neuropsicologia 26 febbraio

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DISTURBI VISUO-SPAZIALI

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Page 1: neuropsicologia 26 febbraio

DISTURBI

VISUO-SPAZIALI

Page 2: neuropsicologia 26 febbraio

Sono prevalentemente associati a lesioni delle regioni posteriori dell’emisfero

destro. Comprendono:

disordini dell’attenzione, dell’esplorazione e consapevolezza dello spazio

(neglect ed estinzione)

sindrome di Balint-Holmes (simultaneoagnosia, aprassia dello sguardo, atassia

ottica, deficit della stima delle distanze e della percezione della profondità)

alterazioni delle capacità visuo-motorie implicate nella produzione di

configurazioni complesse bi- e tridimensionali, mediante disegno o costruzione

(aprassia costruttiva)

deficit dell’orientamento topografico (amnesia e agnosia topografica)

Page 3: neuropsicologia 26 febbraio

Sindrome di Sindrome di BalintBalint--HolmesHolmes

simultaneoagnosia, aprassia dello sguardo, atassia ottica, deficit della stima delle

distanze e della percezione della profondità

Consegue a lesioni emisferiche destre di regioni associate a neglect, ma

quest’ultima non è una componente della sindrome anche se può essere presente

Page 4: neuropsicologia 26 febbraio

Sindrome di Sindrome di BalintBalint--HolmesHolmes

SimultaneoagnosiaSimultaneoagnosia, , incapacità di percepire più di un oggetto per volta nella scena

visiva

Aprassia dello sguardo, Aprassia dello sguardo, incapacità di muovere volontariamente lo sguardo per

portare in visione foveale oggetti di interesse nella periferia del campo visivo.

Il paziente affetto dalla sindrome in forma grave può comportarsi come se fosse

cieco: non ammicca ad una minaccia visiva, urta contro gli oggetti, cade al

momento di sedersi, non si orienta verso persone che gli si avvicinano, ha difficoltà

a leggere oltre la singola parola, a scrivere, e in generale a svolgere qualunque

compito richieda di prendere in considerazione più di un oggetto per volta…

… la sua esperienza visiva è quella di un caotico susseguirsi di eventi percettivi,

senza coerenza nello spazio e nel tempo

Page 5: neuropsicologia 26 febbraio

Aprassia costruttivaAprassia costruttiva

Incapacità di riprodurre, a memoria o su copia, costruzioni tridimensionali o disegni

bidimensionali complessi

Impegnano abilità visuo-spaziali, di pianificazione e monitoraggio dell’azione

motoria, processi esecutivi (memoria di lavoro visuo-spaziale), memoria semantica.

Si osserva anche dopo lesioni emisferiche sinistre

Figura complessa di Rey

Page 6: neuropsicologia 26 febbraio

Deficit dellDeficit dell’’orientamento topograficoorientamento topografico

Amnesia topografica, Amnesia topografica, difficoltà ad utilizzare una mappa interna che specifichi le

relazioni spaziali di un luogo rispetto ad altri trasformandola in indicazioni per la

navigazione. Il paziente non è in grado di ritornare alla propria stanza in ospedale,

di indicare la direzione per raggiungere un determinato posto, localizzare città e

nazioni su una mappa. La conoscenza verbale delle relazioni spaziali tra luoghi così

come la memoria visiva di particolari posti è preservata.

Agnosia topografica, Agnosia topografica, difficoltà a riconoscere edifici e luoghi specifici, con abilità di

navigazione risparmiate. Spesso si associa a prosopoagnosia

Page 7: neuropsicologia 26 febbraio

NEUROPSICOLOGIA

della

RAPPRESENTAZIONE CORPOREA

PROGRAMMAZIONE MOTORIA

MEMORIA

CONSAPEVOLEZZA DELLA

MALATTIA

Page 8: neuropsicologia 26 febbraio

Per una normale vita di relazione, in particolare per interagire adeguatamente con il

mondo che ci circonda è necessaria l’integrità di alcune funzioni fondamentali:

PERCEZIONE – ATTENZIONE - CONSAPEVOLEZZA

RAPPRESENTAZIONE dello SPAZIO

� una compromissione delle quali contribuisce al quadro clinico della sindrome del

neglect

FUNZIONI ESECUTIVE e di CONTROLLO

� sindrome frontale

RAPPRESENTAZIONE del CORPO

PROGRAMMAZIONE MOTORIA

Page 9: neuropsicologia 26 febbraio

DISTURBI della

RAPPRESENTAZIONE

del CORPO

Page 10: neuropsicologia 26 febbraio

La RAPPRESENTAZIONE CORPOREA è quell’insieme di funzioni cerebrali che

ci permette di conoscere in ogni momento la struttura (formaforma) e posizione (posturapostura)

dei vari segmenti corporei, consentendo la localizzazione di stimoli di interesse

nell’ambiente esterno e una opportuna programmazione ed esecuzione di azioni

verso di essi.

L’analisi dei disturbi della rappresentazione corporea ha messo in evidenza che

questa funzione non è svolta da un meccanismo cerebrale unico, ma comprende

delle componenti distinte, indipendenti dal punto di vista neurale, che possono

quindi essere selettivamente danneggiate dando origine a manifestazioni

patologiche diverse.

Page 11: neuropsicologia 26 febbraio

I disturbi della rappresentazione corporeadisturbi della rappresentazione corporea possono essere classificati come

alterazione della percezione dell’integrità del corpo (arto fantasma, arti

soprannumerari, duplicati del corpo, esperienze fuori dal corpo)

incapacità di localizzare spazialmente i vari segmenti corporei (autotopoagnosia,

disorientamento destra/sinistra, agnosia digitale)

disturbi di consapevolezza per un lato del corpo (emisomatoagnosia e neglect

motorio) e del possesso di parti del corpo (somatoparafrenia)

Page 12: neuropsicologia 26 febbraio

1. ALTERAZIONI DELLA PERCEZIONE DELLA INTEGRITA’ DEL CORPO

Una componente fondamentale della rappresentazione del corpo risiede

nell’integrità delle afferenze afferenze somatosomato--sensorialisensoriali, prevalentemente propriocettive,

elaborate in maniera largamente automatica per rilevare ogni cambiamento

posturale e tenere aggiornata la rappresentazione corporea. Ciò ci consente, per es.,

di spostarci ed eseguire movimenti corretti anche in assenza di input visivi.

Page 13: neuropsicologia 26 febbraio

Il medico inglese Jonathan Cole [1991] ha descritto i casi paradigmatici di due

pazienti che non erano più in grado di percepire alcuna afferenza tattile, dolorifica e

propriocettiva al di sotto delle spalle (caso I.W.) o della bocca (caso G.W.) a seguito

di reazioni autoimmunitarie conseguenti a infezione virale (deafferentazione deafferentazione

somatosomato--sensorialesensoriale dovuta a danno periferico).

Ad occhi chiusi, i pazienti non erano in grado di rilevare la posizione dei propri

segmenti corporei, come ad esempio la posizione di estensione o flessione della

gamba o il sollevamento passivo di un braccio.

Senza il controllo visivo questi pazienti non potevano svolgere alcuna attività

motoria (stare in piedi, camminare, raggiungere e afferrare oggetti).

Page 14: neuropsicologia 26 febbraio

I.W. e G.W. sono due esempi di come la visione integra possa essere usata per

compensare la mancanza di afferenze propriocettive e recuperare il controllo

motorio.

Di fatto, alcuni disturbi di rappresentazione corporea possono derivare proprio da

incapacitincapacitàà di integrare correttamente gli input provenienti da diverse moddi integrare correttamente gli input provenienti da diverse modalitalitàà

sensorialisensoriali e manifestarsi come fenomeni dispercettivi (allucinazioni).

Mettendo in conflitto le diverse informazioni sensoriali si possono indurre fenomeni

dispercettivi anche in soggetti neurologicamente indenni.

Page 15: neuropsicologia 26 febbraio
Page 16: neuropsicologia 26 febbraio

Fenomeni allucinatori autoscopici (� accompagnati da

esperienza visiva corrispondente) sono stati descritti in

pazienti con lesioni della giunzione temporo-parieto-

occipitale [TPO], un’area corticale associativa

importante per l’integrazione multisensoriale.

Duplicati del corpoDuplicati del corpo: il paziente ha la percezione di una doppia copia di sé, una che

osserva e l’altra che è osservata, oppure può riferire di essere presente in entrambe

le copie.

Esperienze fuori dal corpoEsperienze fuori dal corpo: il paziente si sente trasferito completamente in una copia

di se stesso, dalla quale osserva il proprio corpo giacere passivamente.

Anche la stimolazione di TPO tende a produrre fenomeni analoghi, come varie altre

sensazioni dispercettive (es. vertigini o illusioni di allungamento e deformazione

degli arti).

TPO

Page 17: neuropsicologia 26 febbraio

Infine, alcuni disturbi di rappresentazione corporea possono dipendere da aspetti

legati a organizzazione (stabilitorganizzazione (stabilitàà) e riorganizzazione (plasticit) e riorganizzazione (plasticitàà) corticale) corticale.

Page 18: neuropsicologia 26 febbraio

A seguito dell’amputazione di una mano o dell’arto superiore, sono stati descritti

due tipi di fenomeni che possono essere manifestati dallo stesso paziente:

la stimolazione tattile del volto viene riferita dal paziente alle dita della mano

amputata � indica riorganizzazione corticale, con l’area del volto che si estende su

porzioni di corteccia adiacenti rimaste prive di afferenza

il paziente continua ad avere la sensazione che la parte amputata sia ancora

presente (arto fantasmaarto fantasma) � indica stabilità della organizzazione corticale, con l’arto

che continua ad essere rappresentato in corteccia nonostante la sua amputazione.

Nella corteccia somato-sensoriale

primaria, la regione che risponde a

stimolazione della mano e del braccio è

vicina a quella che risponde a stimolazione

della faccia

Page 19: neuropsicologia 26 febbraio

LL’’arto fantasmaarto fantasma può essere descritto in modo molto dettagliato dal paziente, come

avente una certa postura, una certa dimensione, determinate capacità di movimento.

E’ spesso accompagnato da manifestazioni dolorose che rendono questa

manifestazione clinicamente molto rilevante.

E’ stato osservato anche in bambini con aplasia congenita di arti, quindi in assenza

di una qualsiasi esperienza sensoriale precedente.

Fenomeni allucinativi come la percezione di arti soprannumeraripercezione di arti soprannumerari o la sensazione di sensazione di

una presenza alienauna presenza aliena sono stati osservati in pazienti con danno di varie aree corticali:

parietali, farebbero pensare a un’alterata collocazione spaziale delle percezioni

tattili e propriocettive sperimentate dal paziente durante il movimento

frontali, farebbero pensare ad una persistenza nell’attivazione della regione

premotoria successivamente all’esecuzione di un movimento

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2. INCAPACITA’ DI LOCALIZZARE SPAZIALMENTE I SEGMENTI

CORPOREI

AutotopoagnosiaAutotopoagnosia

E’ solitamente conseguente a lesioni focali (tumorali o ictali) incentrate nella

regione parietale o occipito-parietale dell’emisfero dominante per il linguaggio.

Si manifesta come incapacità di indicare le parti del proprio corpo, di quello

dell’esaminatore o di un modello di figura umana. Il deficit può manifestarsi sia in

compiti di indicazione verbale che in un compito non verbale, dove il paziente deve

toccare per imitazione le parti del proprio corpo corrispondenti a quelle toccate

dall’esaminatore sul proprio corpo o modello di figura umana.

I pazienti commettono prevalentemente errori di tipo semantico (indicando parti del

corpo concettualmente simili a quelle richieste, per es. mano al posto del piede) o di

contiguità (indicando parti del corpo spazialmente vicine a quelle richieste, per es.

mano al posto del braccio).

Page 21: neuropsicologia 26 febbraio

AutotopoagnosiaAutotopoagnosia

E’ un disordine clinicamente raro la cui interpretazione non è univoca.

secondo una interpretazione si tratterebbe di un deficit linguistico specifico per

la categoria della parti del corpo (vedere studi che correlano il disturbo alla

frequenza di uso delle parole che indicano parti del corpo)

secondo un’altra di un deficit che fa parte di un disturbo più generale

nell’indicare le singole parti di una struttura complessa (ma tra i due tipi di disturbo

sono state trovate delle dissociazioni)

non può essere nemmeno attribuito a un deficit di consapevolezza

Page 22: neuropsicologia 26 febbraio

AutotopoagnosiaAutotopoagnosia

l’ipotesi più probabile è che rappresenti un disturbo genuino della disturbo genuino della

rappresentazione del corporappresentazione del corpo: i pazienti sarebbero consapevoli del proprio corpo,

capaci di usare la superficie corporea come mappa spaziale, avrebbero conoscenza

di come usare le parti del corpo, ma fallirebbero a localizzarle

Si osserva spesso in associazione ad altri disturbi neuropsicologici:

afasia e aprassia, tipicamente conseguenti a danni all’emisfero dominante per il

linguaggio

agrafia, acalculia, agnosia digitale e disorientamento destra-sinistra che nel loro

insieme costituiscono la sindrome di Gerstmann

Page 23: neuropsicologia 26 febbraio

Disorientamento destraDisorientamento destra--sinistrasinistra

E’ caratterizzato dall’incapacità del paziente di distinguere il lato destro dal sinistro

sul proprio corpo, su quello dell’esaminatore o sul modello di una figura umana.

Classicamente il riferimento è alla destra e alla sinistra del corpo rispetto al piano

medio-sagittale.

Clinicamente più frequente della autotopoagnosia, è osservato in seguito a lesioni

temporo-occipitali sia dell’emisfero sinistro [cui sembra essere maggiormente

associato il deficit di distinzione sull proprio corpo] che di quello destro [corpo

esaminatore o modello]. E’ probabile che lesioni dell’emisfero destro influenzino il

giudizio destra-sinistra soprattutto quando nel compito richiesto vi sia anche una

componente di rotazione mentale (distinzione su una figura rovesciata).

Page 24: neuropsicologia 26 febbraio

Agnosia digitaleAgnosia digitale

E’ l’incapacità di denominare o mostrare le proprie dita in seguito a comando

verbale e non verbale (indicando il dito toccato dall’esaminatore). E’ comunemente

descritto per la mano, ma può essere dimostrato anche per i piedi. Può essere più

accentuato per le tre dita centrali della mano. Riguarda entrambi i lati del corpo.

E’ stata considerata una forma parziale di autotopoagnosia, anche se casi di doppia

dissociazione [pazienti autotopoagnosici in grado di indicare correttamente le dita

della mano versus pazienti con disturbo selettivo per le dita della mano]

suggeriscono l’indipendenza delle due manifestazioni.

Page 25: neuropsicologia 26 febbraio

3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO

SomatoparafreniaSomatoparafrenia (l(l’’arto arto alienoalieno))

Nei disturbi descritti fino ad ora il paziente conserva la consapevolezza della

integrità del corpo e quella dell’appartenenza di ogni segmento corporeo a se stesso.

La somatoparafrenia, invece, è una condizione drammatica nella quale il paziente

perde la capacità di attribuire una parte del corpo a se stesso ed esibisce convinzioni

deliranti sulla presunta appartenenza del segmento corporeo (braccio, gamba) ad un

altro individuo (medico, parente, paziente che ha precedentemente occupato il letto

di degenza). Riguarda la metà controlesionale del corpo.

Può accompagnarsi a uno stato d’ansia del paziente per la propria condizione e,

addirittura, provocare reazioni violente da parte del paziente nei confronti dell’arto

alieno, che possono sfociare in manifestazioni autolesionistiche (misoplegiamisoplegia).

Page 26: neuropsicologia 26 febbraio

3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO

SomatoparafreniaSomatoparafrenia

E’ spesso osservata in associazione a neglect o gravi deficit sensoriali

(emianestesia) e motori (emiplegia) dei quali il paziente sembra essere

inconsapevole.

In realtà, ci sono evidenze che gli stessi deficit sensoriali e motori possano essere

una conseguenza diretta del deficit di consapevolezza corporea [es. caso della

paziente che attribuiva il proprio arto superiore alla nipote descritto da Bottini et al.,

2002].

Escluso che possa trattarsi di uno stato confusionale associato a una vasta lesione

cerebrale o di un disturbo psichiatrico, un ruolo importante nella sua manifestazione

potrebbe giocarlo una sensazione deficitaria di essere l’agente delle proprie azioni o

una mancanza di capacità di paragonare le azioni programmate con quelle

effettivamente eseguite.

Page 27: neuropsicologia 26 febbraio

3. ALTERAZIONI DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO

Oltre a riguardare il possesso di una parte del corpo [somatoparafrenia], possono

riguardare l’assenza di consapevolezza per un lato del corpo e manifestarsi come

neglect personale o emisomatoagnosia e motorio [vedere la lezione precedente].

Page 28: neuropsicologia 26 febbraio

DISTURBI della

PROGRAMMAZIONE

MOTORIA

Page 29: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

E’ un deficit nella esecuzione di gesti (azioni finalizzate)

Si contraddistingue per il fenomeno della dissociazione automatico-volontaria,

per cui il paziente non riesce su comando verbale ad eseguire un gesto che invece

esegue bene se deve compierlo di propria iniziativa o sollecitato dall’ambiente

Si manifesta prevalentemente in seguito a lesioni dell’emisfero sinistro,

dominante per il linguaggio

Non è attribuibile a un disturbo sensoriale o motorio primario e non è secondaria

a deficit di orientamento spaziale, di inerzia o intenzione motoria, di

rappresentazione del corpo

Page 30: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Le forme cliniche di questo disturbo possono essere distinte sulla base di due criteri:

anatomico, in base al distretto corporeo interessato dal disturbo

funzionale, in base al livello di compromissione dei meccanismi di

organizzazione del gesto

Page 31: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Le principali forme cliniche distinguibili sulla base del criterio anatomico sono:

aprassia aprassia buccobucco--faccialefacciale, caratterizzata da difficoltà del paziente a protrudere la

lingua, fischiare, dare un bacio, deglutire

aprassia del troncoaprassia del tronco, che riguarda la muscolatura assiale

aprassia degli artiaprassia degli arti, in particolare quella degli arti superiori

Page 32: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Data la frequente associazione con la afasia, secondo alcune interpretazioni

l’aprassia deriverebbe dalla compromissione di funzioni comuni al linguaggio e alla

prassia. D’altra parte si ritiene che il linguaggio sia emerso dalla comunicazione

gestuale. In particolare, l’aprassia è stata ritenuta un deficit di tipo simbolico

(astrazione e concettualizzazione) o della capacità di riprodurre sequenze

(caratteristica condivisa sia dal linguaggio che dalla prassia).

Tuttavia, casi di doppia dissociazione tra aprassia e afasia suggeriscono che i due

disturbi derivino dalla compromissione di funzioni separate.

Page 33: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di

organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:

programmazione del piano per lprogrammazione del piano per l’’azioneazione, la cui compromissione risulta nella

aprassia ideativaaprassia ideativa: il paziente ha difficoltà a utilizzare su comando oggetti di uso

comune, sia presi singolarmente (per es., usare il martello), che utilizzati in una

sequenza complessa (per es., usare la moka per preparare il caffe; preparare una

lettera da spedire). Il paziente può conservare la capacità di eseguire il movimento

su imitazione. Il disturbo riguarda entrambi gli arti. Gli errori più frequentemente

commessi sono errori di sequenza, uso erroneo di un oggetto, perplessità, omissioni.

E’ stato suggerito [De Renzi e Lucchelli, 1988] che alla base di questo disturbo vi

sia una amnesia d’uso, che impedisce ai pazienti di accedere adeguatamente al

repertorio semantico delle caratteristiche funzionali degli oggetti.

Page 34: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di

organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:

esecuzione del piano per lesecuzione del piano per l’’azioneazione, la cui compromissione risulta nella aprassia aprassia

ideomotoria: ideomotoria: in questo caso, il paziente pur essendo in grado di ideare correttamente

un piano d’azione non riesce a metterlo in pratica. Il paziente, quindi, non riesce ad

eseguire un gesto nemmeno su imitazione. Anche in questo caso il disturbo riguarda

entrambi gli arti. Alcuni errori commessi sono: perseverazioni, elementi estranei al

gesto, sostituzione con altro gesto.

Sono state documentate dissociazioni tra capacità di imitazione della configurazione

delle dita versus della postura della mano, e tra capacità di imitazione di un gesto

familiare e uno nuovo.

Page 35: neuropsicologia 26 febbraio

AprassiaAprassia

Da un punto di vista funzionale, Liepmann [1863-1925] distinse tre livelli di

organizzazione del gesto che possono essere selettivamente compromessi:

innervazioneinnervazione, la cui compromissione risulta nella aprassia aprassia melocineticamelocinetica: il

paziente esegue movimenti lenti, impacciati, incompleti delle dita e della mano,

limitatamente all’arto controlaterale alla lesione, pur mantenendo forza e sensibilità

normali. Si manifesta sia nelle attività quotidiane che nel contesto clinico (non si

caratterizza per il fenomeno della dissociazione automatico-volontaria). E’ un tipo

di aprassia poco comune, osservato sia dopo lesioni focali delle aree corticali

sensoriali e motorie primarie che dopo lesioni corticospinali, in pazienti con lieve

paresi. A differenza delle altre due forme, quindi, interpretabili come deficit dei

livelli superiori di organizzazione del gesto, questa forma di aprassia è interpretabile

come un disordine della motilità elementare.

Page 36: neuropsicologia 26 febbraio

DISTURBI della

MEMORIA

Page 37: neuropsicologia 26 febbraio

… CHE COS’E’

LA MEMORIA?

Page 38: neuropsicologia 26 febbraio

Modello gerarchico dei

processi percettivi

(Treisman e Gelade, 1980)

Modello modale del

funzionamento mentale

(Atkinson e Shiffrin, 1971)

Input ambientaleInput ambientale

REGISTRIREGISTRISENSORIALISENSORIALI

MEMORIA MEMORIA DIDI LAVOROLAVOROmente coscientemente cosciente

MEMORIA A LUNGOMEMORIA A LUNGOTERMINETERMINE

ATTENZIONEATTENZIONESELETTIVASELETTIVA RISPOSTARISPOSTA

Fase di elaborazione

PRE-ATTENTIVA

����Sensazione(inconsapevole, in parallelo)Analisi delle caratteristiche elementari della stimolazione in base a differenti dimensioni

Fase di elaborazione

ATTENTIVA

����Percezione(consapevole, in serie)• sintesi dei singoli attributi in un percetto coerente• categorizzazione e riconoscimento di oggetti

Page 39: neuropsicologia 26 febbraio

MEMORIA

La memoria è l’insieme di tutte le informazioni contenute nella nostra mente e la informazioni contenute nella nostra mente e la

capacitcapacitàà della mente di elaborare, immagazzinare e recuperare tale della mente di elaborare, immagazzinare e recuperare tale

informazioneinformazione.

L’informazione che arriva alla mente attraverso il sistema sensoriale può essere

elaborata sia per un uso a breve a termine (soluzione di un problema nel

presente) che per un uso a lungo termine (immagazzinata e recuperata nel futuro

quando necessaria per risolvere un problema). Queste operazioni vengono

eseguite da tre componenti specifiche di memoriacomponenti specifiche di memoria (magazzini della memoria)

che, oltre ad avere basi neurali distintebasi neurali distinte, sono caratterizzate da una propria propria

funzione, capacitfunzione, capacitàà e duratae durata.

Page 40: neuropsicologia 26 febbraio

MEMORIA... ... versoverso unun modellomodello integratointegrato di di funzionamentofunzionamento delladella mentemente

specifica le componenti di memoriacomponenti di memoria e include i processi di analisi sensoriale inizialeprocessi di analisi sensoriale iniziale della informazione e

una serie di processi di controlloprocessi di controllo (attenzione, ripetizione, codificazione e recupero) che governano

l’elaborazione dell’informazione entro ciascun magazzino e il suo passaggio da un deposito all’altro.

registro che contiene la

rappresentazione

completa dell’ambiente

circostante ottenuta dalla

analisi sensoriale pre-

attentiva ed automatica

detta anche memoria di lavoro, è

la parte della mente che

coscientemente pensa, calcola,

ragiona e prende decisioni. È

l’insieme dei contenuti consci

della percezione e del pensiero e

dei processi mentali che

agiscono su tali contenuti

contiene tutte le

conoscenze acquisite nella

esperienza passata

SIST ATTPOSTERIORE(SELEZIONE)

SIST ATTANTERIORE

(CONTROLLO-ESECUZIONE)

Page 41: neuropsicologia 26 febbraio

REGISTRO SENSORIALE

FUNZIONEFUNZIONE, creare e mantenere una traccia di tutta l’informazione sensoriale disponibile elaborata in

maniera preattentiva ed automatica. Si ritiene che esista un registro specifico per ogni sistema sensoriale, ma

sono state studiate a fondo soltanto quella relativa alla visione (che crea una traccia detta icona ed è

chiamata memoria iconica) e all’udito (che crea una traccia detta eco ed è chiamata memoria ecoica)

CAPACITCAPACITÀÀ, contiene tutta l’informazione sensoriale nella sua forma originale

DURATADURATA, memoria iconica 1/3 sec circa; memoria ecoica fino a 10 sec

ATTENZIONE SELETTIVAATTENZIONE SELETTIVA, meccanismo che controlla il flusso delle informazioni dal registro sensoriale

alla memoria di lavoro (ML). Poichè la capacità del registro sensoriale è molto grande, mentre quella della

ML è piccola, l’attenzione riduce il flusso dal primo al secondo comparto.

H R M

D L O

A Z T

H R M

(SPERLING, 1960)50 ms

Page 42: neuropsicologia 26 febbraio

MEMORIA di LAVORO...la mente attiva, conscia

FUNZIONEFUNZIONE, è il centro della percezione e del pensiero coscienti. L’informazione può entrare nella ML sia

dal registro sensoriale sia dalla MLT. Si ritiene che comprenda almeno tre componenti:

circuito circuito fonologicofonologico--articolatorioarticolatorio, elabora informazione verbale e la trattiene ripetendola verbalmente

taccuino taccuino visuovisuo--spazialespaziale, elabora informazione visuo-spaziale sotto forma di immagini mentali

esecutivo centraleesecutivo centrale, coordina tutte le attività mentali e l’ingresso in ML di nuove informazioni provenienti dal

registro sensoriale e dalla MLT

CAPACITCAPACITÀÀ, limitata. Si misura in SPAN. Circuito fonologico-articolatorio: quantità di materiale verbale

pari a quello che si riesce a pronunciare ad alta voce in 2 sec.

DURATADURATA, breve e dipendente dalla ripetizione di mantenimento.

RIPETIZIONE di MANTENIMENTORIPETIZIONE di MANTENIMENTO, processo grazie al quale un’informazione viene mantenuta per un

certo tempo nella ML.

Page 43: neuropsicologia 26 febbraio

MECCANISMI DI CODIFICA E RECUPERO

Page 44: neuropsicologia 26 febbraio

MEMORIA a LUNGO TERMINE...la mente e i suoi contenuti consci e inconsci

FUNZIONEFUNZIONE, mantiene una rappresentazione di tutte le conoscenze acquisite con l’esperienza

CAPACITCAPACITÀÀ, illimitata

DURATADURATA, anche se alcuni contenuti possono andare persi altri si conservano per tutta la durata della vita

TIPI TIPI DIDI MLTMLT

Page 45: neuropsicologia 26 febbraio

Da Da leggereleggere….

Una prima grande distinzione tra tipi di MLT è quella tra memoria memoria esplicitaesplicita o o dichiarativadichiarativa (che si può

testare direttamente e i cui contenuti possono essere riferiti direttamente) e memoria memoria implicitaimplicita o non o non

dichiarativadichiarativa (che si può testare indirettamente e i cui contenuti non possono essere riferiti direttamente).

I contenuticontenuti delladella MEME possono essere portati al livello di coscienza (memoria memoria consciaconscia) e hanno un alto grado

di flessibilità (possono essere richiamati anche in setting diversi da quelli in cui sono stati acquisiti;

possono essere combinati con altri contenuti espliciti al fine di condurre riflessioni, risolvere problemi,

pianificare azioni). I contenuti espliciti sono distinti in conoscenze di di tipotipo episodicoepisodico (la memoria delle

passate esperienze sotto forma di episodi specifici; hanno carattere spiccatamente personale) e di e di tipotipo

semanticosemantico (l‘insieme delle conoscenze personali sul mondo e su se stessi che non sono ricollegabili a

specifici episodi, sono più durevoli e stabili delle conoscenze episodiche). I contenuti della ME possono

diventare impliciti col passare del tempo.

A differenza dei contenuticontenuti delladella ME, quelli della MIMI non passano per la mente conscia. Una parte

consistente di ricordi impliciti sono quelli della cosiddetta memoria memoria proceduraleprocedurale che comprende abilità

motorie, abitudini e regole apprese inconsciamente (tacite). È possibile persino imparare a prendere

decisioni basate su regole complesse (o in generale svolgere compiti basati su regole complesse) senza

esserne coscienti. I contenuti della ME che diventano impliciti con il passar del tempo entrano a far parte di

questa categoria (es. guidare la macchina).

Page 46: neuropsicologia 26 febbraio

DISTURBI della MEMORIADISTURBI della MEMORIA

Classificazione:

DISTURBI DELLA MEMORIA A BREVE TERMINE

uditivo-verbale

visuo-spaziale

DISTURBI DELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE

deficit di memoria episodica o amnesiaamnesia (anterograda, retrograda, globale)

deficit di memoria semantica (demenza semantica)

deficit di memoria non dichiarativa

DEFICIT DI MEMORIA PROSPETTICA

… la memoria del futuro: ricordarsi di fare le cose!

Page 47: neuropsicologia 26 febbraio

Disturbi della MBT Disturbi della MBT uditivouditivo--verbaleverbale (fonologica)(fonologica)

E’ un disturbo del circuito disturbo del circuito fonologicofonologico--articolatorioarticolatorio..

I pazienti possono presentare difficoltà nel ricordare cifre in sequenza (come un

numero di telefono), nel comprendere frasi complesse, in cui è fondamentale

mantenere l’ordine delle parole, nel calcolare i resti quando pagano.

La prova più nota per individuare questo disturbo è il cosiddetto spanspan, che indica la

capacità della memoria fonologica. Consiste nel presentare uditivamente al paziente

sequenze di cifre (o parole bisillabiche) di lunghezza crescente che il paziente deve

ripetere immediatamente nell’ordine di presentazione. I pazienti hanno uno span di

cifre medio inferiore a 3.

Per diagnosticarlo, vanno esclusi disturbi di discriminazione fonologica e di altre

componenti di memoria.

Consegue a lesioni all’emisfero sinistro (parietali, temporali o frontali).

Page 48: neuropsicologia 26 febbraio

Disturbi della MBT Disturbi della MBT visuovisuo--spazialespaziale

E’ un disturbo del taccuino disturbo del taccuino visuovisuo--spazialespaziale..

I pazienti possono presentare difficoltà ad apprendere percorsi nuovi.

La prova più nota per individuare questo disturbo è il cosiddetto Test di CorsiTest di Corsi.

Consegue a lesioni temporo-parieto-occipitali destre.

Page 49: neuropsicologia 26 febbraio

AMNESIAAMNESIA

E’ un disturbo di memoria episodica o autobiografica.

Nella forma clinica della amnesia globaleamnesia globale si ha una compromissione di:

capacità di apprendere nuove informazioni a partire dall’esordio del disturbo

(amnesia anterogradaamnesia anterograda)

capacità di rievocare eventi del passato, antecedenti l’insorgenza della malattia

(amnesia retrogradaamnesia retrograda) di entità variabile

possibile presenza di confabulazioni

Sono invece preservate:

memoria a breve termine

memoria a lungo termine implicita

linguaggio e intelligenza

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AMNESIAAMNESIA

Uno dei casi neuropsicologici più noti, descritto da Brenda Milner, è quello di H.M.

un paziente al quale furono asportati [1953] gran parte dei lobi temporali mediali

bilateralmente al fine di ridurre frequenza e gravità di crisi epilettiche conseguenti a

un trauma cranico e che, dopo l’intervento, manifestò una grave amnesia globale:

non era più in grado di apprendere alcuna informazione nuova (amnesia anterograda); per

es., pur essendo le sue funzioni linguistiche normali, non riuscì ad imparare nuove vocaboli

entrati in uso dopo il suo intervento. Addirittura, non riusciva a distinguere queste parole

nuove da parole inventate

presentava anche amnesia retrograda; per es., non era in grado di riconoscere le sue

fotografie, perché convinto di avere un’età molto inferiore a quella anagrafica

presentava anche dissociazione tra memoria implicita ed esplicita

la sua memoria procedurale era conservata

così come la memoria a breve termine, percezione, intelligenza

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AMNESIAAMNESIA

Basi anatomo-funzionali

Ad H.M. furono asportati i tre quarti della formazione ippocapampale, il giro

paraippocampale (la corteccia entorinale fu completamente distrutta) e l'amigdala. Il

suo ippocampo era interamente silente ed i 2 centimetri rimanenti di tessuto

ippocampale risultarono atrofizzati, probabilmente perché la corteccia entorinale

(che costituisce la via d'ingresso principale a questa formazione) è stata

completamente distrutta. Subì inoltre la rimozione di parte della corteccia temporale

anterolaterale.

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AMNESIAAMNESIA

Basi anatomo-funzionali

Il ruolo dell’ippocampo nella memoria è attualmente oggetto di dibattito:

modellomodello standardstandard elaborato sulla base del caso H.M.: l’ippocampo è implicato

nell’acquisizione di nuovi ricordi e nel consolidamento della loro traccia mnestica,

ma non è cruciale per il mantenimento di informazioni acquisite prima dell’evento

che ha causato amnesia

teoriateoria delladella tracciatraccia multiplamultipla: l’ippocampo è sempre implicato nel riattivare le

tracce mnestiche perchè ricostruisce il contestocontesto dell’episodio. Il fatto che i ricordi

più vecchi precedenti all’insorgere del disturbo siano conservati, potrebbe essere

dovuto al fatto che essendo stati rievocati maggiormente, sono associati ad un

maggior numero di tracce mnestiche che facilita il richiamo.

Page 53: neuropsicologia 26 febbraio

AMNESIAAMNESIA

Basi anatomo-funzionali

L’amnesia può essere provocata anche dalla lesione delle strutture cerchiate in rosso, che fanno

parte del circuito di Papez.

Questo circuito può essere danneggiato da lesioni di varia natura, ma anche da etilismo cronico

che provoca carenza di vitamina B1. L’amnesia da alcolismo cronico prende il nome di Sindrome Sindrome

di di KorsakoffKorsakoff e non differisce da quella osservata per lesioni temporali mediali (caso H.M.) salvo

per la presenza più frequente di confabulazioni

Il Circuito di Papez collega ippocampo, corpi mammillari, talamo anteriore, giro del cingolo

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AMNESIAAMNESIA

Il quadro clinico della amnesia globale causata da lesioni focali alle strutture sopra

considerate è permanente. Tuttavia, l’amnesia globale può anche essere transitoriatransitoria:

è caratterizzata da netta amnesia anterograda e da amnesia retrograda che può

riguardare i ricordi acquisiti da poche ore ad alcuni anni

si tratta di attacchi di amnesia, la cui durata deve essere inferiore alle 24 h (in

genere da 4 a 12 h)

improvvisamente una persona comincia a chiedere informazioni su dove si trova,

cosa sta facendo, cosa sta succedendo, ripetendo di continuo le stesse domande

l’attacco non deve essere stato preceduto da crisi epilettica (non deve esserci

quindi riduzione dello stato di coscienza) o da trauma cranico

non devono essere presenti sintomi o segni neurologici focali

l’identità personale deve essere preservata (a differenza della fuga isterica)

Page 55: neuropsicologia 26 febbraio

AMNESIAAMNESIA

LL’’amnesia postamnesia post--traumatica traumatica conseguente a trauma cranico si riferisce ad un periodo

di durata variabile durante il quale il paziente è confuso, disorientato, soffre di

amnesia retrograda e anterograda. L’amnesia retrograda tende a ridursi con il

passare del tempo. Il recupero dei ricordi non è lineare, con la ri-emergenza di isole

di memoria le lacune tra le quali sono recuperate successivamente, e può permanere

una lacuna mnestica che varia da qualche secondo ad alcune ore prima del trauma.

L’amnesia post-traumatica si ritiene conclusa quando il paziente ricomincia ad

apprendere nuove informazioni.

E’ stata anche osservata, soprattutto in passato, in associazione a terapia

elettroconvulsiva.

Page 56: neuropsicologia 26 febbraio

AMNESIAAMNESIA

Mentre si ritiene che possano esistere forme di amnesia quasi esclusivamente di tipo

anterogrado di origine organica, le forme di amnesia retrograda pura o isolate

potrebbero essere solo di origine psichiatrica. L’amnesia psicogenaamnesia psicogena è caratterizzata

da perdita dell’identità personale e da una amnesia che di solito è esclusivamente

retrograda e a volte limitata ad un evento o periodo particolare. Deve esserci una

storia psichiatrica o trauma psichico recente (es. perdita di una persona cara). Si

risolve spontaneamente.

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DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA SEMANTICAMEMORIA SEMANTICA

Sono stati descritti in pazienti con lesioni temporali bilaterali che, a differenza della

amnesia globale, riguardano la parte laterale e inferiore dei lobi temporali ed il polo

temporale. Queste aree possono essere compromesse a causa di encefalite erpetica

oppure da atrofia, cui è associata la demenza semantica.demenza semantica.

Consiste nella perdita delle conoscenze relative ai concetti, agli oggetti, alle persone, ai

fatti e al significato delle parole. Il disturbo iniziale è rappresentato da un’anomia, cui si

aggiunge un disturbo nella comprensione di singole parole.

Gli aspetti del linguaggio che non richiedono una elaborazione semantica (fonologia e

sintassi) sono preservati (per cui il paziente svolge nella norma compiti di discriminazione

fonologica, ripetizione, lettura a voce alta, scrittura).

Soprattutto è preservata la memoria episodica per cui il paziente ricorda gli episodi della

propria vita, gli appuntamenti, le cose da fare, le persone che incontra, ma non i nomi e non è

in grado di rievocare eventi pubblici che fanno parte della sua memoria enciclopedica.

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DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA NON DICHIARATIVAMEMORIA NON DICHIARATIVA

A differenza dei pazienti amnesici che mostrano apprendimento procedurale intatto,

ci sono pazienti che in prove di apprendimento procedurale non mostrano alcun

miglioramento.

Deficit di apprendimento proceduraleDeficit di apprendimento procedurale sono stati osservati in

pazienti con morbo di Parkinson (degenerazione della sostanza nera)

pazienti con Corea di Huntington (degenerazione del nucleo caudato dei gangli

della base)

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DEFICIT DEFICIT DIDI MEMORIA PROSPETTICAMEMORIA PROSPETTICA

L’amnesia è un disturbo della memoria retrospettiva, ovvero una incapacità di

ricordare eventi che si sono già verificati (o prima dell’insorgere della malattia,

come nella amnesia retrograda, o dopo, come nella amnesia anterograda) i deficit di

memoria prospettica riguarda la memoria del futuro, ovvero la capacità di ricordare

le cose che si devono fare.

E’ un disturbo frequentemente lamentato dalle persone anziane ed è dovuto ad una

riduzione dellriduzione dell’’attivitattivitàà dei lobi frontalidei lobi frontali. E’ osservata anche per lesioni prefrontali.

Il ruolo dei lobi frontali nella memoria potrebbe riguardare specificamente la fase

del richiamo del ricordo, che sembra essere cruciale nella memoria prospettica.

Una condizione patologica particolare associata a disfunzione dei lobi frontali è

ll’’amnesia di origine amnesia di origine che riguarda le informazioni sul contesto spazio-temporale in

cui un evento si è verificato. Questo farebbe pensare ad un ruolo dei lobi frontali

nell’integrare i dettagli contestuali con gli eventi specifici.

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DISTURBI della CONSAPEVOLEZZA

della MALATTIA

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AnosognosiaAnosognosia

E’ un termine coniato all’inizio del 900 dal neurologo francese Babinski per

indicare la particolare condizione manifestata da alcuni pazienti cerebrolesi con

deficit neurologici o neuropsicologici di mancanza di consapevolezza e negazione

della malattia. Riguarda:

• deficit neurologici sensoriali e motori (anosognosia per la cecità corticale o

sindrome di Anton, per l’emianopsia, per l’emianestesia, per l’emiplegia)

• deficit cognitivi (neglect, afasia, amnesia, demenza di Alzheimer)

Page 62: neuropsicologia 26 febbraio

AnosognosiaAnosognosia

L’interpretazione di questo disturbo è ancora oggetto di dibattito.

• Secondo una interpretazione psicodinamica, la negazione della malattia sarebbe

un meccanismo di difesa messo in atto dal paziente

• La spiegazione psicodinamica non rende conto della asimmetria emisferica del

disturbo (prevalenza dopo lesioni emisferiche destre), della sua selettività in pazienti

con deficit neurologici e cognitivi. Inoltre, la scarsa correlazione dell’anosognosia

con la depressione suggerisce che è una spiegazione poco plausibile.

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AnosognosiaAnosognosia

Una interpretazione più plausibile è quella che per ogni aspetto del funzionamento

sensoriale, motorio e cognitivo distingue due componenti, la funzionefunzione e il

monitoraggiomonitoraggio della stessa, indicando che le diverse forme di anosognosia riflettono

il danno di meccanismi specifici dedicati al monitoraggio delle diverse funzioni.

Secondo alcuni modelli, la anosognosia per i deficit motori e sensoriali potrebbe

essere causata non solo da una mancanza di monitoraggio, ma anche di intenzione e

attenzione, rispettivamente.

SISTEMA DI

MONITORAGGIO

SISTEMA DI

PIANIFICAZIONE

MOTORIA

ORGANO

EFFETTORE

COMUNICAZIONE

SISTEMA DI

MONITORAGGIO

SISTEMA DI

SELEZIONE

DELLO STIMOLO

COMUNICAZIONE

ORGANO

DI SENSO