falstaff - teatro massimo

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S TA G I O N E

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O P E R E E B A L L E T T I

S TA G I O N E

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REGIONE SICILIANAASSESSORATO AL TURISMO SPORT E SPETTACOLI

SOCI FONDATORI PARTNER PRIVATI

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FONDAZIONE TEATRO MASSIMO

Francesco Giambrone SovrintendenteElisabetta Tesi Direttore generaleOmer Meir Wellber Direttore musicale

CONSIGLIO DI INDIRIZZOLeoluca Orlando Presidente (sindaco di Palermo)Federico Ferina VicepresidenteDaniele FicolaLuciano FiorinoCastrenze Guzzetta

COLLEGIO DEI REVISORIMaurizio Graffeo PresidenteMarco PiepoliGianpiero Tulelli

FONDAZIONE SICILIA

CAFFÈ MORETTINO

ANNIBALE BERLINGIERI

TASCA D’ALMERITA

AGOSTINO RANDAZZO

ALESSI PUBBLICITÀ S.P.A.

FILIPPONE ASSICURAZIONE

SAIS AUTOLINEE

GIUSEPPE DI PASQUALE

ALBO DEI DONATORI ART BONUS

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TURNI FALSTAFFCommedia lirica in tre atti

Libretto di Arrigo BoitoMusica di Giuseppe Verdi

Prima rappresentazione:Milano, Teatro alla Scala, 9 febbraio 1893

Prima rappresentazione a Palermo:Palermo, Teatro Massimo, 16 maggio 1897

Allestimento del Teatro Petruzzelli di Bariin coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli

e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

FEBBRAIO

21 VEN 20.00 PRIME

22 SAB 20.00 F

23 DOM 17.30 D

25 MAR 18.30 C

26 MER 18.30 SCUOLA

27 GIO 18.30 B

La prima di venerdì 21 febbraio sarà trasmessa in diretta streaming sul sito del Teatro Massimo

www.teatromassimo.it

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INDICE13 ANNIVERSARI

17 ARGOMENTO

21 SYNOPSIS

25 ARGUMENT

29 HANDLUNG

35 INTRODUZIONE ALL’OPERA

49 NON HO NULLA DA DIRE SULLA COMMEDIA DI SHAKESPEARE

W. H. AUDEN

53 LIBRETTO

54 ATTO I

71 ATTO II

92 ATTO III

110 FALSTAFF AL TEATRO MASSIMO

115 “DALLE DUE ALLE TRE” VERSIONI DI FALSTAFF. A COLLOQUIO CON LUCA RONCONI

GIANFRANCO CAPITTA

125 BIOGRAFIA DI LUCA RONCONI

131 NOTE BIOGRAFICHE

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Il 16 maggio 1897 il Teatro Massimo venne inaugurato, quasi ven-titré anni dopo la posa della prima pietra, con la prima esecuzione palermitana di Falstaff, l’ultima opera di Giuseppe Verdi.Cinquant’anni dopo, per le celebrazioni del cinquantenario, erano in cartellone due opere di Verdi: Falstaff, ovviamente, ma anche Nabucco, terza opera e primo grande capolavoro di Verdi, che nel 1947 debuttava al Teatro Massimo. A 77 anni dall’inaugurazione il Teatro Massimo chiudeva, ufficial-mente per lavori di ristrutturazione; ultimo spettacolo fu un Nabuc-co in forma di concerto, il 15 gennaio 1974. Quando venne ria-perto dopo 23 anni, il 12 maggio 1997, con un doppio concerto – l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo diretti da Franco Manni-no prima, poi Claudio Abbado e i Berliner Philharmoniker – e il 16 maggio 1997 con la Sinfonia “Resurrezione” di Mahler, erano pas-sati cento anni dall’inaugurazione: il Falstaff del centenario andò in scena ancora al Politeama Garibaldi.Dal 1997 ad oggi sono passati altri ventitrè anni, e nuovamente Fal-staff e Nabucco tornano in scena al Teatro Massimo. A riassumere

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tutta la parabola, tra tragedia e commedia, del grandissimo com-positore che “pianse ed amò per tutti”. L’unico che seppe sempre parlare con la voce del singolo e con quella della collettività, l’unico che non condanna e non assolve nessuno, perché i suoi personag-gi negativi hanno sempre una dolente giustificazione e i suoi eroi un lato oscuro. Giuseppe Verdi è il grande compositore che tra “Va, pensiero” e “Va, vecchio John” ha saputo trovare la parola scenica che raccontasse il dolore e la pena di tutti e di ciascuno, valida nel suo secolo e ancora nel nostro. Perché il Teatro è il luogo dove la comunità e l’individuo possono sperimentare la catarsi, riconoscer-si e capire come agire su stessi per diventare quali vogliono essere.In una struttura chiastica, Falstaff, prima opera del Teatro Massimo, è l’ultima di Verdi; Nabucco, la prima grande opera di Verdi, è l’o-pera che chiuse il Teatro Massimo. Per entrambi, Teatro Massimo e Verdi, si può parlare di tre periodi: uno dei quali “anni di galera”.123 anni di attività del Teatro Massimo: cento da ricordare e altri 23 che non devono essere dimenticati, anche grazie a una famosa e dolorosissima finzione cinematografica di trent’anni fa. Abbiamo festeggiato il centenario del Teatro Massimo nel 1997, ma in un certo senso lo celebriamo anche oggi, nel 2020, con Falstaff, che torna al Teatro Massimo dopo 53 anni, e con Nabucco. Il 21 febbraio 2020 coincide con il quinto anniversario della scom-parsa di Luca Ronconi: ci è sembrato che il modo migliore di ricor-dare questo grandissimo regista italiano fosse con il suo terzo e ultimo Falstaff, uno spettacolo che lui stesso definì “lineare e senza stupidag-gini, senza finte trovate, leggibile da ogni persona di buon senso”.

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Atto IAll’osteria della Giarrettiera. Il dottor Cajus entra lamentandosi dei misfatti compiuti contro di lui da Falstaff con Pistola e Bardolfo. Falstaff sfacciatamente ammette le accuse. Dopo aver fatto il conto delle spese, Falstaff annuncia la sua intenzione di allacciare rela-zioni con le mogli di due degli uomini più ricchi di Windsor. Chie-de a Pistola e Bardolfo di portare le lettere ad Alice Ford e Meg Page, ma essi rifiutano, dicendo che un tale compito è contrario al loro senso dell’onore. Falstaff li schernisce e li scaccia irritato, affidando le lettere a un paggio.Alice e Meg si incontrano. Confrontano le due lettere di Falstaff e scoprono che sono identiche. Indignate, decidono di vendicar-si. Intanto Nannetta, la figlia di Alice, e Fenton, il suo innamorato, approfittano dell’occasione per scambiarsi dei baci. Pistola e Bar-dolfo raccontano a Ford delle intenzioni di Falstaff. Ford decide di presentarsi a Falstaff sotto falso nome, in modo da scoprire i suoi progetti. Le donne invece manderanno Quickly da Falstaff, per prenderlo in giro, tenendo all’oscuro di tutto il gelosissimo Ford.

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Atto IIDi nuovo all’osteria, Pistola e Bardolfo tornano da Falstaff fingen-dosi pentiti della loro insubordinazione. Quickly porta il messag-gio dii Alice: attende Falstaff tra le due e le tre, quando suo marito è sempre assente. Lei gli dice che sia Alice che Meg sono innamo-rate perse di lui e che nessuna delle due sa della lettera all’altra. Arriva poi Ford, travestito, che inventa di essere da lungo tempo innamorato di Alice, che non lo ricambia, e chiede l’aiuto di Fal-staff: dopo che lui l’avrà sedotta, sarà più facile per lui conquistare la donna. Falstaff risponde che è già cosa quasi fatta: ha già un ap-puntamento con lei. Ford brucia di rabbia e gelosia, ma è costretto a trattenersi.In casa di Ford, le donne stanno preparando la scena. Nannetta in lacrime racconta alla madre che Ford vuole farle sposare il dr. Cajus. Alice si prepara con il liuto mentre le altre si nascondono. Il corteggiamento di Falstaff si interrompe bruscamente quando irrompe Meg per avvertire Alice che il marito sta arrivando. Falstaff viene nascosto dietro un paravento. Ford, Fenton, il dr. Cajus, Pi-stola e Bardolfo cercano Falstaff, iniziando dalla cesta della bian-cheria; quando passano alle altre stanze, le donne nascondono Falstaff nell’enorme cesta. Sentendo dei suoni provenire da dietro il paravento, gli uomini lo buttano giù, scoprendo Nannetta e Fen-ton abbracciati. Ford è furioso. Alice ordina ai servitori di gettare il contenuto della cesta – Falstaff incluso – nelle acque del Tamigi, tra le risate generali.

Atto IIIAll’osteria della Giarrettiera, Falstaff, abbattuto, beve vino per scac-ciare l’acqua del Tamigi. Dapprima si rifiuta di ascoltare Quickly, che arriva di nuovo con un messaggio di Alice, ma cede quando lei assicura che è stato tutto un equivoco e che Alice è desolata. Il nuovo incontro sarà a mezzanotte al parco di Windsor, Falstaff si vestirà da Cacciatore nero, seguendo una leggenda popolare sulla quale le donne, ora insieme a Ford, hanno imbastito il loro complotto contro Falstaff: si vestiranno da fate per spaventare il cavaliere. Nel frattempo Ford trama con il dr. Cajus per fargli spo-sare Nannetta al termine della mascherata. Ma Quickly ha sentito i loro discorsi.Nel parco, Fenton canta una serenata attendendo Nannetta. Alice lo fa vestire con un costume simile a quello del dr. Cajus. Quando arriva Falstaff, tutti si nascondono, poi Alice si fa avanti, ma scappa all’apparire delle fate, con Nannetta travestita da regina delle fate. Tutti circondano Falstaff pizzicandolo e punzecchiandolo, minac-ciandolo per indurlo a pentirsi dei suoi misfatti, ma alla fine Falstaff riconosce Bardolfo e la finzione è svelata. Le donne lo schernisco-no per aver anche solo pensato che avrebbero ceduto alle sue lu-singhe, Ford gli rivela di essere il marito di Alice. Poi Ford annuncia che sarà celebrato il matrimonio della regina delle fate e di un’altra coppia velata. Quando tutti si tolgono la maschera, si scopre che il dr. Cajus ha sposato Bardolfo e Nannetta Fenton. Ford deve accet-tare la sconfitta, Falstaff è perdonato, la serata si conclude con un banchetto generale.

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Act IInside the Garter Inn. Dr Cajus enters and complains of various ou-trages committed against him by Falstaff and his followers, Pisto-la and Bardolfo. Falstaff unrepentantly admits to the accusations. Counting his money, Falstaff announces his intention of repairing his fortunes by beginning affairs with the wives of two wealthy men. He tells Pistola and Bardolfo to take the letters to the two ladies, Alice Ford and Meg Page, but they refuse, saying that such errands are contrary to their sense of honor. Falstaff derides their notions of honor and chases them off angrily, entrusting the letters to a page.Alice and Meg meet, each bursting with news of a letter from Fal-staff. They compare letters and find them identically phrased. Their amusement turns to indignation and they decide on vengeance. Nannetta, Alice’s daughter, and Fenton, her sweetheart, seize the opportunity to exchange stealthy kisses. Pistola and Bardolfo tell Ford of Falstaff’s intentions. He arranges to be introduced to Fal-staff under a fake name, so that he can keep an eye on him. The

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Act IIIOutside the Garter Inn, the disconsolate Falstaff calls for wine to wash away the water of the Thames. At first he refuses to listen to Quickly, who comes again as messenger from Alice, but relents when she assures him it was all a misunderstanding and Alice is desolated. They will meet in Windsor Park at midnight, where he is to dress up as Herne the Hunter. The ladies, along with Ford, who has now been admitted to the conspiracy, listen and continue to plot. They plan to dress up as fairies and take advantage of the legend that the park is haunted. Ford tells Cajus to wear an easily identifiable costume, so that he can be married to Nannetta. But Quickly has overheard the plot.In the Park, Fenton sings a serenade. Alice instructs him to put on a costume identical to that prescribed by Ford for Cajus. They all hide as Falstaff appears. Alice meets him, but then runs away, claiming that Meg is following her. The witches and fairies appe-ar, with Nannetta as fairy queen. They surround Falstaff, pinching and poking him, demanding that he repent of his wicked ways, but finally he recognises Bardolfo and the masquerade is over. The ladies reprove him for even thinking they would have accepted him as a lover and Ford reveals himself as Alice’s husband. He an-nounces the marriage of the queen of the fairies and of another couple. Unveiling reveals that Cajus has been married to Bardolfo and Nannetta to Fenton. Ford has to accept this with good grace. Falstaff is forgiven and all agree to dine together.

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ladies decide to send Mistress Quickly to Falstaff, to play a trick on him, but Ford, whose jealousy is a burden to his wife, is not to know.

Act IIAt the Inn, Falstaff is drinking. Pistola and Bardolfo pretend to be penitent for refusing to take the letters. Quickly brings the mes-sage that Alice will be waiting for Falstaff between two and three o’clock, when her husband is always absent. She tells him that both Alice and Meg are pining with love for him and that neither knows of his letter to the other. Ford, disguised, is introduced to Falstaff, spinning a tale that he has long pursued Alice in vain, and asking for Falstaff’s help, suggesting that if Falstaff can break down her re-sistance, he will be able to follow suit. Falstaff replies that nothing could be easier - he already has an assignation with her. Ford se-ethes with rage and jealousy, but has to contain himself.In Ford’s house, the ladies set the scene. Nannetta tells her mother that her father insists she marry Dr Cajus. Alice takes up a lute while the others hide within earshot. Falstaff’s advances are interrupted when Meg rushes in to warn Alice that her husband is coming. They hide Falstaff behind a screen. Ford, Fenton, Cajus, Pistola and Bar-dolfo search for Falstaff, beginning with the laundry basket. When they turn their attention elsewhere, the ladies bundle Falstaff into the basket. Hearing sounds behind the screen, the searchers pull it aside, revealing Nannetta and Fenton exchanging a kiss. Ford is furious. Alice calls her servants and orders them to tip the basket, with Falstaff inside it, into the Thames.

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Acte ILe docteur Cajus fait irruption dans l’auberge de la Jarretière  : il accuse Falstaff — ainsi que ses deux acolytes, Bardolfo et Pistola — d’être entré chez lui par effraction et de lui avoir vidé les poches. Sir John refuse de réparer ses torts. Le docteur Cajus quitte l’au-berge sans avoir obtenu satisfaction. Falstaff, après avoir regardé sa note et grommelé contre ses la-quais dépensiers, leur révèle son projet amoureux : il a l’intention de séduire les riches Alice Ford et Meg Page. Bardolfo et Pistola sont chargés de porter à chacune une lettre d’amour, mais ils refu-sent, invoquant le principe d’honneur. Falstaff confie les lettres à un page et les congédie. Alice et Meg, comparant leurs lettres, découvrent qu’elles sont identiques. Avec Miss Quickly et Nannetta, la fille d’Alice, elles décident de mystifier Falstaff. Au moment où elles s’éloignent, en-trent Ford, Cajus, Fenton, ainsi que Bardolfo et Pistola. Ces deux derniers, n’ayant pas apprécié d’avoir été congédiés, révèlent à Ford les intentions de Falstaff.

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De leur côté, les «commères» mettent au point leur vengeance  : Quickly ira rendre visite à Falstaff afin de lui arranger un rendez-vous galant avec Alice. Les hommes, ignorant le projet des fem-mes, trament un autre plan: Ford ira voir Falstaff, sous un faux nom, pour lui tendre un piège.

Acte IIFeignant de se repentir, Bardolfo et Pistola reprennent leur ser-vice auprès de Falstaff et font entrer Quickly, qui arrange un ren-dez-vous entre Alice et le chevalier pour le jour même. Quelques instants après le départ de Quickly arrive Ford, sous le nom de Fontana. Il propose à Falstaff de séduire Alice pour lui préparer le terrain. Falstaff accepte et révèle qu’Alice a déjà consenti à le rencontrer. Dès que Falstaff quitte la pièce, Ford laisse libre cours à sa fureur jalouse. Falstaff revient et tous deux quittent l’auberge ensemble. Quickly raconte aux autres femmes son entrevue avec Falstaff. Nannetta ne partage pas l’hilarité générale: son père veut qu’elle épouse Cajus. Sa mère lui assure qu’il n’en sera rien et prépare la pièce pour la visite de Falstaff. Celui-ci arrive, mais il est interrom-pu dans sa déclaration par Quickly, qui annonce l’arrivée de Meg. Sir John est obligé de se cacher derrière un paravent. Meg annon-ce que Ford arrive, hors de lui. Il fait irruption avec Cajus, Bardolfo, Pistola, Fenton et quelques voisins et fouille la pièce. Falstaff est contraint de rentrer dans la panière à linge, et Alice, profitant de quelques instants de répit, fait jeter la corbeille à la Tamise.

Acte IIIFalstaff, trempé, est de retour à l’auberge. Survient Quickly, qui lui certifie qu’Alice veut le revoir. Elle lui transmet une lettre d’A-lice qui lui fixe un rendez-vous à minuit dans la forêt de Windsor, et comme la femme aime le mystère, il devra porter les cornes du «Chasseur Noir». Dehors, les autres protagonistes mettent au point leur mascarade nocturne. Ford promet à Cajus qu›il pourra épouser sa fille le soir même, mais leur conversation est surprise par Quickly. Falstaff fait son apparition dans la forêt, avec des bois de cerf sur la tête. Arrive Alice, et le chevalier entreprend aussitôt ses manœuv-res de séduction. On entend soudain Meg crier, et Alice s’enfuit en prétextant qu’elle a peur des fantômes. Falstaff, percevant ce qu’il croit être des voix de fées, se jette au sol. Arrivent les autres qui tourmentent Sir John, couché à terre, avec force accusations et pincements. Ainsi maltraité, Falstaff se repent. Il ne tarde pas à découvrir le manège et accepte son châtiment de bon cœur. Ford annonce qu’il va maintenant unir sa fille à l’homme qu’il lui a choisi; Alice lui demande de marier un second couple, égalem-ent déguisé, ce à quoi il consent. À l’issue d’une brève cérémonie, Ford s’aperçoit qu’il a marié Fenton à Nanetta et Cajus à Bardolfo. Il admet lui aussi avoir été berné et bénit le mariage de sa fille. Tous s’en vont faire un banquet.

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Erster AktDr. Cajus sucht den im Wirtshaus »Zum Hosenband« zechenden Sir John Falstaff auf, um sich über dessen Diener Bardolph und Pistol, die ihn beim Spiel betrogen haben, zu beschweren. Seine Klage wird höhnisch abgewiesen, er selbst hinausgeworfen. Um sich neue Geldmittel zu beschaffen, schreibt der Ritter zwei gleichlautende Liebesbriefe an die reichen Bürgerinnen Alice Ford und Meg Page. Als der Wirt Falstaff die Rechnung präsentiert, kann dieser sie nicht bezahlen. Er beschuldigt seine Diener, ihn bestohlen zu haben und jagt beide, als sie es unter ihrer Ehre finden, die Liebesbriefe zu befördern, zur Tür hinaus. Sein Page Robin überbringt die Briefe.Alice und Meg haben die Briefe erhalten und beschliessen, na-chdem sie Frau Quickly einweihten, den Ritter für seine Frechheit büssen zu lassen. Ford erfährt durch Fenton, Dr. Cajus durch Bar-dolph und Pistol von den Plänen des Ritters. Ford hat vor, sich ihm unter falschem Namen zu nähern und ihn in die Falle zu locken. Die Frauen beschliessen, Falstaff zu einem Rendezvous mit Alice einzuladen. Während die beiden Gruppen ihre Pläne schmieden,

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benutzen Fenton und Ännchen die Gelegenheit, sich erneut ihre Liebe zu gestehen.

Zweiter AktFalstaff ist hocherfreut, weil seine Diener zurückgekehrt sind und Frau Quickly eine Einladung Alices zum Stelldichein bringt. Als noch Herr Ford, der sich als Born ausgibt, ihn bittet, Alice zu ero-bern, um dann selbst bei ihr leichteres Spiel zu haben, kennt seine Begeisterung keine Grenzen, um so mehr, als er dafür einen Beutel Gold erhält. Während Ford tobt, wirft sich Falstaff in Staat. Beide komplimentierern sich gegenseitig zur Tür hinaus.Bei Herrn Ford ist alles vorbereitet worden, Alice empfängt den Rit-ter. Als dieser zudringlich werden will, meldet Frau Quickly, dass der Hausherr zurückkommt. Dieser stürzt, wütend vor Eifersucht, herein, begleitet von einigen Bürgern, findet aber den hinter ei-nem Wandschirm versteckten Ritter nicht und durchwühlt verge-bens den Wäschekorb. Nachdem sich alle entfernt haben, um die anderen Zimmer des Hauses zu durchsuchen, wird Falstaff in dem durchsuchten Korb versteckt. Ännchen und Fenton benutzen die günstige Gelegenheit, um hinter dem Wandschirm Zärtlichkeiten auszutauschen. Als die Sucher wieder zurückkommen, hören sie hinter dem Wandschirm verdächtige Geräusche und vermuten Falstaff dort. Zu seinem grossen Ärger sieht Ford nur Fenton mit Ännchen, das er bereits gegen den Willen seiner Frau Dr. Cajus ver-sprochen hat. Alice gibt den Dienern den Auftrag, den Korb vom Fenster in die Themse zu leeren. Zum allgemelnen Gelächter pur-zeln Falstaff und die Wäsche in das Wasser.

Dritter AktFalstaff, wieder im Wirtshaus, hat sich Glühwein bestellt und sinnt über die Schlechtigkeit der Welt nach. Abermals erhält er durch Frau Quickly die Einladung, Alice im mitternächtlichen Park bei der Eiche des Herne, verkleidet als »Schwarzer Jäger«, zu treffen. Nach anfänglichem Zaudern nimmt der Ritter zur Freude der heimlich zuhörenden Verschwörer an. Zugleich möchte Ford dort sein Änn-chen mit Dr. Cajus vermählen. Frau Alice will hingegen versuchen, ihre Tochter Fenton zuzuführen.Falstaff begrüsst Alice im Park voller Leidenschaft. Plötzlich ertönen geheimnisvolle Stimmen: Geister, Kobolde und Elfen erscheinen, die den Ritter, der sich zu Boden geworfen hat, so lange zwicken und zwacken, bis er reumütig um Gnade fleht. Der Spuk hat ein Ende, als Bardolph die Kapuze vom Kopf fällt. Man demaskiert sich und verspottet den geprellten Ritter. Verschleiert erscheinen zwei Paare, die um Fords Segen bitten: Die Feenkönigin mit Dr. Cajus und ein hinter Mönchshabit und Schleier verborgenes Paar. Als die Masken fallen, erkennt Ford bestürzt, dass er gerade Fenton sei-nem Ännchen gegeben hat und Dr. Cajus Bardolph. Ford macht gute Miene zum Spiel und muss sich von den Frauen geschlagen geben. Auch Falstaff ist nicht mehr böse, zumal er zur Hochzeit ge-laden wird. Er tröstet sich nach allgemeiner Versöhnung mit den Worten: »Alles ist Spass auf Erden, wir sind geborene Narren«.

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35I N T R O D U Z I O N E A L L’ O P E R A

Dopo Un giorno di regno (1840) Giuseppe Verdi non aveva più scrit-to opere buffe, ma continuava a meditare sull’argomento. Nel 1879 ad esempio aveva scritto a Ricordi una lettera in cui si lamentava del giudizio di Rossini riportato in un articolo sulla Gazzetta musicale, di cui Ricordi era editore. Rossini, secondo lo scultore Giovanni Dupré, avrebbe detto che Verdi “ha un carattere malinconicamente serio” e che non sarebbe mai stato capace di scrivere un’opera buffa. E Ver-di scriveva a Ricordi: “Ho cercato per vent’anni un libretto d’opera buffa, ed ora che l’ho si può dir trovato, voi, con quell’articolo, met-tete in corpo del pubblico una voglia matta di fischiarmi l’opera an-che prima di essere scritta, rovinando così i miei e i vostri interessi”. Forse quest’opera non era Falstaff: possiamo dire con sicurezza che Verdi iniziò a pensare all’opera tratta da Shakespeare solo all’inizio del luglio 1889. Boito gli aveva infatti mandato lo schizzo dell’ope-ra e subito il maestro si era entusiasmato per il progetto. Ma già il giorno dopo Verdi iniziò ad avere dei dubbi, legati alla sua tarda età che gli avrebbe potuto far lasciare a metà il progetto, pensiero insopportabile per Verdi, di cui non restano per sua esplicita volontà

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opere incompiute. Verdi temeva anche di costituire un ostacolo per Boito e di impedirgli col lavoro sul Falstaff di completare il Nerone, cui lavorava da anni e che comunque resterà incompiuto (non per colpa di Verdi, perché Boito ebbe altri venticinque anni tra la fine di Falstaff e la morte). Boito in una lettera del 9 luglio rispondeva: “Lo scrivere un’opera comica non credo che la affaticherebbe. La trage-dia fa realmente soffrire chi la scrive, il pensiero subisce una sugge-stione dolorosa che esalta morbosamente i nervi. Ma lo scherzo e il riso della commedia esilarano la mente e il corpo”. E concludeva con queste convincenti parole: “C’è un modo solo di finir meglio che con l’Otello; si è quello di finire vittoriosamente col Falstaff. Dopo aver fatto risuonare tutte le grida e i lamenti del cuore umano, finire con uno scoppio immenso d’ilarità! c’è da far strabiliare!”.Il libretto fu ultimato all’inizio di marzo del 1890 e a metà mese Verdi aveva già finito il primo atto, ma poi la composizione procedette più lentamente, anche perché Verdi fu costretto da una lunga influenza a interrompere la strumentazione. Nell’ottobre 1892 si iniziò a pen-sare alla rappresentazione. Le prove iniziarono il 4 gennaio 1893 alla presenza di Verdi, e l’opera andò in scena alla Scala il 9 febbraio 1893, ottenendo un grande successo. Falstaff è quasi un unicum nella produzione dell’epoca, in cui abbon-dano le opere tragiche e tragicissime, mentre la produzione buffa ha poco spazio. Il solo confronto possibile è con il Gianni Schicchi di Puccini, anche per le somiglianze drammatiche e vocali tra Gianni Schicchi e Falstaff, Lauretta e Nannetta, Rinuccio e Fenton.Il libretto di Falstaff si basa per la trama su The Merry Wives of Wind-sor, commedia che William Shakespeare scrisse velocemente su

esplicita richiesta della regina Elisabetta I, cui era piaciuto il perso-naggio di Falstaff, apparso nell’Enrico IV. Boito ha ovviato alla fret-tolosità della commedia shakespeariana con numerose modifiche: tagli di situazioni (i due appuntamenti di Falstaff in casa Ford ridotti ad uno, il duello del II atto) e di personaggi (i due spasimanti sgradi-ti di Ann Page, ridotti al solo Dottor Cajus). Inoltre non segue quasi mai alla lettera il testo shakespeariano, ma lo traduce in forme più eleganti, mentre tutt’altro trattamento ricevono i brani tratti dalle due parti dell’Enrico IV, spesso citati alla lettera. Si tratta di alcuni dei passi più famosi dell’opera: dall’Enrico IV parte prima provengo-no ad esempio “Chi segue vocazion non pecca”, “Va’, vecchio John”, “Tanto ero smilzo flessibile e snello”, gli insulti contro Falstaff del terzo atto, la colorita immagine “Il diavolo cavalca sull’arco d’un vio-lino”, il conto di Falstaff del primo atto, “So che se andiamo di notte” e soprattutto il grande monologo “L’onore, ladri”, mentre meno nu-trito è l’elenco di citazioni tratte da Enrico IV parte seconda: “Ogni sorta di gente dozzinale” e “Pistola, non scaricarti qui”. Boito insom-ma fa quello che non aveva avuto il tempo di fare Shakespeare, tra-sfondendo la verve del Falstaff personaggio secondario dell’Enrico IV nel protagonista della commedia di Windsor.Come già l’Otello, l’opera che Verdi scrisse subito prima, sempre tratta da Shakespeare e sempre su libretto di Arrigo Boito, Falstaff non ha preludio ed è basato su un uso continuo del recitativo in cui si inseriscono frammenti di arie e di pezzi chiusi in modo diverso che nelle opere precedenti. Un’altra caratteristica è l’abbondanza generosa di melodie che appaiono e poi spariscono per cedere il posto ad altre con grande velocità.

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Il primo atto inizia con un allegro vivace che fa capire subito che si tratta di una commedia. Con solennità Falstaff risponde alle accu-se del Dottor Cajus (“Ho fatto ciò che hai detto”) con quattro note ascendenti, tema che torna quando Falstaff interroga Pistola e poi Bardolfo, nonché ripetuto alla minima da violoncelli e contrabbassi durante il racconto di quest’ultimo. Dopo la sentenza di Falstaff, il giuramento del Dottor Cajus, accompagnato da trombe e trombo-ni, imita uno del luoghi classici dell’opera seria. A questo rispon-de l’“Amen” di Bardolfo e Pistola, un brevissimo canone a due voci alla seconda. Un esempio di quel che chiede Verdi in finezza ed espressività al protagonista è la frase “Un’acciuga”, da dirsi con un fil di voce. Con “Sei la mia distruzion!” inizia una specie di aria, in cui all’inizio il baritono è raddoppiato da flauto, corno e violini. Poi, sulla frase “Se Falstaff s’assottiglia”, è ripreso da violoncelli e ottavino, ad indicare i violoncelli lo stato attuale, ben pieno, di Falstaff, e l’ottavi-no l’eventuale assottigliamento. La fine è l’apoteosi di Falstaff, con un fortissimo sull’accordo di Fa maggiore, in tempo maestoso.Il consulto di Falstaff con Bardolfo e Pistola inizia con una frase can-tata senza soluzione di continuità da Falstaff e Pistola, raddoppiati da oboe e clarinetto. Segue il racconto delle gesta amorose di Fal-staff, che culmina nell’ “Io son di Sir John Falstaff” attribuito ad Alice e quindi cantato in falsetto. Col fa acuto dell’estate “di San Martino” si conclude anche questa parte. Quando Falstaff consegna le lette-re, le terzine degli archi indicano la fretta con cui dovrebbero essere recapitate. Segue il monologo dell’onore, il brano forse più famoso dell’opera.L’onore era stato uno dei motori principali dei drammi di Verdi per

cinquant’anni, da Silva in Ernani (“L’offeso onor signori inulto non andrà”) a Radamés in Aida (“Io son disonorato!”). E proprio nell’ulti-ma opera di Verdi quest’onore, che tanto importante era stato, viene visto in modo completamente opposto. L’argomento di Otello e di Falstaff, in fondo, è lo stesso: un uomo crede che la moglie lo abbia tradito mentre lei gli è fedele. Quel che cambia è l’ottica: Falstaff è quel che succede nella vita di tutti i giorni, Otello e tutte le altre opere erano la trasfigurazione, in luoghi e tempi lontani, di quegli stessi fatti. Nell’indiavolata conclusione della scena Falstaff scaccia Bardolfo e Pistola e “al galoppo” vanno non solo loro ma anche l’or-chestra.L’incontro delle comari avviene su una musica vivace e inarrestabile come loro. La romantica melodia del corno inglese su cui Alice ini-zia a leggere la lettera viene presto interrotta, ma verrà ripresa ogni volta che una di loro inizia a leggere. È il tema della lettera, o meglio delle lettere. Un nuovo bellissimo tema entra a “Facciamo il paio”, tema che tornerà a chiudere l’atto. Seguono le risate delle comari e il loro piano d’attacco, mentre si scatenano in un velocissimo silla-bato sottovoce (“Quell’otre! Quel tino!”). Al sillabato si aggiungono poi gli uomini, dando vita a un nonetto. Quando restano soli Fenton e Nannetta, il loro primo breve duetto d’amore si conclude con la frase che li caratterizza: “Bocca baciata non perde ventura”. Il canto dei due giovani, diversamente dagli altri personaggi, è sempre ba-sato su lunghe frasi melodiose e legate. L’ultima ripresa del nonetto è infatti dominato da Fenton che canta il suo amore per Nannetta con una melodia che si alza sul chiacchiericcio degli altri. La scena si conclude con le sole donne, che pregustano il momento in cui il

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grasso Sir John scoppierà rappresentandone prima il gonfiarsi con graduali salite della voce e poi lo scoppio con una velocissima scala cromatica discendente di fagotto e tromboni. In conclusione Alice riprende la frase finale della lettera di Falstaff, “Ma il viso mio su te risplenderà”, tra le risate di tutte.Il secondo atto, dopo un breve preludio, vede Bardolfo e Pistola che chiedono di essere riammessi al servizio di Falstaff, battendosi il petto contriti (i colpi sono segnati in partitura). Sullo stesso tema del preludio viene annunciata Quickly, che si presenta con dei profon-dissimi “Reverenza” che fanno parte del suo travestimento di mez-zana. Il suo “Povera donna!” ripetuto più volte è una citazione del I atto della Traviata. Un altro elemento del duetto che verrà ripreso più tardi è “dalle due alle tre”: possiamo parlare di Leitmotiv, o più propriamente di gag. Quickly si congeda sul tema del “Reverenza” e Falstaff esultante canta: “Va’, vecchio John, per la tua via”. Bardolfo annuncia il signor Fontana, cioè Ford travestito. L’ingresso di Ford è molto cerimonioso, poi inizia a confidare a Falstaff la storia che ha inventato. Lo slancio, anche della frase vocale, con cui Falstaff gli stringe la mano (“Caro signor Fontana!”) tornerà nell’ultimo atto: i due personaggi condividono lo stesso registro vocale, ma mentre in Falstaff tutto è effusione (ed è questo il segreto del suo fascino), Ford è caratterizzato sempre da una mancanza di sincerità, anche dalla repressione di ogni sentimento. Nel solenne racconto di Ford si inserisce il madrigale cantato con Falstaff (“L’amor, l’amor, che non ci dà mai tregue”). I complimenti adulatorî di Ford “Voi siete un gen-tiluomo” si sviluppano su un tema marziale, ma quando accenna di nuovo all’oro torna il tema tintinnante delle monete. Poi anche

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Ford, come Falstaff nel I atto, si esibisce in una imitazione in falsetto di Alice. Nelle rivelazioni di Falstaff a Ford torna la frasetta “Dalle due alle tre”. L’attacco verbale (e musicale) violentissimo di Falstaff contro il marito di Alice – che non sa di avere davanti a sé – è anco-ra una volta un esempio del modo di essere del personaggio, che avrà poi la sua massima espressione nel monologo del terzo atto. Il monologo di Ford, “È sogno? O realtà?” mostra una furia gelosa molto simile a quella di Otello, altro personaggio che nasconde i propri sentimenti, anche se poi si scatena in paragoni assurdi (“Affi-derei la mia birra a un tedesco”). L’accompagnamento orchestrale è composto soprattutto da legni e dal significativo corno. Su una mu-sica molto leziosa, così come quella d’ingresso di Ford, torna Falstaff tutto agghindato. I due escono insieme mentre si fa risentire il tema esultante e fragoroso che aveva incorniciato l’autocompiacimento di Falstaff.Il racconto di Quickly ad Alice e Meg, che non trascura né “Reveren-za” né “Dalle due alle tre”, è seguito da una brevissima frase musi-cale triste, quando Nannetta teme di dover sposare il Dottor Cajus, poi si torna all’allegria e ai preparativi. “Gaie comari di Windsor!” è un vero e proprio proclama, ripreso da Meg e Nannetta e interrotto dall’annuncio di Quickly che Falstaff sta arrivando. Alice si mette in posa e inizia a suonare il liuto, doppiato dietro le quinte da una chi-tarra. La scena del corteggiamento comprende la brevissima ariet-ta di Falstaff “Quand’ero paggio”, un allegro con brio leggerissimo di sole 24 battute, che già alla prima rappresentazione ottenne un grande successo: in un’incisione del 1907 che vorrebbe riprodurre il successo della prima scaligera, Victor Maurel canta l’aria tre vol-

te, le prime due in italiano e l’ultima in francese. Su un tema di se-microme ribattute a due a due iniziano le irruzioni in scena, prima Quickly, poi Meg, poi su un tema ancora più forsennato di nuovo Quickly, e infine Ford con tutti i suoi uomini. Segue la confusione più tremenda, ma mentre Quickly e Meg nascondono Falstaff nella cesta Fenton e Nannetta trovano un po’ di pace per appartarsi die-tro il paravento. Questo è l’unico duettino di Fenton e Nannetta che non comprenda il loro motto “Bocca baciata”, ma è anche l’unico che si conclude improvvisamente. Ricomincia poi l’inferno fino al bacio rivelatore. Mentre Ford e il Dottor Cajus iniziano ad avvicinarsi furtivi al paravento, Meg e Quickly cantano un sillabato veloce, pro-babilmente per non essere comprese dagli altri, Fenton e Nannetta amoreggiano dietro il paravento, e Falstaff soffoca dentro il cesto. Una scena complessa, che si ispira probabilmente al concerto del Don Giovanni di Mozart: non tre orchestre, ma tre differenti azioni in scena che si intrecciano convulsamente. Al momento di sollevare la cesta fuori della finestra gli accordi con acciaccature di tutta l’orche-stra esprimono lo sforzo, poi un tutta forza segna la rovinosa caduta di Falstaff.Il preludio del terzo atto si apre con il tema che aveva segnato l’ini-zio della caccia a Falstaff, attaccato dai soli contrabbassi in pianissi-mo per poi estendersi a tutti gli strumenti in crescendo e arrivare a un fortissimo. Poi su delle semicrome veloci, già sentite al momento della caduta nella gelida acqua del Tamigi, inizia il monologo di Fal-staff. Ritorna “Va’, vecchio John”, non più trionfale ma triste. Verdi quando terminò l’opera scrisse sulla partitura, parafrasando questo passo: “Tutto è finito. Va’, va’ vecchio John. Cammina per la tua via

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fin che tu puoi. Divertente tipo di briccone eternamente vero sotto maschera diversa in ogni tempo, in ogni luogo. Va’, va’, cammina, cammina, addio”. Mentre torna il tema del tuffo nell’acqua, Falstaff beve un po’ di vin caldo e si riscalda al sole. Questo lo mette di buon umore, tanto da mettersi a cantare di un trillo che invade il mondo, o almeno tutta l’orchestra. Ma l’arrivo di Quickly con il suo corredo di “Reverenze” e “Povere donne” lo interrompe “nel suo volo bacchi-co”. Falstaff dopo essersi infuriato si calma ed entra nell’osteria con Quickly che gli narra la leggenda del Cacciatore Nero, ripresa da Alice. Il racconto misterioso e conturbante, accompagnato dai corni che alludono alle corna che il Cacciatore Nero porta, è interrotto da Nannetta, impaurita. L’alternarsi della leggenda terrificante e della rassicurazione di Alice “Fandonie che ai bamboli” richiama alcuni punti della fiaba in versi Re Orso, scritta da Boito nel 1863.L’organizzazione della mascherata è accompagnata da flauto e cla-rinetto, che evocano la foresta e le fate. La conclusione della scena è tutta giocata su richiami fuori scena tra i vari congiurati, con effetti di lontananza molto suggestivi.E con un richiamo del corno da fuori scena, di grande effetto, inizia l’aria di Fenton “Dal labbro il canto estasiato vola”, contrassegnata ovviamente da frasi lunghe e distese. L’aria si conclude ancora una volta con “Bocca baciata non perde ventura”, cui risponde Nannetta. L’ingresso di Falstaff avviene in un’atmosfera di mistero e terrore, interrotta dai dodici tocchi della campana. La scena ricorda l’inizio del secondo atto del Ballo in maschera, con la stessa atmosfera di mistero e sovrannaturale, i rintocchi della mezzanotte, la coppia di amanti clandestini. Anche Amelia, alla fine della sua aria, cade in

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ginocchio. Assolutamente fuori luogo e perciò comicissimo è il pa-ragone di Falstaff tra se stesso e Giove. Il breve dialogo con Alice ha una musica danzante che diventa esultante, ma la velocissima fuga di Alice lascia posto ai richiami delle Fate. Durante un preludio ‘fatato’, con predominanza di flauto e arpa, le Fate si avvicinano a Falstaff. Poi Nannetta attacca la canzone della Regina delle Fate, “Sul fil d’un soffio etesio”, in due strofe con coro con accompagnamento sempre di fiati ed arpa.Alla scoperta di Falstaff succede un putiferio. Tutti si scatenano con-tro di lui in un diluvio di onomatopee (“Pizzica stuzzica pungi spil-luzzica”) e insulti. Allo scongiuro segue la confessione, con Falstaff che ad ogni ingiunzione risponde “Ahi! Ahi! Mi pento!”, in grottesca parodia. Dopo una finta preghiera delle donne cui Falstaff dà rispo-ste ancora più stravaganti, egli riconosce infine Bardolfo e si scatena contro di lui. L’ironica frase di Ford, “il cornuto chi è?” si rivolgerà poco dopo contro di lui. Tornano frasi del secondo atto: Falstaff sa-luta Ford di nuovo “Caro signor Fontana” e scambia “Reverenze” con Quickly: il riconoscimento tra i personaggi avviene in musica. Quan-do Falstaff ammette di essere stato un somaro, ne imita il raglio e tutti ridono di lui. Ma Falstaff non ha ancora perso la stima di sé. Tra l’allegria generale si celebrano i due matrimonî, e alla fine Ford e il Dottor Cajus sono costretti ad ammettere di essere scornati anche loro. Termina l’opera una Fuga a dieci voci, “Tutto nel mondo è burla”.

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The Merry Wives of Windsor is a very dull play indeed. We can be gra-teful for its having been written, because it provided the occasion of Verdi’s Falstaff, a very great operatic masterpiece. Mr. Page, Shallow, Slender, and the Host disappear. I have nothing to say about Shake-speare’s play, so let’s hear Verdi.

Le allegre comari di Windsor è una commedia davvero scialba. Dob-biamo essere grati che sia stata scritta, perché ha permesso che fosse composto Falstaff di Verdi, un grandissimo capolavoro operistico. Mr. Page, Shallow, Slender e l’Oste scompaiono. Non ho nulla da dire sul-la commedia di Shakespeare, quindi ascoltiamo Verdi.

N O N H O N U L L A D A D I R E S U L L A C O M M E D I A D I S H A K E S P E A R E

di W. H. Auden

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LIBRETTO

FALSTAFF Commedia lirica in tre atti

Libretto di Arrigo Boito

PersonaggiSir John Falstaff (baritono)

Ford, marito d’Alice (baritono)Fenton (tenore)

Dott. Cajus (tenore)Bardolfo (tenore) e Pistola (basso), seguaci di Falstaff

Mrs. Alice Ford (soprano)Nannetta, figlia d’Alice e di Ford (soprano)

Mrs. Quickly (mezzosoprano)Mrs. Meg Page (mezzosoprano)

L’oste della GiarrettieraRobin, paggio di Falstaff

Un paggetto di Ford

Borghesi e popolani, servi di Ford, mascherata di folletti, di fate, di streghe, ecc.

Scena: WindsorEpoca: Regno di Enrico IV d’Inghilterra

La presente commedia è tolta dalle Allegre Comari di Windsor e da parecchi passi dell’Enrico IV riguardanti il personaggio di Falstaff.

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sforzata la mia casa.

FALSTAFFMa non la tua massaia.

DR. CAJUSTroppa grazia! Una vecchia cisposa.Ampio messere, se foste venti volte John Falstaff cavaliere, vi forzerò a rispondermi.

FALSTAFF (con flemma)Ecco la mia risposta:ho fatto ciò che hai detto.

DR. CAJUSE poi?

FALSTAFFL’ho fatto apposta.

DR. CAJUS (gridando)M’appellerò al Consiglio Real.

FALSTAFFVatti con Dio.Sta zitto o avrai le beffe;quest’è il consiglio mio.

DR. CAJUS (ripigliando la sfuriata contro Bardolfo)Non è finita!

FALSTAFFAl diavolo!

DR. CAJUS (sempre in furia)Bardolfo!

FALSTAFF (chiamando)Pistola!

PISTOLA (avanzandosi)Padrone.

FALSTAFF (sempre seduto sul seggiolone e con flemma)Hai tu vuotatele tasche a quel Messere?

DR. CAJUS (scattando contro Pistola)Certo fu lui. Guardatecome s’atteggia al niegoquel ceffo da bugiardo!(vuotando una tasca del farsetto)Qui c’eran due scellinidel regno d’Edoardoe sei mezze-corone.Non ne riman più segno.

PISTOLA (a Falstaff, dignitosamente brandendo la scopa)Padron, chiedo di battermicon quest’arma di legno.(al Dr. Cajus con forza)Vi smentisco!

DR. CAJUSBifolco! tu parli a un gentiluomo!

PISTOLAGonzo!

DR. CAJUSPezzente!

ATTO PRIMOPARTE PRIMAL’interno dell’Osteria della Giarrettiera. Una tavo-la, un gran seggiolone, una panca. Sulla tavola i resti di un gran desinare, parecchie bottiglie e un bicchiere. Calamaio, penne, carta, una cande-la accesa. Una scopa appoggiata al muro. Uscio nel fondo, porta a sinistra. Falstaff è occupato a riscaldare la cera di due lettere alla fiamma del-la candela, poi le suggella con un anello. Dopo averle suggellate, spegne il lume e si mette a bere comodamente sdraiato sul seggiolone. Falstaff, Dr. Cajus, Bardolfo, Pistola, l’Oste nel fondo.

DR. CAJUS (entrando dalla porta a sinistra e gri-dando minaccioso)Falstaff!

FALSTAFF (senza abbadare alle vociferazioni del Dr. Cajus, chiama l’Oste che si avvicina)Olà!

DR. CAJUS (più forte di prima)Sir John Falstaff!!

BARDOLFO (al Dr. Cajus)Oh! che vi piglia?

DR. CAJUS (sempre vociando e avvicinandosi a Falstaff, che non gli dà retta)Hai battuto i miei servi!...

FALSTAFF (all’Oste, che esce per eseguire l’ordine)Oste! un’altra bottiglia di Xeres.

DR. CAJUS (come sopra)Hai fiaccata la mia giumenta baia,

BARDOLFOSer Dottore.

DR. CAJUS Tu, ier, m’hai fatto bere.

BARDOLFO Pur troppo! e che dolore!...(si fa tastare il polso dal Dr. Cajus)Sto mal. D’un tuo pronostico m’assisti.Ho l’intestinoguasto. Malanno agli ostiche dan la calce al vino!(mettendo l’indice sul proprio naso enorme e rubicondo)Vedi questa meteora?

DR. CAJUSLa vedo.

BARDOLFOEssa si corcarossa così ogni notte.

DR. CAJUS (scoppiando)Pronostico di forca!M’hai fatto ber, furfante,(indicando Pistola)con lui, narrando frasche;poi, quando fui ben ciuschero,m’hai vuotato le tasche.

BARDOLFO (con decoro)Non io.

DR. CAJUSChi fu?

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DR. CAJUS (subito)Fu l’un dei due.

BARDOLFO (con serenità, indicando il Dr. Cajus)Costui beve, poi pel gran bereperde i suoi cinque sensi,poi ti narra una favolach’egli ha sognato mentredormì sotto la tavola.

FALSTAFF (al Dr. Cajus)L’odi? Se ti capaciti,del ver tu sei sicuro.I fatti son negati. Vattene in pace.

DR. CAJUSGiuroche se mai m’ubriacoancora all’osteria,sarà fra gente onesta,sobria, civile e pia.(esce dalla porta di sinistra)

BARDOLFO, PISTOLA (battendo il tempo, men-tre accompagna sull’uscio il Dr. Cajus)Amen.

FALSTAFFCessi l’antifona.La urlate in contrattempo.L’arte sta in questa massima:“rubar con garbo e a tempo”.Siete dei rozzi artisti.(si mette ad esaminare il conto che l’Oste avrà portato insieme alla bottiglia di Xeres)6 polli: 6 scellini,30 giarre di Xeres: 2 lire; 3 tacchini...(a Bardolfo gettandogli la borsa)

(a Bardolfo e Pistola)Mi struggete le carni!Se Falstaff s’assottigliaNon è più lui, nessun più l’ama;in quest’addomec’è un migliaio di lingueche annunciano il mio nome!

PISTOLA (acclamando)Falstaff immenso!

BARDOLFO (acclamando)Enorme Falstaff!

FALSTAFF (guardandosi e toccandosi l’addome)Quest’è il mio regno.Lo ingrandirò.Ma è tempo d’assottigliar l’ingegno.

BARDOLFO, PISTOLAAssottigliam. (tutti e tre in crocchio)

FALSTAFFV’è noto un tal, qui del paeseche ha nome Ford?

BARDOLFOSì.

PISTOLASì.

FALSTAFFQuell’uomo è un gran borghese...

PISTOLAPiù liberal d’un Creso.

PISTOLABestia!

DR. CAJUSCan!

PISTOLAVil!

DR. CAJUSSpauracchio!

PISTOLAGnomo!

DR. CAJUSGermoglio di mandragora!

PISTOLAChi?

DR. CAJUSTu.

PISTOLARipeti!

DR. CAJUSSì.

PISTOLA (scagliandosi contro il dottore)Saette!!!

FALSTAFF (con un cenno frena Pistola)Ehi là! Pistola! Non scaricarti qui!(chiamando Bardolfo che s’avvicina)Bardolfo! Chi ha vuotato le taschea quel Messere?

Fruga nella mia borsa. (si rimette a leggere)2 fagiani.Un’acciuga.

BARDOLFO (estrae dalla borsa le monete e le con-ta sul tavolo)Un mark, un mark, un penny.

FALSTAFFFruga.

BARDOLFOHo frugato.

FALSTAFFFruga!

BARDOLFO (gettando la borsa sul tavolo)Qui non c’è più uno spicciolo.

FALSTAFF (alzandosi)Sei la mia distruzione!Spendo ogni sette giorni dieci ghinee!Beone!So che se andiam, la notte,di taverna in taverna,quel tuo naso ardentissimomi serve da lanterna;ma quel risparmio d’oliotu lo consumi in vino.Son trent’anni che abbeveroquel fungo porporino!Costi troppo.(a Pistola)E tu pure. (gridando)Oste! un’altra bottiglia.

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FALSTAFFE questa ha nome Margherita.

PISTOLALa chiaman Meg.

FALSTAFFÈ anch’essa dei miei pregi invaghita.E anch’essa tien le chiavi dello scrigno.Costoro saran le mie Giocondee le mie Coste d’oro!(facendosi ammirare)Guardate. Io sono ancorauna piacente estateDi San Martino.A voi, due lettere infuocate.(dà a Bardolfo una delle due lettere che sono sul tavolo)Tu porta questa a Meg;tentiam la sua virtù.(Bardolfo prende la lettera)Già vedo che il tuo naso arde di zelo.(a Pistola, porgendogli l’altra lettera)E tu porta questa ad Alice.

PISTOLA (ricusando con dignità)Porto una spada al fianco.Non sono un Messer Pandarus.Ricuso.

FALSTAFF (con calma sprezzante)Saltimbanco.

BARDOLFO (avanzandosi e gettando la lettera sul tavolo)Sir John, in quest’intrigonon posso accondiscendervi.Lo vieta...

Né un capello? No.L’onor non è chirurgo.Che è dunque? Una parola.Che c’è in questa parola?C’è dell’aria che vola.Bel costrutto!L’onore lo può sentire chi è morto?No. Vive sol coi vivi?...Neppure: perché a tortolo gonfian le lusinghe,lo corrompe l’orgoglio,l’ammorban le calunnie;e per me non ne voglio!Ma, per tornare a voi, furfanti,ho atteso troppo,e vi discaccio.(prende in mano la scopa e insegue Bardolfo e Pistola che scansano i colpi correndo qua e là e riparandosi dietro la tavola)Olà! Lesti! Lesti! al galoppo!Ladri! Via! Via di qua!(Bardolfo e Pistola fuggono dalla porta di sini-stra, Falstaff li insegue)

PARTE SECONDAGiardino. A sinistra la casa di Ford. Gruppi d’alberi nel centro della scena. Alice, Nannetta, Meg, Mrs. Quickly, poi Mr. Ford, Fenton, Dr. Cajus, Bardolfo, Pistola. Meg e Mrs Quickly da destra. S’avviano verso la casa di Ford e sulla soglia si imbattono in Alice e Nannetta che stanno per uscire.

MEG (salutando)Alice.

ALICE (salutando)Meg.

BARDOLFOÈ un Lord!

FALSTAFFSua moglie è bella.

PISTOLAE tien lo scrigno.

FALSTAFFÈ quella! O amor! Sguardo di stella!Collo di cigno! e il labbro?! Un fior.Un fior che ride.Alice è il nome,e un giorno come passar mi videne’ suoi paraggi… rise.M’ardea l’estro amatorionel cor. La Dea vibravaraggi di specchio ustoriosu me, su me, sul fianco baldo,(pavoneggiandosi)sul gran torace,sul maschio pie’, sul fusto saldo,erto, capace;e il suo desir in lei fulgea sìal mio congiuntoche parea dir:“Io son di Sir John Falstaff”.

BARDOLFOPunto.

FALSTAFF (continuando la parola di Bardolfo)A a capo. Un’altra;

BARDOLFO, PISTOLAUn’altra!

FALSTAFF (interrompendolo)Chi?

BARDOLFOL’Onore!

FALSTAFF (vedendo il paggio Robin che entra dal fondo)Ehi! paggio!(poi subito a Bardolfo e Pistola)Andate a impendervi.Ma non più a me.(al paggio)Due lettere, prendi, per due signore.Consegna tosto, corri, via, lesto, va!(il paggio esce) (a Pistola e Bardolfo)L’Onore!Ladri! Voi state ligi all’onor vostro, voi!cloache d’ignominia,quando, non sempre, noipossiam star ligi al nostro.Io stesso, sì, io, io,devo talor da un latoporre il timor di Dioe, per necessità, sviar l’onore, usarestratagemmi ed equivoci,destreggiar, bordeggiare.E voi, coi vostri cencie coll’occhiata tortada gatto pardo e i fetidi sghignazziavete a scortail vostro Onor! Che onore?!che onor? che onor! che ciancia!Che baja!Può l’onore riempirvi la pancia?No. Può l’onor rimettervi uno stinco?Non può.Né un piede? No. Né un dito?

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MEGTi pare?!

QUICKLYOibò! Vi pare?!

ALICEDunque: se m’acconciassia entrar ne’ reipropositi del diavolo, sareipromossa al grado di Cavalleressa!

MEGAnch’io.

ALICEMotteggi.

MEG (cerca in tasca una lettera)Non più parole,ché qui sciupiamo la luce del sole.Ho una lettera.

ALICE (cerca in tasca)Anch’io.

NANNETTA, QUICKLYOh!

ALICE (dà la lettera a Meg)Leggi.

MEG (scambia la lettera con quella di Alice)Leggi.(leggendo la lettera di Alice)“Fulgida Alice! amor t’offro...”Ma come?!Che cosa dice?

NANNETTALo stesso stemma.

ALICE, MEG (leggendo insieme ciascuna sulla propria lettera)“Sei la gaia comare, il compar gaioson io, e fra noi due facciamo il paio.”

ALICEGià.

NANNETTALui, lei, te.

QUICKLYUn paio in tre.

ALICE“Facciamo il paio in un amor ridente(tutte col naso sulle lettere)di donna bella e d’uom...”

TUTTE“...appariscente.”

ALICE“e il viso tuo su me risplenderàcome una stella sull’immensità.”

TUTTE (ridendo)Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!

ALICE “Rispondi al tuo scudiere,John Falstaff Cavaliere”.

TUTTEMostro!

MEG Nannetta.

ALICE (a Meg)Escivo appuntoper ridere con te.(a Mrs Quickly) Buon dì, comare.

QUICKLYDio vi doni allegria.(accarezzando la guancia di Nannetta)Botton di rosa!

ALICE (ancora a Meg)Giungi in buon punto.M’accade un fatto da trasecolare.

MEGAnche a me.

QUICKLY (che parlava con Nannetta, avvicinado-si con curiosità) Che?

NANNETTA (avvicinandosi)Che cosa?

ALICE (a Meg)Narra il tuo caso.

MEGNarra il tuo.

ALICE (in crocchio)Promessadi non ciarlar.

Salvo che il nomela frase è uguale.

ALICE (cogli occhi sulla lettera che tiene in mano)“Fulgida Meg! amor t’offro...”

MEG (continuando sul proprio foglio la lettera di Alice) “...amor bramo.”

ALICEQua “Meg”, là “Alice”.

MEGÈ tal e quale, (come prima)“Non domandar perchè, ma dimmi...”

ALICE (come sopra)“...t’amo”.Pur non gli offersi cagion.

MEGIl nostro caso è pur strano.(tutte in un gruppo addosso alle lettere, confron-tandole e maneggiandole con curiosità)

QUICKLYGuardiam con flemma.

MEGGli stessi versi.

ALICELo stesso inchiostro.

QUICKLYLa stessa mano.

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Se scoppia, ci spaccia.Un flutto in tempestagittò sulla renadi Windsor codestavorace balena.Ma qui non ha spazioda farsi più pingue;ne fecer già straziole vostre tre lingue.Tre lingue più allegred’un trillo di nacchere,che spargon più chiacchieredi sei cingallegre.Tal sempre s’esilariquel bel cinguettar.Così soglion l’ilaricomari ciarlar.

MEGUn flutto in tempestagittò sulla renadi Windsor codestavorace balena.Quell’uomo è un cannone,se scoppia, ci spaccia.Colui, se l’abbraccia,ti schiaccia Giunone.Ma certo si spappola.quel mostro a tuo cennoe corre alla trappolae perde il suo senno.Potenza di un fragilsorriso di donna!Scòenza d’un agilemovenza di gonna!Se il vischio lo impegolalo udremo strillar,e allor la sua fregola

BARDOLFO (a Ford)Falstaff, sì, ripeto, giuro,(per mia bocca il ciel v’illumina)contro voi John Falstaff ruminaun progetto alquanto impuro.Son uom d’arme e quell’infamepiù non vo’ che v’impozzangheri.Non vorrei, no, escir dai gangheridell’onor per un reame!Messer Ford, l’uomo avvisatoNon è salvo che a metà.Tocca a voi d’ordir l’agguatoche l’agguato stornerà.

FENTON (a Ford)Se volete, io non mi peritodi ridurlo alla ragionecolle brusche o colle buone,e pagarlo al par del merito.Mi dà core e mi solletica(e sarà una giostra gaia)di sfondar quella ventraiaiperbolico-apoplettica.Col consiglio o colla spadase lo trovo al tu per tu,o lui va per la sua stradao lo assegno a Belzebù.

PISTOLA (a Ford)Sir John Falstaff già v’appresta,Messer Ford, un gran pericolo.Già vi pende sulla testaqualche cosa a perpendicolo.Messer Ford, fui già un armigerodi quell’uom dall’ampia cute,or mi pento e mi morigeroper ragioni di salute.La minaccia or v’è scoperta,

ALICEDobbiam gabbarlo.

NANNETTAE farne chiasso.

ALICEE metterlo in burletta.

NANNETTAOh! Oh! che spasso!

QUICKLYChe allegria!

MEGChe vendetta!

ALICE (rivolgendosi ora all’una, ora all’altra)Quell’otre, quel tino!Quel Re delle pance,ci ha ancora le ciancedel bel vagheggino.E l’olio gli sgoccioladall’adipe unticcioe ancor ei ne snocciolala strofa e il bisticcio!Lasciam ch’ei le prontesue ciarle ne spifferi;farà come i pifferiche sceser dal monte.Vedrai che se abbindoloquel grosso compar,più lesto d’un guindololo faccio girar.

QUICKLY (ad Alice)Quell’uomo è un cannone!

vedremo svampar.

NANNETTA (ad Alice)Se ordisci una burla,vo’ anch’io la mia parte.Conviene condurlacon senno, con arte.L’agguato ov’ei sdrucciolaconvien ch’ei non scerna.Già prese una lucciolaper una lanterna.Che il gioco riescaperciò non dubito;per coglierlo subitobisogna offrir l’esca.E se i scillinguagnolisapremo adoprar,vedremo a rigagnoliquell’orco sudar.(s’allontanano)

Mr Ford, Dr. Cajus, Fenton, Bardolfo, Pistola entrano da destra. Le donne escono da sinistra; ma di tratto in tratto se ne vedrà taluna fra gli alberi del fondo

DR. CAJUS (a Ford)È un ribaldo, un furbo, un ladro,un furfante, un turco, un vandalo;l’altro dì mandò a soqquadrola mia casa e fu uno scandalo.Se un processo oggi gl’intavolosconterà le sue rapine,ma la sua più degna finesia d’andare in man del diavolo.E quei due che avete accantonon son due stinchi di santoné son fiori di virtù.

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FALSTAFF L I B R E T T O 6564

BARDOLFO (a Ford)Già le scrisse un biglietto...

PISTOLA (interrompendo)Ma quel messaggio abbietto ricusai.

BARDOLFORicusai.

PISTOLABadate a voi!

BARDOLFOBadate!

PISTOLAFalstaff le occhieggia tutte,che siano belle o brutte,pulzelle o maritate.

BARDOLFO, PISTOLATutte!

BARDOLFOLa corona che adornad’Atteòn l’irte chiomesu voi già spunta.

FORDCome sarebbe a dir?

BARDOLFOLe corna.

FORDBrutta parola!

MEGFord è geloso?

ALICEAssai.

QUICKLYZitto.

ALICEBadiamo a noi.(Ford, Dr. Cajus, Bardolfo e Pistola escono da de-stra. Resta Fenton. Alice, Meg e Quickly escono da sinistra. Resta Nannetta)

FENTON (verso Nannetta a bassa voce)Pst, pst. Nannetta.Vien qua.

NANNETTA (mettemdo l’indice al labbro per cenno di silenzio) Sss. Taci. Che vuoi?

FENTONDue baci.

NANNETTAIn fretta.

FENTONIn fretta. (si baciano rapidamente presso il gruppo d’alberi)

NANNETTALabbra di foco!

FENTONLabbra di fiore!...

or v’è noto il ciurmador.State all’erta, all’erta, all’erta!Qui di tratta dell’onor.

FORD (da sè, poi agli altri)Un ronzio di vespe e d’avidicalabron brontolamento,un rombar di nembi gravidid’uragani è quel ch’io sento.Il cerebro un ebro allucinaturbamento di paura,ciò che intorno a me si buccinaè un sussurro di congiura.Parlan quattro ed uno ascolta,qual dei quattro ascolterò?Se parlaste uno alla voltaforse allor v’intenderò.

ALICE, NANNETTA, MEG, QUICKLYQuell’otre! Quel tino!

FORD (a Pistola)Ripeti.

PISTOLA (a Ford)In due parole:l’enorme Falstaff vuoleentrar nel vostro tetto,beccarvi la consorte,ffondar la cassa-fortee… sconquassarvi il letto.

DR. CAJUSCaspita!

FORDQuanti guai!

DR. CAJUSHa voglie voraci il Cavaliere.

FORDSorveglierò la moglie.Sorveglierò il messere.(rientrano da sinistra le quattro donne)Salvar vo’ i beni mieidagli appetiti altrui.

FENTON (vedendo Nannetta)(È lei.)

NANNETTA (vedendo Fenton)(È lui.)

FORD (vedendo Alice)(È lei.)

ALICE (vedendo Ford)(È lui.)

DR. CAJUS (a Ford, indicando Alice)(È lei.)

MEG (ad Alice, indicando Ford)(È lui.)

ALICE (alle altre a bassa voce, indicando Ford)(S’egli sapesse!…)

NANNETTAGuai!

ALICESchiviamo i passi suoi.

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FALSTAFF L I B R E T T O 6766

FENTON (cantando, si nasconde fra gli alberi sempre guardando Nannetta)“Bocca baciata non perde ventura”…

NANNETTA “Anzi rinnova come fa la luna”.(entrano nuovamente Alice, Meg, Mrs Quickly)

ALICEFalstaff m’ha canzonata.

MEGMerita un gran castigo.

ALICESe gli scrivessi un rigo?...

NANNETTA (riunendosi al crocchio, con disin-voltura)Val meglio un’ambasciata.

ALICESì.

NANNETTASì.

QUICKLYSì.

ALICE (a Quickly)Da quel brigantetu andrai… Lo adeschi all’offad’un ritovo galantecon me.

QUICKLYQuesta è gaglioffa!

NANNETTAChe gioia!

ALICEChe allegria!

TUTTEChe gioia!

MEG (a Quickly)Procaccia di far benela tua parte.

QUICKLY (accorgendosi di Fenton che s’aggira nel fondo)Chi viene?

MEGLa c’è qualcun che spia.(escono rapidamente da destra Alice, Meg, Quickly)

FENTON (tornando accanto a Nannetta)Torno all’assalto.

NANNETTA (come sfidandolo)Torno alla gara. Ferisci!

FENTON (facendo atto di baciarla)Para!

NANNETTA (si ripara il viso con una mano che Fenton bacia)La mira è in alto.L’amor è un agiletorneo, sua cortevuol che il più fragilevinca il più forte.

NANNETTAChe il vago giocosanno d’amore.

FENTONChe spargon ciarle,che mostran perle,belle a vederle,dolci a baciarle!(tenta di abbracciarla)Labbra leggiadre!

NANNETTA (difendendosi e guardandosi attorno)Man malandrine!

FENTONCiglia assassine!Pupille ladre!T’amo! (fa per baciarla ancora)

NANNETTAImprudente. No…

FENTONSì... due baci.

NANNETTA (si svincola)Basta.

FENTONMi piaci tanto!

NANNETTAVien gente.(si allontanano l’una dall’altro)

NANNETTAChe bella burla!

ALICEPrima, per attirarlo a noi,lo lusinghiamo,

NANNETTAE poi…

ALICEe poigliele cantiamo in rima.

QUICKLYNon merita riguardo.

ALICEÈ un bove.

MEGÈ un uom senza fede.

ALICEÈ un monte di lardo.

MEGNon merta clemenza.

ALICEÈ un ghiotton che scialacquatutto il suo aver nel cuoco.

NANNETTALo tufferem nell’acqua.

ALICELo arrostiremo al fuoco.

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FALSTAFF L I B R E T T O 6968

FENTONAmor mio!

NANNETTAVien gente… Addio!(fugge da destra)

FENTON (allontanandosi cantando)“Bocca baciata non perde ventura”.

NANNETTA (di dentro rispondendo)“Anzi rinnova come fa la luna”(rientrano dal fondo Ford, Dr. Cajus, Bardolfo, Pi-stola. Fenton si unisce poi al crocchio)

BARDOLFO (a Ford)Udrai quanta egli sfoggiamagniloquenza altera.

FORDDiceste ch’egli alloggia…dove?

PISTOLAAlla Giarrettiera.

FORDA lui mi annuncerete,ma con un falso nome;poscia vedrete comelo piglio nella rete.Ma... non una parola.

BARDOLFOIn ciarle non m’ingolfo.Io mi chiamo Bardolfo.

marital in voi si incorpora.Se non siete astuto e cautoquel sir John vi tradirà.Quel paffuto plenilunioche il color del vino imporporatroverebbe un pasto lautonella vostra ingenuità.Messer Ford, l’uom avvisatonon è salvo che a metà. Tocca a voi d’ordir l’agguatoche l’agguato stornerà.

PISTOLA (a Ford)Voi dovete empirgli il calicetratto tratto interrogandoloper tentar se vi riescadi trovar del nodo il bandolo.Come all’acqua inclina il salicecosì al vin quel Cavalier.Scoverete la sua trescascoprirete il suo pensier.La minaccia or v’è scoperta,or v’è noto il ciurmador,State all’erta, all’erta, all’erta,qui si tratta dell’onor.

ALICEQuell’otre, quel tino!Quel Re delle pance,ci ha ancora le ciancedel bel vagheggino.Vedrai che se abbindoloquel grosso comparpiù lesto d’un guindololo faccio girar.

NANNETTA (ad Alice)Se ordisci una burla,

FENTONM’armo… ti guardo.T’aspetto al varco.

NANNETTAIl labbro è l’arco.

FENTONE il bacio è il dardoBada! la frecciafatal già scoccadalla mia boccasulla tua treccia.(Le bacia la treccia)

NANNETTA (annodandogli il collo colla treccia)Eccoti avvinto.

FENTONChiedo la vita!

NANNETTAIo son ferita,ma tu sei vinto.

FENTONPietà! Pietà! Facciamola pace e poi...

NANNETTAE poi?

FENTONSe vuoi, ricominciamo.

NANNETTABello è quel giocoche dura poco. Basta.

PISTOLAIo mi chiamo Pistola.

FORDSiam d’accordo.

BARDOLFOL’arcano custodirem.

PISTOLASon sordo e muto.

FORDSiam d’accordo tutti.

BARDOLFO, PISTOLASì.

FORDQua la mano.(si avanzano nel fondo Alice, Nannetta, Meg, Quickly)

DR. CAJUS (a Ford)Del tuo barbaro diagnosticoforse il male è assai men barbaro.Ti convien tentar la provamolestissima del ver.Così avvien col sapor osticodel ginepro e del rabarbaro;il benessere rinnoval’amarissimo bicchier.Ma quei due che avete accantogenti son di sua tribù,non son due stinchi di santo, né son fiori di virtù.

BARDOLFO (a Ford)Messer Ford, un infortunio

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FALSTAFF L I B R E T T O 7170

FORD (a Bardolfo)Tu vedrai se bene adoperal’arte mia con quell’infame;e sarà prezzo dell’operas’io discopro le sue trame.Se da me storno il ridicolonon avrem oprato invan.Se l’attiro nell’ingannol’angue morde il cerretan.(Ford, Dr. Cajus, Fenton, Bardolfo, Pistola escono)

ALICEQui più non si vagoli...

NANNETTA (a Quickly)Tu corri all’ufficio tuo.

ALICEVo’ ch’egli miagolid’amor come un micio.(a Quickly) È intesa.

QUICKLYSì.

NANNETTAÈ detta.

ALICEDomani.

QUICKLYSì. Sì.

ALICE (salutando)Buon dì, Meg.

ATTO SECONDOPARTE PRIMAL’interno dell’ Osteria della Giarrettiera, come nell’atto primo. Falstaff è adagiato nel suo gran seggiolone al suo solito posto bevendo il suo Xe-res. Bardolfo e Pistola verso il fondo accanto alla porta di sinistra.

BARDOLFO, PISTOLA (battendosi con gran col-pi il petto, in atto di pentimento)Siam pentiti e contriti.

FALSTAFF (volgendosi appena)L’uomo ritorna al vizio,la gatta al lardo...

BARDOLFO, PISTOLAE noi, torniamo al tuo servizio.

BARDOLFO (a Falstaff)Padron, là c’è una donnache alla vostra presenzachiede d’essere ammessa.

FALSTAFFS’inoltri.(Bardolfo esce da sinistra e ritorna subito accom-pagnando Mrs.Quickly)

QUICKLY (inchinandosi profondamente verso Falstaff, sempre seduto)Reverenza!

FALSTAFFBuon giorno, buona donna.

QUICKLY (avvicinandosi con gran rispetto e cautela)Se Vostra Grazia vuole,

vo’ anch’io la mia parte.Conviene condurlacon senno e con arte.E se i scilinguagnolisapremo adoprar…vedremo a rigagnoliquell’orco sudar.

MEG (ad Alice)Vedrai che a un tuo cennoquel mostro si spappolae perde il suo sennoe corre alla trappola.Se il vischio lo impegolalo udremo strillar…e allor la sua fregolavedremo svampar.

QUICKLYTre lingue più allegred’un trillo di nacchere, che spargon più chiacchieredi sei cingallegre.Tal sempre s’esilariquel bel cinguettar…così soglion l’ilaricomari ciarlar.

FENTON Qua borbotta un crocchio d’uomini,c’è nell’aria una malia.Là cinghetta un stuol di femine,spira un vento agitator.Ma colei che in cor mi nomini,dolce amor, vuol esser mia.Noi sarem come due geminestelle unite in un ardor.

QUICKLYNannetta, buon dì.

NANNETTAAddio.

MEGBuon dì.

ALICE (trattenendo ancora le altre)Vedrai che quell’epaterribile e tronfiasi gonfia…

ALICE, MEG, QUICKLY, NANNETTASi gonfia e poi crepa.

ALICE“Ma il viso mio su lui risplenderà...”

TUTTE“Come una stella sull’immensità”!Ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah!(si separano ridendo)

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FALSTAFF L I B R E T T O 7372

QUICKLYVostra Grazia a quell’orapotrà liberamente salir ove dimorala bella Alice! Povera donna!le angosce sueSon crudeli! ha un marito geloso!

FALSTAFF (rimuginando le parole di Quickly)Dalle due alle tre.(a Quickly) Le dirai che impaziente aspettoquell’ora. Al mio dover non mancherò.

QUICKLYBen detto. Ma c’e un’altra ambasciata per Vostra Grazia.

FALSTAFFParla.

QUICKLYLa bella Meg (un angeloche innamora a guardarla)anch’essa vi salutamolto amorosamente,dice che suo maritoè assai di rado assente…Povera donna!un giglio di candore e di fè!Voi le stregtate tutte.

FALSTAFFStregoneria non c’è,ma un certo qual mio fascinopersonal!... Dimmi: l’altrasa di quest’altra?

FALSTAFFIl suo nome è Fontana?

BARDOLFOSì.

FALSTAFFBene accolta siala fontana che spandeun simile liquore!Entri. (Bardolfo esce)Va’, vecchio John, per la tua via.(Ford, travestito, entra da sinistra preceduto da Bardolfo, che si ferma all’uscio e s’inchina al suo passaggio, e seguito da Pistola, il quale tiene una damigiana. Pistola e Bardolfo restano sul fondo. Ford tiene un sacchetto in mano)

FORD (avanzandosi dopo un grande inchino a Falstaff)Signore, v’assista il cielo!

FALSTAFF (ricambiando il saluto)Assista voi pur, signore.

FORD (sempre complimentoso)Io sono,davver, molto indiscreto,e vi chiedo perdono,se, senza cerimonie,qui vengo e sprovvedutodi più lunghi preamboli.

FALSTAFFVoi siete il benvenuto.

FORDIn me vedete un uomo

vorrei, segretamente,dirle quattro parole.

FALSTAFFT’accordo udienza.(a Bardolfo e Pistola, che escono da sinistra fa-cendo sberleffi)Escite.

QUICKLY (fa un altro inchino, avvicinandosi an-cora più)Reverenza! MadonnaAlice Ford...

FALSTAFF (alzandosi ed accostandosi a Quickly premuroso) Ebben?

QUICKLYAhimé! Povera donna!Siete un gran seduttore!

FALSTAFF Lo so. Continua.

QUICKLYAlicesta in grande agitazioned’amor per voi; vi dicech’ebbe la vostra lettera,che vi ringrazia e chesuo marito esce sempredalle due alle tre.

FALSTAFFDalle due alle tre.

QUICKLYOibò! La donna nasce scaltra.Non temete.

FALSTAFF (cercando nella sua borsa)Or ti vo’ remunerar...

QUICKLYChi semina grazie, raccoglie amor.

FALSTAFF (estrae una moneta e la porge a Quickly)Prendi, Mercurio-femina.(congedandola col gesto)Saluta le tue dame.

QUICKLYM’inchino.(esce da sinistra)

FALSTAFFAlice è mia!Va’, vecchio John, va’, va’ per la tua via.Questa tua vecchia carneancora spremequalche dolcezza a te.Tutte le donne ammutinate insiemesi dannano per me!Buon corpo di Sir John,ch’io nutro e sazio,va’, ti ringrazio.

BARDOLFO (entrando da sinistra)Padron; di là c’è un certoMastro Fontanache anela di conoscervi;offre una damigianadi Cipro per l’asciolveredi Vostra Signoria.

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FORDSir John, m’infonde ardireun ben noto proverbio popolar:si suol direche l’oro apre ogni porta,che l’oro è un talismano,che l’oro vince tutto.

FALSTAFFL’oro è un buon capitanoche marcia avanti.

FORD (avvicinandosi verso il tavolo)Ebbene… Ho un sacco di monetequa, che mi pesa assai.Sir John… se voi voleteaiutarmi a portarlo...

FALSTAFF (prende il sacchetto e lo depone sul tavolo)Con gran piacer... non so,davver, per qual mio merito, Messere…

FORDVe lo dirò.C’è a Windsor una dama,bella e leggiadra molto.Si chiama Alice;è moglie d’un certo Ford.

FALSTAFFV’ascolto.

FORDIo l’amo e lei non m’ama;le scrivo, non risponde;la guardo, non mi guarda;la cerco e si nasconde.Per lei sprecai tesori,

FALSTAFF (interrompendo)Essa non vi die’ mai luogo a lusinghe?

FORDNo.

FALSTAFFMa infin, perché v’aprite a me?

FORDVe lo dirò:Voi siete un gentiluomoprode, arguto, fecondo,voi siete un uom di guerra,voi siete un uom di mondo...

FALSTAFF (con gesto d’umiltà)Oh!

FORDNon v’adulo, e quello è un sacco di monete:Spendetele! Spendetele!sì, spendete e spandetetutto il mio patrimonio!Siate ricco e felice!Ma, in contraccambio,chiedo che conquistiate Alice!

FALSTAFFStrana ingiunzion!

FORDMi spiego: quella crudel beltàsempre è vissutain grande fede di castità.La sua virtù importunam’abbarbagliava gli occhi:

ch’ha un’abbondanza grandedegli agi della vita;un uom che spende e spandecome più gli talenta pur di passar mattana.Io mi chiamo Fontana!

FALSTAFF (gli stringe la mano con grande cordialità)Caro signor Fontana!Voglio fare con voipiù ampia conoscenza.

FORDCaro Sir John,desidero parlarvi in confidenza.

BARDOLFO (sottovoce a Pistola nel fondo, spiando)Attento!

PISTOLA (sottovoce a Bardolfo)Zitto!

BARDOLFOGuarda! Scommetto! Egli va drittonel trabocchetto.

PISTOLAFord se lo intrappola.

BARDOLFO, PISTOLAZitto!

FALSTAFF (a Bardolfo e Pistola, i quali escono al cenno di Falstaff)Che fate là?(a Ford) V’ascolto.

gittai doni su doni,escogitai, tremando,il vol delle occasioni.Ahimé! tutto fu vano!Rimasi sulle scale,negletto, a bocca asciutta,cantando un madrigale.

FALSTAFF (canterellando scherzosamente)“L’amor, l’amor che non ci dà mai treguefinchè la vita strugge.È come l’ombra...

FORD“…che chi fugge...”

FALSTAFF“...insegue…”

FORD“E chi l’insegue...”

FALSTAFF“...fugge…”

FORD, FALSTAFFL’amor, l’amor!

FORDE questo madrigalel’ho appreso a prezzo d’or.

FALSTAFFQuest’è il destin fataledel misero amator.

FORD“L’amor, l’amor che non ci dà mai tregue…”

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FALSTAFF L I B R E T T O 7776

FALSTAFFIl diavolose lo porti all’infernocon Menelao suo avolo!Vedrai! Te lo cornifico netto!Se mi frastornagli sparo una girandoladi botte sulle corna!Quel Messer Ford è un bue!Un bue! Te lo corbello,vedrai! Ma è tardi. Aspettami qua.Vado a farni bello.(piglia il sacco di monete ed esce dal fondo)

FORDÈ sogno o realtà?... Due rami enormicrescon sulla mia testa.È un sogno? Mastro Ford!Mastro Ford! Dormi?Svegliati! Su! Ti desta!Tua moglie sgarrae mette in mal assettol’onor tuo, la casa e il tuo letto!L’ora è fissata, tramato l’inganno;sei gabbato e truffato!...E poi dirannoche un marito geloso è un insensato!Già dietro a me nomi d’infame coniofischian passando;mormora lo scherno.O matrimonio, inferno!Donna: demonio!Nella lor moglie abbian fede i babbei!Affidereila mia birra a un Tedesco,tutto il mio descoa un Olandese lurco,la mia bottiglia d’acquavite

FALSTAFFÈ tardi. L’appuntamento preme.

FORDNon fate complimenti...

FALSTAFFEbben; passiamo insieme.(prende il braccio di Ford sotto il suo ed escono a braccetto)

PARTE SECONDAUna sala nella casa di Ford. Ampia finestra nel fondo. Porta a destra, porta a sinistra e un’altra porta verso l’angolo di destra nel fondo che ri-esce sulla scala. Un’altra scala nell’angolo del fondo a sinistra. Dal gran finestrone spalancato si vede il giardino. Un paravento chiuso sta appog-giato alla parete di sinistra accanto ad un vasto camino. Armadio addossato alla parete di destra. Un tavolino, una cassapanca. Lungo le pareti un seggiolone e qualche scranna. Sul seggiolone, un liuto. Sul tavolo, dei fiori.Alice, Meg, poi Quickly, poi Nannetta.

ALICEPresenteremo un bill per una tassaAl parlamento, sulla gente grassa.

QUICKLY (entra ridendo)Comari!

ALICE (accorrendo con Meg verso Quickly, mentre Nannetta ch’è entrata anch’essa resta triste in disparte)Ebben?

la bella inespugnabile dicea:“Guai se mi tocchi!”Ma se voi l’espugnate,poi, posso anch’io sperar:da fallo nasce fallo e allor...che ve ne par?

FALSTAFFPrima di tutto, senza complimenti,Messere,accetto il sacco.E poi (fede di cavaliere;qua la mano!)farò le vostre brame sazie.(stringendo forte la mano a Ford)Voi, la moglie di Ford possederete.

FORDGrazie!!

FALSTAFFIo son già molto innanzi;(non c’è ragion ch’io tacciacon voi) fra una mezz’orasarà nelle mie braccia.

FORDChi?...

FALSTAFFAlice. Essa mandò dianzi una... confidenteper dirmi che quel tanghero di suo marito è assentedalle due alle tre.

FORDLo conoscete?

a un Turco,non mia moglie a se stessa.O laida sorte!Quella brutta parola in cor mi torna:le corna! Bue! Capron! Le fusa torte!Ah! Le corna! Le corna!Ma non mi sfuggirai! No! Sozzo, reo,dannato epicureo!Prima li accoppioe poi lo colgo. Io scoppio!Vendicherò l’affronto!Laudata sempre sianel fondo del mio cor la gelosia.

FALSTAFF (rientrando dalla porta del fondo. Ha un farsetto nuovo, cappello e bastone)Eccomi qua. Son pronto.M’accompagnate un tratto?

FORDVi metto sulla via.(si avviano: giunti presso alla soglia fanno dei gesti complimentosi per cedere la precedenza del passo)

FALSTAFFPrima voi.

FORDPrima voi.

FALSTAFFNo, sono in casa mia.(ritirandosi un poco) Passate.

FORD (ritirandosi)Prego...

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FALSTAFF L I B R E T T O 7978

Infin, per farla spiccia,vi crede entrambe innamorate cottedelle bellezze sue.(ad Alice) E lo vedrete presto ai vostri pie’.

ALICEQuando?

QUICKLYOggi, qui, dalle due alle tre.

MEGDalle due alle tre.

ALICE (guardando l’oriolo)Son già le due!(accorrendo al fondo e chiamando)Olà! Ned! Will!(a Quickly) Già tutto ho preparato.(torna a gridare)Portate qui la cesta del bucato.

QUICKLYSarà un affare gaio!

ALICENannetta, e tu non ridi? Che cos’hai?(avvicinandosi a Nannetta ed accarezzandola)Tu piangi? Che cos’hai?Dillo a tua madre.

NANNETTA (singhiozzando)Mio padre...

ALICEEbben?

NANNETTA (saltando di gioia)Evviva!Col Dottor Cajo non mi sposerò!(intanto entrano due servi portando un cesto pieno di biancheria)

ALICE (ai servi)Mettete là. Poi, quando avrò chiamato,vuoterete la cesta nel fossato.

NANNETTABum!

ALICE (a Nannetta)Taci.(ai servi che escono)Andate.

NANNETTAChe bombardamento!

ALICEPrepariamo la scena.(corre a pigliare una sedia e la mette presso al tavolo)Qua una sedia.

NANNETTA (corre a pigliare il liuto e lo mette sulla tavola)Qua il mio liuto.

ALICEApriamo il paravento.(Nannetta e Meg corrono a prendere il paravento, lo aprono dopo averlo collocato fra la cesta e il camino)Bravissime! Così. Più aperto ancora.Fra poco s’incomincia la commedia!Gaie comari di Windsor! è l’ora!L’ora d’alzar la risata sonora!L’alta risata che scoppia, che scherza,

MEGChe c’è?

QUICKLYSarà sconfitto!

ALICEBrava!

QUICKLYFra poco gli farem la festa!

ALICE, MEGBene!

QUICKLYPiombò nel laccio a capofitto.

ALICENarrami tutto, lesta.

MEGLesta.

ALICELesta.

QUICKLYGiunta all’Albergo della Giarrettierachiedo d’essere ammessa alla presenzadel Cavalier, segreta messaggera.Sir John si degna d’accordarmi udienza,m’accoglie tronfio in furfantesca posa:“Buon giorno, buona donna.” “Reverenza.”A lui m’inchino molto ossequïosamente,poi passo alle notizie ghiotte.Lui beve grosso ed ogni mia massicciafrottola inghiotte.

NANNETTAMio padre...(scoppiando in lagrime)Vuole ch’io mi mariti al Dr.Cajo!!

ALICEA quel pedante?!

QUICKLYOibò!

MEGA quel gonzo!

ALICEA quel grullo!

NANNETTAA quel bisavolo!

TUTTENo! No!

NANNETTAPiuttosto lapidata viva…

ALICEDa una mitraglia di torsi di cavolo.

QUICKLYBen detto!

MEGBrava!

ALICENon temer.

Page 42: FALSTAFF - Teatro Massimo

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QUICKLYPoco discosto.

NANNETTAPresto.

QUICKLYA salir s’avvia.

ALICE (a Nannetta, indicando l’uscio a sinistra) Tu di qua. (a Meg, indicando l’uscio di destra)Tu di là! Al posto!

NANNETTA (esce correndo da sinistra)Al posto!

MEG (esce correndo da destra)Al posto!

QUICKLY (esce dal fondo)Al posto!

(Alice si siede accanto al tavolo, prende il liuto farà qualche accordo)

FALSTAFF (entra con vivacità: vedendo che Ali-ce sta suonando, si mette a canterellare)“Alfin t’ho colto,raggiante fior…t’ho colto!”(prende Alice pel busto. Alice cessa di suonare e si alza deponendo il liuto sul tavolo)Ed or potrò morir felice.Avrò vissuto moltodopo quest’ora di beato amor.

più fulgida d’un ampio arcobalen.

ALICEOgni più bel gioiel mi nuoce e spregioil finto idolo d’or.Mi basta un vel legato in croce, un fregioal cinto e in testa un fior.(si mette un fiore nei capelli)

FALSTAFF (per abbracciarla)Sirena!

ALICE (facendo un passo indietro)Adulator!

FALSTAFFSoli noi siamoe non temiamo agguato.

ALICEEbben?

FALSTAFFIo t’amo!

ALICE (scostandosi)Voi siete nel peccato!

FALSTAFF (avvicinandola)Sempre l’amor l’occasïone azzecca.

ALICESir John!

FALSTAFFChi segue vocazion non pecca.T’amo! e non è mia colpa...

che sfolgora, armatadi dardi e di sferza!Gaie comari! Festosa brigata!Sul lieto viso spunti il sorriso,Splenda del riso l’acuto fulgor!Favilla incendiariadi gioia nell’aria,di gioia nel cor.(a Meg) A noi! Tu la parte farai che ti spetta.

MEG (ad Alice)Tu corri il tuo rischio col grosso compar.

QUICKLYIo sto alla vedetta.

ALICE (a Quickly)Se sbagli ti fischio.

NANNETTAIo resto in disparte sull’uscio a spiar.

ALICEE mostreremo all’uomo che l’allegriad’oneste donne ogni onestà comporta.Fra le femmine quella è la più riaChe fa la gattamorta.

ALICE, NANNETTA, MEGGaie comari di Windsor! è l’ora! etc.

QUICKLY (che sarà andata alla finestra)Eccolo! È lui!

ALICEDov’è?

ALICEO soave Sir John!

FALSTAFFMia bella Alice!Non so far lo svenevole,né lusingar, né usar frase fiorita,ma dirò tosto un mio pensier colpevole.

ALICECioè?

FALSTAFFCioè:vorrei che Mastro Fordpassasse a miglior vita...

ALICEPerché?

FALSTAFFPerché? Lo chiedi?Saresti la mia Ladye Falstaff il tuo Lord!

ALICEPovera Lady inver!

FALSTAFFDegna d’un Re.T’immagino fregiata del mio stemma,mostrar fra gemma e gemmala pompa del tuo sen.Nell’iri ardente e mobile dei raidell’adamante,col picciol pie’ nel nobilecerchio d’un guardinfanterisplenderai

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ALICE (difendendosi)Per carità...

FALSTAFF (la prende attraverso il busto)Vieni!

QUICKLY (dall’antisala gridando)Signora Alice!

FALSTAFF (abbandona Alice e rimane turbato)Chi va là?

QUICKLY (entrando e fingendo agitazione)Signora Alice!

ALICEChe c’è?

QUICKLY (rapidamente ed interrotta dalla foga)Mia signora!C’è Mistress Meg, e vuol parlarvi,sbuffa, strepita, s’abbaruffa...

FALSTAFFAlla malora!

QUICKLYE vuol passar e la trattengo a stento.

FALSTAFFDove m’ascondo?

ALICEDietro il paravento.(Falstaff si rimpiatta dietro il paravento. Quando Falstaff è nascosto, Quickly fa cenno a Meg che sta dietro l’uscio di destra: Meg entra fingendo d’essere agitatissima. Quickly torna ad escire)

QUICKLY (ritornando agitatissima e gridando)Signora Alice!Vien mastro Ford! Salvatevi!È come una tempesta!Strepita, tuona, fulmina,si dà dei pugni in testa,scoppia in minaccie ed urla...

ALICE (avvicinandosi a Quickly a bassa voce e un poco allarmata)(Dassenno oppur da burla?)

QUICKLY Dassenno. Egli scavalcale siepi del giardino...lo segue una gran calcadi gente... è già vicino...mentr’io vi parlo ei valcal’ingresso...

FORD (di dentro urlando)Malandrino!!

FALSTAFF (agitatissimo avrà già fatto un passo per fuggire, ma udendo la voce dell’uomo torna a rimpiattarsi)Il diavolo cavalcasull’arco di un violino!!(Alice, con una mossa rapidissima, lo chiude nel paravento, in modo che non è più veduto)

FORD (dal fondo gridando a chi lo segue)Chiudete le porte! Sbarrate le scale!Seguitemi a caccia! Scoviamo il cignale!(entrano correndo il Dr. Cajus e Fenton)Correte sull’orme, sull’usta.(a Fenton) Tu fruga negli anditi.

ALICE (interrompendolo)Se tanta avete vulnerabil polpa...

FALSTAFFQuand’ero paggiodel Duca di Norfolk ero sottile,ero un miraggiovago, leggero, gentile, gentile.Quello era il tempodel mio verde Aprile,quello era il tempodel mio lieto Maggio,Tant’era smilzo, flessibile e snelloche sarei guizzato attraverso un anello.

ALICEVoi mi celiate.Io temo i vostri inganni.Temo che amiate...

FALSTAFFChi?

ALICEMeg.

FALSTAFFColei? M’è in uggia la sua faccia.

ALICENon traditemi, John...

FALSTAFFMi par mill’annid’averti fra le braccia.(rincorrendola e tentando di abbracciarla)T’amo...

MEGAlice! che spavento!Che chiasso! Che discordia!Non perdere un momento,fuggi!...

ALICEMisericordia! che avvenne?

MEGIl tuo consorteVien gridando “accorr’uomo!”Dice...

ALICE (a bassa voce)(Parla più forte.)

MEGChe vuol scannare un uomo!

ALICE (come sopra)(Non ridere.)

MEGEi correvainvaso da tremendofuror! Maledicendotutte le figlie d’Eva!

ALICEMisericordia!

MEGDice che un tuo ganzo hai nascosto,lo vuole ad ogni costoscoprir...

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FALSTAFF L I B R E T T O 8584

rotte! Ti sguscio. Lenzuola...berretti da notte... Non c’è...

ALICE, MEG, QUICKLY (guardando i panni sparsi)Che uragano!!

FORD Cerchiam sotto il letto, nel forno, nel pozzo, nel bagno,sul tetto, in cantina...(correndo e gridando, esce dalla porta a sinistra)

ALICEÈ farnetico!

QUICKLYCogliam tempo.

ALICETroviamo modo com’egli esca.

MEGNel panier.

ALICENo, là dentronon c’entra, è troppo grosso.

FALSTAFF (sbucando e correndo alla cesta)Vediam; sì, c’entro, c’entro.

ALICECorro a chiamare i servi.(esce)

MEG (fingendo sorpresa)Sir John! Voi qui? Voi?

FENTONE noi d’amor.

NANNETTA (lo prende per mano, lo conduce dietro il paravento e vi si nascondono)Seguimi. Adagio.

FENTONNessun m’ha scorto.

NANNETTATocchiamo il porto.

FENTONSiamo a nostr’agio.

NANNETTASta zitto e attento.

FENTON (abbracciandola)Vien sul mio petto!

NANNETTAIl paraventosia benedetto!

DR. CAJUS (urlando di dentro)Al ladro!

FORD (urlando di dentro)Al pagliardo!

DR. CAJUS (entra, traversando di corsa la sala)Squartatelo!

FORD (entra di corsa, mentre Bardolfo e Pistola corrono da destra)Al ladro!

BARDOLFO, PISTOLA (irrompono nella sala gri-dando, mentre Fenton corre a sinistra)A caccia!

FORD (a Bardolfo e Pistola, indicando la camera a destra)Sventate la fuga!Cercate là dentro!(Bardolfo e Pistola si precipitano nella camera coi bastoni levati)

ALICE (affrontando Ford)Sei tu dissennato?Che fai?

FORD (vede il cesto)Chi c’è dentro quel cesto?

ALICEIl bucato.

FORDMi lavi!! rea moglie!(consegna un mazzo di chiavi al Dr. Cajus, che poi esce correndo dall’uscio di sinistra)Tu, piglia le chiavi, rovista le casse!(ancora ad Alice)Ben tu mi lavi!(dà un calcio alla cesta)Al diavolo i cenci!(gridando verso il fondo)Sprangatemi l’usciodel parco!(estrae furiosamente la biancheria dalla cesta, frugando e cercando dentro e disseminando i panni sul pavimento)Camicie... gonnelle... Or ti sguscio,briccon! Strofinacci! Via! Via! Cuffie

FALSTAFF (entrando nella cesta)T’amo!Amo te sola... salvami! salvami!

QUICKLY (a Falstaff, raccattando i panni)Svelto!

MEGLesto!

FALSTAFF (accovacciandosi con grande sforzo nella cesta)Ahi! Ahi! Ci sto... Copritemi...

QUICKLY (a Meg)Presto! colmiamo il cesto.(fra tutte due in gran fretta ricacciano la biancheria nel cesto. Nannetta e Fenton entrano da sinistra)

NANNETTA (sottovoce, con cautela a Fenton)Vien qua.

FENTONChe chiasso!

NANNETTA (avviandosi al paravento)Quanti schiamazzi!(Fenton la segue)Segui il mio passo.

FENTONCasa di pazzi!

NANNETTAQui ognun deliracon vario error.Son pazzi d’ira...

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FALSTAFF L I B R E T T O 8786

FORDVien fuora! Codardo!Sugliardo!

BARDOLFO, PISTOLA (dalla porta di sinistra, di corsa)Nessuno!

FORD (continua a sforzare l’armadio col Dr. Cajus)Cercatelo ancora!(Bardolfo e Pistola ritornano d’onde erano venuti)T’arrendi! Scanfardo!(riesce finalmente ad aprire l’armadio)Non c’è!!

DR. CAJUS (aprendo a sua volta la cassapanca)Vieni fuora! Non c’è!(gira per la sala sempre cercando e frugando)Pappalardo! Beon! Bada a te!

FORD E DR. CAJUSScagnardo! Falsardo! Briccon!!(Nannetta e Fenton sempre dietro il paravento, si saran fatte moine durante il frastuono. Si danno un bacio sonoro: in questo punto è cessato il bac-cano e tutti sentono il sussurro del bacio)

FORD (sottovoce, guardando il paravento)C’è.

DR. CAJUS C’è.

FORD (avviandosi pian piano e cautamente al paravento)Se t’agguanto!

fra tanto scompiglio.Ne’ giuochi il periglioè un grano di pepe.Il rischio è un dilettoche accresce l’ardor,che stimola in pettogli spiriti e il cor.

BARDOLFO (rientrando da sinistra)Non si trova.

PISTOLA (rientrando con alcuni del vicinato)Non si coglie.

FORD (a Bardolfo, Pistola e loro compagni)Pss... Qua tutti. L’ho trovato.(sottovoce con mistero, indicando il paravento)Là c’è Falstaff con mia moglie.

BARDOLFOSozzo can vituperato!

FORD, PISTOLA, DR. CAJUSZitto!

FORDUrlerai dopo.

FALSTAFF (sbucando colla faccia)Affogo!

QUICKLY (ricacciando giù Falstaff)Sta sotto!

FORDLà s’è udito il suon d’un bacio.

(a Pistola, che incontra)C’è?

PISTOLANo.

FORD (a Bardolfo)C’è?

BARDOLFONon c’è, no.

FORD (correndo, cercando e frugando nella cas-sapanca)Vada a soqquadro la casa.

DR. CAJUS (dopo aver guardato nel camino)Non trovo nessuno.(Bardolfo e Pistola escono da sinistra)

FORDEppur giuroche l’uomo è qua dentro.Ne sono sicuro, sicuro, sicuro!

DR. CAJUSSir John! Sarò gaioquel dì ch’io ti veda dar calci a rovaio!

FORD (slanciandosi verso l’armadio e facendo sforzi per aprirlo)Vien fuora, furfante! O bombardo le mura!

DR. CAJUS (tenta d’aprire l’armadio con le chiavi)T’arrendi!

DR. CAJUS (avviandosi pian piano e cautamen-te al paravento)Se ti piglio!

FORDSe t’acciuffo!

DR. CAJUSSe t’acceffo!

FORDTi sconquasso!

DR. CAJUST’arronciglio come un can!

FORDTi rompo il ceffo!

DR. CAJUSGuai a te!

FORDPrega il tuo santo!Guai se alfin con te m’azzuffo!

QUICKLY (accanto alla cesta, a Meg)Facciamo le visted’attendere ai panni;pur ch’ei non c’ingannicon mosse impreviste.Finor non s’accorsedi nulla, egli puòsorprenderci forse,confonderci no.

MEG (accanto alla cesta, a Quickly)Facciamogli siepe

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FALSTAFF L I B R E T T O 8988

m’innamorai,e tu sorridiperché lo sai.Già un sogno bellod’Imene albeggia.Fra quelle cigliavedo due faria meravigliasereni e chiari.Bocca mia dolce,pupilla d’or,voce che molcecom’arpa il cor.

NANNETTA (a Fenton)Mentre quei vecchicorron la giostra,noi si sottecchicorriam la nostra.L’amor non odetuon nè bufere,vola alle sferebeate e gode.Lo spiritellod’amor, volteggia.Tutto delirasospiro e riso.sorride il visoe il cor sospira.Come in sua zollasi schiude un fior,la sua corollasvolve il mio cor.

FORDColpo non vibrosenza un piano di battaglia.

QUICKLYTi metto il bavagliose parli.

MEG, QUICKLY (ricacciando Falstaff sotto la biancheria)Giù! giù!

GENTE DEL VICINATOS’egli cade più non scappa,nessun più lo può salvar.Nel tuo diavolo t’incappa,che tu possa stramazzar!

FORD (al Dr. Cajus, accostando l’orecchio al paravento)Senti, accosta un po’ l’orecchio!Che patetici lamenti!!Su quel nido d’usiguoliscoppierà fra poco il tuon.

DR. CAJUS (a Ford, accostando l’orecchio al paravento)Sento, intendo e vedo chiarodelle femmine gl’inganni;

PISTOLA (a Bardolfo)Ma fra poco il lieto giuocoTurberà dura lezion.Egli canta, ma fra pocoMuterà la sua canzon.

MEG (a Quickly)Che brontola e cuocenel nostro panier.

QUICKLY (a Meg)Che darlo al bucatoè averne pietà.

MEGOr questi s’insorge.

QUICKLY (abbassandosi e parlanda a Falstaff sulla cesta)Se l’altro ti scorge sei morto.

BARDOLFONoi dobbiam pigliare il topomentre sta rodendo il cacio.

FALSTAFF (sotto la biancheria)Son cotto!

MEG, QUICKLYSta sotto!

FORDRagioniam.

FALSTAFF (sbucando)Che caldo!

QUICKLYSta sotto!

FALSTAFFMi squaglio!

QUICKLYSta sotto!

FENTON (a Nannetta)Bella! Ridente!Oh! come pieghiverso i miei prieghidonnescamente!Come ti vidi

GLI ALTRIBravo.

DR. CAJUSUn uom di quel calibrocon un soffio ci sbaraglia.

FORDLa mia tattica maestrase sue mosse pria registra.(a Pistola e a due compagni)Voi sarete l’ala destra.(a Bardolfo e al Dr. Cajus)Noi sarem l’ala sinistra,(agli altri)e costor con pie’ gagliardosfonderanno il baluardo.

TUTTI GLI ALTRIBravo, bravo generale.

DR. CAJUSAspettiam un tuo segnale.

FALSTAFF (sbucando)Che caldo! Mi squaglio!

MEG, QUICKLYSta sotto!

MEGIl ribaldo vorrebbe un ventaglio.

FALSTAFF (supplicante col naso fuori)Un breve spiraglionon chiedo di più.

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FALSTAFF L I B R E T T O 9190

MEG, QUICKLYÈ matto furibondo!

FALSTAFF (si nasconde)Aiuto!

FORDUno... Due... Tre...(rovesciano il paravento)

DR. CAJUSNon è lui!!(Nannetta e Fenton nel rovesciarsi del paravento rimangono scoperti e confusi)

TUTTI (ravvisano sua figlia con Fenton)Sbalordimento!

ALICE, MEG, QUICKLYÈ il finimondo!

FORD (a Nannetta, con furia)Ancor nuove rivolte!(a Fenton) Tu va pe’ fatti tuoi!L’ho detto mille volte:costei non fa per voi.(Nannetta sbigottita fugge e Fenton esce dal fondo)

BARDOLFO (correndo verso il fondo)È là! Ferma!

FORDDove?

BARDOLFO (correndo)Là!

QUICKLY (ai servi)Pesa!

ALICE, MEG (ai servi, che sono già vicini alla finestra)Coraggio!

NANNETTAIl fondo ha fatto crac!

MEG, QUICKLY E NANNETTASu!(la cesta è portata in alto)

ALICE Trionfo!

MEG, QUICKLY, NANNETTATrionfo! Ah! Ah!

ALICEChe tonfo!

NANNETTA, MEGChe tonfo!(Ford e gli altri uominni rientrano. La cesta, Falstaff e la biancheria capitombolano giù dalla finestra)

TUTTEPatatrac!(Alice vedendo Ford lo piglia per un braccio e lo conduce presso la finestra: immensa risata di tutti)

BARDOLFO (a Pistola)È la voce della donnache risponde al cavalier.

NANNETTADolci richiami d’amor.

FENTONDimmi se m’ami.

FORD (agli altri)Zitto! A noi! Quest’è il momento.Zitto! Attenti! Attenti a me.

FALSTAFF (sbucando e sbuffando)Ouff... Cesto molesto!

ALICE (rientra e si avvicina alla cesta)Silenzio!

NANNETTASì, t’amo!

FENTONT’amo!

FALSTAFF (sbucando)Protesto!

MEG, QUICKLYChe bestia restia!

FALSTAFF (gridando)Portatemi via!

DR. CAJUSDà il segnal.

PISTOLA (correndo)Là! Sulle scale.

FORDSquartatelo!

PISTOLA, BARDOLFO, DR. CAJUS, I COMPAGNIA caccia!

QUICKLYChe caccia infernale!(tutti gli uomini salgono a corsa la scala del fondo)

ALICE (scampanellando)Ned! Will! Tom! Isaac!Su! Presto! Presto!(Nannetta rientra con quattro servi e un paggetto)Rovesciate quel cestodalla finestra nell’acqua del fosso…Là! Presso alle giuncaiedavanti al crocchio delle lavandaie.

NANNETTA, MEG, QUICKLYSì, sì, sì, sì!

NANNETTA (ai servi, che s’affaticano a sollevare la cesta)C’è dentro un pezzo grosso.

ALICE (al paggetto, che poi esce dalla scala del fondo)Tu chiama mio marito;(a Meg, mentre Nannetta e Quickly stanno a guardare i servi che avranno sollevata la cesta)Gli narreremo il nostro caso pazzo.Solo al veder il Cavalier nel guazzod’ogni gelosa ubbìa sarà guarito.

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FALSTAFF L I B R E T T O 9392

caldo. Mette il vassoio sulla tavola, poi rientra nell’osteria)Versiamo un po’ di vino nell’acqua del Tamigi!(beve sorseggiando ed assaporando)Buono. (si sbottona il panciotto)Ber del vino dolcee sbottonarsi al sole,(si anima a poco a poco e riacquista la sua giovialità)dolce cosa!Il buon vino sperde le tetre foledello sconforto, accendel’occhio e il pensier, dal labbrosale al cervel e quivirisveglia il picciol fabbrodei trilli; un negro grilloche vibra entro l’uom brillo.Trilla ogni fibra in cor,l’allegro etere al trilloguizza e il giocondo globosquilibra una demenzatrillante! E il trillo invade il mondo!!!

QUICKLY (avvicinandosi e interrompendo Fal-staff nel suo volo bacchico)Reverenza. La bella Alice...

FALSTAFF (alzandosi e scattando)Al diavolo te con Alice bella!Ne ho piene le bisacce!Ne ho piene le budella!

QUICKLYVoi siete errato...

FORD (sottovoce)Legge.

NANNETTAVedrai che ci ricasca.

ALICEL’uom non si corregge.

MEG (ad Alice, vedendo un gesto nascosto di Mrs Quickly)Nasconditi.

DR. CAJUSRilegge.

FORDRilegge. L’esca inghiotte.

FALSTAFF (rileggendo ad alta voce con molta attenzione)“T’aspetterò nel parco Real,a mezzanotte.Tu verrai travestitoda Cacciatore neroalla quercia di Herne.

QUICKLYAmor ama il mistero.Per rivedervi Alicesi val d’una leggendapopolar. Quella querciaè un luogo da tregenda.Il Cacciatore nero s’è impesoad un suo ramo.V’ha chi crede vederlo ricomparir...

ATTO TERZOPARTE PRIMAUn piazzale. A destra, l’esterno dell’Osteria della Giarrettiera coll’insegna e il motto: “Honny soit qui mal y pense”. Una panca di fianco al portone. È l’ora del tramonto. Falstaff è seduto, medita-bondo, sul seggiolone.

FALSTAFF (si scuote ad un tratto, dà un gran pu-gno sulla panca e chiama l’Oste)Ehi! Taverniere!(pensieroso e di pessimo umore)Mondo ladro. Mondo rubaldo.Reo mondo!(entra l’Oste)Taverniere: un bicchier di vin caldo.(l’Oste riceve l’ordine e rientra)Io, dunque, avrò vissuto tant’anni,audace e destrocavaliere, per essere portatoin un canestroe gittato al canale co’ pannilini biechi,come si fa coi gatti e i catellini ciechi.Che se non galleggiava per mequest’epa tronfia,certo affogavo. Brutta morte.L’acqua mi gonfia.Mondo reo. Non c’è più virtù.Tutto declina.Va’, vecchio John, va’,va’ per la tua via; camminafinché tu muoia.Allor scomparirà la veravirilità dal mondo.Che giornataccia nera.M’aiuti il ciel! Impinguo troppo.Ho dei peli grigi.(ritorna l’Oste portando un gran bicchiere di vino

FALSTAFFUn canchero! Sento ancor le cornatedi quell’irco geloso!Ho ancor l’ossa arrembated’esser rimasto curvo,come una buona lamadi Bilbao, nello spaziod’un panierin di dama!Con quel tuffo! E quel caldo!Un uom della mia tempra,che in uno stillicidiocontinuo si distempra!Poi, quando fui ben cotto,rovente, incandescente,m’han tuffato nell’acqua. Canaglie!!!(Alice, Meg, Nannetta, Mr Ford, Dr. Cajus, Fen-ton sbucano dietro una casa a sinistra, or l’uno or l’altro spiando, poi si nascondono ancora, poi tornano a spiare)

QUICKLYEssa è innocente.Prendete abbaglio.

FALSTAFFVattene!

QUICKLY (infervorata)La colpa è di quei fantimalaugurati! Alice piange,urla, invoca i santi.Povera donna!! V’ama. Leggete.(estrae di tasca una lettera. Falstaff la prende e la legge)

ALICE (nel fondo, a bassa voce agli altri, spiando)Legge.

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FALSTAFF L I B R E T T O 9594

ALICE, NANNETTA, MEGVendetta di donnenon deve fallir.

ALICE (ripigliando il racconto)S’avanza livido e il passo convergeal tronco ove esalò l’anima prava.Sbucan le Fate. Sulla fronte egli ergedue corna lunghe, lunghe, lunghe...

FORDBrava. Quelle corna saranno la mia gioia!

ALICE (a Ford)Bada! tu pur mi meritiqualche castigatoia!

FORDPerdona. Riconosco i miei demeriti.

ALICEMa guai se ancor ti cogliequella mania ferocedi cercar dentro il guscio d’una nocel’amante di tua moglie.Ma il tempo stringee vuol fantasia lesta.

MEGAffrettiam.

FENTONConcentriam la mascherata.

ALICENannetta!

e pria che il ciel raggiorni,la giuliva brigatase ne ritornerà.

MEGVien sera. Rincasiam.

ALICEL’appuntamentoè alla quercia di Herne.

FENTONÈ inteso.

NANNETTAA meraviglia!Oh! che allegro spavento!

ALICE, NANNETTA, FENTON (scambievolmente)Addio.

MEG (ad Alice e Nannetta)Addio.(Alice, Nannetta e Fenton si avviano per uscire da sinistra. Meg da destra)

ALICE (a Meg gridando)Provvedi le lanterne.(in questo momento Quickly esce dall’osteria – vedendo Ford e il Dr. Cajus parlare segretamente, si ferma ad origliare)

FORD (al Dr. Cajus sottovoce)Non dubitar, tu sposerai mia figlia.Rammenti bene il suo travestimento?

DR. CAJUSCinta di rose, il vel bianco e la vesta.

FALSTAFF (rabbonito prende per un braccio Mrs Quickly e s’avvia per entrare con essa nell’osteria)Entriamo.Là si discorre meglio.Narrami la tua frasca.

QUICKLY (con mistero, ricominciando a narrare, entra nell’osteria con Falstaff)Quando il rintocco della mezzanottecupo si sparge nel silente orror,sorgon gli spirti vagabondi a frotte…

FORDCi casca.

ALICE (con tutto il crocchio avanzandosi comica-mente contraffacendo Quickly)Quando il rintocco della mezzanottecupo si sparge nel silente orror,sorgon gli spirti vagabondi a frottee vien nel parco il nero Cacciator.Egli cammina lento, lento, lento,nel gran letargo della sepoltura.S’avanza livido...

NANNETTAOh! Che spavento!

MEGGià sento il brivido della paura!

ALICE (con voce naturale)Fandonie che ai bamboliraccontan le nonnecon lunghi preamboli,per farli dormir.

NANNETTAEccola qua!

ALICE (a Nannetta)Sarai la Fataregina delle Fate, in bianca vestechiusa in candido vel, cinta di rose.

NANNETTAE canterò parole armonïose.

ALICE (a Meg)Tu la verde sarai Ninfa silvana,E la comare Quickly una befana.

NANNETTAA meraviglia!(comincia a scendera la sera e resterà una pe-nombra di crepuscolo)

ALICEAvrò con me dei puttiche fingeran folletti,e spiritelli,e diavoletti,e pipistrelli,e farfarelli.Su Falstaff camuffato in manto e cornici scaglieremo tutti…

NANNETTA, MEG, FENTONTutti! Tutti!

ALICEE lo tempesteremofinch’abbia confessatala sua perversità.Poi ci smaschereremo

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FALSTAFF L I B R E T T O 9796

PARTE SECONDAIl parco di Windsor. Nel centro, la gran quercia di Herne. Nel fondo, l’argine d’un fosso. Fronde foltissime. Arbusti in fiore. È notte. Si odono gli appelli lontani dei guardiaboschi. Il parco a poco a poco si rischiarerà coi raggi della luna. Entra Fenton.

FENTONDal labbro il canto estasïato volapei silenzi notturni e va lontano,e alfin ritrova un altro labbro umanoche gli risponde colla sua parola.Allor la nota che non è più solavibra di gioia in un accordo arcanoe innamorando l’aer antelucanocon altra voce al suo fonte rivola.Quivi ripiglia suon, ma la sua curatende sempre ad unir chi lo disuna.Così baciai la disïata bocca!Bocca baciata non perde ventura.

NANNETTA (di dentro, lontano)Anzi rinnova come fa la luna.(avvicinandosi)

FENTON (slanciandosi verso la parte ove ode la voce)Ma il canto muor nel bacio che lo tocca.(entra Nannetta, vestita da Regina delle Fate)

ALICE (entrando improvvisamente trattiene Fenton: Alice non mascherata porta sul braccio una cappa nera ed una maschera)Nossignore! Tu indossa questa cappa.(obbligando Fenton ad indossare la cappa)(Mrs Quickly segue Alice: ha una gran cuffia e manto grigio da befana, un bastone ed un brutto ceffo di maschera)

TUTTEVia!...(tutte fuggono con Fenton da sinistra. Dal fondo a destra, quando suona il primo colpo di mez-zanotte, entra Falstaff con due corna di cervo in testa ed avviluppato in ampio mantello)

FALSTAFFUna, due, tre, quattro,cinque, sei, sette botte,Otto, nove, dieci, undici, dodici.Mezzanotte.(vedendo la quercia di Herne)Questa è la quercia.Numi proteggetemi! Giove!Tu per amor d’Europati trasformasti in bove;portasti corna.I numi c’insegnan la modestia.L’amore metamorfosaun uom in una bestia.(Alice comparisce nel fondo a sinistra)(ascoltando) Odo un soave passo!Alice! Amor ti chiama!(avvicinadosi ad Alice)Vieni! l’amor m’infiamma!

ALICE (avvicinadosi a Falstaff)Sir John!

FALSTAFFSei la mia dama!

ALICEO sfavillante amor!

ALICE (di dentro a sinistra gridando)Non ti scordar le maschere.

MEG (di dentro a destra gridando)No, certo.Né tu le raganelle!

FORD (continuando il discorso col Dr. Cajus)Io già disposila rete mia. Sul finir della festaverrete a me col volto ricopertoessa dal vel, tu da un mantel fratesco;e vi benedirò come due sposi.

DR. CAJUS Siam d’accordo.

QUICKLY (sul limitare dell’osteria, con gesto ac-corto verso i due che escono)(Stai fresco!)(esce rapidamente da destra)Nannetta! Ohè! Nannetta!

NANNETTA (di dentro)Che c’è? Che c’è?

QUICKLY Prepara la canzone della Fata.

NANNETTA (di dentro)È preparata.

ALICE (di dentro)Tu, non tardar.

QUICKLY (di dentro, più lontano)Chi prima arriva, aspetta.(si è fatta notte)

FENTON (aiutato da Alice e Nannetta)Che vuol dir ciò?

NANNETTALasciati fare.

ALICE (porgendo la maschera a Fenton)Allaccia.

NANNETTA (rimirando Fenton)È un fraticel sgusciato dalla Trappa.

ALICE (frettolosa ed aiutando Fenton ad allac-ciare la maschera)Il tradimento che Ford ne minacciatornar deve in suo scornoe in nostro aiuto.

FENTONSpiegatevi.

ALICEUbbidisci presto e muto.L’occasïone come viene scappa.(a Quickly) Chi vestirai da finta sposa?

QUICKLYUn gaioladron nasuto che aborre il Dr. Cajus.

MEG (accorrendo dal fondo, ad Alice)Ho nascosto i folletti lungo il fosso.Siam pronte.

ALICE (origliando)Zitto… Viene il pezzo grosso.

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FALSTAFF L I B R E T T O 9998

FALSTAFF (spaventato)Dove?

ALICEIl cielo perdoni al mio peccato!(fugge da destra rapidamente)

FALSTAFF (appiattendosi accanto al tronco di quercia)Il diavolo non vuol ch’io sia dannato.

NANNETTA (di dentro)Ninfe! Elfi! Silfi! Doridi! Sirene!L’astro degli incantesimiin cielo è sorto.(comparisce nel fondo fra le fronde)Sorgete! Ombre serene!

VOCI DI DONNE (molto lontane)Ninfe! Silfi! Sirene.

FALSTAFF (gettandosi colla faccia contro terra lungo disteso)Sono le Fate. Chi le guarda è morto.(Nannetta vestita da Regina delle Fate. Alice. Alcune Ragazzette vestite da Fate bianche e da Fate azzurre. Falstaff sempre disteso contro terra, immobile)

ALICE (sbucando cautamente da sinistra con alcune Fate) Inoltriam.

NANNETTA (sbucando a sinistra, con altre Fate e scorgendo Falstaff)Egli è là.

ALICE (scorge Falstaff e lo indica alle altre)Steso al suol…

asilo in fondo al mar.

NANNETTAErriam sotto la lunascegliendo fior da fiore,ogni corolla in coreporta la sua fortuna.Coi gigli e le vïolescriviam de’ nomi arcani,dalle fatate manigermoglino parole,parole alluminatedi puro argento e d’or,carmi e malìe. Le Fatehanno per cifre i fior.

LE FATE (vanno cogliendo fiori)Moviam ad una ad unasotto il lunare albor,verso la quercia brunadel nero Cacciator.(tutte le Fate, colla Regina, mentre cantano si av-viano lentamente verso la quercia)(dal fondo a sinistra sbucano: Alice mascherata, Meg da Ninfa verde colla maschera, Mrs Quickly da befana, mascherata. Sono precedute da Bar-dolfo vestito con una cappa rossa, senza masche-ra, col cappuccio abbassato sul volto e da Pistola da satiro. Seguono: il Dr. Cajus in cappa grigia, senza maschera, Fenton, in cappa nera, colla ma-schera, Ford senza cappa né maschera. Parecchi borghesi in costumi fantastici chiudono il corteg-gio e vanno a formare gruppo a destra. Nel fondo altri mascherati portano lanterne di varie fogge)

BARDOLFO (intoppando nel corpo di Falstaff ed arrestando con un gran gesto le Fate)Alto là!

FALSTAFF (afferrandola)Vieni! Già fremo e fervo!

ALICE (sempre evitando l’abbraccio)Sir John!

FALSTAFFSono il tuo servo!Sono il tuo cervo imbizzarrito. Ed orpiovan tartufi, rafani e finocchi!!E sian la mia pastura!E amor trabocchi!Siam soli...

ALICENo… Qua nella selva densami segue Meg.

FALSTAFFÈ doppia l’avventura!Venga anche lei! Squartatemicome un camoscio a mensa!Sbranatemi!! Cupidoalfin mi ricompensa.Io t’amo! t’amo!

MEG (di dentro)Aiuto!

ALICE (fingendo spavento)Un grido! Ahimé!

MEG (entra senza avanzarsi; non ha la maschera)Vien la tragenda! (fugge)

ALICE Ahimé! Fuggiamo!

NANNETTALo confonde il terror.(tutte si inoltrano con precauzione)

LE FATESi nasconde.

ALICENon ridiam!

LE FATENon ridiam!

NANNETTA (indicando alle Fate il loro posto, mentre Alice parte rapidamente da sinistra)Tutte qui, dietro a me…Cominciam…

LE FATETocca a te.(le piccole Fate si dispongono in cerchio intor-no alla loro Regina; le Fate più grandi formano gruppo a sinistra)

NANNETTA Sul fil d’un soffio etesioscorrete, agili larve,fra i rami un baglior cesiod’alba lunare apparve.Danzate! e il passo blandomisuri un blando suon,le magiche accoppiandocarole alla canzon.

LE FATELa selva dorme e sperdeincenso ed ombra; e parnell’aer denso un verde

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FALSTAFF L I B R E T T O 101100

LE FATEÈ corrotto!

ALICE, NANNETTA, MEGÈ impuro!

LE FATEÈ impuro!

BARDOLFO (con dei gran gesti da stregone)Si faccia lo scongiuro!

ALICE (in disparte a Nannetta, mentre il Dr. Cajus si aggira come chi cerca qualcuno. Fenton e Qui-ckly nascondono Nannetta colle loro persone)Evita il tuo periglio.Già il Dottor Cajo ti cerca.

NANNETTATroviamo un nascondiglio.(si avvia con Fenton nel fondo della scena, pro-tetta da Alice e Quickly)

QUICKLYPoi tornerete lesti al mio richiamo.(Nannetta, Fenton, Quickly scompaiono dietro le fronde)

BARDOLFO (continuando i gesti di scongiuro sul corpo di Falstaff)Spiritelli! Folletti!Farfarelli! Vampiri! Agili insettiDel palude infernale! Punzecchiatelo!Orticheggiatelo!Martirizzatelocoi grifi aguzzi!(accorrono dal fondo velocissimi alcuni ragazzi vestiti da Folletti, e si scagliano su Falstaff. Altri

coi dardi e gli spilli!Ch’ei crepi di stizza!(cessa il frastuono)

ALICE, MEG, QUICKLYPizzica, pizzica etc.

FALSTAFFAhi! Ahi! Ahi! Ahi!

ALICE, MEG, QUICKLY, FATECozzalo, aizzalodai pie’ al cocuzzolo!Strozzalo, strizzalo!Gli svampi l’uzzolo!Pizzica,pizzica, l’unghia rintuzzola!Ruzzola, ruzzola, ruzzola, ruzzola!(Ford, Dr. Cajus, Pistola e Bardolfo alzano Falstaff e lo obbligano a star ginocchioni)

DR. CAJUS, FORDCialtron!

BARDOLFO, PISTOLAPoltron!

DR. CAJUS, FORDGhiotton!

BARDOLFO, PISTOLAPancion!

DR. CAJUS, FORDBeon!

BARDOLFO, PISTOLABriccon!

PISTOLA (accorrendo)Chi va là?

FALSTAFFPietà!

QUICKLY (toccando Falstaff col bastone)C’è un uomo!

ALICE, MEG, NANNETTAC’è un uom!

FATEUn uom!

FORD Cornuto come un bue!

PISTOLARotondo come un pomo!

BARDOLFOGrosso come una nave!

BARDOLFO, PISTOLA (toccando Falstaff col piede)Alzati, olà!

FALSTAFF (alzando la testa)Portatemi una grue!Non posso.

FORDÈ troppo grave.

QUICKLYÈ corrotto!

Folletti, spiritelli, diavoli sbucano da varie parti. Alcuni scuotono crepitacoli, alcuni hanno in mano dei vimini: molti portano delle piccole lanterne rosse)

FALSTAFF (a Bardolfo)Ahimé! tu puzzicome una puzzola.

SPIRITI, FOLLETTI, DIAVOLI (facendo ruzzola-re Falstaff sul davanti della scena)Ruzzola, ruzzola! ruzzola, ruzzola!

ALICE, MEG, QUICKLYPizzica, pizzica,pizzica,stuzzica,spizzica, spizzicapungi, spilluzzica,finch’egli abbai!(i più piccoli Folletti gli ballano intorno, alcuni gli montano sulla schiena e fanno sgambetti: Fal-staff vorrebbe difendersi ma non può muoversi)

FALSTAFFAhi! Ahi! Ahi! Ahi!(frastuono di crepitacoli)

SPIRITI, FOLLETTI, DIAVOLIScrolliam crepitacoli,scarandole e nacchere!Di schizzi e di zaccherequell’otre si macoli.Meniam scorribandole,danziamo la tresca,treschiam le farandolesull’ampia ventresca.Zanzare ed assilli,volate alla lizza

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FALSTAFF L I B R E T T O 103102

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAUom frodolento!(Pistola, prendendo il bastone da Bardolfo dà un’altra bastonata a Falstaff)

FALSTAFFAhi! Ahi! mi pento!

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAUom turbolento!(Bardolfo riprende il bastone e colpisce di nuovo Falstaff)

FALSTAFFAhi! Ahi! mi pento!

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLACapron! Scroccon! Spaccon!

FALSTAFFPerdon!

BARDOLFO (colla faccia vicinissima alla faccia di Falstaff)Riforma la tua vita!

FALSTAFFTu puti d’acquavita.

ALICE, MEG, QUICKLYDomine fallo casto!

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAPancia ritronfia!

FALSTAFFMa salvagli l’addomine.

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAOtre di malvasia! Rispondi.

FALSTAFFCosì sia.

BARDOLFORe dei panciuti!

FALSTAFFVa’ via, tu puti.

BARDOLFORe dei cornuti!

FALSTAFFVa’ via, tu puti.

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAFurfanteria!

FALSTAFFAhi! Così sia.

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAGagliofferia!

FALSTAFFAhi! Così sia.

BARDOLFO (con veemenza)Ed or che il diavol ti porti via!!(nella foga del dire gli casca il cappuccio)

FALSTAFF (rialzandosi)Nitro! Catrame! Solfo!!Riconosco Bardolfo!(incalzando violentemente contro Bardolfo che retrocede)Naso vermiglio!

DR. CAJUS, FORD, BARDOLFO, PISTOLAIn ginocchion!

FORDPancia ritronfia!

ALICEGuancia rigonfia!

BARDOLFOSconquassa letti!

QUICKLYSpacca farsetti!

PISTOLAVuota barili!

MEG Sfonda sedili!

DR. CAJUSSfianca giumenti!

FORDTriplice mento!

BARDOLFO, PISTOLADi’ che ti penti!(Bardolfo, che avrà preso il bastone a Quickly, dà una bastonata a Falstaff)

ALICE, MEG, QUICKLYDi’ che ti penti!

FALSTAFFAhi! Ahi! mi pento!

ALICE, MEG, QUICKLYDomine fallo guasto!

FALSTAFFMa salvagli l’addomine.

LE FATEPizzica, pizzica!

ALICE, MEG, QUICKLYFallo punito Domine!

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAVuota barili!

FALSTAFFMa salvagli l’addomine.

ALICE, MEG, QUICKLYFallo pentito Domine!

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLASfianca sedili!

FALSTAFFMa salvagli l’addomine.

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAGlobod’impurità! Rispondi.

FALSTAFFBen mi sta.

DR CAJUS, BARDOLFO, FORD, PISTOLAMonte di obesità! Rispondi.

FALSTAFFBen mi sta.

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FALSTAFF L I B R E T T O 105104

QUICKLYCavaliero.

FALSTAFFReverenza.

QUICKLYVoi credeste due donne così grulle,così citrulle,da darsi anima e corpo all’Avversiero,per un uom vecchio, sudicio ed obeso...

MEG, QUICKLYCon quella testa calva...

ALICE, MEG, QUICKLYE con quel peso!

FORDParlan chiaro.

FALSTAFFIncomincio ad accorgermid’esser stato un somaro.

ALICEUn cervo.

FORDUn bue.

TUTTI (ridendo)Ah! Ah!

FORDE un mostro raro!

FALSTAFF Ogni sorta di gente dozzinalemi beffa e se ne gloria;

(i folletti guidati da Alice si avvicinano a Bardolfo ed al Dr. Cajus; un piccolo folletto preso in brac-cio da Alice alza la sua lanterna all’altezza del viso di Bardolfo. Fenton e Nannetta tenendosi per mano stanno qualche passo discosti dal centro)

FORDE sia. Farem la festa doppia!Avvicinate i lumi.Il ciel v’accoppia.Giù le maschere e i veli. Apoteosi!(al comando di Ford, Fenton e il Dr. Cajus rapida-mente si levano la maschera. Nannetta si toglie il velo, e Quickly, che è dietro Bardolfo, gli leva il velo dalla testa, e tutti rimangono a viso scoperto)

TUTTI (tranne Ford e il Dr. Cajus)Ah! Ah! Ah! Ah!

DR. CAJUS (sorpreso, riconosce Bardolfo)Spavento!

FORD (sorpreso)Tradimento!

FALSTAFF, PISTOLA, COROApoteosi!

FORD (vedendo l’altra coppia)Fenton con mia figlia!!

DR. CAJUS (esterrefatto)Ho sposato Bardolfo!!Spavento!

TUTTIAh! Ah!

ALICE, MEG, QUICKLYVittoria!

Naso bargiglio!Puntuta lesina!Vampa di resina!Salamandra! Ignis fatuus!Vecchia alabarda! Steccadi sartore! Schidion d’inferno!Aringa secca!Vampiro! Basilisco!Manigoldo! Ladrone!Ho detto. E se mentiscovoglio che mi si spacchi il cinturone!!

TUTTIBravo!

FALSTAFFUn poco di pausa. Sono stanco.

QUICKLY (sottovoce a Bardolfo, col quale poi scompare dietro gli alberi)Vieni. Ti coprirò col velo bianco.

FORD Ed or, mentre vi passa la scalmana,Sir John, dite: il cornutochi è?

ALICE, MEG (ironicamente a Falstaff)Chi è?

ALICE (smascherandosi)Vi siete fatto muto?

FALSTAFF (stendendo la mano a Ford)Caro signor Fontana!

ALICE (interponendosi)Sbagliate nel saluto.Quest’è Ford, mio marito.

pur, senza me, costor con tanta borianon avrebbero un bricciolo di sale.Son io che vi fa scaltri.L’arguzia mia crea l’arguzia degli altri.

ALICE, MEG, QUICKLY, COROMa bravo!

FORDPer gli Dei!Se non ridessi ti sconquasserei!Ma basta. Ed or vo’ che m’ascoltiate.Coronerem la mascherata bellacogli sponsali dellaRegina delle Fate.(il Dr. Cajus e Bardolfo, vestito da Regina delle Fate col viso coperto da un velo, s’avanzano len-tamente tenendosi per mano. Il Dr. Cajus ha la maschera sul volto)Già s’avanza la coppia degli sposi.Attenti!

TUTTIAttenti!

FORDEccola in bianca vestacol velo e il serto delle rose in testae il fidanzato suo ch’io le disposi.Circondatela, o Ninfe.(Bardolfo e il Dr. Cajus si portano nel mezzo: le Fate li circondano)

ALICE (presenta Nannetta e Fenton che saranno entrati; Nannetta è tutta coperta da un gran velo celeste; Fenton ha la maschera e la cappa)Un’altra coppiad’amanti desïosichiede d’essere ammessa agli augurosiconnubi!

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FALSTAFF106

ALICE (mettendo Falstaff con Ford e il Dr. Cajus)No! Tutti e tre.(a Ford, mostrando Nannetta e Fenton)Volgiti e mira quell’ansie leggiadre.

NANNETTA (a Ford, giungendo le mani)Perdonateci o padre.

FORDChi schivare non può la propria noial’accetti di buon grado.Facciamo il parentadoe che il ciel vi dia gioia.

TUTTI (tranne il Dr. Cajus)Evviva!

FALSTAFFUn coro e terminiam la scena.

FORDPoi con Sir Falstaff, tutti,andiamo a cena.

TUTTIEvviva!Tutto nel mondo è burla.L’uom è nato burlone,Nel suo cervello ciurla sempre la sua ragione.Tutti gabbati! Irridel’un l’altro ogni mortal.Ma ride ben chi ridela risata final.(cala la tela)

FINE

TUTTI (tranne Dr. Cajus e Ford)Evviva! Evviva!

FORD (ancora sotto il colpo dello stupore)Oh! Meraviglia!

ALICE (avvicinandosi a Ford)L’uom cade spesso nelle reti orditedalle malizie sue.

FALSTAFF (avvicinandosi a Ford con un inchino ironico)Caro buon Messer Ford, ed ora, dite:lo scornato chi è?

FORD (accenna al Dr. Cajus)Lui.

DR. CAJUS (accenna a Ford)Tu.

FORDNo.

DR. CAJUSSì.

BARDOLFO (a Ford e al Dr. Cajus)Voi.

FENTON (a Ford e al Dr. Cajus)Lor.

DR. CAJUS (mettendosi con Ford)Noi.

FALSTAFFTutti e due!

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FA L S TA F F A L T E AT R O M A S S I M O

Il 16 maggio 1897 Falstaff, in pri-ma rappresentazione a Palermo, inaugura il Teatro Massimo. Sul podio Leopoldo Mugnone.

Giuseppe Taddei (Falstaff) nel 1963 al Teatro Massimo. Con lui nel cast anche Sesto Bruscantini (Ford), Luigi Alva (Fenton) e Ilva Ligabue (Alice).

Giuseppe Taddei (Falstaff) e Fran-co Zeffirelli, nel 1960 a Palermo per Falstaff diretto da Tullio Sera-fin. Nel cast anche Marcella Pobbe (Alice) e Fedora Barbieri (Quickly).

Fedora Barbieri (al centro) interpreta Quickly nel 1967, con la direzione di Antonino Votto e regia, scene e co-stumi di Franco Zeffirelli.

FALSTAFF AL TEATRO MASSIMO

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FALSTAFF FA L S TA F F A L T E AT R O M A S S I M O

Nel 1980 al Politeama Garibaldi Claudio Desderi è Falstaff. Dirige Alain Lombard, regia di Giulio Chazalettes.

Il Falstaff del centenario: Raina Kabaivanska (Alice) e Alain Fondary (Falstaff) nel 1997 al Politeama Garibaldi, con la regia di Filippo Crivelli, scene di Francesco Zito, sul podio Donato Renzetti.

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115

di Gianfranco Capitta1

Non è la prima volta che Luca Ronconi mette in scena il Falstaff. Ne ha già realizzati due, uno al Festival di Salisburgo nel 1993, un altro al Maggio Musicale Fiorentino nel 2006. Questa è quindi la sua terza volta con l’opera che Verdi, su libretto di Arrigo Boito, trasse da Shake-speare. Cosa mancava ancora a questo magnifico personaggio, vec-chio e burlone, per tornare a lavorarci sopra, probabilmente in modo nuovo e totalmente diverso dalle altre volte?È vero. La prima volta c’era sul podio Georg Solti, come orchestre si sono alternati i Berliner e i Wiener Philharmoniker, e protagonista era José van Dam; a Firenze invece dirigeva Zubin Mehta, e Falstaff era Ruggero Raimondi.

Tutte compagnie molto prestigiose e messinscene rimaste negli an-nali. Perché ha voluto affrontare nuovamente l’opera? Non era rimasto soddisfatto di quelle esperienze?Non che non sia rimasto soddisfatto da quelle edizioni: io ho sempre

1 Intervista pubblicata nel programma di sala in occasione della prima rappresentazione dell’alle-stimento al Teatro Petruzzelli di Bari.

“ D A L L E D U E A L L E T R E ” V E R S I O N I D I FA L S TA F F

A C O L L O Q U I O C O N L U C A R O N C O N I

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FALSTAFF 117116

pensato che Falstaff sia un’opera quasi “da camera”, che ha bisogno di una situazione raccolta, e ritengo che anche Verdi ne fosse convinto. In entrambi quei casi (in particolare a Salisburgo) lo spazio scenico era molto dilatato, e di conseguenza anche l’opera doveva essere giocata su quegli spazi. In fondo gli ambienti in cui si svolge sono un’osteria, una casa, e lo stesso giardino non è certo quello di Boboli…

E la meta di cui si fantastica è delimitata in una privata stanza da letto…Appunto, e i trenta metri di apertura del boccascena di Salisburgo hanno fatto sì che la scenografia fosse sicuramente bella, anzi bellis-sima, ma certo non rispecchiava l’intimità dell’opera, che ne usciva persino falsata.

Falstaff, poi, è un personaggio avanti con gli anni, ma inguaribilmente “burlone” rispetto al mondo in cui si ritrova.Burlone non so fino a che punto; sicuramente è una figura molto in-teressante, anche al di fuori dell’opera: penso al personaggio che lo richiama nel film di Gus van Sant, intitolato in Italia Belli e dannati. Falstaff è a suo modo una figura mitica, e come tutti i miti è una specie di assemblaggio di tante cose diverse, anche di figure e immagini di epoche diverse. Non a caso nell’Enrico VI viene degradato sul campo di battaglia un personaggio di nome Falstoff, quando il nostro Falstaff è già morto ai tempi dei re Enrichi precedenti… Insomma è un perso-naggio astorico. È vero che appare burlone, ma è anche burlato; vive di espedienti, ma è anarchico, è squattrinato e vuole fare soldi. È vec-chio, ma si sente giovane, e quindi risulta un po’ mitomane. Insomma, è tantissime cose: a me non dispiace vedergli dentro anche una sorta

di infantilismo, come quelli che passano da collere furibonde a folgora-zioni immediate. Quindi un carattere non estremamente coerente…

Proprio in questo senso intendevo “burlone”, per la variabilità delle opinioni che cambia e assume continuamente, a dispetto della coe-renza che ci si attenderebbe dall’età. Anche se questa è una tradizione che ancora si perpetua.Sì, ma Falstaff non è bugiardo!

Poi attorno a questo protagonista c’è una corte di donne scatenate e senza scrupoli, tanto che proprio a loro è dedicato il titolo della com-media shakespeariana da cui nasce l’opera di Verdi, Le allegre comari di Windsor.A me dà fastidio già il solo termine “comare”, quindi non voglio vedere in scena che delle donne, senza “comarizi”. Sono indubbiamente “allegre”, ma, come per Falstaff, più che chiedermi come sono, mi interessa inter-rogarmi sul perché sono così, per quale motivo sono “allegre”.

Questo apre uno scenario quasi più “pericoloso”…Infatti. Io sono sempre stato contrario ad “attualizzare” un’opera: è inutile vestire i personaggi con abiti di Dolce & Gabbana o di un’altra griffe, così da sembrare che si faccia della pubblicità. Cose rispetta-bilissime: potrei mettere Falstaff, quando va da Alice, con un bomber per farlo più bello, e fare pubblicità al marchio prescelto. Ma tutto questo non mi appartiene. Per me l’attualità resta “attuale”, e le opere hanno tutto il diritto di invecchiare, con tutto il rispetto che si deve loro. Ciò che mi piace che cambi sono invece i rapporti interni tra

“ D A L L E D U E A L L E T R E ” V E R S I O N I D I FA L S TA F F

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le figure: quindi un certo atteggiamento “androfobico” che non mi dispiace si veda in queste signore – non per attualizzare, ma per qual-cosa che indubbiamente è accaduto rispetto ai tempi in cui Boito scri-veva il libretto, rispetto al modo di vedere le donne allora e adesso. E non è necessario cambiarle d’abito: facendo Falstaff voglio fare “il” Falstaff. Naturalmente guardando dentro i rapporti tra i personaggi. Secondo me oggi Bardolfo e Pistola non fanno più ridere nessuno, a meno di non riesumare alcune consuetudini vetuste… È una comme-dia, ed è giusto che faccia ridere (mi riferisco soprattutto al libretto, non a Verdi). Era probabilmente un tipo di teatro in cui, per far ride-re il pubblico, ci si divertiva in palcoscenico, si mimava sulla scena il divertimento del pubblico; penso che oggi il rapporto tra platea e palcoscenico sia cambiato, almeno secondo me.

Mi sembra piuttosto interessante quello che lei vede nel cerchio fem-minile dell’opera.Le donne qui vengono presentate come “pettegole”, ma in realtà sono anche invidiose l’una dell’altra. Con quell’accentuata “solida-rietà” femminile che, messe insieme a spartirsi la medesima torta, può scatenare il finimondo. Come tra Meg “perdente” e Alice “vittorio-sa”, rispetto alle quali risulterà evidente la freschezza di Nannetta. E poi c’è un aspetto “sociologico”, che mi aveva già fatto notare Georg Solti quando mi disse che secondo lui “Falstaff è un grand seigneur”. È vero, anche per me è un gran signore, un aristocratico, anche se decaduto: per motivi storici certo, ma anche per un certo orgoglio della degradazione, dato che si trova a confrontarsi con un mondo di proprietari terrieri cafoni, di nuovi ricchi. E questo, ancora, non per

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FALSTAFF 121120 “ D A L L E D U E A L L E T R E ” V E R S I O N I D I FA L S TA F F

desiderio di attualizzazione, ma solo per riportare i rapporti nei giusti termini. Così come abbiamo vestito Fenton da meccanico, e non da “attor giovane”: perché mi pare più giusto che la figlia del proprieta-rio terriero perda la testa per il meccanico…

Come nel miglior cinema americano, in un qualche film con Liz Taylor…Esatto! Non per un semplice gusto della citazione, ma per mantenere un distacco storico: non voglio ricollocare l’opera nel suo tempo ori-ginario (perché non è né quello medievale né quello elisabettiano), ma in una dimensione ugualmente passata rispetto a noi, solo un po’ più vicina.

In questi collegamenti con il nostro immaginario risulta chiaro il dise-gno di questa regia, che si fa quasi esemplare: sia a proposito di Fen-ton “meccanico” sia a proposito delle “comari” indaffarate e indefesse nelle trame e nei disegni…Sono delle vere organizzatrici: rispetto alla festa finale Alice sembra proprio una manager!

Il problema è quindi quello della “nostra” sensibilità di oggi.Esattamente. Deve cambiare il nostro punto di vista…

E quelli diventano i veri elementi drammaturgici.Ma sempre lavorando all’interno dell’opera. Così, per fare un esem-pio, la festa finale ha tutto il sapore di una punizione, e non di una festa. Anche perché, nello spirito di burla, Falstaff è già stato abba-stanza punito quando lo hanno buttato nel Tamigi, e quello succes-

sivo sembra davvero un accanimento. Il vero “burlato” in realtà è Ford, il marito. Tanto che il vecchio Falstaff chiede “lo scornato chi è”? Quest’ultima scena è rivelatrice, e si pone su un piano quasi “metafi-sico”, diabolico. Perché quella che nella prospettiva del teatro elisa-bettiano sarebbe un masque, e nell’Ottocento una féerie, qui diventa una scena violenta, di accanimento su un vecchio, che prima è stato “burlato”, poi umiliato e schernito.

E questo è davvero per noi molto “attuale”, e rende in effetti lo spet-tacolo anche assai diverso dai suoi due Falstaff precedenti, con un orizzonte differente.Mi rendo conto ora che anche quello che avevo fatto a Firenze era in abiti anni ’50, era spiritoso ma di una certa frivolezza, a tratti addi-rittura inconsistente. Questo al contrario è leggerissimo, ma ha una consistenza maggiore. A livello dei rapporti intersoggettivi, e per fino per quanto riguarda la scenografia. Ce n’è pochissima, solo quello che è scenicamente necessario: nel corso dell’opera cambiano solo tre tappeti, e nel terzo atto tra il primo e il secondo quadro non c’è intervallo, né soluzione di continuità visiva. Spero di essere riuscito a fare un Falstaff lineare e senza stupidaggini, senza finte trovate, leggi-bile da ogni persona di buon senso.

Proprio riguardo all’aspetto teatrale, in un libro che abbiamo fatto in-sieme una trentina di anni fa (Inventare l’opera, edito da Ubulibri) lei affermava che la scenografia, dentro un’opera che è governata innan-zitutto dalla musica, è lo strumento principale attraverso cui procede la visione e il lavoro del regista. Quel principio resta in vigore o c’è

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stata un’evoluzione?Quella regola è ancora valida, ma c’è un’evoluzione verso la sempli-cità. Il fatto che qui la scenografia sia costituita da tre grandi teli tirati con le corde, non vuol dire che non ci sia un forte impatto visivo. Il segno c’è, ed è forte, ma non è dovuto a una scelta puramente “pau-perista”. Quello che non ho voluto fare è “l’ambiente”, e ho voluta-mente cercato di tirar via la memoria, ancora persistente, del teatro ottocentesco: il giardino, l’osteria, il carcere, la sala regia, che a loro volta sono un portato del teatro del Settecento. Tutti questi ambienti oggi si possono far vivere in maniera diversa. Nel mio caso, poi, que-sta scelta è legata anche all’età. Invecchiando o ti appesantisci o ti alleggerisci. Io sono sempre stato barocco, e continuo ad avere una mentalità barocca, che è la mia. Ma il segno è un’altra cosa, quello diventa più essenziale con gli anni. Mi piace andare più leggero, e meno pesante. Si vede anche nei miei ultimi spettacoli teatrali: mi pia-ce fare qualcosa di immateriale, in assoluta semplicità visiva. Non è una scelta di “ideologia teatrale”, ma assolutamente personale. Spes-so gli artisti, di qualsiasi disciplina, con l’età tendono a sovraccaricare il proprio segno, quasi per attaccarsi a qualcosa; io a questo punto della mia vita, cerco invece di liberarmene.

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125B I O G R A F I A D I L U C A R O N C O N I

Nato l’8 marzo 1933 a Susa (Tunisia), si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma nel 1953 ed esordisce come attore in Tre quarti di luna con la regia di Luigi Squarzina. Attore in spettaco-li di Orazio Costa, Giorgio De Lullo e Michelangelo Antonioni, ini-zia nel 1963 a lavorare come regista con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volontè.È la straordinaria e fortunatissima messa in scena nel 1969 dell’Orlando Furioso di Ariosto, nella riduzione elaborata da Edo-ardo Sanguineti, a portarlo al successo internazionale. Nel corso degli anni collabora con diverse istituzioni teatrali: dal 1975 al 1977 è Direttore della Sezione Teatro alla Biennale di Ve-nezia e tra il 1977 e il 1979 fonda e dirige il Laboratorio di proget-tazione teatrale di Prato, dove mette in scena Baccanti di Euripide e La torre di von Hofmannsthal.Negli anni Ottanta, fondamentali tappe del percorso di ricerca ronconiano, considerate anche come indiscutibili vertici della sto-ria del teatro italiano del dopoguerra, sono Ignorabimus di Holz (1986), Dialoghi delle carmelitane di Bernanos (1988) e Tre sorelle

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FALSTAFF 127126 B I O G R A F I A D I L U C A R O N C O N I

di Cechov (1989).Dal 1989 al 1994 è direttore del Teatro Stabile di Torino per il qua-le, nel 1992, fonda e dirige la Scuola per attori e allestisce, tra gli altri, lo spettacolo Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus (1990), agito da oltre sessanta attori nell’ambiente della sala macchine del Lingotto di Torino, evento assoluto di quella stagione teatrale.Nel 1994 è nominato direttore del Teatro di Roma, dove mette in scena spettacoli come Re Lear di Shakespeare e Verso “Peer Gynt” da Ibsen (1995), Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gad-da (1996) e I fratelli Karamazov da Dostoevskij (1998).Dal 1999 al 2010 è direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano, dove realizza numerosi e importanti spettacoli, quali, tra i tanti, La vita è sogno di Calderón de la Barca, Il sogno di Strindberg (2000), Lolita di Nabokov, I due gemelli veneziani di Goldoni, Candelaio di Bruno (2001), Quel che sapeva Maisie di James e Infinities del ma-tematico Barrow (2002), fino ai più recenti La compagnia degli uomini di Bond (2011), Santa Giovanna dei Macelli di Brecht (2012), Il panico (2013) di Spregelburd e Celestina (2014) da Fernando de Rojas.In quegli anni, fino al 2015, dirige la Scuola per attori dello stabile milanese.Nel 2006 è invitato a dirigere a Torino cinque spettacoli, che costi-tuiscono il “Progetto Domani”, promosso in occasione delle Olim-piadi invernali: Troilo e Cressida di Shakespeare, Atti di guerra: una trilogia di Edward Bond, Biblioetica, Dizionario per l’uso di Corbel-lini, Donghi e Massarenti (codiretto con Claudio Longhi), Il silenzio dei comunisti di Foa, Mafai e Reichlin, Lo specchio del diavolo di Ruffolo.Nel 2002 fonda con Roberta Carlotto il Centro Teatrale Santacri-

stina, unità di produzione e formazione che dirige nella struttura creata nella campagna tra Gubbio e Perugia. Con l’inizio della collaborazione tra il Centro Teatrale Santacristina e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Ronconi presenta, nell’am-bito del festival, nel 2008 una serie di lezioni aperte su Ibsen, nel 2009 uno studio sul Gabbiano di Cechov dal titolo Un altro gabbia-no, nel 2011 mette in scena La modestia di Spregelburd, nel 2012 In cerca d’autore. Studio su “Sei personaggi” di Luigi Pirandello, spettacolo nato da un progetto triennale con l’Accademia Nazio-nale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, e nel 2013 Pornografia di Witold Gombrowicz. Sempre per il Festival dei Due Mondi di Spo-leto nel 2014 dirige Danza macabra di August Strindberg.Come regista lirico, alla frequentazione dei “classici” dell’opera ita-liana (Verdi, Bellini, Puccini, Rossini), ed europea (Bizet e Wagner), Ronconi accompagna un interessante lavoro di studio sui territo-ri meno battuti del teatro musicale, come la grande stagione del Barocco italiano (Rossi e Monteverdi) o la produzione operistica contemporanea, tra cui Il caso Makropulos di Janácek e Il giro di vite di Britten.Ha diretto anche le versioni televisive di alcuni dei suoi spettacoli più importanti ed è curatore e allestitore di mostre, ultima, tra le tante, La bella Italia. Arte e identità delle città capitali negli spazi delle scuderie Juvarriane della Venaria Reale di Torino per i 150 anni dell’Unità d’Italia.Molti spettacoli hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimen-ti: per il Premio UBU sono stati migliori spettacoli delle rispettive stagioni teatrali il “Progetto sogno” nel 2000, Lolita nel 2001, Infi-

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nities nel 2002, Professor Bernhardi nel 2005, il “Progetto Domani” nel 2006 fino al più recente Panico nel 2013. Il “Progetto Lagarce” ha vinto il Premio Nazionale della Critica e Sogno di una notte di mezza estate il Premio ETI come migliore spettacolo.Gli è stato conferito nel 2008 dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Antonio Feltrinelli” per la Regia teatrale e ha ricevuto lauree honoris causa dalle Università di Bologna (1999), Perugia (2033), Urbino (2006) e Venezia (2012).  Nell’ambito della Biennale Teatro di Venezia, nell’agosto 2012 ha ritirato il Leone d’Oro alla Carriera, mentre nel marzo 2013, in occasione dei suoi ottant’anni, il Sindaco di Milano gli ha consegnato il Sigillo della Città.Muore il 21 febbraio 2015 a Milano, pochi giorni dopo il debutto del suo ultimo spettacolo Lehman Trilogy di Stefano Massini al Pic-colo Teatro.

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Daniel OrenDotato di un talento naturale e precocissimo, maturò il suo partico-lare interesse per l’opera grazie al grande Leonard Bernstein che nel 1968 lo scelse, appena tredicenne, come voce solista nei suoi Chi-chester’s Psalms in occasione dell’inaugurazione della Televisione di Israele, ma in realtà fu la madre ad iniziarlo, ancora in tenera età, ad una formazione musicale completa con lo studio non solo del piano-forte e violoncello, ma anche del canto, armonia e contrappunto. Per-fezionò poi i suoi studi in Europa, dedicandosi quasi esclusivamente alla direzione d’orchestra e nel 1975 prese parte, vincendolo, al pre-stigioso Concorso “Herbert von Karajan” riservato a giovani direttori d’orchestra: da quel momento iniziò per il giovane artista una carriera internazionale.Dopo il debutto negli Stati Uniti, con la sua acclamata partecipazione al Festival dei Due Mondi nel 1978, la sua fama si consolida anche in Italia: gli verrà infatti affidata la direzione stabile dell’Opera di Roma e, successivamente, del Teatro Verdi a Trieste dove recentemente è stato nominato Direttore musicale, del San Carlo di Napoli e del Carlo

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Daniel Oren

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Felice a Genova. Anche negli ultimi anni ha continuato a dirigere con successo nei maggiori teatri italiani (Firenze, Parma, Torino, Venezia), coltivando nel contempo stretti rapporti di collaborazione con i più autorevoli teatri europei e americani, tra i quali il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra, lo Staatsoper di Vienna, il Colón di Buenos Aires, il Teatro dell’Opera di Tokyo, l’Opera Houses di Hou-ston, Dallas, San Francisco e l’Opéra-Bastille di Parigi dove ha otte-nuto un successo senza precedenti con Leo Nucci, Roberto Alagna e Angela Gheorgiu.Alla predilezione per la lirica, con un repertorio che abbraccia la mag-giore produzione romantica e verista italiana, affianca la passione per la musica sinfonica, nella quale ha riscosso grande successo alla guida di importanti orchestre come quella dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma (diretta per la prima volta nel 1978), l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Filarmonica d’Israele, la Filarmonica di Berlino, e le orchestre radiofoniche di Monaco, Colonia, Stoccarda, Francoforte e Berlino tra le molte altre.La sua partecipazione con Nabucco di Verdi alla stagione inaugurale della Nuova Opera di Israele nel dicembre 1994 ha rappresentato un momento particolarmente significativo nella sua carriera: questo evento musicale è riuscito a far collimare la sua passione per l’uni-verso operistico e l’amore per la sua terra d’origine; per un musicista come lui infatti la musica rappresenta il miglior veicolo per la pace, la tolleranza, e l’unico linguaggio che ci accomuna tutti.È Direttore Artistico del Teatro Verdi di Salerno per il quale dirige molti titoli nel corso della stagione operistica. È inoltre ospite regolare a Parigi, al Royal Opera House Covent Garden di Londra così come a Tel Aviv, Verona, Firenze, Madrid, Colonia e Barcellona.

Marina BianchiNata a Milano, si è diplomata in Regia alla Scuo-la d’Arte drammatica “Paolo Grassi” della sua città. Dal 1980 al 1992 è aiuto regista stabile presso il Teatro alla Scala partecipando a varie tournée internazionali.

Collaboratrice alla regia in numerosi teatri d’opera e festival italiani e stranieri, mantiene un rapporto privilegiato con alcuni dei più grandi artisti della scena: tutte le produzioni liriche di Giorgio Strehler sono state più volte da lei riprese nei teatri di tutto il mondo, collabora con-tinuativamente con registi cinematografici (con Liliana Cavani lavora tutt’ora, l’ultima produzione è stata Alì Babà di L. Cherubini al Teatro alla Scala lo scorso settembre 2018, Sofia Coppola, William Friedkin, Ferzan Ozpetek, col quale ha collaborato per una nuova Madama But-terfly al Teatro di San Carlo a Napoli nell’aprile 2019, Gabriele Salva-tores, insieme al quale lavorerà per Un ballo in maschera al Teatro alla Scala nel giugno 2020) e lirico-teatrali (Eimuntas Nekrosius, Graham Vick, Luca Ronconi, di cui riprende Falstaff, ultima fatica del Maestro a Genova e Semiramide a Bilbao, Hugo de Ana, Gilbert Deflò, Roberto De Simone, Gabriele Lavia).In ambito lirico firma le regie di Il trovatore (Teatro Carlo Felice di Genova, novembre 2019), Il maestro di cappella (Teatro Filarmonico, Verona, maggio 2019), Un ballo in maschera (Teatro Regio di Parma, gennaio 2019), Salome (Teatro Filarmonico, Verona, maggio 2018), La capinera (Teatro Massimo Bellini di Catania, dicembre 2018), Ca-valleria rusticana (Teatro Massimo di Palermo, 2015 e 2018), Dido and Aeneas (Teatro Filarmonico di Verona, 2013 e Maggio Musicale Fio-

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rentino, 2015), Falstaff (Busseto, 2012), Turandot (Maggio Musicale Fiorentino, 2012 poi Festival di Lajatico con Bocelli, 2013), Le nozze di Figaro e Carmen (Teatro Lirico di Cagliari, 2011 e 2012), L’elisir d’a-more (Festival di Racconigi e Teatro Regio di Torino, 2009 e 2010), Rigoletto (Castello Svevo, Bari, 2001), La bohème (Teatro di San Carlo, Napoli, 2000), La traviata (Villa Pallavicini, Busseto, 1999), Tosca (Tea-tro Vittorio Emanule, Messina, 1998), Blue Monday e Cavalleria rusticana (Livorno, 1997), Das Berliner requiem (Piccolo Teatro di Firenze, 1996).Come regista e drammaturga realizza spettacoli di teatro musica-le per giovani e bambini, tra cui Pollicino di Henze (Montepulciano, 2016), Le stanze di Wolfgang Amadè, creazione originale sull’infan-zia di Mozart (Rovereto, Festival Mozart e Firenze, 1999), Brundibar di Kràsa (Milano, Firenze, Mestre 1997/98), Let’s make an opera, the Little sweep di Britten (Milano 1995, Firenze 1996 e Pavia, 2001).Docente di vari stage di laboratorio scenico, arte scenica e consu-lente per la formazione, collabora attualmente con l’Accademia del Teatro alla Scala.

Tiziano SantiCompletati gli studi artistici con la laurea in sce-nografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e le specializzazioni ottenute al Teatro alla Scala di Milano ed all’Arena di Verona, alterna da su-bito l’attività di scenografo ideatore e progetti-

sta con quella di direttore di laboratori di realizzazione scenografica privati e di enti teatrali quali quelli del Teatro Regio di Parma, dell’Are-na di Verona, del Teatro Comunale di Bologna e di altri teatri europei.

Nel corso di questi anni collabora con Ettore Rondelli, suo maestro, e con registi e scenografi di fama internazionale e continua il suo lavoro di analisi del teatro di prosa e di altre espressioni scenografiche che lo portano ad interessarsi al cinema ed all’ideazione di parchi a tema, maturando una personale sensibilità per lo spazio scenico, la materia ed i vari linguaggi che lo caratterizzano. Ha disegnato le scene per concerti ed opere in Malesia, Italia, Spa-gna, Germania, Austria, Polonia, Svizzera, Belgio, Corea del Sud, Fran-cia e Monte Carlo. Al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo con l’opera Così fan tutte ottiene la nomination per il Premio “Maschera d’oro”: primo scenografo straniero ad ottenere, in Russia, tale riconoscimen-to, e per le scene de Il trittico di Puccini ottiene il “Soffitto d’oro” (il più alto riconoscimento a San Pietroburgo). Ha lavorato ripetutamente con Luca Ronconi. Ha disegnato scene per il Teatro Regio di Parma, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Municipale di Piacenza e il Maggio Musicale Fiorentino. Attualmente collabora con Fabio Ceresa, Roset-ta Cucchi e Leo Muscato. Insegna inoltre alla Scuola dell’Opera di Bologna e alla Facoltà di Architettura dell’Università di Venezia.

A. J. WeissbardÈ un artista che disegna con la luce e lo spazio per creare lavoro in tutto il mondo per teatri, opera, danza, video, esibizioni, installazioni architettoniche permanenti, eventi speciali e moda. Ha collaborato con Robert Wilson, Peter

Stein, Luca Ronconi, Marina Abramovic, Bernard Sobel, Peter Gree-naway, William Kentridge, David Cronenberg, Andriy Zholdak, Shirin

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Neshat, Gae Aulenti, Fabio Novembre, Tim Yip, Richard Gluckman, Matteo Thun, William Ivey Long, Giorgio Armani, Hugo Boss, Erme-negildo Zegna, Anthony, CocoRosie e l Martha Graham Dance Com-pany. In circa tre decenni di attività artistica, il suo lavoro si è svilup-pato ed è stato presentato in teatri d’opera, festival, teatri di prosa, musei e altri luoghi, in più di cinquanta paesi in tutto il mondo. Tra i progetti più recenti ricordiamo Letter to a Man di Robert Wilson, Ar-mani / Silos, scena e light design per Der König Kaundales alla Vlaan-deren Opera di Anversa, per Carmen all’Opéra di Montpellier e per il Don Chisciotte di Mikhail Barishnikov al Teatro dell’Opera di Roma.Il suo lavoro per l’opera Evgenij Onegin ha ricevuto nel 2014 la Ma-schera d’oro in Russia per il miglior light design di teatro musicale; ha ricevuto il primo premio IFSArts per Lighting Design; il suo Faust all’Opera di Riga con la regia di Aik Karapetian ha vinto il Great Music Award per la miglior produzione musicale del 2016.Oltre a insegnare e tenere conferenze in numerose istituzioni accade-miche e università in tutto il mondo, per quattro anni è stato Program Director del Watermill Summer Program indirizzando innumerevoli giovani artisti e producendo centinaia di eventi e progetti. Sostiene l’educazione attraverso l’arte.

Nicola Alaimo Compie gli studi musicali a Palermo, sua città na-tale, e si perfeziona con Vittoria Mazzoni e Simo-ne Alaimo. Avendo vinto il concorso “Giuseppe Di Stefano” a Trapani, debutta nel ‘97 il ruolo di Dandini ne La Cenerentola di Rossini, ruolo che

segna il suo debutto anche al Festival di San Sebastian. Frequenta l’Accademia Rossiniana di Pesaro debuttando nel ruolo di Raimbaud nel Comte Ory sotto la direzione di Alberto Zedda. È diventato artista di riferimento del Rossini Opera Festival di Pesaro, interpretando con notevole successo: La Cenerentola, Il barbiere di Siviglia, Matilde di Shabran e Guillaume Tell (Mariotti/Vick), La Gazzetta, Il turco in Italia e Torvaldo e Dorliska.Recentemente è stato impegnato ne Il barbiere di Siviglia a Parigi (Opéra National); La cena delle beffe al Teatro alla Scala di Milano (Rizzi/Martone); Simon Boccanegra ad Anversa; La Cenerentola, Tro-vatore e I Masnadieri a Montecarlo; La traviata alla Royal Opera Hou-se Covent Garden di Londra con Yves Abel; Don Quichotte (Sancho Panza) all’Opera di Chicago; L’Italiana in Algeri (Taddeo), La forza del destino al Metropolitan Opera; Guillaume Tell alla Bayerische Staat-soper; Adriana Lecouvreur a Palermo; Il turco in Italia e La bohème a Bologna; Falstaff a Budapest e Il pirata (Ernesto) e La Cenerentola (Dandini) al Teatro alla Scala; Il barbiere di Siviglia all’Arena in Verona; La traviata a Toulouse; Simon Boccanegra a Parigi; Rigoletto a Mar-siglia; Guillaume Tell ad Orange e Lione; Adriana Lecouvreur al Sal-zburg Festspiele diretto da Marco Armiliato e ha preso parte ad un Gala Concert al Rossini Opera Festival di Pesaro; ha debuttato il ruolo di Don Magnifico nella Cenerentola ad Amsterdam.Prossimi impegni prevedono: La Cenerentola nei panni di Danidini a Bologna e di Don Magnifico a Madrid; Don Pasquale a Palermo; L’italiana in Algeri, Adriana Lecouvreur e L’elisir d’amore alla Wiener Staatsoper ; Don Pasquale a Salisburgo diretto da Gianluca Capuano; La traviata a Madrid; Attila e L’elisir d’amore a Chicago; L’italiana in

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i tanti titoli ricordiamo El Gato Montés di Penella, Atlántida di De Falla a Valencia con Teresa Berganza, Goyescas di Granados. Tra i prossimi impegni vi sono Aida e Tosca a Oviedo, La tabernera del puerto di Sorozábal al Teatro de la Zarzuela dk Madrid), Falstaff al Teatro Real di Madrid, Luisa Fernanda a Siviglia e Cavalleria rusticana al Liceu di Barcelona.

Alessandro LuongoUno dei baritoni più promettenti della sua ge-nerazione, ha già avuto modo di calcare alcuni fra i più importanti palcoscenici del mondo, fra i quali Teatro Real di Madrid, Teatro alla Scala, Théâtre des Champs -Élysées de Paris, Festival

di Glyndebourne, Opera di Beijing, Teatro del Maggio Musicale Fio-rentino, Teatro Regio di Torino, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Teatro di San Carlo, Fi-larmonico di Verona, Ravenna Festival, Teatro Carlo Felice di Genova.Ha collaborato con prestigiosi direttori quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Fabio Luisi, Michele Mariotti, Seiji Ozawa, Bruno Campanella ed Evelino Pidò, e con registi come Pier Luigi Pizzi, Jean-Louis Grinda, Cristina Mazzavillani, Andrea De Rosa, Damiano Micheletto.Nato a Pisa, ha iniziato lo studio del canto con Fulvia Bertoli, per poi continuare a perfezionarsi con Marco Bargagna. Vincitore di svariati concorsi internazionali, tra i quali il primo premio nel concorso As.Li.Co. nel 2005 e “Spiros Argiris” nel 2009.Tra i molti ruoli principali che ha interpretato ricordiamo Belcore nell’Elisir d’amore a Glyndebourne e all’Opera di Roma, il Conte nelle

Algeri a Zurigo; Macbeth a Marsiglia e Nabucco a Ginevra.È stato insignito del prestigioso Premio Abbiati 2016.

Angel ÒdenaLa sua grande versatilità come cantante gli per-mette di affrontare un vasto spettro di stili musi-cali, tanto nei teatri d’opera che in sala da con-certo. Dopo il debutto nel 1994 con La bohème al Teatro Petruzzelli di Bari, il suo repertorio in-

clude ora più di cinquanta titoli d’opera. Tra questi Rossini (Il barbie-re di Siviglia, La Ceneerentola, Il viaggio a Reims, L’italiana in Algeri) e Donizetti (L’elisir d’amore, Anna Bolena e Maria Stuarda con Edita Gruberova, Don Pasquale, La favorita, Lucia di Lammermoor, Il duca d’Alba e Roberto Devereux), ma anche il repertorio settecentesco con Haydn (L’isola disabitata) e Mozart (Die Zauberflöte, Don Giovanni e Così fan tutte) e quello francese (Roméo et Juliette, Faust, Samson et Dalila, Werther, Thaïs e ovviamente Carmen).Tra gli autori con i quali si trova più a suo agio vi sono Puccini, del quale ha cantato Turandot ad Amburgo e per la reinaugurazione del Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Madama Butterfly, La bohème, Le villi, Il tabarro e Manon Lescaut, e Verdi, con Falstaff, La traviata, Un ballo in maschera, Simon Boccanegra, Otello, Don Carlo, Il trovatore, Aida, Macbeth, Attila, Nabucco e Rigoletto.Al repertorio tedesco (Elektra, Lohengrin, Rheingold, Tannhäuser, Tri-stan und Isolde e del primo Novecento (Il segreto di Susanna di Wolf Ferrari e Oedipus Rex di Stravinsky) si aggiunge poi una lunga espe-rienza del repertorio spagnolo, spesso anche inciso in DVD o CD: tra

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ripreso a Lipsia, all’Opéra de Montreal, al Teatro Verdi di Pisa, al Tea-tro Goldoni di Livorno, a Venezia.Inizia una brillante carriera cantando: Šarlatán di P.Haas al Wexford Festival Opera; Roland di Piccinni, La Reine de Saba di Gounod, Les Huguenots di Meyerbeer, Werther (versione per baritono di Battistini) e Polyeucte di Gounod al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca; tra gli altri ruoli in repertorio La bohème (Marcello); Pagliacci (Silvio); Madama Butterfly (Sharpless); I puritani; Aida; Stiffelio; Don Giovan-ni; Les dialogues des Carmélites; Lakmé; Les pêcheurs de perles; I cavalieri di Ekebù; Falstaff (Ford); Le nozze di Figaro; Lucia di Lam-mermoor; Carmen; Giovanna d’Arco e Alzira di Verdi; Marino Faliero di Donizetti; Hérodiade di Massenet; Macbeth; Beatrice di Tenda; Un ballo in maschera; La straniera; Attila; La forza del destino; L’africaine; Cavalleria rusticana e Pagliacci, La Fanciulla del West.Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, fra i quali: Are-na, Arrivabeni, Bisanti, Callegari, Carminati, Chung, De Bernart, Fisch, Frizza, Fogliani, Gatti, Guingal, Jurowski, Kovatchev, Langrèe, Luisotti, Maazel, McAdams, Nanasi, Oren, Palumbo, Renzetti, Santi, Steinberg, Villaume, Wellber, Viotti, Zanetti e registi come: Abbado, Brockhaus, Cavani, Carsen, De Tomasi, Del Monaco, Fassini, Friedkin, Gasparon, Guth, Hilbrich, Krief, Loy, Maestrini, McVicar, Muscato, Pizzi, Pilavachi, Poda, Pontiggia, Pugelli, Sagi, Sparvoli, Rechi, Rigola, Tiezzi, Trevisi, Vizioli, Wilson.

Nozze di Figaro all’Opera di Roma e all’ NCPA Beijing, Figaro nella stessa opera al Petruzzelli di Bari, al San Carlo di Napoli e a Yokohama (Muti), Don Giovanni al Maggio Musicale Fiorentino (Mehta) , Travia-ta al Petruzzelli di Bari, Malatesta in Don Pasquale al Real di Madrid (Muti) e all’Opera di Roma (Campanella), Marcello nella Bohème a Torre del Lago, al Filarmonico di Verona, al San Carlo di Napoli, Ford in Falstaff al Maggio Musicale e al Carlo Felice di Genova, Figaro del Barbiere di Siviglia all’Opera di Roma (Campanella).La sua discografia include l’incisione di Roméo et Juliette di Gounod (Mercutio) dal Teatro Carlo Felice di Genova (Decca).Tra gli impegni più recenti: Miseria e nobiltà al Carlo Felice di Geno-va, La bohème al Teatro Real di Madrid e all’Opera di Roma, Barbiere di Siviglia all’Opera di Firenze, Manon Lescaut al San Carlo di Napoli, Le nozze di Figaro a Pechino, Palermo e Roma, Roméo et Juliette a Pe-chino, La bohème e Manon Lescaut (in tournée a Tokyo) con il Teatro dell’Opera di Roma, Don Giovanni a Bologna, Lucia di Lammermoor a Pisa e Lucca, L’elisir d amore a Omaha, Lakmé in Oman.Prossimamente canterà in Carmen, Roberto Devereux e La traviata alla Fenice di Venezia, La bohème a Mahon, Adriana Lecouvreur al Teatro alla Scala di Milano.

Luca GrassiDopo la laurea in Ingegneria all’Università di Bologna ha intrapreso lo studio del canto con Paride Venturi. Vincitore di numerosi concorsi tra cui il “Città di Roma”, che lo porta a debuttare ne La traviata (Germont), ruolo successivamente

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Giovanni SalaVincitore del Concorso As.Li.Co. nel 2014, de-butta come Don Ottavio in Don Giovanni e Ne-morino ne L’elisir d’amore al Teatro Sociale di Como. Ha debuttato il ruolo di Fenton in Falstaff al Teatro Comunale di Ferrara e al Ravenna Fe-

stival sotto la direzione di Riccardo Muti. Vincitore del concorso in-ternazionale dell’Accademia di Alto perfezionamento del Teatro alla Scala di Milano, ha debuttato come Tamino in Die Zauberflöte, Aufide in Mosè di Rossini in collaborazione con EXPO Milano 2015, Malcolm in Macbeth al Ravenna Festival e a Savonlinna, con la regia di Cristina Maz-zavillani Muti, Ferrando in Così fan tutte nella produzione dell’Accademia del Teatro alla Scala, ha cantato la Missa Solemnis di Beethoven a Trieste diretto da Gianluigi Gelmetti, al Festival Verdi di Parma in Stiffelio, al Ra-venna Festival con il ruolo di Beppe in Pagliacci, Così fan tutte al Teatro Verdi di Trieste, Tamino in Die Zauberflöte allo Sferisterio di Macerata e al Teatro Bellini di Catania, Carletto in Don Checco di N. De Giosa al Teatro San Carlo di Napoli, Macduff in Macbeth al Teatro Regio di Parma e allo Sferisterio di Macerata, Don Ottavio in Don Giovanni al Teatre Principal de Palma, Arbace in Idomeneo al Teatro Massimo di Palermo, Rinuccio in Gianni Schicchi al Teatro Filarmonico di Verona, il tenore solista nella Missa Defunctorum di Paisiello, diretto da Riccardo Muti, Prunier ne La Rondine in Corea del Sud in tournée con la Deutsche Oper di Berlino. Tra i prossimi impegni Ferrando in Così fan tutte al New National Theatre di Tokyo e alla Wiener Staatsoper diretto da Riccardo Muti, Don Ottavio in Don Giovanni allo Sferisterio di Macerata, Camille de Rossillon in Die lustige Witwe al Teatro San Carlo, Iphigénie en Tauride in As.Li.Co.

Giorgio MisseriInizia gli studi musicali di canto presso il Con-servatorio Vincenzo Bellini nella sua città natale di Palermo, dove si diploma col massimo dei voti.Nel 2004 vince la borsa di studio dedicata a Na-poleone Annovazzi, come migliore interprete

del repertorio Rossiniano e nel 2006, in qualità di Ambasciatore del bel canto Italiano, si esibisce nei prestigiosi teatri giapponesi Lucy Hall nella prefettura di Shiga e Biwako Hall di Otsu-shi.Nel 2011 ha debuttato al Teatro Comunale di Ferrara nella prima as-soluta dell’opera contemporanea Torquato Tasso nel ruolo principale.Ha vinto numerosi concorsi tra cui: il primo premio assoluto al Con-corso Internazionale “Giacomo Puccini” di Lucca, il secondo premio al “Concorso Internazionale Simone Alaimo” in Sicilia.Ha frequentato l’Accademia Rossiniana di Pesaro diretta da Alberto Zedda e ha debuttato ne Il Viaggio a Reims nel ruolo di Cavalier Bel-fiore all’interno del Rossini Opera Festival di Pesaro – Festival Giovani.Tra gli impegni recenti e futuri: L’elisir d’amore, Alceste e La scala di seta alla Fenice di Venezia, Don Pasquale a Trieste, Il turco in Italia a Catania; Don Pasquale al Teatro Fraschini di Pavia, La Cenerentola a Roma, Torino e Palermo, Il barbiere di Siviglia a Roma, a Trieste e a Ve-nezia, la Petite Messe Solemnelle a Palermo, Otello a Napoli, Fra Diavolo all’Opera di Roma e al Teatro Massimo di Palermo, Così fan tutte a Raven-na e Piacenza, La sonnambula a Trieste e a Roma, L’ occasione fa il ladro, La metamorfosi di Pasquale e Il barbiere di Siviglia a Venezia, La fille du regiment a Bologna, La favorite a Palermo, il debutto al Teatro alla Scala in Idomeneo e ne L’amore dei tre re e al Teatro Real di Madrid in Il pirata.

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Carlo BosiUno dei tenori di carattere più richiesti di oggi, è regolarmente invitato dai teatri e festival in Italia (Teatro alla Scala, Teatro Comunale di Bo-logna, Rossini Opera Festival, Teatro Carlo Feli-ce di Genova, ecc) e all’estero (Ginevra, Siviglia,

Amsterdam, Bruxelles, Londra, Parigi, Santander, Tel Aviv, ecc.)Tra i molti ruoli eccelle in: Normanno in Lucia di Lammermoor, Un messaggero in Aida, Flavio in Norma, Cajus in Falstaff, Mastro Tra-buco in La forza del Destino, Cassio in Otello, L’Incredibile in Andrea Chénier, Monostato in Die Zauberflöte, Guillot in Manon, Pang in Tu-randot, Parpignol in La bohème, Goro in Madama Butterfly, Spolet-ta inTosca, Danieli ne I vespri siciliani, Tinca e Gherardo ne Il trittico, Edmondo in Manon Lescaut, Remendado in Carmen, Araldo in Don Carlo, i quattro tenori in Les contes d’Hoffmann, Poisson in Adriana Lecouvreur, il gran Sacerdote in Idomeneo.I suoi impegni recenti includono: Madama Butterfly, Adriana Lecou-vreur a Parigi; Madama Butterfly, Il trittico a Londra; La fanciulla del West a Milano; Falstaff al MET di New York, Londra, Amsterdam, Il trit-tico a Londra, Madama Butterfly ad Orange, Tosca a Parigi,Madama Butterfly e Falstaff a Milano, Madama Butterfly a Londra e a Monaco, Carmen a Napoli, La forza del destino ad Amsterdam, Falstaff a Buda-pest e Londra, Madama Butterfly a Glyndebourne e a Londra, La fan-ciulla del West e Adriana Lecouvreur a New York, La forza del destino e Andrea Chénier a Londra, Manon e Turandot a New York, Tosca alla Scala di Milano; tra i prossimi impegni Turandot a Roma, Parigi e alla Scala, Tosca a Tokyo, Madama Butterfly a Londra e Monaco.

Saverio FioreNato a Bari, si diploma in canto con il massimo dei voti presso l’istituto Musicale “Giovanni Pai-siello” di Taranto. Debutta nel 1998 con Il fortu-nato inganno di Donizetti al Festival della Valle D’Itria (inciso per Dynamic) e prosegue inter-

pretando ruoli principali in diverse opere, tra cui: Tieste di Bussotti e Prova d’orchestra di Battistelli al Teatro dell’Opera di Roma; L’eli-sir d’amore a Grosseto; La bohème a Jesi e nei teatri lombardi; Don Pasquale al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto; Madama Butterfly all’Opera Giocosa di Savona e al Teatro Comunale di Modena; La traviata a Savona e a Reggio Calabria; Lucia di Lammermoor al Me-garon Mousikis di Salonicco; Don Carlo allo Sferisterio di Macerata; Rigoletto in tournée europea; Werther a Savona e a Rovigo. Ha inoltre partecipato alla produzione di Assassinio nella cattedrale di Pizzetti a Bari (spettacolo registrato in DVD). Più recentemente ha preso parte alle produzioni di Aida a Mosca (Fe-stival Rostropovich) e Falstaff a Chicago con la Chicago Symphony Orchestra (sotto la direzione di Riccardo Muti); Linda di Chamounix e Madama Butterfly, I masnadieri e Tosca a Roma; Le nozze di Figaro e Lucia di Lammermoor al San Carlo di Napoli; Turandot al Petruzzelli di Bari; Don Carlo al Teatro del Maggio a Firenze; Gianni Schicchi e Ma-dama Butterfly ad Amsterdam; Le nozze di Figaro al Regio di Torino; Attila al Regio di Parma; Tosca e Rigoletto a Roma; Tra i prossimi impegni ricordiamo: Les vêpres siciliennes a Roma; I puritani a Napoli; Falstaff a Bari; Madama Butterfly a Liegi.

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Gabriele SagonaInizia lo studio del canto con il padre Vincenzo e si perfeziona con il mezzosoprano Biancamaria Casoni. Nel 2009 vince e frequenta un master di avvio al debutto con La bohème (Colline) con l’Orchestra Rossini di Pesaro ed è inoltre l’unico

basso finalista al Concorso As.Li.Co. per il ruolo di Colline.Inizia subito una brillante carriera cantando: La clemenza di Tito a Trieste; Rigoletto (Monterone) in Oman con il Regio di Parma e, diret-to da Roberto Abbado, a Valencia; Maria di Rudenz, Torquato Tasso e Anna Bolena a Bergamo; Il barbiere di Siviglia a Trento, Bergamo, Firenze e Genova; Guglielmo Tell (Gessler) con il Regio di Torino in tournée negli USA; Le nozze di Figaro (Il Conte) a Torino e (Figaro) a Verona; Lucia di Lammermoor a Bergamo, Firenze, Cagliari, Tenerife; Andrea Chenier a Napoli, Torino e, diretto da Riccardo Chailly per l’apertura di stagione al Teatro alla Scala; La bohéme a Malta, Genova, Torino, Lugano, Roma ed alla Scala; Il turco in Italia e Don Giovanni (Leporello) a Catania; Carmen alla Scala ed a Napoli; Falstaff con la regia di Ronconi a Napoli e, diretto da Mehta, alla Scala e ad Astana; La fanciulla del West con la regia di Carsen e Madama Butterfly, diret-te da Chailly, alla Scala; La Cenerentola (Alidoro) a Limoges, Padova e, con la regia di Emma Dante, a Roma; Messa di Gloria di Rossini a Limoges; L’italiana in Algeri (Mustafà) a Sassari; Il trovatore diretto da Luisi a Firenze; I masnadieri (Moser) diretti da Abbado a Valencia; Aida (Re) a Caracalla; Luisa Miller (Wurm) diretto da Abbado al Festi-val Verdi; Macbeth a Cagliari.Tra i suoi impegni futuri: La Cenerentola (Alidoro) a Tokyo e Bologna;

Luisa Miller (Wurm) a Bologna e Cagliari; I puritani (Giorgio), Rigoletto e Carmen al San Carlo di Napoli; Aida (Re) a Caracalla; La bohème (Colline) con la Israel Philharmonic Orchestra.

Roberta MantegnaÈ nata a Palermo nel 1988; sin dall’età di 8 anni partecipa alle stagioni della Fondazione Teatro Massimo di Palermo nel Coro di voci bianche. Si diploma in pianoforte nel 2009 e in canto li-rico nel 2010 presso il Conservatorio “V. Bellini”

di Palermo. Ottiene poi il biennio di specializzazione di canto lirico presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari nel 2015, studiando tecni-ca vocale con Lucrezia Messa e repertorio con Domenico Colaianni. Contemporaneamente si è perfezionata con i soprani Dimitra Theo-dossiou e Renata Scotto presso L’Accademia Santa Cecilia di Roma.Tra il 2013 e il 2015 ha lavorato per la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, partecipando a circa 15 produzioni operistiche in qualità di artista del coro, oltre a esibirsi sotto la direzione di M. Angius come Women’s voice in Grand Pianola Music di John Adams e come Ancel-la dello Strascico in Elektra di Strauss diretta da J. Nott. Nel 2014 ha vinto il secondo premio al “XXVII Concorso Lirico inter-nazionale Iris Adami Corradetti” e recentemente ha vinto il secondo premio e il miglior premio voce femminile con un aria di Umberto Giordano al “XVII Concorso Internazionale Umberto Giordano”. Ha vinto nel 2016 il primo premio Vincenzo Bellini al Concorso Interna-zionale di Belcanto Vincenzo Bellini a Marsiglia.Nel luglio 2015 è stata cover del soprano Davinia Rodriguez nella Me-

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dea in Corinto di Mayr al Festival della Valle d’Itria sotto la direzione di Fabio Luisi.È diplomata della prima edizione di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.Ha debuttato con successo nel ruolo di Norma al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso e in Maria Stuarda nel ruolo del titolo al Teatro dell’Opera di Roma; tra gli impegni recenti: Carmen a Roma (Caracalla), Le nozze di Figaro a Dubai, I masnadieri a Roma e Monte-carlo, Il corsaro a Piacenza, Modena, Il pirata alla Scala di Milano, Le trouvère al Festival Verdi di Parma, La bohème al Teatro Massimo di Palermo, I masnadieri a Valencia, Aida a Venezia, Ecuba (Polissena) al Festival della Valle d’Itria, Don Carlo a Madrid, Les vêpres siciliennes; tra gli impegni futuri Luisa Miller a Roma, Roberto Devereux e Aida a Venezia, Il trovatore a Macerata, Venezia e a Lipsia.

Angela NisiDiplomata in canto al Conservatorio di Mono-poli, all’Accademia del Teatro Stabile di Torino e all’Accademia di Santa Cecilia a Roma con Renata Scotto, si è perfezionata con Manuela Custer e Cristina Melis. È laureata in Musicolo-

gia all’Università di Roma Tor Vergata. Vince giovanissima numerosi concorsi internazionali tra cui Ziino 2012. Nel 2010 debutta al festival di Bassano del Grappa in Carmen (Micaela), tornando poi con Lucia di Lammermoor e Don Giovanni (Donna Anna), e da quel momen-to è ospite di importanti teatri ed istituzioni musicali internazionali tra cui Teatro Regio di Torino, Bellini di Catania, Lirico di Cagliari (La

bella dormente e Liù in Turandot), San Carlo di Napoli, Aalto di Es-sen (Traviata e Bohème). Nel 2013 è scelta da Antonio Pappano per la Petite Messe Solennelle di Rossini all’Accademia di Santa Cecilia. Nel 2015 è la prima interprete assoluta di Kristina ne Le braci di Tu-tino al Festival della Valle d’Itria e al Maggio Musicale Fiorentino. È successivamente ospite del Teatro Verdi di Trieste (Die Schöpfung e Stabat Mater di Rossini), Petruzzelli di Bari, Verdi di Firenze, Opera di Roma, Opéra de Rennes, Opéra de Toulon (La traviata), As.Li.Co. (A Midsummer Night’s Dream di Britten), Festival Donizetti di Bergamo, Fondazione Toscanini di Parma. Recentemente ha debuttato in Simon Boccanegra, Pagliacci e La traviata al Carlo Felice di Genova. Ha colla-borato con importanti direttori tra cui Gelmetti, Pappano, Renzetti, Bi-santi, Lanzillotta, Ciampa, e registi tra cui Brockhaus, Livermore, Pizzi.

Jessica NuccioNasce a Palermo nel 1985. È vincitrice di nu-merosi premi e concorsi lirici internazionali tra i quali ricordiamo nel 2010 il Primo Premio as-soluto del Primo Concorso Internazionale di Canto “Simone Alaimo e le sue opere”, il Primo

Premio Assoluto al Concorso Internazionale di canto “Voci del Medi-terraneo” di Siracusa nonché nel 2011 il Primo Premio Assoluto e il Premio della critica nella prima edizione del Concorso Internazionale di canto “ Marcello Giordani”.Nel 2011 debutta al Teatro Gran Fenice di Venezia come Violetta ne La traviata, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. È stata inoltre interprete ne Le convenienze ed inconvenienze teatrali

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al Teatro Bellini di Catania e a Zurigo, Mimì ne La bohème a Lucca, Pisa, Ravenna, Fenice di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Grande di Pompei e come Musetta al Carlo Felice di Genova, L’enfant prodigue di Debussy al Teatro Lirico di Cagliari.Recentemente si è esibita come Adina ne L’elisir d’amore al Teatro Vittorio Emanuele di Messina e al Teatro Massimo di Palermo, al Tea-tro Comunale di Modena, Al Teatro Regio di Parma e al Teatro Regio di Torino, Violetta ne La traviata al Teatro La Fenice di Venezia, Teatro San Carlo di Napoli, alla Deutsche Oper e alla Staatsoper di Berlino, al Teatro del Maggio Fiorentino, allo Sferisterio di Macerata e al Natio-nal Theatre Maribor, al Palau de les Arts di Valencia, al Teatro Verdi di Trieste, al Lirico di Cagliari e al Teatro Filarmonico di Verona, Liù in Tu-randot al Palau De Les Arts Reina Sofia Valencia, Desdemona in Otello di Verdi allo Sferisterio di Macerata, Lisabetta ne La cena delle beffe di Umberto Giordano al Teatro alla Scala di Milano, Gilda in Rigoletto allo Sferisterio di Macerata, al San Carlo di Napoli, Seoul Arts Center, Teatro Regio di Parma, all’Arena di Verona, a Liegi Opéra, Royal Wal-lonie, Amina nella Sonnambula al Teatro Costanzi di Roma, Micaëla in Carmen al Teatro San Carlo di Napoli, Lucia di Lammermoor alla Royal Opera House Muscat, alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baveria, Medora nel Corsaro al Teatro Regio di ParmaTra i suoi prossimi impegni ricordiamo: La traviata all’Opera di Syd-ney, La bohème al Teatro Lirico di Cagliari.

Giuliana GianfaldoniNata a Taranto, inizia lo studio del canto gio-vanissima sotto la guida di Carmela Apollonio. In seguito studia presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e frequenta diverse master-classes, con artisti quali Nicola Martinucci, Car-

mela Apollonio, Donato di Stefano, Bruna Baglioni. Nel 2014 risulta tra i vincitori del LXV Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, indetto da As. Li. Co., e nel 2015 vince il Primo premio del Concorso Lirico Internazionale “O. Ziino” di Roma. Nel 2013 debutta presso l’Opera de Tenerife interpretando Despina in Così fan tutte, e vi fa ritorno nel 2014 per interpretare il ruolo di Zerlina in una nuova produzione di Don Giovanni. Nel 2014 debutta presso il Festival di Salisburgo come Konstanze in Die Entführung aus dem Serail e ad ottobre dello stesso anno interpreta Adina ne L’elisir d’amore al Teatro Municipale di Piacenza con la regia di Leo Nucci e la direzione di Stefano Ranzani (produzione ripresa in seguito al Teatro Alighieri di Ravenna). Successivamente canta nei Carmina Burana con la Filarmonica Toscanini di Parma.Ha inaugurato la stagione 2015-2016 interpretando Il barbiere di Si-viglia all’Opera di Firenze, seguito dai ruoli di Zerlina in Don Giovanni presso il Teatro Carlo Felice di Genova e di Clorinda nella Cenerento-la al Teatro Regio di Torino. Per la stagione 2016/17 canta come Mica-ela in Carmen al Teatro Aurora di Gozo e all’Opera di Tenerife, come Oscar in Un ballo in maschera al Teatro Verdi di Sassari, Susanna ne Le nozze di Figaro all’Opéra de Toulon, Lauretta in Gianni Schicchi presso l’Opéra de Montpellier, e nei Carmina Burana in concerto con

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l’Orchestra ORT della Toscana.Fra i successi delle ultime stagioni si segnalano le interpretazioni di Giustina nella Margherita di Foroni e Gilda in Rigoletto al Wexford Fe-stival Opera e al Teatro Petruzzelli di Bari, Marie ne La fille du régiment al Teatro Verdi di Trieste, Lisette ne La rondine al Teatro Carlo Felice di Genova, lo Stabat Mater di Rossini a Bologna, Corinna ne Il viaggio a Reims all’Opera di Tenerife e al Rossini Opera Festival, Idomeneo (Ilia) al Teatro Massimo di Palermo.

Marianna PizzolatoSi è diplomata con il massimo dei voti in canto al Conservatorio Bellini di Palermo. Ha parallela-mente seguito corsi di liederistica a Norimber-ga con Rosemarie Cabaud e Werner Dormano, specializzandosi con Claudia Carbi. Ha avuto

occasione di collaborare con Raul Gimenez e approfondire con lui molte delle sue interpretazioni rossiniane. Il suo debutto operistico risale alla stagione 2002/2003 nel Tancredi (ruolo titolo) a Piacenza sotto la direzione di Marco Zambelli.È ad oggi una delle interpreti di riferimento per il repertorio rossi-niano. Ha debuttato al Rossini Opera Festival nel 2003 ne Il viaggio a Reims (Marchesa Melibea); la sua presenza al festival pesarese pro-segue con Tancredi (ruolo del titolo), L’italiana in Algeri, Ermione (An-dromaca), Zelmira (Emma), Cenerentola e Il barbiere di Siviglia.Ha inoltre preso parte a numerose produzioni rossiniane presso i maggiori teatri e festival del mondo: Il viaggio a Reims a Firenze, Mo-sca (diretta da Sokhiev) e Bad Wildbad; Il barbiere di Siviglia a Bolo-

gna, Zurigo, Napoli, Liegi, Bari, Santiago del Cile; Tancredi al Teatro dell’Opera di Roma, a Tokyo, Santiago del Cile e Brema (diretta da Ottavio Dantone); L’italiana in Algeri a Bologna, Zurigo, Napoli, Pari-gi, Palermo, Toulouse e recentemente al Metropolitan Opera di New York, Parigi (Théâtre des Champs Elysées) e Madrid; La Cenerentola a La Coruña, Pamplona, Valladolid, Cardiff e Parigi; Zelmira a Lione; Semiramide a Bad Wildbad; Ermione a La Coruña (diretta da Alberto Zedda); La donna del lago (Malcom) a Santa Fe e a Liegi (direttore Mi-chele Mariotti, regista Damiano Michieletto). Attiva anche nel reper-torio belcantistico, ha cantato Lucrezia Borgia a Las Palmas, Santiago del Cile e Liegi, dove ha interpretato anche Maria Stuarda (Elisabetta). Si dedica regolarmente al repertorio barocco e settecentesco. Molto intensa ed apprezzata anche la sua attività sul versante concertistico.I prossimi appuntamenti prevedono: Stabat Mater di Rossini a Paler-mo; Elias a Mosca; Giovanna d’Arco e Stabat Mater a Bilbao; Giovan-na d’Arco al Rossini Opera Festival di Pesaro; Requiem di Mozart al San Carlo di Napoli.

Adriana Di PaolaNata a Palermo, si è diplomata col massimo dei voti al Conservatorio di Trapani e dopo le specializzazioni all’Accademia di Santa Cecilia e allo Young Singer Project del Festival di Sa-lisburgo, si è affermata in prestigiosi concorsi

internazionali collaborando tra le altre con l’Orchestra Sinfonica Sici-liana, l’Accademia di Santa Cecilia, il Regio di Parma e il Teatro Real di Madrid. Tra le sue esibizioni più importanti valgono la pena di essere

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ricordate: Ariadne auf Naxos con Vladimir Jurowski a Glyndebourne; Petite Messe Solennelle all’Accademia di Santa Cecilia con Pappano; Amelia al ballo a Spoleto; Il viaggio a Reims al Rossini Opera Festival; Le nozze di Figaro, Ariadne auf Naxos, Rigoletto e Silla di Handel a Valencia; L’incoronazione di Poppea alla Scala (Alessandrini/Wilson) e a Kiel; Dido and Aeneas a Firenze con Stefano Montanari; Kinder-totenlieder di Mahler a Roma; Aci, Galatea e Polifemo di Händel e Stabat Mater di Logroscino per il Trigonale Festival; Die Zauberflöte (Cohen/Vick) e Carmen al Macerata Opera Festival. Ha collaborato inoltre con Fabio Biondi, James Conlon, Sir Colin Davis, Sir John Eliot Gardiner, Kent Nagano. Tra i prossimi impegni: Die Zauberflöte a Na-poli; Gli ossequi della notte di Fux a Graz; The Rake’s Progress all’O-pera di Roma, diretta da Daniele Gatti.

Jurgita AdamonyteNata in Lituania, inizia giovanissima gli studi musicali nel suo paese natale, dove debutta come Zerlina in Don Giovanni, e li prosegue alla Royal Academy of Music di Londra con Ann Howells e alla Cardiff International Academy of

Voice con Dennis O’Neill.Vince diversi concorsi lirici internazionali tra cui: “Opera Rara Bel Canto Prize” (2006), “Ravello, città della Musica”, “Maria Caniglia” di Sulmona e “Renata Tebaldi” a San Marino, dove riceve anche il pre-mio per la sezione liederistica.Inizia una brillante carriera internazionale cantando: Così fan tutte (Dorabella) al Covent Garden di Londra, Palm Beach e Vilnius; Ido-

meneo (Idamante) diretto da Biondi al Concertgebouw di Amster-dam, Lisbona, al Barbican di Londra, a Klagenfurt ed al Colón di Buenos Aires; Le nozze di Figaro (Cherubino) con il Festival di Sa-lisburgo a Tokyo, Nagoya e Osaka, al Covent Garden, alla Suntory Hall, a Cardiff; Die Tote Stadt, La fidanzata dello Zar, Guerra e pace e Il giocatore diretto da Pappano al Covent Garden; Salome a Baden Ba-den e, diretta da Luisotti, al San Carlo di Napoli; L’affare Makropoulos al Festival di Salisburgo diretta da Salonen; Lo frate ’nnamorato con Biondi a Jesi, Evgenij Onegin (Olga) e Pikovja Dama (Polina) a Vilnius; Roméo et Juliette (Stephano) a Palm Beach ed a Beijing; Pelléas and Mélisande (Mélisande) con la regia di Pountney a Cardiff, Vilnius ed Hong Kong; Hansel e Gretel (Hansel) a Vilnius e Cardiff; La piccola volpe astuta di Janacek a Klagenfurt e Lille; Falstaff (Meg) al Festival Verdi di Parma; Semele (Ino) al Festival di Glyndebourne; Der Rosen-kavalier (Oktavian) a Dusseldorf.Tra i suoi prossimi impegni: Pikovaja Dama (Polina), Faust e Das Lied von der Erde a Vilnius; Missa Solemnis a Manchester; Roméo et Ju-liette (Stephano) all’NCPA di Beijing.

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Direttore musicale Omer Meir WellberDirettore onorario a vita Gabriele FerroMaestro del Coro Ciro ViscoCoordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone

ORCHESTRA

Violini primi Salvatore Greco*, Giacomo Mazzola, Patrizia Richichi, Marco Spadi, Giuseppe Dorato, Laura Minella, Fabio Ferrara, Daniele Malinverno, Rossana Rocca, Vincenzo Cecere, Francesco Palmisano, Daniele CappelloViolini secondi Jeroen van der Wel**, Cristina Pantaleone, Roberto Lo Coco, Alessandro Purpura, Maurizio Giordano, Nicoletta Conigliaro, Luca Gira, Lorenzo Marcuccio, Alessandro Zambito, Andrea CirritoViole Rosario D’Amato**, Matteo Giacosa, Francesco Biondo, Anna Schillaci, Rosalia Ballo, Andrea Bertucci, Placido Carini, Francesco ChinniciVioloncelli Kristi Curb**, Vincenzo Giuliani, Marcello Insinna, Massimo Frangipane, Emanuela Zanghi, Emanuele RidulfoContrabbassi Daniele Pisanelli**, Fausto Patassi, Cesare Raffaelli, Giuseppe Blanco, Penelope MitsikopoulosArpa Valentina Rindi**Pianoforte Pasquale Lo Cascio**Flauti (ottavino) Rosolino Bisconti**, Elisa Alibrandi, Cristina DeloguOboi (corno inglese) Stefania Giusti**, Francesca CiccateriClarinetti Edoardo Punzi**/Alessio Vicario**, Giovanni Giuliano Fagotti Aldo Terzo**, Sandra ContinCorni Gianpiero Riccio**, Antonino Cappello, Pietro Anzalone, Francesco ModicaTrombe Salvatore Piazza**, Davide Pezzino, Roberta FustainoTromboni Dalmar Nur Hussen**, Antonio Bontempo, Rodolfo Bonfilio, Gianluca GagliardiTimpani Fausto Alimeni**Percussioni Rosario Barretta, Silvia De Checchi

IN PALCOSCENICOCorni Andrea MastiniChitarra Nicolò RennaPercussioni Silvia De Checchi

* spalla** prime parti

Coordinatore musicale e organizzativo dell’Orchestra Domenico PirroneAddetta Orchestra Claudia Di Mattei

CORO

Maestro del Coro Ciro ViscoAltro Maestro del Coro Salvatore Punturo

Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Gabriella Barresi, Alfonsa Fantaci, Donatella Gugliuzza, Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Giovanna Orobello, Maria RandazzoSoprani secondi Domenica Alotta, Maria Fiordaliso, Rosana Lo Bosco, Mariella Maisano, Francesca Martorana, Daniela Pedi, Simona ScrimaMezzosoprani Annarita Alaimo, Rita Bua, Manuela Ciotto, Antonella De Luca, Carmen Ghegghi, Loredana Megna, Giuseppina Notararigo, Sonia TomasinoContralti Silvia Bacioccola, Anna Campanella, Maria Rosalia Gottuso, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Daniela Nicoletti, Cinzia SciortinoTenori primi Vincenzo Bonomo, Giovanni Di Pasquale, Nunzio Gallì, Antonio Li Vigni, Alfio Marletta, Francesco Polizzi, Fabrizio Pollicino, Salvo Randazzo, Emanuele UrsoTenori secondi Antonio Alotta, Giuseppe Di Adamo, Domenico Ghegghi, Vincenzo Leone, Antonio Lo Presti, Carlo Morgante, Marco PalmeriBaritoni Antonio Barbagallo, Gianfranco Barcia, Paolo Cutolo, Simone Di Trapani, Cosimo Diano, Riccardo Schirò, Giuseppe TagliarinoBassi Daniele Bonomolo, Giuseppe Caruso, Filippo Di Giorgio, Gianfranco Giordano, Antonio Gottuso, Vincenzo Raso, Tommaso Smeraldi

Addetto coro Nicola Pedone

MIMIUomini Pietro Arcidiacono, Rocco Buttiglieri, Luciano Falletta, Jean Maurice Feist, Roberto Galbo, Angelo Grasso, Antonio Mandalà, Alessandro Quartararo, Giovanni ZappiaDonne Nadia Randazzo, Angela Ribaudo

AREA ARTISTICA

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FONDAZIONE

SOVRINTENDENZAFrancesco Giambrone sovrintendenteAndreas Bonadio assistente del sovrintendenteErnesta Insalaco responsabile ufficio sovrintendenza e cerimonialeCarlo Graziano supporto tecnico e logistico al cerimoniale, agli organi della Fondazione e alla direzioneComunicazioneGery Palazzotto direttore Angela Fodale editoria e stampaBiblioteca e MuseoFlaminio Ferrante responsabileSilvana Danzé responsabile progetto sistemazione archivio storicoMario Di Peri addetto

DIREZIONE GENERALEElisabetta Tesi Direttore generale Francesco Caltagirone responsabile di staff della direzione operativaFrancesco Sasso supporto all’applicazione delle norme in materia di trasparenza, anticorruzione e privacy

Ufficio ContenziosoFrancesco Caltagirone

Ufficio Marketing, Progetti educativi e Servizio scuoleMarida Cassarà coordinatrice Maria Castiglione, Francesca Falconi, Margherita Safina addetteGiorgio Cusimano, Giovanni Conigliaro collaboratori

Servizi di salaAntonino Sampognaro direttore di salaClaudia Di Mattei addetta

BiglietteriaAntonio Renna coordinatoreCrocifissa Abbate, Sofia Maiorino addette

Ufficio AmministrazioneElisabetta Tesi direttore ad interimGiuseppe Tamburella coordinatore ufficio ragioneria Vincenza De Luca gestione contabilità artisti e piccola cassaGiorgia Paganelli responsabile dell’Ufficio contabilità fornitoriSilvia Giannetto, addetta alla contabilità fornitori e controllo DURCMaurizio Alessi responsabile C.E.D.Chiara Lo Curcio collaboratrice

Ufficio del Personale Caterina Converso direttore del personale e degli affari generaliMichele La Mattina responsabile ufficio presenze Alfio Scaglione responsabile ufficio paghe e contributi Alessandro Semplice responsabile ufficio contratti e protocollo Maria Pia Lenglet ufficio contratti e protocollo Francesco Cernigliaro collaboratore

Ufficio AcquistiElisabetta Tesi direttore ad interimAntonio Ciappa coordinatore Vincenzo Carollo, Silvana Danzè, Giovanni Montalbano, Vincenzo Monteleone addetti Giusi Granà collaboratrice

Ufficio Servizi tecnici, generali e vigilanzaCosimo De Santis coordinatore Francesco Canepa, Giacomo Romano segreteriaGiuseppe Salvato addetto servizi tecnici Antonino Costanzo servizio vigilanza e coordinatore del servizio impianti tecnologiciBartolomeo Martorana coordinatore impianti elettrici ed elettromeccaniciVincenzo Milazzo responsabile vigilanza e controlloGioele Chinnici servizio vigilanza e addetto al controllo degli ascensori e degli apparati di sollevamentoGiuseppe De Corcelli servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni di porte, finestre e porte REISalvatore La Barbera servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni edili ed idraulicheGiuseppe Martorana servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle pulizieLorenzo Megna servizio vigilanza e addetto al controllo degli evacuatori fumo e reti idranti del servizio antincendioFranco Salvatore Sidoti servizio vigilanza e addetto al controllo delle attrezzature ed estintori del servizio antincendioSalvatore Di Piazza addetto manutenzioneLorenzo Mazzola, Vincenzo Trapani portieri

DIREZIONE ARTISTICAAlessandro Di Gloria responsabile della programmazione opere, concerti e castingChiara Zarcone sviluppo e coordinamento della programmazione artistica collaterale Marcello Iozzia segretario artisticoDanilo Lombardini direttore musicale di palcoscenicoGiuseppe Cinà, Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo maestri collaboratori di sala e di palcoscenicoMaria Pia Di Mattei, Agnese Restivo segreteriaGiusi Bivona collaboratrice

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Deborah Boga, Filippo Barrale, Rosa Scuderi addetti archivio musicaleSimone Piraino sopratitoli e referente per l’organizzazione dell’archivio musicale

DIREZIONE DI PRODUZIONEPaola Lazzari direttore di produzioneVincenzo Vitale assistente della direzione di produzione Ludovico Rajata direttore di scenaAlberto Cavallotti regista collaboratore

DIREZIONE ALLESTIMENTI SCENICIRenzo Milan direttore dell’allestimento scenicoGiuseppe Cangemi coordinatore allestimento scenicoPatrizia Sansica, Vitalba D’Agostino segreteriaRosalba Di Maggio tecnico specializzato per la gestione dei progettiMaurizio Costanza caporeparto della movimentazione scene, costumi e attrezzeriaMichelangelo Li Gammari addetto movimentazione scene, costumi e attrezzeria

Reparto Sartoria Marja Hoffmann direttore della sartoria Giovanni Leonardi assistente ai costumiMarisa Spanò collaboratrice ai costumiAntonina Tantillo caposquadra Anna Maria Chiarelli, Anna Maria D’Agostino, Anna Maria Di Carlo, Vincenza Scalisi, Felicia Uccello sarteMaria Ruffino segreteria

Reparto Trucco e ParruccheriaMonica Amato, Ileana Zarbo vice caporepartoMaria Cusimano caposquadra parruccheriaMaria Di Fiore, Rosalia Dragotto, Maria Lucchese, Francesca Maniscalco, Teresa Romano trucco e parrucchieria

Reparto Macchinisti di palcoscenicoSebastiano Demma caporeparto Carlo Gulotta, Alfonso La Rosa vice caporepartoVincenzo Vella vice caporeparto macchinisti di soffittaVincenzo Brasile caposquadra macchinisti di palcoscenicoGiuseppe Buscemi, Massimiliano Cannova caposquadra macchinisti di soffittaVincenzo Fricano, Giuseppe Messina, Vincenzo Pisano, Bartolomeo Tusa macchinistiMarco Medulla °, Riccardo Onofrio Cuccia°, Alessandro De Santis°, Alessandro La Spadola°, Massimiliano Pipi°, Calogero Magliocco°, GiacomoSciuto°, DomenicoPrevite°, Francesco Paolo Di Mariano°, Claudio La Fata°, Stefano Sardina°, Giuseppe Firicano°, Maria Laura Sciortino° aiuto macchinisti

Reparto Elettricisti e AudiovisiviSalvatore Spataro caporeparto

ElettricistiPietro La Monica, Francesco Randazzo vice caporeparto Michele Bisconti, Giuseppe Morreale, Rosario Principe cabinistiVincenzo Rizzo, Leonardo Librizzi, Vincenzo Traina, Antonio Giunta, Biagio Ignoffo, Danilo Iraci caposquadra elettricistiGiovanni Bruno elettricistaSalvatore Cangemi°, Orazio Li Vigni°, Giovanni Raia°, Davide Riili°, Giovanni Romano°, Yuri Rizzo°, Pietro Carelli° aiuto elettricisti

AudiovisiviSanto Benigno vice caporepartoGiuseppe Uccello caposquadra Samuele Mollisi°, Matteo Scannaliato°, Dario Castiglione°, Danilo Profita° aiuto audiovisivi

Reparto Attrezzisti di palcoscenicoGiuseppe Pizzurro caporeparto Alfredo Arnò vice caporepartoGino Amato attrezzistaMarinella Muratore°, Giovanni Vallone°, Ginevra Tessitore°, Domenica Presbitero°, Nikita Schifaudo° aiuto attrezzisti

Reparto ScenografiaChristian Lanni caporeparto Raffaele Ajovalasit vice caporepartoMaria Abbate, Cinzia Carollo, Alessandra La Barbera, Maria Passavia scenografeVincenzo Gorgone cucitore di scenografia

Reparto Macchinisti costruttori Giuseppe Ventura caporeparto Salvatore Vescovo vice caporeparto Davide Curcio caposquadra

Reparto Attrezzisti costruttoriStefano Canzoneri vice caporepartoCarmelo Chiappara, Giorgio Chiappara caposquadra

° a tempo determinato

Tirocinanti extracurriculari (in convenzione con l’Università degli studi di Palermo) Alessia Girgenti, Natalia Indykina, Graziana La Placa, Francesco Lo Presti, Federica Mantero, Fabio Pulvirenti, Maria Grazia Taormina, Francesco Tronci

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NOTE SUI COLLABORATORIGianfranco Capitta, giornalista, si occupa di spettacoli e cultura sul quo-tidiano “Il manifesto” e su altre testate. Ha collaborato per molti anni con Radio3 RAI. È autore di diversi saggi, tra i quali due dedicati ad Harold Pinter. Con Toni Servillo ha pubblicato Interpretazione e creatività e con Luca Ronconi Teatro della conoscenza. L’intervista a Luca Ronconi è pubblicata per gentile concessione della Fon-dazione Petruzzelli e Teatri di Bari.

Le fotografie alle pagine 8, 10-11, 12, 15, 16, 20, 24, 28, 32-33, 34, 41, 44, 47, 48, 50-51, 52, 107, 108-109, 114, 118, 123, 156-157, 164, 166-167 sono di Rosellina Garbo.Le fotografie alle pagine 110, 111, 112, 113 provengono dagli archivi del Teatro Massimo.La fotografia a pagina 124 è di Luigi Laselva.

Per la pubblicitàUfficio Marketing del Teatro Massimo, piazza G. Verdi, Palermo Tel. 0916053213 - [email protected]

Programma di sala a cura di Angela Fodale [email protected] e impaginazione: Luca Orlando.Stampa: Seristampa (Palermo).

La Fondazione Teatro Massimo è disponibile a regolare eventuali pendenze con gli aventi diritto che non sia stato possibile contattare.

ISBN: 978-88-98389-93-3

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Biglietteria / da martedì a domenica dalle 9.30 alle 18.00Call center 091 84.86.000 / lun - ven 9.00 - 18.00 / sab 9.00 -13.00

Per informazioni e prenotazioni: tel. 329 7260846 - 349 3612353 | biglietteria 091.605.35.80

In Sala degli Stemmi, in uno spazio allestito per le attività ludiche, i bambini potranno vivere l’opera in una dimen-sione di gioco, in uno spazio tranquillo e protetto. Per bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anniAl termine del laboratorio i bambini saranno accompagnati in Sala grande per vivere così la magia del Teatro.

DOMENICA 23 FEBBRAIO ORE 17.30 FALSTAFF ovvero “È sogno? o è realtà”DOMENICA 15 MARZO ORE 17.30 NABUCCO ovvero “L’ultima profezia”DOMENICA 5 APRILE ORE 17.30 COPPELIA ovvero “il mistero del dottor Coppelius”DOMENICA 7 GIUGNO ORE 17.30 IL PIRATA ovvero “Gualtiero e Imogene”DOMENICA 20 SETTEMBRE ORE 18.30 LE NOZZE DI FIGARO ovvero “Se vuol ballar, signor contino”DOMENICA 18 OTTOBRE ORE 17.30 MANON LESCAUT ovvero “Tu, amore? Tu?!”DOMENICA 20 DICEMBRE ORE 17.30 LAGO DEI CIGNI ovvero “Odette e il mago”

Costo di 1 laboratorio: 20 € compresa la merendaAbbonamento a 7 laboratori: 115€

teratromassimo.it

S TA G I O N E

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O P E R E GENNAIO 26 | 28 | 30 | 31 · FEBBRAIO 2

PARSIFAL | Richard Wagner

Direttore Omer Meir Wellber | Regia Graham Vick

FEBBRAIO 21 | 22 | 23 | 25 | 26 | 27

FALSTAFF | Giuseppe Verdi

Direttore Daniel Oren | Regia Luca Ronconi ripresa da Marina Bianchi

MARZO 13 | 14 | 15 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21

NABUCCO | Giuseppe Verdi

Direttore Andrea Battistoni | Regia Andrea Cigni

APRILE 29 | 30 · MAGGIO 3 | 5 | 6 | 7

ROBERTO DEVEREUX | Gaetano Donizetti

Direttore Roberto Abbado | Regia Alessandro Talevi

GIUGNO 3 | 6 | 7 | 8 | 9

IL PIRATA | Vincenzo Bellini

Direttore Francesco Ivan CiampaRegia, scene e costumi Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo

Maestro del Coro Ciro Visco | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

15 / 30 SETTEMBRE

TRILOGIA MOZART - DA PONTE | Wolfgang Amadeus Mozart

Direttore Omer Meir Wellber | Regia Jean Philippe Clarac e Olivier Deloeuil

SETTEMBRE 15 | 20 | 26 LE NOZZE DI FIGARO

SETTEMBRE 16 | 19 | 23 | 29 COSÌ FAN TUTTE

SETTEMBRE 18 | 22 | 30 DON GIOVANNI

OTTOBRE 15 | 17 | 18 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24

MANON LESCAUT | Giacomo Puccini

Direttore Jader Bignamini | Regia Pier Francesco Maestrini

NOVEMBRE 24 | 26 | 28 | 29 · DICEMBRE 1 | 2

ELEKTRA | Richard Strauss

Direttore Gabriele Ferro | Regia Ruth Berghaus

B A L L E T T I MARZO 31 · APRILE 1 | 2 | 3 | 4 | 5

COPPELIACoreografia Roland Petit | Direttore Mikhail Agrest

GIUGNO 18 | 19 | 20 | 21 | 23 | 24

LES LIAISONS DANGEREUSES(Le relazioni pericolose)Coreografia Davide Bombana | Direttore Ignazio Maria Schifani

DICEMBRE 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 22 | 23

IL LAGO DEI CIGNICoreografia Lienz Chang | Direttore Aleksej Baklan

S TA G I O N E

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C O N C E R T ILa stagione di concerti 2020 avrà come artista in residenza la violinista Midori

4 GENNAIO NONA SINFONIACiclo Beethoven Direttore Omer Meir Wellber Emily Dorn | Chiara Amarù | Maximilian Schmitt | John Relyea

7 FEBBRAIO BEETHOVEN SECONDA E QUINTA SINFONIACiclo Beethoven Direttore Daniel Cohen

17 FEBBRAIO RAMEAU / HÄNDEL / VIVALDI Direttore Rinaldo Alessandrini Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori | Coro del Conservatorio A. Scarlatti

11 APRILE STABAT MATER | Gioachino Rossini

Direttore Nicola Luisotti MariaAgresta|RenéBarbera|MariannaPizzolato|KrzysztofBączyk

20 APRILE SICILY ALL STARS 2.0 Orchestra Jazz Siciliana - In collaborazione con The Brass Group

14 MAGGIO MILCH-SHERIFF / PROKOFIEV / BEETHOVEN Ciclo Beethoven Direttore Omer Meir Wellber | Violino Midori

19 MAGGIO BEETHOVEN PRIMA E OTTAVA SINFONIA Ciclo Beethoven Direttore Gabriele Ferro

Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo e Massimo Kids OrchestraMaestro del Coro Ciro Visco | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

23 MAGGIO BEETHOVEN ELEGISCHER GESANG Ciclo Beethoven MEERESTILLE UND GLUCKLICHE FAHRT / SESTA SINFONIA Direttore Daniele Gatti

25 SETTEMBRE BEETHOVEN CONCERTO PER VIOLINO /Ciclo Beethoven SETTIMA SINFONIA Direttore Omer Meir Wellber | Violino Midori

2 NOVEMBRE SECONDO, QUARTO E TERZO CONCERTOCiclo Beethoven PER PIANOFORTE E ORCHESTRA4 NOVEMBRE PRIMO E QUINTO CONCERTOCiclo Beethoven PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Direttore e pianoforte Paul Lewis

8 NOVEMBRE SIBELIUS OP. 47 / BEETHOVEN TERZA SINFONIACiclo Beethoven Direttore Alpesh Chauhan | Violino Pavel Berman

R E C I T A L

11 OTTOBRE LAWRENCE BROWNLEE E LEVY SEKGAPANE Pianoforte Giulio Zappa Musiche di G. Rossini e G. Donizetti

15 NOVEMBRE ANNA CATERINA ANTONACCI Pianoforte Donald Sulzen musiche di F. P. Tosti, O. Respighi, R. Hahn, F. Poulenc

S TA G I O N E

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venerdì 25 gennaio Parsifalvenerdì 21 febbraio Falstaffvenerdì13 marzo Nabuccomercoledì 29 aprile Roberto Devereuxmercoledì 3 giugno Il piratamartedì 15 settembre Le nozze di Figaromercoledì 16 settembre Così fan tuttevenerdì 18 settembre Don Giovannigiovedì 15 ottobre Manon Lescautmartedì 24 novembre Elektra

Biglietto:3 euro (intero)1 euro (ridotto abbonati Stagione 2020) Fino ad esaurimento posti disponibili.

BEATRICE MONROYSALA ONU ORE 18.00

Beatrice Monroy racconta le opere, con letture dal libretto e dalle fonti letterarie. Con lei gli attori Rinaldo Clementi, Nunzia Lo Presti, Stefania Blandeburgo, Sabrina Petix, Giuseppe Cutino.

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