valle gesso - atl cuneese · 2011-05-25 · gias del vei del bouc (san giacomo d’entracque)...
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VALLE GESSO
Gias del Vei del Bouc
(San Giacomo d’Entracque)
Venerdì
Ci siamo di nuovo: eccoci in partenza!
Ci sto prendendo gusto e mi piace riempire lo zainetto-mucca con i peluches da portare
con me. Questa volta lo zaino dei giochi è bello gonfio e faccio fatica a chiuderlo. Chissà
perché Mamma non batte ciglio?
Oggi la meta è la Valle Gesso, una delle valli che fanno parte del Parco delle Alpi
Marittime, e precisamente andremo alla borgata di San Giacomo di Entracque (1213
mslm).
Passando, abbiamo pure visto dov‟è il nuovissimo (inaugurato nel giugno del 2010!)
Centro Faunistico del Lupo!
La strada di valle è stretta ma non accidentata, e ci sono un bel po‟ di piazzole per eventuali
fermate d‟emergenza.
Visto che il tempo sembra incerto
ma non brutto ci avviamo
immediatamente lungo il sentiero,
attraversando il ponte che c‟è
subito prima della borgata,
a sinistra (segnaletica
“Moncolomb”).
Prima, però, ci fermiamo a fare una meritata pappatoria nell‟area sosta che c‟è subito dopo
il ponte!
Appena seduta, io tiro
fuori dallo zainetto tutti
i miei amici chè mi piace
mangiare guardandoli. E
adesso so perché mamma
non ha battuto ciglio per
i tanti peluches che ho
preso: mi ha fatto sparire
tutti quelli grossi!
… E io non me ne
accorgo neppure!!!
C‟è un faggio grandissimo che in realtà sono quattro piante diverse. Io salgo sopra le radici
e faccio cucù a Papi dalle aperture e ci faccio il girotondo che bello!
Pappa, foto di rito e via, si
comincia a camminare lungo la
strada asfaltata (ma chiusa al
traffico) e io che sono di luna
buona mi avvio trulla trulla!!...
Per essere subito fermata
perché mi scivola giù lo
zainetto dalle spalle.
Mamma me lo sistema con
un laccio di riserva degli scarponi
di Papi e si riparte….
per fermarsi a guardare una magnifica
cascata tra i faggi!
Ci fermiamo vicino ai faggi più
grossi e io salgo su tutte le pietre
che posso e Mamma mi fa vedere le faggiole, ossia i gusci dei semini dei faggi simili un po‟
a quelli delle castagne,ma sono piccoli e non pungono e io mi diverto a riempirli di nuovo
con i semini e a gettarli nel terreno così magari crescono!
Poi c‟è un insieme di rocce che
formano una grotta dove
Mamma ci si infila sotto, ma
io no, non mi piace tanto….
Mi piace di più l‟altra parte
della grotta, dove ci sono le
pareti per il bouldering
(Mamma mi spiega che
significa “arrampicarsi su
grossi sassi” e che è tanto di
moda adesso, una volta si
chiamava sassismo e
nessuno lo filava).
Un paio di curve, ed ecco scoperto perché questa strada è asfaltata. Siamo arrivati alle Reali
Case di Caccia (1250 mslm) che erano casette (casette?!) che il re si faceva costruire qua e
là sulle montagne per andare a caccia.
Il re era Vittorio Emanuele II (detto “Toiu”) e siamo attorno agli anni 1865-1870.
Chissà perché le case di caccia dei Savoia sono sempre tutte a righe?
Qui ce ne sono due, una è chiaramente una casa alpina dei Salesiani di Cuneo, l‟altra è
privata e chissà di chi è. Mamma mi spiega che quella di destra ospitava le stalle, mentre
quella di sinistra era la casa vera e propria.
Ma che bel posto per una casa alpina!
E che faggi imponenti ci sono!
Quelli più grossi sono davanti alla
casa privata e non si vedono
bene, ma sono censiti tra gli
alberi monumentali della Regione
Piemonte. In realtà sono più
alberi che sono cresciuti così
vicini da fondersi assieme e
formando così dei tronchi giganteschi.
Quello che interessa a noi è che il sentiero passa tra le due case e subito dietro c‟è una bella
fontana con acqua freschissima.
Meno male! Eravamo senza acqua!!
Io me ne sto seduta sul
bordo e ne approfitto per
dare una lavata al mio
ciuccio
(“Ah! „Sto ciuccio!…”
direbbe Mamma…).
Mi bagno anche un po‟ i pantaloni ma Mamma dice che non fa niente, tanto non fa
molto freddo e asciugano subito da soli.
Da qui salgo sullo zainetto
che sono un poco stanca.
La strada si fa sterrata e sale
anche un po‟ di più, ed un
poco più noiosa se non fosse
per le mucche con cavalli ed
asinelli che incontriamo a
metà strada, al Gias
dell‟Aiera (1349 mslm).
Il clima è così così, minaccia pure un po‟ di pioggia e allora Mamma sistema il tettuccio
dello zainetto porta-bimbi. Da qui in poi, fino oltre al Gias del Rasur (1412 mslm) e al Pra
del Rasur (1394 mslm) io schiaccio un pisolino e così non vedo questo ampio vallone che
lascia Mamma e Papi senza parole: un ambiente che loro sono abituati a vedere pieno di
larici e abeti, e invece è popolato ancora una volta da bellissimi faggi.
Oramai è tutto in piano e soffia il vento e loro camminano di buon passo mentre io
ronfo. Mi sveglio bruscamente al Gias sottano del Vei del Bouc (1430 mslm), in mezzo ad
una mandria di mucche bianche (tante) e nere (poche) che scampanellano allegramente.
Veramente, si accorge Mamma, non sono proprio tutte mucche: la maggior parte sono
manze e… torelli.
Anzi, quello che sta
attraversando il torrente
sembra più un toro vero
e proprio…
Saranno anche mansuete,
ma anche se qui è
riparato dal vento, forse è meglio cercare un altro posto dove fare pappa…
Mangiamo al riparo di un cerchio di pietre, ma non ci soffermiamo troppo: il tempo di
mangiare qualcosa e fare due autoscatti, perché il vento è sempre più forte e allora ce ne
andiamo via.
Un po‟ sto sullo zainetto
e un po‟ cammino raccoglien-
do sassi chè in questi pantaloni
i sono tasche ampissime e ce
ne stanno tanti!
Ancora una scalata sul sassone gigante che se le nonne vedono la foto svengono e si
riparte.
Ma cosa vuol dire “Gias del Vei del Bouc”? Tradotto a spanne sarebbe “casotto del vecchio
del caprone”, e sarebbe legato ad una leggenda che vede un vecchio pastore che viveva con
un caprone. Morti entrambi, le acque si sollevarono per nasconderne le tombe, creando
l‟omonimo lago che si trova più in alto (2054 m): «In quel luogo solitario, sotto un
riparo roccioso, viveva un vecchio saggio in compagnia di un caprone. Prima di appartarsi
sui monti, l‟uomo aveva condotto brillante vita cittadina. Morto l‟animale, unico amico e
conforto del vecchio, anch‟egli si spense poco dopo. Il torrente Gesso che nasce sui monti
circostanti ebbe pietà di quei due corpi inanimati e li inghiottì, formando in quel luogo un
vasto e profondo lago» (“le Alpi Marittime e le Meraviglie del Monte Bego” di Enzo Bernardini).
Si ritorna per la stessa strada e al bar di San Giacomo e veniamo a sapere cose molto
curiose: per esempio questo paesino di tre case era
un importante valico per la Francia perché molto
vicino a Cuneo e perché meno caro, come pedaggio,
rispetto al Colle di Tenda. Le tre case erano: il Dazio,
la Chiesa e una Casa dei Pellegrini perché di qui
passavano i pellegrini che andavano… a Santiago de
Compostela!
Ma guarda te!
Mamma e Papi ci sono andati, a Santiago, ma non
sapevano che si passasse pure di qua! Lungo il Cammino di Santiago
E cosa c‟è dall‟altra parte del Colle di Finestre? St. Martin de Vesubie!
Ma guarda te!
È dove Mamma e Papi erano andati a vedere
“Alpha loup”, il Centro dei Lupi di Boreon!
E poi un signore ha fatto tutta una mostra
sulla storia dei catari che si sono rifugiati da
queste parti.
Ma guarda te!
Il centro Lupi di Boreon
Mamma e Papi ci sono andati, nella Linguadoca
nelle zone dell‟ultima resistenza Catara!
Il mondo è sempre più piccolo… e io sempre
più fame…. non vedo l‟ora di assaggiare la
polenta con il formaggio tipico di questi
posti… chissà… magari è meglio delle mie patatine! fortezza catara
INFO
località di partenza e di arrivo: San Giacomo di Valdieri (1213 m) – Gias sottano del Vei del Bouc (1430 m)
difficoltà: T
dislivello: 220 m
distanza: 7 km a/r
tempo di percorrenza: 1 ora 15 min
tipologia di percorso: strada asfaltata/sterrata
segnaletica: cartelli di legno
acqua: Baita Gelas, bar ristorante e foresteria, a San Giacomo (tel. 0171978704 – 3332573129 – 3334173912)
punti d’appoggio: Baita Gelas, bar ristorante e foresteria, a San Giacomo (tel. 0171978704 – 3332573129 –
3334173912)
periodo consigliato: da primavera all’autunno. D’inverno la strada per San Giacomo è chiusa per rischio
valanghe
cartografia: IGC n°8 “Alpi Marittime e Liguri”
come arrivare: Valle Gesso (Piemonte) – da Cuneo si prosegue in direzione Borgo San Dalmazzo, quindi SP 22
della Valle Gesso, poco dopo l’abitato di Valdieri bivio a sinistra per Entracque, quindi segnaletica per
San Giovanni
info: magnifico l’autunno, con i primi colori dei faggi, soprattutto se in contrasto con le nebbioline che si alzano
dai boschi.
indirizzi utili: http://montagna.provincia.cuneo.it/sentieri_alpini/valle_gesso ; Parco Naturale delle Alpi
Marittime, piazza Regina Elena 30, 12010 Valdieri (CN), www.parcoalpimarittime.it , tel. 017197397, e-mail
Franco Voglino/Annalisa Porporato
www.madotao.it