forme di governo proprie dell'antichità

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Forme di governo proprie dell’antichità

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Page 1: Forme di governo proprie dell'antichità

Forme di governo proprie dell’antichità

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Antica grecia

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sparta

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sparta

I valori su cui si fondava lo stato spartano erano: l’amore per la patria e per le armi, la disciplina ed il rispetto per le divinità.

I soldati spartani erano molto bravi e avevano sviluppato delle tecniche, che permettevano loro di primeggiare in ogni battaglia.

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Sparta

Falange

Oplita

Scudo

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Sparta

Per primeggiare in battaglia, si sottoponevano i bambini ad una educazione particolare che veniva comunemente detta Agogé.

A sette anni, il bambino lasciava la famiglia e veniva inserito in un gruppo di coetanei guidati da un ragazzo, imparando danza, musica e (solo perché non se ne poteva fare a meno) a leggere e a scrivere; ma lo scopo preminente era quello di indurire il carattere e addestrarlo all'arte della guerra.

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Sparta

Verso i vent’anni faceva parte degli ireni: soldati che continuavano il proprio addestramento addestrando a loro volta un gruppo di più giovani spartani. A trent’anni acquisiva il diritto di far parte dell'assemblea degli Spartiati.

A quest'età poteva sposarsi, ma il suo regime di vita rimaneva costante: doveva sempre tenersi in allenamento ed essere pronto alla guerra.

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sparta

La costituzione su cui si fondava la città-stato (Poleis) di Sparta era stata ideata da un legislatore famoso: Licurgo.

Questa normativa prevedeva l’esistenza di tre classi sociali:

• Gli Spartiati

• I Perieci

• Gli Iloti

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Spartiati

Erano gli uomini appartenenti alla aristocrazia, erano ricchi e proprietari terrieri. Costoro governavano la città ed erano gli unici che potevano accedere alle cariche dello stato. Inoltre, guidavano l’esercito in battaglia. Non potevano arricchirsi, né commerciare, poiché tra di loro dovevano rimanere “uguali”.

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Perieci

I perieci ("quelli che abitano intorno") erano gli abitanti delle comunità presenti nei territori che circondavano la città, in stato di libertà e di autonomia, soprattutto dediti a lavori commerciali e artigianali, attività che invece gli Spartiati ignoravano. Costoro, in guerra, prestavano servizio come soldati semplici.

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Iloti

Erano schiavi di proprietà dello Stato, destinati, quotidianamente, soprattutto ai lavori agricoli e ai lavori domestici, in una società in cui gli Spartiati vivevano della rendita delle proprie terre, avendo come unica occupazione la preparazione di imprese militari. Potevano entrare anche nelle file dell'esercito spartano, avendo il ruolo di addetti ai rifornimenti o di soldati armati alla leggera.

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sparta

A Sparta c’erano due re (diarchia), poiché essendo una città basata sulla forza, si trovava continuamente coinvolta in lotte, e interne e esterne. Quindi tramite due re si poteva avere un controllo totale sia della situazione interna sia di quella esterna. I sovrani avevano poteri assoluti nei periodi di guerra, mentre nei periodi di pace facevano parte della Gerusia (consiglio degli anziani).

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sparta

Oltre ai due re, a Sparta c’era un’assemblea popolare, formata dagli Spartiati, detta Apella che nominava la Gerusia, composta da 30 membri. Inoltre venivano eletti 5 Efori, magistrati che svolgevano funzioni governative.

Sparta, dunque si può definire una città stato governata da un sistema oligarchico.

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Atene

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. Atene

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Atene

La società ateniese si fondava su valori ben diversi da quelli che, invece, ispiravano il governo di Sparta. Questa città-stato, infatti, era portatrice della cultura della pace (come dimostra il mito legato alla sua fondazione) e si faceva promotrice dello sviluppo delle scienze e del pensiero.

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AteneLa dea della giustizia Atena contendeva a Poseidone, dio del mare, il dominio e la protezione della città di Atene. Decisero, allora, di far decidere ai cittadini chi dovesse essere la divinità che ne avrebbe preso la custodia. Atena e Poseidone riunirono il popolo della città sull'acropoli e dissero che ciascuno dei due avrebbe concesso un dono: il regalo giudicato migliore avrebbe fatto vincere la rispettiva divinità. Poseidone fece comparire un magnifico cavallo, mentre Atena fece nascere dal terreno un ulivo. A quel punto dalla folla si fece avanti uno degli anziani più autorevoli affermando che entrambi i doni erano degni di essere scelti e avevano un significato: il cavallo rappresentava la forza, il coraggio, la guerra, mentre l'ulivo la prudenza, la serenità, la pace. L'anziano disse anche che la guerra poteva portare ricchezze, potere, ma era incerta; invece la pace, anche se i beni che concedeva erano meno vistosi, erano anche più sicuri e duraturi.

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atene

Ad Atene, infatti, si sviluppa la filosofia, ad opera di grandi pensatori come Socrate, Platone e Aristotele. C’erano spesso dibattiti e discussioni su argomenti quali: la felicità, la libertà e la giustizia. Questo permetteva un notevole progresso dei costumi e delle usanze.

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Atene

Inizialmente, la città era governata da un Re. Il primo sovrano della storia di Atene fu Cecrope, una figura leggendaria, di cui si racconta che fosse metà uomo e metà serpente. In seguito si succedettero sul trono ateniese ben 10, tra i quali Teseo e Codro. Questa forma di governo vide la fine in quanto, si ritenne opportuno, che il potere non fosse concentrato nelle mani di un'unica persona.

II C

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atene

Si instaurò allora un regime oligarchico: venivano scelti nove Arconti, tra le famiglie nobili, che svolgevano funzioni governative. Inoltre c’era l’ekklesia, ovvero l’assemblea del popolo, che aveva un valore consultivo.

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atene

Successivamente, Clistene operò una sostanziale riforma dell’ordinamento, operando un sensibile sterzata in senso democratico.

L'ekklesia, occupa un ruolo preminente: si riunisce in seduta ordinaria quattro volte al mese e ha pieni poteri legislativi, limitati solo dal principio che niente possa essere discusso che prima non sia stato presentato dalla boulé. L'iter legislativo prevedeva infatti che la bulé presentasse un progetto di legge all'assemblea, che aveva il potere di accoglierlo, modificarlo o rigettarlo del tutto. In caso di modifiche, il testo tornava alla bulé per una nuova formulazione.

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atene

La bulé, organo rappresentativo di cinquecento membri, dava inizio all'iter della formazione delle leggi, controllava l'operato dei magistrati, chiamandoli a dare il rendiconto del loro operato, curava gli affari quotidiani, essendo perennemente in seduta.

L’ Areopago, costituito dagli arconti usciti di carica, aveva importanti compiti di controllo sull'operato di tutti gli altri organi dello stato, più una serie di competenze, anche giudiziarie.

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atene

In definitiva possiamo affermare che Atene divenne una città democratica, solo dopo un lungo periodo caratterizzato dal dialogo e dalle riforme.

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Roma

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roma

Roma viene fondata nel 753 a. C. ad opera dei due gemelli Romolo e Remo.

Secondo la leggenda Amulio usurpò il trono di Alba Longa a suo padre Numitore; in più costrinse la figlia Rea Silvia a diventare vestale e a fare quindi voto di castità. Tuttavia il dio Marte s'invaghì della fanciulla e la rese madre dei due gemelli. Il re Amulio, allora, ordinò l'uccisione dei bambini, ma il servo incaricato di eseguire l'assassinio non ne trovò il coraggio e li abbandò alla corrente del fiume Tevere. La cesta nella quale i gemelli furono adagiati si arenò sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio, dove i due vennero trovati e allevati da una lupa.

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Roma

Li trovò il pastore Faustolo che li crebbe come suoi figli. Una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fecero ritorno ad Alba Longa, uccisero Amulio, e rimisero sul trono il nonno Numitore.

Romolo e Remo ottennero quindi il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove erano cresciuti. Romolo intendeva chiamarla Roma ed edificarla sul Palatino, mentre Remo la voleva chiamare Remora e fondarla sull'Aventino.

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romaPer decidere chi dovesse diventare Re, non potendo basarsi sul criterio della primo genitura, decisero di affidarsi agli auspici. Si misero su di un colle e stabilirono che sarebbe diventato sovrano chi avrebbe avvistato più uccelli. Remo ne avvistò 6, Romolo 12.

Allora Romolo, in qualità di Re, fece un solco nel terreno che delimitava il suolo sacro. Remo, per prendere in giro il fratello, scavalcò questo solco e quindi Romolo, al colmo dell’ira, lo ammazzò, pronunciando queste parole di sfida: «Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura.»

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RomaSecondo la tradizione, i re di Roma furono sette e governarono la città dal 753 al 510 a.C., cioè dalla fondazione alla cacciata dei re.

Il Rex era nella Roma arcaica il supremo magistrato, eletto (ad esclusione di Romolo, re in virtù di fondatore della città) dai capifamiglia, i patres, per reggere e governare la città.

Egli deteneva sia il potere politico e giudiziario, coadiuvato da un organo consultivo costituito dai patres, il Senato, e quello militare, riuniti assieme nel concetto romano di Imperium, cioè di potere maggiore.

Il re aveva inoltre funzioni sacrali, rappresentando Roma e il suo popolo di fronte agli Dei romani. Come tale egli aveva il controllo sul calendario.

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Roma

I primi quattro re della tradizione romana, furono di origine latina e sabina, cioè dei gruppi etnici originari. I loro regni ricoprirono un periodo di 137 anni nel corso del quale si consolidarono le tradizioni della città.

Gli stessi re sembrano ricalcare, nella loro descrizione e negli atti loro attribuiti, un preciso ruolo:

1. Romolo, il fondatore.

2. Numa Pompilio, il sacerdote.

3. Tullo Ostilio, il guerriero.

4. Anco Marcio, il mercante.

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Numa pompilio

Istituì i collegi sacerdotali (flamini, pontefici, salii e vestali) e riformò il calendario, basandolo sull'anno solare e stabilendo che durasse 12 mesi anziché i 10 fino ad allora in uso.

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Tullo ostilio

Fu un re guerriero, si scontrò con Alba Longa (come tramandato nell'episodio dello scontro tra Orazi e Curiazi), conquistandola e deportandone la popolazione a Roma, sul Celio.

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Anco Marcio

Fondò il porto di Ostia alla foce del Tevere, costruì il ponte Sublicio e promosse i commerci. Fu, inoltre, il fondatore della Plebe

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roma

Ai primi re autoctoni, successero re dai nomi etruschi, i Tarquini, indicando in tal modo come negli ultimi 106 anni dell'età monarchica Roma fosse venuta a trovarsi sotto l'influenza dei potenti vicini settentrionali, gli Etruschi, in quel momento all'apogeo della loro potenza. Con la cacciata dell'ultimo re etrusco, si ha l'instaurarsi del sistema repubblicano.

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Tarquinio prisco

Regnò 37 anni potenziando l'esercito e combattendo Sabini, Latini e gli stessi Etruschi. Ampliò il Senato ed eresse il Circo Massimo e la Cloaca Massima, permettendo lo sviluppo della zona del Foro. Avviò la costruzione del tempio di Giove Capitolino sul Campidoglio. Morì assassinato in una congiura.

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Servio tullio

Riformò l’esercito inserendovi la plebe. Eresse numerosi templi mirando a rendere Roma il principale centro spirituale della regione. Fu assassinato in un colpo di stato dal successore Tarquinio il Superbo.

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Tarquinio il superbo

Resosi sempre più inviso al patriziato romano, venne rovesciato e cacciato dalla città col pretesto di una violenza condotta dal figlio Sesto alla patrizia Lucrezia. Tentò, sostenuto dagli alleati etruschi di rientrare in città, ma non riuscì nell'intento e a Roma fu istituita la Repubblica.

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romaNel periodo repubblicano, i poteri che erano riservati al re (comando dell'esercito, potere giudiziario e massima autorità religiosa) furono assegnati a due consoli e, per quanto riguarda l'ambito religioso, al pontifex maximus.

Con la progressiva crescita di complessità dello stato romano si rese necessaria l'istituzione di altre cariche (edili, censori, questori, tribuni della plebe) che andarono a costituire le magistrature.

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romaPer ognuna di queste cariche

venivano osservati tre principi:

1. l'annualità, ovvero l'osservanza di un mandato di un anno (faceva eccezione la carica di censore, che poteva durare fino a 18 mesi);

2. la collegialità ovvero l'assegnazione dello stesso incarico ad almeno due uomini alla volta, ognuno dei quali esercitava un potere di mutuo veto sulle azioni dell'altro;

3. la gratuità, cioè non ricevevano alcun compenso

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romaTra i magistrati una importante distinzione era quella tra magistrati dotati di imperium (cum imperio; consoli, pretori e dittatori) e quelli che ne erano sprovvisti (sine imperio).

L’imperium era un potere di stampo militare che conferiva al suo titolare la facoltà di impartire ordini ai quali i destinatari non potevano sottrarsi, con conseguente potere di sottoporre i recalcitranti a pene coercitive di natura fisica. Simboli esteriore di questo potere sono i fasci littori.

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romaIl secondo pilastro della repubblica romana erano le assemblee popolari, che avevano diverse funzioni, tra cui quella di eleggere i magistrati e di votare le leggi. La loro composizione sociale differiva da assemblea ad assemblea.

Tra queste l'organo più importante erano comunque i comizi centuriati, in cui il peso nelle votazioni era proporzionale al censo, secondo un meccanismo (quello della divisione delle fasce censitarie in centurie) che rendeva preponderante il peso delle famiglie patrizie.

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RomaLa magistratura romana di tribuno della plebe (in latino tribunus plebis) fu la prima magistratura plebea a Roma. Fu creata nel 494 a.C., all'incirca 15 anni dopo la fondazione della Repubblica Romana nel 509 a.C..

I plebei di Roma avevano effettuato una secessione, cioè avevano abbandonato in massa la città, accettando di rientrare solo quando i patrizi ebbero dato il loro consenso alla creazione di una carica pubblica che avesse il carattere di assoluta inviolabilità e sacralità (caratteristiche sintetizzate dal termine latino sacrosanctitas). Questo significava che lo Stato si accollava il dovere di difendere i tribuni da qualsiasi tipo di minaccia fisica, ed inoltre garantiva ai tribuni stessi il diritto di difendere un cittadino plebeo messo sotto accusa da un magistrato patrizio (ius auxiliandi).

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Roma

Dal 449 a.C. acquisirono un potere ancora più formidabile, lo Ius intercessionis, ovvero il diritto di veto sospensivo contro provvedimenti che danneggiassero i diritti della plebe emessi da un qualsiasi magistrato, compresi altri tribuni della plebe. I tribuni avevano inoltre il potere di comminare la pena capitale a chiunque ostacolasse o interferisse con lo svolgimento delle loro mansioni.

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roma

Secondo la tradizione, il senato fu riunito per la prima volta da Romolo, il mitico fondatore di Roma. Romolo decise che il senato (Curia) fosse composto da 100 patres (poi ampliato a 200) nominati dal rex, i capofamiglia delle cento gentes originarie, tutte di rango patrizio, per assistere il re nelle sue decisioni. Il termine senato deriva da senex, che segnifica vecchio, perché i membri del senato erano solitamente anziani.

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roma

Il senato romano riuscì a essere veramente importante solo con l'instaurazione della Repubblica nel 509 a.C.. Gli venne conferito formalmente il solo potere consultivo, ovvero il diritto di essere consultato prima di far passare una legge. Ma in pratica, siccome i senatori erano l'unica carica che durava a vita, avevano molto più potere poiché potevano esprimersi su tutti i provvedimenti dello Stato ed avevano maggiori possibilità di difendersi delle altre istituzioni, che duravano invece un anno.

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Roma

Per diventare senatori si doveva aver ricoperto tutte le altre cariche e avere almeno 43 anni. Per ricoprire una carica pubblica un cittadino doveva aver prestato almeno 10 anni di servizio nell'esercito. L'età minima per entrare nell'esercito era fissata a 17 anni, e quindi un cittadino doveva avere almeno 27 anni per essere eletto a una magistratura.

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roma

In definitiva possiamo affermare con Polibio (famoso storico dell’antichità), che lo stato romano era retto da una costituzione mista nella quale:

• I consoli ricoprivano il potere militare tipico dei sovrani assoluti;

• Il senato rappresentava il potere oligarchico

• Il tribuno della plebe rappresentava il potere del popolo