neuropsicologia 26 febbraio
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DISTURBI
VISUO-SPAZIALI
Sono prevalentemente associati a lesioni delle regioni posteriori dell’emisfero
destro. Comprendono:
disordini dell’attenzione, dell’esplorazione e consapevolezza dello spazio
(neglect ed estinzione)
sindrome di Balint-Holmes (simultaneoagnosia, aprassia dello sguardo, atassia
ottica, deficit della stima delle distanze e della percezione della profondità)
alterazioni delle capacità visuo-motorie implicate nella produzione di
configurazioni complesse bi- e tridimensionali, mediante disegno o costruzione
(aprassia costruttiva)
deficit dell’orientamento topografico (amnesia e agnosia topografica)
Sindrome di Sindrome di BalintBalint--HolmesHolmes
simultaneoagnosia, aprassia dello sguardo, atassia ottica, deficit della stima delle
distanze e della percezione della profondità
Consegue a lesioni emisferiche destre di regioni associate a neglect, ma
quest’ultima non è una componente della sindrome anche se può essere presente
Sindrome di Sindrome di BalintBalint--HolmesHolmes
SimultaneoagnosiaSimultaneoagnosia, , incapacità di percepire più di un oggetto per volta nella scena
visiva
Aprassia dello sguardo, Aprassia dello sguardo, incapacità di muovere volontariamente lo sguardo per
portare in visione foveale oggetti di interesse nella periferia del campo visivo.
Il paziente affetto dalla sindrome in forma grave può comportarsi come se fosse
cieco: non ammicca ad una minaccia visiva, urta contro gli oggetti, cade al
momento di sedersi, non si orienta verso persone che gli si avvicinano, ha difficoltà
a leggere oltre la singola parola, a scrivere, e in generale a svolgere qualunque
compito richieda di prendere in considerazione più di un oggetto per volta…
… la sua esperienza visiva è quella di un caotico susseguirsi di eventi percettivi,
senza coerenza nello spazio e nel tempo
Aprassia costruttivaAprassia costruttiva
Incapacità di riprodurre, a memoria o su copia, costruzioni tridimensionali o disegni
bidimensionali complessi
Impegnano abilità visuo-spaziali, di pianificazione e monitoraggio dell’azione
motoria, processi esecutivi (memoria di lavoro visuo-spaziale), memoria semantica.
Si osserva anche dopo lesioni emisferiche sinistre
Figura complessa di Rey
Deficit dellDeficit dell’’orientamento topograficoorientamento topografico
Amnesia topografica, Amnesia topografica, difficoltà ad utilizzare una mappa interna che specifichi le
relazioni spaziali di un luogo rispetto ad altri trasformandola in indicazioni per la
navigazione. Il paziente non è in grado di ritornare alla propria stanza in ospedale,
di indicare la direzione per raggiungere un determinato posto, localizzare città e
nazioni su una mappa. La conoscenza verbale delle relazioni spaziali tra luoghi così
come la memoria visiva di particolari posti è preservata.
Agnosia topografica, Agnosia topografica, difficoltà a riconoscere edifici e luoghi specifici, con abilità di
navigazione risparmiate. Spesso si associa a prosopoagnosia
NEUROPSICOLOGIA
della
RAPPRESENTAZIONE CORPOREA
PROGRAMMAZIONE MOTORIA
MEMORIA
CONSAPEVOLEZZA DELLA
MALATTIA
Per una normale vita di relazione, in particolare per interagire adeguatamente con il
mondo che ci circonda è necessaria l’integrità di alcune funzioni fondamentali:
PERCEZIONE – ATTENZIONE - CONSAPEVOLEZZA
RAPPRESENTAZIONE dello SPAZIO
� una compromissione delle quali contribuisce al quadro clinico della sindrome del
neglect
FUNZIONI ESECUTIVE e di CONTROLLO
� sindrome frontale
RAPPRESENTAZIONE del CORPO
PROGRAMMAZIONE MOTORIA
DISTURBI della
RAPPRESENTAZIONE
del CORPO
La RAPPRESENTAZIONE CORPOREA è quell’insieme di funzioni cerebrali che
ci permette di conoscere in ogni momento la struttura (formaforma) e posizione (posturapostura)
dei vari segmenti corporei, consentendo la localizzazione di stimoli di interesse
nell’ambiente esterno e una opportuna programmazione ed esecuzione di azioni
verso di essi.
L’analisi dei disturbi della rappresentazione corporea ha messo in evidenza che
questa funzione non è svolta da un meccanismo cerebrale unico, ma comprende
delle componenti distinte, indipendenti dal punto di vista neurale, che possono
quindi essere selettivamente danneggiate dando origine a manifestazioni
patologiche diverse.
I disturbi della rappresentazione corporeadisturbi della rappresentazione corporea possono essere classificati come
alterazione della percezione dell’integrità del corpo (arto fantasma, arti
soprannumerari, duplicati del corpo, esperienze fuori dal corpo)
incapacità di localizzare spazialmente i vari segmenti corporei (autotopoagnosia,
disorientamento destra/sinistra, agnosia digitale)
disturbi di consapevolezza per un lato del corpo (emisomatoagnosia e neglect
motorio) e del possesso di parti del corpo (somatoparafrenia)
1. ALTERAZIONI DELLA PERCEZIONE DELLA INTEGRITA’ DEL CORPO
Una componente fondamentale della rappresentazione del corpo risiede
nell’integrità delle afferenze afferenze somatosomato--sensorialisensoriali, prevalentemente propriocettive,
elaborate in maniera largamente automatica per rilevare ogni cambiamento
posturale e tenere aggiornata la rappresentazione corporea. Ciò ci consente, per es.,
di spostarci ed eseguire movimenti corretti anche in assenza di input visivi.
Il medico inglese Jonathan Cole [1991] ha descritto i casi paradigmatici di due
pazienti che non erano più in grado di percepire alcuna afferenza tattile, dolorifica e
propriocettiva al di sotto delle spalle (caso I.W.) o della bocca (caso G.W.) a seguito
di reazioni autoimmunitarie conseguenti a infezione virale (deafferentazione deafferentazione
somatosomato--sensorialesensoriale dovuta a danno periferico).
Ad occhi chiusi, i pazienti non erano in grado di rilevare la posizione dei propri
segmenti corporei, come ad esempio la posizione di estensione o flessione della
gamba o il sollevamento passivo di un braccio.
Senza il controllo visivo questi pazienti non potevano svolgere alcuna attività
motoria (stare in piedi, camminare, raggiungere e afferrare oggetti).
I.W. e G.W. sono due esempi di come la visione integra possa essere usata per
compensare la mancanza di afferenze propriocettive e recuperare il controllo
motorio.
Di fatto, alcuni disturbi di rappresentazione corporea possono derivare proprio da
incapacitincapacitàà di integrare correttamente gli input provenienti da diverse moddi integrare correttamente gli input provenienti da diverse modalitalitàà
sensorialisensoriali e manifestarsi come fenomeni dispercettivi (allucinazioni).
Mettendo in conflitto le diverse informazioni sensoriali si possono indurre fenomeni
dispercettivi anche in soggetti neurologicamente indenni.
Fenomeni allucinatori autoscopici (� accompagnati da
esperienza visiva corrispondente) sono stati descritti in
pazienti con lesioni della giunzione temporo-parieto-
occipitale [TPO], un’area corticale associativa
importante per l’integrazione multisensoriale.
Duplicati del corpoDuplicati del corpo: il paziente ha la percezione di una doppia copia di sé, una che
osserva e l’altra che è osservata, oppure può riferire di essere presente in entrambe
le copie.
Esperienze fuori dal corpoEsperienze fuori dal corpo: il paziente si sente trasferito completamente in una copia
di se stesso, dalla quale osserva il proprio corpo giacere passivamente.
Anche la stimolazione di TPO tende a produrre fenomeni analoghi, come varie altre
sensazioni dispercettive (es. vertigini o illusioni di allungamento e deformazione
degli arti).
TPO
Infine, alcuni disturbi di rappresentazione corporea possono dipendere da aspetti
legati a organizzazione (stabilitorganizzazione (stabilitàà) e riorganizzazione (plasticit) e riorganizzazione (plasticitàà) corticale) corticale.
A seguito dell’amputazione di una mano o dell’arto superiore, sono stati descritti
due tipi di fenomeni che possono essere manifestati dallo stesso paziente:
la stimolazione tattile del volto viene riferita dal paziente alle dita della mano
amputata � indica riorganizzazione corticale, con l’area del volto che si estende su
porzioni di corteccia adiacenti rimaste prive di afferenza
il paziente continua ad avere la sensazione che la parte amputata sia ancora
presente (arto fantasmaarto fantasma) � indica stabilità della organizzazione corticale, con l’arto
che continua ad essere rappresentato in corteccia nonostante la sua amputazione.
Nella corteccia somato-sensoriale
primaria, la regione che risponde a
stimolazione della mano e del braccio è
vicina a quella che risponde a stimolazione
della faccia
LL’’arto fantasmaarto fantasma può essere descritto in modo molto dettagliato dal paziente, come
avente una certa postura, una certa dimensione, determinate capacità di movimento.
E’ spesso accompagnato da manifestazioni dolorose che rendono questa
manifestazione clinicamente molto rilevante.
E’ stato osservato anche in bambini con aplasia congenita di arti, quindi in assenza
di una qualsiasi esperienza sensoriale precedente.
Fenomeni allucinativi come la percezione di arti soprannumeraripercezione di arti soprannumerari o la sensazione di sensazione di
una presenza alienauna presenza aliena sono stati osservati in pazienti con danno di varie aree corticali:
parietali, farebbero pensare a un’alterata collocazione spaziale delle percezioni
tattili e propriocettive sperimentate dal paziente durante il movimento
frontali, farebbero pensare ad una persistenza nell’attivazione della regione
premotoria successivamente all’esecuzione di un movimento
2. INCAPACITA’ DI LOCALIZZARE SPAZIALMENTE I SEGMENTI
CORPOREI
AutotopoagnosiaAutotopoagnosia
E’ solitamente conseguente a lesioni focali (tumorali o ictali) incentrate nella
regione parietale o occipito-parietale dell’emisfero dominante per il linguaggio.
Si manifesta come incapacità di indicare le parti del proprio corpo, di quello
dell’esaminatore o di un modello di figura umana. Il deficit può manifestarsi sia in
compiti di indicazione verbale che in un compito non verbale, dove il paziente deve
toccare per imitazione le parti del proprio corpo corrispondenti a quelle toccate
dall’esaminatore sul proprio corpo o modello di figura umana.
I pazienti commettono prevalentemente errori di tipo semantico (indicando parti del
corpo concettualmente simili a quelle richieste, per es. mano al posto del piede) o di
contiguità (indicando parti del corpo spazialmente vicine a quelle richieste, per es.
mano al posto del braccio).
AutotopoagnosiaAutotopoagnosia
E’ un disordine clinicamente raro la cui interpretazione non è univoca.
secondo una interpretazione si tratterebbe di un deficit linguistico specifico per
la categoria della parti del corpo (vedere studi che correlano il disturbo alla
frequenza di uso delle parole che indicano parti del corpo)
secondo un’altra di un deficit che fa parte di un disturbo più generale
nell’indicare le singole parti di una struttura complessa (ma tra i due tipi di disturbo
sono state trovate delle dissociazioni)
non può essere nemmeno attribuito a un deficit di consapevolezza
AutotopoagnosiaAutotopoagnosia
l’ipotesi più probabile è che rappresenti un disturbo genuino della disturbo genuino della
rappresentazione del corporappresentazione del corpo: i pazienti sarebbero consapevoli del proprio corpo,
capaci di usare la superficie corporea come mappa spaziale, avrebbero conoscenza
di come usare le parti del corpo, ma fallirebbero a localizzarle
Si osserva spesso in associazione ad altri disturbi neuropsicologici:
afasia e aprassia, tipicamente conseguenti a danni all’emisfero dominante per il
linguaggio
agrafia, acalculia, agnosia digitale e disorientamento destra-sinistra che nel loro
insieme costituiscono la sindrome di Gerstmann
Disorientamento destraDisorientamento destra--sinistrasinistra
E’ caratterizzato dall’incapacità del paziente di distinguere il lato destro dal sinistro
sul proprio corpo, su quello dell’esaminatore o sul modello di una figura umana.
Classicamente il riferimento è alla destra e alla sinistra del corpo rispetto al piano
medio-sagittale.
Clinicamente più frequente della autotopoagnosia, è osservato in seguito a lesioni
temporo-occipitali sia dell’emisfero sinistro [cui sembra essere maggiormente
associato il deficit di distinzione sull proprio corpo] che di quello destro [corpo
esaminatore o modello]. E’ probabile che lesioni dell’emisfero destro influenzino il
giudizio destra-sinistra soprattutto quando nel compito richiesto vi sia anche una
componente di rotazione mentale (distinzione su una figura rovesciata).
Agnosia digitaleAgnosia digitale
E’ l’incapacità di denominare o mostrare le proprie dita in seguito a comando
verbale e non verbale (indicando il dito toccato dall’esaminatore). E’ comunemente
descritto per la mano, ma può essere dimostrato anche per i piedi. Può essere più
accentuato per le tre dita centrali della mano. Riguarda entrambi i lati del corpo.
E’ stata considerata una forma parziale di autotopoagnosia, anche se casi di doppia
dissociazione [pazienti autotopoagnosici in grado di indicare correttamente le dita
della mano versus pazienti con disturbo selettivo per le dita della mano]
suggeriscono l’indipendenza delle due manifestazioni.
3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO
SomatoparafreniaSomatoparafrenia (l(l’’arto arto alienoalieno))
Nei disturbi descritti fino ad ora il paziente conserva la consapevolezza della
integrità del corpo e quella dell’appartenenza di ogni segmento corporeo a se stesso.
La somatoparafrenia, invece, è una condizione drammatica nella quale il paziente
perde la capacità di attribuire una parte del corpo a se stesso ed esibisce convinzioni
deliranti sulla presunta appartenenza del segmento corporeo (braccio, gamba) ad un
altro individuo (medico, parente, paziente che ha precedentemente occupato il letto
di degenza). Riguarda la metà controlesionale del corpo.
Può accompagnarsi a uno stato d’ansia del paziente per la propria condizione e,
addirittura, provocare reazioni violente da parte del paziente nei confronti dell’arto
alieno, che possono sfociare in manifestazioni autolesionistiche (misoplegiamisoplegia).
3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO
SomatoparafreniaSomatoparafrenia
E’ spesso osservata in associazione a neglect o gravi deficit sensoriali
(emianestesia) e motori (emiplegia) dei quali il paziente sembra essere
inconsapevole.
In realtà, ci sono evidenze che gli stessi deficit sensoriali e motori possano essere
una conseguenza diretta del deficit di consapevolezza corporea [es. caso della
paziente che attribuiva il proprio arto superiore alla nipote descritto da Bottini et al.,
2002].
Escluso che possa trattarsi di uno stato confusionale associato a una vasta lesione
cerebrale o di un disturbo psichiatrico, un ruolo importante nella sua manifestazione
potrebbe giocarlo una sensazione deficitaria di essere l’agente delle proprie azioni o
una mancanza di capacità di paragonare le azioni programmate con quelle
effettivamente eseguite.
3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO
Oltre a riguardare il possesso di una parte del corpo [somatoparafrenia], possono
riguardare l’assenza di consapevolezza per un lato del corpo e manifestarsi come
neglect personale o emisomatoagnosia e motorio [vedere la lezione precedente].
DISTURBI della
PROGRAMMAZIONE
MOTORIA
AprassiaAprassia
E’ un deficit nella esecuzione di gesti (azioni finalizzate)
Si contraddistingue per il fenomeno della dissociazione automatico-volontaria,
per cui il paziente non riesce su comando verbale ad eseguire un gesto che invece
esegue bene se deve compierlo di propria iniziativa o sollecitato dall’ambiente
Si manifesta prevalentemente in seguito a lesioni dell’emisfero sinistro,
dominante per il linguaggio
Non è attribuibile a un disturbo sensoriale o motorio primario e non è secondaria
a deficit di orientamento spaziale, di inerzia o intenzione motoria, di
rappresentazione del corpo
AprassiaAprassia
Le forme cliniche di questo disturbo possono essere distinte sulla base di due criteri:
anatomico, in base al distretto corporeo interessato dal disturbo
funzionale, in base al livello di compromissione dei meccanismi di
organizzazione del gesto
AprassiaAprassia
Le principali forme cliniche distinguibili sulla base del criterio anatomico sono:
aprassia aprassia buccobucco--faccialefacciale, caratterizzata da difficoltà del paziente a protrudere la
lingua, fischiare, dare un bacio, deglutire
aprassia del troncoaprassia del tronco, che riguarda la muscolatura assiale
aprassia degli artiaprassia degli arti, in particolare quella degli arti superiori
AprassiaAprassia
Data la frequente associazione con la afasia, secondo alcune interpretazioni
l’aprassia deriverebbe dalla compromissione di funzioni comuni al linguaggio e alla
prassia. D’altra parte si ritiene che il linguaggio sia emerso dalla comunicazione
gestuale. In particolare, l’aprassia è stata ritenuta un deficit di tipo simbolico
(astrazione e concettualizzazione) o della capacità di riprodurre sequenze
(caratteristica condivisa sia dal linguaggio che dalla prassia).
Tuttavia, casi di doppia dissociazione tra aprassia e afasia suggeriscono che i due
disturbi derivino dalla compromissione di funzioni separate.
AprassiaAprassia
Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di
organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:
programmazione del piano per lprogrammazione del piano per l’’azioneazione, la cui compromissione risulta nella
aprassia ideativaaprassia ideativa: il paziente ha difficoltà a utilizzare su comando oggetti di uso
comune, sia presi singolarmente (per es., usare il martello), che utilizzati in una
sequenza complessa (per es., usare la moka per preparare il caffe; preparare una
lettera da spedire). Il paziente può conservare la capacità di eseguire il movimento
su imitazione. Il disturbo riguarda entrambi gli arti. Gli errori più frequentemente
commessi sono errori di sequenza, uso erroneo di un oggetto, perplessità, omissioni.
E’ stato suggerito [De Renzi e Lucchelli, 1988] che alla base di questo disturbo vi
sia una amnesia d’uso, che impedisce ai pazienti di accedere adeguatamente al
repertorio semantico delle caratteristiche funzionali degli oggetti.
AprassiaAprassia
Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di
organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:
esecuzione del piano per lesecuzione del piano per l’’azioneazione, la cui compromissione risulta nella aprassia aprassia
ideomotoria: ideomotoria: in questo caso, il paziente pur essendo in grado di ideare correttamente
un piano d’azione non riesce a metterlo in pratica. Il paziente, quindi, non riesce ad
eseguire un gesto nemmeno su imitazione. Anche in questo caso il disturbo riguarda
entrambi gli arti. Alcuni errori commessi sono: perseverazioni, elementi estranei al
gesto, sostituzione con altro gesto.
Sono state documentate dissociazioni tra capacità di imitazione della configurazione
delle dita versus della postura della mano, e tra capacità di imitazione di un gesto
familiare e uno nuovo.
AprassiaAprassia
Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di
organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:
innervazioneinnervazione, la cui compromissione risulta nella aprassia aprassia melocineticamelocinetica: il
paziente esegue movimenti lenti, impacciati, incompleti delle dita e della mano,
limitatamente all’arto controlaterale alla lesione, pur mantenendo forza e sensibilità
normali. Si manifesta sia nelle attività quotidiane che nel contesto clinico (non si
caratterizza per il fenomeno della dissociazione automatico-volontaria). E’ un tipo
di aprassia poco comune, osservato sia dopo lesioni focali delle aree corticali
sensoriali e motorie primarie che dopo lesioni corticospinali, in pazienti con lieve
paresi. A differenza delle altre due forme, quindi, interpretabili come deficit dei
livelli superiori di organizzazione del gesto, questa forma di aprassia è interpretabile
come un disordine della motilità elementare.
DISTURBI della
MEMORIA
… CHE COS’E’
LA MEMORIA?
Modello gerarchico dei
processi percettivi
(Treisman e Gelade, 1980)
Modello modale del
funzionamento mentale
(Atkinson e Shiffrin, 1971)
Input ambientaleInput ambientale
REGISTRIREGISTRISENSORIALISENSORIALI
MEMORIA MEMORIA DIDI LAVOROLAVOROmente coscientemente cosciente
MEMORIA A LUNGOMEMORIA A LUNGOTERMINETERMINE
ATTENZIONEATTENZIONESELETTIVASELETTIVA RISPOSTARISPOSTA
Fase di elaborazione
PRE-ATTENTIVA
����Sensazione(inconsapevole, in parallelo)Analisi delle caratteristiche elementari della stimolazione in base a differenti dimensioni
Fase di elaborazione
ATTENTIVA
����Percezione(consapevole, in serie)• sintesi dei singoli attributi in un percetto coerente• categorizzazione e riconoscimento di oggetti
MEMORIA
La memoria è l’insieme di tutte le informazioni contenute nella nostra mente e la informazioni contenute nella nostra mente e la
capacitcapacitàà della mente di elaborare, immagazzinare e recuperare tale della mente di elaborare, immagazzinare e recuperare tale
informazioneinformazione.
L’informazione che arriva alla mente attraverso il sistema sensoriale può essere
elaborata sia per un uso a breve a termine (soluzione di un problema nel
presente) che per un uso a lungo termine (immagazzinata e recuperata nel futuro
quando necessaria per risolvere un problema). Queste operazioni vengono
eseguite da tre componenti specifiche di memoriacomponenti specifiche di memoria (magazzini della memoria)
che, oltre ad avere basi neurali distintebasi neurali distinte, sono caratterizzate da una propria propria
funzione, capacitfunzione, capacitàà e duratae durata.
MEMORIA... ... versoverso unun modellomodello integratointegrato di di funzionamentofunzionamento delladella mentemente
specifica le componenti di memoriacomponenti di memoria e include i processi di analisi sensoriale inizialeprocessi di analisi sensoriale iniziale della informazione e
una serie di processi di controlloprocessi di controllo (attenzione, ripetizione, codificazione e recupero) che governano
l’elaborazione dell’informazione entro ciascun magazzino e il suo passaggio da un deposito all’altro.
registro che contiene la
rappresentazione
completa dell’ambiente
circostante ottenuta dalla
analisi sensoriale pre-
attentiva ed automatica
detta anche memoria di lavoro, è
la parte della mente che
coscientemente pensa, calcola,
ragiona e prende decisioni. È
l’insieme dei contenuti consci
della percezione e del pensiero e
dei processi mentali che
agiscono su tali contenuti
contiene tutte le
conoscenze acquisite nella
esperienza passata
SIST ATTPOSTERIORE(SELEZIONE)
SIST ATTANTERIORE
(CONTROLLO-ESECUZIONE)
REGISTRO SENSORIALE
FUNZIONEFUNZIONE, creare e mantenere una traccia di tutta l’informazione sensoriale disponibile elaborata in
maniera preattentiva ed automatica. Si ritiene che esista un registro specifico per ogni sistema sensoriale, ma
sono state studiate a fondo soltanto quella relativa alla visione (che crea una traccia detta icona ed è
chiamata memoria iconica) e all’udito (che crea una traccia detta eco ed è chiamata memoria ecoica)
CAPACITCAPACITÀÀ, contiene tutta l’informazione sensoriale nella sua forma originale
DURATADURATA, memoria iconica 1/3 sec circa; memoria ecoica fino a 10 sec
ATTENZIONE SELETTIVAATTENZIONE SELETTIVA, meccanismo che controlla il flusso delle informazioni dal registro sensoriale
alla memoria di lavoro (ML). Poichè la capacità del registro sensoriale è molto grande, mentre quella della
ML è piccola, l’attenzione riduce il flusso dal primo al secondo comparto.
H R M
D L O
A Z T
H R M
(SPERLING, 1960)50 ms
MEMORIA di LAVORO...la mente attiva, conscia
FUNZIONEFUNZIONE, è il centro della percezione e del pensiero coscienti. L’informazione può entrare nella ML sia
dal registro sensoriale sia dalla MLT. Si ritiene che comprenda almeno tre componenti:
circuito circuito fonologicofonologico--articolatorioarticolatorio, elabora informazione verbale e la trattiene ripetendola verbalmente
taccuino taccuino visuovisuo--spazialespaziale, elabora informazione visuo-spaziale sotto forma di immagini mentali
esecutivo centraleesecutivo centrale, coordina tutte le attività mentali e l’ingresso in ML di nuove informazioni provenienti dal
registro sensoriale e dalla MLT
CAPACITCAPACITÀÀ, limitata. Si misura in SPAN. Circuito fonologico-articolatorio: quantità di materiale verbale
pari a quello che si riesce a pronunciare ad alta voce in 2 sec.
DURATADURATA, breve e dipendente dalla ripetizione di mantenimento.
RIPETIZIONE di MANTENIMENTORIPETIZIONE di MANTENIMENTO, processo grazie al quale un’informazione viene mantenuta per un
certo tempo nella ML.
MECCANISMI DI CODIFICA E RECUPERO
MEMORIA a LUNGO TERMINE...la mente e i suoi contenuti consci e inconsci
FUNZIONEFUNZIONE, mantiene una rappresentazione di tutte le conoscenze acquisite con l’esperienza
CAPACITCAPACITÀÀ, illimitata
DURATADURATA, anche se alcuni contenuti possono andare persi altri si conservano per tutta la durata della vita
TIPI TIPI DIDI MLTMLT
Da Da leggereleggere….
Una prima grande distinzione tra tipi di MLT è quella tra memoria memoria esplicitaesplicita o o dichiarativadichiarativa (che si può
testare direttamente e i cui contenuti possono essere riferiti direttamente) e memoria memoria implicitaimplicita o non o non
dichiarativadichiarativa (che si può testare indirettamente e i cui contenuti non possono essere riferiti direttamente).
I contenuticontenuti delladella MEME possono essere portati al livello di coscienza (memoria memoria consciaconscia) e hanno un alto grado
di flessibilità (possono essere richiamati anche in setting diversi da quelli in cui sono stati acquisiti;
possono essere combinati con altri contenuti espliciti al fine di condurre riflessioni, risolvere problemi,
pianificare azioni). I contenuti espliciti sono distinti in conoscenze di di tipotipo episodicoepisodico (la memoria delle
passate esperienze sotto forma di episodi specifici; hanno carattere spiccatamente personale) e di e di tipotipo
semanticosemantico (l‘insieme delle conoscenze personali sul mondo e su se stessi che non sono ricollegabili a
specifici episodi, sono più durevoli e stabili delle conoscenze episodiche). I contenuti della ME possono
diventare impliciti col passare del tempo.
A differenza dei contenuticontenuti delladella ME, quelli della MIMI non passano per la mente conscia. Una parte
consistente di ricordi impliciti sono quelli della cosiddetta memoria memoria proceduraleprocedurale che comprende abilità
motorie, abitudini e regole apprese inconsciamente (tacite). È possibile persino imparare a prendere
decisioni basate su regole complesse (o in generale svolgere compiti basati su regole complesse) senza
esserne coscienti. I contenuti della ME che diventano impliciti con il passar del tempo entrano a far parte di
questa categoria (es. guidare la macchina).
DISTURBI della MEMORIADISTURBI della MEMORIA
Classificazione:
DISTURBI DELLA MEMORIA A BREVE TERMINE
uditivo-verbale
visuo-spaziale
DISTURBI DELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE
deficit di memoria episodica o amnesiaamnesia (anterograda, retrograda, globale)
deficit di memoria semantica (demenza semantica)
deficit di memoria non dichiarativa
DEFICIT DI MEMORIA PROSPETTICA
… la memoria del futuro: ricordarsi di fare le cose!
Disturbi della MBT Disturbi della MBT uditivouditivo--verbaleverbale (fonologica)(fonologica)
E’ un disturbo del circuito disturbo del circuito fonologicofonologico--articolatorioarticolatorio..
I pazienti possono presentare difficoltà nel ricordare cifre in sequenza (come un
numero di telefono), nel comprendere frasi complesse, in cui è fondamentale
mantenere l’ordine delle parole, nel calcolare i resti quando pagano.
La prova più nota per individuare questo disturbo è il cosiddetto spanspan, che indica la
capacità della memoria fonologica. Consiste nel presentare uditivamente al paziente
sequenze di cifre (o parole bisillabiche) di lunghezza crescente che il paziente deve
ripetere immediatamente nell’ordine di presentazione. I pazienti hanno uno span di
cifre medio inferiore a 3.
Per diagnosticarlo, vanno esclusi disturbi di discriminazione fonologica e di altre
componenti di memoria.
Consegue a lesioni all’emisfero sinistro (parietali, temporali o frontali).
Disturbi della MBT Disturbi della MBT visuovisuo--spazialespaziale
E’ un disturbo del taccuino disturbo del taccuino visuovisuo--spazialespaziale..
I pazienti possono presentare difficoltà ad apprendere percorsi nuovi.
La prova più nota per individuare questo disturbo è il cosiddetto Test di CorsiTest di Corsi.
Consegue a lesioni temporo-parieto-occipitali destre.
AMNESIAAMNESIA
E’ un disturbo di memoria episodica o autobiografica.
Nella forma clinica della amnesia globaleamnesia globale si ha una compromissione di:
capacità di apprendere nuove informazioni a partire dall’esordio del disturbo
(amnesia anterogradaamnesia anterograda)
capacità di rievocare eventi del passato, antecedenti l’insorgenza della malattia
(amnesia retrogradaamnesia retrograda) di entità variabile
possibile presenza di confabulazioni
Sono invece preservate:
memoria a breve termine
memoria a lungo termine implicita
linguaggio e intelligenza
AMNESIAAMNESIA
Uno dei casi neuropsicologici più noti, descritto da Brenda Milner, è quello di H.M.
un paziente al quale furono asportati [1953] gran parte dei lobi temporali mediali
bilateralmente al fine di ridurre frequenza e gravità di crisi epilettiche conseguenti a
un trauma cranico e che, dopo l’intervento, manifestò una grave amnesia globale:
non era più in grado di apprendere alcuna informazione nuova (amnesia anterograda); per
es., pur essendo le sue funzioni linguistiche normali, non riuscì ad imparare nuove vocaboli
entrati in uso dopo il suo intervento. Addirittura, non riusciva a distinguere queste parole
nuove da parole inventate
presentava anche amnesia retrograda; per es., non era in grado di riconoscere le sue
fotografie, perché convinto di avere un’età molto inferiore a quella anagrafica
presentava anche dissociazione tra memoria implicita ed esplicita
la sua memoria procedurale era conservata
così come la memoria a breve termine, percezione, intelligenza
AMNESIAAMNESIA
Basi anatomo-funzionali
Ad H.M. furono asportati i tre quarti della formazione ippocapampale, il giro
paraippocampale (la corteccia entorinale fu completamente distrutta) e l'amigdala. Il
suo ippocampo era interamente silente ed i 2 centimetri rimanenti di tessuto
ippocampale risultarono atrofizzati, probabilmente perché la corteccia entorinale
(che costituisce la via d'ingresso principale a questa formazione) è stata
completamente distrutta. Subì inoltre la rimozione di parte della corteccia temporale
anterolaterale.
AMNESIAAMNESIA
Basi anatomo-funzionali
Il ruolo dell’ippocampo nella memoria è attualmente oggetto di dibattito:
modellomodello standardstandard elaborato sulla base del caso H.M.: l’ippocampo è implicato
nell’acquisizione di nuovi ricordi e nel consolidamento della loro traccia mnestica,
ma non è cruciale per il mantenimento di informazioni acquisite prima dell’evento
che ha causato amnesia
teoriateoria delladella tracciatraccia multiplamultipla: l’ippocampo è sempre implicato nel riattivare le
tracce mnestiche perchè ricostruisce il contestocontesto dell’episodio. Il fatto che i ricordi
più vecchi precedenti all’insorgere del disturbo siano conservati, potrebbe essere
dovuto al fatto che essendo stati rievocati maggiormente, sono associati ad un
maggior numero di tracce mnestiche che facilita il richiamo.
AMNESIAAMNESIA
Basi anatomo-funzionali
L’amnesia può essere provocata anche dalla lesione delle strutture cerchiate in rosso, che fanno
parte del circuito di Papez.
Questo circuito può essere danneggiato da lesioni di varia natura, ma anche da etilismo cronico
che provoca carenza di vitamina B1. L’amnesia da alcolismo cronico prende il nome di Sindrome Sindrome
di di KorsakoffKorsakoff e non differisce da quella osservata per lesioni temporali mediali (caso H.M.) salvo
per la presenza più frequente di confabulazioni
Il Circuito di Papez collega ippocampo, corpi mammillari, talamo anteriore, giro del cingolo
AMNESIAAMNESIA
Il quadro clinico della amnesia globale causata da lesioni focali alle strutture sopra
considerate è permanente. Tuttavia, l’amnesia globale può anche essere transitoriatransitoria:
è caratterizzata da netta amnesia anterograda e da amnesia retrograda che può
riguardare i ricordi acquisiti da poche ore ad alcuni anni
si tratta di attacchi di amnesia, la cui durata deve essere inferiore alle 24 h (in
genere da 4 a 12 h)
improvvisamente una persona comincia a chiedere informazioni su dove si trova,
cosa sta facendo, cosa sta succedendo, ripetendo di continuo le stesse domande
l’attacco non deve essere stato preceduto da crisi epilettica (non deve esserci
quindi riduzione dello stato di coscienza) o da trauma cranico
non devono essere presenti sintomi o segni neurologici focali
l’identità personale deve essere preservata (a differenza della fuga isterica)
AMNESIAAMNESIA
LL’’amnesia postamnesia post--traumatica traumatica conseguente a trauma cranico si riferisce ad un periodo
di durata variabile durante il quale il paziente è confuso, disorientato, soffre di
amnesia retrograda e anterograda. L’amnesia retrograda tende a ridursi con il
passare del tempo. Il recupero dei ricordi non è lineare, con la ri-emergenza di isole
di memoria le lacune tra le quali sono recuperate successivamente, e può permanere
una lacuna mnestica che varia da qualche secondo ad alcune ore prima del trauma.
L’amnesia post-traumatica si ritiene conclusa quando il paziente ricomincia ad
apprendere nuove informazioni.
E’ stata anche osservata, soprattutto in passato, in associazione a terapia
elettroconvulsiva.
AMNESIAAMNESIA
Mentre si ritiene che possano esistere forme di amnesia quasi esclusivamente di tipo
anterogrado di origine organica, le forme di amnesia retrograda pura o isolate
potrebbero essere solo di origine psichiatrica. L’amnesia psicogenaamnesia psicogena è caratterizzata
da perdita dell’identità personale e da una amnesia che di solito è esclusivamente
retrograda e a volte limitata ad un evento o periodo particolare. Deve esserci una
storia psichiatrica o trauma psichico recente (es. perdita di una persona cara). Si
risolve spontaneamente.
DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA SEMANTICAMEMORIA SEMANTICA
Sono stati descritti in pazienti con lesioni temporali bilaterali che, a differenza della
amnesia globale, riguardano la parte laterale e inferiore dei lobi temporali ed il polo
temporale. Queste aree possono essere compromesse a causa di encefalite erpetica
oppure da atrofia, cui è associata la demenza semantica.demenza semantica.
Consiste nella perdita delle conoscenze relative ai concetti, agli oggetti, alle persone, ai
fatti e al significato delle parole. Il disturbo iniziale è rappresentato da un’anomia, cui si
aggiunge un disturbo nella comprensione di singole parole.
Gli aspetti del linguaggio che non richiedono una elaborazione semantica (fonologia e
sintassi) sono preservati (per cui il paziente svolge nella norma compiti di discriminazione
fonologica, ripetizione, lettura a voce alta, scrittura).
Soprattutto è preservata la memoria episodica per cui il paziente ricorda gli episodi della
propria vita, gli appuntamenti, le cose da fare, le persone che incontra, ma non i nomi e non è
in grado di rievocare eventi pubblici che fanno parte della sua memoria enciclopedica.
DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA NON DICHIARATIVAMEMORIA NON DICHIARATIVA
A differenza dei pazienti amnesici che mostrano apprendimento procedurale intatto,
ci sono pazienti che in prove di apprendimento procedurale non mostrano alcun
miglioramento.
Deficit di apprendimento proceduraleDeficit di apprendimento procedurale sono stati osservati in
pazienti con morbo di Parkinson (degenerazione della sostanza nera)
pazienti con Corea di Huntington (degenerazione del nucleo caudato dei gangli
della base)
DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA PROSPETTICAMEMORIA PROSPETTICA
L’amnesia è un disturbo della memoria retrospettiva, ovvero una incapacità di
ricordare eventi che si sono già verificati (o prima dell’insorgere della malattia,
come nella amnesia retrograda, o dopo, come nella amnesia anterograda) i deficit di
memoria prospettica riguarda la memoria del futuro, ovvero la capacità di ricordare
le cose che si devono fare.
E’ un disturbo frequentemente lamentato dalle persone anziane ed è dovuto ad una
riduzione dellriduzione dell’’attivitattivitàà dei lobi frontalidei lobi frontali. E’ osservata anche per lesioni prefrontali.
Il ruolo dei lobi frontali nella memoria potrebbe riguardare specificamente la fase
del richiamo del ricordo, che sembra essere cruciale nella memoria prospettica.
Una condizione patologica particolare associata a disfunzione dei lobi frontali è
ll’’amnesia di origine amnesia di origine che riguarda le informazioni sul contesto spazio-temporale in
cui un evento si è verificato. Questo farebbe pensare ad un ruolo dei lobi frontali
nell’integrare i dettagli contestuali con gli eventi specifici.
DISTURBI della CONSAPEVOLEZZA
della MALATTIA
AnosognosiaAnosognosia
E’ un termine coniato all’inizio del 900 dal neurologo francese Babinski per
indicare la particolare condizione manifestata da alcuni pazienti cerebrolesi con
deficit neurologici o neuropsicologici di mancanza di consapevolezza e negazione
della malattia. Riguarda:
• deficit neurologici sensoriali e motori (anosognosia per la cecità corticale o
sindrome di Anton, per l’emianopsia, per l’emianestesia, per l’emiplegia)
• deficit cognitivi (neglect, afasia, amnesia, demenza di Alzheimer)
AnosognosiaAnosognosia
L’interpretazione di questo disturbo è ancora oggetto di dibattito.
• Secondo una interpretazione psicodinamica, la negazione della malattia sarebbe
un meccanismo di difesa messo in atto dal paziente
• La spiegazione psicodinamica non rende conto della asimmetria emisferica del
disturbo (prevalenza dopo lesioni emisferiche destre), della sua selettività in pazienti
con deficit neurologici e cognitivi. Inoltre, la scarsa correlazione dell’anosognosia
con la depressione suggerisce che è una spiegazione poco plausibile.
AnosognosiaAnosognosia
Una interpretazione più plausibile è quella che per ogni aspetto del funzionamento
sensoriale, motorio e cognitivo distingue due componenti, la funzionefunzione e il
monitoraggiomonitoraggio della stessa, indicando che le diverse forme di anosognosia riflettono
il danno di meccanismi specifici dedicati al monitoraggio delle diverse funzioni.
Secondo alcuni modelli, la anosognosia per i deficit motori e sensoriali potrebbe
essere causata non solo da una mancanza di monitoraggio, ma anche di intenzione e
attenzione, rispettivamente.
SISTEMA DI
MONITORAGGIO
SISTEMA DI
PIANIFICAZIONE
MOTORIA
ORGANO
EFFETTORE
COMUNICAZIONE
SISTEMA DI
MONITORAGGIO
SISTEMA DI
SELEZIONE
DELLO STIMOLO
COMUNICAZIONE
ORGANO
DI SENSO