prendera il desiderio di rior-dinarli, di liberarli dalle codenere, di procedere al montag-gio secondo un procedimentorazionale di sceneggiatura.E nel corso di tali operazio-

    ni, specie se il risultato con-Iortera l'attesa e le passate fa-tiche, ci cogliera vaghezza disonorizzare i films della nostravita ....Ma non entusiasmiamoci pri-rna del tempo e procediamo coipiedi di piombo !Come ognuno di voi sa, lepellicole usate dal dilettantesono ' invertibili e non permet-tono la colonna sonora ot-tica come per le normali pel-licole cinematografiche. Unicasoluzione e la registrazione sucolonna sonora magnetica .I lettori avranno senzaltroletto di registrazioni su na-stro magnetico e non crediamoopportuno dilungarci sull'argo-mento, considerato anche chegia su Sistema Pratico sonoapparsi articoli riguardanti lacostruzione di tali registratori.Uno dei sistemi di sincro-nizzazione, sistema che risultafra quelli di maggiore applica-

    zione pratica, consiste nella re-gtstrazione su pista magne-tica deposta sul film. Tale si-stema, non ancora perfetto, rnache per il formato 16 mm. hadato ottimi risultati, si vale diuno speciale proiettore magne-tieo, che presenta, nel puntodove scorre la pellicola, una te-stina di incisione e lettura co-me nei normali registratori. Lapellicola, gia sviluppata e op-portunamente montata coi ti-toli , verra inviata a Ditte spe-cializzate, quali la Ferrania, per

    il deposito, sul bordo di perfo-razione, di uno strato di ma-teria ferrosa simile a quella u-sata nella produzione dei nor-mali nastri magnetici. A pistamagnetic a ottenuta, nel corsodella proiezione del film, com-menteremo le immagini conmusica 0 parlato, utilizzandoallo scopo un normale registra-tore magneticoII correre simultaneo dellapellicola e della pista magneti-ca incorporata, ci garantisconosufficientemente contro spiace-voli discordanze fra immaginie sonoro.Esaminati i pregi, prendia-mo in considerazione gli svan-taggi e cioe l'alto costo deiproiettori magnetici (fatta e-sclusione del COMET che si tro-va in commercio al prezzo diLire 120.000), il costo del ri-porto magnetico (Lire 32 al me-

    tro) e l'impossibilita, specie nelformato 8 mm., di incidere mu-sica sinfonica per la ristrettez-za della pista.Chi di voi possiede un Regi-stratore magnetico potra farneuso per rendere sonoro un pro-iettore muto; pero per questaoperazione dovra prestare at-tenzione ad alcune cose. II pro-blema principe da affrontare erisolvere sara quello della sin-cronizzazione fra immagini esonoro, sincronizzazione com-promessa dalla . incostanza del-

    la cadenza di proiezione, chepuo variare da apparecchio adapparecchio, nonche dalle va-riazioni di tensione della retedi alimentazione. La maggiorparte de~ magnetofoni risultaunificata sulle due velocita diem. 9 e cm. 19 al secondo, ve-locita sulle quali si puo fareaffidamento, considerando chesui magnetofoni si usano mo-tori sincroni, i quali non ri-sentono degli- sbalzi di tensionedella rete di alimentazione.8i rendera quindi necessariocontrollare la velooita della pel-Iicola 0 cadenza di proiezionenel corso del doppiaggio e pro-iezione affinche essa sia esatta-mente e costantemente di 16o 24 immagini per secondo. Unminimo di attenzione per asst-curare una partenza contem-poranea del film e del nastrodai punti di riferimento predi-

    sposti, ci consentira il sincro-nismo, tralasciando di preride-re in considerazione piccole einevitabili variazioni dell'ordi-ne di qualche frazione di se-condo che non compromette-ranno certamente la riprodu-zione.Tali minime variazioni nonpresenteranno inconvenienti up-prezzabili se il commento sarail risultato di uno studio in-telligente che consenta unacerta elasticita.II sistema piu pratico per

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    il controllo della vetoctta delproiettore consiste nell'uso del-10 stroboscopio.Un esempio di effetto, stro-boscopico ci puo essere dato dauna ruota a raggi che giri veloce-mente; se illuminata di con-tinuo (luce naturale) ricevlamol'impressione di un movlmento

    indicare quale tipo dovra esse-re impiegato di volta in voltae quale dovra essere il metodoCosl quando vorremo con-trollare la velocita di un proiet-tore, dovremo munirci di strobe,scopio adatto allo scopo; ma sic-come non ne esistono sul mer-cato, occorrera costruirli, cosa

    continuo che l'occhio non rie-see ad analizzare per la per-sistenza delle immagini sullaretina. Se invece verra illumi-nata con luce intennittente siverificheranno i seguenti feno-meni: Se l'intervallo fra unosprazzo e l'altro di luce e u..guale al itempo impiegato dallaruota a compiere un giro, rice-veremo I'impressione che laruota resti fenna; se gli inter-valli sono meno frequenti, ve-dremo la ruota girare in avanti;se pili frequenti, vedrerno Isruota girare all' indietro. Que-sto effetto l'avrete notato anchediverse volte al cinema.Praticamente, 10 strobosco-plo che utilizzeremo consiste inun disco di carta a settori bian-chi e neri (vedi disco a settoridel giradisco) illuminato debol-mente da una sorgente lumino-sa intermittente a corrente al-

    temata.Non intendiamo addentrarciindescrizioni e calcoli relativia stroboscopi, ma unicamente122

    Fig. 1.del resto molto semplice. Nellafig. 1 e presentato un tipo distroboscopio.Supponiamo ora di doverprocedere alIa sonorizzazione sunastro magnetico separate diun film realizzato alla cadenzadi 16 fotogrammi al minuto se-condo e di disporre di un re-gistratore magnetico e di unproiettore il cui rullino trasci-nante ha 9 denti e trasporta diconseguenza 8 fotogrammi ognigiro.Essendo in possesso di un

    proiettore con rullino a 9 dentitrascinante la pellicola, si pubovviamente dedurre che dettorullino dovrd compiere due girtcompleti per trascinare 16 to -togrammi e che percib il numero del settori iieuo strobo-scopio assommerii a 50, mentreper 24 jotogrammi a 33 settort.Nel caso di un rullino a 13 den-ti, 16 jotogrammi, lo strobosco-pio avrd 7 5 settori; a 2 < 1 . [oto-grammi 50 settori.Supponiamo ora di essere

    in possesso di un stroboscopioa 50 settori; dovremo fissare 10stesso al rullino della macchi-na con un qualsiast mastice.Ci muniremo di una piccolalampada al neon utilizzata perpiccole immagini religiose che,opportunamente schennata, alfine di indirizzare solo un fa-scio di luce nella direzione vo-Iuta cioe sui solo stroboscopicper non arrecare disturbo aUaproiezione, ci consentira di con-trollare 18 velocita di scorri-mento della macchina.In luogo della lampada alneon st puo utilizzare anche unalampadina a filamento aIimen-tata dalla corrente alternata,rna questa, con la sua forteluce, potra disturbare la prole-zione.Prima di dare inizio all'ope-razione, e bene mettere in motoa vuoto il magnetofono e ilproiettore allo scopo di portaregli apparecchi al normale statodi funzionamento regolare.Cominceremo col verificarela rotazione del disco strobosco-pico solidale al rullino motoredel proiettore e ne regoleremola velocita agendo sui reostatoin modo da veder apparente-mente fenna la linea dello stro-boseopio ; in queste condizioni po-tremo essere certi che la velo-etta di scorrimento e di 16 ro-togrammi al secondo. Potreb-bero sorgere pero delle diffi-colta e ctoe:Se, pur agendo sui reostatoche regola la tensione del mo-torino ed in conseguenza la ve-

    locita del proiettore, non riu-sciamo a vedere apparentemen-te fenno il disco delle strobe-scopio, e evidente che la ten-sione di alimentazione non equella necessaria al proiettoree percio fa d' uopo far usoin questi casi di un autotrasfor-matore supplementare in mo-do da correggere ilvoltaggio.Se il proiettore gira lenta-

    mente, si provvedera ad au-mentare la tensione finche 10stroboscopic non ci sembreraapparentemente fermo; nel casoinverso diminuiremo la tensio-ne fino a gtungere allo scopoprefisso.Nella quasi totalita dei casi

    pero i proiettori non sono re-

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    golati sulle veloctta dichiaratedi 16 0 24 fotogrammi al se-condo e questo per ragioni di-pendenti dal funzionamentoell'otturatore, poiche si e consta-tato che 10 stroboscopio nonrimane costantemente fermo rnatende a spostarsi nella direzionedi marcia del rullino pure ese-guendo tutte le regolazioni posst-bili. Necessita quindi ricorrere aun ripiego e cioe costruire undisco a set tori per 18 foto-grammi al secondo, in luogodei 16 di cui prima. In basea cal coli per una frequenza di50 periodi (frequenza ormai a-dottata in quasi tutta l'Italla),10 stroboscopio dovra avere 56settori neri. La velocita di 18fotogrammi al secondo, anzi-che 16, non creera nessuna va-riazione alia qualita deU'imma-gine. Giungeremo cos! dopo di-verse prove ad avere proiettoree magnetofono perfettamentesincronizzati e percio pronti perla registrazione.

    Predisposti i due punti diriferimento per la partenza st-multanea del nastro magneticodel film, potremo accingerci aliasonorizzazione.All'estremita d'inizio della

    pellicola, attaccheremo alcunimetri di pellicola di scarto,nera 0 bianca, per i1 lasso ditempo utile aU'avviamento; a30 cm. dal primo fotogrammapraticheremo 3 fori servendoci

    di una pinza del tipo usato da!controUori filo-tranviari, 0 co-munque eseguiremo 3 segni benvisibili. SuI nastro magneticoapplicheremo invece un riferi-mento di nastro adesivo colo-rato applicato dalla parte delBUPPOrtO.Disporremo la pelli-cola sul prolettore e il nastro

    Fig. 2.maznetico dovra rlsultare mon-tato in maniera tale da con-sentire che il punto di riferi-mento sia in posizione ben pre-cisata. Messo in moto il proiet,tore, regoleremo la velocita del-la pellicola osservando 10 stro-boscopio durante il passaggiodella pellicola aggiunta all'estre.mita d' inizio ed aspettando 1 1passaggio dei punti di riferimentostaremo pronti a premere ilbottone di avviamento del ma-gnetofono. Allorche apparira 11

    terzo punto di riferimento pre-meremo il bottone e ci preps-reremo per la registraztone.Mentre una persona prestera

    attenzione al disco a settori peril mantenimento costante del-la veloctta, un'altra provvederaall'incisione sui nastro magne-tico del parlato 0 della musica.Effettuato con tale sistemail sonoro del film (sistema

    che risul ta pi i1 difficile a spie-garsi che a esegutre), avremo adisposizione una colonna sonorache accompagnera il film nellevarie successive proiez!oni, a,condizione ci si attenga alle se-guenti istruzioni:- Sara necessario cne ilpro-

    iettore nella proiezione del tllmvenga regolato alia me-desima velocita di quell a usatanel corso della registrazione.Per quanto riguarda la te-

    cnica del doppiaggio, ci ripro-mettiamo di tomare suil'ar-gomento e darvi notizia sulcome creare i rumori vari e sulcome miscelare musica e par-lato.Non mancheremo pure di

    presentarvi un altro sistema distncrontssaztone, molto pilisemplice e che, se anche presen.ta qualche imperfezione, potracertamente soddisfare i menoesigenti. G F. Fontana

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    PER I GIOVANI AEROMODELLISTIVellvolo eon ala a del1;a

    Un tipo dl velivolo che sia possibile realizzarecon poche centfnaia di lire e senz'altro quanto dimeglio possano sognare i nostri giovarii lettoriappassionati di aeromodellismo.Potremo quindi iniziare la costruzione del ve-livolo con ala a delta, non preoccupandoci dimotormi 0 jetex, di centine e ordinate, cioe diquei particolari necessari alla realizzazione diaeromodelli complessi e di maggior impegno.Acquisteremo fagli di legno di balsa dellospessore di mm. 2 in quantita necessaria, tenendopresente che i disegni del modellino sono indl-cati a figura su scala 1/2 rispetto alle dimensionireali e che sara quindi possibile riprodurli agrandezza naturale moltiplicando per 2 ogni di-mensione ricavata direttamente dal disegno stes-so'. Per il taglio dei profili daifogli di legno dibalsa, ci serviremo di unalametta da barba emizieremo a ritagliare la fusoliera, nella cuiparte .,POsteriore pratdcberemo, come DQtasi It dl-segno, una 1erltoiaper L a sistemaztone del ti-mane otizzq,:Q,tale. Rl,caveremo, pure da regno ([ fba1sa delio spessore e l l mm.2 ie due S"eml'all,usando j'aC(lOrteZ2iB; ehe le fiD~e !> l ll;rovino erten-tate wIDe 1l!:Hilcato a . id1segoo. Oga! semi-ala , I I iottenfl, unet'ldo, g " r : h e . z w ceroentatutto, Ie dueparti distinte - anteriore e posteriore.Realizzate Ie due semi-ali, incolleremo in po-sizione i due listelli di rinforzo, di forma indi-cata nel disegno. Sistemati i rinforzi alari di cuisopra, congiungeremo fra lora Ie due semi-ali,rispettando la forma a V indieata a disegno, in

    maniera tale ehe I'elevazione di ogni estremod'ala, rispetto il centro-fusoliera, risulti di 25mm. Pre le due costole d'attacco delle semi-ali,sistemeremo un filo di acciaio ripiegato che ciperrnettera l'aggancio dell'elastico di lancio.Uniremo la fusoliera all'ala e rinforzeremol'unione con due listelh a forma di triangoliscaleni che renderanno solidale la superricte ala-re alla fusoIiera. La sistemazione di detti listelliappare evidente dalla vista in pianta e di frontedel velivolo.Ritaglieremo, sempre in legno di balsa del-10 spessore di mm. 2, il timone orizzontale, cheinseriremo nella teritoia precedentemente ese-guita sulla parte posteriore della tusoliera, curan,done la perfetta eentratura al fine di evitare

    trregolarita di volo. SEGUE ~

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    Terminata cosi Ia costruzione del nostro mo-dellino, procederemo alla rifinitura delle super-fici con carta vetrata fine togliendo scabrositaed eccessi di cementatutto. Per la verniciaturauseremo vernici alla nitrocellulosa a colori sgar-gianti e potremo ornare le superfici con fregi,motti, sigle e stemmi.A questo punto dovremo accingerci al col-laudo di bilanciamento e, successivamente, aquello Iii volo.Un bilanciamento approssimativo si otterrafissando pezzetti di piombo sotto la carlinga.Le prime prove di volo le eseguiremo Ian-ciando il velivolo a mano.Se il modello tenders a cabrare, aumente-remo il peso della zavorra in piombo sotto ilmuse della fusoliera; mentre se tendera a pic-

    chiare, diminuiremo ilpeso di detta zavorra.Se ilmodellino dovesse descrivere cerchi trop..po stretti, abbasseremo leggermente Je estremttadel timone orizzontale, dall'una 0 dall'altra parte,fino al raggiungimento di una linea di yolo dinostro gradimento (per maggiori dettagli Bullamessa a punto, leggere a pag. 130 di SistemaPratico n. 3-55).Eseguite cosi le prove di bilanciamento e volo,procureremo una forca e un elastico, della lun-ghezza di circa 300 mm. e dello spessore dl circa6, e costruiremo un tirasassi, col quale lanciareverso il cielo il nostro modellino.Se avrete eseguito Ie prove razionalmente, ilvelivolo s'Innalzera sieuro, compiendo evoluzioniche nulla avranno ad invidiare quelle di modelHpill complessi.

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    EL-ETTRICISTI'SI DIVNTA

    Vi sara certamente capitato a volte di dovertar mostra delle vostre capacita di uomo tutto--tare e accingervi alla sostituzione del devlatore'I) della peretta del vostro impianto.Pera, a lavoro ultimato, avrete avuto la sgra-.mta sorpresa di veder accendere la lampada dallato della peretta e non riuscire a spegnerla dallato del deviatore 0 viceversa.Clo puo facilmente accadere, considerato che,in questi impianti a tre fili per ogni lato, enecessario individuare preventivamente il filo dicorrente da inserire al contatto centrale dellaperetta 0 del devlatore.L'installazlone di un deviatore e di una peret-ta per l'accensione e 10 spegnimento di unaIampada elettrica da due punti diversi, relati-vamente aIla posa di un impianto nuovo, fuoggetto di esame sul numero 1/55 di SistemaPratico.Oggi esamineremo l'eventualita di dover rin-tracciare il filo di corrente in un impianto si-mile gia in servizio da tempo e nel quale, perragioni particolari, manchino deviatore e pe-:retta, ctoe si disponga dei soli tre capi finali:agli estremi A e B dell'impianto fra i qualiricercare il filo di corrente, IIprocedimento che-deve guidare la ricerca dovra essere infonnato arazionalita ad evltare ehe, a montaggio eseguitodella peretta e del derivatore, ci si rttrovi conl'impianto non funzionante 0 funzionante soloper meta.Percle consigliamo i let tori di procedere nelmodo seguente:1. -- Figura 1.

    Uniremo assieme, attorcigliandoli, i tre capidella treccia all'una e all'altra estremita del-l'impianto, estremita che abbiamo chiamato Ae B.All'unlone dei tre capt corrispondera eviden-temente l'acoensione della lampada. Si trattaora di individuare quale dei tre capi dell'estre-mita Asia quello di corrente, al fine di col-legarlo al contatto centrale della peretta 0 deldeviatore.II. - Figura 2.Distaccheremo, all'estremita A, un capo qual-siasi dall'unione precedentemente operata. Nelcaso che il capo distaccato corrisponda al filo dicorrente, la lampada si spegnera, verificandosi cosi1 1 case previsto in figura, nella quale il filo di cor-rente ~ contrassegnato con puntini,

    III. - Figura 3.Per avere certezza che il capo distaccato cor-risponda in realta al filo di corrente, congiun-geremo 10 stesso con uno solo dei due fili an-eora umti, Se la lampada si riaccendera potre-mo essere sicuri del fatto nostro,

    126

    IV. - Figura 4.Per un eccesso di prudenza, potremo colle-gare ilsupposto filo di corrente pure col secondocapo. Se a tale collegamento corrispondera I'ac-censionc della lampada, potremo tranquillamen-te segnare il capo individuato come filo di cor-rente per poterlo poi inserire in seguito al con-tatto centrale della peretta 0 del deviatore.

    V. - Figura 5.Trovato il filo di corrente e riuniti nueva-mente i capi dell'estremita A, ricercheremo orail filo di corrente per l'estremita B. Procedendonella stessa maniera adottata per la ricerca delfilo di corrente per l'estremita A, dtstaccheremo;all'estremita B, un capo qualsiast dall'unioneprecedentemente operata dei tre capi.Se la lampada resters accesa, ~ evidente cheil filo di corrente corrispondera a uno dei duecapi che ancora risultano collegati assieme.

    VI. - Figura 6.Supponiamo ora di distaccare il capo contras-segnato a figura con tratteggio e collegarlo colcapo precedentemente distaccato. Se la lampadanon si accende, potremo stabilire, senza temadi errore, che il filo di corrente, all'estremita,B, e quello corrispondente al capo bianco difigura. .VII. - Figura 7.

    A conferma di quanto stabilito ~I punto VI,collegheremo il capo di color bianco con unodegli altri due e precisamente con quello indicatoin figura con puntini. A questo collegamento do-vra corrispondere I'accensione della lampada.VIII. - Figura 8.Individuati COS] i due fili di corrente (capoindicato a figura con puntini per l'estremita Ae capo indicato con colore bianco per I'estremitaB), altro non rtmarra che eseguire i collega-menti al contatto centrale della peretta e deldeviators come indicato a disegno. I restanticapi potranno essere inseriti indifferente-mente 0 sull'uno 0 sull'altro dei contatti cheancora risultano liberi nella peretta e nel de-viatore.Portata a tennine l'operazione di collega-mento dei capi, potremo esser certi della fun-zionalita dell'impianto.

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    Fig. 1. Fig. 5.

    Fig. 2.

    Fig 3.

    Fig, 4

    Fig. 6.

    Fig. 7.

    ]127

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    L'apparizione eli un topo, siapure di modestissime dimensio-nl, e sempre accolta dal genUI

    sesso con lIalti acrobatici e gri-da strazianti, si da risvegliarenell'uomo gli ultimi residu! del-l'antica Cavalleria, in nome

    Fig. 1.della quale 51poteva render I'a-nima a Dio per i soli belliocch1 di Madonna Beatrice .Ma ai tempi nostri, sorrettidalla razionalita del progresso

    Fig. 2.meccanico, lasc1ammo in pacespada escudo, difendendo lenostre donne dall'attacco dellapaura con l'ausilio eli trappOlepiu 0 meno geniali, one, vin-128

    cendo, col lora aspetto mno-cuo, I'istintiva scaltrezza delrosicante, 10 tmpngtonino met-tendolo alla nostra merce.E siccome nella quasi tota-lita le trappole che si tro-vane in commercio lamentanodifetti di funzionalita, ve nesottoponiamo un tipo di facilis-sima realizzazione e di sicuraefficienza.Munitevi di due barattoli,ai quali avrete preventivamen-te tolto un fonda ciascuno, didiametro tale che l'uno possascorrere all' interno dell' altro;

    alla base di quello inferiore(fig. 1 - dettaglio c), eseguireteuna feritoia circolare che per-metta il passaggio di un topo:sull'orlo d'imbocco del baratto-10 mobile (fig. 1 - dettaglio a),ricaverete una linguetta, comeindicato a figura, che non pre-senti dentellature e sul fondaeseguirete fori che servirannoal diffondersi dell'odore dell'al-Iettante esca.Preparato cbe abbiate un Ii-stellino in legno (fig. 1 - det-taglio b), di appropriata lun-gbezza e di sezione crrcolare,sarete in grado di montare epredisporre la trappola per ilmortale agguato.Nel listellino infilerete unpezzetto di Iardo 0 formaggio;sistemerete in posizione 10 stes-so, facendolo poggiare cio! conun'estremita sulla linguetta ri-cavata nell'orlo del barattolosuperiore.11 topo, attirato dall'odore

    del lardo, penetrera all'internodel barattolo di base e cercheradi arrampicarsi sul listellino al-la conquista della preda (fig.2). 11 listellino, appoggiato inmaniera instabile alla linguet-ta, non reggera il peso; si libe-rera dalla linguetta stessa, fa-cendo precipitare in tal modoil barattolo superiore, che 0-struira la feritoia imprigionan-do il topo (fig. 3).11 vantaggio offerto dal de-scritto tipo di trappola consistenel fatto che anche topi digrossa mole, tale da non per-

    ' " 'ettere I' entrata totale deghstessi attraverso la feritota, ri-marranno vittime dei loro mo-vimenti disordinati per raggiun-gere l'esca. Infatti, sotto I'a-zione di scuotimenti ed urti, il

    Fig. 3.listellino scivolera egualmentesulla linguetta e l'orlo del ba-rattolo superiore agira.. sui to-po, un po' dentro e un po' fuori,similmente a una lama da ghi-gliottina.

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    na mangialoiadislribuzione

    i becchimeA chi ama trascorrere le ore

    in piacevoli e fruttuosi di-quali la pollicoltura, con-igliamo la costruzione del tipoi mangiatoia a distribuzione au-omatica di becchime che illu-treremo nel corso della presenterattazione. Tale tipo di man-razionale 'ovvia parecchinconvenienti, quali la facile de-eriorabilita del mangime espo-to alle intemperie, la scomodi-a di frequent! distribuzioni eli sperperi che immancabilmen-e ne derivano.La traduzione in pratica diuanto verremo esponendo, illu-trato chiaramente a figura 1,comporters eccessiva appli-azione e spesa.

    Munitevi di tavole di legno,possibilmente ben stagionate,dello spessore di mm. 15 e dateinizio alla costruzione della tra-moggia.Per prima cosa prepareremoi due fianchi di sostegno G,poi i laterali H e I, quindi iltramezzo P di forma indicatain sezione. Riuniremo detti par-ticolari curando che risulti unaapertura, alla base della tra-moggia delimitata dai laterali I,di circa 10-15 mm., apertura cheregolera l'affiusso dei chicchi.Tale apertura dovra risultare acirca 40 mm. dalla base dei flan-chi G.Prevederete pure il coper-chio E che si inseatolera nella

    fig. 1 - Vista d'insieme e ordine di montaggio dei particolaricomponenti la magiatoia

    parte superiore della tramog-gia a mezzo di due listelli diguida F.Realizzata che sia la tramog_gia, passerete alla costruzionedella tinozza. Preparato il ron-do Q e i laterali L ed N, Iiriuniremo a cassa, Bulla parteestema della quale sistemeremoi due listelli 0 di isolamentodal terreno.Crediamo inutile dire ehe

    fig. 2 - Come risulta la man-giatoia sezionata.l'intemo della tinozza, nellaparte di maggior Iunghezaa,deve contenere l'estemo del-la tramoggia. Precisiamo soloche il regolo M a sezione trian-golare, posto longitudinalmentealla tinozza, dovra avere altezzadi circa 20 mm. tale da permet-tere un vano utile per l'uscttndel becchime dalla bocca dellatramoggia, mentre la sua tun-ghezza dovra permettere l' ap-poggio sul fondo Q della tinoz-za dei fianchi G della tramog-gia.Completata cost la costruzio-(continua alia pag. seguente)

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    C A R R E L lO p e r t r a s p o r t o d a m i g i a n eAbbiamo trattato, nel n .s 1-'56-di Sistema Prattco, 1 1 problema-del travaso di liquidi da dami-

    giane, illustrando un tipo di-cavalletto a bilico che risolve-va in maniera brillante Ie dif-.ficolta. sorgenti nel corso del-l'operazione.Indicheremo oggi un siste-ma di trasporto delle daroi-giane stesse, utile in quei ca-

    Fig. 1.:si in cui i liquidi contenutidebbano essere trattati concautela.Un vecchio carrello porta-sacchi f a r a . al nostro caso.Tolto il terro allo stesso'(per ferro intendasi la piatti-na di lamiera sistemata ante-riormente al carrello per ilea -ricamento dei saccht), appron-teremo due cavallotti a forma

    Fig. 2.

    Fig. 3.di V rovesciato in ferro a U(fig. 1). Ai bracci di base deicavallotti asporteremo un trat-to di costola, necessario all'ab-braccio sui due lati della stan-

    130

    ga e rinforzeremo ilvertice eonfazzoletti triangolari in lamie-ra, unitt ai due lati a mezzosatdatura. In posizione utile,eseguiremo fori passanti suifazzoletti di rinforzo per il pas-saggio dei pemi di sostegno delpiatto a bilancia.Renderemo ora solidali i ca-vallotti all'estremita delle stan-ghe a mezzo viti passanti e dadidi ritegno.Con lamiera della spessoredi circa 5- 6 mm., costruiremo il

    piatto a bilancia per il soste-gno della damigiana, al Qualeuniremo, a mezzo saldatura, idue bracci, pure in lamiera delmedesimo spessore, all'estremi-ta. dei quali eseguiremo duefori dello stesso diametro diquelli precedentemente eseguitial vertice dei cavallotti (fig. 2).Allineeremo i fori dei caval-latti e dei bracci del piattoe infileremo i perni, che assi-cureremo in sede a mezzo ron-delle e dadi.La realizzazione del sistema

    ci permettera di caricare, sutale tipo di carrello razionale,liquidi che necessitino di tran-quillita di trasporto, quali a-cidi, olii commestiblli e Yininuovt, che, grazie alia possi-btlita di adattamento del piat-to a bilancia, si manterrannoa livello costantemente orizmn-tale (fig. 3-4),

    Fig. 4.

    U n a m a n u i a t D i a a d i s t t i b u z i o n e a n t o m l t i [ a d i b e [ [ b i m l(continuazione darla pag. precedente)

    ne della mangiatoia propria-mente detta, ci preoccuperemoora della protezione della stes-sa da pioggia 0 neve.La tettoia A, costituita da

    lamiera ondulata 0 da eternit,sara sostenuta da una incaval-latura format a dagli spioventi Ce dai montanti D, tenuti daifazzoletti triangolari B. La Is-miera ondulata verra fissata suidorso degli spioventi C a mezzoviti per legno con interposte r0-sette in gomma 0 fibra.I quattro montanti D verran-no assicurati ai fianchi G amezzo viti. Detti montanti do-vranno risultare di lunghezza

    tale da permettere l'apertura delcoperchio E qualora si procedaal riempimento della tramoggia.Ad eccezione dello spessoredelle tavole occorrenti e delle

    quote di apertura e posizronedella bocca della tramoggia, nonsi e fatto cenno al dimensions-menta della mangiatoia, dipen-dendo questo dalle esigenze par-ticolari del vostro pollaio e per-cto risolvibili caso per caso.

    I N V E N T O R IBre.ellate Ie vo.tre idee B e fidandocene il deposrto ediIcof locameu ro in turto ilmoudo, soster rete solo Ies p e s e di breve rtealone.

    fNTERPATENT

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    ANEMOSCOPOo indica tore Iii direzione dei venti

    E' risaputo che conoscen-do Ia direzione del vento efacile prevedere, con diseretaapprossimazione, il tempo chefara; infatti alla bora cor-rispondera freddo intenso, al-10 e scirocco s caldo e pioggia,al e maestrale s freddo rigidoo neve, ecc. Non e difficile,ne raro, aggirandosi per Ie no-stre campagne, ammirare suitetti delle case coloniche mo-dellini di anemoscopi rudi-mentali, che rendono perc e-gualmente ed efficacementel'idea del come i nostri con-tadini riescono a prevedere,sia pure grossolanamente, Iecondizioni atmosferiche e pun-tina su tali previsioni per im-pestare il lavoro dei campi.COSTRUZIONE.

    Come e dato vedere dallasezione di cui a figura 1, Ia co-

    struzione e di semplicita Ii-neare e non comporta applica-zione speciale.Su di una tavola di legno,rotonda 0 quadrata a piacere,di spessore appropriate, fisse-remo una banderuola in lamie-rino, Sulla parte inferiore del-la tavoia stessa applicheremo,a mezzo viti, una flangia cheporta solidale un perno, Sutale perno, all'ingiro del dia-metro, ricaveremo una scana-latura dove - alloghera l'estre-mita di una vite di tenuta, alfine di evitare che l'anemosco-pia abbia ad involarsi colleraffiche di venton palo, sull'~stremita delQuale sistemeremo il comples-so, presenters una sede per ilperno di cui sopra, terrninantea cono, nella qual sede trove-ra sistemazione una sfera dacuscinetto per facilitare la ro-tazione del perno stesso,Sulla parte superiore dellatavolatrovera sistemazione ilmontante - supporto dell' elica,

    la quale ultima, a due paletriangolari, verra ritagliata sulamierino e resa solidale, amezzo viti, alla faccia esternadel mozzo ,Con tondino, che ancori ilmozzo. e passi attraverso ilmontante terminando con pie-gatura a manovella, realizzere-rno il semphcissimo meccani-smo che ci permettera di ani-mare la flgurina,Ritagliate da legno

    Fig. 1.

    compensato le sagome deicomponenti la stessa, ispiran-dovi ai disegni A, B e C difigura 2; sistemate sul braccio

    di manovella un tubetto liberodi ruotare unite Ie sagomeper la figUrina con pemettiribaditi che consentano uncerto giuoco e infilate i foridelle mani sul tubetto del brac-cio di manovella e i piedialIa tavola. .Completato cosi ilcomples-so, orienteremo Ie pale dell'e-lica secondo l'inclinazione dimassimo rendimento.Sul palo di sostegno, ap-plicheremo quattro stecche in-dicanti i quattro punti cardi-nali, in maniera tale che, raf-frontando la posizione assun-ta dalla banderuola nei con-fronti delle stecche di orien-tarnento, ci sara facile stabili-re I'identita del vento che spi-ra. Abbiamo tralasciato di pro-posito ogni indicazione di di-mensionamento del complesso,poiche ognuno di voi 10 costrui-ra secondo dimensioni deside-rate.

    Fig. 2.

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    Al solo ricordare il KON-TIKI ci si sente pervadere daun fremito giovanile d'avven-'tura.....,;.Ooeano Pacifico, collega-:menti fra le coste del Cile e:Ie Isole della Polinesia, imbar-cazioni primitive che sfidanogli elementi, correnti marine,venti, imprese che si perdononelle nebbie dei tempi, impreseche si ripetono, nelle medesime.condtzrom d'allora, per merito

    di uomini del ventesimo seco-10....Ma se tutto cia ha del mi-'racoloso e ci affascina, altret-tanto miracoloso potremo de-finire il piccolo ricevitore a'transistore che, per evidenti a-nalogie col fragile battello po-linesiano, decidemmo di bat-tezzare KON-TIKI e che offria-.mo a tutti quei lettori i quali,.stanchi della comune galena,mtendono realizzare un rice-vitore di maggiore sensibihta-che, pur non richiedendo ali-meIftazione a corrente elettri-.ca normale, si mantenga in Ii-miti modesti di consumo, talida non Incidere sui bilanciofamiliare al pari di un normalericevitore a pile.II KON-TIKI, semplice ri-cevitore a diodo di germanio.affiancato da un transistore,rappresenta il non plus U l-tra per i radlo-amatori aIleprime armi e consentira l'a-scolto di emittenti estere coneguale intensita di queUe 10-cali.Pur di modesto cablaggto, ilKON-TIKI, ci ha permesso, in

    132 - ,

    TRANSISTORI E DIODI DI GERMANIO

    II K O - I K "it rieevito re che vi strabilierasede spertmentale, di captare,oItre le stazioni locali quali Bo-logna (30 Km.) e Firenze (100Km.), un'infmita di emittentiestere che, oltre a risuItareselezionate con estrema, faci-lita, venivano captate con po-tenza leggermente inferiore aquella con la quale ricevemmole emittenti Iocali,Durante Ie ore diume, riu-scimmo a coprire un raggto diCirca 400 Km. e con antennadi appena 10 metri ricevemmostazioni Svizzere, Tedesche, Ju-goslave e Francesi. Nelle pri-me ore del mattino e a tardasera capt ammo deboli segnalidi staztont Inglesi non meglioidentificate, mentre ricevemmo,con intenstta maggiore, staaio-ni arabe; il che sta a signl-ficare che il KON-TIKI e do-tato di sensibilita elevata.

    CIRCUITO ELETTRICO.II circuito elettrico prevedeIa messa in opera di due con-densatori variabili e di due bo-bine per accordare la stazioneemittente. Tale circuito fu stu-diato per otten ere un accordoa filtro PI-GRECO, in manierada raggiungere un aumento siain selettivita che in sensibi-Uta.Un diodo di germanio di ot-tima qualtta viene utilizzatoper la rivelazione del segnalecaptato. Detto diodo verra ap-plicato ai capi del primario diun trasformatore intervalvolarecon rapporto 3/1, ctos verra in-serito sull'avvolgimento a rap-porto 3; mentre sull'avvolgi-

    mento a rapporto: 1 (seconds-rio) verra applicato il circuitoamplificatore a transistore. Siaben chiaro che il segnale chegiunge al transistore dovra es-sere connesso sull' avvolgimen_to del trasformatore che haminor numero di spire e nonsu quello a maggior numero dispire come si sarebbe portati asupporre.In sede sperimentale, utiliz-zammo indifferentemente untrasformatore Geloso n.s 192 eun trasformatore di dimensio-ni ptu ridotte, rna sempre arapporto 3/1, di marca non in-dividuata, ottenendo, in ambe-due i cast, i medesimi risultati;per cui siamo convinti che tutticoloro che dispongono di unqualsiasi trasformatore inter-valvolare, anche di rapportodiverso, potranno appliearlo contranqutllita per la realizzazionedello schema, considerando che tentar non nuoce , special-mente quando si presenta l'oc-casione di risparmiare.II transistore viene utilizza-to nello schema come amplifi-catore di Bassa Frequenza eserve ad amplificare i deboli se-gnali rivelati dal diodo di ger-manio. IItransistore di cui fa-cemmo usa e del tipo OC70,nuovo tipo ad elevato rendi-rnento, il cui prezzo e inferiorea qualstasi aItro tipo attual-mente in commercio.Ci fu impossibile utilizzaretransistori del tipo OC10 eOC11 per il semplice motivoche gll stessi non vengono piilcostruiti; in loro sostituzione

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    R 1

    ANTENNA L 1 OG T 1

    ' "

    e stato immesso in commercioappunto il ttpo OC70. .Quei lettori che utilizzasseroaltri tipi di transistorl, potran-no comunicarcene i risultati.. II circuito amplificatore atransistore venne studiato inmaniera tale da ottenere unaperfetta riproduzione, utilizzan-do all'uopo uno speciale cir-cuito a controreazione atto acontrobilanciare inoltre l'effet-to di temperatura che potrebbegenerare distorsioni.La cuffia da usare dovra a-vere' una resistenza compresafra i 2000 e i 4000 ohm, avendoconstatato che cuffie da 1000ohm consentono un rendimen-to in potenza leggermente in-feriore, mentre tralasciammo dieseguire prove con cuffie da 500ohm ritenendole non adatte co-me resistenza di carico.

    C05TRUZIONE PRATICA.cr muniremo i : l i un piccolotelaio in legno, delle dimensio-ni di circa 180 x 120 mm., sulquale fisseremo i due conden-satori variabili ad aria C1 e02 montatl su apposite squa-

    drette in alluminio come rile-vasi da figura 2.Prepareremo Ie due bobineLl e L2 utilizzando come sup-porto un tubo in cartone, 0 inbachelite, 0 in plastica, 0 inlegno ben stagionato, del dia,metro di mm. 20 e della lun-ghezza di mm. SO. Con filosmaltato del diametro di mm.0,3 0 0,4 0 0,5 (da preferire il0,4), avvolgeremo 70 spire suogni bobina. Fisseremo Ie duebobine suI telaio come indicatonello schema di cui a figura 3,ctoe usando l'accorgimento dinon disporle suI medesimo as-se, bensi sfalsate 0 con gli as-si incrociantisi a 90, 0, meglioancora, con l'asse dell'una cli-sposto orizzontalmente e l'assedell'altra disposto verticalmen-teo E' necessario ricordare cheIe masse metalliche dei dul!condiensatori variabili dovran-no essere collegate assieme eche per Massa metallica si In-tende l' incastellatura del con-densatore stesso.A C2 collegheremo 11 diododl germanio, indicato a schemacon DG,

    TERRA

    VALORE DEI COMPONENTIE PREZZOReslstenze:R1. 50.000 ohm, L. 30R2. 5200 ohm, L. 30.R3. 630 ohm, L. 30

    Condensatori:Cl. 500 pf. eondensatore va-riabile ad aria, L. 600C2. 500 pf. eondensatore va-riabile ad aria, L. 600

    Fig. 1.C3. 2 mF. a carta L. 500 (ser-

    ve pure un eondensatore a car-ta da 0,5 mF., L. 130).Varie: 'Ll. bobina eostituita da 70

    spire di filo smaltato da 0,4 mm,avvo!to su tuba di 2 em. di diametroL2. bobina eostituita da 70Ipire di filo smaltato da 0,4 mm.

    II trasformatore d'accoPPllrmento T1, a rapporto 3/1, 'V,acollegato, con la parte a rest-stenza maggiore, con un capo-al diodo e con l'altro alIa. mas-sa metallica dei condensatorivariabili.II secondo avvolgimento deltrasformatore T1 va collegatoal transistore, il Quale ne am-pijfichera il segnale da mviarealla curna.Nel caso venisse utilizzatoun trasformatore del tipo Ge-loso n, 192 precisiamo che ilcavetto color BLEU va colle-gato al diodo, il cavetto CELESTE aUa massa del due con-densatori variabili Cl e C2, ilcavetto color ROSSO ,al termi-nale centrale' del transistore(terminale B) e infine 1 1 ca-vetto color NERO nel punto dicongiunzione di R1, R2 e C3.Collegheremo ,quindi il tran-sistore che, come e noto, eprovvisto di soli tre terminaliche escono tnrenormente e fan-no capo internamente agli e-lettrodi e che, a differenza diuna valvola .triodo nella Qualegli elettrodi sonoconosclu,ti

    PILA 4.5rS1

    avvolto su tubo di 2 em. di die-metro51. interruttore a levettaL. 250Tl. trasformatore a rapporto3/1 (Geloso N. 192) L. 1100DG. diodo di germanioL. 451)OC70. Transistore Phili~L.3250Pila, 4,5 volt, L. 100(prezzi della Ditta Forniture Ra-dioelettriehe - C. P. 29 - Imola)

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    IIOtto il nome di Catodo, Gri-glia e Placca, sono chiamatiI:m1ttore, Base e Collettore.Per contraddistinguerii e ba-

    Fig.2 _ I variabili verranno fls-sati a1 telaio mediante appositesquadrette di alluminio che po-tranno essere richieste assiemeal variabile al preno di L. 50.stante attenersi aIle seguentiistruzioni :- La BASE e sempre il ter-minale centrale;l'EMITTORE si trova vicinoaUa BASE;il COLLETTORE e piazzato adistanza maggiore deW.EMIT-"I:ORE daUa BASE. 'Ben difficilmente i tre ter-mmal! si troveranno disposti aeguale distanza; in questi casiesistera, sulla custodia del tran-sistore, un puntino in colorROSSO.Sara possibile I'mdivtdua-zione dei terminali tenendoconto che, partendo dal pun-tino ROSSO, essi risulterannoeosi disposti: COLLETTORE,BASE, EMITTORE.oomptetano 10 schema treresistenze: RI da 50000 ohm;R2 da 5200 ed R3 da 630 ohm.n valore di dette resistenzenon risulta crttico e percio po-trannoservtre valori approssima-trvi ; ad esempio per RI si po-tra usare una resistenza da450000 55000ohm; per R2, nonrintracciando una resistenza da5200, potremo ripfegare tran-~uilrar):lente su altra da 5000 055()0!. o h m e infine per R3 po-134

    tremo arrotondare il valore a600, 650, 700 ohm.C3 e un condensatore a car-ta della capacita di 2 mF.,che potra benissimo essere so-stituito con altro di capacttaminore, quale ad esempio diI 00,5 mF.Per l'alimentazione del com-plesso, ci serviremo di una pilada 4,5 Volt, facilmente reperi-bile in qualunque negozio diarticoli elettrici.Detta pila verra collegataal ricevitore, facendo attenzio-ne al polo Positivo + e alpolo Negativo -, che . dovran-no pertanto risultare collegaticome indicato a schema .'L'interruttore a levetta 51e indispensabile per l'esclusionedella tensione dal ricevitore

    qualora st desideri troncare I'a-scolto.Quattro boccole, applicatesuI pannello frontale 0 sUi la-teralt, serviranno per la presadi terra, per la presa d'anten-na e due per la cuma (fig. 3).Nel caso si volessero applica-re due 0 tre curne per ascoltomultiplo, cureremo che essesiano a medesima resistenza,che pertanto sceglieremo delvalore di 4000 ohm per cuffia.Per i collegamenti utilizze-

    remo filo di rame nudo 0 smal-tate 0 ricoperto in cotone e,

    parttcolare Jmportantissfmo, cer-cheremo di reahzzare saldatureperfette con stagna tore ben cal-do e facendo usa di pasta saldaspeciale per radio, rifuggendodall'affidarci a liquidi antiosst-danti preparati con aeidi clori-drico 0 muriatico che dir si vo-glia.COLLAUDO E MESSA A

    PUNTO.Una vera e propria messa apunto non e necessaria; rna esempre bene eseguire piccole pro-ve che possano guidarci al rag-gtungimento di un rendimentoelevato. E per prove non Inten-diamo modifiche da apportareallo schema 0 sostituzioni in va-lore relative alle resistenze eai condensatori, poiche I'appa-

    rato, sperimentato da noi pri-ma di renderlo di pubblica ra-gione, risponde a reqUisiti tee-Dici indiscutibili.Intendiamo solo richiamarela -vostra attenzione in primoluogo sulle bobine che non pO-:tranno mai risultare Identfchecome numero di spire, benslvariare a seconda delle emit-tent! che si desidera captare;in secondo luogo che il numero ot-timo della spire varia pure colvariare della lunghezza dell' an-tenna.(continua alla pag. seauente)

    Fig. 3 - Schema pratico del ricevitore Kon-Tiki

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    Per impedire I' ossidazione~ei morsetti della batteriaUn particolare che necessita di continuata vi-gilanza da parte dell'automobilista e senz'altrola batteria e pili precisamente i morsetti dellastessa.Questi infatti, se non mantenuti colla dovutaprecauzione, si ossidano facilmente a motivo del-J'azione dell'acido usato per gli accumulatori,

    impedendo un ottimo e regolare contatto conconseguenze prevedibili.Inolre, formandosi sui morsetti uno spessostrato di ossido che intacca i medesimi, si sara

    costretti alla loro sostituzione dopo breve tempo-d'esercizio.Ad impedire tale inconveniente increscioso eantieconomico, molti consigliano l'Impiego digrassi da stendere sui morsetti a protezione del-l'attacco degli acidi ; rna purtroppo il metodonon raggiunge risultati brillanti.Dopo diverse prove, abbiamo reallzzato un'ot-tima soluzione che ci ha permesso di neutra-.lizzare, nel modo piiI assoluto, l'azione ossi-dante e corrosiva sui morsetti. Tale soluzione si.otterra sciogliendo nella TRIELINA (Tricloruto

    di etilene, liquido incolore usato dalle nostresmacchiatrici e che si potra acquistare al prezzodi Lire 300 circa al lttro) pezzetti di plastica(vecchie squadrette da disegnatore. astucci dipenne a srera, bicchieri in plastics, ecc.), Laplastica, frantumata in minutissimi pezzi, sisciogliera in breve tempo, dando origine ad unliquido pastoso che cercheremo di non renderemotto denso, in maniera da poter essere appli-cato con pennello.Verseremo 0 applicheremo 1 1 liquida sui mor-setti, fino al formarsi di una spessa pelltccla,inattaccabile da qualsiasi acido, che proteggera

    il morsetto stesso.E' raccomandabile, prima di Iniziare l'ope-razione di ricopertura, eseguire un'accurata pu-lizia del cavo e del morsetto.

    T ra ns is to rie D io di d i G ermanio II KON- TIKI II i I rlcevltere che vi strablllerat rumt.inuazume dalla pagina precedente)

    Sara percio conveniente ef-fettuare prove con bobine adiverso numero di spire anchefra loro, potendo verificarsi i1easo, in alcune Iocalita, che per1a rieezione perfetta della lo-cale neeessiti, ad esempio, av-volgere 50 spire sulla bobinaLl e 80 sulla bobina L2 0 vice-'versa, tenendo sempre presen-te, come detto precedentemen-te, che Ia lunghezza dell'anten-na incide in maniera sensibile.Sempre a titolo sperimenta-le, potremo collegare il diodo sudiverse prese di Ll.

    L'antenna potra essere co-stituita. come nel caso nostro,

    da un filo in rame perrettamen-te isolato e della lunghezza di10 metri.Importante pure e la presadi TERRA, che sara eostituitada un filo in rame facente capoaIle tubazioni dell'aequedotto 0del gas 0, in mancanza di que-ste, fara capo ad una piastra me-talliea annegata nell'acqua di unpozzo,Non si pretenda di riceverenumerose stazioni senza averea disposizione una buona an-tenna e un altrettanto buonaterra.Potremo inoltre variare latensione d'alimentazione, con-

    trollandone i risultati, col cambio di pila, provando batterieche eroghino tensioni interme-die da un minima di 3 a unmassimo di 9 Volt.

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    T o r n i t u r a d i C A l O T T E C O N C A V EUn nostro assiduo lettore diTreviso si augura che possiamoindicargli un metodo rapido eprecise per la tornitura di uncentinaio di particolari mecca-

    nici che prevedono la tornitu-ra di una calotta sferica con-cava.Nella descrizione del metododa applicare in tal caso, cimanterremo sulle generali, con-siderato che il suddetto lettorenon ci precisa il raggio di tor-nitura della calotta stessa.II sistema, rappresentato consufficiente chiarezza a figuraI, e oltremodo semplice a rea-

    maniera da ottenere una for-cellina (fig. 2 _ dettaglio c).Sulle due alette eseguiremo unforo passante, di diametro taleda permettere il passaggio diuna vite parzialmente filettata,si che la superficie dei fori sitrovi a contatto della parteliscia del gambo della vitestessa.Ci muniremo ora di una bar-retta a sezione quadrata 0 ret-tangolare, di acciaio al carbo-nio per utensili nel caso non slintenda applicare allo steloplacchette Widia, Titanit, B6-lerit 0 Poldi attualmene in

    Fig. 1lizzare e la costruzione dei dueunici particolari componentil'attrezzatura non comporterasoverchia spesa.Liberato il perno porta-stat-fa della torretta porta-utensile,procureremo una vecchia puntaelicoidale con gambo conico chestempereremo nella zona indi-cata a figura 2 - dettaglio a.Stemperato che sia il garnbo,separeremo, a mezzo taglio diseghetto per metalli, la parteelicoidale dal gambo stesso (fig.2 - dettaglio b) e su quest'ulti-mo ricaveremo due alette in

    commercio. Forgiata Ia formadell' utensile (fig. 3), partendodal filo del tagliente di testa,'porteremo la lunghezza del rag-gio di tornitura della calottasul gambo della barretta dell'u-tensile e, all'incontro di talelunghezza con l'asse di mezze-ria dello stelo, eseguiremo unforo di diametro eguale al fo-ro eseguito sulle alette dellarorcellina di cui a figlJra 2. SUdetta estremita forata, esegui-remo l'incastro maschio, curan-do l'esatto allogamento dello

    stesso all'interno della forceUi-na.Predisponendo ilcarrello tra-versale del tomio in manierautile, ctoe in posizione tale danon deterrnmare impedimentiall'operazione dl tornltura, pra-ticheremo, sul corpo delle ste-10, un'asola di lunghezza ida-nea agli spostamenti comunica-ti allo stelo stesso dal movi-mento del carrello trasversale.La larghezza dell'asola consen-

    Fig. 1.tira il passaggio del perno por-ta-staffa della torretta.Passiamo ora al montaggiodell'attrezzatura sul tornio.Preso il pezzo in lavorazione. fra i morsetti del mandrino au-tocentrante, piazzeremo l'uten-sile, a mezzo scanalatura ese-guita precedentemente, sul per-no della torretta a mezzo dadoe controdado e, non stringendoa fonda il dado per concedereallo stelo liberta di rotazione eavanzamento-retrooessione, porte-remo in posizione il filo del ta-gliente rispetto al particolare-meccanico da ottenere.Sistemeremo sulla contro--punta il gambo conico dellapunta elicoidale, in maniera ta-le da perrnettere -alIa foreelll-

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    tornto, avanzando e retroce-dendo col' carrello trasversale,saremo in grade di ottenere

    .na di ricevere il rnaschto rica-vsto sullo stelo dell'utensile.Avanzeremo sulle guide COl-la . contrapunta fino ache ifori della forcellina e del rna-schio non risulttno coassiali;sistemeremo in sede la vite dicui sopra, che assicureremo in

    .sede a mezzo dado, avendo eu-ra di non stringere a fondo alfine di permettere liberta dirotazione all'estremita dello ste-10. Bloccheremo a fondo il ser-.raggio della contropunta e,.messo in moto ilmandrino del

    torniture concave di perfettafattura e rigorosamente egualidi raggio.L' avanzamento dell' utensile,rispetto al pezzo da lavorare, cioe

    la prorondita di passata, si ottien-ne regolando in modo opportunola manovella della contropunta,E' evidente che si dovra ese-guire, di quando in quando, uncontrollo sui eomportamento deltagliente deUutensile, dipen-dendo il risultato dell'operazio-ne dalla distanza che intercor-re fra questo e il punto di ap-plicazione della torcellma.

    = = = = dmbulo a ehiusura auiomatieaVi sara. certamente capitato di tirar moceolial vento per aver rcvesctato a terra 0 sugli abitiUquidi che stavate imbottigliando, per non esser.riusciti a togliere tempestivamente I'imbuto dal

    eoUo di una bottiglta " passarlo 10 altro.Per eYitare ehe. trli.sceri~te per .n futuro ecbe sprecbiate succo iii pomodol:o, ViDe. olio odaluo.. vi'. -sU~~erlamO di modlfioare i 'Vo.!itri tm-f)u,ti. eoondo n si.$tema indicato a . figura.DaJ. dtsegno d's'&Sieme i -taclle cODlPrehdete 11:tunz1onamento del semplice meccanlsmo. 'per el11ci liDll.teremo a llldiQIli1'C16 f,unzione dl ogm co~panenie, traiasctahdo d.l prtJposito ogni iIJdieazio,-.ns III l1 im .ens1onameo, to , giacc'be risuIta eVldente

    ~t!e vartando Ia forma dell'ilnbuto Qtl~~, : v a . .rietanno ptLre 1e dtm:ensioDi. del componentl IE!

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    II problema della vettura uti-Iitaria e certamente uno dei pilidifficili e spinosi a trovar solu-zione, se si considera che chipossiede gia una vettura di taltipo, all'apparire di una nuovacreazione della medesima cate-goria, si trovera handicappatodallo scadere della formula eco-nomica che inrormo la realizza-zione della macchina in suo pos-sesso.Oggi inratti i possessori dellaPlAT 600 si trovano in condi-zioni di sfavore nei confrontidegli acqutrenti della FIAT 600MULTIPLA, rispondendo la .se-conda, come utilitaria, a requi-siti di gran lunga superiori aHavettura originaria.Aumentata di 32 em. in lun-ghezza e 20 in altezza, laFIAT 600 MULTIPLA e stataimmessa in commercio in dueversioni:1) 4 posti con sedile anterioreunico fisso e sedile posterioreunico per 2-3 posti ribalta-bile. Coll' abbassamento delsedile posteriore, si ottiene unpiano di carico di oltre mq.1,75. I1 carico massimo utilee di Kg. 350 oltre il guida-tore. Prezzo, comprensivo ditarga e I.G.E., Lire 762.000.2) 6 posti con sedile anterioreunico fisso. I 4 posti peste-

    Fig. 1. - Fiat 600 Multipla nella versione a 4 pesfi , Mentreil sedile anteriore risulta fisso, il posteriore e ribaltabil'e, con-sentendo cosi di utilizzare la parte posteriore per il carico.

    In alto con i sedili rial~ati e in basso ribattuti.139

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    Fig. 2. - Fiat 600 Multipla nella versione a 6 posti I). Questa:5i differenzia dalla versione 4 posti, per la parte posteriore,.,ella quale sono sistemati quattro sedili a poltroncina, i qualipossono venire ribaltati indipendentemente I'uno c1all'illtro, aseconda delle necessita di carico.

    Fig. 3; __._La 600 Multipla sulle linee di montaggio nell'officinadeUa FIAT Mirafiori rieeve gli ultimi ritocchi.

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    riori, sistemati su 4 sedilrsingoli, sono ribaltabilt, con-sentendo cosi diverse utiliz-zazioni dello spazio: col ri:baltamento dei 4 sedili poste-riori si otterra un piano dicarico di oltre mq. 1,75 n ca-rico massimo utile e .di 35()Kg. oltre il guidatore. Prez-zo, comprensivo di targa eLG.E., Lire 777.000.Le due versiont, a quattro ea sei posti, sono state rese pos-sibili dall'eliminazione del por-ta-bagagli anteriore, utilizzando10 spazio acquisito per la siste-mazione del posto di guida.11 gruppo moto - propulsore(motore, frizione, coppia conicadi riduzione, differenziale, cam-bio) e sistema to raztonalmente,come nella 600, nella parte po-

    steriore della vettura in posiato-ne facilmente accessibile. 11mo;tore e a valvole in testa rar-freddato ad acqua, a 4 cilindrt,633 erne. di cilindrata, 22 CV dipotenza massima, capace di svi-luppare una velocita di circa.90 Km.-orari, con un consumomedic, alIa velocita di Km. 60.di circa 7-8 litri per 100 Km.11 cambio e a quattro velo-

    cita e retromarcia .La sospensione anteriore e a

    ruote indipendenti : bracci oscrl-lanti con molle ad elica ed am-mortizzatori idraulicl telescopicia doppio effetto con barra sta-bilizzatrice come utilrzzato peril 1100. La sospensione posteriore e sempre a ruote indi-pendenti : molle ad elica ed am-mortizzatori idraulici telescopicia doppio effetto su bracci oscil-lanti.I freni sono idraulici sulle

    quattro mote, con aggiunto iIfreno di sicurezza.L' interno della vettura risul-

    ta ventilato a mezzo presa d'a-ria sistemata sulla parte ante-riore e riscaldato con radtatoreinterno che utilizza il circuitodi raffreddamento del motore.Notiamo inoltre l'applicazio-

    ne innovatrice di un termosta-to, incorporato nel tubo di cir-colazione dell'acqua per il raf-freddamento motore, che regolaautomaticamente il deflusso aei-l'acqua stessa a seconda della

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    temperatura. A differenza della600 vettura, nella Multipla e starto allungato il manicotto digornma, che collega il motorecol radiatore, al fine di evitarerotture allo stesso dovute a vi-brazioni del motore.La carrozzeria e in acciaio

    a struttura portante come inogni vettura moderna e risultapertanto compatta e robusta.Dotata di quattro ample porte,permette il facile accesso ai po-sti anteriori e posteriori, che, riosultando comodi eben distri-buiti, unitamente aUa sagomaslanciata di estetica piacevole,fararino della FIAT 600 MUL-TIPLA la vettura preferita diogni capo-famiglia, di ogni comitiva e di quanti necessitanodi una vettura tuttofare.Tirando le somme st pub con-cludere che l'esito della nuova

    creazione FIAT e dei pili po-sitivi e tale da non far rimpian-gere la Belvedere, risultando la60 0 MULTIPLA pili agile, piuveloce e con ripresa pili bril-lante.

    Fig. 4 - Sospensione anteriore a ruote indipendenti: braeei esel];lanti con molle ad eltea ed ammortizzatori idraulici teleseopiei .adoppio effetto, barra stabilizzafriee.

    BRILLA~TINA. LIQIJIDAOi accade molto spesso di

    correre dal proturmere, convin-ti che i prodotti di bellezza ;,ia-

    rio il risultato di chissa qualioscuri procedtmentl chimict emenar vanto di una specialitaacquistata dietro consigtio eli

    chi fa il bello e il brutto tem-po in fatto di snobismo.Tale convinzione perde pero

    ragione d'essere quando si pensiche, ad esempio, la brtllantinaliquida altro non e che il ri-sultato di una combinazione diAlcoo; a 95 e glicerina. Un'ot-tima brillantina pub essere pre-parata con Is seguente formula:Alcool a 95 . . cc. 100Glicerina . cc. 12Profumeremo il tutto. con es-senza scelta a nostro piacere op-

    pure mescolando all'alccol unaparte del contenuto di qualchebottiglietta di protumo che po-tremo acquistare con facilita inogni negozio di profumi. Petre-mo variare la densita della bril-Ianttna aggiungendo delia glice-rina in pili 0 in meno del quan-titativo. richiesto ..

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    l\.~ppa:reeehioper elellrolerapill

    Quante volte abbiamo sen-tito parlare dei benefici effettldelJ.'elettroterapia, di quel generadi cura cioe cne si avvale diapparecchi atti a produrre scan-che elettriche di intensita sop-portabile che intervengono ariattivare i sopiti centri rna-

    mm, 14. Provvederemo a ren-dere solidali fra loro gli spez-zoni immergendoli in colla afreddo.Porremo il tondino in legnoo ottone e ilmazzetto di spez-zoni, testa contro testa, su diun foglio di carta da quaderno,

    tori, sia nervosi che muscolari,del nostro organismo. Potrem-mo, in parole povere, asserireche tale apparecchio riequili-bria il nostro organismo rimet-tendolo allo stato norma!e dipotenzialita elettrica necessa-ria.L'intensita di tali scaricnerisulta regolabile, per cui ecomprensibileche il paziente,che si sottopone a tal generedi cura, debba iniziare Ie ap-plicazioni partendo da un mi-nimo per arrivare ad un mas-simo consentito dal suo fisico.Molti sono i lettori che cichiedono di pubblicare un taletipo di apparecchio; rna, pur-aderendo alle lora reiterate ri-ehieste, facciamo riserve perquanto riguarda l'applicazionepratica di tale complesso, ri-mandandone I' utilizzazione aseopo terapeutico a competente.eonsigno medico.Costruiremo anzitutto il nu-cleo, procurandoci un tondinoin legno 0 ottone del diame-tro di mm. 14 e della lunghez-za di mm. 80 e una certa quan-tita di filo di ferro ricotto deldiametro di mm. 0,5 circa, dalQuale ricaveremo spezzoni del-la lunghezza di mm. 120 in nu-mero bastante a formarne unmazzetto avente il diametro di

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    sui quale avremo precedente-mente passato uno strato dicolla da falegname. Avvolgere-mo strettamente la carta suitondino e sul mazzetto sino adottenerne 8-10 strati, realizzan-do in tal guisa un tubo com-pleto di nucleo magnetico ca -me richiesto dalla realtzzaztonealla quale ci siamo accinti.Con filo di rame, ricopertoa smalto 0 cotone, del diame-tro di mm. I, eseguiremo, sul

    tre daUa parte del tondino inlegno 0 ottone, avvolgeremostrati di carta fino a raggiun-gere il diametro massimo otte-nuto colla sovrapposizione deitre strati di spire. Su tutto av-volgeremo altri 3 0 4 strati dlcarta per l'isolamento del pri-marioRealizzeremo ora l'avvolgi-mento secondario. A tale scoposara necessario costruire 0 mu-nirsi di un rocchetto in legnoo cartone avente un foro pas-sante di diametro tale da con-sentire il libero passaggio delnucleo, della lunghezza di mm.100 e con flangie laterali deldiametro di circa mm. 80-90.sudetto rocclletto avvolgeremospire per 20 strati sovrapposticon filo in rame, ricoperto asmalto, del diametro di mm.0,15. E' consigliabile pero,quando non si sia ancora aconoscenza della resistenza delnostro fisico, iniziare con unnumero minimo di strati, men-tre, quando avremo stabilito ilnostro grade di sopportazione,potremo aumentarli It piaci-mento. L'avvolgimento del se-condario sara oggetto di parti-colari cure, poiche, se cio nonfosse, potrebbero generarsi in-ternamente delle scariche fra

    tubo di carta da quaderno ri-coprente il nueleo e dalla solaparte del mazzetto di spezzonidi filo in ferro, l'avvolgimenfoprimario, costituito da tre stra-ti di spire sovrappOste; men-

    Fig. 2.strato e strato col peri colo diuna messa fuori uso dell'appa-recchio. Isoleremo quindi g llstrati fra di loro con carta sot-tilt; (carta da quadorno, cella-phane 0, meglio ancora, eon

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    carta paraffinata. Le spire do-vranno risultare strettamenteaffiancate e dovremo fare inmodo che queUe d'estremitanon entrino in contatto con Iespire d'estremita dello stratoinferiore, per cui rinforzeremogli orIi sporgenti del foglio iso-

    lante con uno strato .di cera,il che impedira cne Ie spireabbiano a spostarsi.Come uscite di inizio e fineavvolgimento non utilizzeremoU medesimo filo del diametro'tii mm. 0,15, bensi spezzoni difilo flessibile, ricoperto in pla-sties, unitt al suddetti capt d'i-niaio e fine a mezzo stagnatura.Terminatl cost i due avvol-glmenti, primarto e secondario,sara nostra cura montare ilcomplesso sopra una base in Ie-gno. Per il sostegno del nucleofisseremo alla base due mon-

    tanti in legno, tenendo presen-te che sul nucleo stesso risultigia inserito il rocchetto porta-avvolgimento secondario.In corrispondenza dell'e-stremita del nucleo (dalla par-te cioe del mazzetto in filo diferro rtcotto), appIicheremo u

    Fig. 3.vibratore, che risultera costt-tuito da un marteIletto metal-lico stagnato su dt un pezzet-to di molla da orologio, in rna-niera tale da rendere il tuttomobile e flessibile. II martel..letto dovra risultare in corri-spondenza