capitolo 1 (contingenza d'inverno)

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Contingenza d'Inverno Cantone del Futunari, Provincia del Koi (Marte) 20.12.2271 ora locale 19:23 Appena fuori dal centro urbano Il Doge guardava l'università di Hong Lys quando lo raggiunse 13: la sua assistente. «Signore, l'istituto meteorologico mi ha informata che il gelo si sta intensificando fin quasi al confine del tropico del Sagittario, stimano anche un continuo abbassamento delle temperature almeno per un'altra ventina di giorni, e da quanto dicono sembra con un ritmo elevato, entro almeno 48 gradi Sud». La guardò per un paio di secondi, il suo occhio destro era chiaro come il ghiaccio, l'altro di un verde smeraldo ed erano gli occhi più belli che lei avesse mai visto ma ogni tanto si sentiva intimorita a tenere lo sguardo fisso su di lui; era penetrante, magnetico... autoritario. «Organizza un riunione di tutte le Provincie entro il tropico per domani stesso ed incaricale di stilare un resoconto il più dettagliato possibile della situazione attuale: sia globalmente che per i singoli Cantoni, ed incluso nei dati voglio anche avere una stima dei danni alle manifestazioni di ogni tipo, dai festival ufficiali ai concerti nelle piazze», esordì calmo. «Ora è meglio

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Page 1: Capitolo 1 (Contingenza d'Inverno)

Contingenza d'Inverno

Cantone del Futunari, Provincia del Koi (Marte)20.12.2271 ora locale 19:23

Appena fuori dal centro urbano Il Doge guardaval'università di Hong Lys quando lo raggiunse 13: la suaassistente.«Signore, l'istituto meteorologico mi ha informata che ilgelo si sta intensificando fin quasi al confine del tropicodel Sagittario, stimano anche un continuo abbassamentodelle temperature almeno per un'altra ventina di giorni, eda quanto dicono sembra con un ritmo elevato, entroalmeno 48 gradi Sud».La guardò per un paio di secondi, il suo occhio destroera chiaro come il ghiaccio, l'altro di un verde smeraldoed erano gli occhi più belli che lei avesse mai visto maogni tanto si sentiva intimorita a tenere lo sguardo fissosu di lui; era penetrante, magnetico... autoritario.«Organizza un riunione di tutte le Provincie entro iltropico per domani stesso ed incaricale di stilare unresoconto il più dettagliato possibile della situazioneattuale: sia globalmente che per i singoli Cantoni, edincluso nei dati voglio anche avere una stima dei dannialle manifestazioni di ogni tipo, dai festival ufficiali aiconcerti nelle piazze», esordì calmo. «Ora è meglio

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concentrarsi su questo dibattito e cercare di farlo finire infretta, tu intanto avverti pure le Provincie». «Certamente Signore», rispose, mentre lui stava giàentrando nell'ateneo.

Evelin Almain, questo il vero nome di 13, era l'assistentemigliore che potesse mai assumere: intelligente, seria ecapace, inoltre fu l'unica ad aver completato colpunteggio massimo il suo test d'ammissione: una seriemolto lunga e complessa di problemi, esercizi fisici ealtre domande di vario genere, risolvendo pure ladomanda extra giudicata dagli esperti ''impossibile''.Era anche agente nel élite dell'esercito: I Cataclismi.La conobbe allora, quando accettò l'incarico di C-13ovvero quando divenne il soldato fantasma a cuispettavano gli incarichi più critici ed oscuri: era l'unitàmigliore di tutto l'esercito, e probabilmente pure ilmiglior C-13 di sempre. Per questo motivo fu subitoconvinto quando seppe del suo risultato, sapeva già chela bellissima ragazzina dai capelli castani e dai milletatuaggi fosse la miglior candidata ad assisterlo nel suolavoro. La trattò da subito come un suo pari: gli fornivaincarichi delicati, informazioni ufficiali da divulgare el'aveva pure portata con se sulla Leviatano.

Nell'auditorium, c'erano posti per qualche centinaio dipersone e notò che erano occupati per una metàabbondante. Appena venne notato scoppiò un applauso''Iniziamo bene'' pensò. Poi riconobbe Mei Li Cheng: laportavoce dell'opposizione, una donna in gamba ma a

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volte un po' troppo indipendentista per i suoi gusti. Andòa presentarsi a lei, mostrandogli un piccolo inchino chevenne ricambiato, si scambiarono qualche commento e sisederono alla cattedra.Il moderatore, che era un ometto decisamente basso eanziano, stava accendendo il microfono del pulpito.

«Gentili Signori, il mio nome è Riki Totoro e questa seramodererò il dibattito sull'interruzione del periodo dicontrollo delle nascite», annunciò con la sua voce nasalee profonda. «Come potete vedere i favorevoli hannodeciso di far parlare solamente Mei Li Cheng, della listagialla e membro del Gran Consiglio, mentre per icontrari doveva presentarsi inizialmente Saikiri Tanakadel Consiglio delle ma il nostro Doge si è offerto alposto suo». Lasciò il tempo per un altro applauso.«Facciamo iniziare Saikiri Tanaka, vi prego di porgere ledomande alla fine», finì e gli fece cenno.«Buona sera a tutti voi, voglio spiegare per chi ancoranon è bene informato la dinamica dei fatti: il 31 agostodi quest'anno doveva terminare il regolare limitecontrollato delle nascite, cosa non avvenuta perchéL'Assemblea Federale ha notato un leggero aumentodella popolazione negli ultimi tempi ed ha quindi decisodi prolungare tale termine, e se posso giudicare lemotivazioni, direi che è stata una decisione frettolosa opoco attenta: premettendo che tale aumento dipopolazione è dello 0,4% e dovuto per l'87%dall'immigrazione dai Cantoni vicini, vorrei leggervi ilpunto tre della legge Federale sul limite di natalità:

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''Autorità Provinciale''«La Provincia ha l'autorità di interrompere unprolungamento di tale periodo se gli incrementi dipopolazione sono di lieve entità" Aggiungo pure che il Governo non ha avuto nessundialogo con la nostra Assemblea Provinciale ma ha soloimpartito queste disposizioni. A nome di tutti i genitoristanchi di aspettare anni per poter concepire altri figli hocoinvolto una decina di Consiglieri Provincialipresentando un'iniziativa parlamentare che stariscuotendo ampi consensi. Vorrei infine coglierel'occasione per essere accertata dal capo del Governo, incaso che la nostra iniziativa dovesse avere successo,L'Assemblea Federale rispetterà l'autorità e sovranitàdella nostra Provincia. Grazie dell'attenzione».Il Doge osservò attentamente la reazione del pubblico''Le file più vicine stanno applaudendo animatamente, disicuro sono sostenitori della lista gialla o comunque nonhanno gradito la nostra misura, sono quasi tutte donne...magari sono madri'' controllò gli altoparlanti e vide chenon erano distribuiti equamente nella sala. ''Dal centro inpoi è chiaro che la gente applaude per cortesia, ma nonmi sembrano tutti convinti... Mei Li ha una vocina acutae quelli delle file superiori potrebbero anche non aversentito perfettamente o aver avuto una reazione inconsciaascoltando una voce fanciullesca. In qualsiasi caso il mioobiettivo non è convincere nessuno: questa decisione èirrevocabile vista la situazione... devo soltanto spiegarebene la motivazione che ci ha portato a prolungare il

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controllo della natalità e fare presa in modo chediffondano il verbo.'' Con queste conclusioni attese dipoter prendere parola, e quando Totoro lo invitò adesporre il suo parere, concentrandosi sulle file superiori,fece molta attenzione che tutta la tribuna potesse sentirela sua voce profonda iniziando con un semplice ''BuonaSera''. «Voglio iniziare col ribadire il mio sostegno perla decisione dell'Assemblea Federale e spiego subito lamotivazione dietro a questa scelta», ''Sii breve ed avrai laloro attenzione'' Pensò mentre pronunciava le parole piùadatte «La legge citata dalla collega e sì corretta, maevidentemente ha male interpretato gli ''aumenti di lieveentità'': a cui si include anche l'immigrazione. In piùsottolineo l'inutilità di doversi nascondere dietro a dellepercentuali per tentare di ribadire un diritto: Lo 0,4%può infatti sembrare Lieve, ed effettivamente alcuniCantoni hanno ottenuto una deroga con numeri simili,ma vi voglio far riflettere che il Futunari, per la suanatura di isola, è molto più grande rispetto alla maggiorparte dei Cantoni: se di norma ci sono solo un paio dicentinaia di migliaia di abitanti qui ne vivono ben duemilioni e mezzo! Signori, stiamo parlando di diecimilaabitanti in più ogni anno in un periodo di decrescita.Infine voglio ricordare che con l'istituzione del parconazionale del Futunari il limite abitativo scenderà a 2,8milioni... Signori, aggiungo anche che L'AssembleaFederale ha fornito al vostro Governo delle direttivesull'immigrazione ben due anni fa! E quali sono stati glisviluppi? Il Gran Consiglio che le ignora ed i cittadiniche trovano ingiusto questo prolungamento!». Risa

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sparse: le sue parole avevano fatto presa. «Vi prego, lasituazione non è divertente: è grave e non va ignorata. Setra quattro anni, quando sarà istituito il parco non si saràraggiunto l'obbiettivo di 2,3 milioni di abitanti saremocostretti a posticiparne l'apertura ed imporre d'ufficio ledirettive, e se la natalità sarà un fattore critico pure aprocedere con la contraccezione forzata, anche se noncredo si dovrà arrivare a tanto. Grazie per l'attenzione».Il pubblico nei posti superiori stava applaudendoseriamente, quello inferiore in modo freddo, ma c'eraanche tra loro chi aveva apprezzato il suo discorso.«Qualcuno vuole porgere delle domande?», chieseTotoro un po' stupito quando non vide nessuna manoalzata.

Il vento caldo soffiava dolce contro il faraglione,arrestandosi contro la roccia smuovendo appena cespuglied alberelli. Riparati dallo scoglio, sulla spiaggia Il Dogee 13 stavano seduti davanti ad un fuoco ammirando leluci ed i colori del golfo ed i riflessi cremisi che la lunaIo proiettava nel mare di quella notte estiva. «Avevoproprio bisogno di un paio di birre, grazie per lacompagnia. Davvero.», fece lui. Seppur lavorasseroinsieme da pochi mesi, tra loro si era creata una sinceraamicizia e passavano spesso del tempo in compagnia neirari momenti liberi.«Tu lavori troppo», rincuorò lei, «E poi lo sai che è unpiacere per me». «Già, finché pagano gli altri! Comunque non ti devipreoccupare, tra un paio di giorni ci prendiamo una

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pausa», disse pacato, mentre finiva una bottiglia diTienmei e ne apriva un'altra ancora.«Sebastian Del Fante in vacanza, questa mi è nuova!».«Non ho mai parlato di vacanze, solo di un periodomolto tranquillo, almeno per quanto riguarda lapolitica», ribatté mentre camminava verso la riva.Si girò per guardare Evelin, stava ravvivando il fuoco ela luce gialla delle fiamme faceva risaltare i tatuaggi chesporgevano dalla canottiera bianca e le coprivano ilcorpo. Si stappò un'altra birra pure lei mentre osservavale scintille affascinata. Lui vedeva distintamente i semidelle carte scritti sulle dita della mano sinistra, e leggevaJ,Q,K,A in quella destra, mentre sorseggiava rapida.«Ma intanto dobbiamo concentrarci sull'emergenzainvernale». Riprese a parlare. «Le provincie hannorisposto?». Domandò retoricamente.«Sì, la riunione è fissata ad Akhni per domani alle 15,ora locale». Evelin notò un cambiamento espressivo diqualche istante. «Dannazione al fuso orario, per quell'oranoi dovremo essere al rinfresco a Ryuk», borbottò per unattimo ancora. «Dovrai seguire tu la riunione per contomio: è la soluzione migliore». Rimuginò un qualchesecondo. «Mi spiace solo tu non possa goderti lebollicine». Lanciò un sasso piatto nel mare,convincendosi di aver valutato bene il problema.«Sarò pure affidabile, ma addirittura fare le veci delDoge... stai scherzando vero!», punzecchiò lei.«Il Doge non scherza mai». Rispose solenne mentre ilsasso ancora rimbalzava tra le onde, duecento metri più alargo.

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Città di Ryuk, Cantone Santetsu, Provincia del Koi21.12.2271 ora locale 21:57

Ryuk era una città marziana nota per un fenomeno chesorprese i tecnici e persino Il Doge: crebbe da sola.Quando Marte e Venere furono terraformati i centriurbani vennero edificati in luoghi funzionali peragevolare una colonizzazione rapida e sostenibile;nonostante l'ideale fosse di costruire città autonome, neiprogetti erano ovviamente inclusi centri volti allaproduzione massiccia di materie prime o altri benidestinati ai paesi più contenuti, definendo così il destinoe lo sviluppo delle varie località. I Comuni dei duePianeti non si erano particolarmente evoluti, se non perdimensioni, adempiendo ancora alle funzioni designatedal Doge oltre un secolo addietro. In questo senso Ryukera eccezionale proprio perché non doveva avere nessunruolo rilevante nell'economia della propria Provincia nédi quella cantonale; era un semplice centro abitativo dipoche decine di migliaia di abitanti situato nel mezzo diuna rada foresta, non troppo lontano dal Capoluogo, chefu progettato per essere il polo produttivo della regione.Questo fino ad una cinquantina d'anni prima, quando gliartigiani locali offrirono i loro prodotti in legno e tessuti,dalla notevole raffinatezza, nei centri commerciali dellazona, ottenendo un successo inaspettato ed una

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successiva forte richiesta che si diffuse in tutta laProvincia. Sfruttando sapientemente quest'opportunità lacittà poté espandersi fino a quasi quattrocentomilaabitanti.

Tintinnii di brindisi e chiacchiere rumorose facevano dasottofondo all'ampia sala congressi, nelle lunghe tavolatei vassoi venivano prontamente riempiti di stuzzichini enell'aria si sentiva l'entusiasmo degli invitati, del restonon capitava tutti i giorni di poter brindare con SebastianDel Fante e stringergli la mano.Il Doge gradiva conversare normalmente con i suoicittadini, parlando del più e del meno della vita oraccontando un qualche aneddoto degno di un nonnomolto vissuto. Mentre mentiva dignitosamente sullaquantità di spumante bevuto continuava a riempirsi ilbicchiere, cercando di conoscere il maggior numeropossibile di ospiti per ampliare i suoi già sconfinaticontatti, preparandosi con calma per il suo discorso.Prese a picchiettare sul calice di cristallo per farsi notare,controllando di non dare le spalle a nessuno. Si schiarì lavoce e parlò alla sala intera senza bisogno di unmicrofono. «Cari cittadini di Ryuk e dei suoi dintorni,innanzitutto devo ringraziarvi per il calore della vostra accoglienza e per il rinfresco davvero molto ricco. Comevoi ben sapete, forse anche meglio di me, questa Cittàrappresenta un'eccezione nella storia di questo mondo:mi ricordo ancora il giorno in il Santetsu ancora non eraben definito e Ryuk veniva indicata con la sigla RU-2-A94.850, pensai fosse una sigla poco aggraziata per

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definire un luogo tanto bello quando sorvolai la zona percontrollare la fine dei lavori. Durante la pianificazioneurbana notammo che la zona dove ora ci troviamo potevasostenere un gran numero di persone, ma essendodelimitata dal massiccio del Kinkojo a sud-ovest e dalmonte Fas a nord, il gruppo di ingegneri a cui assegnai lazona progettò una semplice area residenziale, una sortadi grande villaggio per far aumentare il quantitativo dicoloni. Io stesso approvai questa decisione e quella diedificare ciò che ora è Nami in funzione di poloproduttivo e di conseguenza pure Capitale. Vista la suavicinanza mi convinsi pure che la costruzione di unagalleria nelle montagne qui intorno non sarebbe statastrettamente necessaria, partendo dal presupposto cheRyuk non si sarebbe espansa velocemente e che perqualsiasi necessità avrebbe sfruttato il collegamento ed iservizi di Nami. Dopo quasi cento anni questa regolaritàfu ribaltata dai vostri nonni che riuscirono ad imporsi edesportare prodotti di notevole qualità», fece una brevepausa quando notò 13 entrare, gentilmente elegante perl'occasione. «Ed i vestiti che indosso ne sono laconferma!». Una veloce risata riempì la sala, seguita dacommenti sul fisico del Doge da parte di giovani donneo di uomini che mostravano un po' di sincera invidia.«Ma tornando un poco più seri continuiamo a parlare diquesto sviluppo, un fenomeno che nessuno aveva opoteva prevedere, per di più così vicino ad un polo giàaffermato ed in una zona particolarmente isolata. Conquesta premessa, vista la posizione di rilievo ottenuta daquesta città è perciò doveroso provvedere ad un

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potenziamento delle linee di comunicazione, per evitareuno scomodo ed oneroso traffico fino a Nami e da lì inpoi attraverso un tortuoso percorso per l'ovest e il nord.L'Assemblea ed io abbiamo deciso quasi all'unanimità difinanziare la progettazione e la costruzione di una doppiagalleria nel Kinkojo della lunghezza di 36 chilometri icui lavori inizieranno fra due mesi», sorrise e provocò:«Sempre che qualcuno non faccia referendum!». Lagente gli concesse un piccolo applauso di ammirazioneprima di tornare a rimpinzarsi di tartine e sfogliatine perasciugare il vino.13 gli si si avvicinò tesa, lui lo notò subito e posò ilbicchiere sul tavolo, preferendo parlarne fuori. UscendoEvelin raccolse quel bicchiere e se lo scolò d'un fiato,non che le servisse per sciogliere la tensione, ma quandopassava ore ad ascoltare e discutere con dei politici presialla sprovvista l'alcol diventava un caro amico che lefaceva il santo favore di stare zitto. Appena fuori Il Dogesi guardò velocemente intorno per trovare un postodiscreto senza preoccuparsi eccessivamente se qualcunoavesse potuto sentire, semplicemente non voleva creareansie inutili a della gente in giubilo. «Allora, a che puntosiamo arrivati?», le domandò senza troppi giri di parole,«Ad un punto abbastanza critico Signore, per cominciarealtri 340 Comuni sono entrati nella fascia d'emergenza esi parla di circa cinque milioni di abitanti», la interruppe,«Cinque milioni... possiamo inserirli nella Contingenzad'Inverno?», chiedendo speranzoso. «Per il momentonon è strettamente necessario, ma nel futuro prossimo ilnumero è destinato ad aumentare ed è un guaio perché le

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regioni in prossimità del circolo polare antecrociato sonoovviamente sempre più in difficoltà e necessitano lorostessi di maggiore supporto, le dighe, i pannellifotovoltaici e le pale eoliche sono bloccate dal ghiaccio,il metano sta finendo e il compostaggio è rallentato dalfreddo e così scarseggia pure l'energia. Sono statainformata anche del crescere preoccupante di pazientiammalati a causa della scarsa ventilazione degliambienti, i microbi si diffondono negli appartamenticontagiando chi vi entra per poi diffondersi nel palazzointero, infettando potenzialmente centinaia di persone inpochi giorni». 13 dava l'impressione di dover ancoraparlare, ma conoscendo bene Il Doge sapeva che avevagià intuito e stimato i danni ancora prima di avergliordinato di organizzare la riunione, del resto lui era fattocosì: geniale come nessun altro ma prudente e pacato coisuoi cittadini, esortava i politici a identificare unproblema e mentre loro lavoravano per creare un pianod'azione lui aveva già trovato la soluzione, ma la suasaggezza gli consigliava di rimanere sempre modesto edare la possibilità ai colleghi di fare la propria parte emagari notare un punto che gli era sfuggito.Sebastian estrasse una scatolina piatta di metallo da unatasca interna del panciotto e ne prese il necessario perrollarsi una sigaretta. «Ne vuoi una?», offrendogliela,Evelin ringraziò infilandosela tra le labbra in attesa delfiammifero che lui aveva appena acceso, dopo essersiconcesso una prima boccata riprese a parlare «Vogliovedere la situazione di persona, questa notte contatteròun vecchio conoscente nella Karmachta, so che è la

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Provincia più colpita dal gelo. Chiederò all'Assembleauna riunione d'emergenza e nel frattempo farò trasferiresulla Leviatano le scorte alimentari d'emergenza di Ioche preleverò. Tu per piacere contatta la flotta leviatanae dai l'ordine di parcheggiare alla minor quota possibileuna nave da trasporto adatta ad un'evacuazione di massacarica di quelle provviste sopra ogni Cantone la cuitemperatura sia già scesa sotto i -60 e di tenerne unapronta per quelli già sotto i -45, così facendo nelleregioni più accessibili potremo dirottare i beni che oraspettano a quelle più interne», spiegando calmo, quasifreddo, Evelin si chiese se fosse dovuto ad un'attentapianificazione o all'esperienza maturata in oltre duesecoli di politica. L'immortalità del Doge appariva alpopolo come una virtù divina, con tanto di intelletto eforza sovrumani, ma passando appena un paio d'oreinsieme a lui ci si rendeva conto di quanto in realtà fosseumano, anche se non come tutti gli altri, ma pur sempreun uomo, uno di quelli che nella propria vita ha vistol'inimmaginabile e che da solo cambiò il mondo.

Tornati nella camera d'albergo in cui alloggiavanoentrambi 13 si fece una doccia dopo aver trascorsoun'oretta nel bar della hall e si congedò con Sebastianche stava leggendo i dossier delle scorte agricoledisponibili sul passato Satellite gioviano. Si risvegliò nelcuore della notte quando sentì un rumore improvvisoprovenire dalla camera di sotto e vide che lui era rimastosveglio per lavorare ininterrottamente fino al mattino,ancora una volta.

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Nel 2262 i meteorologi notarono delle perturbazioninell'atmosfera Marziana che avrebbero creato un effettodi dispersione di calore a catena causando degli invernimolto rigidi nel polo sud almeno fino al 2275, inprevisione di ciò fu stipulato un piano di prevenzione:una sovrapproduzione agricola planetaria che mirava aprodurre notevoli scorte alimentari, l'organizzazione disquadre di soccorso, scorte farmaceutiche e lapreparazione di altri beni di supporto come vestiaripesanti e scorte di Metano per vari scopi. L'insieme diquesti provvedimenti e la loro applicazione costituironoil progetto "Contingenza d'Inverno" .

La giornata di 13 iniziò ufficialmente al suonare dellasveglia stranamente impostata due ore e mezza prima deldovuto. Indossata una semplice vestaglia uscì dallastanzetta singola seguendo l'aroma del caffè di mandorlee di qualcos'altro profumato di vaniglia e burro vegetale,in cucina trovò Sebastian intento ad aprire delleminuscole uova di quaglia con le sue manone da gigantesenza romperne il tuorlo, mentre nella padella il grassosfrigolava vivace attorno a quelle già riuscite. «Buondìbella addormentata, vedo che ti sei svegliata tardi», fececon tono scherzoso lasciando intendere di centrarequalcosa a proposito della sua sveglia. «Partiamo prima,ho pensato che potevo almeno scusarmi preparando unacolazione degna di tale nome, ti consiglio di abbuffartiperché il viaggio sarà lungo ed ho il forte presentimentoche faremo pranzo molto tardi, mi sa che porterò anchequalcosa da mangiare oltre alla grappa di riso per restare

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caldi», continuò con voce premurosa, tipica del suo buonumore. Evelin non era un tipo da carinerie del genere e lasua cultura a tavola non reggeva a lungo se paragonatacol collega, inoltre era già passata l'incredulità iniziale divivere insieme al Capo Supremo, ma doveva ammettereche continuava ad apprezzare quei momenti un po' intimied Il Doge era pure un ottimo cuoco. Si sedetteaspettando che arrivasse anche lui, intanto allungò lamano verso delle cialde e ne prese una spezzandola,ancora calda ne uscì un profumo di vaniglia e zucca insintonia perfetta, se la passò sotto il naso per guastarsiancora più intensamente l'aroma delicato. «Questo è piùleggero, scommetto che ci sono due tuorli!», lanciando lasfida a 13. «Certo, ed io scommetto che l'hai pureguardato controluce per esserne sicuro e fare il veggente,se vuoi impressionarmi allora riconoscilo insieme a tuttele altre senza guardare», continuando lei, sicura di averloincastrato. Si alzo pure per raccogliere le uova restanti inuna bacinella e ci aggiunse quella fortunata per poisciacquarle sotto acqua corrente per raffreddarle, cosìche non potesse sentirne la temperatura. Egli mise lamano nella ciotola senza guardare e ne tirò fuori uno, elei era già soddisfatta nel vedere che aveva i segni sulguscio diversi. «Prima che tu affermi qualcosa, ti dicogià che questo ne ha di sicuro due, ma è più leggero diquello che avevo in mano prima», leggermenteimpressionata lo vide infine scegliere l'uovo iniziale,aprendolo subito dopo nel pentolino rivelando infatti duerossi, per poi essere seguito dall'altro doppio dotato. «Hole mani sono molto sensibili, mi piace dare un po' di

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spettacolo ogni tanto». Mangiarono tutto di buon gusto,riuscendo a partire con più anticipo di quanto previsto. Sidiressero verso l'autonoleggio dove lui aveva giàriservato una vettura per spostarsi fino all'aeroporto delKoi, in cui era parcheggiato il loro piccolo trasportoprivato, un Asa modello pombo. Portarono a bordo solodei vestiti molto caldi e qualche utensile per camminaresulla neve o risolvere eventuali intoppi al freddo.Essendo un semplice van aereo coi rotori sotto la carenae due modesti propulsori laterali non fu necessariaalcuna preparazione particolare, bastò levare il teloneprotettivo mentre si avviava il motore, per potersi poisollevare in verticale fino ad una quota sicura per iltraffico aereo. Salita a bordo fece per sedersi nella cabinadi pilotaggio pronta a far decollare il mezzo, maSebastian insistette: «Mi darai il cambio più tardi Evelin,adesso voglio giocarci un po' io», cercando di distrarladalla rotta, intanto che lei già stava impostando la musicaper il viaggio e supervisionava il lavoro svolto dallaflotta finora. Lui notò che la lista dei brani aveva unadurata simile alla tratta, non si era ancora accorta.

«Perché stiamo volando in questa direzione? C'è qualchetempesta oppure hai semplicemente voglia di goderti ilpanorama di Constancy?», domandò lei, forse ancoraignara di quanto stava per fare. Il pombo volavasilenzioso tra le nubi rade brillando d'oro appena uscivaalla luce del sole mattutino, sotto di loro boschi e pratisempreverdi si alternavano ai piccoli ed effimeri laghetticaldi tipici dell'equatore marziano. Stavano scendendo di

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quota con le riserve d'energia sufficienti per almeno altriduemila chilometri. «Scusami capo che stai facendo?Siamo partiti soltanto da otto ore, è davvero necessariosostare qui?», domandò , ora cosciente di cosa stava peraccadere.

Evergreen Falls, Cantone di Silver Hill, Provincia di Constancy. 22.12.2271

ora locale 15:23

La terra natale di Evelin poteva tranquillamente venirinclusa tra le meraviglie del Pianeta per le sue infinitecolline erose dal vento dalla cui roccia argenteazampillavano ruscelli lungo la parete, che con il variaredell'angolatura solare proiettavano arcobaleni brillanti escie luminose lungo i prati morbidi e tra le fronde deglialberi nei boschi. La cittadina era pure molto graziosa:una normale manciata di altissimi palazzi vitreiospitavano la popolazione che preferiva però godersi leampie piazze create nel centro urbano, dove le bancarellevariopinte dominavano il mercato. I coloni originariprovenivano tutti da una città di media grandezza dellacosta orientale nordamericana, Agawam, partendo colvantaggio di conoscersi già fra di loro l'adattamento alnuovo mondo fu molto rapido per una piccola e neonatacomunità, tant'è che le fiere di paese organizzate comeesperimento sociale furono subito ben accolte edifferenziate da quelle precedenti. Mentre l'aerovan si stava ricaricando quel poco cheserviva ad ultimare il viaggio Evelin guidava Sebastian

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per le vie della cittadina mostrandogli la realtàquotidiana del posto, affascinandolo con i suoi ricordi dagiovane scalmanata. La passeggiata continuò nei sentieriche dal bosco portavano ai grandi prati tra le collineincantate. Il Doge ammise che dover partire da lì a pocoavrebbe rattristato probabilmente più lui che 13, cheseduta nel pombo stava versandosi allegramente del vinobianco, un vizio che era sicuro di avergli passato luistesso. «Grazie per esserti fermato qui, mi ha fattoveramente piacere rivedere casa mia dopo così tanti anni.La vedi quella finestra illuminata a tre quarti del palazzoa sinistra? Io abitavo lì, sono sicura che ci vivano ancorai miei genitori perché mio padre non ha potuto fare ilpotenziamento e vede malissimo al buio, appena il soleinizia a tramontare accende tutte le luci, vedo che non siè ancora rassegnato a comprarsi degli occhiali»,ridacchiò lei ammirando i magici riflessi del sole calantenella vallata, intanto che Sebastian prendeva un bicchiereper se. Poco dopo essere partiti 13 staccò gli occhi dalparabrezza nascondendo appena la sua gioia. «Sono natae cresciuta qui, ma ho iniziato a vedere l'immensabellezza di questo posto solo ad undici anni e non l'avevocomunque mai visto dall'alto fin'ora. Se ci penso beneho potuto godere di questa meraviglia principalmente permerito tuo, forse dovrei ringraziarti ancora», disse quasitimidamente. Essendo stata cieca sin dalla nascita Evelindovette pazientare la grazia del potenziamento, ovvero lafase in cui il corpo si è totalmente adattato al nuovogenoma e ricostruisce per una sola volta tutte le partimancanti o difettose di se portando anche notevoli

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miglioramenti alle capacità fisiche ed intellettive deipotenziati: così i tetraplegici possono correre insieme afanciulli una volta affetti da sindrome di down, gliamputati riottengono l'arto ed i bambini come leiiniziano a vedere la magnificenza del mondo.Questo dono, che si basava sul corpo perfetto del Doge esulle sue ricerche in merito, fu il primo contatto fra lorodue. Da allora 13 è ossessionata dalla grandiosità di coluiche le diede un'alternativa al buio perenne, divenendoneuna fedele ed implacabile seguace, ottenendo risultatiimpensabili pure per chi ottenne l'evoluzione indotta.

Cielo della Karmachta, 23.12.2271 ora locale 07:36

Volarono per oltre novemila chilometri nell'arco di ungiorno intero per raggiungere Oreil Gerisenko, un exConsigliere Federale con una notevole conoscenzadell'urbanistica residente in quella Provincia sfortunata.13 stava pilotando senza sforzo in una turbolenzasufficientemente brusca da mettere in crisi il pilotaautomatico, intanto Il Doge discuteva telefonicamentecol Cancelliere sull'orario della riunione d'emergenza,resa problematica a causa della tempestività richiesta.«Arthur non me ne può interessare di meno di quello chepotranno pensare, se hanno deciso di mettersi adisposizione per la cosa pubblica accetteranno anchequest'incombenza!». Disse animatamente, ricevendo unarisposta non gradita, «Dispiacerebbe anche a me percarità, ma qui la situazione è urgente... non posso

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permettermi di perdere tempo! Senti, invia a tutti questetre opzioni che ti inoltrerò fra un paio di minuti. Per me èindifferente quale, anche se penso che la più ragionevolesia di riunirci tutti al massimo entro domani sera, intantofai passare bene il messaggio mi raccomando, graziemille», concluse la chiamata con uno sbuffo infastidito,il Cancelliere non poteva essere criticato assolutamentenel suo operato, ma come persona era assai fastidiosa.«Arthur che fa i suoi capricci da sindacalista?», chiese13 incuriosita. «E cos'altro se no?! Sarà pure zelante nellavoro ma deve ficcarsi in testa una volta per tutte cheL'Assemblea fa quello che dico io, senza discussioni.»,borbottò infastidito per poi avvicinarsi al frigo in cercadi una birra, troppo vecchio per rimuginare su dellesciocchezze. Il mondo sotto di loro aveva perso ognicolore, diventando di un bianco asettico e sconfinato. Laturbolenza era finita, ma Evelin decise comunque dicalare di quota per l'ultima tratta, sia per distingueremeglio un qualsiasi nodo di parcheggio dove ricaricare ilvelivolo, sia per godersi meglio il panorama ovattato.All'orizzonte cresceva Novisgrado, la loro meta. Unavolta atterrati si cambiarono velocemente gli abiti primadi uscire, con il motore spento da poco sentivano già ilprecipitare della temperatura. Uscì prima lui per parlarecon gli operatori dell'aeroporto chiedendo quanto fossealta la neve, venendo a conoscenza che le stradeprincipali fossero sgombre e che per il resto tutto ne eraricoperto come minimo da due metri. Decise di portarecon se le racchette, più tardi gli sarebbero tornate utili seavesse voluto esplorare la zona. Il sole stava timidamente

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sorgendo da poco, avvolgendo il mondo in unapenombra cupa e gelida, all'esterno della struttura IlDoge respirava piano dell'aria densa e carica dimicroscopici cristalli di ghiaccio che gli raschiavano ipolmoni ad ogni inalata, con 13 al suo fianco intenta aconvincerlo di indossare una maschera protettiva. Subitoconsci che i servizi di trasporto erano praticamentesoppressi a causa del blocco totale della produttività siavviarono a piedi verso il centro. La realtà intorno a lororibadiva il più tragico dei rapporti, dove le serreproducevano ortaggi in grandi quantità vi era soltantouna distorto profilo di neve e ghiaccio che di tanto intanto offriva la vista del suo interno, mostrando soloripiani colmi di fusti e rametti secchi. Dei pali metalliciricoperti di brina segnalavano il percorso interrottoormai da mesi di una ferrovia che puntava drittaall'aeroporto, praticamente dismesso anche quello. Traprati innevati e ampie pinete che si ergevano solitariecome grigi isolotti di una banchisa sulla ferma, una tetrae candida desolazione si espandeva a perdita d'occhio,con Novisgrado lontana ad apparire come un'illusione, lospettro di una cattedrale dispersa nel gelo più assoluto.Corsero a grandi balzi sulla strada ghiacciata per un paiodi chilometri con la grazia di una coppia di ermellini, lacittà non era più così distante e riuscirono a raggiungerlaancor prima che il sole si elevasse del tutto all'orizzonte.Ciò che si ipotizzava all'esterno del centro abitato eraperfettamente in linea con la realtà generale, la stradesgombre non riuscivano ad alienarla dal gelido ambienteesterno e ovunque regnava silenzio e staticità, non

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un'anima oltre la loro si trovava per le vie, le vetrinetroppo appannate non concedevano sguardo ad unmondo interno più vivo ed i palazzi ricoperti di brinaparevano vuote conchiglie. Un ignaro viandante sarebbestato subito convinto di trovarsi davanti ad una cittàmorta e dimenticata, conservata nel ghiaccio da chissàquanto tempo, ma forse ciò sarebbe successo solo nelletarde ore perché quello spettacolo era sì sconvolgente edai limiti del catastrofico, ma comunque effimero come lanotte stessa ed il sole ormai sorto stava già sciogliendoquel mondo rigido ed albino in un posto sì isolato macomunque tenace nel mantenersi vivo. Ben presto gruppisempre più massicci di persone si spostavano veloci dauna parte all'altra delle strade per giungere al posto dilavoro o semplicemente per cambiare aria nei polmonied assorbire quel poco di luce solare che bastava permantenersi in forma. Il loro cammino si arrestò davantiun bistrò nel centro della piazza medvedi entraronoinsieme, con Sebastian che gentilmente teneva la portaalla collega. Di Oreil non c'era manco l'ombra, del restoerano in netto anticipo, decisero quindi di avviarsiall'albergo dove avrebbero pernottato, rendendosi contoche era nello stesso palazzo che ospitava il locale.Furono ricevuti con grazia e cordialità, accompagnatifino in camera dal personale che si congedò con calmadopo aver controllato se ci fossero farfalle negli armadi,era una stagione mancata e alcune camere non venivanousate da qualche mese. Sistemati i pochi bagagli sceseronuovamente nel bistrò. All'entrata 13 notò un cartelloappeso che riportava in cirillico il nome del posto,

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''мотылек'', significava ''falena'', ed era sicura che primanon fosse appeso. Una volta entrati non lo trovarononuovamente ma si sedettero ugualmente per berequalcosa, lei chiese una birra piccola mentre lui non sifece problemi a ordinarne una da litro, il barista fu peròspiacente nel confidargli fosse finita e che non ci fosserorifornimenti in previsione. Dopo essere tornati al tavolocon due tazze di thé bollente 13 chiese distante, «Il tuoamico non arriva più o pensi sia rimasto bloccato nelghiaccio?», ancora concentrata su quel particolare delcartello. «Credo sia più vicino di quanto possa sembrare,lo conosco abbastanza da essere sicuro che non sia unritardatario», rispose mentre gli indicava con un cennodel capo di guardare verso il corridoio del locale. Leigirò lo sguardo nel momento in cui ne comparve unuomo anziano, si stava strofinando le mani sui pantaloni.Il Doge si alzò senza destare troppo l'attenzione delbistrò semivuoto ed andò a stringergli calorosamente lamano. Oreil esordì. «Avrei preferito offrirle da bere inuna circostanza migliore, spiacente non possa vedere ilfascino di casa mia per quello che realmente è in gradodi offrire», si sedette tranquillo al loro tavolo. «Macomunque è un bene che sia venuto di persona, qui lasituazione peggiora di giorno in giorno e se dovessetornare a nevicare seriamente saremo in seria difficoltà». «Ti prego, sto già prendendo dei provvedimenti ma hobisogno di quante più informazioni possibili, so che inKarmachta state riscontrando maggiori difficoltà rispettoalle Provincie più meridionali quindi è meglio se mi faiun quadro specifico». Lo esortò Sebastian. «Certo, siamo

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qui per questo, in ogni caso le ho preparato un dossierdettagliato come mi ha chiesto. Innanzitutto deve sapereche qui si raggiungono temperature bassissime a causadella conformazione del territorio circostante, quindi quiè scontato che faccia sempre più freddo delle altreProvincie. Principalmente è dovuto all'assenza di grandibacini d'acqua e dalla presenza della grande valle dellaGrisenia da cui spira una notevole massa d'aria gelida.Premesso questo iniziamo coi disagi: nonostante il ventole pale eoliche sono ferme e congelate, e qui abbiamo giàperso oltre il 70% delle nostre fonti energetiche,abbiamo provato con dei pannelli solari ma si ricopronodi brina continuamente, da questo punto di vista però ilproblema risiede più nelle centrali a fusione, sonostrutturate in modo che possano soddisfare anche l'interadomanda, ma l'isolamento delle vie di comunicazionerende pressoché impossibile il rifornimento e quindiscarseggia energia pure da quella fonte. Il compostaggioda biogas è poi dannatamente rallentato dal freddo.Rimangono quindi attive le centrali geotermichecittadine e due piccole dighe sufficienti solo al cantonedel Vlad, la scarsità di energia ha portato comeconseguenza all'inevitabile abbassamento generale dellatemperatura dei palazzi, siamo passati da 18 gradi a 10,ma la notte viene spento il riscaldamento, così che possaessere disponibile più energia per i boiler d'acqua calda.Questo però ha portato la popolazione ha chiudersi incasa, con la conseguente diffusione di agenti patogeni dicui abbiamo già discusso. Tornando a parlare delle vie dicomunicazione: le strade principali delle città e dei loro

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dintorni sono sgombre o perlomeno agibili con un po' dicautela, le ferrovie invece sono andate, ma comunquenon ci sarebbe stata corrente a sufficienza quindiabbiamo preferito ritirare i vagoni e sfruttare quel pocoricavato per il traffico a ruote, il Mjun è ghiacciatoquindi i battelli fluviali sono fuori gioco da Vastur finoalla costa e abbiamo ritirato pure quelli, le pisted'atterraggio sono tutte provviste di serpentine perprevenire il ghiaccio, ma se dovessero essere privated'energia diventerebbero inagibili alla prima nevicata.Per i rifornimenti rimangono quindi poche strade che cicollegano a nord o ad altre vie e finora otto aeroportiseriamente sfruttabili. La produzione agricola èpraticamente ferma, solo gli orti dei palazzi sono attivi. La fauna locale ne sta soffrendo seriamente e ci sonostati talmente tanti avvistamenti di branchi di animali cheè stato consigliato un coprifuoco notturno ai cittadini,non che abbiano creato particolari danni, ma è sempremeglio premunirsi.Noi a livello provinciale stiamo calcolando la quantità dimangime necessario per poter assistere gli animaliselvatici, ma come ben sa se il cibo scarseggia per lepersone è difficile trovarne altro per le bestie. In quantoall'abbigliamento non ci serve altro che delle maschereprotettive per i microcristalli sospesi in aria e questo èprobabilmente l'aspetto meno urgente. Necessitiamoinvece di rinforzi sanitari e rifornimenti di medicinali, laKarmachta ha un tasso di potenziati inferiore alla mediaplanetaria e ne vien da se che delle epidemie non sono daescludere. Per tutto il resto troverà i dettagli per i singoli

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Cantoni nel fascicolo», e si ammutolì. «Ci sono stati deidecessi causati dal gelo?», chiese schietto. Gerisenkorispose sospirando appena «Pagina 18», Il Doge aprì ildossier e lo richiuse dopo appena un secondo. «Дерьмо,der'mo». Fu la sua unica affermazione prima di alzarsi eandare verso il gabinetto.Una volta entrato andò subito verso il lavandino, aprì ilrubinetto e si sciacquò il volto aspettando che i pensierisi attenuassero. Aveva errato le sue previsioni dando perscontato che la maggior parte della popolazione avrebbeseguito le direttive, sottostimando di conseguenza iltasso di mortalità. ''Sono arrivato in ritardo'' continuò aripetersi. Aveva il dono di una concentrazione ferrea,ma in quelle situazioni era una condanna a non potersifocalizzare su una soluzione, in pochi istanti produsseuna stima della conta totale di decessi che consideravacausati dal suo ritardo, poi ne calcolò un'altra e tantealtre ancora, ne fece una media che doveva avvicinarsitremendamente alla realtà. Si sciacquò di nuovo il voltocercando di meditare, si convinse che non fosse colpasua valutando a memoria le cifre di altri disastri naturalied applicando le variabili del caso. Il suo obiettivo eraquello di poterne aiutare il maggior numero possibile,quindi si focalizzò su questa intenzione e tornò lucido, sirinfrescò per l'ultima volta e fermò l'afflusso d'acqua,cercò qualcosa per asciugarsi e si arrangiò con unasalvietta di carta morbida per poi uscire dalla sala dabagno. Non gradiva che qualcuno potesse vederlo in unmomento di cedimento, per questo si era ritirato quelmezzo minuto sufficiente a tornar calmo e concentrato,

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con tanto di piano d'azione pronto e già adattato per ognievenienza. Si sedette nuovamente vicino ai colleghi,rivolgendosi a Oreil. «Con questo dossier ho ottenutoimportanti conferme, hai svolto un lavoro certosinocontribuendo a questa causa e per questo ti meriti unserio ringraziamento». Congratulandosi con lui,facendogli brillare gli occhi dalla commozione. Finito ilcomplimento tornò a parlare. «Rimangono quindi ledirettive che ti ho inoltrato ieri e che dovrà applicare laProvincia:-Perseverare con le campagne di sensibilizzazione sullasalute e prevenzione.-Sfruttare e aggiornare il più possibile i collegamenti egli spazi sotterranei: la gente non deve essere esposta alfreddo, chiaramente vanno controllati i sistemi diventilazione.-Stilare un piano dettagliato con progetti definiti per leinfrastrutture da proteggere o erigere, per ogni necessitàvi verrà fornito senza alcun onere la manodopera contutto il necessario direttamente dalla Confederazione oda me.-Stilare ed aggiornare continuamente un elenco dellenecessità sanitarie che vi verranno fornite senza oneri.-Stilare un registro che mostri il luogo e la quantità digeneratori a metano e relativo biogas che vi fornirò iostesso e adattare la rete elettrica di conseguenza. Nellalista includerete anche la quantità di isotopi di idrogenonecessari al funzionamento delle centrali a fusione, conla raccomandazione di privilegiare gli impianti giàesistenti, al carburante ci penserò io.

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-Sviluppare un piano d'evacuazione di emergenza permezzo delle navi da trasporto che verranno dislocate abreve per ogni Cantone.-Infine, collaborare attivamente con le altre Provincie perquanto riguarda i provvedimenti della contingenzad'inverno ed incentivare lo scambio di conoscenze emateriali.Io prendo l'impegno di trasmettere queste direttive allealtre regioni ed ho già indetto una riunione d'emergenzacon L'Assemblea federale che dovrebbe svolgersi al piùtardi dopodomani in cui prenderemo delle misureefficaci per affrontare la situazione». Ci fu un brevemomento di silenzio quando al loro tavolo si presentò ilbarista. «Salve, mi perdoni Egregio, prima le ho mentitoa proposito della birra, in magazzino ho ancora qualchebottiglia ma preferivo venderla agli operai che si fannoin quattro per tenere le strade sgombre. Non ho potutofare a meno di ascoltare la vostra conversazione e visono personalmente grato per il grande impegno chestate prendendo per aiutare la nostra comunità»,dopodiché offrì una bottiglia a testa della preziosa birralocale, facendo quasi lusingare Il Doge in persona.

Quella notte Sebastian uscì in città per ammirare ilmondo intorno a se congelare supino. I riscaldamentidovevano essere stati spenti da poco perché le finestreerano ancora terse. Vagando per le strade pattinava quasispensierato sulle sottili lastre di ghiaccio formatesi dapoco, finché d'un tratto si accorse che lo spettacolo stavaper cominciare: il calore residuo dei palazzi non fu più

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sufficiente a mantenere liquida la condensa sulla propriasuperficie, che prese istantanea a brinargli addossocoprendoli con uno strato di polvere candida che si infittìrapida nell'arco di mezz'ora. Ogni singola strutturaappariva come una stalagmite di ghiaccio fresco. Con lefolate di vento più sostenute si poteva osservare ilcammino dell'aria contorcersi fra i grattacieli portandosidietro parte della brina che risplendeva sotto i raggiscarlatti di Io. Affascinato da quell'insolita vista sidistrasse del tutto, ignorando gli aromi che gli passavanosotto il naso, cosa che scatenò in lui un certo sgomentoquando si trovò 13 al suo fianco, uscita pure lei per unapasseggiata al fresco ne aveva seguito la pista odorosa,curiosa di trovarlo ad osservare il nulla per poter cosìriflettere sui concetti del mentore, troppo astratti peressere descritti nei suoi temi. «Stai pensando di nuovo alpunto perfetto?», gli chiese interessata. Lui rimaseassorto nei suoi pensieri per qualche istante prima dirispondere a bassa voce. «No, anche se ti confido chesono abbastanza vicino ad avere dei risultati. Ora stosemplicemente osservando gli animali». Le fece cennoverso la fine del vicolo, facendole capire di rimanerequanto possibile in silenzio. Sotto la luce di Io si notavain lontananza un branco di lupi grigi vagare in cerca diuna preda, spinti dalla fame e dal freddo fin dentro ilcentro urbano. Una renna corse fuori da un incrocio dopoaver fiutato il pericolo, venendo subito rincorsa daipredatori. Sebastian le corse subito dietro, mentre unbanco di spesse nubi coprì il satellite, risaltando le stelledel cielo rimasto sgombro. Evelin riuscì a raggiungerlo e

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rimanere al suo ritmo, evidentemente non stava dando ilmassimo delle sue capacità, superarono il branco appenafuori dalla città, corsero nei prati fino a precipitare nelbuio totale. Il Doge continuava a correre imperterrito,percependo il calore e seguendo gli odori, 13 gli stavaaffianco forte delle stesse abilità. Sebastian valutò che ladistanza dovesse essere di circa quattrocento metri,quella renna correva dannatamente più veloce deipredatori, assai indietro rispetto a loro. Accelerò quantogli permisero le gambe e raggiunse la preda in appenaventidue secondi. La renna appena davanti a luicontinuava a curvare per tentare di seminarlo, scappandoinutilmente al proprio destino. Continuò a braccarlaaspettando che si stancasse a sufficienza da noncambiare più direzione. In quel momento alzò fulmineola mano verso il cielo e gli scatenò tutta la sua forza sulcollo, spezzandolo ed uccidendola istantaneamente. Larenna cadde rovinosa al suolo, continuando a procedered'inerzia per qualche metro prima di fermarsi esanime inuna posa contorta e sgraziata. Il Doge arrestò la sua corsaappena dopo il colpo mortale e fissò il branco e 13lontani correre verso di lui mentre tornava composto.Evelin sopraggiunse prima delle bestie, ansimante econfusa. «Spiegamelo», fu l'unica parola che pronunciòtra un profondo respiro e l'altro. Arrivarono i lupi che sidisposero in cerchio attorno alla preda, ringhiando edululando. «Quando gli uomini se ne vanno, i lupicoprono il loro passaggio». Si chinò davanti alla renna.«Ma tornano affamati e non voglio che una personavenga sbranata da un branco che ha perso il la docilità a

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causa della fame». Spiegò tranquillamente lui, intantoche le belve sbavavano tutte attorno alla preda. 13 chieseancora. «Perché non se la stanno mangiando?». «Perchéil primo morso spetta al capobranco». Tagliò corto lui.Sprofondò i denti nel collo della preda e ne strappò ungrosso pezzo di carne, poi si alzò e permise così ai lupidi divorare tutto il resto. Prese in mano il boccone.«Vuoi favorire?». Lo offrì per scherzo ad Evelin. A leisfuggì una risata intanto che fissava il branco spolpare lapropria cena. Quei lupi erano palesemente denutriti, maSebastian aveva notato un particolare nel loro vagare:Non erano un branco, o per meglio dire, non lo eranomai stati prima. Osservandoli capì che gli mancava unagerarchia e ne dedusse che dovevano essersi uniti a causadella fame. La renna al contrario sembrava cavarselaegregiamente in quella situazione, visibilmente carica dicarne e grasso, scattava di fatto anche più velocementedei suoi stessi simili. Sicuramente aveva già diffuso unaprole resistente, capace di fiutare licheni ed erbe a grandidistanze. Quella renna poteva anche essere essenziale ailupi per superare l'inverno, favorendo così un limite alprosperare di erbivori durante l'estate, che avrebbero aloro volta consumato ogni fonte alimentare offerta daiboschi, minando l'intero ecosistema. La caccia aveva unasua logica. Questa fu la lezione del Doge, di cui spiegò leregole a 13, intanto che il pezzo di carne arrostiva sullebraci di un fuoco spento da ore.

Sulla strada di ritorno il vento crebbe impetuoso,rendendogli difficile la vista. Camminarono rapidi fino

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all'albergo. Entrando in tutta fretta non si accorseronemmeno che l'insegna staccata del bistrò volò sopra leloro teste, mancandoli di poco.

Palazzo Federale, Capitale dell'Unione, campagne del Sahara

24.12.2271 ora locale 11:26

«Nell'attesa di questa riunione sono riuscito aconversare coi governi locali ed ho ottenuto ulteriorianalisi» Fece il Doge all'Assemblea. «I Consiglierimarziani dovranno garantire una collaborazione conProvincie e Cantoni su disposizioni favorevoli adassistere l'emisfero sud».

-«I terrestri ed i venusiani sono tenuti ad offrire unadeguato supporto di beni alimentari e farmaceutici.Eventualmente anche degli operatori locali potrannocollaborare direttamente con i marziani sotto la vostrasupervisione».

-«Ai governatori della Fascia Principale consento dierigere nuove miniere e aumentare la produzione dimetano destinata a Marte. Vi presenterò un bilancio deimargini di espansione».

-«Ai consiglieri coloniali chiedo pazienza nei progetti dicivilizzazione e la vostra solidarietà nei confronti diMarte riguardo alla riduzione dei beni di sussistenza».

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La riunione terminò in un paio d'ore, negli ultimi atti nonvi furono votazioni contrarie alle sue direttive, nessundibattito né ricorso. Congedandosi augurò ai festeggiantiuna buona vigilia di Natale. Dal centro dei pulpiti vedeva entrambe le camere in cuioltre quattromila parlamentari erano seduti vicini in duesconfinati anfiteatri sovrapposti per rappresentare lapropria Provincia. Il Doge svanì dall'immensa saladisattivando la comunicazione istantanea, spegnendo lasua proiezione olografica. Su Marte nel frattempopreparava il passaggio sulla Leviatano insieme a 13, cheera l'unica altra persona presente in una rimessa enormenel cuore di una piccola montagna, ma abbastanza ampiada permettere lo stoccaggio di innumerevoli container.Attivò un portale nella parete, da cui si aprì un varcolargo un paio di metri, oltre cui si manifestò la vista diun'immensa galleria. Il varco fungeva da intersezionepassiva tra la Leviatano la camera, che erano adiacenti inquattro dimensioni. Oltrepassandolo giunsero in uno deitanti tunnel d'ingresso della Nave, dove li attendeva il jetcomodamente parcheggiato nel mastodontico porticato.

Monti della Ceresanja, Provincia di Zikebria.Ora locale 24:12

Dietro di loro il camerone si comprimeva su se stesso.La roccia in stato supersolido scivolava nella pietra vivasenza attrito e mantenendone la forma, ripristinandone ilvolume originale. La montagna innevata rifletteva la lucedi Io pochi chilometri distante da una Akhni sormontata

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da una nave da una nave da trasporto lunga la metà dellacittà stessa, dove Il Doge consultò di persona leProvincie. Situata in una valle tanto impervia e disabitatada dover essere trasportati da un aeromobile della flottafino all'accesso, in quel monte vi era incastonata unadelle tante ancore iperspaziali della Leviatano chepermettevano di collegare i punti di sbarco direttamenteall'interno della Nave.

Ingresso 621, Galleria di sbarco P90-F38, Interno della Leviatano,

in orbita sopra Harriot, Sistema Copernico.

Salirono sull'aerotrasporto della Flotta Leviatana perspostarsi velocemente negli atri colossali della Nave eraggiungere la sala di comando. Il jet volava silenziosonei corridoi superando abbondantemente la velocità delsuono, percorrendo centosessanta chilometri tra curve erettilinei arrivarono a destinazione in pochi minuti.Atterrati davanti all'ingresso procederono a piedi nelcentro di controllo, venendo salutati ed accolti inmaniera rigorosa dai tecnici di pilotaggio onorati dirincontrarli. Prima di impartire le direttive di voloSebastian venne assicurato che le astronavi della Flottanon impegnate in operazioni fossero tutte rientratesottocoperta.

Delle Colonie di Harriot solo su Hyerés si potevascorgere la Leviatano lontana nel cielo luminoso dellaprimavera locale. Distante dal Mondo nascente ben oltre

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un milione di chilometri la Nave transitava nel cielobrillando del pallido blu argentato dell'osmio cristallinodel suo scafo. La sua ombra si posava rimpicciolita main prospettiva accresciuta sul pianeta principale, ungigante gassoso che splendeva di sfumature nebulose dalgiallo all'arancione aperte su uno sfondo verde acqua.Prossima a essere occultata da Harriot la Nave apparivacome una scheggia che penetrava nel gigante celeste.Nell'istante precedente a venir celata del tutto svanì dallarealtà slittando elegante nello spazio tetradimensionale.Impiegando una porzione ridicola del suo potenzialesalpò a gran velocità verso una meta lontana.