claudio dionesalvi - 'ndrangheta potere del non-governo

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  • 8/6/2019 Claudio Dionesalvi - 'Ndrangheta POTERE DEL NON-GOVERNO

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    16 STORIE2011.08.18

    APERTURA di Claudio Dionesalvi

    'ndrangheta POTERE DEL NON-GOVERNO nata mille anni fa, ben prima di mafia e camorra, figlia di un'antica crisi politica edeconomica e scaturisce dalla necessit di colmare un vuoto di potere. Un saggio appenauscito e ancora inedito in Italia racconta da dove nasce la malavita calabrese. A partire dalsostantivo bizantino andragathia. Ne parliamo con l'autore, il linguista John Trumper

    La 'ndrangheta? molto pi vecchia di quanto si pensi. Nata mille anni fa, figlia diun'antica crisi politica ed economica. Ed scaturita dalla necessit di colmare un vuoto dipotere. Parola di John Trumper, uno degli esponenti della linguistica moderna. Lo spiega in

    un suo recente saggio intitolato Slang and Jargons, che non ha ancora visto la luce in Italia,essendo apparso sinora solo in inglese per i tipi della Cambridge University, nel volumeRomance languages curato da Martin Maiden, John Charles Smith e Adam Ledgeway. Robache scotta! E che quaggi far discutere non soltanto gli studiosi di lingue antiche, quandosar tradotta in italiano. uno studio destinato a riscrivere la storia della 'ndrangheta dalle fondamenta. Si fondasull'etimologia della parola. Il prof non ha dubbi: Andragatos soltanto un nome, vuol dire"buon uomo". Per fare chiarezza, occorre osservare i verbi greci. Dai due elementi, cioandros e agatos, si creato un nuovo verbo greco andragatizo che significa: "in origine hocoraggio". Interessante, tuttavia, l'uso dei due verbi nelle prime epopee popolari del mediogreco. Ho studiato le tre edizioni del Digenes Acritas che una famosa epopea popolaremedievale. La pi antica quella di Grottafferrata, la seconda del monastero delle isole diAndros e la terza nell'Escorial di Madrid. All'inizio sembra ci sia stato un conflitto: da unaparte i termini andrio ("ho coraggio") con andria ("coraggio"), dall'altra andragatizo ("faccioil coraggioso") con il sostantivo andragathia. La seconda coppia (verbo e sostantivo) sispecializza con il senso di "esercitare un ruolo di borghese o piccolo nobile che sa usare learmi". Sono quegli uomini che i Bizantini usavano per colmare i vuoti di potere dellapropria governance nelle terre periferiche.Nell'amministrazione dell'epoca, per esempio, verso l'anno mille, c' un famoso Andrea diRende che diventa il giudice bizantino a Squillace. Lui un giudice di carriera. Comunque,nel frattempo, molta piccola nobilt bizantina, tipo i Malena, riempie gli spazi lasciati dal

    potere centrale in momenti di vacatio. Eh s - spiega Trumper - perch hanno studiato,allora possono leggere lo Ius civile di Giustiniano nella versione greca. Cos riescono ademettere sentenze in greco corretto. Ma sanno usare bene pure la spada, quindi hanno lacapacit di comandare soldati. Per rendere esecutiva una sentenza, possono ordinare a unatruppa di farlo. gente che normalmente non ha una funzione amministrativa, per in casistraordinari, viene chiamata ad esercitarla. In questa fase storica si verificano spesso vuotidi potere. All'epoca i Bizantini cominciano a perdere terreno in Calabria. Gi nell'880riprendono Santa Severina e Amantea, occupate dagli Arabi. Li rispediscono in mare. SantaSeverina fortificata nell'ambito della riconquista dello Ionio. Amantea invece viene persauna seconda volta. Gli Arabi ci resteranno per pi di cento anni. Infatti sono presenti ancoraarabismi nel lessico dei pescatori. Termini che non trovi nel resto della regione. Per esempio,

    l'ambra, cio la rosamarina, una gustosa e piccante specialit calabra. I pescatori di Tropea eAmantea la chiamano ambra, che la parola araba per la neonata di pesce.Dunque nel cuore del medioevo, a queste latitudini, i cambiamenti geopolitici sono

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    improvvisi e ripetuti. Trumper sottolinea che a un certo punto al generale Niceforo Focasnon interessa pi la Calabria, perch c' un vuoto di potere al centro dell'impero. Alloraritorna a Costantinopoli e diventa imperatore. Nei suoi domini italici, l'amministrazionebizantina riesce a malapena a fare il censimento delle propriet. Lo affida alla chiesa. AReggio fa il censimento dei gelsi, del vino, delle altre produzioni. I Bizantini inventano il

    famoso kapnikon: "vedi un filo di fumo, calcoli le tasse". Oggi possiamo anche quantificarela popolazione del tempo, in base a questo criterio. Di fatto, l'Impero d'oriente perde poterein periferia, eppure prova a trattenerlo. Quando nel 1060 arrivano i Normanni, trovano unpaese allo sbando, con gli Arabi che invadono, depredano e si ritirano perch non possonogestire un territorio cos tortuoso e vasto. Mantengono la Sicilia, ma non hanno i mezzi percontrollare tutta la Calabria. Allora fanno delle scorribande. Una volta cercano persino dioccupare Cosenza, ma muoiono tutti di malaria lungo il Crati. Arrivano fino a Montalto,addirittura a Gergeri. Cafaruni e Gergeri sono gli unici nomi arabi di Cosenza. Hafr vuoldire dirupo. Gergeri il luogo in cui fanno crescere le canne da zucchero lungo il fiume.Ma, con l'arrivo dei Normanni, la situazione sembra cambiare: presidiano alcune zone,normannizzano Cosenza, impongono la loro amministrazione, buttano fuori gli arcivescovi

    greci di Bisignano e Cosenza (Costantia), che erano suffraganei di Reggio, e li sostituisconocon Arnolfo I e Arnolfo II. Arrivano quasi a chiudere Vibo e Nicotera. Ruggero - spiegaTrumper - ci sistema il suo scrivano, Goffredo di Malaterra, che suo biografo, ne raccontala campagna militare. Ruggero istituisce il vescovato di Mileto per il suo scrivano. Lui pensa:"quando passo da qui, voglio una casa, pace, lo scrivano al mio servizio, che poi ilvescovo". Lancia un ultimatum all'arcivescovo metropolita di tutta la Calabria e la Sicilia,che greco: "se vuoi restare qui, tu devi dire la messa in latino". Il vescovo non la prendebene: "io non celebro messa senza l'acqua calda", che per un ortodosso rappresenta ilmomento clou dell'anafora della messa. Quando si mescola l'acqua col vino, nella liturgiagreca c' l'epiklesis. Non la recita delle parole di Cristo che crea il corpo e il sangue diCristo, bens la preghiera rivolta allo spirito santo nell'atto di versare l'acqua calda nel calice.Quello rappresenta la figura dello spirito santo. Il vescovo non ci sta: "noi non siamo latini,noi non consacriamo nulla con le parole di Cristo, noi consacriamo con le tre hypostaseisdella trinit". In sintesi, sta dicendo a Ruggero: "io la messa latina non te la recito". Ruggerocapisce perch con lui c' Brunone che lo consiglia, e risponde: "c' una nave che parte perCostantinopoli. Le auguro un felice viaggio". E istituisce il vescovato metropolita latino-normanno della Calabria.Per neanche lui possiede abbastanza potere. Deve tenere la Sicilia. Sta arrivando a Palermo.La capitale bizantina stata Siracusa. Con gli Arabi - prosegue lo studioso - Panormosdiventa Al Balarm. Il termine moderno Palermo deriva dalla pronuncia araba del grecoPanormos. I normanni seguono l'esempio arabo, cio scelgono Palermo capitale. In Calabria

    invece dominano il Tirreno cosentino, vibonese e reggino, ma di fatto lasciano lo Ionio. Lrimangono i vescovi greci, per questi non possono chiedere ai Bizantini di intervenire. Nonsono pi vescovi sotto un imperatore di Bisanzio, non hanno pi il potere di riscuotere letasse, prerogativa che spettava loro in precedenza, come il potere di organizzare l'esercito.Sono il vescovo di Cassano e quello di Locri a mandare l'esercito contro Ruggero. Nonriescono comunque a frenare l'avanzata normanna. Ruggero vince perch questi vescovi nonhanno capacit strategiche nell'arte della guerra. Tuttavia, sono loro i livelli pi altidell'amministrazione bizantina. Non ci sono giudici, non c' un generale. Nella battaglia diCassano, il vescovo greco indossa l'armatura, monta a cavallo e guida le truppe, seguito dalprotopapas mandato da Locri. Perde, perch non sa condurre una battaglia. I vescovi eranostati buoni solo a riscuotere tasse per mandarne una parte a Costantinopoli. In questa fase,

    dunque, la Calabria allo sbando. Ma neanche i Normanni istituiscono un forte governo. Sipassa dal debole governo bizantino al debole governo normanno. Altrettanto fragile saranche quello angioino. Queste terre vivono per secoli in una palese debolezza istituzionale.

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    Allora succede una cosa nuova: gli uomini che prima esercitavano la funzione di giudici,formavano la corte, il tribunale, quelli che sapevano leggere e scrivere, gli andragatoi,diventano i nuovi capi. Andrangata un deverbale che deriva dal verbo andragatizen. Setraduciamo andragatizen morfema per morfema dal greco al calabrese, arriviamo adandragatiri. Nel dialetto reggino la G velare di solito sparisce. La aguglia diventa agghia.

    Una gatta la iatta. Per conservare il suono velare GH mettono davanti la N. Alloraandragatiri diventa andrangatiri. Questa la prova della provenienza reggina della parola.Il verbo reggino andrangatiri un deverbale, sostantivo: quelli che esercitano il potere diandragatiri.La conferma arriva dalla cartografia europea. Trumper segnala che olandesi e inglesi, nel'400, chiamano la Calabria 'Andragathia regio', la regione della Andragathia, dove governa ilnon governo. Per primi riconoscono questo fatto. Ci significa che la 'ndrangheta nasce, nonsolo come parola ma come istituzione, molto prima della camorra che emerge tra '600 e '700.Fare camorria significa fare compagnia. La camorra una comitiva d'affari napoletana, adifferenza della mafia siciliana che irrompe nel 1825. Incarna la ribellione contro gli inglesiche, dopo il congresso di Vienna del 1815, avevano ottenuto il controllo del commercio

    della Sicilia e nel centro del Mediterraneo. I nobili siciliani non se ne preoccupano, perchsono protetti, come i Borboni, dalla flotta inglese. E poi vanno a divertirsi altrove. Ma i lorointermediari, la nuova classe media, si ribellano, perch perdono la gestione dei trafficicommerciali.La questione del rapporto tra collasso del sistema socio-economico e nascita delle strutturelinguistiche, al centro del saggio. Il professor Trumper elabora un'affascinantericostruzione della genesi dei gerghi escogitati dal cognitariato medievale. Al tempo dellacrisi finale che anticip il passaggio all'et moderna, i possessori della conoscenzaindispensabile alla produzione di beni e ricchezze materiali, reagirono al fallimento di quelsistema economico sfornando codici linguistici nuovi e riservati, pur di preservare ilcontrollo delle tecniche di produzione. In sostanza, per sopravvivere, i mestierantiinventarono un linguaggio autonomo, unica possibile cassaforte in cui rinchiudere i segretidelle arti pratiche. una scoperta destinata a riverberare suggestioni sul presente. Anche igerghi tipici degli anni zero e delle reti sociali di oggi potrebbero essere il riflesso di unarecondita volont autoprotettiva, la risposta degli attuali mestieranti della comunicazioneall'odierna crisi globale. La differenza con quel passato remoto consiste nel mutato contestodi riferimento: dai piccoli villaggi chiusi del medioevo, ai social network di oggi. Lemoderne tecnologie e la potenza fagocitante del capitalismo contemporaneo, ramificanosull'intero pianeta qualsiasi innovazione lessicale, mettono a profitto ogni sforzomitopoietico, rendendo accessibile anche ai non iniziati le forme codificate da comunitvirtuali o sostanziali.

    Le lingue di mestiere - conclude lo studioso - nascondono segreti del tessile e dellametallurgia. Nascono tra '300 e '500, quando il mondo medievale va a pezzi, collassa. lanecessit di conservare la propriet esclusiva dei saperi. I mestieranti devono occultarequesti segreti. Ne va della loro sopravvivenza. Per questo motivo elaborano un codiceaccessibile solo ai pochi detentori delle conoscenze relative a quei mestieri. La primafunzione del gergo proprio questa. Le persone che lo sentono ma non lo capiscono, loscambiano per il cinguettare degli uccelli: cip cip, ba ba, gar gar, ga ga. questa l'origineetimologica del termine jargon: gergo. Gli iniziati, invece, riescono a identificarsi tra di loro,anche a distanza. L'artigiano calabrese dell'epoca, deve fidarsi di un Veneto, di un Toscano,di un Francese e di un Piemontese. Nasce cos il nucleo comune gergale europeo occidentale.Devono poter parlare lo stesso gergo. Stanno proteggendo segreti di mestiere. La prima

    funzione del gergo appunto quella che i francesi chiamano function idontemique,l'identificazione del gruppo. Il gergo all'inizio di tutti, un insieme di cose, ha un poteregerarchico. solo in un secondo momento, quando i livelli pi piccoli hanno contatti con

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    l'instabile, cio la parte criminale della societ, che lo stesso gergo viene usato pernascondere identificando. Infatti i calabresi di quel tempo remoto creano comunit fuoridalla Calabria, nelle Marche, in Sardegna, hanno contatti con Veneti, Friulani, Piemontesi,Francesi. Questa la vera Calabria. Che guarda fuori di s, non quella che pensa a se stessacome l'ombelico del mondo e non capisce pi un tubo. Penso alla politica calabrese di oggi.

    Il meridionalismo odierno diventato sterile. All'epoca, invece, era tutto proteso versol'esterno, perch quella gente era attiva. Tutti questi gerghi hanno un nucleo comune.Nell'ammaskante il capomastro si chiama erbaru, nelle Marche il gergo stesso si chiamaervaresk, in Sardegna abbiamo gli stessi nomi. Un po' dovunque questa parola si ripete. indicativo. Nel medioevo l'erbaro il mago. Possiede quindi un aspetto magico, conosce isegreti del tessile, della seta, dei metalli, realizza connessioni ai pi alti livelli con l'alchimia.Ci sono nozioni di chimica in questi mestieri antichi. Non solo la voglia di scoprire laformula dell'oro. Uno che possiede quattro forge, ha contratti con chiese, produce campane,statue, vanta una serie di appalti in giro per il mondo, paga il maestro per i suoi figli perchse lo pu permettere, come un nobile. Convoca il maestro itinerante in casa sua: "mio figliodeve imparare a parlare latino, diventer un avvocato". esattamente quel che ha imparato a

    fare adesso la mafia, mandando i suoi figli a studiare diritto ed economia. Loro l'avevanocapito nel 1400, 1500. La mafia lo ha capito solo ora. I discendenti di quei maestri artigianioggi sono giudici, uomini di diritto.