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Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba Anno XXVI n°5 - Settembre - Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino n. 3862 del 10/12/87 el Moncada el Moncada IL PROGETTO DELLA NUOVA COSTITUZIONE A CUBA DECIDE IL POPOLO

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Page 1: el Moncada - italiacuba.it · el Moncada IL P R O G E TTO D E L L A N U O V A C O S TITU Z IO N E ... Rosa Miriam Elizalde, Carmen Esquivel Sarría, Arthur González, Cosset Lazo

Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Anno XXVI n°5 - Settembre - Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino n. 3862 del 10/12/87

el Moncadael Moncada

IILL PPRROOGGEETTTTOO DDEELLLLAA NNUUOOVVAA CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNEE

AA CCUUBBAA DDEECCIIDDEE IILL PPOOPPOOLLOO

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Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cubavia P. Borsieri, 4 - 20159 Milano - tel. 02680862

[email protected] - www.italia-cuba.it

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n°82

El MoncadaPeriodico dell’Associazione

Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Anno XXVI n° 5 - Settembre 2018

Redazione e amministrazione:Via P. Borsieri, 4 - 20159 Milano

[email protected]

Direttore responsabile:Gianfranco Ginestri

Direttore redazionale: Raúl Della Cecca

Progetto grafico e impaginazione:Camilla Sarzi

In redazione:Federico Anfusio Mauro Casagrandi

(corrispondente da La Habana)Maria Angelica Casula

Raúl Della Cecca Rocco Sproviero (i Circoli)

Lucia Taddeo

Hanno collaborato a questo numero:

Randy Alonso Falcón, Katu Arkonada,Beatrice Bardelli, Atilio A. Borón, Yeilén Delgado Calvo, Irma Dioli,

Rosa Miriam Elizalde, Carmen Esquivel Sarría, Arthur González,

Cosset Lazo Pérez, Iroel Sánchez

Editore:EPICS EDIZIONI -

Corso Luigi Einaudi 55/A - 10129 Torino

Stampa:Bine Editore Group srl Milano

Sped. in AP D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46

art. 1 comma 2 - DCB Milano - Reg. Trib. Torino

n. 3862 del 10/12/87

el Moncada è inviatogratuitamente a tutti gli associati

Tiratura di questo numero:5.000 copie

Chiuso in redazione: 4/10/2018

Editoriale 3

Celebrazione del 92° anniversario della nascita di Fidel 4

Progetto della Nuova Costituzione a Cuba: tutto il popolo conta 5

Come si realizzeranno le proposte derivate dalla consultazione popolare? 6

Il popolo come Costituente 8

Forum di San Paolo: contro l'ingerenza e i “golpe morbidi” 9

Fidel nell'anima del Forum di San Paolo 10

Forum di San Paolo: reinventarsi per superare i limiti del momento attuale 11

Continuiamo a chiedere giustizia per Fabio Di Celmo 12

La nostra Associazione alla settimana della cultura cubana del Milano Latin Festival 14

Cuba e Italia: donne e diritti 16

Colonialismo 2.0 in America Latina e nel Caribe. Che fare? 18

El rincón de Latinoamérica

López Obrador: oh! che sarà, che sarà? 20

Vittoria elettorale di Allende, offensiva terrorista e ruolo della Casa Bianca.

Lezioni per il presente 22

Indizi ed elementi: l’oligarchia colombiana dietro il piano di assassinio 23

Per Cuba non è cambiato nulla 24

L'era della post-verità 26

Cronaca dai Circoli 30

Riferimenti dei nostri Circoli 31

Sommario

el Moncadahttp://www.italia-cuba.it/el_moncada/el_moncada.htm

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cubacodice fiscale: 96233920584

NO AL BLOCCO!

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Il numero autunnale de “el Moncada” dedica lacopertina e le sue prime pagine all’evento principaledel processo di aggiornamento della vita sociale cuba-na: il rinnovo della Costituzione.La Rivoluzione prosegue proprio con il mandato diFidel che indica la continuità e la partecipazionepopolare alle scelte d’adeguamento ai tempi nuovi.Nel 2019, il processo di rinnovamento costituzionaleappena iniziato e già in mano al Popolo cubano, saràcompletato, attualizzando i principi dello Stato a valu-tazioni e sensibilità odierne. Citiamo a titolo d’esem-pio la differente impostazione del vincolo matrimonia-le, che vedrà classificata come “persona” chi si sposa,superando normative che rappresentavano barriereculturali ormai superate dalla società cubana.La rivista prosegue poi raccontando del XXIV Forumdi San Paolo, che ha avuto per la terza volta nella suastoria la sessione a Cuba. Una “cumbre”, un meetinginternazionale, molto sentito che dal 1990 fa incontra-re le idee che ruotano attorno alla visione di unmondo dove le disuguaglianze devono diminuire favo-rendo le opportunità per tutti. Un progresso bloccatoancora dalla prepotenza di chi pretende il controllototale delle risorse a favore di pochi eletti, che fra glialtri danni all’umanità stanno ipotecando addirittura ilfuturo del pianeta. Più che mai è stato corretto identi-ficare Fidel come l’anima del Forum, date le innume-revoli visioni che lo avevano portato ad anticipare itemi che ora si rivelano d’attualità.Dopo l’elezione della nuova presidente dellanostra Associazione, Irma Dioli,abbiamo scritto nelnumero scorsodegli incontri da leiavuti a livello istitu-zionale e non, perattualizzare o raffor-zare i legami e i con-tatti con partiti, asso-ciazioni e sindacati inItalia. In questo nume-ro diamo una panora-mica della “missione”appena compiuta daIrma Dioli a Cuba, con ilvicepresidente MarcoPapacci, per rafforzare ilegami con le varie decli-nazioni della Rivoluzionecubana. Incontri pressol’ICAP o la direzione delPCC, tra i molti altri, hannovisto rinnovare i sentimentidi fiducia e stima per lanostra Associazione, riconosciuta come forza storicadella Solidarietà internazionale verso Cuba.Essendo questo 5° Moncada del 2018 il numero disettembre, non possiamo non ricordare che il 4 delmese cade il 21° anniversario dell’assassinio di FabioDi Celmo, ancora senza un governo in Italia che nechieda giustizia, almeno storica, visto che il mandantePosada Carrilles, protetto per anni negli USA è oramorto. Non ci limitiamo però a ricordare, sempre inrelazione a un settembre, l’11 del 1973, il 45° anniver-sario del golpe fascista contro il tentativo di Rivoluzio-ne democratica cilena di Salvador Allende, e riportia-mo nella rubrica “El rincón de Latinoamérica” il pen-

siero di Atilio Borón che rinnova quella storia peravvertirci sui possibili inciampi dei processi progressi-sti attuali. Diamo anche uno sguardo alla nuova cari-ca presidenziale messicana che, pressata dall’ingom-brante vicino del Nord, vedremo quanto progressismopotrà esprimere.Con questo numero diamo fondo al tema del “terro-rismo mediatico” contro Cuba e i paesi latinoamerica-ni progressisti, proponendo una disamina di livellostorico e una valutazione sull’attualità, che porta allafatidica domanda sul “Che fare?” proposta da RosaMiriam Elizalde, preciso riferimento di questa Reda-zione per il metodo di comunicazione.Non esauriremo certo qui l’argomento che abbiamotrattato a piene pagine per oltre un anno, dato chequesto fronte d’attacco dell’Imperialismo delle Multi-nazionali rimane il più importante per manovrare ilconsenso e il dissenso, con l’intento ulteriore di rende-re difficile la Solidarietà internazionale. La strategiaperò si è ora evoluta in un altro scenario, che per man-canza di spazio adeguato possiamo solo accennare. ACuba, proprio al Forum di San Paolo, è iniziato il con-fronto per organizzare una risposta unitaria da dare aquesto nuovo campo di battaglia aperto dall’Impero.Si tratta del “lawfare” o “guerra legale”. Ci ripromet-tiamo di parlarne presto, visto che, congiuntamente alterrorismo mediatico, ha ormai messo in difficoltà

molti Stati e tanti leaders lati-noamericani. Nel 2016Dilma Rousseff, è stata eli-minata con un processopolitico in Brasile e oraLula da Silva rimaneimprigionato prima delleelezioni che lo avrebberovisto probabile vincitore.Citiamo ancora CristinaFernández de Kirchnerche in Argentina avevasubito massicci oltraggimediatici pre-elettorali,tanto da essere sconfit-ta -di poco- dalladestra di Macrí, coningiuriose accuse dicorruzione ora sfo-ciate in tre differentiprocedimenti giudi-ziari, dove non èestraneo il coinvol-

gimento di ambasciate estere.In Colombia Jesús Santrich, deputato prove-

niente dalle FARC e responsabile dell’attuazione del-l’accordo di Pace, è stato arrestato per accuse relativea traffico di droga con gli Stati Uniti….i quali, guardacaso, avrebbero fornito le prove. Recentemente, il 3luglio scorso, è stato emesso in Ecuador il mandatod’arresto contro l’ex presidente Rafael Correa. Insom-ma una nuova modalità di guerra che, vista la crescen-te importanza, stiamo studiando di proporre in modoapprofondito dal prossimo numero, l’ultimo del 2018.Raúl Della Cecca

L’illustrazione della copertina è tratta dal quotidianoGranma di Cuba ed è opera dell’artista cubano“Osval”, Osvaldo Gutierrez Gómez

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editoriale

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Siamo molto onorati di commemorareinsieme a voi, alla presenza delle Autori-tà diplomatiche Consolari e dell’Amba-sciata di Cuba, ai rappresentati deicubani residenti e agli amici di Cuba, il65° Anniversario dell’Assalto del Mon-cada che ha portato al Trionfo dellaRivoluzione. Quel 26 luglio 1953 che hacambiato per sempre il destino di Cubae dell’America Latina.Oggi rendiamo anche omaggio a FidelCastro Ruz , un gigante della storia, nel92° anniversario della sua nascita.Vogliamo celebrare la figura leggendariadel Comandante en Jefe e riaffermare lasua eredità storica, convinti che Fidelrimane un punto di riferimento costan-te e vincente, un esempio di lotta controil colonialismo e l’imperialismo e per ilriscatto dei popoli oppressi e sfruttati.Grande sostenitore della pace e dellalotta per la salvaguardia dell’ambiente edelle risorse naturali del pianeta, Fidel èstato e continua ad essere un vero e pro-prio mito per molte generazioni.Un’intera vita, la sua, dedicata al popo-lo cubano, che continua oggi il suo pro-cesso rivoluzionario verso un socialismoprospero e sostenibile con Raúl Castro econ il Presidente Miguel Díaz-Canel.Una vita esemplare al servizio dellapatria e dell’umanità che ha difeso dallabarbarie.Fidel Castro rivoluzionario vittoriosoche ha guidato la lotta per la liberazionedi Cuba dalla dittatura di Batista e l’hatrasformata in una rivoluzione sociali-sta,Fidel protagonista della difesa dellarivoluzione cubana e della resistenzaeroica del suo popolo dagli attacchidegli Stati Uniti: militari, mediatici edeconomici attraverso il criminale Bloc-co.Fidel, padre della Rivoluzione cubana,ha indicato il percorso per la costruzio-ne del socialismo, dell’eguaglianza, dellagiustizia, della dignità e della libertà delpopolo cubano.Ma la figura di Fidel Castro non appar-tiene solo al popolo cubano, appartienealla storia dell’umanità, perché la suaopera è esempio in tutte le nazioni delmondo. Il suo pensiero “Rivoluzionesignifica lottare per i nostri ideali di giu-stizia a Cuba e nel mondo, per il nostropatriottismo, il nostro socialismo e ilnostro internazionalismo” rappresenta

gli ideali di giustizia non solo di Cuba,ma dell’intera America Latina nel suocammino contro le disuguaglianzesociali ed economiche del continente, icui governi progressisti e socialisti comeil Venezuela sono oggi sottoposti a una

pesante offensiva imperialista e delladestra reazionaria e oligarchica.Lo svolgimento a La Habana a luglioscorso del XXIV Incontro del Forum diSan Paolo è stato un omaggio a Cuba ea Fidel Castro, proprio dallo stessovoluto, insieme a Lula, per ribadire l’im-portanza dell’unità e integrazione del-l’America Latina e dei Caraibi, per rea-lizzare l’idea di “Nuestra América” diJosé Martí, per il rispetto della sovranitàe dell’identità di ogni Stato.A Fidel e al suo pensiero e alla sua azio-ne è stata dedicata una parte importan-te della giornata conclusiva. Lo ha ricor-dato Eusebio Leal, sottolineando l’at-tualità delle idee del Comandante eter-no:“Se ci possiamo riunire oggi a medi-tare su questi temi nello spazio delForum di Sao Paolo è perché la Rivolu-zione guidata da Fidel vive sempre…Qui non si tratta di sopravvivere, si trat-ta di trionfare”.Fidel è un leader rappresentativo pertutta la sinistra e non solo, paradigma,esempio di etica, cultura, determinazio-ne e fermezza di principi. Statista, poli-tico, intellettuale e grande comunicato-

re. Come non ricordare il suo talento, ilsuo genio e la sua originalità, la sua sag-gezza politica, la sua lungimiranza.Il pensiero etico di Fidel è diventatoazione nei momenti più difficili, daitempi dell’Assalto al Moncada, e inseguito al crollo dell’Unione Sovietica,durante il Período Especial, fino a quan-do si è trasformato in una forza essen-ziale della Rivoluzione.Il Comandante in Capo Fidel ha resorealtà il sogno di Martí: una società pertutti e per il bene di tutti, con la stessaconvinzione dell’Apostolo: “le trincee diidee valgono più che le trincee di pie-tra”.Il suo progetto rivoluzionario basatosulla stessa dimensione etica, politica,ideologica, internazionalista e antimpe-rialista di José Martí ha trovato il suocompletamento nei principi dell’ideolo-gia marxista e leninista.Fidel, a capo della Rivoluzione, ha raf-forzato quel profondo sentimento diindipendenza e sovranità che caratteriz-za la “cubanía” e segna la gloriosa storiadel Paese.Due anni fa , durante le commosse cele-brazioni per la scomparsa fisica di Fidel,vi è stata una presa di posizione straor-dinaria da parte dei giovani con il grido“Yo soy Fidel”. La frase, nata propriodalla generazione che meno ha cono-sciuto il leader della Rivoluzione Cuba-na, si è trasformata in un nuovo grido dilotta in appoggio alla Rivoluzione, qualenuova espressione di orgoglio, indipen-denza e dignità.Con questo spirito celebriamo oggi il92° anniversario della sua nascita e loringraziamo ora e sempre per la suastraordinaria opera e per l’attualità delsuo pensiero politico ed economico, checontinueremo a trasmettere come Asso-ciazione di Amicizia Italia-Cuba.Fidel, eroe e gigante, è e sarà semprecon noi! Le sue idee crescono e cresce-ranno nel tempo con le nuove genera-zioni! Come Associazione di AmiciziaItalia-Cuba esprimiamo la nostraimmensa gratitudine all’eterno Coman-dante Fidel Castro e ribadiamo il nostroimpegno a continuare la sua lotta per ladignità dei popoli, la giustizia e la liber-tà e per un mondo migliore, più giustoed equo.

Viva Fidel! Viva la Rivoluzione Cubana!

CELEBRAZIONE DEL 92° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI FIDEL CASTRO E DEL

65° ANNIVERSARIO DELL’ASSALTO DEL MONCADAConsolato Generale di Cuba in Milano, 10 agosto 2018

Intervento di Irma DioliPresidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

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Dopo l’approvazione, durante la primasessione ordinaria della IX Legislaturadell’Assemblea Nazionale del PoderPopular, il progetto della nuova Costitu-zione della Repubblica di Cuba saràsottoposto a consultazione popolare perraccogliere le opinioni dei cittadini. Inquesto modo, i cubani avranno l’oppor-tunità di esprimersi a favore o contro ilcontenuto degli articoli e offrire il pro-prio punto di vista su questioni specifi-che affinché, come ha dichiarato il pre-sidente cubano Miguel Díaz-Canel, iltesto rifletta il presente e il futuro dellaPatria. Il Parlamento cubano, il 22luglio, ha disposto che la consultazionepopolare si svolgerà dal 13 agosto al 15novembre. Dopo questo processo ildocumento tornerà in parlamento perl’analisi finale. Al ritorno in Assemblea,il progetto - arricchito con i contributidei cittadini - potrà essere approvato omeno, e da ciò dipenderà la realizzazio-ne del referendum. Riuniti presso ilPalazzo delle Convenzioni di La Haba-na, dal 18 al 22 luglio, i deputati cubanihanno concordato sulla necessità didotare l’isola di una Costituzionemoderna e al passo con i tempi, con-traddistinti dall’attualizzazione delmodello socioeconomico. Basato sul-l’equità, la giustizia sociale e contro ognitipo di discriminazione, il nuovo testoconferma come pilastro inamovibile l’ir-revocabilità del sistema socialista. Inquesto senso, il parlamentare MiguelBarnet ha ritenuto che si tratti di undocumento d’avanguardia, in cui risal-tano i diritti umani, i doveri dei cittadi-ni e le garanzie giuridiche. Il progetto diCostituzione è moderno, segnato daltempo in cui viviamo, ha affermato ilpresidente dell’Unione degli Scrittori edegli Artisti di Cuba e autore di famosilibri come “Autobiografia di uno schia-vo”. Inoltre, ha invitato a sostenere ilprogetto di riforma e dare impulso alpaese verso un futuro di umanesimo eprosperità. L’obiettivo di sottoporre ildocumento al popolo è in sintonia conle trasformazioni per perfezionare ilsocialismo cubano, ha dichiarato inun’intervista a Prensa Latina il deputa-to José Angel Portal, recente-mente nominato ministro dellaSalute Pubblica. Secondo il neo-ministro, il progetto è all’altezzadel momento storico della Rivo-luzione e la cosa importante,ora, è la consultazione popolare.Anche la segretaria generaledella Federazione delle Donne

Cubane,Teresa Amarelle, e il presiden-te della Federazione Studentesca Uni-versitaria, Raúl Alejandro Palmero,hanno dichiarato a Prensa Latina che ilpaese ha bisogno di una costituzioneadeguata ai progressi compiuti nell’at-tualizzazione del modello socioecono-mico.Cambiamenti nell’istituzione delmatrimonioIndubbiamente, uno degli argomentipiù dibattuti tra i parlamentari è statoquello dei cambiamenti, proposti neltesto, all’istituzione del matrimonio.La Costituzione del 1976 definisce ilmatrimonio come l’unione volontariatra un uomo e una donna; il nuovotesto, abbandonando quella concezio-ne, propone il matrimonio tra due per-sone, ha spiegato il segretario del Con-siglio di Stato, Homero Acosta, durantela presentazione dell’articolo. SecondoAcosta, la legge - in futuro - stabiliràcome verrà sviluppato il concetto, per-ché quando parla di due persone nonspecifica il sesso. Ciò non vuol dire chesi tratta del matrimonio egualitario, solosi rompe una barriera in modo che, infuturo, si potrebbe incorporare come unatto di giustizia, uguaglianza e umanesi-mo, ha aggiunto il deputato. Non siamoi primi, né saremmo l’avanguardia inquesto tema, perché ci sono circa 24paesi che hanno adottato questo con-cetto, e non potevamo voltare le spalle atale questione nella preparazione di unnuovo progetto costituzionale, ha affer-mato.Acosta ha spiegato che, dopo l’en-trata in vigore della Costituzione, gliincaricati a definire i cambiamenti nel-l’istituzione del matrimonio avranno unanno per introdurre gli adeguamentinecessari. Non si tratta solo del diritto difamiglia, ma anche del codice civile, lalegge di stato civile e sulle eredità, haaggiunto il legislatore. Per la deputataMariela Castro, la modifica proposta altema del matrimonio rappresenta “unmeraviglioso risultato rivoluzionario”.Speriamo che, nella consultazionepopolare, la maggioranza della popola-zione sia in grado di comprendere ilpasso compiuto in materia di diritti

umani, ha affermato la direttrice delCentro Nazionale per l’Educazione Ses-suale (Cenesex), nota per il suo attivi-smo a favore della parità dei diritti e lapiena inclusione della comunità LGTB.La Rivoluzione cubana basata sullademocraziaIl presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha sottolineato l’importanzadella consultazione popolare, poiché sitratta di un “esercizio di partecipazionepopolare diretta”, che “acquisisce lamaggiore rilevanza politica e sarà un’ul-teriore riflessione sul fatto che la Rivolu-zione si basa sulla democrazia piùgenuina”. Ogni cubano potrà esprimereliberamente le proprie opinioni e contri-buire a raggiungere una Costituzioneche rifletta il presente e il futuro dellaPatria, ha dichiarato durante la chiusuradei lavori dell’Assemblea. Il progettodella nuova Costituzione ratifica ilcarattere socialista di Cuba e includecambiamenti nella struttura dello Stato,come la creazione delle figure di Presi-dente e Vicepresidente della Repubblicae di Primo Ministro. In campo giuridi-co, estende i diritti delle persone, comele garanzie di giusto processo, l’habeascorpus, la presunzione d’innocenza e ilreinserimento sociale degli ex detenuti.Inoltre, include diverse forme di pro-prietà: quella socialista di tutto il popo-lo, quella mista e quella privata. Lo stu-dio e la conservazione degli insegna-menti del leader storico della Rivoluzio-ne cubana, Fidel Castro (1926-2016),hanno occupato diversi momenti deldibattito, al quale hanno partecipatooltre 600 parlamentari. Negli interventi,i deputati cubani hanno convenuto sul-l’importanza del progetto di riformaredatto dalla commissione di 33 parla-mentari, presieduta dal primo segretariodel Comitato Centrale del PartitoComunista di Cuba, Raúl Castro.Dal 13 agosto al 15 novembre, uomini edonne potranno esprimersi per perfe-zionare il progetto che darà vita allanuova Costituzione della nazione.

* Redazione Nazionale di Prensa Latina- Cuba

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Progetto della Nuova Costituzionea Cuba: tutto il popolo contaParte a Cuba un ampio progetto di consultazione, proposta e approvazione dellaNuova Costituzione per adeguare il testo ai cambiamenti sociali e culturali di oggi.Il popolo è l’organo sovranoCosset Lazo Pérez

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“Tutte le proposte che farà la popola-zione saranno prese in considerazione.Questo sarà un processo democraticoe di partecipazione reale nel qualesaremo tutti costituenti”, ha affermatocategoricamente la dottoressa inScienze Marcela González Pérez,membro del gruppo nazionale di rac-colta delle proposte. Lei è una dellemigliaia di persone che in tutto ilpaese già lavorano per garantire che leinformazioni derivate dalle 135.000riunioni, realizzate tra il 13 agosto e il15 novembre prossimo, saranno debi-tamente raccolte e giungeranno nellaloro totalità alla Commissione incari-cata della Riforma Costituzionale.Prima delle riunioniCome ha spiegato Marcela GonzálezPérez, per formare i gruppi di lavorosono state selezionate in ogni munici-pio 24 - 40 persone, così come nelleprovince e il gruppo nazionale è for-mato da circa 130. Sono professionistidi alto livello, laureati universitari, tuttigiuristi, professori, ricercatori e ancheingegneri laureati all’Università diScienze Informatiche, che hanno svi-luppato l’applicazione che permetteràil controllo di un volume di dati cosìconsiderevole, ha spiegato la speciali-sta.Il personale, impegnato da giorni, stu-dia in profondità il progetto dellaMagna Carta, perché deve dominarloalla perfezione per poter comprenderele proposte e raggrupparle in modocoerente. “Hanno davanti a loro gior-nate di grande concentrazione. Questaè la missione fondamentale di questigruppi: organizzare le proposte” haribadito la dottoressa in Scienze cheha anche informato che si trovano giàal loro posto di lavoro e realizzanoprove per constatare il corretto funzio-namento del sistema.Durante le riunioniI popolo cubano si riunirà nel suo cen-tro di lavoro, di studio, nelle comunità(si può partecipare anche a più riunio-ni) e avrà il diritto di fare tutti gli inter-venti che desidera. Il progetto di costi-tuzione si compone del preambolo e24 articoli divisi in 11 titoli, 24 capito-li e 16 sezioni, ma per facilitare ildibattito popolare le analisi e l’elabo-razione delle opinioni, ogni paragrafoè stato numerato e sono 775 in totale.

“Convochiamo la popolazione a pre-pararsi bene e che sappia su qualiparagrafi si vuole pronunciare”, hadetto la González Pérez. “Inoltre sipuò scrivere la proposta e questogarantirà che sia raccolta tale e quale èstata segnalata. Due persone sarannoincaricate di redigere i resoconti. Sonocittadini preparati e di una provataonestà. Nel documento ci deve esseretutto quello che si dirà e non può esi-stere che chi scrive decida di non met-tere qualcosa per ragioni soggettive omalintesi.“La coppia che presiederà lariunione firmerà poi il documento perconfermare che non manca nulla”, haillustrato la membro del gruppo nazio-nale. “Va chiarito che anche se variepersone esprimeranno idee simili ouguali nello stesso incontro, si racco-glieranno tutte le voci, perché sonoespressioni di tendenza”.Ma che cosa si considera una propo-sta? La specialista ha chiarito che non tuttigli interventi sono proposte. Può darsiche una persona parli per riaffermarel’importanza del processo o il valoredel documento e anche se questo siraccoglie nel rendiconto, non verràprocessato. Una proposta è quella chevuole trasformare il contenuto deldocumento e può avere varie espres-sioni:- Modifica: quando si suggerisce diaggiungere, sostituire o eliminare unafrase o una parola in un paragrafo.- Aggiunta: quando si chiede diaggiungere un paragrafo nuovo perchési ritiene che l’idea non sia presentenel progetto.- Eliminazione: quando si propone dieliminare un paragrafo perché si credeche sia inutile o non si è d’accordo conquello che esprime.- Dubbio: quando si afferma che l’ideaespressa in un paragrafo non è chiarao non si capisce.Inoltre, in questo spazio non si porràniente a votazione.Per esempio se si suscita un dibattito apartire da quel che ha detto un cittadi-no, e il resto dei presenti offre argo-menti su perché secondo loro si stasbagliando, può darsi che costui deci-da di ritirare la sua proposta perché lohanno convinto, ma ha sempre il dirit-to di mantenerla e nessuno lo può

impedire.Dopo le riunioniLa qualità del rendiconto è moltoimportante perché costituisce la fontedel nutrimento di ogni tappa nelle 48ore seguenti alla riunione. Coloro chelo hanno elaborato lo consegnerannoal gruppo municipale incaricato diestrarre le informazioni in forma diproposta da lì lo passerà alla provinciache le riunirà e le invierà al grupponazionale. Questo si farà ogni giornograzie a un sistema digitalizzato con lecorrispondenti misure di sicurezzainformatica. Il controllo si realizzerà informa parallela alla consultazionepopolare nei tre mesi previsti.“I mem-bri del gruppo nazionale organizzere-mo le proposte per paragrafi in manie-ra che siano chiare, con un’adeguataredazione e ortografia e senza lasciar-ne fuori una sola”, ha precisato laGonzález Pérez. Con le proposte deimembri delle Forze Armate Rivoluzio-narie e del Ministero degli Interni, cosìcome dei cittadini cubani residentiall’estero, si seguirà nonostante lepeculiarità della consultazione in que-sti casi, lo stesso principio: tutto s’in-clude. Con questo materiale, alla finesi elaborerà la relazione delle propostedella popolazione che si consegneràalla commissione incaricata della rifor-ma costituzionale per la rielaborazionedel documento e la sua successiva pre-sentazione all’Assemblea Nazionale.La volontà del popoloLe esperienze precedenti convalidanola funzionalità e la validità di questooriginale metodo per esercitare il pote-re popolare. Quando le Linee di Poli-tica Economica e Sociale del Partito ela Rivoluzione erano state portate adibattito, il 68% del loro contenutoaveva subito trasformazioni che parti-vano da proposte della gente. Alcunicambiamenti sono avvenuti per le pro-poste di migliaia di persone e altri li hapromossi l’opinione di sole cinque.“Da lì l’importanza di parteciparecoscienziosamente e in forma attiva.L’obiettivo, ha riaffermato la Dotto-ressa in Scienze Marcela, è elaborareun documento che rifletta il pensierodel popolo”.

(Fonte: Granma Internacional)

Come si realizzeranno le proposte derivate dallaconsultazione popolare?Riportiamo le indicazioni tratte dal Granma sulle modalità pratiche della parte-cipazione popolare alla stesura della Nuova CostituzioneYeilén Delgado Calvo

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Il progetto di Costituzione dellaRepubblica di Cuba approvato dal-l'Assemblea Nazionale del PoderPopular, nella sua sessione ordinariadel 21 e 22 luglio dell'anno 2018, eche ora si sottopone a consultazione

del popolo, è il risultato di un appro-fondito lavoro iniziato nell'anno2013.In tale occasione, l'Ufficio Politico hadeciso di creare un gruppo di lavoro,presieduto dal Generale dell’EsercitoRaúl Castro Ruz, Primo Segretariodel Partito Comunista di Cuba, conl'obiettivo di studiare i possibili cam-biamenti da introdurre nell'ordinecostituzionale, a seguito degli accor-di del VI Congresso e della PrimaConferenza Nazionale del Partito,del processo di rafforzamento del-l'istituzionalità sviluppata nel Paese,della necessità di far corrispondere laCostituzione alla nostra realtà, delfuturo prevedibile e delle altre misu-re che sono state approvate negli ulti-mi anni; avendo come presuppostoessenziale il pensiero del leader stori-co della Rivoluzione cubana, FidelCastro Ruz.Durante tutto questo tempo è statorealizzato uno studio approfonditodella nostra storia e tradizione costi-tuzionale, dei processi costituzionali-

sti sviluppati in America Latina negliultimi anni e delle esperienze deriva-te da quei paesi che costruiscono ilsocialismo, così come dei testi costi-tuzionali di altre nazioni.Come è noto, l'Assemblea Nazionale

del Poder Popular, nell’esercizio delsuo potere costituente, ha deliberato,nella sua sessione straordinaria del 2giugno scorso, di formare di tra i suoideputati una commissione nellaquale fosse rappresentata una parteimportante dei settori che compon-gono la nostra società, sotto la dire-zione del compagno Raúl CastroRuz, con l'obiettivo di preparare unprogetto preliminare di Costituzionedella Repubblica.La Commissione ha lavorato inten-samente, prendendo come riferi-mento gli studi effettuati in prece-denza e il contributo di esperti e spe-cialisti di diverse istituzioni, e dopoampi dibattiti ha presentato all'As-semblea Nazionale del Poder Popu-lar un progetto di Costituzione dellaRepubblica.

Contenuti essenziali che regola-noIl testo è composto dal preambolo,224 articoli (87 in più rispetto all'at-tuale Costituzione), suddivisi in 11

titoli, 24 capitoli e 16 sezioni.Dell'attuale Costituzione dellaRepubblica si mantengono 11 arti-coli, se ne modificano 113 e se ne eli-minano 13.Si distingue per una struttura coe-

rente e sistematica, che neridisegna logicamente icontenuti e ne evita ladispersione.Il linguaggio usato corri-sponde alla terminologiache deve caratterizzare untesto costituzionale e allanostra realtà politica, eco-nomica e sociale.La redazione in terminigenerali dei suoi contenuticonferisce maggiore flessi-bilità, durata, sicurezza eapplicabilità della Costitu-zione.Il progetto riafferma ilcarattere socialista delsistema politico, economi-co e sociale di Cuba, cosìcome il ruolo guida delPartito Comunista diCuba.È incorporato il concettodi Stato socialista di dirit-to, al fine di rafforzarel'istituzionalità e il predo-

minio della legge, tra cui la suprema-zia della Costituzione.Il sistema economico che si riflettemantiene come principi essenziali laproprietà socialista di tutto il popolosui mezzi fondamentali e della piani-ficazione, a cui si aggiunge il ricono-scimento del ruolo del mercato e dinuove forme di proprietà non stata-le, compresa quella privata.Risalta in modo particolare lo svilup-po di un'ampia gamma di diritti inlinea con gli strumenti internazionalidei quali in questa materia Cuba èparte.Emergono i diritti relativi alla difesa,al giusto processo, alla partecipazio-ne popolare e si riformulano quellieconomici e sociali, in particolare ildiritto alla salute e all'educazione, iquali si mantengono come funzionedello Stato e con carattere gratuito,anche se si prevede che la legge defi-nisca altre questioni ad essi legate.Il contenuto del diritto di uguaglian-za viene ulteriormente sviluppatointegrando quelli già esistenti (colore

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Il popolo come Costituente:che cosa discutono i cubania partire dal 13 agosto?Introduzione all'analisi del Progetto di Costituzione della Repubblica di Cubadurante la consultazione popolare

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della pelle, sesso, razza,etc.) con la non discri-minazione per genere,identità di genere, orien-tamento sessuale, origi-ne etnica e disabilità.Stabilisce la possibilitàche le persone possanoadire ai tribunali perchiedere la restituzionedei loro diritti o la ripa-razione o l’indennità peri danni o pregiudizi cau-sati da azione od omis-sione degli organi, diri-genti, funzionari oimpiegati dello Stato,nell’indebito eserciziodelle loro funzioni.Per quanto riguarda ilmatrimonio, si modifical'attuale concezionesecondo cui è possibilesolo “tra un uomo e unadonna” e si definisce cheè tra due persone.Riguardo alla cittadi-nanza il cambiamentofondamentale consistenel fatto che si modifica la nostraadesione alla non ammissione delladoppia cittadinanza e, al suo posto, sipropone cha accogliamo il principiodella “cittadinanza effettiva” checonsiste nel fatto che “i cittadinicubani, nel territorio nazionale, sonoretti da questa condizione e non pos-sono fare uso di una cittadinanzastraniera”.Relativamente agli organi delloStato, si mantiene un adeguato equi-librio tra essi e vengono introdotte lefigure del Presidente della Repubbli-ca come Capo dello Stato e quelladel Primo Ministro incaricato delGoverno della Repubblica; aentrambi è richiesto come requisitodi essere deputati all'AssembleaNazionale del Poder Popular.Il Consiglio di Stato conserva il suocarattere di organo permanente del-l'Assemblea Nazionale del PoderPopular, con una maggiore interazio-ne con essa, tra l’altro, perché il Pre-sidente, il Vicepresidente e il Segreta-rio di entrambe le istituzioni, sono lestesse persone.Emerge come novità tra gli organidello Stato il Consiglio ElettoraleNazionale, istituzione di caratterepermanente in questa materia, cosìcome si riesce a risolvere l'inserimen-to della Contraloría Generale dellaRepubblica (=Corte dei Conti ndt)nella Costituzione.Quanto agli organi locali si elimina-no le assemblee provinciali del PoderPopular e si istituisce un GovernoProvinciale, composto dal Governa-tore e da un Consiglio a tale livello.I municipi acquisiscono maggiorerilevanza a partire dal riconoscimen-to della loro autonomia, che esercita-no in corrispondenza de gli interessidella nazione.Si ratifica Il Consiglio dell'Ammini-

strazione Municipale come l'organoche dirige l'Amministrazione Muni-cipale, a carico di un Intendente, ter-mine che si propone di sostituire aquello di Presidente e Capo usatiattualmente.Rispetto al Sistema Elettorale, simantiene che hanno diritto al voto icubani maggiori di 16 anni di età,con le eccezioni previste nella legge.La Difesa e la Sicurezza Nazionalefigurano in un Titolo, nel quale siprecisa la missione del Consiglio diDifesa Nazionale, che ha facoltà disvolgere compiti dal tempo di pace, eil riconoscimento della Situazione diCalamità, oltre alle altre di carattereeccezionale.Per quanto riguarda il meccanismodella Riforma Costituzionale, a diffe-renza dell'attuale Costituzione, sisegnalano coloro che sono legittima-ti a promuoverla e si precisano leclausole di intangibilità.Per l'entrata in vigore delle principaliquestioni regolate nel Progetto, cosìcome il periodo in cui devono essereemanate le norme complementari emodificate le altre in vigore, si stabi-liscono disposizioni speciali, transito-rie e finali.

Considerazioni finaliIl processo di consultazione che sipropone di sviluppare è espressionedel carattere democratico e parteci-pativo dello Stato rivoluzionario ecostituisce un esercizio del poteresovrano del popolo, che è diventatoorgano costituente della nazione, ilche ci distingue positivamente daaltri processi svolti in diversi paesi.Questa particolarità rappresentaun'alta responsabilità di tutti i cittadi-ni nello studio del progetto e nellapartecipazione alla consultazionepopolare, così come a ognuna delleproposte che si realizzino.

Si deve tenere presente in ognimomento che la Costituzione è unanorma che stabilisce principi e valoriessenziali e minimi, il che implica dinon abbracciare ed esprimere in det-taglio tutti gli ambiti della vita politi-ca, economica e sociale.Tutte le proposte e suggerimenti cheformulati saranno opportunamentevalutati. I cubani devono essere con-sapevoli dell’impegno che implica,per le generazioni presenti e future,la nuova Costituzione della Repub-blica, forgiata dal popolo per darecontinuità alla Rivoluzione e al socia-lismo. Sono più che mai valide leseguenti parole del nostro invittoComandante en Jefe Fidel CastroRuz:*“La Rivoluzione non può creare unaCostituzione, non può creare istitu-zioni, non può creare principi chenon vengano attuati.“Una delle cose che ci preoccupa, eche deve essere di una preoccupazio-ne perenne, è che […] la Costituzio-ne che noi facciamo sia applicata conrigore. Non possiamo avere o appro-vare uno solo di questi precetti chenon venga applicato rigorosamente.[…] “Per questo motivo è nostra inten-zione, una volta che si sia approvatoquesta Costituzione, lottare conse-guentemente e tenacemente, affin-ché ognuno dei precetti di questaCostituzione venga attuato; affinchénessuno possa accusare la Rivoluzio-ne di aver concordato leggi e princi-pi che poi non sono stati rispettati”.* Frammenti delle parole delComandante in Capo Fidel CastroRuz, nell'atto di consegna dellaCostituzione della Repubblica diCuba. Rivista Cubana di Diritto,Anno 5, No. 11, gennaio-giugno,1976, La Habana, pp. 54 e 55.(Fonte: Cubadebate – Cuba)

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Il Forum di San Paolo sarà uno sce-nario per difendere la sovranità deipaesi latinoamericani difronte a nuove forme diingerenza e destabilizzazio-ne, come i cosiddetti golpemorbidi hanno segnalatotutti d'accordo i delegati allariunione.Rappresentanti della sinistrae di gruppi progressisti didiversi paesi parteciperannoalla XXIV dell'evento che siterrà nella capitale cubana,dal 15 al 17 luglio.Il dirigente sandinista Jia-cinto Suárez ha dichiaratoche nell'incontro denunceràl'offensiva della destra con-tro i governi progressisti e itentativi di rovesciare i presi-denti Nicolás Maduro, delVenezuela, e Daniel Ortega, delNicaragua, mediante i golpe morbi-di. Conosciuti anche come colpi sof-fici, questa è una strategia per desta-bilizzare i paesi, non con armi con-venzionali,ma attraverso la guerramediatica, la creazione del disagiosociale e la promozione delcaos e l'ingovernabilità.Come è successo l'anno scorsoin Venezuela, il Nicaragua dametà aprile affronta un'ondatadi violenza, con attacchi eincendi a edifici pubblici, mer-cati, scuole e centri sanitari;uniti a blocchi stradali chehanno provocato più di 200morti.Secondo il segretario delleRelazioni Internazionali delFronte Sandinista di Libera-zione Nazionale, la sinistradeve capire in che cosa consi-ste questa tattica e cercare le vie peraffrontarla.“Attaccano i governi progressisti erivoluzionari, cercano di dare “colpimorbidi” alle democrazie perché nonpossono accettare che questi governisiano stati eletti per la via democrati-ca”, ha detto, da parte sua, la depu-tata boliviana Sonia Brito.La legislatrice del Movimento AlSocialismo farà parte della delega-zione del suo paese al Forum di SanPaolo, creato 28 anni fa come spaziodi riflessione, dibattito e accordo deipartiti, movimenti e organizzazionipolitiche di sinistra.

Una delle missioni di questa piatta-forma è quella di esporre idee e con-

cordare azioni per affrontare la cari-ca degli Stati Uniti contro i paesi checercano una strada sovrana, ha affer-mato l'ambasciatore del Venezuela aCuba, Alí Rodríguez.Il diplomatico ha respinto le campa-gne per delegittimare le recenti ele-

zioni presidenziali nel suopaese, dove Maduro è stato rie-letto con il 68 percento dai voti.Rodríguez ha fatto riferimentoanche alle minacce che affrontala regione e ha menzionato traesse l'adesione della Colombiaalla (NATO) Organizzazionedel Trattato dell'Atlantico Nord,nella condizione di socio globa-le, il primo in America Latina.Lì, nel paese sud-americano, cisono sette basi degli Stati Uniti, haricordato il capo della missione vene-zuelana.Per l'ambasciatore della Bolivia a

Cuba, Juan Ramón Quintana, ilForum di San Paolo deve fare un

appello allo stato di vigilan-za e mobilitazione di fronteai tentativi di intervento inVenezuela.Ci sono forti segnali e con-fessioni di funzionari nor-damericani che si sta pre-parando un assalto armatocontro il coraggioso popolovenezuelano che, ovvia-mente, non si troverà disar-mato, disattento o negli-gente, ha enfatizzato ildiplomatico.Il Forum di San Paolotorna a La Habana dopo gliincontri effettuati lì nel1993 e nel 2001.Tra le personalità chehanno confermato la loro

presenza all'appuntamento c’èDilma Rousseff, l'ex presidente costi-tuzionale del Brasile, deposta nel2016 con un colpo di stato parla-mentare giudiziario, forgiato dalSenato, che ha rimosso dal potereuna presidente eletta con più di 54milioni di voti.Nell'incontro, la Rousseff denunceràla persecuzione politica contro l'expresidente Luiz Inácio Lula da Silva,detenuto dal 7 aprile per ordine delgiudice Sergio Moro.Lula e il leader storico della Rivolu-zione cubana, Fidel Castro, hannoavuto un ruolo decisivo nella fonda-zione del Forum nel 1990 in Brasile,

composto da più di un centinaio dipartiti e gruppi di sinistra.

(Fonte: Prensa Latina - Cuba)

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Forum di San Paolo: control'ingerenza e i “golpe morbidi”Questo articolo introduttivo della sessione del Forum di San Paolo, scrittoprima dell'evento che quest'anno era programmato a Cuba, ci spiega bene lecriticità sulle quali si è dovuto operareCarmen Esquivel Sarría

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15 agosto 2018 La giornata finale del XXIV IncontroAnnuale del Forum di Sao Paulo a LaHabana è iniziata con una riunio-ne generale speciale dedicata alpensiero del leader storico dellaRivoluzione Cubana, FidelCastro, e alla sua relazione con ilForum di Sao Paulo e la costru-zione dell’unità latinoamericana ecaraibica.“Cos’è la storia di Cuba senzaquella dell’America Latina, ecos’è la storia dell’ America Lati-na senza la storia di Africa, Asia eOceania, e cos’è la storia di tuttiquesti popoli se non la storia dellosfruttamento più spietato e cru-dele dell’imperialismo nel mondointero?”.Ricordando queste parole diFidel dette il 4 febbraio del 1962nella manifestazione di massadopo l’espulsione di Cuba dallaOSA, la riunione generale hasegnalato la vigenza del suo pen-siero ed è servita da scenario perdefinirlo un portabandiera del-l’unità, per comprendere che ipopoli oppressi hanno un frontedi lotta comune.Con la presenza di José RamónBalaguer Cabrera, capo delDipartimento delle RelazioniInternazionali del Comitato Cen-trale del Partito Comunista di Cuba, eMónica Valente, segretaria esecutivadel FSP, lo storiografo della capitale,Eusebio Leal Spengler, ha preso laparola e ha emozionato tutti ricordan-do che furono di Fidel il pensiero e

l’azione in questa lotta per fare dellaNuestra América il luogo sognato daMartí.

“Uniamo la singolarità nell’unità,rispettiamo il ruolo di ognuno in que-sto processo di combattimento infini-

to e solleviamo lo spirito, a volte delu-so da fatti circostanziali, ma mai vinto,perché questa è la vigenza delle ideedel Comandante” ha detto Leal.“Vediamo le immagini di Fidel univer-sitario e appare la volontà di ferro, il

carattere; fu unuomo nel sensostretto della parola,un uomo d’azionee di pensiero cheha sempre dettoche il solo ruoloche non potevainterpretare eraquello del codardo,che doveva avere ilcoraggio di scon-trarsi e così fece”,ha aggiunto.Lo spazio è statouno dei più emo-zionanti e attesidell’incontro, alquale sono statiinvitati presidenti,

ex presidenti, primi ministri e altrefigure di alto livello, non solo del-l’America Latina e dei Caraibi, ma

anche di paesi lontani nella geografia,ma vicini per le idee come Cina, Laose Siria.

Leal Spengler ha chiamato aseguire l’esempio dei grandi uomi-ni della regione che oggi è lanostra Patria, da Simón Bolívar eJosé Martí a Hugo Chávez e FidelCastro.Poi ha citato Lula, fondatore delForum, un esempio oggi “quandoi suoi stessi nemici politici e anchei rappresentanti più duri tra i suoiavversari non possono nasconderequanto ha fatto per far rivivere,cambiare, far sapere al suo popoloche c’era un altro cammino”.“Se possiamo riunirci oggi e medi-tare su questi temi nello spazio delForum di Sao Paulo, è perché laRivoluzione guidata da Fidel èsempre viva; se possiamo parlaredell’unità è perché solo questa hasostenuto il braccio dei cubani, enon sono venuti qui non perchénon hanno voluto, ma perché nonhanno potuto. Qui non si tratta disopravvivere, si tratta di trionfare”,ha dichiarato ancora.Durante il suo intervento, Evo haraccontato un fatto molto illustra-tivo, di quando chiese al leaderstorico della Rivoluzione cubanacome si fa la Rivoluzione e Fidel -ha ricordato Morales- gli rispose

che la Rivoluzione si fa con il popolo”.La ex presidente del Brasile, DilmaRousseff, ha segnalato dei momentidella storia della sinistra latinoameri-cana e del suo carattere progressista,riflesso nei Governi come in quello diChávez, che ha continuità con NicolásMaduro, tra gli altri .Dilma ha valutato come la caratteristi-ca più importante di Fidel, il suoimmenso amore per i popoli delmondo, il suo impegno con la trasfor-mazione dei popoli e con l’umanità.L’ex presidente dell’Honduras e vitti-ma di un colpo di Stato, Manuel Zela-ya, ha insistito nell’idea di Fidel sullanecessità di una riproposizione dellestrategie di lotta della sinistra del-l’America Latina e di altre parti delmondo, con la necessità imperativa dicostruire il socialismo come unica viadi fronte ai poteri egemonici mondia-li. “Fidel Castro è il rivoluzionario piùgrande della storia, l’esempio più vivodi chi lotta per la giustizia sacrificandotutto”, ha sostenuto.

(Fonte: Gramna Internacional)

Fidel nell’anima delForum di Sao PauloLo spazio è stato uno dei più emozionanti e attesi dell’incontro al quale sonostati invitati presidenti, ex presidenti, primi ministri e altre figure d’alto livello

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Il bilancio lasciato dal Forum di SaoPaulo tenutosi a La Habana, è neces-sariamente positivo.625 delegati e delegate di 51 paesiaccreditati, appartenenti a 168 orga-nizzazioni tra partiti politici, movi-menti sociali e intellettuali, nonché 60parlamentari arrivati di tutto il mondo.28 anni dopo la sua fondazione comeforum di partiti politici di sinistra, ilmomento è complicato. Come affer-ma la dichiarazione finale del Forum,l’America Latina e i Caraibi si trovanoin mezzo a una poliedrica offensivareazionaria, con un assalto dell’impe-rialismo statunitense che, nella misurain cui continua a perdere l’egemoniadi un mondo unipolare che va verso ilmultipolarismo, diventa più violento epericoloso che mai. Questo sì, l’impe-rialismo, sempre incombente, è mon-tato sugli errori e sui limiti delle forzetrasformatrici e dei processi di cam-biamento, amplificandoli.Il documento respinge l’idea di unafine del ciclo progressista. Obiettiva-mente, la sinistra articolata nel Forumdi Sao Paulo conta su meno governi diquelli su cui contava nei primi anni delXXI secolo, e durante tutto il decen-nio scorso. Ma non solo sta meglio chealla fine del secolo XX, ma l’accumu-lazione politica e sociale in molti pro-cessi è maggiore. L’esempio dellaColombia è chiaro. Nonostante la vit-toria della destra e l’arrivo dell’uribi-smo al governo, la sinistra ha una forzacome mai prima d’ora, espressa neipiù di 8 milioni di voti a Petro, che habisogno, questa sì, di essere canalizza-ta in maniera adeguata. Anche l’esem-pio dell’Honduras è paradigmatico.Possiamo affermare senza alcun dub-bio che la sinistra e la mobilitazionepopolare sono oggi più forti che nel2009 prima del colpo di Stato controManuel Zelaya, che ha partecipatoall’incontro di La Habana.In ogni caso, non si può sottovalutareil tentativo di restaurazione conserva-trice, anche se è certo che la destranon sta riuscendo a consolidare il suoprogetto in nessuno dei paesi dellaNuestra América. Basti guardareall’Argentina dove solo alcuni mesi fa

sembrava garantito un secondo man-dato di Macri nel 2019, e inveceattualmente il governo del PRO tra-balla in mezzo a incertezze. Ma questacontroffensiva neoliberale aggiungeanche delle posizioni, come nel casodell’Ecuador, dove la destra non haavuto bisogno di vincere un’elezionecome in Argentina, di fare un golpecome in Honduras, o di eseguireun’operazione parlamentare-giudizia-ria come in Paraguay o in Brasile, perconquistare il governo, che gli è statoconsegnato su un piatto d’argento daLenin Moreno. A questo proposito ènecessario sottolineare che il Gruppodi Lavoro del Forum di Sao Paulo,composto dai principali partiti, hadeciso di includere il nuovo partito diRafael Correa tra i membri del forum,sostenendo in questo modo l’ex Presi-dente di fronte alla persecuzione poli-tica e il lawfare giudiziario ai quali èsottoposto, sostegno integrato da riso-luzioni contro l’estradizione di Assan-ge o in difesa dell’UNASUR che ilgoverno ecuadoriano sta lasciandosenza sede.Il momento non solo è complesso alivello di correlazione di forze nel con-tinente, ma il forum sta anche attra-versando un processo nel quale i par-titi storici della sinistra latinoamerica-na possono continuare a vincere le ele-zioni, dal Frente Amplio in Uruguay alMAS in Bolivia, ma continuano anchea sorgere nuove forze di sinistra che difronte alla perdita della mistica deiprocessi per il loro esaurimento o deilimiti imposti dal progressismo e dallademocrazia liberale, raccolgono e rein-terpretano i sogni e gli immaginari deiloro popoli. In questo gruppo di parti-ti di una nuova sinistra possiamo col-locare Morena in Messico, ColombiaHumana, Nuevo Perú, o il FrenteAmplio del Cile. Vari di questi partitimovimento stanno già entrando a farparte del Forum e sarà importante ildialogo che si è creato tra i partiti sto-rici e le nuove espressioni della (cen-tro)sinistra latinoamericana.A questo proposito, è necessario rico-noscere gli sforzi compiuti dal PartitoComunista di Cuba, anfitrione del-

l’evento, per rafforzare ed espandere ilrapporto tra le forze progressiste, perdi più sempre con l’unità come puntodi partenza. Non solo con partiti poli-tici di sinistra, ma anche con movi-menti sociali (l’articolazione AlbaMovimientos ha avuto un ruoloimportante in questa edizione delFSP) e intellettuali organici (rappre-sentati nella Red En Defensa de laHumanidad, che ha condotto insiemeal PCC la plenaria di Arte e Cultura).La strada in questa Nuestra Américadi chiaroscuri, sembra essere quella diapprofondire quell’articolazione trapartiti, movimenti e intellettuali; e laformula per superare i limiti la cono-sciamo già, non permettere che ilpotere politico resti confinato al livelloistituzionale. La lotta istituzionale èimportante e necessaria, ma deve esse-re completata con la lotta di masse econ la lotta ideologica e la formazionepolitica.Dietro le elezioni in Messico, il Brasilein ottobre è il principale campo di bat-taglia. Assumendo che possa averavuto luogo un golpe politico, media-tico e giudiziale per essersi concentra-to unicamente nella lotta istituzionale,è necessario forzare la macchina dellamobilitazione in primo luogo per tira-re fuori Lula, e poi trasformarlo in pre-sidente. Questa richiesta (Lula libre) èstata una delle più ascoltate nel forum,al quale ha partecipato anche l’ex pre-sidente Dilma Rousseff.E dopo il Brasile, è necessario comin-ciare a pensare al 2019, con scenaricosì importanti nelle dispute elettoralie nelle elezione presidenziali come ElSalvador in febbraio, e Argentina eBolivia in ottobre.Non aspettiamo di perdere nessunaltro governo per fare autocritica. Pen-siamo ai nostri errori, ma anche inostri limiti, per catapultarci verso vit-torie che canalizzino l’accumulo poli-tico e sociale che spazi come il Forumdi Sao Paulo ci permettono di costrui-re in modo collettivo. A tal fine, comeha detto Fidel, dobbiamo essere pessi-misti nella tattica, e ottimisti nella stra-tegia.

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Forum di San Paolo: reinventarsi per superare ilimiti del momento attualeL'autore è un politologo che è stato rappresentante della sinistra "abertzalebasca" presso il Forum. La sua analisi precisa la situazione attuale del pro-gressismo latinoamericano, confrontandolo con periodi recenti più favorevolima delinea le possibili azioni per un futuro di riscossa. Su tutto l'appello delPartito Comunista Cubano in favore dell'unitàKatu Arkonada

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Vorrei iniziare il mio interventoringraziando l’I.C.A.P. a nomedell’Associazione Nazionale diAmicizia Italia-Cuba, per l’oppor-tunità di essere insieme a voi inquesta commemorazione che rap-presenta l’inizio della giornataTenemos Memoria e di esprimereal popolo di Cuba, ancora unavolta, la nostra solidarietà.Fabio Di Celmo era un giovaneitaliano che si è recato a Cuba consuo padre Giustino per offriresostegno solidale a Cuba, per lagrande ammirazione che prova-vano per questo paese; propriocome il movimento di solidarietà conCuba in Italia che è nato all’indomanidel trionfo della Rivoluzione Cubana ela sostiene da quasi 60 anniCuba rappresenta, da allora, un esem-pio di volontà politica e un riferimentoper la sinistra nel mondo, un esempio diunità, di lotta, di dignità e resistenza, e

di impegno nella costruzione di unasocietà più giusta.Il 4 settembre 1997, una bomba èesplosa nella hall-bar dell’hotel Copaca-bana. Fabio, che si trovava lì con alcuniamici, è morto vittima dell’attentato,all’età di soli 32 anni, per mano di Erne-sto Cruz León, assoldato dal terroristaLuis Posada Carriles.Dal giorno dell’uccisione di Fabio DiCelmo in Italia non si è quasi mai parla-to della sua vicenda. Solo noi delle orga-

nizzazioni solidali con Cuba abbiamoraccontato gli eventi, cercando di infor-mare con i nostri limitati mezzi.Nel cimitero di Arenzano, Genova, silegge sulla sua lapide: “Il 4 settembre1997, una bomba assassina di un mer-cenario salvadoregno spense la vita delgiovane Fabio Di Celmo”.Pochi sanno che inizialmente si leggeva

“una bomba americana assassi-na”.Nel 2006 venne lanciato unappello firmato da Nadine Gordi-mer, Salim Lamrani, NoamChomsky, Adolfo Pérez Esquivel,Gianni Minà, José Saramago e

altri che è stato messo a tacere daimedia italiani.Nel 2007 il Parlamento italiano avevaapprovato un ordine del giorno con ilquale impegnava il governo “ad adope-rarsi con sollecitudine per la richiestadell’estradizione in Italia di Posada Car-

riles nel caso in cui il procedimen-to penale, attualmente in corsopresso la Procura della Repubbli-ca di Roma, portasse a un’incri-minazione nei suoi confronti perl’attentato terroristico a La Haba-na in cui perse la vita Fabio DiCelmo”. Ma la sollecitudine evo-cata rimase sulla carta.Ancora una volta, in Italia, il casoè stato messo a tacere!Fabio Di Celmo era forse un cit-tadino italiano di serie B? Se lostesso attentato si fosse svolto inun qualsiasi altro paese e non aCuba, e se il mandante dell’atto di

terrorismo non fosse stato residente –protetto – negli Stati Uniti, l’Italiaavrebbe reclamato con più forza l’estra-dizione per poterlo processare?Per esigere giustizia in nome di quel gio-vane genovese, lo stato italiano, dopoquell’impegno formale non si è mobili-tato ulteriormente. Non mai più alzatoun dito.Tuttavia, il popolo cubano ha continua-to a chiedere giustizia per Fabio, comeuno dei suoi figli.Luis Posada Carriles, ha trascorso libe-ramente il resto della sua miserabile vitaa Miami in Florida, ricevendo ricono-scimenti e onorificenze da parte della

mafia cubano-americanae della estrema destradegli Stati Uniti d’Ameri-ca.Solo pochi mesi fa, Posa-da Carriles è mortoimpune a 90 anni. Èmorto senza aver pagatoper i suoi tanti orrendi cri-mini.Tuttavia, continuiamo asostenere Cuba e a chie-dere giustizia!La nostra AssociazioneNazionale di Amicizia Ita-lia-Cuba, nata nel 1961, è

stata anche vittima di tentativi per cer-care di dividerla e farla scomparire. Sap-piamo che l’Europa è un luogo predilet-to dei nemici della Rivoluzione Cubana.Non ci sono riusciti! Non lo abbiamopermesso!Non rinunceremo mai a Cuba!

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Ancora e ancora, continuiamo a chiedere giustizia per Fabio Di CelmoIntervento della Presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, Irma Dioli, nella giornata Tenemos Memoria: solidarietà contro il bloc-co e contro il terrorismo, tenuto a La Habana il 4 settembre 2018 pressol’ICAP, Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, nel 21° anniversario dellamorte del giovane italiano Fabio di Celmo, vittima dell’esplosione di unabomba nell’Hotel Copacabana di La Habana

Irma Dioli

Sopra l'Eroe Fernando Gonzáles durante la cerimo-nia all'ICAP

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Non ci fermeremo mai nella nostra lottadi solidarietà con Cuba!Come indicato nel Documento politicofinale del nostro ultimo Congresso,come abbiamo fatto dopo la morte diFabio e durante questi 21 anni, abbia-mo appoggiato il popolo e il governo diCuba nella loro condanna contro il ter-rorismo e per chiedere incessantementel’estradizione del famigerato terroristaPosada Carriles.E accanto a voi, continueremo denun-ciando i crimini.In questa giornata vogliamo anche ren-dere omaggio a Giustino Di Celmo, cherappresenta per noi un esempio di soli-darietà con Cuba.Ricordiamo il suo inestimabile sostegnonegli anni più difficili del “periodo spe-ciale”. È morto senza che si sia statafatta giustizia per la morte del figlioFabio. L’Associazione Nazionale Amici-zia Italia-Cuba condanna gli atti terrori-stici contro Cuba e chiede la restituzio-

ne dei danni umani e materiali che que-sti hanno causato; chiede che sia fattagiustizia in nome delle 3478 vittime delterrorismo contro Cuba, tra le quali èincluso il giovane Fabio.Chiediamo l’immediata cessazione delblocco economico, commerciale efinanziario che gli Stati Uniti impongo-no a Cuba, e la restituzione del territo-rio di Guantánamo che gli USA occu-pano illegalmente da quasi 120 annicon la base navale, nella quale hannoanche costruito quel centro carcerario edi tortura che rappresenta una vergognaper l’umanità. Condanniamo anche lapolitica aggressiva dell’attuale presiden-te degli Stati Uniti d’America DonaldTrump.Ricordiamo le parole di Giustino chevisse fino alla sua morte a Cuba, quan-do diceva: “Sono anziano ma non mistancherò di denunciare la tragicascomparsa di mio figlio a causa di unodegli atti terroristici contro Cuba. Que-

sto paese accoglie tutti con grande sim-patia, comprese diverse migliaia di turi-sti statunitensi che visitano l’isola aggi-rando il divieto e le sanzioni del lorogoverno. Cuba non ha mai fatto male anessuno, non aggredisce e non minaccianessuno. Perché gli Stati Uniti non ces-sano le loro provocazioni e aggressionicontro Cuba?”.Cuba è un esempio di solidarietà per ilmondo. Mentre altri esportano bombee fanno la guerra, Cuba manda medicie insegnanti in ogni angolo del pianeta.Cuba rappresenta una speranza per ilmondo.In questo importante evento, come pre-sidente dell’Associazione Nazionale diAmicizia Italia-Cuba, voglio riaffermareil nostro impegno a sostegno della Rivo-luzione Cubana, del suo popolo e delsuo Presidente Miguel Diaz-Canel Ber-múdez.La solidarietà non può essere bloccata!Siamo con Cuba!

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FFaabbiioo DDii CCeellmmoo rriiccoorrddaattoo aallll’’HHootteell CCooppaaccaabbaannaa

La presidente e il vicepresidente del-l’Associazione Nazionale di AmiciziaItalia-Cuba, Irma Dioli e Marco Papac-ci, dal 28 agosto all’11 settembre hannoeffettuato un viaggio istituzionale di cui

riferiremo più ampiamente nel prossi-mo numero di El Moncada.Nell’ambito del ricco programma diattività a La Habana, che ha compresomomenti di solidarietà e varie visite eincontri, hanno partecipato alla giorna-ta “Tenemos memoria: contro il bloccoe contro il terrorismo”. Il 4 settembrescorso hanno reso omaggio, in duemomenti distinti, a Fabio Di Celmo, il

giovane italiano che 21 anni fa ha persola vita in seguito a un attentato terrori-stico in un hotel di La Habana perpetra-to da un mercenario, il cui mandantereo confesso e grazie alle protezioni dei

Governi statunitensi, è morto liberoe impunito negli Stati Uniti, era ilterrorista cubano Luis Posada Car-riles.La prima cerimonia si è svolta nella

mattinata presso la sede dell’ICAP, Isti-tuto Cubano di Amicizia con i Popoli,durante il quale Irma Dioli ha pronun-ciato il discorso che pubblichiamo nellapagina precedente. Nel pomeriggio poi,la delegazione italiana ha partecipatoall’evento che si è svolto nell'atrio dell'-hotel Copacabana, il luogo dove Fabio è

morto per l’esplosione di una bomba.A questa commemorazione hanno par-tecipato, oltre a diverse personalità euna rappresentanza dei lavoratori dell’-Hotel e dell’ICAP, anche l’Eroe Gerar-do Hernádez Nordelo e Julia Hautrive,direttrice dell'Hotel, la quale ha spiega-to che Fabio era una delle vittime del-l'odio senza scrupoli di coloro che inten-devano invertire il processo rivoluziona-

rio cubano a qualsiasi prezzo,compreso un macabro piano percolpire le località turistiche, crearepanico e allontanare i turisti dalpaese.Infine ha ricordato che Cuba esigeancora giustizia per tante personeinnocenti che hanno perso la vita acausa di questi atti.Marco Papacci, nel suo intervento,ha sottolineato che l'arroganza del-l'impero ha potuto di più che i giu-sti reclami di amici e familiari delle

vittime di atti terroristici. Tuttavia, haaffermato che anche se criminali comeLuis Posada Carriles sono stati protettidal governo degli Stati Uniti, Fabio DiCelmo vive e vivrà nella memoria ditutti coloro che hanno combattuto e lot-tano per la libertà e l'uguaglianza dellenazioni.

Irma Dioli appunta il distintivodell'Associazione a una dipendente delCopacabana; a destra Gerardo Hernández,uno dei Cinque eroi cubani davanti allatarga in memoria di Fabio

Da destra a sinistra: Irma Dioli e Marco Papacci con l'Eroe Gerardo Hernandez al Copacabana; la cerimonia all'Hotel Copacabana e una foto digruppo

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La settimana della cultura cubana si èsvolta nella splendida cornice delMilano Latin Festival ad Assago(Milano) dal 22 al 27 luglio 2018.Il ricco e variegato programma realiz-zato dall’Associazione Nazionale diAmicizia Italia-Cuba e dall’Associa-zione AlBlaz ha avuto come obiettivoprincipale la valorizzazione, promozio-ne e diffusione della cultura cubana intutti i suoi aspetti.Il patrocinio dell’Ambasciata dellaRepubblica diCuba in Italia testi-monia l’alto valoredella proposta cul-turale che ha avutoanche un grandesuccesso di pubbli-co.Prima di entrarenel dettaglio delprogramma, sirende necessariauna premessa sullarealtà culturalecubana di cui lo svi-luppo culturale èuno dei pilastri fon-damentali dellaRivoluzione cuba-na, a partire daglialti livelli di scolari-tà raggiunti e dallasconfitta dell’anal-fabetismo.Cuba è un luogo di sperimentazioneculturale importantissimo. Gli autoricubani hanno influenzato enorme-mente la letteratura latino-caraibica enelle gallerie di tutto il mondo vengo-no esposti capolavori di artisti cubani,la sua musica e la danza sono cono-sciute ovunque.Il tema affrontato nelle diverse serate èstato proprio la cultura e le caratteristi-che della sua peculiare identità multi-culturale, la sua cubanía, in cui si fon-dano tradizione latina e nuovo spiritointellettuale.Cuba è indubbiamente meravigliosa eaffascinante perché è un mix di storia,poesia e cultura che la rende unica almondo. Sono molti i campi in cuisono visibili le eredità approdate aCuba di indio, spagnoli, africani, ingle-

si e asiatici, riproposte nella danza,architettura, arti figurative, musica eletteratura.In questo senso è importante premet-tere che l’isola è sempre stata un incro-cio e mescolanza di culture delle diver-se etnie che ne hanno costituito la suaidentità e che la Rivoluzione del 1959ha contribuito a rafforzare.A sottolineare tutti questi aspetti el’importanza della cultura cubana nelmondo, sono intervenute nella serata

inaugurale, molto partecipata, dellasettimana cubana, rispettivamente:Lisset Argüelles Montesinos - Segreta-rio Affari Culturali e Stampa dell’Am-basciata di Cuba, Oneida Baró Estra-da - Console Generale di Cuba aMilano, Irma Dioli - Presidente Asso-ciazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, il maestro di danza AlberticoCalderón di Alblaz che ha presentato ilprogetto sulle origini e la cultura diCuba e la sua evoluzione nel mondo.La serata della letteratura introdottada Sergio Marinoni della SegreteriaNazionale dell’Associazione Italia-Cuba, ha visto la presentazione di libria cura di Irina Bajini, Ispano-america-nista,Traduttrice e docente universita-ria. Sono stati portati a conoscenza deipresenti: Ostinata Ferita di Mirta

Yáñez, Salerno, Oedipus, 2014 e “LaIsla de las mujeres, Recorrido literariofemeninos en Cuba de la Independen-cia al Periodo Especial, La Habana,Unión, 2013, della stessa Irina Bajini.Interesse particolare ha riscosso anchela presentazione del libro “Ruandi” diGerardo Fulleda Leon (PremioUNEAC, 1985) - Ottomani, 2018, daparte dello stesso traduttore MaxGaspari.Quando si parla di cultura cubana non

può mancare ils o s t a n z i a l ericordo e con-tributo del-l’opera univer-sale di JoséMartí, eroenazionale epadre dellapatria.A lui e alsuo esempio èstata dedicatala Serata Mar-tiana con laproiezione delfilm sulla suafigura soprat-tutto giovanile:“José Martí -El ojo del cana-rio” del registacubano: Fer-nando Pérez.Alla serata

martiana hanno partecipato IrinaBajini e Alina Betancourt del Consola-to Generale di Cuba in Milano.Una parte di rilievo è stata dedicata allavoro della solidarietà, della coopera-zione internazionale e di interscambioculturale per le quali l’AssociazioneItalia-Cuba è impegnata sin dalla suacostituzione. Sono stati quindi portatiesempi concreti di progetti promossi alivello nazionale ed europeo. A illu-strarli sono intervenuti i responsabilidei circoli interessati:Antonio Galli insieme a Ilaria Ravasiohanno portato l’esperienza di inter-scambio culturale tra gli istituti scola-stici di Lecco e gli Istituti di Las Tunasa Cuba. Il progetto, che prosegue dadiverso tempo, è particolarmentesignificativo dal punto di vista educati-

L’Associazione Nazionale diAmicizia Italia-Cuba conl’Associazione AlBlaz alla setti-mana della cultura cubana delMilano Latin Festival ad Assago

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vo e di conoscenza reciproca e parteci-pa anche all’acquisizione di crediti for-mativi per gli studenti italiani.Ottavio Perini, Circolo Nord Milanosul progetto: Una pelota contra el blo-queo. Una nuova campagna di solida-rietà che in campo sportivo e sociale sivuole avviare a livello nazionale con ilcoinvolgimento delle rispettiveFederazioni nazionali di base-ball sia cubana che italiana. Sitratta della dotazione per ilcampionato della nazionalecubana di 8.000 palline dabaseball, che a causa del bloc-co sono impossibilitati adimportare direttamente.Proprio sul tema del blocco edelle sue conseguenze negativesulla popolazione cubana, inparticolare nel campo dellasalute, è intervenuta MariaAngelica Casula, del Circolodi Milano e rappresentantedell’Associazione in mediCu-ba-Europa, che ha aggiornatoi presenti sulla Campagna peri farmaci antitumorali pedia-trici. Grazie alle donazionipervenute è stata raggiunta lacifra di oltre 125.000 euro perl’acquisto di medicinali cheCuba non può acquistare acausa del criminale blocco acui è sottoposta da oltre 50anni. In questo senso la raccol-ta di fondi prosegue per dota-re i piccoli cubani delle curenecessarie per una loro guari-gione e speranza di vita.Sempre in ambito di interscambi cul-turali, è stata presentata la mostra “Elultimo cielo” di Giulio Ceppi, pro-mossa dal Politecnico di Milano edalla Triennale di Milano: un progettodi interscambio formativo e culturaletra Cuba e Italia, attraverso due Uni-versità, il Politecnico e l’ISDI InstitutoSuperior de Diseño de Cuba. Parteci-pa in questa fase al progetto la stessa

Associazione Italia-Cuba con il com-pito di seguire la sua realizzazione pra-tica attraverso l’invito di tre giovanistudenti dell’ISDI a Milano.Anche la cultura dello sport a Cuba haaffascinato i partecipanti confluiti adassistere a “Incontro con le stelle dellosport cubano”, organizzato dall’Asso-

ciazione in collaborazione con laFICTS - Fédération InternationaleCinéma Télévision Sportifs con ladiretta partecipazione del suo Presi-dente internazionale: Prof. FrancoAscani.Ha introdotto la serata il direttore di“El Moncada” Raúl Della Cecca,seguito dagli interventi di Fidel Deri-vet, Consolato Generale di Cuba aMilano, e di Richard Macias Rodrí-

guez, Allenatore cubano di Baseball inItalia. Lo stesso Macias oltre a illustra-re la sua esperienza, si è soffermatosull’importante valore sociale e umanodato allo sport dalla Rivoluzione cuba-na che lo riconosce quale diritto fon-damentale gratuito per tutti.All’interno della settimana cubana

particolare risalto è statodato al 26 luglio occasionefondamentale per ricorda-re l’anniversario dell’As-salto al Moncada e festeg-giare insieme alle autoritàdiplomatiche cubane econ tutti i cubani residen-ti la data che ha portato alTrionfo della Rivoluzionee che ha segnato per sem-pre il destino di Cuba edell’America Latina.È stata una importanteoccasione per ribadireanche attraverso una festacon una grandissima par-tecipazione di pubblico, epure con una sfilata dibandiere cubane internaal Festival, il sostegno alprocesso rivoluzionariocubano verso un sociali-smo prospero e sostenibi-le, con il PresidenteMiguel Díaz-Canel, insie-me alle nuove generazionie nello sviluppo tracciatocon la Riforma Costitu-zionale.Tutte le serate sono state

allietate dalle perfomance e stage delMaestro di danza Albertico Calderón.Un ringraziamento particolare perl’opportunità data alla nostra Associa-zione, a Fabio Messerotti, DirettoreGenerale del Festival e a NievesMachado, Direttrice Artistica per ladisponibilità manifestata e con l’augu-rio di un arrivederci alla prossima edi-zione del Festival.

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A “Donne e diritti a Cuba e in Italia” èstato dedicato uno dei dibattiti dellaFesta di Italia-Cuba a Viareggio orga-nizzata dal circolo di Lucca-Versilia.Presente anche Mauricio MartínezDuque, primo segretario Affari politicipresso l’Ambasciata di Cuba in Italiache la sera prima aveva affrontato iltema degli “Strumenti di democrazia aCuba”. “In molti paesi del mondo,nonostante importanti progressi incampo giuridico e legale, c'è ancora unenorme divario tra il riconoscimentoformale di quei diritti e la reale possibi-lità di goderli.A Cuba invece – ha esor-dito Irma Dioli – i diritti delle donne el’uguaglianza di genere sono partesostanziale della Rivoluzione fin dal1959 e i risultati ottenuti dalle donnecubane in campo politico, economico esociale rappresentano una bandiera permolte nazioni, soprattutto in AmericaLatina e nei Caraibi”. Obiettivo fonda-mentale del governo rivoluzionario ful’eliminazione di ogni forma di discri-minazione per motivi di classe, razza,genere. Già nel 1959 fu stabilita perlegge l’uguaglianza dei salari tra uomi-ni e donne e il 23 agosto 1960, grazie aVilma Espín, fu fondata la Federaciónde Mujeres Cubanas (FMC) per unamaggiore partecipazione delle donne

nel processo di Cuba. Fu allora cheFidel Castro pronunciò la famosa frase“La mujer es una Revolución dentrode la Revolución”. Nel 1965 fu depe-nalizzato l’aborto, nel 1975 fu promul-gato il Codice di Famiglia, vigente, cheimpone uguali diritti tra uomo edonna, nel matrimonio e nel divorzio ein relazione ai figli, nel 1976 la Costitu-zione garantì alle donne completa pari-tà economica, politica e sociale e nel1979 Cuba fu il primo paese al mondo

a firmare la Convenzione ONU sull'eli-minazione di tutte le forme di discrimi-nazione contro le donne. Un annodopo la Conferenza mondiale sulledonne a Pechino del 1995, il governocubano avviò un programma di misureper il miglioramento della condizionedelle donne cubane. Oggi sono i datiche confermano l’alto grado di eman-cipazione raggiunto dalle donne aCuba: laureate: 60,5%; tecniche e pro-fessioniste: 67,2%; leader: 48,6%; Inse-gnanti e scienziate: 81,9%. Inoltre, ilParlamento Cubano è il secondo almondo per il numero di donne presen-ti. Il 53% dei parlamentari e il 48,4%dei membri del Consiglio di Stato sonodonne. Il peso sociale e politico delledonne a Cuba è fortissimo. Fondamen-tale il lavoro realizzato dal CENESEX(Centro Nazionale di Educazione Ses-suale), guidato da Mariela CastroEspín, nella lotta al machismo, al sessi-smo, al diritto alla diversità sessuale eper i diritti LGBT. A Cuba, fin daglianni 80, si realizzano operazioni dicambio di sesso gratuite e a carico dellostato. Oggi, a Cuba, discriminare oemarginare una persona a causa del-l’orientamento sessuale è consideratoun reato perseguibile con pene piutto-sto severe. Nel progetto di nuova Costi-

tuzione sono stati introdotti duenuovi e importanti diritti costitu-zionali: 1) lo Stato tutela le donnedalla violenza; 2) il matrimonioviene definito come unione tradue persone e non più tra unuomo e una donna. Al recenteForo Sao Paolo a La Habana lerappresentanti della FMC hannoribadito l’importante ruolo delledonne per la lotta di tutte in Ame-rica Latina e nei Caraibi. LaDichiarazione finale recita: “Rifiu-tiamo ogni forma di razzismo,intolleranza e discriminazione.Promuoviamo il pieno esercizio

dei diritti economici, culturali, sociali epolitici delle donne e l’eliminazionedella cultura patriarcale. Senza la par-tecipazione attiva delle donne non cisarebbero stati gli importanti successidella Rivoluzione e soprattutto non sisarebbe resistito così a lungo al Blo-queo imposto a Cuba dal 1962 – haconcluso Dioli – . Cuba, nel suo pro-cesso rivoluzionario, si è sempre attua-lizzata ma in continuità con gli ideali diFidel portati avanti ora dal Presidente

Miguel D?íaz-Canel che in questi gior-ni ha ribadito che la riforma costituzio-nale "terrà conto dei principi umanistie di giustizia sociale che costituiscono ilnostro sistema politico". E l’uguaglian-za per le donne è una misura fonda-mentale per realizzare la giustizia socia-le”.La situazione italiana ed il “casoBuscemi” a PisaCarla Pochini ha denunciato la tenden-za della politica italiana a svilire il ruolodelle donne e a non sostenerle nelleloro battaglie per la parità dei diritti sullavoro, in famiglia e nella società ingenerale. E soprattutto l’allarmantefenomeno del femminicidio frutto diun patologico concetto del “possesso”ma anche di una diffusa mancanza dieducazione al rispetto delle donne. “InItalia ogni 60 ore viene uccisa unadonna, sempre in un contesto familia-re. Ma prima di arrivare all’omicidioquegli uomini hanno perseguitato, pic-chiato e maltrattato le loro compagne,rendendosi responsabili di stalking,riconosciuto in Italia come reato sol-tanto dal 2009 – ha esordito Pochini –.A Pisa, si è arrivati al paradosso. Unuomo che ha perseguitato, picchiato,minacciato la sua ex compagna e che èstato riconosciuto responsabile di stal-king dalla Corte di Appello di Firenze,è stato addirittura nominato assessorealla Cultura dal neosindaco MicheleConti (Lega). Nonostante le nostreproteste, i nostri presidi davanti alComune, la nostra petizione online cheinvito tutte e tutti a firmare al linkhttps://chn.ge/2NZsJDt. E nonostanteuna mozione di sfiducia da parte dellaminoranza che è stata rigettata dai con-siglieri di maggioranza che in aula sisono addirittura vantati di non avereletto la sentenza che gli abbiamo invia-to perché per loro “Buscemi non è col-pevole”. “A Pisa abbiamo raccoltol’adesione di centinaia di donne euomini che richiedono le dimissionidell’assessore così come l’hanno richie-sto al sindaco anche due donne didestra, la vicepresidente della Camera,Mara Carfagna, e la ministra per laPubblica amministrazione, Giulia Bon-giorno.Tutte voci inascoltate”. Ma nonda parte della presidente Irma Dioliche, a fine dibattito, ha preso l’impegnoufficiale a sostenere la lotta della Casadella Donna di Pisa invitando tutti i cir-coli d’Italia a firmare la petizione.

Cuba e Italia: donne e diritti Le straordinarie conquiste delle donne cubane a confronto con la realtà italia-na ancora oggi dominata da un viscerale maschilismo. Qual è la condizionedella donna a Cuba? E in Italia? Ne hanno parlato alla Festa di Italia-Cuba diViareggio Irma Dioli, presidente nazionale della nostra Associazione, e CarlaPochini, presidente della Casa della Donna di Pisa, in un confronto che hamesso a fuoco due realtà molto distanti tra loro. E non solo geograficamenteBeatrice Bardelli

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Studentesse a Cuba

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L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba si è impegnata a sostenere la campagna per l’acquisto dei farmaci. Ogni vostro contributo è importantissimo.

I contributi destinati a questa campagna possono essere versati:

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LA SOLIDARIETÀNON SI BLOCCA!

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Grazie ai contributi raccolti dal2010, a oggi abbiamo fornito aCuba farmaci antitumorali pedia-trici per un valore di

125.000 EuroFin dall’inizio, ci siamo fatti caricodi questa campagna promossa damediCuba-Europa - di cui lanostra Associazione fa parte - perl’acquisto di questi medicinali cheCuba non può comprare a causadel blocco genocida cui è sottopo-sta da oltre 50 anni.Il blocco è ancora in vigore e quin-di dobbiamo continuare a far inmodo che i piccoli cubani ricevanotutte le cure necessarie per avereciò a cui hanno diritto: la speranzanella guarigione e nella vita.

Foto Radio Reloj

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Da quando Internet è diventato ilsistema nervoso centrale dell’econo-mia, della ricerca, dell’informazione edella politica, le frontiere degli StatiUniti hanno esteso i loro limiti a tuttala geografia planetaria. Solo gli StatiUniti e le loro imprese sono sovrani,non esiste Stato-Nazione che possarimodellare la rete da solo o frenare ilcolonialismo 2.0, neanche quandoapplica normative locali di protezioneantimonopolistica o impeccabili politi-che di sostenibilità per l’ordine sociale,ecologico, economico, tecnologico.Quanto a costruire un’alternativa pra-ticabile disconnessa dalla così detta“società informatizzata”, non se neparla nemmeno.In tempi non sospetti, l’antropologobrasiliano Darcy Ribeiro ha avvisatoche, attraverso una tecnologia rivolu-zionaria, “c’è una vera colonizzazionein corso. Il Nordamerica sta svolgendoil suo ruolo con enorme efficacia nelsenso di cercare delle complementa-rietà che ci rendano dipendenti per-manentemente da loro”. E aggiunge-va: “Davanti a questa nuova civilizza-zione con tutte le sue minacce, hopaura che ancora una volta saremo deipopoli che non sanno realizzarsi,popoli che nonostante tutte le loropotenzialità resteranno come popoli diseconda categoria”.

Un simile scenario è incardinato a unprogramma per l’America Latina e ilCaribe di controllo dei contenutiinsieme alla partecipazione della citta-dinanza che è avvenuto in totale impu-nità, senza che la sinistra vi abbia pre-stato la minima attenzione. Nel 2011,il Comitato per le Relazioni Estere delSenato degli Stati Uniti ha approvatoquello che in alcuni circoli accademiciè noto come un’operazione di “con-nettività effettiva”: un piano dichiaratoin un documento pubblico del Con-gresso statunitense per “espandere” inuovi media sociali nel continente,orientato alla promozione degli inte-ressi nordamericani nella regione.Il documento spiega quale sia l’inte-resse delle reti sociali del continente:“Con più del 50% della popolazionemondiale minore di 30 anni, i nuovimedia sociali e le tecnologie associateche sono molto popolari in questogruppo demografico, continueranno arivoluzionare le comunicazioni nelfuturo. I media sociali e gli incentivitecnologici in America Latina sullabase delle realtà politiche, economichee sociali, saranno cruciali per il succes-so degli sforzi governativi degli StatiUniti nella regione”.Riassume anche la visita di una com-missione di esperti in vari paesi del-l’America Latina per conoscere in situ

le politiche e i finanzia-menti in quest’area econclude con specificheraccomandazioni perciascuno dei nostripaesi che implicano“aumentare la connes-sione e ridurre al mini-mo i rischi critici per gliUSA”, che sono ilgoverno leader negliinvestimenti di infra-strutture. Aggiunge: “Ilnumero di usuari deimedia sociali aumentaesponenzialmente epoiché la novità si tra-sforma in norma, lepossibilità di influire neldiscorso politico e nella

politica nel futuro, stanno lì”.Cosa c’è dietro a questo modello di“connessione effettiva” per l’AmericaLatina? Una visione strumentale del-l’essere umano, suscettibile di esseredominato dalle tecnologie digitali; lacertezza che in nessun caso le piatta-forme sociali siano un servizio neutra-le che si serve di un servizio generico:si fondano su basi tecnologiche e ideo-logiche e sono sistemi istituzionalizza-ti e automatizzati che inevitabilmenteprogettano e manipolano le connes-sioni.Il governo nordamericano, con la sua“operazione” sta calcolando la possi-bilità che questi strumenti creino unasimulazione di base e facciano franaresistemi politici che non gli risultano“convenienti”. Che parte hanno svoltole reti sociali nella situazione che stan-no vivendo oggi il Venezuela e il Nica-ragua? Già prima avevamo visto lostesso in Bolivia, in Ecuador e inArgentina.

Quando la politica è tecnopoliticaSolo le grandi imprese hanno la capa-cità di computo sufficiente a processa-re le colossali quantità di dati chelasciamo nelle reti sociali, in ogni clical motore di ricerca, nei telefoni cellu-lari, nelle carte magnetiche, nelle chatse nella posta elettronica. La sommadelle tracce e l’elaborazione dei dati glipermette di creare valore. Quante piùconnessioni, tanto più capitale sociale.Ma l’interesse fondamentale perl’apertura dei dati e dell’invito a “con-dividere”, a dare un “like”, o a rispon-dere a un tweet, ecc. non è dell’usua-rio, ma delle corporazioni.Questo potere dà ai proprietari unenorme vantaggio sugli usuari nellabattaglia sul controllo dell’informazio-ne. Cambridge Analytica, un ramolondinese di un’impresa contrattistadegli Stati Uniti dedicata ad operazio-ni militari in rete attiva da un quarto disecolo, è intervenuta in circa 200 ele-zioni in mezzo mondo. Il modus ope-randi era quello delle “operazioni psi-cologiche”; il suo obbiettivo: far cam-biare opinione alla gente, influenzarla,

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Colonialismo 2.0 inAmerica Latina e nelCaribe. Che fare?Con questa lucida analisi dell’attualità, viene inquadrato un percorso possibileper affrontare lo strapotere mediatico del Capitalismo delle Multinazionali, macome sempre serve unità nelle valutazioni e negli intenti. L’autrice è tra i fon-datori di Cubadebate. Questa Redazione deve a lei l’impostazione su cui habasato il lavoro degli ultimi anniRosa Miriam Elizalde *

Rosa Miriam Elizalde

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non attraverso la persuasione, maattraverso il “dominio informativo”.La novità non è l’uso di manifesti,Radio Europa Libera o TV Martí, mail Big Data e l’intelligenza artificialeper rinchiudere ogni cittadino chelascia tracce nella rete, in una bollaosservabile, parametrata e prevedibile.Cambridge Analytica si è intromessain processi elettorali contro leadersdella sinistra in Argentina, in Colom-bia, in Brasile e in Messico. In Argen-tina, per esempio, hanno preso partealla campagna di Mauricio Macri nel2015, creando profili psicologici detta-gliati e identificando persone permea-bili ai cambiamenti di opinione perinfluire, attraverso notizie false e sele-zioni parziali dell’informazione.Appena insediato nel potere, Macri haapprovato un decreto che gli ha per-messo di appropriarsi dei data-basedegli organismi ufficiali per utilizzarliin campagne a suo favore, uno deitanti strumenti con i quali ha tagliatola testa alla base giuridica e istituziona-le della comunicazione forgiata daigoverni di sinistra in Argentina.In America Latina e nel Caribe la poli-tica è diventata tecnopolitica, la suavariante più cinica. Proprio AlexanderNix, CEO di Cambridge Analytica, sivantava con i suoi clienti del fatto cheper convincere “non è importante laverità, bisogna che quel che si dice siacredibile”, ed evidenziava un fattoempirico indiscutibile: il discreditodella pubblicità commerciale di massaè direttamente proporzionale all’au-mento della pubblicità nei mediasociali, altamente personalizzata e bru-talmente efficace.Chi volesse riguardare la pagina dei

soci di Facebook (Facebook Marke-ting Partners) scoprirebbe centinaia diimprese che si dedicano alla compra-vendita di dati che scambiano con lacompagnia del pollice blu. Alcune sisono addirittura specializzate per areegeografiche e per paesi, come CisnerosInterative –del Gruppo Cisneros, cheha preso parte al colpo di Stato controil Presidente Chávez nel 2002-, riven-ditore di Facebook che ormai control-la il mercato della pubblicità digitale in17 paesi della regione.

Che fare?Questi temi sono ancora lontani daidibattiti professionali e dai programmidei movimenti progressisti del conti-nente. Abbondano i discorsi demoniz-zanti o ipnotizzanti che descrivono lanuova civiltà tecnologica, ma manca-no strategie e programmi che ci per-mettano di generare linee di azioneper costruire un modello veramentesovrano dell’informazione e dellacomunicazione e per appropriarcidelle così dette nuove tecnologie.Nella regione non si è riusciti a con-cretizzare un canale nostro di fibraottica, che era un sogno dell’Unasur.Non esiste una strategia di sistema eneanche una cornice giuridica omoge-nea e affidabile che riduca al minimo ilcontrollo nordamericano, assicuri cheil traffico della rete si scambi fra paesivicini, incoraggi l’uso di tecnologie chegarantiscano la discrezione nellecomunicazioni, preservi le risorseumane nella regione e sopprima gliostacoli alla commercializzazione deglistrumenti, contenuti e servizi digitaliprodotti nel nostro territorio.Non si sono fatti neanche grandi pro-

gressi verso un’agenda comune dellecomunicazioni, sovranazionale, e nonci sono spazi dove si possa realizzare.Abbiamo bisogno di reti di osservato-ri che, oltre ad offrire indicatori basicie allarmi sulla colonizzazione delnostro spazio digitale, permettano direcuperare e di socializzare le buonepratiche nell’uso di queste tecnologie edelle azioni di resistenza nella regione,a partire dalla comprensione del fattoche il successo o il fallimento rispettoa queste nuove disuguaglianze dipen-de da decisioni politiche.Nessun paese del Sud da solo -e ancormeno un’organizzazione isolata- puòdisporre di risorse sufficienti a sfidareil potere della destra che si mobilitaalla velocità di un clic.Il dibattito fra apocalittici e integratinella cultura di massa è stato superatoda tempo. Il mondo stabile che descri-veva Umberto Eco non esiste più. Cisono varie vie d’uscita all’orizzonte euna potrebbe essere di riuscire a crea-re i nostri propri strumenti liberatori,ma la ricerca e la costruzione di alter-native non è solo un problema tecno-scientifico: dipende soprattutto dall’“operare collettivo” a breve o mediotermine, con prospettive tattiche estrategiche nella comunicazione facciaa faccia e virtuali che facilitino loscambio delle relazioni sociali e letrame tecniche a favore dei nostripopoli. Facciamolo ora, perché nonabbiamo molto tempo.

* Vicepresidente della FELAP - Fede-razione Latinoamericana dei giornali-sti

(Fonte: Granma - Cuba) 19

““DDooppoo CChháávveezz.. CCoommee nnaassccoonnoo llaa bbaannddiieerree””Nel 2012 “Talpe a Caracas” e nel 2018 “DopoChávez. Come nascono la bandiere”.Presentiamo la recensione del bel libro diGeraldina Colotti dedicato al Venezuela boli-variano, il secondo che la giornalista scrive sultema.Pochissimi ricercatori europei si sono contrap-posti con i loro lavori al martellante raccontoche doveva creare la nuova “icona del male”,quella del governo Maduro in Venezuela.Geraldina Colotti lo ha fatto in modo serio eindagando senza pregiudizi. Con quest’ultimolibro si entra nella trama delle provocazioni edegli attacchi al processo rivoluzionario, consostegno e finanziamento dall’esterno, ma s’in-contrano le risposte della resistenza che emer-ge direttamente dal popolo. Non ci vengononascoste le contraddizioni e le difficoltà delcammino intrapreso con il sogno di Chávez.Troviamo descritto un quadro reale del diffici-le processo di modifica basato sugli idealisocialisti, in un contesto legato a un’economiaper forza interfacciata con il capitalismo dellemultinazionali, le quali non gradiscono leautodeterminazioni, soprattutto in quei paesicon enormi riserve naturali. Geraldina ha gira-to tutto il Venezuela per raccontarci sia le scon-fitte, anche locali, che le enormi vittorie del

processo bolivariano. Dal titolo si desume cheHugo Chávez Frias è stata la prima delle ban-diere innalzate dalla Rivoluzione; le altrenumerosissime che si sono levate in difesa diquel percorso sono quelle delle organizzazionipopolari, quelle del PSUV (Partido SocialistaUnido de Venezuela), dei movimenti studente-schi, di quelli indigeni e contadini. Un grandemerito di questoultimo libro diGeraldina è infattil’indagine nel tes-suto sociale diffuso.I collettivi femmini-sti, le numerosissi-me comuni agrico-le, le milizie rivolu-zionarie e la realtàdei preti con i pove-ri.Il libro ci ricollegaquindi al passatolatinoamericano,alla storica vittoriadi Cuba, al Cile diAllende e alla bar-barie del Plan Con-dor per poterci

spiegare meglio e nei particolari il perché delsostegno popolare al Venezuela bolivariano. Ilgoverno nonostante le difficoltà, prosegue adestinare il 70% delle risorse alle classi poverecon l’obbiettivo di un riscatto sociale. Sonostate smantellate tantissime baraccopoli perassegnare case popolari ammobiliate (circadue milioni fino a tutto il 2017). Sono state

introdotte le pensioni alledonne dopo i 55 anni di età,agli uomini dai 60 e questosenza poter far conto su ine-sistenti contributi degli anniprecedenti all’anno 2000.Dalla prima vittoria di Chá-vez a oggi, il numero deipensionati su 32 milioni diabitanti è salito da 300.000 a3 milioni. L’assistenza sani-taria e la scuola sono gratui-te. Un libro importante percapire bene perché i mediageneralisti ci presentano ilVenezuela come una “ditta-tura” e perché è invece indi-spensabile promuove la soli-darietà anche da noi.

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Molti analisti parlano e scrivono sulprofilo che avrà il neo-eletto governo diAndrés Manuel López Obrador, se saràdi sinistra, di centro-sinistra o di centro-destra, ma la verità è che la realtà tra-scende questi sforzi classificatori edimostra due cose essenziali che, sì,sono ben chiare nei suoi discorsi, neisuoi libri e nella sua carriera: AMLO èanti-neoliberale ed è nazionalista, edessere queste due cose, nell’AmericaLatina 2018, è già sufficiente. Di nazio-nalisti ed anti-neoliberali è lastricato ilcammino delle sconfitte popolari; quasisempre per mano di interventi stranieri,subdoli o meno. Nel suo libro "La mafiaque se adueñó de México… y el 2012"(La Mafia che si è impossessata delMessico… ed il 2012), pubblicato nel2010, un minuzioso e impressionantecammino di López Obrador in tredecenni di politica messicana, questiproponeva dieci obiettivi per vincere leelezioni nel corso dell’anno del titolo:“1. Riscattare lo Stato e porlo al serviziodel popolo e della Nazione”.“2. Democratizzare i mass media”.“3. Creare una nuova economia”.“4. Combattere le pratiche monopolisti-che”.“5. Abolire i privilegi fiscali”.

“6. Esercitare la politica come imperati-vo etico e mettere in pratica l’austeritàrepubblicana”.“7. Rafforzare il settore energetico”.“8. Raggiungere la sovranità alimenta-re”.“9. Stabilire lo stato sociale”.“10. Promuovere una nuova corrente di

pensiero”.Nel suo discorso di vittoria, di certoconciliante, attento ed equilibrato,AMLO è stato più modesto, come chiarriva al governo e deve affrontare lamacchina della demonizzazione prontaa destabilizzare il Paese che governerà,ma oltre ad impegnarsi a spazzare lacorruzione,“la trasformazione che effet-tueremo consisterà, essenzialmente, nelbandire la corruzione dal nostro Paese”,non ha smesso di dire cose come “Per ilbene di tutti, prima i poveri” e che “Inpolitica estera, si tornerà ad applicare iprincipi di non intervento, autodetermi-nazione dei popoli e soluzione pacificaalle controversie”. Purtroppo, proporreciò che dovrebbe essere normale e per-sino conveniente, basta per essere unaminaccia. Pretese più di questo, Fernan-do Lugo, nel piccolo e povero Paraguay?Per non parlare di altri in Paesi piùgrandi, i cui leader sono oggi perseguitidalla “giudiziarizzazione” della politica,tanto di moda nella regione, o hannosubito colpi di stato più o meno segretie spesso riusciti.Allora, perché AMLO ha potuto giun-gere al governo, non è più facile impedi-re che vi giunga che farlo cadere o cer-care i mille e un modo per toglierlo da

lì? In Messico ci sono stati quat-tro periodi elettorali dove si fecela prima cosa, in maniera più omeno evidente, ma sempresporca: una con CuauthémocCardenas e tre con LópezObrador. Violenze, narcotraffi-co e corruzione conseguentihanno trasformato il Messico inuno Stato fallito e ciò non con-viene né al potente vicino delnord né a quelli, dentro e fuori,che hanno bisogno di tranquil-lità per gli investimenti. Il falli-mento della strategia messa inatto da Felipe Calderón, e man-tenuta da Peña Nieto, ha riem-pito di morte un Paese in cuimuoiono, di morte violenta, in

media 85 persone al giorno.In questi 24 anni il neoliberismo è avan-zato in Messico di pari passo col Tratta-to di Libero Commercio con USA eCanada, ciò che ha permesso alle élitedi ritardare l’esplosione di una crisi chenon possono più gestire perché lo stessoTLC ha creato più problemi di quanti

ne abbia risolti, perciò una parte di loroha concordato con AMLO, ciò mi ricor-da un intellettuale messicano che sentìaffermare che la sinistra latino-america-na è diventata l’ambulanza della destra,che resuscita un sistema moribondo e lorimette in sesto affinché continui a trar-re profitto; forse pensando che con illeader di Morena si possa fare lo stesso.Negli ultimi due decenni, sono saliti ecaduti numerosi governi antineoliberaliin America Latina, e solo chi riusciva acompiere le trasformazioni più profon-de è sopravvissuto, ma nessuno di essidisse, il giorno dopo la vittoria, cheavrebbe abolito il capitalismo né cheaffrontava Washington. Se si leggono idiscorsi di Fidel, nelle prime settimanedel 1959, si troveranno le aspirazioni diLópez Obrador: onestà nella pubblicaamministrazione, beneficio per il popo-lo e rispettose relazioni con tutti i Paesi,compresi gli USA, ma né l’oligarchiacubana né i suoi potenti sponsor delnord erano disposti a tollerare che siripartissero le terre e case nelle mani dipochissimi per combattere la miseria:cosa a cui Fidel fece riferimento dal pro-cesso per l’assalto alla caserma Monca-da, sei anni prima.Sono passati quasi 60 anni e qualcosahanno appreso le “vittime” della rivolu-zione. A differenza di ciò che non feceEisenhower con Fidel, almeno Trumpriceverà e parlerà con AMLO, comeBush ricevette Lula… ma il tempopassa e le cose, di solito, si complicanoquando si cominciano a colpire interes-si se, come promesso dal presidenteeletto del Messico, “i contratti nel setto-re energetico firmati con privati sarannorivisti per impedire corruzione o illegali-tà”. Di certo, in quanto alla possibilità dicui tanto si parla, della morte violenta diLópez Obrador, o anche di un golpemilitare in Messico, nessuno devedimenticare che il suicidio di un leader[Eduardo Chibás - ndr], per nulla socia-lista, il cui slogan era “vergogna controdenaro” ed il cui simbolo era la scopaper spazzare la corruzione, a seguito diun colpo di Stato, aprì la porta ad ungiovane politico, dello stesso partito,Fidel Castro, che attuò la rivoluzionepiù radicale dell’emisfero occidentale.

(Fonte: La pupila insomne – Cuba)

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López Obrador:oh! che sarà, chesarà?

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Iroel Sánchez

La vittoria delle elezioni in Messico da parte del candi-dato della sinistra nella valutazione di uno dei più acutiesponenti della “comunicazione” cubana

Andrés Manuel Lépez Obrador

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Il 4 settembre 1970 Salvador Allende, ilcandidato di Unidad Popular – una coa-lizione formata dai Partiti Comunista,Socialista, Radicale e da altri tre piccoligruppi politici – otteneva la prima mino-ranza[1] nelle elezioni presidenziali cile-ne. Allende rappresentava la linea piùradicale del socialismo cileno e durantegli anni Sessanta aveva dimostrato con ifatti la sua profonda solidarietà e amiciziacon il popolo e il governo cubano, alpunto tale che, quando si costituisce laOLAS, Organizzazione Latinoamericanadi Solidarietà, per difendere la Rivoluzio-

ne Cubana stretta sempre più d’assedio,la presidenza di tale istituzione fu affidataall’allora senatore cileno.Alle elezioni del 4 settembre si presenta-rono tre candidati: oltre ad Allende c’erail candidato della destra tradizionale edex presidente Jorge Alessandri; il rappre-sentante della Democrazia Cristiana,partito debole e ormai naufragato, Rado-miro Tomic, in una posizione sfavorevolea causa della tanto propagandata “Rivo-luzione nella libertà”, con la qualeWashington aveva tentato di soffocare lospirito di ribellione popolare sospinto intutto il continente dal luminoso esempiodi Cuba, e che si era rivelata un fiasco.Alla fine della giornata il conteggio ripor-tò le seguenti cifre: Allende (UP)1.076.616 voti; Alessandri (PartidoNacional) 1.036.278 e Tomic (DC)824.849.Tuttavia la legge elettorale cile-na stabiliva che se il candidato trionfato-re non avesse ottenuto la maggioranzaassoluta del voto popolare, il CongressoPleno (cioè le Camere riunite) avrebbe

dovuto eleggere il nuovo presidente tra idue che avevano ottenuto più voti.A nes-suno sfuggiva l’enorme significato storicoche avrebbe assunto il consolidamentodella vittoria di Allende: sarebbe stato ilprimo presidente marxista della storiache giungeva al potere in un Paese occi-dentale, niente meno che in AmericaLatina! E nel contesto istituzionale dellademocrazia borghese, in rappresentazio-ne di una coalizione della sinistra radica-le. L’impatto della vittoria di Allendesulla destra latinoamericana e mondialefu enorme e a partire dalla notte stessa

della vittoria si scatenarono tremendepressioni destabilizzanti.Per ottenere la ratifica della vittoria daparte del Congresso (che era l’unicacosa che poteva legittimamente fare)si dovettero superare enormi ostacoli.Il Partido Nacional si rifiutava e laDemocrazia Cristiana era divisa. Persuperare l’impasse ed esprimere il suovoto favorevole la DC pretese cheAllende firmasse uno “Statuto diGaranzie Costituzionali”. In realtàera un’estorsione mafiosa finalizzata

a frustrare la realizzabilità del programmadi transizione al socialismo. Con questostrumento Allende dovette impegnarsiformalmente ed esplicitamente a preser-vare la libertà di insegnamento, stampa,associazione e riunione - nessuna dellequali era minacciata dal candidato vinci-tore o dal suo programma di governo! – ea indennizzare gli espropri previsti nelprogramma di Unidad Popular. Que-st’ultimo punto rivela chiaramente il ser-vilismo della DC e della destra tradizio-nale nei confronti delle oligarchie locali edell’imperialismo, che esigettero dai lorocompari locali, sedicenti difensori della“democrazia” e della “libertà”, di preser-vare l’assoluta intangibilità dei loro inte-ressi. Successivamente, nel 1971, lo Sta-tuto fu introdotto come riforma dellaCostituzione.Il Congresso fissò per il 24 di ottobre1970 la riunione che avrebbe conferma-to la vittoria di Allende.Tuttavia il giornoprecedente un commando della destraferì gravemente in un attentato terrorista

il generale costituzionalista René Schnei-der, che morì pochi giorni dopo. Schnei-der aveva affermato che le forze armatecilene dovevano rispettare il verdettodelle urne e pagò la sua presa di posizio-ne con la vita. Si suppone che a pianifica-re e a mettere in pratica tale mortale ope-razione sia stata la CIA, che seguivamolto da vicino gli avvenimenti in Cilefin dal principio degli anni Sessanta, incollaborazione con un gruppo dell’estre-ma destra cilena. Nonostante talemomento drammatico, o forse a causadelle gravi conseguenze politiche che siprofilavano all’orizzonte, il Congressoprocedette a ratificare il trionfo di Allen-de, con 153 voti favorevoli e 35 contrariche optarono per Alessandri.

[1] Per "prima minoranza" si intende ilprimo gruppo tra i tre di minoranza. Ilsistema cumulativo di maggioranza tra ledue Camere è una particolarità cilena.(NdR)

Condivido una nota in omaggio allamemoria di un personaggio di capi-tale importanza per Nuestra Améri-ca, nel 110° anniversario della suanascita: Salvador AllendeÈ risaputo che con il trionfo della Rivolu-zione Cubana nel 1959 l’America Latinae i Caraibi ripresero la marcia verso laloro Seconda e definitiva Indipendenza.L’ascesa di Hugo Chávez alla presidenzadi quella che in seguito sarebbe diventatala Repubblica Bolivariana del Venezuela èusualmente considerata la seconda pietramiliare di questa lunga marcia.Tutto ciòè indubbio, tuttavia tralascia un’impor-tantissima tappa intermedia, breve ma dienorme importanza: il contributo delgoverno di Salvador Allende e di UnidadPopular in Cile tra il 1970 e il 1973, cheè fondamentale salvare dall’oblio nelquale è stato sepolto dall’immenso appa-rato propagandistico della destra tantoall’interno come fuori dal Cile.Allende arriva al Palazzo della Monedacon un programma di governo che nonha nulla da invidiare a quello che piùtardi riusciranno a realizzare - in un con-

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Vittoria elettorale di Allende,offensiva terrorista e ruolodella Casa Bianca. Lezioni per il presenteLa fase attuale d’attacco ai governi progressisti latinoamericani ha un esem-pio storico da non dimenticare; accadde proprio un settembre di molti anni fa

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Atilio A. Borón *

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Allende armato esce dalla Moneda

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testo internazionale, economico e politi-co molto più favorevole – i governi boli-variani del Venezuela, Bolivia ed Ecua-dor. Uomo di incrollabili convinzionisocialiste Allende non tardò neppure unsecondo nell’applicare il programma diUP, adottando misure di fondamentaleimportanza come la nazionalizzazionedelle ricchezze naturali del Cile: la gran-de estrazione di rame, ferro, salnitro, car-bone in possesso di imprese straniere, trale quali i giganti dell’industria del rameAnaconda Copper e Kennecott, e deimonopoli nazionali. Con un investimen-to iniziale di circa 30 milioni di dollari, in42 anni l’Anaconda e laKennecott trasferironoall’estero utili superioria 4.000 milioni di dolla-ri. Allende non si limitòa questo provvedimen-to, ma nazionalizzò laquasi totalità del sistemafinanziario: la banca pri-vata e le assicurazioni,acquisendo a condizionivantaggiose per il suopaese la maggioranza azionaria dei loroprincipali componenti. Nazionalizzò laInternational Telegraph and Telephone(IT&T), che deteneva il monopolio dellecomunicazioni e che prima dell’elezionedi Allende aveva organizzato e finanziato,insieme alla CIA, una campagna terrori-sta per impedire l’insediamento del presi-dente socialista. Recuperò la grandeimpresa siderurgica, creata dallo stato esuccessivamente privatizzata. Accelerò eapprofondì la riforma agraria, che con ilsuo predecessore democristiano avevaavanzato a passo lento e vacillante. Unalegge quasi dimenticata della fugaceRepubblica Socialista del Cile (4 giugno– 13 settembre 1932) dava facoltà al pre-sidente di espropriare aziende bloccate oabbandonate dai proprietari. Si costituìuna “area di proprietà sociale” attraversola quale le principali imprese che condi-

zionavano lo sviluppo economico e socia-le cileno (come quelle relazionate con ilcommercio estero, la produzione e distri-buzione di energia elettrica, il trasportoferroviario, aereo e marittimo, le comuni-cazioni, la produzione, raffinazione edistribuzione del petrolio e dei suoi deri-vati, la siderurgia, la produzione dicemento, la petrolchimica e la chimicapesante, la cellulosa e la carta) passaronosotto il controllo statale.Allende fece tutto questo nei pochi annidel suo governo, oltre a creare una gran-de casa editrice popolare, Quimantú, peravvicinare la cultura universale alle cilene

e ai cileni e restituirela dignità a un popo-lo sottomesso persecoli al giogo di unaferoce oligarchianeocoloniale.E il governo di UPfece tutto, assoluta-mente tutto senzauscire dal quadrocostituzionale e lega-le vigente, cionono-

stante l’opposizione – la vecchia destraoligarchica e settori progressivamentemaggioritari della Democrazia Cristiana- strisciò senza la minima vergogna nelfango dell’infamia, gettando al vento ilsuo (sempre scarso) rispetto per le normedemocratiche per assumere il ruolo diagente locale delle manovre criminalidella reazione imperialista. Manovre cheWashington aveva scatenato la notte stes-sa del 4 settembre 1970, quando si stava-no ancora contando i voti che avrebberoassegnato la vittoria a UP. Il banditoRichard Nixon, furioso, ordinò di sabota-re a ogni costo l’imminente governo diAllende. L’omicidio del generale costitu-zionalista René Schneider, poco primache il Congresso Pleno (a camere riunite)ratificasse la vittoria di Allende, fu ilprimo anello di una catena funesta dieventi che con la dittatura di Pinochet

avrebbero seminato morte e distruzionein Cile. La solidarietà permanente diAllende con la Rivoluzione Cubana e contutte le lotte di emancipazione dell’epoca,prima e dopo l’assunzione della presiden-za, fu un ulteriore fattore che scatenò leire della Casa Bianca e la sua decisionecategorica di ucciderlo. Nel 1967 in qua-lità di Presidente del Senato, Allendeaveva accompagnato di persona Pombo,Urbano e Benigno, i tre sopravvissutidella guerriglia del Che in Bolivia, pergarantire il loro sicuro ritorno a Cuba.Perciò la sfida che prospettava il medicocileno, la costruzione di un socialismo“con sapore di vino rosso e di empana-das”, precursore del socialismo del ven-tunesimo secolo, incontrava da parte diWashington un rifiuto viscerale e merita-va quindi una lezione esemplare. In par-ticolare nel momento in cui l’impero,fiaccato dall’imminenza di una sconfittacatastrofica in Vietnam, sentiva la neces-sità di assicurarsi l’incondizionata sotto-missione del suo “cortile di casa”. MaAllende, un marxista senza riserve, noncedette di un millimetro, né riguardo allesue convinzioni, né riguardo alle politicheperseguite dal suo governo. E pagò con lavita la sua fermezza, come disse nel suoultimo discorso a Radio Magallanesquell’infausto 11 settembre 1973.Il 26 giugno di quest’anno, nel quale sicompiono 110 anni dalla sua nascita, èdoveroso tributare un sentito omaggio auna figura universale, degna di ammira-zione, essenziale della Nuestra América, ilgrande precursore del periodo di affer-mazione della sinistra che avrebbe avutoinizio in Venezuela nel dicembre del1998.

* Contributo tratto dal sito del noto acca-demico, politologo e sociologo argentino,con lauree ad Harvard (USA), Santiagodel Cile e Buenos Aires. Borón tiene corsianche presso Catedra Guevarista diRosario, Argentina

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Presentiamo una piccola recensione di ungrande libro.Il 4 settembre 1970 Salvador Allendedivenne il primo presidente socialistademocraticamente eletto e il Cile diedeinizio alla prima Rivoluzione non armata.Da poco è stato presentato presso “WOWSpazio Fumetto” di Milano, la graphicnovel della casa editrice Edicola, dal titolo“Gli anni di Allende”, che narra con pas-sione e rigore storico quelle vicende. I duegiovani autori, entrambi cileni, l’illustrato-re Rodrigo Elgueta e lo sceneggiatoreCarlos Reyes, in questa occasione hannoraccontato la sfida di trasformare a fumet-ti uno dei capitoli più importanti della sto-ria.Il libro illustrato è stato già tradotto inTurchia, Spagna e Francia e racconta conpassione e rigore storico gli eventi politici,riportandoci alle speranze e alle paure dei

protagonisti diallora spiegandoil modo in cuinacque e vennedistrutto unesper imentosociale uniconel XX secolo.Fumetto stori-co, documenta-rio per immagi-ni, sceneggiatura fedele di una delle pagi-ne più affascinanti e rivoluzionarie dellastoria moderna, il libro è, sia dal punto divista dei contenuti che delle immagini,frutto di una ricerca storica e iconograficaminuziosa e dettagliata che si traduce nelrealismo grafico e nella ricchezza dei testi.Attraverso gli occhi di un giornalista nor-damericano inviato in Cile che ci vienemostrato il susseguirsi vertiginoso dei fatti

politici che culminarono nel colpo diStato di Pinochet, ma anche il contestosociale e culturale che animava il Cile inquegli anni, dalla musica di Victor Jara alcinema di Raúl Ruiz, dall’arte di stradadella Brigada Ramona Parra fino alle cele-brazioni per il Nobel a Pablo Neruda, ilfiglio del popolo che per primo elevò il suopaese alla notorietà internazionale.Consideriamo questa graphic novelun’opera di grandissimo livello e la consi-gliamo vivamente.

Salvador Allende con Fidel Castro

Qui sopra i due autori

Gli anni di Allende

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In Colombia, gli agenti mercenari del-l’oligarchia si sono specializzati nell’as-sassinare i dirigenti politici e sociali didiverso calibro, negli ultimi 70 anni. DaJorge Eliecer Gaitan sino a personecoinvolte nell’ultima campagna presi-denziale di Gustavo Petro, gli attentatisono una costante come riportato dalDifensore del Popolo (difensore civicodei diritti umani. ndt) del Paese confi-nante: più di 300 dirigenti sociali e atti-visti dei diritti umani sono morti permano del paramilitarismo, del sicariatopolitico e della violenza armata ufficiale.Quella stessa strategia sembra avere uncarattere di esportazione, se prendiamoin considerazione quanto dichiarano sulVenezuela i personaggi più rappresenta-tivi dell’establishment colombiano, doverecentemente c’è stato un tentativo diassassinare il Presidente Nicolás Madu-ro. Il Presidente nazionale ha diretta-mente accusato Juan Manuel Santos,uscente dal suo ruolo presidenziale maancora parte dell’oligarchia mediaticatramite la sua ricca famiglia, del tentatoomicidio ed esiste materiale di liberaconsultazione che contraddistinguequesta possibilità come certa.

Ragioni del sospettoL’ultima dichiarazione di Santos sulVenezuela chiarisce l’obiettivo principa-le della politica estera colombiana:“Vedo vicina la caduta del ‘regime’ diMaduro” e ha insistito sul fatto che“magari domani” stesso terminasse ilgoverno di Maduro, nel qual caso “laColombia sarebbe più che disposta epronta ad aiutare in ogni modo possibi-le”. L’aveva detto il 30 luglio scorso, unasettimana prima del volo dei droni. Ilgoverno colombiano è pienamentecoinvolto nella destabilizzazione econo-mica, finanziaria e persino sociale delsuo vicino, giungendo persino a com-promettersi con gli USA per bloccarecibo e medicine importate, in preceden-za, dal Governo Bolivariano. Assassina-re Nicolás Maduro sarebbe stata la cilie-

gina sulla torta. Bisogna prendere inconsiderazione che la Colombia, men-tre Santos è stato nella Casa de Nariño(palazzo presidenziale. ndt), non hadesignato alcun ambasciatore a Caracasdopo le turbolenze diplomatiche tra idue Paesi nel 2016, per cui si è alzato iltono conflittuale negli ultimi tempi. Unaltro impegnato nella distruzione delVenezuela è Alvaro Uribe Velez, che lostesso giorno dell’attentato spiegava adimpresari USA perché invadere il Paeseper rovesciare il governo Maduro, con ilPentagono come vitale protagonista nel-l’operazione. Non è nuova la sua minac-cia poiché Uribe aveva già fatto appelloalle Forze Armate Nazionali Bolivariane(FANB) a deporre il presidente, a gen-naio, così come recentemente avevafatto domenica: il giorno dopo la fallitamissione di porre fine alla vita del capodi Stato venezuelano. Pertanto, gli atto-ri più importanti della politica colom-biana invocano, costantemente, uncolpo di Stato in diversi modi e contem-plando varie risorse. Lo stesso presiden-te eletto Ivan Duque, protetto di UribeVelez ha promesso, analogamente, difare sforzi per togliere Maduro da Mira-flores. È proprio l’ala più legata all’esta-blishment USA quella che pone ildiscorso sul lato belligerante contro ilVenezuela, e questo non dovrebbe esse-re una sorpresa.

Il ruolo degli USARisalta, quindi, il mandato da parte deicentri di potere degli USA agli attoridell’oligarchia colombiana al fine dipromuovere un conflitto su larga scalacon il Venezuela. È documentato e ana-lizzato, in precedenza, da questa tribu-na. Ma la cosa più importante da sotto-lineare, in questo momento, sono ledichiarazioni e scoperte che hannoavuto Bogotá come protagonista dipunta nei piani di intervento contro ilPaese. Colui che fino a pochi mesi fa erail direttore della Central IntelligenceAgency (CIA), Mike Pompeo, ora

segretario di Stato di Donald Trump,aveva riconosciuto di lavorare in coordi-namento con i governi di Messico eColombia per rovesciare il GovernoBolivariano.Tattiche diverse si mescola-no con i colpi, economico-finanziari emediatici, decisioni militari sulla frontie-ra, tra le altre mosse usuali dei manualidella CIA, già conosciuti nella guerrasporca contro altri Paesi della regionenel corso del XX secolo. Il vantaggioche gli USA hanno in Colombia sonol’infrastruttura militare trincerata terri-torialmente in nove basi e l’influenzache hanno sul sistema economicocolombiano.Tutte le risorse della guerracontro il Venezuela, e questa volta speci-ficamente sul Presidente Maduro, sonodelegati se hanno accento colombiano.In effetti, il media di New York Bloom-berg confermava che USA e Colombiacoordinavano un’operazione militareinterna alle FANB per rovesciare il Pre-sidente Maduro, chiamata “OperazioneCostituzione”. Ciò non accadde perché“qualcosa è fallito”, secondo il reporta-ge. Si espone Bogotà come il centrodella fallita cospirazione, dove attual-mente risiede il sedicente “TribunaleSupremo di Giustizia in esilio” in attesadi giudicare Maduro. Lo stesso presi-dente venezuelano ha denunciato, a finegiugno, che dalla Colombia si venivapreparando un’operazione false flag perincriminare il Governo Bolivariano perpresunti crimini di lesa umanità: “mon-tano delle falsità da Bogotá, per turbarela pace del Venezuela e contano su unpugno di traditori, politici traditori,militari in pensione traditori, che nonrappresentano la nazionalità venezuela-na”. Con dichiarazioni e recenti proveche la Casa de Nariño pianifica unacospirazione contro la stabilità del Vene-zuela, non solo a breve ma a medio elungo termine, non risulta quindi illogi-co che il fallito assassinio contro il capodello Stato venezuelano abbia improntacolombiana.(Fonte: Mision Verdad - Venezuela)

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Indizi ed elementi: l’oligarchia colom-biana dietro il pianodi assassinioNon è irragionevole pensare che il governo colombiano sia coinvolto nel-l’operazione che mirava ad assassinare il Presidente Nicolás Maduro (el’alto comando militare) tramite droni ed esplosivi. I politici più importantidel Paese vicino hanno dichiarato pubblicamente e in varie occasioni,che avrebbero gradito vedere rovesciato il chavismo dal potere

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Rispetto a Cuba, nulla è cambiatoSenza mai rinunciare a nessuno dei propri principi, Cuba tende ad avere imigliori rapporti con l’ingombrante vicino e ribadisce con forza le proprieragioni

Arthur González

Dal 1959 Fidel Castro ha cercato dimantenere una relazione amichevolecon gli Stati Uniti, come dimostratodurante la sua prima visita a Washin-gton nell’aprile dello stesso anno.Tuttavia, là subì ostilità e il rifiutodell’allora presidente Dwight Eisen-hower, che non volle salutarlo.Eisenhower era contrario alla vittoriadella Rivoluzione, cosa che manife-stò insieme ad Allen Dulles, diretto-re della CIA, in una riunione delConsiglio di Sicurezza Nazionale,tenutasi nel dicembre 1958.Nonostante tutte le aggressioni con-tro Cuba, nell’agosto 1961, a soli tremesi dall’invasione organizzata dallaCIA, il Comandante Ernesto CheGuevara ha incontrato con discrezio-ne il giovane consigliere della CasaBianca Richard Goodwin, conl’obiettivo di aprire un dialogo e tro-vare la possibilità di una convivenzanormale tra i due Paesi.Con tutte le amministrazioni, Cubaha cercato tale armonia tra vicini, mal’opposizione estremista degli yankeeha sempre fatto atto di presenzafacendo fallire le conversazioni avvia-te.Raggiungendo l’accordo per l’aper-tura delle Sezioni di Interesse nel1977, sotto la presidenza di JamesCarter, le pressioni dell’estremadestra reazionaria, guidata dal Con-sigliere per la Sicurezza NazionaleZbigniew Brzezinski, hanno impedi-to un avanzamento nel camminoverso il ristabilimento di piene rela-zioni diplomatiche, nonostante l’in-teresse di Cyrus Vance, segretario diStato in quel momento.Secondo rapporti declassificati,Brzezinski riteneva che “Cuba fosseuna delle zone più erogene della poli-tica estera degli Stati Uniti” e avevadubbi sull’utilità delle conversazionicon i cubani. Pertanto, assunse posi-zioni di forza e progettò, insieme allaCIA, azioni per rendere più tese ledeboli relazioni stabilite.Una situazione simile la troviamo 40anni dopo nell’attuale amministra-zione di Donald Trump.Per verificare che si tratta della stessalinea d’azione, basta ricordare la crisiinventata dei cacciabombardieriMiG-23 nel 1978, informazione

“trapelata” alla stampa per provoca-re la reazione negli Stati Uniti, fino alpunto di volerla equiparare alla Crisidei Missili del 1962.Di fronte a questo, sono ripresi i volidi spionaggio con gli aerei SR-71,violando lo spazio aereo di Cuba,voli che Carter aveva sospeso comeatto di buona volontà.Questa minaccia è stata inventatacome pretesto per comprometterel’atmosfera, di fronte al timore che sipotesse avanzare verso la parzialerimozione del blocco economico,cosa inaccettabile per l’estremadestra.La stessa cosa hanno fatto con lefalse accuse elaborate dalla CIA, chetruppe cubane insieme a quelle delKatanga, avevano invaso lo Zaire,fatto noto come Shaba II.Fidel aveva rapidamente risposto chetutto era assolutamente falso e basa-to su menzogne sfacciatamente reite-rate. Quell’energico atteggiamentoaveva eliminato la possibilità checontinuassero a ingannare l’opinionepubblica.Fidel non ha mai permesso falseaccuse e lo stesso ha fatto quandol’allora sottosegretario di Stato, JohnBolton, insieme alla CIA, divulgò lanotizia che Cuba stava producendoarmi biologiche.La risposta del leader cubano è stataimmediata, qualificandola comemenzogna e inganno, affermando:“Se uno scienziato cubano appartenen-te a una qualsiasi delle nostre istituzionibiotecnologiche, avesse cooperato conqualsiasi Paese nello sviluppo di armibiologiche, o avesse tentato crearle dipropria iniziativa, sarebbe stato imme-diatamente processato per tradimentodel Paese”.Fidel ha sempre ripetuto agli yankee:“Non illudetevi, non possiamo esserepressati, impressionati, corrotti o com-prati, basta con le false accuse”.Risultato, la menzogna fu smasche-rata.Al momento, chi fa pressione sullaCasa Bianca è il senatore MarcoRubio, un membro della comunitàanti-cubana, che, insieme alla CIA,snerva le deboli relazioni diplomati-che stabilite da Barack Obama, che,come Carter, ha mantenuto il blocco

commerciale e finanziario, il finan-ziamento alla sovversione, Radio eTV Martí, la Ley de Ajuste Cubano,la Legge Torricelli e la Helms Bur-ton, e non ha mai permesso diaffrontare la questione della restitu-zione del territorio cubano occupatodalla base navale a GuantánamoA causa delle attuali pressioni,Trump ha abrogato la direttiva presi-denziale di Obama, che cercava diabbattere il socialismo dall’interno,usando il settore dei lavoratori nonstatali, la chiesa e la controrivoluzio-ne interna.Come parte delle nuove menzogne,hanno inventato i falsi attacchi acu-stici e le false malattie provocate,qualcosa di ridicolo che ancora con-tinuano a mantenere come notizia, alfine di avere il pretesto per chiuderefinalmente la loro ambasciata a LaHabana, che attualmente lavoramolto meno di quando sono stateaperte le sezioni di interesse nel1977.Il governo cubano lo ha ribadito. GliStati Uniti mentono e non hannopresentato una sola prova del fatto.È la storia stessa che dimostra l’as-senza di volontà politica di mantene-re una relazione normale e armonio-sa con Cuba, seguendo le stesseargomentazioni fornite dal direttoredella CIA e dal presidente degli USAnel dicembre 1958: “Dobbiamo evi-tare la vittoria di Fidel Castro”.È la storia stessa che dimostra l’as-senza di volontà politica di mantene-re un rapporto normale e armoniosocon Cuba, basato sugli stessi argo-menti offerti dal direttore della CIAe dal presidente degli Stati Uniti neldicembre 1958: “Dobbiamo evitare lavittoria di Fidel Castro”.Gli yankee vogliono una Cuba sotto-messa, compiacente e senza sovrani-tà, così come l’hanno avuta dal 1898al 1959 quando è arrivato Fidel e limise a posto.Gli Stati Uniti devono ricordare chei cubani hanno imparato da JoséMartí a dire sempre la verità, poichécome egli ha assicurato: “Non simente quando si porta la Patria nelcuore”.

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Continua l’assedio yankee con-tro Cuba

Coloro che hanno creduto alla storiache Barack Obama avesse ammorbi-dito le pressioni contro Cuba, adessopotranno conoscere ciò che realmen-te ha significato la sua decisione, nel2015, di spostarla dalla lista dei Paesipatrocinatori del terrorismo a quelladei paesi sotto osservazione, qualco-sa che in pratica è stato solo un colpodi effetto psicologico, dal momentoche le sanzioni applicate dagli StatiUniti sono simili per entrambi igruppi. Ha fatto lo stesso con la listadei Paesi che consentono il traffico dipersone.Questa verità è stata ratificata inquell’occasione da tre funzionari delDipartimento di Stato, che hannosegnalato:“Togliere Cuba da quella lista non rendeil blocco più flessibile, perché ci sonomolti altri regolamenti e divieti nell’am-bito della politica di blocco, che sonoindipendenti dalle sanzioni che implicaessere nella lista”.Il 29 giugno 2018, il Dipartimento diStato, nella sua relazione annuale sultraffico di persone, ha ratificato, per ilquarto anno consecutivo, che gliStati Uniti mantengono Cuba nellalista dei Paesi sotto sorveglianza peril traffico umano, e quindi con tuttele sanzioni che si applicano in questicasi.Tra le giustificazioni per mantenereCuba in tale lista, adducono che “ilgoverno cubano non ha dimostrato unaumento nei suoi sforzi per eliminare iltraffico di persone, rispetto l’anno prece-dente, e neppure rispetta pienamente ilminimo di norme per l’eliminazione deltraffico umano”.Menzogne e invenzioni che servonoda pretesto per continuare la guerraeconomica contro il popolo cubano,con l’intento di ucciderlo per fame eche pensi che sia il socialismo l’unicoresponsabile di tante penurie e affin-ché il suo modello economico nonvenga copiato da altri Paesi dellaregione.Così è stato spiegato da specialisti delCouncil on Foreign Relations nel1999, quando hanno assicurato:“L’opposizione degli Stati Uniti alla

Rivoluzione cubana e il sostegno allademocrazia e allo sviluppo in questoemisfero, sono riusciti a contrastare leambizioni cubane di espandere il pro-prio modello economico e l’influenzapolitica”.L’attuale relazione afferma, con tota-le spudoratezza, che “il governo cuba-no non criminalizza la maggior partedelle forme di lavoro violento o di traffi-co sessuale di ragazzi tra 16 e 17 anni,e non ha informato i servizi specializza-ti per le vittime identificate”.Gli organismi delle Nazioni Unitericonoscono i risultati di Cuba nellavoro con l’infanzia, portandola aesempio, ma gli Stati Uniti nonaccettano l’opera della Rivoluzione,

in questa e in altre materie. Progetta-no crociate di disinformazione perstabilire matrici di opinione contrarieal processo cubano. Anche nel rap-porto di quest’anno tornano a men-tire, dicendo che “le autorità dell’Isolanon dispongono di procedure per identi-ficare proattivamente le vittime del lavo-ro forzato e del potenziale traffico ses-suale, né per individuare le vittime diatti illeciti commessi in conseguenzadiretta della tratta”.Per gli yankee, il “lavoro forzato”sono le “scuole al campo”, dove glistudenti fanno lavori non retribuiti inagricoltura; menzogne per screditarel’opera della Rivoluzione che, dal1959, ha dato a tutti i ragazzi l’acces-so gratuito all’istruzione, fino all’uni-versità.A Cuba, nessun bambino lavora, néli si vede nelle discariche a raccoglie-re rifiuti, né a pulire vetri delle auto,fare i pagliacci o vendere cianfrusa-glie per potersi nutrire, come succe-de in altri Paesi.Né le ragazze devono prostituirsi epartecipare all’industria del cinemaporno, come negli Stati Uniti, dovesono vittime di abusi sessuali e delconsumo di droga.I bambini cubani non possono esse-re vittime della tratta verso altri paesiperché per viaggiare hanno bisognodi una procura legale dei loro duegenitori, oltre alla difficoltà di ottene-re un visto per visitare qualunquenazione, a causa dei requisiti imposti,solo per Cuba, dalle ambasciate a LaHabana, come quello di avere unconto corrente bancario di nonmeno di cinquemila dollari e altri.Un altro argomento fabbricato eincluso nel rapporto del Dipartimen-to di Stato, è che Cuba invia i propriprofessionisti della Salute in altriPaesi, cosa che essi qualificano “lavo-ro forzato”, disprezzando il lavoroumanitario che svolgono medici,infermieri e tecnici della salute, innazioni che non hanno abbastanzamedici o questi si rifiutano di lavora-re in zone disagevoli.La manipolazione politica controCuba è generale e per gli Stati Uniti,il fatto che lo Stato sia il principaledatore di lavoro nell’economia cuba-na, è da loro considerato come unelemento per includerla in quellafalsa lista che nessuno al mondo haloro richiesto.Nel febbraio 2018, funzionari delDipartimento di Stato e del Ministe-ro degli Esteri di Cuba hanno avutodegli incontri su come proteggere levittime della tratta delle persone,dove la parte cubana ha spiegato chenel 2016 sono stati processati nel-l’Isola 21 casi per reati di corruzionedi minori e prossenetismo e tratta dipersone.Sebbene da diversi anni il Diparti-mento di Stato riconosca nel suorapporto che “le autorità cubanestanno prendendo provvedimentiper migliorare la situazione” insiste

nel distorcere la realtà dicendo che“non dimostrano in generale di averaumentato gli sforzi rispetto al perio-do precedente”.È il piano per distorcere la realtà delpopolo cubano, che è molto diversadal resto dell’America Latina quantoa sicurezza pubblica e lotta controquesti reati, comprese le mafie ditrafficanti stranieri, fatti che le auto-rità nordamericane conoscono per-fettamente.Gli Stati Uniti sono uno i maggioriviolatori dei diritti dei bambini, ma siarrogano il diritto di essere giudicimondiali, specialmente contro iPaesi che hanno governi per loro nonaccettabili.Recentemente è venuta alla luce l’as-senza di controllo delle autorità sta-tunitensi su migliaia di bambini lati-noamericani che hanno passato ilconfine dal Messico, il cui luogo disoggiorno è sconosciuto.Dati ufficiali dicono che, solo nel2014, circa 66.000 bambini sonoentrati negli Stati Uniti non accom-pagnati, e questo rappresenta unpericolo sostanziale per quei bambi-ni che cadono nelle mani di mafiededite al traffico umano, di organi, diprostituzione infantile e di traffico euso di droga.A Cuba non sono segnalati casi dibambini sequestrati o spariti, né divendita di organi, né prostituzioneforzata, come avviene quotidiana-mente negli Stati Uniti.I bambini cubani hanno garantital’istruzione, compresa quella cultu-rale e sportiva, la salute e un’infanziafelice, nonostante le difficoltà econo-miche provocate da guerra e dallapersecuzione degli Stati Uniti controla Rivoluzione. Nessun giovane sul-l’isola è ucciso da armi da fuoco ven-dute indiscriminatamente, comeaccade ogni giorno nel Paese di chi sicrede giudice del mondo.Gli USA non adempiono al lorodovere di proteggere i bambini,quando nel loro sistema penale neassumono molti come adulti. Inquasi tutti gli stati, si consente che iminorenni vengano giudicati comeadulti e in 15 di essi, questa modali-tà è obbligatoria in alcune circostan-ze. Si stima che ogni anno 250.000minori sotto i 16 anni siano proces-sati penalmente come adulti.La politica aggressiva e ostile delleamministrazioni yankee non riesce aoffuscare l’opera della Rivoluzionenella protezione e nella cura deibambini e dei giovani, che ricevonouna scrupolosa attenzione fin daiprimi anni di vita, cosa che non per-donano e evitano che sia d’esempio.Questa è l’animosità che sentono ecome ha detto José Martí: “È l’odiodi chi non ispira simpatia verso chi laispira, del meschino verso il genero-so”.

(Fonte: El Heraldo Cubano )

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Viviamo tempi di intensa battaglia diidee, come già da tempo Fidel ci haindicato. Se alla fine del secolo scorsoci hanno venduto la ricetta delpostmodernismo come appello alquietismo, al feroce individualismo,alla fine delle utopie; ora convertonoin termine alla moda la post-verità. Imedia lo usano ripetutamente e ungruppo di teorici ne discute ardente-mente significato e portata. Il diziona-rio di Oxford l’ha proclamato il ter-mine inglese (post-truth) più utilizza-to nel 2016. La Reale Accademia diSpagna l’ha santificato nel 2017. Die-tro la valanga, si pretende di seque-strare ancora una volta la vittima piùfrequente di tutti i conflitti: LA VERI-TÀ.Per il filosofo britannico A. C. Gray-ling il mondo della post-verità influi-sce negativamente sulla “conversazio-ne pubblica” e sulla democrazia. “Èuna cultura in cui alcune affermazionisu Twitter hanno lo stesso peso di unabiblioteca piena di ricerche.Tutto è relati-vo. Si inventano storie tutto il tempo”.Si cerca di gestire la frontiera dellemenzogne, di invertire i campi dellamoralità, di allargare la prevalenzadell’individualismo. Si apre la strada

all’egemonia di ciò che il noto intel-lettuale polacco Zygmunt Bauman hachiamato, alla fine del secolo scorso,la “modernità liquida” in cui nulla èsolido: né lo Stato-Nazione; né lafamiglia, né il lavoro. “È il momentodella deregolamentazione, della flessibi-lizzazione, della liberalizzazione di tuttii mercati”, segnalava. “Non ci sonomodelli stabili né predeterminati in que-sta versione privatizzata della moderni-tà. E quando il pubblico non esiste piùcome solido, il peso della costruzione deimodelli e la responsabilità del fallimentocadono totalmente e fatalmente sullespalle dell’individuo”.Con la post-verità veniamoindotti ad accettare che la veritàsia stata superata, che l’abbiamolasciata alle spalle. Si vende l’ideadell’impossibilità dell’emancipa-zione, del trionfo delle apparenzesul certo, dell’inesorabile obsole-scenza dell’etica.Ma viviamo realmente nell’era dellaPost-verità? O è semplicemente iltempo della moltiplicazione dellestesse menzogne del passato, grazieall’esistenza e all’interazione dellemoderne infrastrutture tecnologiche,delle attuali pratiche di comunicazio-

ne, compresi i socialnetwork digitali, e deicomportamenti socialipredominanti?

Cuba: assediomediatico perma-nente

Guardando da Cuba,le qualificazioni nonvalgono molto. La tra-iettoria dei grandimedia e le campagnemediatiche dell’imperoe dei suoi alleati controquesto Paese sonosempre state invariabil-mente le stesse daltrionfo rivoluzionariodel 1959. Manipolazio-ni, grossolane menzo-gne, mezze verità,immagini scattatecome in un Parco Giu-rassico, si sono conti-nuamente ripetute per

quasi 60 anni.È stata demonizzata l’esecuzionedella condanna a morte dei criminalibatistiani, che assassinarono migliaiadi figli di Cuba; è stata manipolata lanazionalizzazione legale e giusta dellesocietà nordamericane che domina-vano la maggior parte dell’economiadel Paese; è stata propagata l’immagi-ne di Cuba come obbediente satellitesovietico; è stato distorto lo scopodella presenza internazionalista cuba-na in Africa (che ha preservato l’indi-pendenza dell’Angola, ha contribuitoalla liberazione e all’indipendenzadella Namibia e ha aiutato a sconfig-gere l’ignominiosa Apartheid in SudAfrica); e sono state raccontate innu-merevoli volte le Ore Finali di Castroo del socialismo a Cuba.I grandi media della stampa o i libellilocali di Miami, le agenzie di stampae la radio a onde corte sono serviti neiprimi decenni della Rivoluzionecome veicoli principali e quasi quoti-diani delle campagne contro Cuba.Più che spazi di comunicazione eranoservili strumenti di propaganda eaggressione. Vale la pena ricordarecome il New York Times censurò unampio reportage sul reclutamentodella forza mercenaria che avrebbedovuto invadere Cuba nel 1961, alfine di non rivelare il coinvolgimentodel governo degli USA in quel piano,o quello scandaloso e risibile dispac-cio dell’agenzia UPI degno di studiodella beffa nelle scuole di giornali-smo, nel quale si parlava del riuscitosbarco della forza mercenaria nel-l’inesistente Porto di Bayamo.Simbolico per questi tempi è che laprima offensiva mediatica della Rivo-luzione cubana, dal 21 al 19 gennaio1959, fu chiamata OPERAZIONEVERITÀ; quando Fidel convocò piùdi trecento giornalisti provenienti dadiverse parti del mondo per chiarirela giustezza dei processi intrapresicontro i criminali batistiani ed espor-re con fermezza i principi del nascen-te processo rivoluzionario.Da quelle giornate sarebbe nata l’ideadi creare i primi media internazionalidella Rivoluzione: l’agenzia di stampaPrensa Latina e la stazione radio adonde corte Radio Habana Cuba.A capo di Prensa Latina ci sarebbe

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L’era della post-verità o della moltiplicazionedelle stesse menzogne?Ingerenze mediatiche contro i processi progressisti latinoamericani: diamorilievo a questo importante articolo che spiega la genesi e l’attualità del terro-rismo dell’informazioneRandy Alonso Falcón

Fin dall'inizio battaglia sull'informazione

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stato il giornalista e rivoluzionarioargentino Jorge Ricardo Masetti,amico e discepolo del Che, che nelprocesso di fondazione dell’Agenziaavrebbe tracciato, con cristallina chia-rezza, il principio d’azione:“Noi siamoobiettivi ma non imparziali. Riteniamoche sia una codardia essere imparziali,perché non si può essere imparziali tra ilbene ed il male”.

Nuovi tempi, nuove Tecnologie: ilmonopolio di sempre

L’era dell’informazione o la Societàdell’Informazione in cui viviamo,come indistintamente la chiamano glistudiosi, è stata teatro di cambiamen-ti sostanziali nei modi e nella velocitàdella comunicazione. Internet haesteso la portata dei media, ha resoistantanee le notizie, ha ampliato lefonti di emissione e moltiplicato ilvolume di informazioni circolanti.Ma ci sono cose che non sono cam-biate: il potere mediatico rimane nellemani di pochi, la manipolazione e lamenzogna continuano a essere learmi preferite contro coloro che cer-cano di far fronte al dominio egemo-nico del capitale e del mercato; si con-tinua a imporre e standardizzare idee,simboli, culture.Un pugno di oligarchi della finanza edell’industria, appartenenti a quellaélite transnazionale dell’1% che suoleriunirsi a Davos o con il Gruppo Bil-derberg, controlla sempre più i mediae i messaggi che vengono emessi. Lì sisono installati anche i magnati dellenuove tecnologie e dei social networkdigitali, come l’uomo attualmente piùricco del mondo, Jeff Bezos, padronedi Amazon, della società di turismospaziale Blue Origin e adesso anchedel Washington Post, il secondomezzo di comunicazione classificatonel Ranking di Alexa per gli USA.Pochi imperi sono i proprietari deigrandi giornali e delle televisioni nellaricca giungla mediatica statunitense;solo cinque gruppi controllano lastampa francese a larga diffusione.Non pochi media latinoamericanisono sotto il controllo di gruppi statu-nitensi e spagnoli.Già nel 1843, nella sua Monografiadella Stampa Parigina, Honoré deBalzac avvertiva che quando unuomo d’affari compra un giornale(un mezzo di comunicazione direm-mo oggi) lo fa “…o per difendere unsistema politico il cui trionfo gli inte-ressa, o per trasformare se stesso inpolitico, facendosi temere”.Le insidie, le falsità, la manipolazionemediatica, che in precedenza eranoesercitate dalle agenzie, dalle radio odalle pubblicazioni stampate, sonoora ampiamente diffuse dalla televi-sione satellitare, da siti digitali didiversa origine, o attraverso i miliardidi utenti dei social network.I poteri mediatici globali maneggianoanche i fili dei mezzi di comunicazio-ne locali. I messaggi e le opinioni chevengono emessi a Washington, New

York, Miami e Madrid vengonoriprodotti con immediatezza e pro-fusione nei media dominanti inAmerica Latina, le cui azioni sonoin buona parte nelle mani di grup-pi aziendali, finanziari o mediaticidegli Stati Uniti o della Spagna.

I media come Partiti politici:Strumenti di guerra

Nello scontro ideologico e mili-tare della globalizzazione, imedia e i social network digita-li agiscono come una forzapolitica e un’arma da combat-timento. Sono conveniente-mente utilizzati per la provo-cazione, l’esaltazione e l’am-morbidimento dei conflitti.Bisogna ricordare il ruolo delletelevisione e dei giornali dell’oli-garchia venezuelana nel coordina-mento e nell’esecuzione del golpecontro il Presidente Hugo Chávez,nell’aprile 2002.Né bisogna dimenticare come NewYork Times e Washington Post sianostati convenientemente usati per giu-stificare l’invasione dell’Iraq nelmarzo del 2003. Nel giornale di NewYork, in quei giorni, si potevano leg-gere titoli come: “Arsenale segreto:alla ricerca dei batteri da guerra” o“Un iracheno parla dei nuovi siti diarmi chimiche e nucleari”. Quegliarticoli erano firmati dalla giornalistadi punta del Times Judith Miller, cheha riconosciuto che riceveva questeinformazioni dal cosiddetto IraqiNational Congress, un’organizzazio-ne con sede a Washington e finanzia-ta dalla CIA. I servizi segreti intossi-cavano l’informazione per spaventareil pubblico statunitense e propiziare loscenario di guerra.In modo simile hanno fatto nelleguerre di Libia e Siria o nella freneti-ca offensiva totale contro la Rivolu-zione Bolivariana in Venezuela: inven-tare lo scenario, generare incertezza,promuovere l’odio, attizzare la violen-za.Nel Manuale dell’Esercito degli USAper la Guerra Non Convenzionale del2010, si definisce chiaramente la con-nessione media-guerra: “L’aspettopiù importante di un’insurrezione disuccesso è la fattibilità del messaggio.È essenziale che il messaggio raggiun-ga le persone e abbia un significatoper il loro modo di vivere. L’insurre-zione non può ottenere un sostegnopassivo o attivo senza raggiungerequesti obiettivi. Questo fa sì che lin-guaggio, cultura e geografia dellemasse siano particolarmente impor-tanti”.Riafferma inoltre che “…l’ideologiacome insieme interrelazionato di cre-denze, valori e norme viene utilizzataper manipolare e influire sul compor-tamento degli individui dentro ilgruppo”.Il Manuale definisce un’escalation diazioni per portare a degrado morale,resa o sconfitta militare del governo

nemico.Tra loro segnala in ordine diescalation:- La creazione di un’atmosfera di dif-fuso malcontento attraverso la propa-ganda e gli sforzi politici e psicologiciper screditare il governo.- L’agitazione, la creazione di un’opi-nione pubblica favorevole (evocandola causa nazionale), la creazione di sfi-ducia nelle istituzioni vigenti.- L’intensificazione della propaganda,della preparazione psicologica dellapopolazione alla ribellione.Questo non somiglia troppo a ciò cheè successo in Venezuela e ciò cheadesso succede in Nicaragua?E tra l’atro, nello stesso Manuale del-l’Esercito statunitense si stabilisce cheuno dei primi obiettivi da annientareda parte dell’insurrezione (leggasidagli alleati di Washington) sono imedia dell’avversario. Nella fase 6della strategia si include una delleoperazioni da eseguire: “Selezionarecome obiettivi l’infrastruttura del-l’area di retroguardia, come depositidi carburante e di munizioni, i cantie-ri ferroviari, gli aeroporti, i corsi d’ac-qua, gli impianti di generazione dienergia elettrica, nonché le installa-zioni di radio, televisione e altri mezzidi comunicazione di massa”.

Demonizzare, che porta frutti

La nuova strategia imperiale per con-trastare l’avanzata dei processi pro-gressisti nella regione e impedire laproiezione politica ed elettorale deileader popolari è l’uso delle categoriegiudiziarie preparate e modellate conil finanziamento, la scuola e gli wor-kshop dell’impero per arginare coloroche possono essere un freno per larestaurazione conservatrice e neolibe-rale in America Latina e all’ingerenzastatunitense nella regione. In questoperverso cammino, hanno comeprincipali alleati i gruppi mediaticidella destra latinoamericana.Il Potere Giudiziario, sotto il presun-to manto della lotta alla corruzione, èdivenuto negli ultimi anni un potentespazio in cui si dispiegano, quasisenza limite, le strategie di destabiliz-

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Il ciuccio informativo

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zazione e persecuzione politica. Sfrut-ta il fatto che questo è l’unico potereche non deriva dalla volontà popola-re, ma da complessi e manipolati pro-cessi di concorsi e designazioni politi-che, e che possiede privilegi esclusivie aberranti. Non a caso ecco le mano-vre della destra boliviana per far abor-tire il processo di elezione popolaredei giudici, promosso in quel Paesedal governo del Presidente EvoMorales.La “giudiziarizzazione” della politica,come è stata chiamata questa strate-gia di manipolazione della giustizia,viene accompagnata dal ruolo attivodei media per denigrare i processipopolari e screditare i loro leader. Sicercano disprezzo e distruzione del-l’immagine pubblica, per raggiungerela disaffezione politica dei più notiavversari della furibondadestra della regione.Così hanno attaccato Lula,Dilma, Cristina, Correa,Lugo, Milagros Salas.Come punta della lancia, leintense campagne mediati-che di Globo, Clarín,Grupo El Comercio. Peresempio, il polverone messosu da TV Globo, poche set-timane fa, quando un giudi-ce brasiliano ha accettato lapetizione dell’Habeas Cor-pus per Lula. L’onnipotenteimpero della comunicazio-ne in Brasile si è scandaliz-zato per la decisione e quasichiede il linciaggio dell’au-torità giudiziaria.Agiscono, inoltre, in crescente artico-lazione con le reti sociali digitali, inmaggioranza tendenti a destra, i cuidati sono monitorati dalle agenzied’intelligence e da laboratori mediati-ci, come evidenziato nello scandalo diCambridge Analytica e nella sua rac-colta di milioni di dati di Facebook.

Le Reti Sociali Digitali come eco-sistema informativo e ghettoideologico

All’egemonia analogica e digitale deimedia tradizionali, ora si somma l’ac-celerato processo di accaparramentodel mondo dell’informazione, dell’in-trattenimento e della pubblicità daparte dei monopoli tecnologici comeFacebook, Google (e la sua matriceAlphabet), Apple, Amazon e pochialtri.Facebook, per esempio, si è pratica-mente eretto in uno stato virtuale conleggi proprie e senza frontiere. Oltre2.260 milioni di utenti mensilmenteattivi hanno la propria rete sociale diriferimento; equivalente a quasi unterzo della popolazione mondiale e aun numero di persone maggiore diquelle che vivono negli USA, in Cinae in Russia messe insieme.Attualmente, queste reti sociali nellospazio pubblico digitale sono canalifondamentali di distribuzione dell’in-formazione su scala globale, anche se

sono calate rispetto agli anni prece-denti, dato i nuovi algoritmi di Face-book e altri fattori, come rivelano glistudi di Reuters del Digital NewReport.Ma sono anche ricchissime fonti diraccolta di dati sui gusti, preferenze,attitudini e stati d’animo di milioni diutenti. Un Big Data che viene poi uti-lizzato a proprio vantaggio da azien-de, politici e agenzie di Intelligence.Nel loro travolgente divenire, questereti sociali agiscono come grandi edi-tori di contenuti, che decidono qualisaranno privilegiati e quali saranno daloro tralasciati; manipolano algoritmiper sospingere determinate informa-zioni; distribuiscono e servono perdistribuire premi e punizioni (in unvergognoso gioco di censura - auto-censura).

Come sottolinea il Pew ResearchCenter, “… società tecnologichecome Facebook e Apple sono diven-tate attori integrali, se non determi-nanti, in tutti gli ambiti, soppiantandoselezioni e scopi dei media, con pro-pri decisioni ed obiettivi”.Si arrogano il diritto di censurare, pernudità, la nota foto della bambinabruciata dal napalm lanciato daibombardieri yankee in Vietnam, purconsentendo la viralità dei video del-l’opposizione venezuelana, pieni diviolenza fino al parossismo, di decinedi persone bruciate vive. Riproduco-no apertamente le campagne difinanziamento dell’opposizione golpi-sta, mentre bloccano temporanea-mente l’account Facebook della Dot-toressa Mariela Castro, considerandoinappropriato che diffondesse il contobancario aperto a Cuba per riceveredonazioni finanziarie per aiutare lecentinaia di migliaia di cubani vitti-me, le settimane precedenti, del pas-saggio del più potente uragano mairegistrato nella zona dell’Atlantico.Allo stesso tempo servono da veicoloper spingere l’autocensura. Non dirado, coloro che si manifestano al difuori delle tesi dominanti, ricevonooffensive dequalificazioni che agisco-no da avvertimento o da tentativo diintimidazione per altri. Così, la cen-sura ora non la esercitano più solo igoverni, i poteri economici, politici omediatici, ma anche gruppi di cittadi-

ni (generalmente di destra o con posi-zioni estreme) che agiscono comerepressori di idee, che non tolleranoopinioni dissenzienti, si rialimentanotra loro e sono capaci di linciare chi aloro giudizio attenta a ciò che essiconsiderano incontrovertibile.L’uso manipolativo e violento dellereti sociali è stato convenientementeattuato nell’ambito delle strategieimperiali e della destra continentalecontro Venezuela, Cuba, Bolivia ealtri processi progressisti della regio-ne. Questo non preoccupa per nientegli Zuckerberg, Page e altri gerarchidelle TIC, che si affrettano a rico-struire la propria immagine negliUSA e in Europa, dopo le numerosedenunce sul ruolo che hanno avutonei risultati della disputa elettoralestatunitense, nel referendum Brexit e

altri rilevanti processi.

Strategie di laborato-rio

Laboratori mediatici,ancorati in università oaziende private, lavoranoincessantemente percostruire cose immagina-rie e fabbricare “realtà”.Così hanno fatto contro iprocessi a Cuba,Venezue-la, Ecuador, Bolivia, Bra-sile, Argentina. Usano glistrumenti della psicome-tria, i favolosi elementiforniti dall’utilizzo di BigData, fanno leva sulla

crescente connettività per aumentarel’audience e segmentare il pubblicocon messaggi specifici, ben studiati,che manipolano le emozioni e gliimpulsi soggettive degli individui conuna sorta di “divide et impera” abanda larga.S'investono miliardi in questi centri diricerca, da dove si organizzano cam-pagne politiche e mediatiche. A que-sto si aggiunge l’azione dei servizi diintelligence dell’impero e di altrepotenze, il Comando Cyberspazialedel Pentagono e le stesse aziendedelle telecomunicazioni, tanto legatea strategie e interessi del governo sta-tunitense.Ciò che è successo in Venezuela, dal2017 e in Nicaragua negli ultimimesi, riflette le varie tecniche e le sofi-sticate metodologie che oggi si usanoper intervenire contro i processi pro-gressisti della regione, basati fonda-mentalmente sull’uso intensivo dipiattaforme sociali, insieme al com-portamento manipolativo e perversodelle piovre mediatiche tradizionali.Contro Cuba si esercitano le stessestrategie sovversive, forse su diversascala. Un’altissima percentuale deinon meno di 20 milioni di dollari chegli USA destinano ogni anno ai pro-grammi di ingerenza e sovversivi aCuba hanno come componente prin-cipale e/o obiettivo le tecnologie delletelecomunicazioni e lo spazio pubbli-co digitale cubano. Sono noti i pro-

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Uso e abuso dei social media sul Venezuela

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grammi Zunzuneo e Piramideo, con-dotti dall’USAID (una sorta di CIAcivile) e da altre agenzie del governostatunitense con l’aiuto di impreseappaltatrici e presunte ONG.Adesso, con il supporto di diversigoverni europei, nella terziarizzazionedella sovversione, finanziano mediadigitali privati e organizzazioni politi-che con ingannevoli piattaformeideologiche, organizzano corsi di for-mazione e seduzione per giovani gior-nalisti cubani e offrono loro generoseborse di studio universitarie, struttu-rano programmi destinati alla comu-nicazione per il segmento più giovanedella popolazione cubana.Insieme a questo, persistono nelsostenere i mostri anticubani deno-minati a sproposito Radio e TVMartí, per i quali spendono più di 30milioni di dollari l’anno; una parte deiquali utilizzata per strategie di comu-nicazione sul web.

Che fare? La nostra capacità dirisposta

In un messaggio aigiornalisti cubani, il 2luglio 2008, ilComandante in CapoFidel Castro segnala-va con chiarezza laprincipale sfida deinostri tempi per noiche svolgiamo lacomunicazione: “Laverità nel nostrotempo naviga in maritempestosi(…) Que-sta è la sfida dei gior-nalisti cubani!”.E lo è anche per i gior-nalisti onesti e gliintellettuali impegnatidella nostra regione.Alla monopolizzazio-ne informativa, allenotevoli risorse finan-ziarie, scientifiche etecnologiche, all’am-piezza e portata della strategia dell’av-versario, si uniscono le nostre difficol-tà a diffondere il nostro messaggio, aconnetterci comunicativamente con idiversi settori, ad adottare gli sviluppiraggiunti dalla comunicazione con-temporanea. Sono parte delle varie eprofonde sfide che abbiamo noi dellasinistra e del campo progressista nellastrategica battaglia mediatica, checome parte della lotta ideologicaviene combattuta palmo a palmonella Nuestra América.Nell’ottima analisi della situazionelatinoamericana attuale che fa nel suoarticolo “Fine del ciclo progressista oprocesso per ondate rivoluzionarie”, ilvicepresidente boliviano Álvaro Gar-cia Linera avverte i nostri processi diuna delle principali sfide: “Nellagestione del governo a volte diamo lapriorità all’azione politica contro leforze di opposizione, la mera gestioneamministrativa o anche la ricerca disuccessi economici. Ma se tutto que-

sto lo facciamo senza una battagliaculturale, una politicizzazione socialeo una spinta di un significato logico emorale del mondo che si stacostruendo, la buona gestione politi-ca, amministrativa e anche economi-ca si tradurrà in un indebolimento delgoverno, un allontanamento di setto-ri popolari e una crescita della rasse-gnazione conservatrice nelle spiega-zioni del mondo, nella percezionepopolare”.“Proprio questo è uno dei problemipiù importanti che stanno attraver-sando i governi progressisti e rivolu-zionari; la ridistribuzione della ric-chezza senza politicizzazione sociale”.[…] “se questa espansione della capa-cità di consumo, della capacità di giu-stizia sociale, non viene accompagna-ta dalla politicizzazione sociale rivolu-zionaria, con il consolidamento diuna spiegazione culturale, con la vit-toria di un ordine logico e morale delmondo, prodotto dallo stesso proces-so rivoluzionario, non si sta vincendo

il senso comune dominante. Ciò chesi sarà ottenuto è creare una nuovaclasse media con capacità di consu-mo, con capacità di soddisfazione, maportatrice del vecchio senso comuneconservatore”.“La grande sfida che qualsiasi proces-so rivoluzionario duraturo ha, èaccompagnare la redistribuzionedella ricchezza, l’espansione dellacapacità di consumo, l’espansionedella soddisfazione materiale dei lavo-ratori, con un nuovo senso comune econ una nuova maniera quotidiana dirappresentare, orientare e agire nelmondo, che rinnovi i valori della lottacollettiva, della solidarietà e le cosecomuni come patrimonio morale”.Di fronte a tale scenario nella batta-glia mediatica, urge ripensare lenostre strategie comunicative, coordi-nare gli sforzi tra i mezzi di comuni-cazione (tradizionali, comunitari ealternativi) su cui puntiamo perun’America Latina più giusta e unita,

rafforzare i media pubblici e quelli deimovimenti sociali, rinnovare e rende-re più creativa la nostra comunicazio-ne ma che sia più efficace, dare voceai comunicatori popolari, rafforzare lanostra presenza nello spazio pubblicodigitale per democratizzarlo e diffon-dere le nostre idee, con l’accento sullalotta nei social network.I governi progressisti della regionehanno bisogno di una strategia comu-nicativa chiara e all’offensiva, chediventi una fortezza della sua gestionee in una magnifica via per l’intensabattaglia delle idee che ci si prospetta.Abbiamo dimostrato di avere capaci-tà e modi di fare efficaci.Vi sono Tele-sur, La Jornada, Pagina 12, le radiocomunitarie, siti digitali come quellodi Alainet, Red58, Brasil de Fato oCubadebate, da dove modestamentecombattiamo la nostra battaglia.Il Venezuela ha dimostrato che si pos-sono anche svolgere battaglie vittorio-se nei social network, nonostantel’evidente tendenza a destra e le

manipolazioni. La Rivo-luzione Bolivariana hatenuto testa nelle retidigitali con la sua mili-tanza popolare, attiva,preparata, organizzata.Accanto a ogni hashtagche la controrivoluzioneha trasformato in tren-ding topic [argomentodi tendenza-ndt] duran-te questi mesi di guerratotale, le forze rivoluzio-narie hanno posto unoo più hashtag di rispo-sta.Consiglio di leggerel’articolo di Red58:“¿Por qué Venezuelasalió victoriosa en lamás reciente guerra decuarta generación?”(Perché il Venezuela havinto nella più recenteguerra di quarta genera-zione?), che abbiamo

pubblicato anche su Cubadebate.È stata una battaglia che Chávez hapromosso dal suo account Twitter@Chavezcanganga, e che ora Madu-ro continua. O come fa brillantemen-te il Presidente Evo Morales, con isuoi saggi e diretti messaggi dal suoaccount Twitter @Evoespueblo.Ma abbiamo bisogno che in questispazi ci sia anche la nostra genteumile, la più impegnata, la più com-battiva, la più esclusa, anche nelle reti.I nostri popoli devono assumere que-sti spazi virtuali non come semplicispettatori, ma come partecipanti atti-vi dalle idee. Comprenderne l’uso,sfruttarne gli algoritmi, socializzare lemigliori esperienze, addentrarci neilabirinti del “Big Data”, fa parte dellenostre sfide.Seminare idee! Seminare idee! Semi-nare idee! come un giorno ci ha chie-sto Fidel.

(Fonte: Cubadebate - Cuba)

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Circolo di Lecco

Scambio culturale tra studenti lec-chesi e cubani.

Da sempre l’attività della nostra Asso-ciazione a favore di Cuba si realizzaseguendo due grandi filoni: la solidarie-tà politica attraverso l’informazione perdare giusto risalto ai contenuti socialiche la Rivoluzione Cubana esprime, ela solidarietà materiale. Quest’ultimafinalizzata a progetti mirati di aiutoconcreto, concordati con le autoritàcubane, attraverso donazioni di mate-riali, che contribuiscono così allo svi-luppo di diversi settori della societàcubana, penalizzati dal blocco econo-mico imposto dall’imperialismo norda-mericano.A questo tipo di solidarietà si

è aggiunta negli anni quella promossada alcuni coordinamenti regionali conle provincie cubane, tramite le brigatedi lavoro volontario, creando contattidiretti e durevoli con la popolazionelocale.Iniziative culminate l’anno scorso conla celebrazione dei 20 anni di “Herma-namiento” con la provincia di LasTunas, da parte del coordinamentoregionale della Lombardia.Per dare spessore e qualità a questoimportante appuntamento, il Circolodi Lecco, rinnovato e ringiovanito nellasua direzione, e supportato dall’espe-rienza dell’instancabile Gildo, ha cre-duto, sostenuto e lottato per un proget-to innovativo. Portare un gruppo distudenti lecchesi a visitare Cuba, nonda semplici turisti, ma a contatto con larealtà quotidiana vivendola con il lorocolleghi studenti di pari grado.E’ stato un sogno per il circolo di Leccoche si è concretizzato grazie alla sensi-bilità dei dirigenti scolastici lecchesiGiovanni Rossi e Raimondo Antonaz-zo, coadiuvati dai loro insegnanti. Pro-getto basato sullo scambio intercultu-rale tra il Liceo Alessandro Manzoni edil centro preuniverstiario IPVCE LuisUrquiza Jorge ed il Liceo Bertacchi conla Scuola d’Arte El Cuculambé di LasTunas, volto ad approfondire la cono-scenza e favorire lo scambio tra diverseculture e realtà. Un’esperienza di stu-dio in simbiosi col sistema educativocubano unito a momenti di vita incomune tra gli studenti degli istituticoinvolti. La condivisione di questimomenti di socializzazione è stata favo-

rita dall’assistenza dei nostri volontarilombardi sia durante l’organizzazionedel viaggio e poi alla visita a luoghi diinteresse generale, come scuole di ogniordine e grado, di strutture industriali ei servizi di pubblica utilità. Progetto chesi ripetuto puntualmente anche que-st’anno 2018, in virtù della promozio-ne esercitata da coloro che hanno vis-suto la prima esperienza in terra cuba-na.Abbiamo quindi contribuito porta-re l’informazione vera della realtà diquel Paese, legata ai valori fondantidella Rivoluzione Cubana, a diversigiovai e alle loro famiglie italiane.Quest’anno, a coronamento diun’esperienza indimenticabile, la visitastudentesca si è conclusa con la parte-cipazione al corteo del Primero deMayo nella Plaza de la Revolución diLas Tunas, una manifestazione popola-re di massa che ha visibilmente impres-sionato i nostri giovani. Il giornoseguente, la partenza, è stato contrad-distinto da abbracci e commosse lacri-me di rimpianto per coloro che non nevolevano sapere di tornare in Italia.L’iniziativa , come sempre, è stata sup-portata logisticamente dai dirigentilocali dell’ICAP,.Un ringraziamento va espresso all’Am-ministrazione del Comune di Lecco eall’Assessora Simona Piazza, che hafortemente sostenuto l’iniziativa, peravere concesso il patrocinio al progettoformativo dei nostri studenti lecchesi.

Il Direttivo del Circolo di Lecco – Vit-torio Arrigoni

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a Cura di Rocco Sproviero

[email protected]

appuntamento con

Le notiziedai

Circoli

Le notiziedai

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PIEMONTE Collegno Via Tampellini 39 - 10093 Colle-gno (TO), tel. 3478122535 [email protected] Cuneoc/o PRC Via Saluzzo 28 - 12100 Cuneo, tel. [email protected] Giaveno-Val Sangone c/oEchos, Via Avigliana 9 – 10051 Avigliana (TO), tel.3358017772 [email protected] Novara tel.3490603822 [email protected] Rivoli tel. [email protected] Torino Via Nicola Fabrizi 55 –10143 Torino, tel. 3331214828 [email protected] ValleSusa Via Martiri della Libertà – 10050 Vaie (TO), tel.3385807647 [email protected]

LOMBARDIA Abbiatense-Magentino tel. [email protected] Bassa Bresciana tel. 3348631139 [email protected] Borghetto Lodigiano c/o PRC ViaGaribaldi 8 - 26812 Borghetto Lodigiano (LO), tel.3483127066 [email protected] Brugherio c/o Casa del Popo-lo–PRC, Via Cavour 1 - 20861 Brugherio (MB), tel.3395944749 [email protected] Cologno Monzesetel. 3388559304 [email protected] Como ViaLissi 6 – 22100 Como, tel. 3497289971 [email protected] Cremona tel. 3394458112 [email protected] Lecco c/o ARCI Via Cesare Cantù 18 -23900 Lecco, tel. 3479696296 [email protected] c/o ARCI Via Maddalena 39 - 26900 Lodi, tel.3386841659 [email protected] Milano Via Pietro Borsieri 4- 20159 Milano, tel. 02680862 [email protected] Milano tel. 3283858041 [email protected] Paviac/o CGIL - Emilio Ricci Piazza D. Chiesa 2 - 27100 Pavia,tel. 331117140 [email protected] Sesto S. Giovanni-Cinisello Balsamo c/o ARCI Nuova Torretta Via SaintDenis 102 - 20099 Sesto San Giovanni (MI), tel.3358321080 [email protected] Varese c/oARCI Via Monte Golico, 14/16 - 21100 Varese, tel.3348461887 [email protected]

TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano c/o FIOM-CGILVia Roma 79 - 39100 Bolzano, tel. [email protected] Trento c/o PRC Via Santa Marghe-rita 20 - 38122 Trento, tel. [email protected]

VENETO Venezia Calle Dorsoduro 3686 - 30123 Vene-zia, tel. 335266736 [email protected] Verona ViaGerolamo Dai Libri 4 - 37131 Verona, tel. 3474898012 [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIA Pordenonese c/o ARCI ViaM Ciotti 11 - 33086 Montereale Valcellina (PN), tel.3383130544 [email protected] Trieste c/o Casa delPopolo Via Ponziana 14 - 34137 Trieste, tel. [email protected]

LIGURIA Celle Ligure–Cogoleto-Varazze Via Risso 28 -17015 Celle Ligure (SV), tel. 3886115991 [email protected] CerialeVia Concordia 6/8 - 17023 Ceria-le (SV), tel. 3494238797 [email protected] Genova c/oPRC Bianchini Piazza Romagnosi 3 - cancello - 16137Genova, [email protected] Imperia c/o ARCI Cir-colo Antonio Gramsci, Bastioni di Mezzo 6 – 18100 Impe-

ria, tel. 3387777749 [email protected] San Remo tel.3496921794 [email protected] Savona c/o SMS Fornaci,Corso Vittorio Veneto 73/R – 17100 Savona, tel.3335259029 [email protected]

EMILIA ROMAGNA Castell’Arquato tel. 3381632434Parma tel. 3394991697 [email protected] Pia-cenza c/o Libreria Fahrenheit 451,Via Legnano 4 – 29121Piacenza, tel. 3492929085 [email protected] Raven-nate tel. 3492878778 [email protected] Reggio Emiliac/o Circolo ARCI Pigal,Via Enrico Petrella 2 – 42122 Reg-gio nell’Emilia, tel. 3473823549, [email protected] c/o Centro di Quartiere San Lorenzo,Via Berga-mo 2 – 47838 Riccione (RN), tel 3398084259,[email protected]

TOSCANA Alta Maremma c/o PRC,Via Marco Polo 4– 57025 Piombino (LI), tel. [email protected] Firenze c/o Circolo Arci Unione,Via Chiantigiana 177 – 50126 Firenze, tel. [email protected] Livorno c/o PRC, Borgo Cap-puccini 278/t – 57126 Livorno, tel. [email protected] Lucca–Versilia Piazza San Romano 16– 55100 Lucca, tel 3408596063 [email protected] Nuovo Oratoio s/b – 56121 Pisa, tel. [email protected] Poggibonsi c/o PRC, ViaTrento 47 – 53036 Poggibonsi (SI), tel. [email protected]

MARCHE Senigallia c/o Stadio Comunale, Via MonteNero – 60019 Senigallia (AN), tel. [email protected]

LAZIO Marino c/o Bibliopop “G.Rosati”,Via Silvio Pelli-co 12 – 00047 Santa Maria della Mole (RM), tel.3333166588 [email protected] RomaVicolo Scavolino 61 – 00187 Roma, tel. [email protected] Roma J.A. Mella tel. 3394605762 [email protected] Velletri tel. 3386077187 [email protected]

CAMPANIA Avellino c/o Roulette Agency, Via Verdi 9 –83100 Avellino, tel. [email protected] Salerno Via CristoforoCapone 47 – 84135 Salerno, tel. [email protected]

SICILIA Catania Vicolo Beritelli 7 – 95124 Catania, tel.3388039189 [email protected] Palermo c/o PRC,Via Serra di Falco 152/a – 90145 Palermo, tel. [email protected] Petralia Sottana tel. 3299455308 [email protected]

SARDEGNA Nuoro Vico Giusti 17 – 08100 Nuoro, tel.3385452957 [email protected] Sassari tel.3283590444 [email protected] Sinnai Via Emilia22 – 09048 Sinnai (CA), tel. 3282815716 [email protected]

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