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06|2017 RAPPRESENTARE OGGI: NUOVI SCENARI PER NUOVE SFIDE PRODOTTI ALIMENTARI NOSTRANI: FINALMENTE L'ETICHETTA A "LUME" DI ALESSANDRO MORETTI IL PREMIO SEGALIN A POLITICA ARTIGIANA PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO periodico dell’Associazione Artigiani Venezia - anno XXX - n. 06 - 2017 - spedizione in A.P. -70% - DCI VE

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06|2017

RAPPRESENTARE OGGI: NUOVI SCENARI PER NUOVE SFIDE

PRODOTTI ALIMENTARI NOSTRANI: FINALMENTE L'ETICHETTA

A "LUME" DI ALESSANDRO MORETTI IL PREMIO SEGALIN

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Il sapere si insegna, il sapere si impa-ra. Ma il sapere anche si ruba. Quelliche un tempo si chiamavano Maestrierano appunto coloro i quali soggiace-vano a questa legge non scritta né tan-tomeno codificata del furto del sapere.Coloro che sapevano che i loro gesti,oltre che le loro parole e i loro veri epropri insegnamenti, i loro tic, i lorovezzi, i loro sguardi, i loro sentimenti,le loro manie, venivano costantementesottoposte ai raggi X dei ladri di sape-re, di quelli che in molti casi li avreb-bero superati domani, che domaniavrebbero osato di più. Troppo facilefare come il maestro, partite da quelloed entrare nel fango della creativitàassoluta per uscirne perfettamentepuliti era il loro nuovo traguardo.Sempre più in là. Il Maestro rinasci-mentale è una figura che è sopravis-suta fino agli anni 50, in alcuni casi fi-no al 60, in molti mestieri non era inu-suale sentir dare del Maestro all’arti-giano Senior, al capo bottega, al pa-drone di bottega. La Regione del Vene-to all’inizio degli anni 80 ha fatto ancheuna legge per concedere il titolo diMaestro Artigiano. Di solito si fa unalegge quando viene meno il relativopresidio culturale. Il caso del Vetro neè la riprova. Nessuno Maestro vetraioha fatto richiesta del titolo di MaestroArtigiano. Perché il vetro è l’unico ca-so in cui il Maestro fa parte del me-stiere, il mestiere non può esisteresenza questa figura. Non serve nessu-na legge per sancire questo, basta lafornace e la storia millenaria del vetro.Il Maestro è il vetro. Per questo quan-do muore un Maestro vetraio molto

vecchio, che ha già fatto tutta la suacarriera è un grande dolore, ma quan-do se ne va un Maestro ancora in atti-vità, che ancora sta dando molto al-l’arte del vetro è una tragedia che va aldi là della scomparsa pur dolorosa delsingolo. Colpisce l’arte. La cultura. Labellezza. In qualche modo i valori as-soluti di cui l’uomo di oggi è alla co-stante ricerca vengono intaccati ine-sorabilmente. E’ questo a cui ho pen-sato quando ho saputo della scompar-sa di Pino Signoretto, grande Maestroe grande artista. Non ci sarà più unpezzo uscito dalla sua sete di bellezza.Quindi saremo tutti un po’ più poveri, ilmondo sarà un po’ più brutto, senzacolore, senza forma. Anche Signorettoè stato un ladro di sapere, ha rubatocon gli occhi e con la mente con unavelocità incredibile. Però si è stancatosubito di rubare e ha iniziato una stra-da tutta sua che lo ha portato a speri-mentare cose mai viste. Come tutti i“ferri“ da gondola realizzati in vetro,perfettamente funzionali e in grado diessere utilizzati per vogare, forcolacompresa. E non ci sarà più nessunoche potrà rubare da lui e cercare disuperarlo se possibile, ma a Muranoda più di mille anni tutto è possibile.Per questo quando muore un Maestronel vetro come nel resto dell’artigia-nato d’arte i discorsi di circostanza èmeglio che lascino il posto al silenzio.Il silenzio del rispetto, della riflessio-ne. Il silenzio di un vuoto che non siriempirà più.

il direttore responsabile Gianni De Checchi

QUANDO MUORE UN MAESTRO

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indice

05|2017

editoriale03

STORIE

Orient e Africa Experience: un viaggio di sapori24

I 75 anni del negozio di Toni Moressa: l'ultimo calzolaio del Lido28

COTTO & CONFARTIGIANATO32

EVENTI

A "Lume" di Alessandro Moretti il Premio Segalin07

CATEGORIE

CIRCE....funziona ?11

Le Impiraresse: storia di una festa14

APPROFONDIMENTI

Il Grande Salto 2: per stare al passo con il tempo09

Il fiscalista: figura amica o temibile minaccia?20

CALEIDOSCOPIO VENEZIANO

Arciconfraternita di S. Cristoforo e della Misericordia: gli angeli della solidarietà30

CONSIGLI PER VOLERSI BENE32

A Palazzo Zenobio la prima edizione della Triennale della Fotografia Italiana22

"I Mestieri di Venezia", la Venezia che non si arrende27

"Appunti leggeri" dedicati a Carlo Scarpa29

Rappresentare oggi: nuovi scenari per nuove sfide17

RAPPORTO

"Vaise", dove liberarsi delle valige05

VENEZIA CHE CAMBIA

Ristorante/pizzeria "161": un intreccio di tradizione ed innovazione16

BENVENUTO TRA NOI

Paolo Doria, dal 1974 in Confartigianato, saluta i suoi i colleghi16

NEWS

Prodotti alimentari nostrani: finalmente l'etichetta12

NORMATIVE

LEGGENDO33

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Anno XXX - n. 6/2017Iscr.Trib. n. 877del 12.12.1986Periodico della AssociazioneArtigiani VeneziaConfartigianato

sede centraleVeneziaCastello S. Lio 5653/4tel. 041 5299211fax 041 5299259

Ca’ Saviovia Fausta 69/atel e fax 041 5300837

Lidovia S. Gallo 43tel 041 5299280fax 041 5299282

MuranoCampo S.Bernardo 1tel e fax 041 5299281

BuranoVia S.Mauro 58 tel e fax 041 5272264

PellestrinaS. Piero in Volta 110/Bloc. Portoseccotel e fax 041 5273057

direttore responsabileGianni De Checchi

vicedirettoreG.B. “Titta” Bianchini

testi a cura diClaudia Meschini

foto diarchivio Confartigianatoarchivio TostapaneGianmarco Maggiolini

direzione, redazionee amministrazioneCastello S. Lio 5653/4Venezia

progetto grafico e impaginazioneFabrizio Bergerwww.tostapane.biz

impianti & stampaL’Artegraficawww.lartegrafica.com

in copertinacampagna della FRAV legata alla finanziaria

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"Vaise", dove liberarsi delle valigeL'idea vincente di Martina Pignaffo,da studentessa a imprenditrice

Da studentessa a imprenditrice di unastart-up che potrebbe venire incontroalle esigenze di chi è stanco di viaggiare

portando lo zaino sempre con sèmentre visita una città o di

"trascinarsi" dietro trol-ley e valige nell'attesa

che la camera inhotel sia pronta. Arisolvere il proble-ma è il progettoinnovativo ideatodalla 27enne pado-

vana di Trebaseleghe(ma trevigiana d'ado-

zione) Martina Pignaffo.Diplomatasi al Liceo da

Vinci di Treviso e laureatasi inEconomia all'Università Bocconi diMilano nell'ottobre 2014, Martina dopoaver vissuto due anni in Lombardia per

gli studi, ha deciso di tornare a casa ecercare un impiego in Veneto perchè èqui che vuole vivere. "Ho così subito ini-ziato a lavorare in una delle 'Big Four'nell’ambito della consulenza e revisionecontabile per il settore bancario-assicu-rativo ma, spinta dalla voglia di metter-mi più in gioco in prima persona e difare qualcosa che sentissi più 'mio', lascorsa primavera ho deciso di lanciarmiin questa nuova avventura tutta in rosa,lasciando il lavoro nonostante avessimolta soddisfazione in ciò che facevo",spiega Martina.Ma che cos'è esattamente 'Vaise'? Sitratta del primo deposito bagagli auto-matizzato di Venezia. Un progetto chenasce con l’intento di creare un servizioconveniente, comodo e semplice dausare, dall’aspetto grintoso e vivace.Conveniente perché un box contiene

qui sopraMartina Pignaffo

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fino a quattro bagagli a mano, comodo grazie allaposizione strategica a pochi passi dai principali puntidi interesse turistico (uno si trova accanto al Mercatodi Rialto e l’altro tra il Teatro La Fenice e la Frezzeria)e semplice da usare grazie all’interfaccia intuitiva,disponibile in diverse lingue, che guida l’utente nellafase di deposito e ritiro.A Martina questa idea vincente è nata proprio viag-giando: "Mi capita spesso di trascorrere il weekend inaltre città e, viaggiando quasi sempre con più borse dipiccole dimensioni alle quali si aggiunge qualchespesa dell’ultimo minuto, tendo a preferire serviziautomatizzati che mi permettono di utilizzare un uni-co box per più colli. Quando poi per curiosità ho cer-cato se esistessero servizi simili nella città di Vene-zia, mi sono stupita scoprendo che non ve ne erano. Ioamo questa città e penso che non vi sia luogo menoadatto ad essere visitato con le valigie: le ruote deitrolley distruggono i gradini dei ponti, invadono calli evaporetti e intralciano non solo il cammino dei turistima anche quello dei residenti". Da qui la scelta diaprire un servizio di questo tipo a Venezia e di sce-gliere il cuore del centro storico della città, ovvero lazona di Rialto e di San Marco, per non costringere isuoi visitatori a spostarsi verso piazzale Roma e lastazione ferroviaria a piedi o in vaporetto, offrendo alcontempo un’alternativa a B&B, alberghi e apparta-menti turistici che non dispongono spesso di spazitali da poter garantire un servizio simile."Ho inoltrecercato di dare un’immagine vivace e giocosa al tuttoperché, in quanto economista, credo molto nell’im-patto estetico ed emotivo di un brand indipendente-mente dal servizio che esso rappresenta”, aggiungela giovane imprenditrice. Da qui la scelta del nomeche fa sorridere la gente del posto e provoca un cer-to scetticismo nei turisti che mi chiedono di "veis" odi "vaìs". E ancora il logo, i localie il materiale pubblicitario tuttorigorosamente fucsia, la nume-razione dei box in font giganteche richiama la numerazione uti-lizzata per le camere d’albergo ealtri gadget e dettagli ancora infase di progettazione.Ma come funziona esattamente"Vaise" ? "Il servizio di depositobagagli è attivo tutti i giorni del-l’anno dalle 9 alle 21 (con tariffea partire da 0,26 euro / h). L’uten-te che desidera usufruire delservizio può prenotare online ilproprio box o farlo direttamentein loco. All’interno di ogni localevi è poi un totem computerizzatoche guida l’utente nella fase di

prenotazione e riapertura del box. Il pagamento èconsentito solo con carta di credito per garantire lamassima tracciabilità delle operazioni e prevenire attimalavitosi. Infine, accanto allo schermo è disponibileun pulsante che permette di richiedere assistenzatelefonica in tempo reale: in questo modo l’utente vie-ne aiutato durante la fase di prenotazione del propriobox e può richiedere maggiori informazioni in meritoal servizio. All’interno dello stesso locale viene inoltreofferto un servizio di gestione chiavi rivolto a B&B eappartamenti turistici. Attraverso la locazione diminibox gli host possono così gestire e monitorare daremoto il ritiro e la riconsegna delle chiavi da partedei propri ospiti grazie all’app di "Vaise" disponibilesia per sistemi iOS che Android. Senza dimenticareche il servizio di ritiro e riconsegna chiavi è attivo finoall’una di notte."La sicurezza per noi è uno dei punti focali del proget-to - conclude Martina - i locali sono infatti soggetti avideosorveglianza continua durante gli orari di aper-tura e collegati con il servizio di vigilanza locale. Inol-tre è presente una copertura assicurativa per singolobox in caso di furto o danneggiamento ai beni deposi-tati". Oltre alla sicurezza "Vaise" però punta moltoanche sulla digitalizzazione dei servizi così da seguireal 100% le esigenze della clientela: "Tutto da noi èmolto digitale per poter offrire un servizio puntuale eaffidabile a un prezzo contenuto. Digitale però in que-sto caso non significa riservato alle generazioni piùgiovani e tecnologiche: l’interfaccia intuitivo, la strut-tura logica semplice composta da tre soli step e l’as-sistenza continua in caso di necessità rendono infatti ilservizio usufruibile anche da chi è meno avvezzo allatecnologia. Allo stesso modo l’app mobile che è statasviluppata per gli host è composta da poche funzioniessenziali e di facile utilizzo per tutti".

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A "Lume" di Alessandro Morettiil Premio SegalinUn originale connubio tra la lavorazione tradizionaledelle perle a lume e l'innovazione data da un sistema di cablaggio stampato in 3d

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Alessandro Moretti (Costantini Glassbe-ads), sezione vetro e ceramica, con ilsuo "Lume", un sistema di illuminazio-ne versatile, adattabile a piacere si èaggiudicato il Premio Rolando Segalinedizione 2017, un premio dedicato agliartigiani under 45 che nel corso dell'an-no si sono distinti per produzioni arti-gianali caratterizzate da elementi origi-nali. "Lume" è un singolare connubiotra la lavorazione tradizionale delle per-le a lume e l'innovazione data da un

sistema di cablaggio stampato in 3d checonsente di ottenere effetti particolari.Presente alla premiazione, avvenuta loscorso sabato 25 novembre nell'aulamagna della Camera di Commercio diVenezia, anche l'assessore comunalealla Coesione sociale, Simone Venturini,insieme alla presidente della Commis-sione consiliare Cultura, Giorgia PeaL'iniziativa, promossa dal figlio diRolando Segalin, Luca, in collaborazio-ne con Confartigianato Venezia e Con-fartigianato Imprese Veneto, vuolericordare il grande maestro “caegher”,scomparso nel 2014, premiando ognianno giovani artigiani veneti che si sia-no messi in luce per produzioni artigia-nali originali.“Un appuntamento con un duplicesignificato – ha sottolineato nel suointervento Venturini – perché raccontaagli altri l’importanza dell’artigianato aVenezia e aiuta a trasmettere a tutti lapassione per quest’arte del maestroSegalin. L’artigianato è attenzione allaricerca, alle materie prime, alla loro

qui sottoAlessandro Moretti

a destraun particolare della lavorazione di “Lume”

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lavorazione, è l’impegno della persona.La vicinanza tra artigianato e arte credosia importante soprattutto ora che laproduzione industriale ha preso ilsopravvento e, nonostante ciò, vi sianocomunque ancora persone alla ricercadell'oggetto unico e particolare. Un rin-graziamento alla giuria che si è dedica-ta alla selezione delle opere migliori eai partecipanti; vedere tanti giovani insala è un messaggio di speranza per ilfuturo perché la dedizione messa nellarealizzazione delle opere è messaggioforte alle istituzioni per chiedere mag-giore attenzione al mondo dell’artigia-nato che è arte”. "Per mantenere l'ec-cellenza bisogna essere molto severi -ha osservato Marino Folin - tra coloroche hanno presentato le opere ci sonoartigiani molto bravi, ma credo che pos-sano fare molto di più. Non lo dico perscoraggiare, ma servono coraggio,umiltà e studio". "Ciò che mi premevaera, nel ricordo di mio padre - ha ricor-dato Luca Segalin - mantenere viva estimolare la tradizione artigiana d'ec-cellenza della nostra amata regione".La giuria del premio, giunto quest'annoalla terza edizione, era composta dalfiglio Luca Segalin, da Massimo Caccia-ri, Marino Folin (ex rettore Iuav), dalsegretario di Confartigianato Venezia,Gianni De Checchi, da Francesco Giaco-min (Confartigianato Imprese Veneto) eda Giorgia Pea (presidente Commissio-ne cultura del Comune). Ben 25 le idee

ammesse, su un gran numero di con-correnti iniziali che rappresentavanotutte le 7 province del Veneto: 3 di Bel-luno, 4 di Padova, 3 di Treviso, 11 diVenezia, 2 di Vicenza, 2 di Verona. Segnoche il premio Rolando Segalin attraeidee non solo dalla città lagunare. Men-zioni speciali a Simona Marta Favrin(Forme d'Acqua brand di Ecosistemsas) per l'opera "Le Sirene", una nuovaidea di fontana luminosa per interninella quale convivono l'arte vetraiamuranese e la tecnologia software piùavanzata; e Silvio Potente (Cycledpro-ject.com) con una serie di accessori perl'abbigliamento, in particolare cinture,realizzati con il riutilizzo dei copertonida bici, per il carattere di eco-sostenibi-le ambientale ben interpretato.

a sinistra“Lume” di Alessandro Moretti

qui sottoLuca Segalin

e Massimo Cacciari

I nostri associati chehanno partecipato alPremio Segalin 2017:

Laura CimarostiOrafa, Via Bissuola 88 E,MestreDavideTrebbilavorazione bijotteria col vetro, Calle Conterie 9,MuranoStefano Bulloproduzione e restaurovetrate artistiche,Campo San Bernardo 9,Muranooltre ad AlessandroMoretti

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Il Grande Salto 2: per stare al passo con il tempoMassimiliano Bianchi e Graziano Chiaro e la visibilità sul web

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Nel 2013 Massimiliano Bianchi e Gra-ziano Chiaro hanno accompagnato leimprese artigiane veneziane in un per-corso di conoscenza che ha approfondi-to il tema del web business e degli affa-ri su internet. Ne è nato anche unlibretto, "Il grande salto", appunto.

Dopo quattro anni, un tempo enormenella velocità del cambiamento, è giun-to il momento di un Secondo GrandeSalto, per “non perdere il pedale con ilTempo”. Massimiliano Bianchi e Grazia-no Chiaro, nel corso di due nuovi incon-tri, svoltisi il 23 e 30 ottobre, hanno illu-strato i cambiamenti avvenuti, le nuovevelocità, le nuove regole, il nuovo saperfare per buoni affari sul web. Oggi anco-ra più facile, ancora più semplice. Per fare buoni affari sul web anzituttobisogna essere "visibili" e quindi benindicizzati e questo si può ottenereanche grazie ad una buona scelta delleparole chiave (keywords). Le keywordsono specifiche parole o frasi chiavedigitate nei motori di ricerca dagli uten-ti per ricercare informazioni. Per ogniparola chiave inserita, di norma, ilmotore restituisce un elenco di risorsedisponibili in rete ad essa collegate,fondamentale essere quindi nelle primepagine. I Motori di Ricerca utilizzano deisoftware automatici (spider o robot) cheesplorano il Web alla ricerca di conte-nuti, inseriscono i dati nel proprio data-base e li indicizzano: migliori sono lekeywords scelte, migliore l'indicizzazio-ne del nostro sito, importante quindiutilizzare keywords competitive, diffuse(per scopi di posizionamento di lungoperiodo), nonchè sempre e solo key-words inerenti le proprie attività e/oprodotti. Altra cosa fondamentale èaumentare il ranking del sito. Il rankingè una sorta di punteggio che Googleattribuisce al nostro sito web e allepagine che lo compongono. Le paginecon un valore di ranking più alto hannomaggiori probabilità di comparire nelleprime posizioni dei risultati del motore

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di ricerca su particolari parole chiave.Avere un ranking basso o alto equivale adire avere poca o molta visibilità suinternet, difatti gran parte del trafficoonline arriva dai motori di ricerca. Unranking alto può essere ottenuto sia inmodo organico, ovvero derivare dai con-tenuti legati dall’importanza e rilevanzadel sito rispetto alla ricerca e dipendereda come è strutturato il codice internodel sito, sia a pagamento utilizzandoGoogle AdWords Facebook Ads. SEO(Search Engine Optimization), insiemedi tecniche per rendere il sito interes-sante per i motori di ricerca e che agi-scono sui fattori relativi al sito stesso(“on-site”). L'obiettivo resta quello diincrementare il traffico utile e diminuirequello inutile, trasformando il sito in“valore” di scambio. Altro fattore importante è il SEM(Search Engine Marketing), insieme diazioni per rendere il sito interessanteper gli utenti. Il SEM agisce sui fattori di“popolarità” del sito nel mondo web(“off-site”) ed ha l’obiettivo di attrarre efidelizzare clienti, puntando ad aumen-tare il tasso di conversione“utenti/clienti”, in particolare per siti die-commerce.

Per comprendere infine lo "stato disalute" del nostro sito, bisogna indaga-re su Web Analytics, attività di raccolta,misurazione, analisi, reportistica deidati di traffico di un sito web. Obiettivo èquello di migliorarne l'usabilità, accre-scere la soddisfazione degli utentiaumentarne il traffico. Web Analyticsoffre diversi parametri di base: numerodi visite e di visitatori unici; pagine visi-tate e percorsi di visita; frequenza dirimbalzo, link popularity. I parametrievoluti riguardano invece: provenienzavisite, diretti, motori di ricerca, link daaltri siti, provenienza geografica degliutenti, tempo di ritorno delle visite, tas-so di conversione. Ultimo punto impor-tante i Social Media. Quali usare? Face-book: pagine aziendali, gruppi, chat,marketplace; Instagram: condivisionedi foto e video per raccontare storie;Youtube: video e filmati di qualsiasi tipo;Twitter: micro-blog. Chi “mi segue” milegge e leggo “chi seguo"; Linked-in: un"Facebook" per il mondo delle profes-sioni; App di "Messaggistica": comuni-cazione verbale o testuale, condivisionedocumenti, foto e infine WhatsApp eTelegram, quest'ultimo nato come con-corrente di WhastApp.

qui sopraGraziano Chiaro

nella pagina a destraMassimiliano Rasa

Presidente del Settore ImpiantiConfartigianato Venezia

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CIRCE....funziona ?Catasto Impianti termici. Dopo due anni di rodaggio i grandi assenti sono sempre le verifiche

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Salgono le Pm10, sale l'inquinamento esale l'attenzione di Confartigianato Ve-nezia sui controlli e la manutenzionedelle caldaie. Oltre 30 operatori del set-tore installazione e manutenzione diimpianti si sono confrontati, lo scorso

24 novembre a San Lio, con il diri-gente regionale ing. Alberto

Brunetti a capo del Ca-tasto Regionale degli

Impianti termici,un sistema di

controllo, di ac-catastamentoobbl igator iodelle apparec-chiature di cli-matizzazioneinvernale ed

estiva. Al centro dei la-

vori, a oltre dueanni dalla sua en-

trata in vigore, l'ope-ratività del catasto “CIR-

CE”. Circe, acronimo di Ca-tasto unico degli impianti termici e

dei Rapporti di Controllo di EfficienzaEnergetica, è un portale telematico con-trollato dalla Regione e ad uso delle dit-te autorizzate alla manutenzione degliimpianti termici iscritte alla Camera diCommercio. La serata è stata utile an-che per zoomare sulle buone pratiche diutilizzo delle caldaie ed illustrare gli ob-blighi e le prescrizioni di legge previstidalla Regione. Nello specifico il provve-dimento in questione è il D.P.R. 74/2013."La categoria ha da tempo preso le mi-sure del nuovo catasto telematico -spiega Massimiliano Rasa Presidentedel settore impianti - ma tutta la credi-bilità del sistema è messa in discussio-ne dall'assenza totale di verifiche daparte delle istituzioni; su quest'aspetto

stiamo assistendo ad uno stucchevolerimbalzo di responsabilità che di certonon ci aiuta".Ma come funziona il CIRCE? "Man manoche vengono effettuate le manutenzioni- prosegue Rasa - vengono registrateonline con tutte le caratteristiche dellecaldaie presenti sul territorio. A regimesarà quindi possibile avere la fotografiareale di tutti gli impianti esistenti sulterritorio, compresi quelli ancora noncensiti perché mai verificati, dando lapossibilità di individuare quali sono lecaldaie che di fatto possono presentareprofili di pericolosità e di maggior inqui-namento ambientale". "Il livello di pre-parazione e professionalità dei nostriimpiantisti è cresciuto tantissimo e perla categoria in questi anni la formazioneprofessionale e tecnica, grazie anche alnostro intervento, è diventata un ele-mento che garantisce il cliente finalesul risultato della prestazione; speria-mo che anche i consumatori apprezzinoquesto sforzo dando fiducia ad una ca-tegoria che da anni si mette in gioco neldistricarsi tra obblighi, novità tecniche edifficoltà di applicazioni sul tessuto edi-lizio Veneziano", afferma Giampaolo To-so referente per Confartigianato Vene-zia del settore Impianti. "Il catasto tele-matico CIRCE - conferma Michele Za-netti, Vice Presidente e responsabile delsettore condizionamento di Confartigia-nato Venezia - ha portato concreti bene-fici anche alle aziende operanti nel set-tore del condizionamento, troppo spes-so trascurato; queste procedure si stan-no rivelando per noi un'opportunità per-ché contribuiscono a far emergere que-sto specifico lavoro da una certa clan-destinità, dato che anche gli impianti dicondizionamento devono essere iscrittial Registro Telematico Regionale senzadistinzione alcuna".

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Prodotti alimentari nostrani:finalmente l'etichettaPalmisano: "Provvedimenti positivi che vanno oltre l'obbligo; una tutela per le nostre tipicità"

Lo scorso 22 ottobre è entrato in vigoreil provvedimento che introduce comeobbligatoria l'indicazione nell'etichettadella sede e dell'indirizzo dello stabili-mento di produzione o, se diverso, diconfezionamento dei prodotti alimenta-ri. Il regolamento si applica ai prodottialimentari preimballati destinati alconsumatore finale o alle collettività.La piena operatività scatterà a partiredal il 5 aprile 2018, al termine del pe-riodo transitorio. In questo lasso ditempo, gli alimenti potranno essereimmessi sul mercato o etichettati sen-za dover indicare la sede di produzionee potranno essere commercializzatianche dopo, fino all'esaurimento dellescorte. “Portiamo a casa un successo impor-tante - afferma Francesco Palmisano,presidente del settore alimentazione diConfartigianato Venezia-. La reintrodu-zione dell’obbligo di indicazione in eti-chetta dello stabilimento di produzionenon era infatti scontata. "Un provvedi-mento atteso – prosegue Palmisano –che aiuterà il consumatore a capire sela tipicità che sta scegliendo è prodottamagari all'estero dalle multinazionali,che spesso sono proprietarie di notimarchi locali, o se è davvero un prodot-to di produzione specifica locale. Unacosa molto importante, perché a diffe-renza delle industrie, che producono

ETICHETTATURA NUTRIZIONALEDEGLI ALIMENTIObblighi, adempimenti e opportunità per gli operatori del settore

SETTORE ALIMENTAZIONE

LA PARTECIPAZIONE E’ GRATUITAprevia prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti disponibili

Confartigianato Venezia

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finalizzati ad orientare -

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leggerle -

tori)

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nutrizionale dei prodotti

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alimentari elaborati.

la redazione.

CONVEGNO APERTO AL PUBBLICO

MARTEDÌ 28 NOVEMBRE 2017Castello San Lio 5653/4 - Venezia

ore 17.00Francesco Palmisano

Serena Baldan,

Andrea Coletti

nella pagina a destra, dall’altoAndrea Coletti, QuAlimenta Associazione Professionale

Francesco Palmisanodirigente settore Alimentazione -

Confartigianato Venezia

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dove costa meno e con materie prime stan-dardizzate, gli artigiani e le piccole impresepreferiscono utilizzare materie prime locali achilometro 0 e metodi di produzione tipici, of-frendo al consumatore, grazie ad una filierapiù corta, maggiori garanzie di qualità e tipici-tà. Differenze che finalmente, sapendo dove èstato fatto un prodotto, saranno individuabilisenza dubbi grazie all'etichetta”. Le impreseartigiane del settore alimentazione attive nelCentro storico storico sono 89 di cui 31 pizzeal taglio, 21 gelaterie, 3 pastifici, 11 pasticce-rie e 23 panificatori. Un comparto che almenoa livello aggregato non ha subito quel tracolloche ha investito altri settori legati alla doman-da urbana. Vero è che ha subito una profondatrasformazione interna polarizzandosi versoquelle attività prettamente legate alla doman-da turistica.

Alle informazioni sul luogo di produzione siaggiungono quelle relative alla dichiarazionenutrizionale in vigore dallo scorso 13 dicem-bre 2016 e che riguarda esclusivamente i pro-dotti preimballati. "Anche se solo una piccolaparte delle imprese alimentari veneziane è in-teressata dagli obblighi di legge - spiega Enri-co Vettore, responsabile Categorie di Confar-tigianato Veenzia - riteniamo che tutte le im-prese che confezionano i propri prodotti pos-sano trarre beneficio da questo provvedimen-to. Con l’introduzione dell’etichetta nutrizio-nale infatti viene data la possibilità alle impre-se artigiane di valorizzare i contenuti qualita-tivi dei propri prodotti, producendo una sortadi carta d’identità che consenta al consumato-re di poter apprezzare i valori del prodotto ar-tigiano, soprattutto nella competizione dimercato con il prodotto industriale seriale chegià da tempo fornisce queste indicazioni nu-trizionali".

Su tali temi Confartigianato Venezia, in colla-borazione con EBAV Ente Bilaterale Artigiana-to Veneto, ha organizzato lo scorso 28 novem-bre, un seminario tecnico sull'etichettaturadei prodotti alimentari aggiornato a questi ul-timi provvedimenti. L’incontro, a cui hannopartecipato numerosi operatori del settore, hafatto chiarezza su tutta una serie di aspetti,anche di natura applicativa, finalizzati adorientare al meglio i comportamenti di chi de-ve applicare le etichette (operatori alimentari)e di chi deve leggerle (consumatori).

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Le Impiraresse: storia di una festaLa festa delle Impiraresse di Luisa Conventi nasce grazie alla spontanea e generosa collaborazione di un gruppo di amici

La prima edizione della festa delleImpiraresse, letteralmente infilzaper-le, professione esclusivamente femmi-nile, che consiste nell'infilare piccoleperle veneziane, dette conterie, nascenel 2009, con l'idea di valorizzare unantico mestiere in un momento di fortecrisi, facendone conoscere le origini,l'arte e la storia. A raccontarci la gene-si di questa festa, giunta ormai allasettima edizione, è Luisa Conventi,ideatrice dell'iniziativa: "Organizzare laFesta delle Impiraresse, una dellepoche iniziative genuine presenti in cit-tà - spiega Luisa - implica mesi di lavo-ro, da parte mia e da parte di chi findall'inizio mi è stato accanto, mi haincoraggiato e dato consigli, personeche ben poco hanno a che fare con ilmondo delle perle e delle Impiraresse,ma che nel tempo si sono appassiona-te sempre più a questo antico mestie-re". Tutto è iniziato appunto nel 2009,quando Giovanna Purisiol, ex maestrad'asilo e grande amica di Luisa, accor-

gendosi del momento difficile che l'at-tività dell'amica stava attraversando,ha suggerito di creare un evento checoinvolgesse la città, facendo conosce-re un mondo ormai quasi scomparso.L'iniziativa ha portato i suoi frutti infat-ti ora molti commercianti tendono aspiegare ai propri clienti la genesi e il

in queste paginealcuni momenti della

Festa delle Impiraresse

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valore degli oggetti realizzati in perledi vetro di Murano in vendita nei loronegozi. "Giovanna è una fucina di ideee con lei un'altra decina di persone concui mi incontro settimanalmente perben quattro mesi per mettere a puntonuove idee per la Festa, come adesempio Maria Teresa Sega, storica,che quest'anno ha curato la mostra

fotografica, o il coreografo Ildo Bonatoche ha gestito musiche e costumi dellasfilata, Cristiana Bertini e Osvaldo ChePerez maghi del "trucco e parrucco",già impegnati per il Teatro La Fenice,Evamaria Lunger, formidabile sartaanche se la sua reale professione è diimpiegata regionale e ancora, Giam-paolo Simonetti, poeta, i cui versi que-st'anno hanno fatto da preludio all'en-trata delle modelle che indossavano igioielli in vetro della Ditta Gioia. Sitratta di persone che lavorano, in ami-cizia, gratuitamente, per rendere ognianno più bella e coinvolgente quest'ini-ziativa, offrendo spontaneamente laloro generosa collaborazione, le loroidee e la loro professionalità". È giusto sottolineare che i pannelli cheraccontano la storia delle Impiraresse,erroneamente attribuiti nello scorsonumero di Politica Artigiana ad altri,sono stati curati da Maria Teresa Segacoadiuvata per la grafica da ElisabettaBorsetti. La mostra dei materiali edarnesi di lavoro con relative spiegazio-ni dei termini dialettali e del loro uso èstata invece interamente curata daLuisa Conventi.

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Ristorante/pizzeria "161": un intreccio di tradizione ed innovazione Gestito da più di trent'anni dalla fami-glia Menon, il ristorante e pizzeria"161", in Via Sandro Gallo 161 al Lido diVenezia, offre un ambiente familiaredove gustare specialità tradizionali del-la cucina veneziana e mediterranea. Ini-zialmente gestito dai coniugi Menon cheproponevano piatti di pesce e di carnerealizzati dietro la direzione di mammaMaria, il ristorante è stato poi rilevatodai figli Elena e Paolo. Oggi a gestirlo èsolo Paolo, coadiuvato dalla figlia Irene.Paolo Menon si è specializzato inabbondanti e gustosi piatti di pesce,come ad esempio il luculliano "antipa-sto Menon", un ricco misto di bollito e dicrudi. Un intreccio di tradizione ed inno-vazione che viene accompagnato daun’ottima scelta di vini veneti e toscani.E naturalmente non mancano le gusto-se pizze farcite.

Benvenuto tra noi!

Paolo Doria, dal 1974 in Confartigianato,saluta i suoi i colleghi E' arrivato anche per PaoloDoria il tempo della meritatapensione. Doria ha iniziato adoperare in Artigianato nel 1974quando la sede dell’Associa-zione si trovava all'Accademiae non come oggi a San Lio.Dapprima come responsabiledell'Ufficio Segreteria, perl'appunto nella vecchia sedeall'Accademia, e poi, a partiredal 1988, nell'Ufficio staccatodi Ca' Savio. Lo hanno volutosalutare con un piccolo rinfre-sco tutti i suoi colleghi, augu-randogli di godersi ora il meri-tato riposo ed il meritato tem-po libero, da dedicare alla fa-miglia, agli amici ed a tutti isuoi hobby.

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Rappresentare oggi:nuovi scenari per nuove sfideAll ex-Convento di San Francesco di Conegliano il seminario dei dirigenti di Confartigianato Venezia

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Lo scorso 2 dicembre i dirigenti, rappre-sentanti di categoria di ConfartigianatoVenezia, testimonial dell'Associazione,così li ha definiti il segretario Gianni DeChecchi, si sono incontrati e confrontatisu diversi argomenti legati soprattuttoal tema "artigianato e rappresentanza".Di problematiche e nuove sfide che ilmondo artigiano sta vivendo oggi, han-no disquisito Andrea Bertoldini, presi-dente Confartigianato Imprese Venezia,Salvatore Mazzocca, presidente Confar-tigianato Imprese Città Metropolitana,Gianni De Checchi, segretario Confarti-gianato Venezia, Francesco Giacomin,segretario Confartigianato Imprese Ve-neto, Giorgio Gagliardi segretario Con-fartigianato Imprese Città Metropolitanadi Venezia, GIorgio Brunetti economista,aziendalista, Jimmy Trabucco, direttoreSani In Veneto e Francesco Polo, EnricoVettore, Roberta Dal Corso, GiampaoloToso dell'Ufficio Categorie di Confarti-gianato. Nel corso del seminario si èparlato dei nuovi servizi per la fidelizza-zione delle imprese, dell'assistenza sa-nitaria integrativa per gli artigiani del

Veneto, delle occasioni di business lega-te al web, ovvero il MEPA, Mercato Elet-tronico della Pubblica Amministrazionee Amazon Made in Italy, ma anche di oc-casioni di risparmio da prendere in seriaconsiderazione come l'offerta CAEM perGas e luce a buon mercato. Non si è tra-scurato un tema importante per la vita-lità delle imprese ovvero quello dellaformazione ed il "valore aggiunto" offer-to dall'essere un associato tesserato diConfartigianato. Francesco Giacomin siè soffermato sui numeri chiave dellePMI veneto: "nel 1975 l'80% dei bisognidei soci veniva soddisfatto dal pubblico,nel 2018 i numeri sono invertiti, l'80%viene dai privati. Nel mondo dell'ediliziaesiste un problema di comunicazione,crescono i risparmi ma manca la fiducianel futuro per decidere di "mettere ma-no" al portafoglio e investire. Purtroppo,il Veneto più risparmia e più arretra. Bi-sogna investire e al contempo tutelaregli interessi attraverso precisi accorditra le parti. Oggi come ConfartigianatoImprese Veneto vogliamo concentrarcisu cose di primaria importanza: fisco,

qui sopraAlcuni Dirigenti ConfaritigianatoVenezia con i Funzionariall’ex convento di San Francesco di Conegliano

nella pagina a sinistrain altoIrene (a sinistra), Paolo e Maria, le tre generazioni della PizzeriaMenon

in bassoPaolo Doria salutato da Gianni De Checchi

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lavoro, burocrazia. Con la burocraziache frena non riusciremo mai ad esserecompetitivi". Giacomin si è soffermatoanche sul rincaro degli affitti in centrostorico: "Venezia non è un presepe ina-nimato, non puoi dire viva l'artigianato epoi affittare il tuo locale a 6mila euro almese!"."Quale città per i nostri figli? La Veneziaancora possibile" è il tema affrontato daGiorgio Brunetti: "il turismo è una leb-bra che si espande e coinvolge tutti.Siamo in una situazione simile a quellaverificatasi tra la fine del Medioevo el'inizio del Rinascimento. Siamo di fron-te ad un fatto epocale, dove la velocitàdel cambiamento fa la differenza. I "dri-ver" del futuro sono la finanza (che do-mina il mondo di oggi) e la rivoluzionetecnologica. La digitalizzazione è unmorbo che si diffonde ed anche Veneziaè dominata dal Mercato, per cui bisognalavorare sul rilancio delle Università,sulla Cultura e sulla salvaguardia delpatrimonio paesaggistico e lagunare,temi che riguardano l'umanità e non iveneziani soltanto. Nel 500 dicevano "ilpericolo vien dal mare, da terra ma so-prattutto dagli uomini"...possiamo dirloanche oggi ?". Salvatore Mazzocca, il piùanziano Presidente Confartigianatod'Italia, ha esordito con una domanda

provocatoria: "che ruolo vuole esplicita-re in questa società la Confartigianato?Apprezzo molto il ruolo dell'Associazio-ne nel difendere la città dall'invasione"dei barbari". Venezia è un grandebrand che tutti vogliono sfruttare, maVenezia non esplicita un ruolo ammini-strativo in questo senso. Bisogna rilan-ciare l'Associazione di Venezia, perchèquesta è una città prestigiosa e bisognapuntare sui giovani e noi che giovani nonlo siamo più dobbiamo dar loro il nostrosapere affinchè possano andare avanti emigliorarsi. Bisogna diventare unasquadra e superare la crisi della rap-presentanza, un Sistema è tale se si co-mincia a sentirlo come nostro ed è ne-cessaria una lotta di sistema per un ri-lancio economico". La parola è infine passata a Giorgio Ga-gliardi, il più giovane Segretraio Confar-tigianato d'Italia, che parlando del ruolodelle Associazioni, ha detto "in questomomento non è importante essere piùin alto degli altri, essere più competiti-vi...bensì essere più avanti. Non ci do-vrebbe infatti essere competizione tra leAssociazioni, la vera sfida da raccoglie-re deve essere quella di proiettarsi "piùavanti", cioè avere la capacità di inter-cettare iniziative, attività...che sianoun'opportunità per così essere non solo

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un'associazione di servizi ma di servi-zio. Bisogna investire nei rapporti, per-ché prima o poi i risultati arriveranno. Ilcambiamento non dev'essere il cambia-mento di uno solo, noi siamo una galas-sia. Le vicinanze, l'incontro sono fonda-mentali per una struttura come la no-stra. L'Associazione e l'Associazioni-smo sono un muscolo che va allenato.La condivisione deve essere a monte”.Gagliardi poi spende una parola sinceraper la nostra struttura, affermando: "Hotrovato una struttura affamata di cresci-ta. Oggi bisogna ricevere dal mercatodelle indicazioni fondamentali, perchéla società è flessibile, attenta...liquida esi adegua alle esigenze. Il rapporto traassociati e associazione è binario. Gliassociati portano in associazione i loroproblemi per cercarne una soluzione,l'associazione ne fa la sintesi e offredelle risposte: necessità e bisogni crea-no adesione alla struttura che, da partesua, deve sposare obiettivi comuni daportare avanti con serenità e serietà".

I Dirigenti di Confarigianato Veneziapresenti al seminario a Conegliano:Giancarlo Bareato, Fabrizio Berger,Andrea Bertoldini, Francesco Busato,

Matteo Busolin Giorgio Fantin,Edoardo Follador, Antonio Moressa,Damiano Nardin, Francesco PalmisanoMassimiliano Rasa, Pergiorgio Rosa.

a destra dall’altoGiorgio Brunettieconomista e aziendalistaJimmy Trabucco, Direttore Sani in Veneto

qui sottoDirigenti Confartigianto Veneziapresenti all'incontro

nella pagina a sinistraAndrea Bertoldini, Presidente Confartigianato Imprese VeneziaSalvatore MazzoccaPresidente Confartigianato ImpreseCittà Metropolitana, Gianni De Checchi, segretario Confartigianato Venezia

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Il fiscalista: figura amica o temibile minaccia?

di Marina De Stefani

Il commerciante, l’artigiano, cliente ,contribuente e indiscusso leader dellapropria singola e preziosa attività èsempre impegnato nello svolgimento enell’arricchimento del proprio mestiere.Con creatività, impegno e sacrificiocerca in tutti i modi di raggiungerequella tranquillità economica che pos-sa assicurare a sé e alla propria fami-glia almeno un vivere dignitoso.Già il mercato ci mette del suo ad osta-colare questo progetto: la concorrenza,ad esempio, è una dei nemici più spie-tati dell’artigiano il quale, nella quasitotalità dei casi, è costretto a “giocare aribasso” nella presentazione dei pre-ventivi per il lavoro richiesto; e quellamoltitudine di attività commerciali cheall’occhio dei compratori SONO TUTTIUGUALI, in realtà SEMBRANO uguali.

Ma un oculato cliente si accorge delladiversità, dell’originalità del prodotto,della differenza dei materiali utilizzati,della provenienza, in due parole dellaqualità !Ma quanti sono questi clienti?!?!? ….TROPPO POCHI!!!, perché la stragran-de maggioranza di chi passa davanti aquelle vetrine, per prima cosa guardaIL PREZZO!!!….forse senza nemmenofermarsi a pensare in cosa consistequella differenza tra 1 € e 5 €… E’ LOSTESSO PRODOTTO!!!! HO TROVATOL’AFFARE!!!!. Il mercato è quindi indub-biamente difficile e pieno di minacce.E in questa situazione già così ricca diostacoli……”ci si mette anche ilfisco!!!….”In più di qualche occasione in Associa-zione ho sentito dire: “...a novembre

a destra Marina De Stefani

commercialistae revisore contabile

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alle 10.00 ho la chiamata alle armi….appun-tamento per vedere il bilancio”, oppure conaria afflitta “…sono qui per il calcolo degliacconti…mi posso sedere….” o ancora “Buon-giorno, ho appuntamento con il

consulente…sono venuto a sen-tire di che morte devo

morire….”.MAMMA MIA !!!!

…..MA DOVE SIA-MO?!?!??! IN UNNUOVO GIRONEDELL’INFERNO!!!!Poi mi sono sof-fermata un attimoa pensare per

capire l’effettivostato d’animo di

molte nostre aziende.Effettivamente venire dal

consulente o dal commer-cialista dell’Associazione che

sia, è una "continua sorpresa". Fosse positivaalmeno potrei capire….Ma al di là di tutte le temute imposte che uncontribuente deve pagare (Irpef, Iva, Irap,Ritenute, Inps,…) sono le NOVITA’ al quale ècostretto ad adeguarsi che sono sempre piùdeterminanti.Pensiamo ad una delle ultime novità delGoverno. In un colpo solo il contribuente si ètrovato davanti:• obbligo di asseverazione per le compensa-

zioni• obbligo telematico degli F24• rideterminazione della base imponibile ACE• definizione agevolata dei debiti in riscossione• definizione agevolata delle controversie tri-

butarie• riforma del regime contabile delle imprese

in contabilità semplificataTraduco in poche righe alcuni di questi obblighi:1. Obbligo di asseverazione: i contribuentiche hanno crediti IVA e IRPEF per un importomaggiore a 5.000¤ (prima 15.000¤) deveavvalersi di un professionista abilitato cheapponga un visto di conformità, affinché lasomma possa essere utilizzato in compensa-zione.Per il professionista un maggior lavoro, unmaggior costo per aumento dell’assicurazio-ne, per ore di lavoro e responsabilità.Per il cliente: un ladrocinio!!!! un’ingiusti-zia!!!… “questa nuova manovra mi impoveri-sce ulteriormente per poter utilizzare dei sol-

di che sono già miei!!!!…..”2. F24 con compensazione: obbligo di usare icanali telematici per qualsiasi somma e qual-siasi tipo di imposta utilizzata in compensa-zione.Per il consulente un doppio lavoro di compi-lazione ed invio con probabilità che la praticavenga rigettata e debba ricominciare tuttodaccapo.Per il cliente: altri costi!!!!3. Definizione agevolata delle somme iscrittea ruolo: “…finalmente qualcosa di buono!!!”.Uno sconto su tutti i pagamenti rimasti inarretrato, vengono eliminate le sanzioni!!!!I fiscalisti vengono travolti da richieste dicontribuenti che vogliono cogliere l’opportu-nità di “sistemarsi, risparmiando magariqualcosina”. Partono le verifiche, i conteggi,le simulazioni, ….. ma poi tanti si accorgonoche pagare in tempi così ristretti, come pro-posto dal Governo, non è possibile.Ma arriviamo alla novità dell’anno: la piùeclatante….. la riforma del regime contabileper le imprese in contabilità semplificata: gliartigiani e i commercianti vengono assimilatiai professionisti: ormai si prescinde dallacompetenza economica (metodo utilizzatopraticamente da sempre).Una misura che è stata “venduta” come unmodo per andare incontro alle imprese, mache invece si traduce per più di 2 milioni dicontribuenti nel nostro Paese, tra le impreseindividuali e società di persone, in una mag-giorazione di costo legati alla tenuta dellacontabilità.Momenti di confusione generalizzata!Regole non chiare, uno studio continuo permesi da parte di chi come noi ha il delicatoruolo di amministrare delle aziende per capi-re come funziona questo nuovo progettogovernativo, ma soprattutto quali sono iriflessi su ogni singola impresa.SI’….l’adattamento AD OGNI SINGOLAIMPRESA, perché questo è il ruolo che pensodebba avere una struttura moderna ed effi-ciente di servizi come Confartigianato oggi esoprattutto in futuro: non applicare le nuovenorme indistintamente su tutti, ma analizza-re ogni singolo contribuente ed inserirlo,dove obbligatorio o conveniente nel “nuovomodo finanziario e contabile” con il minortrauma o il maggior beneficio possibile.

Dott.ssa Marina De StefaniUffici Consulenza Fiscale e Tributaria

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A Palazzo Zenobio la prima edizione della Triennaledella Fotografia ItalianaCecilia Pennisi tra i 110 fotografi in mostra

Si è tenuta dall'11 novembre al 9 dicem-bre nella sede di Palazzo Zenobio, Fon-damenta del Soccorso 2596, Dorsoduro,la prima edizione della Triennale dellaFotografia Italiana, iniziativa organizza-ta dalla Fondazione Arte Contempora-nea. Curatore dell’evento Giorio Grego-rio Grasso, storico e critico d’arte,direttore, Luigi Gattinara. Obiettivo diquesta prima edizione è stato non solodi aprire a un vasto pubblico una rasse-gna di opere fotografiche di alto livelloartistico, culturale ed espressivo, maanche di dar voce e riportare sulle sce-ne italiane ed internazionali la "Foto-grafia Italiana" spesso sottostimataanche nel nostro Paese. "Noi crediamoche i valori culturali intrinsechi di chi ènato su questa penisola conservi nelproprio DNA tutti quei codici espressiviche hanno dato al mondo intero nonsolo un contributo artistico e culturaledi ineguagliabile bellezza, ma una svol-ta epocale" Hanno affermato i curatoridella Triennale. Sono stati ben 110 i fotografi italianipresenti alla mostra con una o più foto-grafie e tra questi anche la nostra sociaCecilia Pennisi, fotografa free lance,associata all'Associazione NazionaleFotografi Professionisti TAU. Il suo stu-dio si trova ai Gesuiti in Corte delle Can-dele, lo "Studio Fotografico PennisiPhoto Artist". Di Cecilia qui proponiamola foto esposta alla Triennale ed è leistessa a descriverla" L’opera è statarealizzata a Salzano all’interno di unopera d’arte in un ex fabbrica. L’artistaha voluto ricordare il vecchio ruolo cheha avuto Salzano nella storia, ovvero,quello di essere la prima fabbrica tessi-le industriale, creando lavoro per mol-tissime persone e costruendo quelloche è l’attuale centro di Salzano. Il ros-

so sta a significare le numerose mortiavvenute in casi di povertà e assenza diprotezioni che hanno fatto da contorno atutta la nostra storia italiana. Attaccan-domi a questo, ho voluto accentuare ilmessaggio di povertà e di speranza cheriecheggiava nella stanza. Un’anima,interpretata dall'attrice serba, venezia-na d'adozione, Bojana Lazarevic, hacreato questa magia".Variegato ed eclettico il lavoro di CeciliaPennisi: "Realizzo foto commerciali edartistiche per conto di artigiani, preva-lentemente stilisti, ma anche per liberi

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professionisti e privati, non mancanopoi i servizi matrimoniali. Sono attrez-zata per scattare sia in interna che inesterna - spiega Cecilia - ad esempiorecentemente ho realizzato il catalogodi moda per la nuova collezione di unastilista di Eraclea". Cecilia è figlia d'ar-te, infatti sua madre, Maria ChiaraGerolimi, fotografa di still life, l'ha indi-rizzata fin da piccola ad amare quest'ar-te. "Ho frequentato poi l'Istituto d'Arte

acquisendo quindi una cultura artisticache poi ho cominciato ad applicare allafotografia". Attualmente Cecilia stalavorando ad una mostra dal tema mol-to forte: la violenza contro le donne:"non si tratta però di foto cruente, vogliodare un messaggio positivo, di libera-zione, di riscatto e di solidarietà". Con-gelare un attimo in una fotografia è ilmodo migliore di intrappolare un ricor-do, questo il suo motto.

nella pagina a sinistraCecilia Pennisi

a destra L’opera della Pennisi esposta a Palazzo Zenobio

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Orient e Africa Experience: un viaggio di saporiI bistrot etnico-solidale di quei giovani immigrati che ambivano a un futuro migliore. E l'hanno trovato.

Un viaggio di sapori quello che venezia-ni e turisti intraprendono entrando inuno dei tre locali nati da un'idea diHamed Ahmadi, regista e rifugiato poli-tico afghano, oggi imprenditore che dàlavoro (e speranza) agli immigrati deiCentri d'Accoglienza veneziani. Veneziae l’Oriente. Un legame forte che prose-gue da secoli e che si ritrova anche inambito culinario. Proprio in questa cit-tà, accanto a osterie, bacari e cicheteriedove si può assaporare il tipico ciboveneto e veneziano, troviamo alcunilocali interessanti dove assaggiare piat-ti provenienti da diverse culture medio-rientali. Uno di questi è l’Orient Expe-rience, un accogliente ristorantino congastronomia, con due sedi a Cannaregioe Dorsoduro, dove è possibile assaggia-re una miriade di piatti provenienti dalVicino e Medio Oriente, tutti di ottimaqualità, adatti anche – all’occorrenza – avegetariani e vegani. La sede originaledel locale si trova in Rio Terà Farsetti aCannaregio, ma ha avuto così tanto suc-cesso da costringere l’apertura dellaseconda sede, più centrale, in Campo S.

Margherita. Il menu spazia da riso aorzo e cous cous, pietanze di carne,pesce o verdure. Si passa da piatti per lopiù sconosciuti ai non iniziati alla cucinamediorentale – come le kofta afghane,polpette di agnello o di manzo con pru-gne e noci, o il dolma siriano, involtinodi cavolo ripieno di riso, speziato conaneto e menta – a pietanze note e piùfamiliari come falafel, hummus, salsatzatziki e moussaka greca. La formulasicuramente più gettonata dalla mag-gior parte della clientela – composta dagiovani universitari, turisti o sempliciappassionati della buona cucina medio-rientale – nonché quella che permettedi assaporare pietanze diverse, è il piat-to misto di carne o vegetariano. Il piatto,diviso in tre, permette di abbinare comeaccompagnamento diversi tipi di riso ocous cous e due pietanze principali(carne o verdure). Il tutto in porzionidecisamente abbondanti e soddisfacen-ti. Entrambi i locali, quello in Campo S.Margherita e quello in Rio Terà Farsetti– praticamente gemelli – sono piuttostopiccoli, ma sono entrambi accoglienti,

in queste paginePersone e sapori dei nuovi bistrot

etnico-solidali a Veneziada un’idea di Hamed Ahmadi

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arredati con gusto e originalità. Da unpaio di anni è nato il terzo locale, AfricaExperience, in calle Lunga San Barna-ba, il nuovo bistrot etnico-solidale arric-chito da simboli tribali e colori sgar-gianti dell’Africa, un luogo dove scoprirei sapori dell'Africa che travalica i confi-ni nazionali, ridisegnando le rotte del-l'integrazione culturale, dalla Somalia edal Ghana passando per Lampedusa.

Afghanistan-Italia. Il viaggio di HamedEra il 2012 e Hamed Ahmadi apriva unpiccolo ristorante con gastronomia inzona Cannaregio per raccontare l'espe-rienza di un viaggio in Medio Oriente,fino in Italia di ragazzi afghani, pakista-ni e iraniani, i quali oggi formano unacomunità piuttosto ampia in città. D'al-tronde lo stesso Hamed, oggi perfetta-mente integrato nella realtà imprendi-toriale veneziana, sa bene cosasignifichi essere un rifugiato politico,arrivato nel 2006 alla Mostra del Cine-ma del Lido per presentare un docu-mentario e adottato dall'Italia: otto mesiin un centro d'accoglienza e poi un tiro-cinio come giardiniere del Guggenheim,fino a trasformarsi in punto di riferi-mento – mediatore culturale come sidefinisce nel gergo di settore – per tuttiquei ragazzi in fuga dalla guerra. Moltidi quei ragazzi oggi garantiscono il suc-cesso del format etnico-solidale ideatoda Hamed. Da buon regista Hamed li hacoinvolti in un racconto di quel viaggiosofferto che è anche condivisione di abi-tudini alimentari, scoperta di nuovecucine, commistione di ingredienti emix di esperienze artigianali. Il menù di"Africa Experince" è il risultato del con-corso "Masterchef per Africa Experien-ce", realizzato grazie alla collaborazio-ne con i professori e con gli studentidell’Istituto professionale veneziano"Andrea Barbarigo". I piatti, sottopostial giudizio di una giuria che ha assegna-to i premi ai tre candidati, sono stativalutati non solo dal punto di vista delgusto, ma anche dalla storia del ciboscelto. I candidati hanno infatti raccon-tato come avevano imparato a cucinareil piatto scelto, spesso attraversandoaltri Paesi africani nel loro viaggio versol’Europa che li ha condotti infine a Vene-

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zia. E oggi è proprio il cibo della “conta-minazione” culturale – l'Iraq che incon-tra la cucina greca, la tradizione turcache sposa influenze afghane che orien-ta il menu del locale con portate origi-nali e gustose come il roz bram (risocon carne di manzo e latte) o il micetabish (ragu di manzo, uova sode servitocon injera, il pane etiope). E in sala e incucina un personale d'eccezione: queigiovani immigrati che ambivano a unfuturo migliore. E l'hanno trovato.

"Refugees Masterchef", l'ultima idea di Hamed Ahmadi "Stavo guardando la trasmissioneMasterchef" e mi è venuta l'idea: orga-nizzare una competizione culinariadedicata ai rifugiati, dove chi è appas-sionato di cucina può partecipare por-tando piatti imparati nella sua terra maanche durante il lungo viaggio che l'haportato fin qui", una sorta di trampolinidi lancio per molti degli chef che lavora-no ora nei suoi ristoranti. La competi-zione, giunta quest'anno alla quartaedizione, è ospitata nelle sale dell'Isti-tuto Alberghiero Barbarigo, ed ha vistoquest'anno la partecipazione di 16 per-sone provenienti da diversi Paesi, sele-zionate tra 70 candidati residenti neicentri di accoglienza del Veneto. Ognu-

no di loro ha presentato da uno a seipiatti. Vincitrice di questa edizione, Mai-mouna Niane 42 anni senegalese cheha presentato due piatti sintesi del lun-go viaggio che l'ha portata qui: "Kafta",polpette di carne con spezie e uova sodein versione marocchina e senegalese e"Fataia", una sorta di panzerotti ripienidi tonno, pomodoro e cipolle, tipici dellaMauritania. A breve Maimouna inizieràil suo tirocinio in uno dei ristoranti dellacatena Orienjt Experience, coronando ilsuo sogno di diventare chef.

in queste pagineHamed Ahmadicon il suo staff

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"I Mestieri di Venezia", la Venezia che non si arrendeVolti e tecniche che raccontano molto più delle parole di unmondo che rischia di essere cancellato dal turismo di massaev

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Lo scorso dicembre la Scuola Grande diSan Teodoro in campo San Salvador haospitato la mostra del fotografo Massi-mo Scalabrin dedicata agli artigianilocali. "I Mestieri di Venezia" raccontagli antichi mestieri di una Venezia chenon si rassegna a sparire o a mutarsi inDisneyland, ma vuole restare Veneziadentro la contemporaneità. Massimo

Scalabrin, fotografo da 46 anni, raccon-ta di essersi cimentato per la prima vol-ta con ritratti di persone. E l'ha fatto coni maestri dei mestieri che rappresenta-no la città: "Ho ritratto lavoratori inten-ti a realizzare forcole, foglie d'oro perdorature, restauri di quadri, maschered'arte, vetro. Esistono ancora, sonouomini e donne speciali che creano labellezza degli oggetti con le loro mani.Che tramandano saperi antichi e non siarrendono ". Un omaggio, il suo, allalaguna e a coloro che portano avanti letradizioni mantenendo vivo il tessutosociale della città. Massimo Scalabrin di “Laguna photo-grafica”, ha lavorato per National Geo-graphic e a progetti naturalistici e ades-so, per la prima volta, si cimenta con iritratti degli “artigiani artisti” della suacittà, fermandone nei suoi scatti, gesti,volti, espressioni.

"Iniziativa meritoria, da sostenere - rile-va Gianni De Checchi, segretario dellaConfartigianato - una realtà su cuiriflettere se non vogliamo perdereanche quel poco che resta". Le cifredella crisi sono drammatiche. Cadutaverticale, scomparsa di mestieri antichiper lasciare il posto a negozi turistici,bar e fast-food. Affitti troppo alti, mer-cato di nicchia che non basta a farsopravvivere autentici artisti eredi diuna tradizione che un tempo facevagrande la Serenissima Repubblica. E aquesti sopravvissuti che non si voglionoarrendere è dedicata questa mostra difoto anch’esse scattate da mani d’arti-sta. Volti e tecniche che raccontanomolto più delle parole di un mondo cherischia di essere cancellato dal turismodi massa".

in queste paginaFotografie di Massimo Scalabrin:Paolo Brandolisio, realizzazione diuna forcola da pope per gondola eClaudia Vettori, Restauro quadro“Tobiolo e l’angelo” XVII s. di Antonio Domenico Beverensi

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I 75 anni del negozio di Toni Moressa: l'ultimo calzolaio del LidoAffollatissimo il brindisi offerto dallo storico negozio di calzature

qui sottoToni Moressa

sorridente per i 75 anni di attivitàdella sua storica azienda al Lido

nella pagina a destral’artista Carlo Grippo con Adriano Cincotto

e le installazionidedicate a Carlo Scarpa

Domenica 19 novembre l'unico calzola-io rimasto al Lido, in via Sandro Gallo51/B ha festeggiato con un brindisi tipi-co, “un ombra e un cichetto”, venezianoi 75 anni di attività. E a raccontare lalunga storia di quest'attività, anche unpannello con tante fotografie storichema anche recenti appeso su una paretedella bottega. L'attività “Moressa snc” nacque nel1942 a 50 metri dalla sede attuale con ilpadre Alessandro Moressa, che poi tra-smise la passione ai figli, Antonio, checominciò a lavorare già all'età di 11 annie da allora continua l'opera, e poi allasorella Rosalia. Alessandro si era tra-sferito al Lido da Vigonovo, già allora"patria della calzatura". A collaborarecon l'attività di famiglia è arrivata,ormai già da una ventina di anni, anchela figlia di Toni, Anna. AlessandroMoressa era esperto in riparazioni divario tipo e modifiche apportate allescarpe di clienti con problemi di deam-bulazione ed affiancava all'attività dicalzolaio anche una fiorente produzionedi scarpe artigianali, lavoro appresograzie alla frequentazione dei noti cal-zaturifici della Riviera del Brenta."Ancora oggi - rileva Antonio Moressa -mi da soddisfazione soddisfare le esi-genze di persone che necessitano discarpe su misura e mi da molta soddi-sfazione il fatto che molto spesso, i rap-presentanti vengono a chiedermi qual-che consiglio prima di mettere incommercio le calzature". "Rispetto auna volta il mio mestiere è molto cam-biato, è arrivata la colla che ha sempli-ficato molto le cose rispetto a quando lecuciture si facevano a mano. La qualitàperò paga sempre e noi andiamo avanticon orgoglio e voglia di fare, nonostantegli anni di crisi e le difficoltà di un mer-cato che punta sempre più su prodotti inserie a bassissimo costo e realizzati conmateriali di cui non si conosce la prove-

nienza - conclude Moressa - gli annipassano per cui mi accontento difesteggiare i lustri della nostra attività.Quindi appuntamento a tutti tra cinqueanni per festeggiare gli ottant'anni di"Moressa" in via Sandro Gallo". Il negozio è stato restaurato in grandestile nel 2005, ingrandendolo grazieall’acquisizione di un locale attiguo ealle calzature si è aggiunto anche unpiccolo settore commerciale di abbiglia-mento. “Mi prodigo molto anche nellapromozione delle imprese artigiane tra iragazzi e nelle scuole - aggiungeMoressa - perchè se non vi è ricambiogenerazionale le attività manuali comela mia rischiano di scomparire”. AntonioMoressa, artigiano e vicepresidentedella Confartigianato di Venezia è ancheautista volontario della Croce Bianca.

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"Appunti leggeri" dedicati a Carlo ScarpaL'installazione ideata e realizzata da Carlo Grippo e Adriano Cincotto

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Adriano Cincotto, con bottega in Fondamen-ta della Misericordia, a Cannaregio 2588 nonè solo un artigiano ma anche un artista, anzicome lui stesso ama definirsi "uno scultoreartigiano creativo, perchè non ho una forma-zione accademica ma ho seguito un percor-so che deriva direttamente dalla bottega, dalsaper fare artigiano". Come artigiano sioccupa di restauro conservativo della pietra,restauro ligneo, degli intonaci, degli intona-ci decorati a fresco, restauro delle vetratelegate a piombo e ancora restauro di stuc-chi, mosaici, elementi metallici, la sua venaartistica si esplica soprattutto sotto forma disculture. Lo scorso 30 novembre l'artistaCarlo Grippo e Adriano Cincotto hanno inau-gurato nella sede del laboratorio di Cincottola mostra "Appunti leggeri" dedicata a CarloScarpa, installazioni ideate e realizzate insi-me "interessanti per la forza con la qualeesprimono a loro modo una certa sofferenzaumana, quella difficoltà di vivere, quellaassenza di senso ambivalente e triste con laquale dobbiamo fare i conti". Ecco come ilcritico Enrico Comastri presenta questeparticolari installazioni: "Alla prima l'impat-to è forte ! Gli stipiti di una medesima porta,in rapida successione, da terra si raddrizza-no. No ! Al contrario, da dritti avanzano ecadono, crollano ! Nel vuoto racchiuso daquesti cinque stipiti non c'è scampo ! La tra-iettoria interna ad essi, comunque la si per-corra, o ci porta a terra o nasce da terra inun gioco ambivalente del caso che fluttuatra le porte aperte, appese, e così, nell'atte-sa, si sospende il giudizio e si alimenta l'an-sia, il vuoto, la paura.....Più terreno, appa-rentemente più familiare e concreto,schiacciato alla parete, un simulacro del-l'operare umano: vecchi e forse ormai inuti-li attrezzi fanno mostra di sè, danno formaad un lontano passato, in cinque file, ordina-ti e tristi, nella costretta immobilità, ormaiindifferenti a quanto accade davanti a loro,inviano quale specchio impietoso, spentiriflessi di una perduta realtà artigianaleveneziana".

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Arciconfraternitadi S. Cristoforo e della Misericordia:gli angeli della solidarietà

L'Arciconfraternita di S. Cristoforo edella Misericordia di Venezia con sede aSan Polo 135, è sorta nel 1824 per ope-ra di Giacomo Massaggia e BernardoPasini, che unitamente ad altri sempli-ci cittadini si sono aggregati ed impe-gnati ad onorare Dio con opere di Mise-ricordia. Gli originari scopi statutarierano: aiutare i defunti con preghiere,indulgenze, opere benefiche e soprat-tutto con l’offerta del sacrificio dellaMessa; provvedere speciali sepoltureper gli iscritti nel cimitero di Venezia;curare un conveniente accompagna-mento funebre degli iscritti defunti. Iservizi sono tuttora completamentegratuiti per indigenti e per convenzionifunerarie. Su incitamento della Confe-derazione Nazionale Misericordie d’Ita-lia, cui è affiliata dal 1899, l'Arcicofra-ternita ha volto lo sguardo anche ai vivi,in particolare agli anziani, costituendo

una sezione interna denominata “Filod’Argento”, un'iniziativa di volontariatoche offre la disponibilità agli anziani diVenezia per: interventi di emergenza(una iniezione, un clistere, una medica-zione: il tutto con persone che hanno ititoli professionali per esercitare);compagnia e piccoli aiuti a domicilio;accompagnamento per visite medicheo similari; visite nelle Case di riposocittadine; presenza giornaliera, nelladivisione di lungodegenza, geriatria,Medicina interna, Ortopedia dell’Ospe-dale Civile e nella R.S.A. del Fatebene-fratelli (c’è una presenza anche all’Ho-spice del Fatebenefratelli che accogliemalati terminali); espletamento prati-che amministrative varie per personeanziane che non sono in grado di ini-ziarle e portarle a termine; servizio dispesa a domicilio per persone anziane.Nel 1998 è sorta una seconda sezione

in queste paginei volontari dell’Arciconfraternita

S. Cristoforo e della Misericordiadurante una manifestazione

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dell'Arcicofraternita, denominata "Ar-cobaleno", con lo scopo di aiutare ibambini in particolari stati di disagio.Questa sezione opera nella divisione dipediatria dell’Ospedale Civile di Vene-zia, nelle Carceri femminili della Giu-decca, dove mediamente una decina diminori è costretta a convivere con le lo-ro madri carcerate e all’Istituto Provin-ciale della Pietà e nella Residenza "Ca-sa Aurora". Dal 2001 è in funzione an-che un Ambulatorio per persone disere-date, nomadi ed extra comunitari conuna ventina di medici volontari e unadozzina di infermieri professionali.

L'Ambulatorio, chesin dalla sua apertu-ra ha avuto un im-mediato avvio, contauna ventina di medi-ci, una dozzina di pa-ramedici e una deci-na di generici perfornire informazioni,tutti volontari. Forni-sce assistenza sani-taria con ricettazio-ne di farmaci e pre-scrizione di esamiclinici, grazie ad unaconvenzione stipula-ta con l’ASL 12 Vene-ziana. Nel febbraio2009 è nata la sezio-ne "Primo Soccorso"

che interviene nei momenti "caldi" del-la città, Carnevale, Redentore, RegataStorica. Nel mese di aprile 2009 lasquadra è stata chiamata nell’emergen-za Abruzzo; il terremoto dell’Aquila èstato un banco di prova per i volontariformati dal corso di primo soccorsopromosso dall’Arciconfraternita. Nelmaggio 2010 la squadra è stata seria-mente impegnata con la visita del PapaBenedetto XVI a Venezia, mentre nel2016 alcuni volontari della Confraterni-ta hanno supportato per una settimanai terremotati di Camerino. Dalla costituzione di queste sezioni in-terne è stato modificato e aggiornato lostatuto aggiungendo il seguente para-grafo, fermi restando gli scopi statutarioriginari: "promuovere ed esercitareopere di umana e cristiana carità sug-gerite dalle circostanze, contribuendocosì alla rimozione delle cause di emar-ginazione e di abbandono dei sofferentied effettuando possibili interventi dipromozione dei diritti alla vita, alla sa-lute ed alla dignità umana".Attualmente l'Arciconfraternita, presie-duta da Giuseppe Mazzariol, conta circa2.500 iscritti e si rivolge anche ai giova-ni. "Sempre più numerose - spiegaMazzariol - anche le nostre lezioni diprimo soccorso: l'ultimo corso, iniziatoad ottobre, conta su 67 iscritti 52 stu-denti di liceo e universitari, tra i 16 ed i24 anni".

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I "Consigli per volersi bene" del Club Delfino

Centro fitness sulla fondamenta delle Zattere, il club Delfino è una associazionesportiva dilettantistica che propone diverse possibilità per farsi del bene: ginna-stica a corpo libero, con gli attrezzi, corsi di gruppo, ginnastica individuale anchepre e post operatoria, in collaborazione con i medici. Un fiore all’occhiello è lamolteplice offerta di massaggi, da quello rilassante al linfodrenaggio, dal mas-saggio con gli oli essenziali a quello sportivo. Scuola di pranoterapia, il club del-fino accoglie tra i suoi associati anche i bambini.

Zattere, Dorsoduro 788/A, Venezia. Chiusura: sabato pom. e domenica. t. 041/5232763 - 327.6835923www.palestraclubdelfino.com

I SEGRETI DI MISTER DELFINO

Gli Oli Essenziali sono dei veri e propri miracoli della Natura! È fondamentale saperli utilizzare al meglio!Oggi vogliamo parlarvi di due in particolare, la cui associazione ci potrà donare una sensazione di rinno-vamento fisico e mentale. L’Olio Essenziale di Menta Piperita è attivante e rinfrescante. Può essere utilizzato contro traumi, dolori,disturbi digestivi e alitosi. Rinforza il sistema nervoso e ha un effetto chiarificante e purificante sulla psi-che. Utile per incrementare la forza, la resistenza e la vigilanza. Ottimo antistress e rimedio in caso dishock e traumi (fisici ed emotivi).L’Olio Essenziale di Issopo Officinale è un potente antivirale. Espettorante e fluidificante delle secrezioni.Sedativo per l’asma. Stimolante, antistress e purificante per la persona e per gli ambienti. Promuove lavigilanza e l’allerta. Utile contro ansia, nervosismo, tensione e fatica. Nei suoi aspetti più sottili, aumental’autostima, riduce l’aggressività.

Le ricette della MarisaVanda, figlia di Marisa, prosegue la tradizione nella locanda aperta nel 1965

Piccola locanda sul canale di Cannaregio, sulla cui riva è possibi-le gustare i pranzi e le cene estive. La cucina, portata avanti daAnna, figlia di Marisa Bertolini, è molto semplice: piatti abbon-danti e fedeli alla tradizione. Dalla Marisa si possono trovare gliintramontabili della cucina veneziana casalinga: moscardini inumido, spienza bollita (milza), baccalà mantecato o frittura mistadi pesce. La genuinità delle pietanze e l’accessibilità dei prezzi fadel ristorante meta ambita da studenti e turisti. Cannaregio 652b, Fondamenta di San Giobbe, VeneziaChiusura: domenica, lunedì e mercoledì seraTEL: 041/720211

Cinghiale alle mele

Ingredienti per 4 persone: 1 kg di cinghiale; 4 mele renette tagliate a fettine; 2 carote e 2 coste di sedano tagliuzzate; 1 cipolla, oliod'oliva qb.; 1/4 di litro di vino bianco; chiodi di garofano qb; un pizzico di cannella, sale e pepe qb. Preparazione: far marinare il cinghiale con tutti gli ingredienti elencati per 24 ore, dopo di che versare il tutto in una pen-tola e cuocere per circa 2 ore e mezza a fuoco molto lento.Vino di accompagnamento: Barbera del Monferrato Superiore Docg

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LeggendoContinua la simpatica iniziativa dedicata alle piccole librerie ed editorieveneziane. A tutte abbiamo chiesto e chiediamo di collaborare con noipresentando un volume, saggio, romanzo etc che i nostri associati po-tranno poi acquistare con uno sconto del 10% sul prezzo di copertina.

Libreria “Marco Polo” - Cannaregio 5886/A e Dorsoduro 2899 - Venezia"OSSA, CERVELLI, MUMMIE E CAPELLI" prezzo di copertina 15,00 €Cosa hanno in comune il cranio di Mozart e il cervello di Einstein? La mummia diLenin e quella di Jeremy Bentham? I capelli di Beethoven e il pene di Napoleone?Lo scheletro di Cartesio e il dito indice di Galileo? Semplice: sono tutte «reliquieprofane», pezzi anatomici di personaggi celebri che costituiscono la contropartelaica delle tante reliquie sacre.In dieci racconti veritieri, il libro tratta un tema originale per l’editoria italiana: lapermanenza di questi pezzi organici, e i prodigiosi tragitti che hanno compiuto insecoli di storia, da un istituto all’altro, da un collezionista all’altro, da un ladro all’al-tro. Vicende reali e un po’ forsennate, grottesche e curiose, che hanno trovato laloro finale magnificenza nei corpi plastinati, tecnica mediante la quale ognuno puòdiventare reliquia di se stesso.Autore: Antonio Castronuovo • Edito da: Quodlibet

Libreria “Goldoni” - San Marco 4742/43 Venezia"FRA VOLTAIRE E JIHAD: GLI ATTENTATI DI PARIGI COME DRAMMA SOCIALE E TRAU-MA CULTURALE" prezzo di copertina 10,00 € Gli attacchi terroristici di Parigi costituiscono un caso di studio sociologico ideale per ana-lizzare il rapporto fra nuovo terrorismo, mass media e rituali civili. Le strategie dell’ISISrappresentano, infatti, un’avanzata integrazione fra visibilità politica e notiziabilità media-tica degli attacchi. Al contempo, i fatti di Parigi rappresentano un nuovo modello di mediaevent la cui copertura è andata a saturare l’offerta televisiva e giornalistica, con intreccifra i vari media, digitali e tradizionali. In questo contesto, si è dimostrata la capacità sim-bolica dello Stato francese di mettere in atto rituali civili di portata globale e di elaboraregli eventi nei termini di un trauma culturale che ha ridefinito l’identità nazionale e quellaeuropea; e, ancora, rinnovato la retorica dello scontro di civiltà fra Occidente e Islam. Autore: Vincenzo Romania • Edito da: Mimesis

Libreria “Lido Libri” - Via Isola Di Cerigo 3 Lido Venezia“MAI DIMENTICARE”prezzo di copertina 16,50 €Con "Mai dimenticare", Michel Bussi torna in Normandia, nelle favolose falesie che fannodi questa regione affacciata sulla Manica un luogo unico al mondo. E come sempre neiromanzi del giallista francese, luoghi e siti naturali di magica bellezza possono trasfor-marsi in miraggi, trappole micidiali, inganni. Il giovane protagonista, che è in Normandiaper allenarsi per i Giochi paraolimpici (ha una gamba artificiale in seguito a un misterio-so incidente), assiste alla drammatica e tragica caduta di una ragazza dall’alto di unafalesie e tenta inutilmente di soccorrerla sulla spiaggia sottostante. Da quel momento unsuccedersi vorticoso di fatti incalzanti rischia di trasformarlo da testimone a colpevole.Emergono dal passato, suo e della vittima, personaggi e storie che confondono le acque.Altri testimoni svaniscono, mentre un’altra ragazza sembra volerlo aiutare. Ma nei libridi Bussi tutto è illusione, e solo il coraggio, l’ostinazione e la sottigliezza investigatrice delprotagonista riusciranno, forse, a salvarlo da questa trappola mortale. Autore: Michel Bussi • Edito da: E/O

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