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    N.0 | MARZO 2013Rivista Culturale Trimestrale

    ISSN 2282-0760

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    N.1 2013

    Anticipazioni

    Dalle radici del Mazdeismo...intervista a Moramarco

    Respirare in Musica dal 700 al900

    Alfons Mucha

    Vaticinia Nostradamus

    La Pantera

    N.2 Ottobre/Dicembre2013

    Luglio/Settembre

    Anticipazioni

    I segreti del Dio che non esiste

    I Vimana

    Filosofia e scienza: un nuovo paradigma?

    Pakistan: Mohenjo Daro e lantica CiviltHarappa

    DISPONIBILE ON LINE SUstore.secreta.eu e www.ezpress.it

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    ad errori veri e propri: la madre poteva esseredanita e suo padre della trib di Neftali e resi-dente a Tiro.Seppur in nessun modo Hiram venga menzionato

    quale Architetto del Tempio, possiamo affermareche gli viene conferita addirittura una valenzamaggiore, in quanto descritto come maestronella lavorazione dei metalli: lui lautore dellameraviglia del Mare di Bronzo e delle duecolonne Jakin e Boaz A questo proposito, bene ricordare che, al tempo, larte metallurgicaera appannaggio di pochissimi e coloro che sape-vano dominare e manipolare i metalli occupavanouno dei posti pi alti nella scala del ceto sociale:la potenza di uno stato si misurava attraverso lacapacit di sfruttare i metalli per armi, decori,arte e costruzioni.Adesso, passando alle fonti pi recenti, vediamocome vari manoscritti, risalenti al periodo medie-vale-rinascimentale e di chiara origine massoni-co-esoterica, riportino varie versioni di quella chesi definisce la leggenda di Hiram.Prima di tutto bene fare riferimento alleCostituzioni Gotiche: la piantica raccolta di documentimassonici, databili dal 1150ad oltre il 1550, cos chiamati

    per la prima volta nel 1738 daJames Anderson. SecondoA.L.Vibert, uno dei maggioristudiosi fra coloro che tenta-rono una classificazione diquesti manoscritti, affermache la Storia Tradizionaledegli antichi massoni giuntaa noi in varie forme: Laprima versione era moltobreve ed conosciuta da noi

    per mezzo di due testi, ilMs.Regius e la parte conclusi-va del Ms. conosciuto come ilCooke Text. La prima parte diquesto stesso testo consiste inuna Storia molto elaborata, laquale molto probabilmente fucompilata nel quindicesimosecolo, e poi fu riscritta alprincipio del sedicesimo, men-tre le Ordinanze, le clausole

    separate delle quali erano conosciute comeArticoli e Punti, furono rifuse come un Codice deiDoveri Generali e Speciali e che si assunse esserestati approvati da Enrico VI e dal suo Consiglio,

    nel 1437.Dal sedicesimo secolo in poi, la grande maggio-ranza dei Manoscritti comprende una trascrizionedella History quale allora venne riscritta, ed ilCodice di Enrico VI, ma essi hanno tutti variazionitestuali loro proprie... Le versioni cadono in cin-que principali gruppi o famiglie, note come Plot,Grand Lodge, Sloane Roberts e Spencer. Il grup-po Plot ha la History elaborata e quelli GrandLodge, Sloane e Roberts hanno la History qualefu riscritta, ma tutti e quattro hanno il Codice diEnrico VI, al quale il Roberts ha aggiunto quantoviene indicato come New Articles e certi testihanno anche speciali Apprentice Charges. GliSpencer sono l'ultimo gruppo ed in questo laHistory stata ancora una volta revisionata. aquesti documenti che Anderson si riferisce nellasua Intestazione, quando dice che la parte storica presa dai loro documenti generali e i suoi

    Charges estratti da antichidocumenti.". (Cfr. A.L.Vibert,Anderson's Constitutions,Introduzione alle Costituzioni di

    Anderson del 1723, Facsimile 2 edi-zione a cura della Q.C.L., London,1978, p. xi.Con ci abbiamo compreso lori-gine degli Antichi Doveri del1723, ancora oggi alla basedellIstituzione massonica.Passando poi alle fonti pi recen-ti, gi il Reghini (in PAROLESACRE E DI PASSO, ed. Atanor,Roma 1962), afferma che unbreve cenno alla morte di Hiram(si parla della morte dellarchi-tetto del Tempio, senza nominar-lo) si trova nel Talmud, e che nelMANOSCRITTO COOKE(143040) si menziona la mortedi Hiram.Per Bonvicini, il c.d. Ms. Cooke(143040), a proposito di Hiram(senza nominarlo), dice: "Il figliodi Tiro era il capo" degli 80.000operai muratori al "servizio" di

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    Re Salomone per la costruzione del Tempio, ini-ziata da Re David; mentre il Sessa a proposito ditale manoscritto, facendolo risalire al 1410,riporta e il figlio del Re di Tiro era il suo

    Maestro Massone. Questa citazione sembra piaffidabile in quanto molti altri manoscritti del-lepoca denominati racconti o MMss. gotici-riportano lerrata traduzione di Abif, ed in luogodellHiram biblico venivano utilizzati nomi sostitu-tivi quali Aymon (Ms. Dowland 1500c.) o Amnonetc., a tal proposito si pu fare riferimento allostudio del Tuckett.La sostituzione frequente in scritti latomistici ein tal senso viene spontaneo chiedersi se, sussi-stendo intenzionalit, tale pratica non debbasignificare qualcosa di profondo e nascosto.Personalmente, ricordando il Tuckett, mi sembrapi ragionevole pensare che la perdita del doppionome Hiram Abif sia imputabile alleliminazio-ne delle Bibbie protestanti inglesi durante ilregno di Enrico VIII.Infine, giova ricordare anche Maurizio Nicosiache, nellarticolo La piramide del rito e la leg-genda di Hiram, afferma che essa non ha originibibliche, ma ricavata da un apocrifo dellAnticoTestamento.E comunque una leggenda che troviamo in molte

    tradizioni iniziatiche e religiose sin dai tempidegli antichi egizi: il mito di Neferotep (nefer=perfezione e bellezza, otep= pienezza) maestroarchitetto ucciso dai suoi adepti per denaro.

    Al di l delle fonti, certamente curiosa lasso-nanza con la vicenda di Osiride, tramandataci daDiodoro Siculo (cfr. F. Cumont, Le religioni orien-tali nel paganesimo romano, (1906), Roma,1990, p. 79. Oltre Diodoro laltra fondamentalefonte sui misteri osiriaci Apuleio, Le metamor-fosi o lasino doro.): "il dio (Osiride) alluscitadel tempio cadeva sotto i colpi di Set (fratello di

    Osiride); si simulavano attorno al suo corpo le

    lamentazioni funebri, lo si seppelliva secondo i

    riti: poi Set era vinto da Orus, e Osiride, a cui la

    vita era resa, rientrava nel suo tempio dopo aver

    trionfato sulla morte. Lo stesso mito era rappre-sentato a Roma. Iside oppressa dal dolore cerca-

    va in mezzo ai pianti desolati dei preti e dei fede-

    li il corpo divino dOsiride, le cui membra erano

    state disperse da Tifone (altro nome di Set). Poi

    ritrovato, ricostituito, rianimato il cadavere si

    sprigionava una lunga esplosione di gioia".Oltre a questultima, una qualche corrispondenzacon la vicenda hiramitica pu individuarsi -comesuggeritomi dal Prof. L. Pruneti- nel racconto suPolidoro nellEneide virgiliana:

    ENEIDE CANTO III POLIDORO

    IN TRACIA: DE POLIDORI UMBRA(3.13-68)

    LORRIBILE OMBRA DI POLIDORO(3.13- 68)

    Tertia sed postquam maiore hastilianisu adgredior genibusque adversaeobluctor harenae, eloquar an sileam?

    Gemitus lacrimabilis imo auditur tumuloet vox reddita fertur ad auris: 'quid mise-rum, Aenea, laceras? iam parce sepulto,parce pias scelerare manus. non me tibiTroia externum tulit aut cruor hic de sti-pite manat.Heu fuge crudelis terras, fuge litus ava-rum: nam Polydorus ego. hic confixumferrea texit telorum seges et iaculis incre-vit acutis

    Ma dopo che con maggior sforzo affer-ro il terzo rametto e con le ginocchialotto con la sabbia avversa, - parlare o

    tacere?- si sente dalla profondit dell'al-tura un gemito lacrimevole e la frase datasale alle orecchie:Perch, Enea, torturiun infelice? orma risparmia un sepolto,risparmia di macchiare le pie mani. Troianon mi pose estraneo a te o questo san-gue non emana da un legno. Ahimfuggi terre crudeli, fuggi un lido avido:io son Polidoro. Qui trafitto mi copr unamesse ferrea di dardi e crebbe in acutelance

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    Concludendo, bene

    precisare che la

    Leggenda di Hiram

    riportata solamenteuna rielaborazione di

    una delle molte versioni

    presenti in letteratura.

    Infine, importante

    ribadire che, per quanto

    riguarda la Leggenda,

    non fondamentale se

    veramente sia accadutoci che narra, bens il

    valore iniziatico e

    simbolico rappresentati,

    cos come avviene per le

    parabole cattoliche.

    Chiarito ci, vitale

    comprendere gliinsegnamenti contenuti

    nella vicenda del

    maestro per

    progredire ad un livello

    superiore di

    consapevolezza.

    BIBLIOGRAFIA

    Bonvicini E. Esoterismo nella Massoneriaantica 2 vol., Atanr Editrice Bonvicini E. I Gradi della Massoneria diRito Scozzese Antico ed Accettato, Bastogi Bonvicini E. Massoneria antica, dallaCarta di Bologna del 1248 agli antichidoveri del 1723, Atanr Editrice Bonvicini E. Massoneria di Rito Scozzese,Atanr Editrice Boucher J. La Simbologia Massonica,Atanr Editrice Di Castiglione R. Alle sorgenti dellaMassoneria, Atanr Editrice

    Di Castiglione R. Corpus Massonicum.Atanr Editrice Farina S. Rituali dei Lavori del RitoScozzese Antico e Accettato, Arktos Fiche J.G. Filosofia della Massoneria,Bastogi Mola A.A. Storia della Massoneria inItalia, Bompiani Nicosia M. Il sepolcro dOsiride. ZenitStudi massonici - Le origini storiche del RitoScozzese. www.zen-it.it

    Pike A. Morals and Dogma 6 vol., Bastogi Porciatti U.G. Simbologia Massonica: GradiScozzesi, Atanr Editrice Reghini A. PAROLE SACRE E DI PASSO,ed. Atanor, Roma 1962.

    Per approfondire largomento: Sessa L.Hiram e la leggenda di Hiram, Bastogi.

    Note al testo:1 Al nome Hiram viene spesso aggiuntalespressione Abiff o Abif, che deriva dallebraicoAb padre, quindi suo padre, comunque moltiautori sono propensi ad assegnare nel casospecifico il significato di maestro, capo ecc.,utilizzato quale segno di rispetto.2 Rielaborata e riassunta dal contenuto del volumeHiram e la leggenda di Hiram di Luigi Sessa edito daBastogi Ed.

    3 Sisifo fu condannato per leternit da Zeus acausa della sua sagacia a trasportare dalla base allacima di un monte un macigno che, ogni volta, unapotente forza faceva rotolare di nuovo gi allabase, come riporta Omero nellXI librodellOdissea (vers.593-598):Ssifo pure vidi che pene atroci soffriva/ una rupe gigantereggendo con entrambe le braccia./ Ma quando gi stava

    per superare la cima, allora lo travolgeva una forzaviolenta/ di nuovo al piano rotolando cadeva la rupe

    maligna.

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    I Maestri dellesoterismoAstrologiaI grandi temi

    I LuoghiGuardiani dello SPIRITOTra le pieghe della storia

    Interviste dautoreReligioniMiti

    Cabala

    SecretaMENTE

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    Lnevsedautore e non solo...

    Di volta in volta,proporremo dellechiaccherate pi o

    meno formali con uominidi rilievo...Personaggi di primopiano non solo del

    mondo culturale espirituale: cercheremo dispingerci pi in l,dando voce allenumerose sfaccettaturedella moderna societ,universale, globalizzata e

    multietnica.

    Lo scopo principale...

    far conoscere,far partecipareedinformarecoloro che lo desi-derano, senza nes-

    suna distinzione.

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    Iregni animale, vegetale e minerale, gli elementi,i numeri e le loro proporzioni, la strutturacosmica, le divisioni temporali e spaziali... tutto

    rientra in un grande affresco di simboli che allude aun'esperienza iniziatica. I grandi maestri dello spiri-to hanno, in varie epoche, aperto delle finestre suquesti mondi, permettendoci di intravedere cosa si

    cela al di l del non visibile.IMardellEsoterismo

    Ho sempre pensato che ci sia un modo molto semplice per riconoscere gli autori di qualit.L'alchimia essenzialmente un'arte di amore e quindi ritengo si debba sempre percepirebenevolenza e compassione in ci che si legge. Fulcanelli era un uomo buono. EugneCanseliet era talmente bendisposto verso gli altri che non rifiutava mai nessuno, accoglievatutti gentilmente e li ascoltava con attenzione dando consigli affettuosi. Mai un gesto brusco,una scortesia, una malignit. Paolo Lucarelli

    Titus BurckhardtJabir Ibn HayyanEugne Canseliet

    CagliostroMarsilio Ficino

    Heinrich KhunrathJohannes Helvetius

    Michael MaierMichael SendivogiusNicolas Flamel

    ParacelsoPico della Mirandola

    Isaac NewtonJ.B. van Helmont

    Jacob BohmeJohan Daniel Mylius

    Maslama Ibn Ahmad al-Majriti

    Giovanni Battista Della PortaRen GunonJohannes Theodorus de BryJohn DeeJohn MayowElmire ZollaJules Boucher

    Arnaldo da VillanovaAvicennaEdward KelleyConte di S. GermainCornelio AgrippaRaimondo di SangroF.M. van HelmontFulcanelliGeronimo Cardano

    Robert Fludd

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    L

    a necessit di religio-sit ha sempre

    accompagnato luo-mo, elemento essenzialein ogni cultura - presente epassata - in forme ritualiche hanno valenza sociale,contenuti etici e filosofici.

    ReligioneeMyh

    Studiato dal vivo, il mito non una spiegazioneche soddisfi un interesse scientifico, ma la resurre-

    zione in forma di narrazione di una realt primi-genia, che viene raccontata per soddisfare profondibisogni religiosi, esigenze morali, esso esprime, sti-mola e codifica la credenza; salvaguarda e rafforzala moralit; garantisce l'efficienza del rito e contie-ne regole pratiche per la condotta dell'uomo. Ilmito dunque un ingrediente vitale della civiltumana; non favola inutile, ma forza attiva

    costruita nel tempo. Bronislaw Malinowski

    Nana BurukuNwaEracle

    FuxiMuse

    ShennongGiove

    Il Grande YuMerlinoPangu

    MardukKappa

    GilgameshBaba Yaga

    NuadaGraal

    Ptha

    BahamutChimeraHuitzilopochtliRaOghmaTethraTanukiArtTenguMandragolaEneaGong GongPandoraBansheeAchilleCerbero

    Zhu Rong

    Gayer-AndersonCat.Photo:Oxyman.GNUFreeDocumentationLicense

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    Capolavoro di Sapienza

    IL CANTICO DEI

    CANTICI

    GiacomoMariaPrati

    Artico

    loesemp

    lificat

    ivo

    tratto

    daSe

    cretaM

    agazine

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    Alla fine del I secolo dopo Cristo inIsraele si tenne, nei pressi

    dellattuale Tel Aviv, autorizzatodallimperatore Vespasiano, il

    primo concilio rabbinico dopo ladistruzione del Tempio. Alcuni dotti

    misero in dubbio lopportunit e lalegittimit del mantenimento delCantico dei cantici nel canone delleScritture sacre e rivelate, forse per

    un suo uso sociale gi diffuso ditipo banchettistico e nuziale. Si alz

    in piedi allora Rabbi Aqib (50-135 d.c.) e disse che il mondo

    intero non vale il giorno in cui

    stato dato ad Israele il Cantico deiCantici, perch tutte le Scritture

    sono sante, ma il Cantico dei cantici il Santo dei santi, cio

    Santissimo.

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    Formella della lettiga di Salomone. Facciata del Duomo di Milano.

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    Formella della Torre di David. Facciata del Duomo di Milano.

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    RecensioniTarocchi

    Videogiochi-multimedia La postaNuove frontiere della Scienza

    Filosofie orientaliVie iniziatiche e Massoneria

    Scienze antiche

    SimboliAlchimiaSciamanesimo

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    poter indagare quelle tematiche considerate nicchieculturali. Il nostro punto di arrivo quello di riusci-re a percorrere la strada nata da questo sogno condi-viso nel miglior modo possibile verso il raggiungimen-to di obiettivi che siano comuni a tutti coloro che, comeuomini del dubbio, vogliano cercare la Verit.

    Quali sono i temi, in particolare?GG: Ripeto. Tutti quei temi che hanno inerenza

    con luomo, lesistenza, la vita (e la morte) in genera-le.

    EB: Tutto ci che porti alla scoperta, il confronto, ildialogo cercando di stimolare nuove visioni e di apri-re la strada verso nuove realt.

    A chi si rivolge la rivista?GG:A tutti, ma soprattutto a coloro che avvertono

    la necessit di fare un percorso che li conduca piavanti nella comprensione, se non fino alla risposta,alle tre grandi domande: Chi siamo? Da dove venia-mo? Dove andiamo?

    A chi stanco di non aver modo di affrontare tuttiquegli argomenti che hanno attanagliato luomo sindal principio e che oggi sembrano abbandonati a

    favore della frivolezza e dellapparenza.EB: A tutti coloro che abbiano una mente aperta e

    uno spirito indagatore, a coloro che non si fermano

    davanti agli ostacoli ma lottano per risolverli e chevogliano indagare le pieghe pi nascoste dellessereumano. Ci rivolgiamo a chi considera la propria vitacome un cammino ove imparare e conoscere, teso adelevarsi ed elevare. Ci rivolgiamo a tutti coloro chevogliano veramente indagare se stessi e il mondo, lon-tano dalla mediaticizzazione o dalle commercializza-zioni ma affianco e dentro la vera natura delle cose.

    Allopera di chi (studiosi, maestri o cosa) ispirata la rivista (e vi ispirate)?

    GG: Chiunque si dedichi con passione alla ricerca,allo studio o addirittura alla pratica di qualcosa, puessere un maestro nel proprio campo. Ciascuno di noi,

    persino le pi grandi menti che lumanit abbia con-cepito, ha sempre qualcosa da imparare: possiamotrovare un maestro in Platone, ma possiamo trovarloaltrettanto capace nelluomo incontrato per strada

    filosofia, conoscenza, saggezza e virt si possono ritro-vare ovunque, come del resto vizi, debolezze, scellera-tezza e stupidit si possono annidare anche nei pi

    grandi.

    EB: Chi riuscito a sondare anche un solo fram-mento del creato un magister, una figura in grado di

    poter abbracciare e donare la conoscenza acquisitaagli altri. La storia ci mostra innumerevoli figure cheoltre che magister vitae furono Maestri in grado anchedi donare sinceramente la propria esperienza aglialtri per il bene collettivo. Come dicevano gli antichinon tanto importante la meta che vogliamo raggiun-

    gere quanto il percorso che affrontiamo per avvicinar-ci a Lei. Tutti coloro che hanno vissuto e sperimentatoquesto spirito sono nostri Maestri e noi ci ispiriamo aLoro nel cammino che abbiamo intrapreso.

    Quali credete siano i punti di forza dellarivista?

    GG: Il punto di forza credo sia lassoluta libert:- libert dal pregiudizio- libert di parola e pensiero- libert di contenuti - libert di dialogo e confronto.E poipassione, amore e sentimenti tutti tesi a

    produrre qualcosa di positivo in noi stessi e nella socie-t che ci circonda.

    EB: Oltre ai punti indicati da Gianmichele pensodi poter aggiungere solo un ulteriore elemento, il fasci-no, ovvero lattrazione profonda che lessere umano

    possiede e prova verso quanto lo circonda, la vita e i

    suoi misteri. Ci piacerebbe poter trasmettere questofascino ai nostri lettori, appassionarli attraverso lenostre pagine ed emozionarli e coinvolgerli in questocammino che ci eguaglia tutti.

    Cosa ha portato alla collaborazione colRito di York e perch?

    GG: Spiritualit, sentimento, desiderio di sapere ecomprendere accompagneranno sempre luomo pen-

    sante e quindi perch trattare questi temi, oggi ed inmodo serio, non dovrebbe avere senso?

    EB: Ogni passo che compiamo verso laComprensione ha un senso sia sul piano fisico che suquello interiore. Ogni contributo una goccia in unmare ma anche una montagna che ci indica la strada.Siamo noi che diamo senso alle cose che ci attornianoe se le nostre pagine potranno dare anche un minimo

    significato, e forse anche uno spunto, alle domande dichi ci legger saremo riusciti nello scopo che ci siamo

    prefissati. Avremo dato un senso alla ricerca di moltiuomini vissuti in ogni tempo e avremmo dato un valo-re al nostro lavoro.

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    Che senso pensate possa avere, oggi, unarivista di questo genere?

    GG: Spiritualit, sentimento, desiderio di sapere ecomprendere accompagneranno sempre luomo pen-

    sante e quindi perch trattare questi temi, oggi ed inmodo serio, non dovrebbe avere senso?EB: Ogni passo che compiamo verso la

    Comprensione ha un senso sia sul piano fisico che suquello interiore. Ogni contributo una goccia in unmare ma anche una montagna che ci indica la strada.Siamo noi che diamo senso alle cose che ci attornianoe se le nostre pagine potranno dare anche un minimo

    significato, e forse anche uno spunto, alle domande dichi ci legger saremo riusciti nello scopo che ci siamo

    prefissati. Avremo dato un senso alla ricerca di moltiuomini vissuti in ogni tempo e avremmo dato un valo-re al nostro lavoro.

    Religione EsoterismoMistero. Manon avere paura di disturbare qualcuno aparlare di queste cose?

    GG: Certamente. Molti sono gli esempi storici dipersecuzioni al libero pensiero. Nessun potere fondatosu qualcosa o su unidea assoluta teme, come il diavo-lo lacquasanta, che qualcuno possa far riflettere gliuomini. Quindi gi sappiamo di disturbare chi con-trario al dialogo ed alla libera circolazione delle idee:

    purtroppo da uomo del dubbio, questa una dellepoche certezze che ho.

    EB: Mi piacerebbe rispondere con una frase pro-nunciata dal grande psicologo Carl G. Jung, Ogninovit si scontra sempre con la resistenza del-lantico. stato sempre cos e cos sar sempre,fa parte dellautoregolazione degli eventi psichi-ci. Il nostro obiettivo non lede lanimo, cerca solo diindagarlo. Non vogliamo lo scontro n tantomeno ilconflitto, desideriamo solo un dialogo che sia costrut-tivo e propositivo. Non penso che questo percorso possa

    disturbare coloro che, anche se su vie differenti, perse-guano i medesimi scopi e siano animati dallo stessospirito.

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    EnricoBaccariniDANTE EI FEDELID'AMOREAvvolti dalle nebbie del tempo,oscurati agli occhi del mondo l'or-dine dei Fedeli d'Amore si pre-

    sent come una societ segreta,iniziatica, di letterati che secondola pi antica tradizione nacque

    dall'incontro tra due culturediverse quanto affascinanti; quel-la provenzale, fatta di trovatori ebardi, e quella pi mistica e asce-

    tica dei sufi arabi.

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    Statua di Dante.

    Uffizi, FirenzeArt

    icoloe

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    tratto

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    Mistica e prosa, iniziazione e tradizio-ne esoterica furono l'elemento carat-

    terizzante e portante che contrasse-gnarono l'Ordine nella sua manifestazionepubblica, prima cio che lo stesso si occultas-se e ritornasse nell'ombra. Quale fermentopot originare questo incredibile movimento?Quasi a ricordarci la Setta dei Poeti Estintidelfilm L'Attimo Fuggente, i Fedeli d'Amore furo-no molto di pi e ancor pi seppero come equando palesarsi e celarsi agli occhi delmondo. Come scrisse Gunon, le crociatefurono un momento per ... attivi scambi intel-

    lettuali tra lOriente e lOccidente, un frangentestorico entro cui le tradizioni cristiane d'occi-dente entrarono in contatto con quelle arabe,attente conservatrici di patrimoni e retaggiculturali oramai dimenticati o distrutti neinostri territori. Cavalieri, mistici e letteratiriportarono dalla loro permanenza in TerraSanta testimonianze e scritti di maestri comeIbn' Arabi, o studiosi come Averro ma anchetesti e tradizioni in Occidente ormai bruciateda nuovi e pi forti orientamenti e credi.La storia della Fedelt dAmore d'Occidentenon si ferma con la scomparsa o piuttosto con

    la loro occultazione. In questo contesto sidovrebbe intendere la parola Occidente nel

    modo in cui ne parl Ren Gunon in Orientee Occidente, ovvero come di spazio geografico,di tradizione cristiana in confronto ad unOriente fondato su una tradizione semitica,musulmana o ebrea.La tradizione dei Fedeli dAmore anche unatradizione occidentale, nel senso che essaconcerne le tre religioni monoteiste, abrami-tiche, o piuttosto i loro esoterismi rispettiviche sono la Cabala, nella tradizione ebraica,lesoterismo islamico e lesoterismo cristiano.

    Julius Evola e Ren Gunon sostengono cheessa abbia il suo equivalente nell'estremooriente, specialmente in India.Se i Fedeli d'Amore sono oggi conosciuti lodobbiamo soprattutto ad un grande poeta e aquegli studiosi che, studiandolo, trovaronoriferimenti di una sua possibile appartenenzaall'interno delle sue opere.La figura di Dante Alighieri (1265 1321),immortale vate della poesia italiana, accostataa quella di sapiente esoterista, continua anco-ra nella nostra epoca a suscitare lo stessoeffetto di un sasso lanciato in uno stagno.

    A sinistra:Ritratto di Dante.

    Questo affresco presentauno dei pi antichiritratti documentati diDante Alighieri. Palazzodell'Arte dei Giudici eNotai, Firenze.Photo: Sailko.

    Nella pagina precedente:Amore (Eros) e Psiche.

    Affresco romano, 45-79d.C., origine: Pompei.Museo Archeologico

    Nazionale, Napoli.Photo: StefanoBolognini.

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    Che Dante, nelle proprie opere, abbia inseritovolontariamente nozioni di alchimia, astrolo-gia, cabala, numerologia ed esoterismo ingenerale oggi un fatto palese. Sulle preteseasserzioni che lo vorrebbero affiliato ad unasetta vicino allOrdine Templare, o a proto-movimenti di matrice rosacrociana, esistonoinvece minori verificabilit, informazioni eriscontri.Nella sua opera maxima, la Divina Commedia,sono ben evidenti influenze di dottrine ereti-che come quella catara e del johanismo, manessun collegamento diretto ci permette diasserire indiscutibilmente che il divinopoeta ne fosse membro. Tra le prime opereche tentarono di accostare il poeta fiorentino

    con il mondo esoterico troviamo un testo del1854 di Eugne Aroux, intitolato Dante hr-tique, revolutionnaire et socialiste con il sottotito-lo altrettanto singolare di Chiave dellaCommedia anticattolica di Dante, pastore dellaChiesa Albigese nella citt di Firenze, affiliatoallOrdine del Tempio, che d la spiegazione del lin-guaggio simbolico dei Fedeli dAmore nelle composi-zioni liriche, nei racconti e nelle epopee cavallereschedei trovatori, che pi che un sottotitolopotrebbe rassomigliare ad una voce esplicati-

    va presente in un dizionario! Autori comeAroux lessero nelle diverse opere di Danteallusioni e metafore indirizzate a fratelli dellastessa comunione eretica, ovvero esperimentie componimenti letterari derivanti dai movi-menti cui Dante sarebbe stato membro. Unpassaggio del Purgatorio (Canto XXVII, 16-22) ricorderebbe, per esempio, il martiriocataro avvenuto pochi anni prima che Dantestesso scrivesse la Commedia In su le mancommesse mi protesi, Guardando il foco e

    immaginando forte, Umani corpi gi vedutiaccesi. Volsersi verso me le buone scorte, eVirgilio mi disse Figliol mio, Qui pu esser tor-mento me non morte. Ricordati! Ricordati!. Danteassiste alla caduta dellOrdine Templare enasce poco meno di un ventennio dopo lafine della religione catara. Non dunqueimproponibile ipotizzare che nelle sue nume-rose peregrinazioni, soprattutto dopo lesilioda Firenze, egli fosse potuto venire a contattocon tale eresia. La sua stessa citt nataleaveva ospitato numerosi catari poco prima e

    durante il periodo delle persecuzioni. Allacontestazione che Dante fosse un guelfo bian-co, ovvero un moderato, i fautori dellipotesiesoterica contrappongono altrettanto energi-camente i fatti storici ovvero il fatto che lastessafazionedi Dante lo perseguit costrin-gendolo a rifugiarsi presso amici-nemici ghi-bellini. Lannosa disputa sullinterpretazionee la risoluzione di questo mistero non sembratrovare risposta, anzi sembra essere sporadi-camente riaccesa da nuove scoperte o nuoveinterpretazioni.Si spesso discusso della sua possibileappartenenza allambito esoterico-religiosoconosciuto come i Fedeli dAmore e alla settadella Santa Fede, terzordine templare. Per

    comprovare tali affermazioni diversi studiosi1constatano che nel Museo di Vienna conser-vata una curiosa pietra, una sorta di medagliadi chiara origine medievale, in cui raffigu-rato Dante e sullaltro verso le enigmatichelettere F.S.K.I.P.F.T., tradotte come FideiSanctae Kadosh, Imperialis Principatus, FraterTemplarius2. Si tratta di una possibile inter-pretazione, valida come molte altre, ci acausa della presenza in acronimo della miste-riosa scritta. Potremmo infatti dare anche altri

    significati a ci che pu risultare tanto appa-rente per alcuni. Tutto ci si potrebbe invecerealmente riferire ad un Dante templare!Risolvere cos semplicisticamente il quesitosul Dante esoterico non sembra semplice. Ilgrande studioso ottocentesco di magiaEliphas Levi, nella sua Storia della Magia, riba-dir che La rosa di Flamel, quella di Jean deMeung e quella di Dante, sono tutte nate nellostesso roseto3 volendo significare che sononate tutte dalla stessa matrice alchemica. Un

    Dante che possedesse conoscenze alchemicheo esoteriche inficerebbe limmagine cheabbiamo di lui? Probabilmente no, maimporrebbe una differente valutazione didiverse sue opere e del suo pensiero.Ma chi erano i misteriosi Fedeli dAmore dicui Dante avrebbe fatto parte? La storia,curiosamente, ci presenta alcune informazionia riguardo. I Fedeli dAmore furono un ordi-ne iniziatico di stampo poetico-esoterico chenacque inizialmente in occidente, durante le

    crociate, per poi successivamente spostarsi in

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    paesi del Medio Oriente come lEgitto e laSiria. Scopo principale di tale cenacolo fu lacoltivazione della poesia e la trasmissioneiniziatica di una particolare corrente dottrina-le esoterica. Studiosi come Guenon4 ipotizza-no che tale movimento fosse stato in qualchemodo infiltrato da conoscenze templari a lorovolta attinte durante i contatti con la settadegli Haschischin ma, a tale riguardo, nonsussistono prove inconfutabili. Comunquetale dottrina si pose come sovra-religiosamanifestando chiari interessi di tipo esotericooltre che poetici. Ci che generalmente sap-piamo su questa setta lo dovremmo5 diretta-mente a Dante, attraverso la sua Vita Nova, e aGuido Cavalcanti, nelle sue Rime che, attra-verso alcuni versi6 avrebbero codificato infor-mazioni e rituali su questo misterioso ordine.Una tesi alquanto singolare venne propostanel lontano 1928 dallo studioso Luigi Valli7

    in un testo che affascin profondamente stu-diosi come Guenon, Evola e Corbin. SecondoValli, e successivamente lo stesso Guenon8, lediverse donne celebrate da poeti come Dante,Cavalcanti, Dino Compagni non dovrebberoessere considerate, nellopera, come realmen-te esistenti ma pi che altro come una raffi-

    gurazione della Dama, colei che DinoCompagni chiamMadonna Intelligenza, ovverola Sapienza divina, la Gnosi. Tali speculazionidegli inizi del XX secolo possono essere nondel tutto prive di una validit letteraria quan-to esoterica. La dottrina dei Fedeli dAmorenon fu, come ricorda Guenon9, anticattolicama anzi si pose, citando Corbin, come unareligione in cui ogni essere umano orientato allaricerca della sua guida personale10. Le idee poli-tiche di Dante non furono poi un segreto

    nella sua vita e come nella sua attivit lettera-ria. LAlighieri si oppose duramente allideadi cristianit proposta allora dalla Santa Sedetestimoniataci dalla presenza nella Commediadi un forte atto di accusa contro i persecutoritemplari in onore della loro innocenza.Lattento esame dellopera dantesca ha favori-to i sospetti che anche in questo caso, comein quello del gruppo di poeti che integraronoil movimento del Dolce Stilnovo, esista uncodice simbolico abbinato ad indizi di un

    codice formalizzato in cui sarebbero state celate

    informazioni di tipo esoterico e sapienziale11.La Dama, come abbiamo visto, avrebbe costi-tuito lallegoria del processo alchemico inte-riore evocante lanima femminile, mentre ilcorpo fisico avrebbe incarnato il polo maschi-le e lamor cortese avrebbe rappresentatolanello di congiunzione dei principi presentinella natura androgina dellessere umano. LaCruz12 si dice convinto che tanto il pensieroquanto il metodo e lestetica usata da Dantecostituiscano una allegoria di questo proces-so. Virgilio, per esempio, rappresenterebbe lacultura antica mentre Beatrice personifiche-rebbe, o alluderebbe, alla teologia. Dante nonfu uneccezione, fino a quando ugualmente tutti ipoeti delDolce Stilnovosi mossero inserendo allu-sioni criptiche nelle loro opere13. Guenon, Evola,Valli e Aroux ritengono che tutta lopera poe-tica possa costituire una sorta di carteggioinformativo entro i membri dei FedelidAmore, ritenendo che la funzione ultima diquesto poema, nel caso di Dante, sia una tra-smissione codificata di una ideologia e di unaconoscenza in cui la Dama personifica il sim-bolo della Santa Conoscenza, della Gnosi.Se Dante sia stato realmente affiliato ad ungruppo templare o esoterico non lo sapremo

    mai realmente, anche se sicuramente conquestordine condivise comunque uno spiritocombattivo e di coraggio che lo animer finoalla sua morte. Parlare di un Dante esoteristasembra toccare ancora oggi il profondo del-lanimo umano. La magnifica opera letterariadi cui si fece autore e linsaziabile sete diconoscenza che traspare in maniera alquantoevidente allinterno della stessa Commedia,potrebbero essere elementi sintomatici di unavita non spesa unicamente nelle lettere e

    nella lotta politica. Dante potrebbe effettiva-mente essere stato un cultore di materie eso-teriche, come plausibilmente potrebbe esserestato membro di qualche setta o movimento,e diversi indizi sembrerebbero indicarlo. Lastoria, in merito, non ci ha concesso peralternative presentandoci un uomo che dedi-c lintera vita alla ricerca di ideali superiorie che lott perch le ingiustizie dei suoitempi potessero essere giudicate. Tale lacunaper non deve costituire un limite, ma nean-

    che una tabula rasa in cui poter o voler scri-

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    Leminieredi

    Sedecia.

    Photo:M.

    Bianchini

    Luoghi sacri, magici, di culto, ricchi di linguag-gio esoterico sparsi in tutto il mondo rivivononelle minuziose descrizioni dei nostri esperti.

    Dettagli, significati, trascorsi storici e simbolismosaranno presentati in modo approfondito, ma com-prensibili ai non addetti ai lavori.

    Iuhdel Mistero

    Seguiremo insiemele flebili tracce di culturescomparse e dimenticate....

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    Church of St. Andrew, Scozia.photo: M. Romeo

    Cappella di Rosslyn. Tombe templari allinterno.photo: M. Romeo

    La cosa pi bella con cui possiamo entrare in contatto il mistero. la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza. Albert Einstein

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    E tempo nel quale codesti labirinti di metafore,

    rese indecifrabili dal prevalere delle tecniche, torni-no a parlare al nostro cuore di uomini.Perch tutto non sprofondi negli abissi dellinsigni-

    ficanza e resti sul nostro corpo di uomini una qual-che scommessa di speranza.

    Alfonso di Nola

    Vago e nebuloso l'inizio di ognicosa, ma non la sua fine ...Kahlil Gibran

    O voi ch'avete li 'ntelletti sani,mirate la dottrina che s'ascondesotto 'l velame de li versi strani.

    DanteCita

    zion

    iCitabili

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    Quando la pienezza del tempo?Quando non c' pi il tempo.

    La pienezza del tempo per chi, nel tempo,

    ha posto il suo cuore nell'eterno,e per cui sono morte tutte le cose temporali.L'amore non vuole essere in nessun altro luogo,

    se non dove eguaglianza e unit.Fra il signore e il servo non vi pace,

    perch non vi uguaglianza.L'uomo e la donna sono diversi l'uno dall'altra,

    ma nell'amore sono del tutto uguali.Meister Eckhart

    Ci che in basso come ciche in alto, ci che in alto come ci che in basso, per

    fare il miracolo di una cosasola.

    Tavola Smeraldina

    Il Maestro disse: Se lo guidi con le leggi e loregoli con le pene, il popolo mirer ad evitar-

    le, e sar senza vergogna. Se lo guidi con lavirt e lo regoli con i riti, conoscer la vergo-

    gna e arriver a migliorarsi. Confucio

    The Sun rising over Stonehenge on the morning of the Summer Solstice (21st June 2005). Photo Andrew Dunn. GNU Free Documentation License

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    ARCHETIPI

    NELLA SAGA

    GerardoLonardoni

    Sopra:Re Art. Affresco a Palazzo Trinci, Foligno.

    Photo: Georges Jansoone

    Nella pagina a fianco:La statua di Re Art in bronzo con visiera alzata e scudo tra i cavalieri

    in lutto alla tomba dell'imperatore Massimiliano I (morto nel 1519), a Innsbruck.Fu realizzata da Peter Vischer The Elder su disegno di Albrecht Durer.

    Artico

    loesemplif

    icativo

    attod

    aSecr

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    /2009

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    DELLETERNO

    ARTURIANA

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    Lepoca in cui furono scritti i pi importanti romanzi checostituiscono la saga della Tavola Rotonda cade tra lamet del XII secolo e la met del XIII. gi stato notato

    che tale periodo corrisponde alla massima fioritura del-

    rchetipidellEternonellasagaarturian

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    larchitettura gotica e, a partire dalle rivisitazioni ottocen-tesche dei romanzi medievali arturiani, si cercato di rin-tracciare in questi ultimi simboli e tradizioni segrete che

    vi si troverebbero celati.

    ArchetipidellEternonellasagaarturia

    Lultimo sonno di Art ad Avalon (The Last Sleep of Arthur in Avalon). Edward Burne-Jones (1898)

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    Largomento stato trattato da diverse opere,

    tra le quali segnaliamo in Francia Liniziazione

    cavalleresca nella leggenda di re Art di

    Dominique Viseux, e in Italia Il mistero del

    Graal e la tradizione ghibellina dellImpero di J.

    Evola. Il primo mette in risalto laspetto dellaricerca del S, nel senso orientale dellespressio-

    ne, celato in forma allegorica nei romanzi della

    Tavola Rotonda; il secondo riconduce la temati-

    ca arturiana alla tradizione ghibellina che, nel

    corso del medioevo, si sarebbe fermamente

    opposta al predominio della Chiesa cattolica,

    trovando un ideale veicolo di manifestazione

    nella saga cavalleresca del Graal, per poi spe-

    gnersi col tramonto dellidea imperiale del

    Barbarossa.

    Premesso che i romanzi che costituiscono nel

    loro insieme ci che viene chiamata materia di

    Bretagna, o saga di re Art, compongono un

    corpus letterario talmente vasto che possibile

    trarne quasi tutto ci che si vuole ( uscita nel

    2000 in Italia unopera dal titolo Graal e alchi-

    mia, di Paul-Georges Sansonetti) riteniamo che

    nelle leggende del Graal sia possibile identifica-

    re ed esaminare alcuni archetipi che, per la loro

    importanza, abbiamo definito dellEterno.

    Queste strutture simboliche si ritrovano nei per-

    sonaggi e nei luoghi fondamentali delle leggen-

    de di ogni cultura.

    Gli archetipi dellEterno, nella saga arturiana,

    possono essere cos elencati:

    - il Re (Art);

    - il Mago (Merlino);

    - il Guerriero (Lancillotto);

    - il Cavaliere Perfetto (Galahad);

    - la Fata (Morgana, o Viviana);

    - il Regno Segreto (Avalon);

    - la Visione dellEterno (il Graal).

    Naturalmente se ne possono trovare molti altri,

    come Galvano il guerriero solare la cui forza

    cresceva con linnalzarsi nel cielo del sole, e

    calava con lavvicinarsi della notte; o Ginevra, la

    regina innamorata ma fedifraga; o Perceval,

    luomo dei boschi rozzo e selvatico, la cui rude

    purezza tuttavia gli consente di accostarsi al

    Graal. Ma ci sembra che nelleconomia comples-

    siva delle vicende arturiane la loro importanza

    sia pi limitata rispetto ai precedenti.

    A lato:

    Frontespizio del libro The Boy's King Arthur: SirThomas Malory's History of King Arthur and His

    Knights of the Round Tabledi N.C. Wyeth.

    Edited for Boys by Sidney Lanier (New York, CharlesScribner's Sons, 1922).

    In basso:Fig.1 - La Tavola Rotonda a Winchester Castle.

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    E

    samineremo oragli archetipi cheabbiamo elencato,eliminando tuttoci che nel corso

    dei secoli si stratificatointorno ad essi frutto a voltedella fantasia dei poeti, avolte delle mode delle epoche per ritrovare di ciascuno ilnucleo originario nella suaforma pi cristallina.

    1)Re Art. il principaleprotagonista della saga, idea-tore e creatore della Tavola

    Rotonda; tanto pi percidesta sorpresa il fatto che lesue singole qualit, isolata-mente considerate, non lomettano in alcun modo inevidenza. Non il guerrieropi forte della TavolaRotonda, poich questo ruolo di Lancillotto. Non luomopi saggio: la Conoscenza personificata da Merlino. Non il cavaliere pi immacolato:

    la palma spetta a Galahad,che contempler il Graal edin questestasi passer dallavita mortale alla vita eterna.Chi dunque re Art? il punto centrale dellin-tera saga, la colonna portantedella Tavola Rotonda: il suoruolo quellodellUnificatore, di colui cioche raduna intorno a s gli

    eletti in vista di un compitouniversale. laxis mundidelsodalizio cavalleresco che eglistesso ha costituito, il fulcro operno sul quale esso poggiaed intorno a cui ne ruotano levicende. Non a caso, quandoil tradimento di Ginevramander in frantumi ilmondo personale del Re,anche la Tavola Rotonda

    andr incontro alla propria

    distruzione: perch il Re lanima del sodalizio cavalle-resco che egli ha creato e chedi conseguenza non pusopravvivergli.

    Art diviene re dellaBritannia estraendo unaspada che non Excalibur:questultima gli verr donatain seguito dalla Dama delLago da una incudine posa-ta su una roccia. Questaprova della regalit con-naturata alla funzione dellasovranit nelle societ tradi-zionali: il Re colui che predestinato a ricoprire quel

    ruolo e ad incarnare nellapropria persona lessenzadella sua terra. Anche Ulisse,tornato ad Itaca e dopo averescoperto che stata invasa dapretendenti che usurpano lesue funzioni regali, dimostrala sua vera identit compien-do unimpresa marziale chelui solo in grado di esegui-re, e cio attraversando con

    una freccia scagliata dal pro-prio arco gli anelli di dodiciscuri allineate. Il numerododici ha attinenza con i ciclicosmici e indica la capacit diUlisse di restare al centro,di essere cio il perno o ful-cro del proprio regno terreno.Allo stesso modo, la spadaconficcata nellincudine unsimbolo assiale e la sua estra-

    zione da parte di Art sta asimboleggiare che, da quelmomento in avanti, egli stes-so diverr laxis mundidellaBritannia.Art manca di capacit parti-colari, perch il suo unicocompito quello di costituireil centro del suo universo, ilmotore immobile intorno alquale dovr ruotare la TavolaRotonda. La sua qualit pre-

    ponderante proprio la rega-lit, il cui possesso egli dimo-stra superando la prova dellaspada nellincudine. La suasuccessiva vittoria sui

    Sassoni, che avevano invasola Britannia, una manifesta-zione tangibile di questaregalit, dopo la quale non siregistrano altre grandi impre-se di Art; la sua sola presen-za mantiene unita ed attiva laTavola Rotonda, ed il suodeclino e la sua morte segne-ranno la decadenza e la finedellintero sodalizio (fig.1).

    2)Merlino. il vero deusex machina della TavolaRotonda, eminenza grigia delre e dei suoi cavalieri. Dotatodi poteri magici e di spiritoprofetico, consiglia Art e neguida il destino fin da primache nasca il futuro sovrano: infatti opera della magia diMerlino il concepimento diArt da parte della regina

    Igraine di Cornovaglia, dellaquale si era invaghito il reUther Pendragon di Britannia.Uther vuole Igraine, ma lei sposata col duca diCornovaglia lo rifiuta.Merlino, che sa che Artdovr nascere da quellunionecontra legem, usa i propri pote-ri per far assumere ad Utherlaspetto del marito di

    Igraine, durante lassenza diquestultimo. Igraine rimaneincinta di Art, che verr affi-dato da Merlino come figlioadottivo al nobile ser Ector,affinch lo allevi.Merlino, nelle saghe arturia-ne, il creatore del cerchiomegalitico di Stonehenge, chegrazie ai suoi poteri magiciegli trasporta dallIrlanda alla

    Britannia.

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    Merlino non vedr la finedella Tavola Rotonda: inva-ghitosi di una donna fatata,la Dama del Lago una crea-tura di un mondo parallelonota anche come Viviana, oNimue, di cui parleremo piampiamente ne verr spo-gliato dei poteri magici, erinchiuso infine in una pri-gione daria o di cristallo incui dovr rimanere per leter-nit. Da questa prigione eglituttavia continua a seguire econsigliare i suoi amici di untempo, Art e i suoi cavalie-ri; e vi riceve a volte la visitadi Nimue.

    certo sorprendente il catti-vo esito della relazione diMerlino con Nimue, conside-rati i grandi poteri e la gran-de saggezza del mago; e ci sichiede come abbia potutoegli, dotato di spirito profeti-co, accondiscendere a cederetutte le proprie straordinariequalit alla sua infida allieva,pur sapendo gi che ella

    lavrebbe infine tradito e rin-chiuso entro un muro invali-cabile. Si tratta del travesti-mento mitico di qualcosa dicompletamente diverso: latradizione vuole che Merlinofosse figlio di una vergine, edi un demone incubo chelaveva ingravidata durante ilsonno. Traducendo le espres-sioni medievali in termini

    pi precisi, il mago un

    sapiente appartenente ad unlivello dellEssere superioreal nostro, in cui disceso persvolgervi un compito specifi-co. Viviana, o Nimue alcunitesti mettono al posto di que-stultima Morgana la rap-presentazione della GrandeDea celtica, che ora aiuta eora ostacola Re Art e linte-ro suo sodalizio, come vedre-mo quando parleremo di lei.Merlino sparisce dal mondoperch si riassorbe volonta-riamente nella Grande Dea,al termine della sua missioneterrena; vedremo che anche ilsuo protetto terreno, Art, al

    termine della saga rientrersimbolicamente nel grembodella Dea, per attendervi ilgiorno del proprio ritorno(fig.2).

    3)Lancillotto. il migliorcavaliere del mondo, eroearchetipico della saga arturia-na. Viene rapito ancora fan-ciullo dalla Dama del Lago, e

    allevato nel suo regno incan-tato; giunto alladolescenzachiede e ottiene di recarsialla corte di Art per esservinominato cavaliere. gene-roso e leale, imbattibile ecavalleresco, gloria dellaTavola Rotonda e profonda-mente devoto ad Art, eppu-re sar la causa principaledella rovina dellintero soda-

    lizio a causa del suo amore

    adulterino per Ginevra,moglie del re.Partecipa alla cerca del Graal,ma a dispetto della sua gran-de fama ottiene soltanto dicoglierne una fugace visione,a causa del suo stato di pec-cato. Sar suo figlio Galahad,il Perfetto, a portare a termi-ne con successo la Cerca eottenere di transumanarsinella contemplazione delGraal.Lancillotto incarna larcheti-po del guerriero leale ecoraggioso, ma per usarelespressione nietzschiana troppo umano. Le sue virt

    sono soprattutto mondane;brilla nella societ cavallere-sca ma fallisce inesorabil-mente nella sua ricercadellEterno. Mentre Merlinosoccombe allaspetto magicoe superumano delFemminile, impersonatodalla Dama del Lago,Lancillotto cade davanti aquello terreno e sensibile

    incarnato da Ginevra. La suaattrazione per la moglie delsuo re costituisce per lui unpeso insormontabile e sem-bra simboleggiare il limite ditutti i cavalieri della TavolaRotonda: uomini dal compor-tamento generalmente inec-cepibile e con un severocodice donore, la cui ambi-zione principale tuttavia non

    spirituale o metafisica, ma

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    piuttosto quella di primeggiare nel mondo.Non a caso il Graal laspetto eterno e supre-mo del Femminile, la Coppa che apre lacces-so ai mondi sovrasensibili sar conquista-to solo da Galahad, che nella sua purezzaadamantina non subisce la fascinazione dellaDonna (fig.3).

    4)Galahad. forse il personaggio menonoto al pubblico della saga; il suo ruolo dicavaliere perfetto non neppure del tuttofisso, tanto che Wagner, seguendo i poetimedievali Chretien de Troyes e Wolfram vonEschenbach, lo attribuisce a Perceval oParsifal. Tuttavia una figura chiave dellasaga del Graal: il predestinato che giunge allavisione del Sacro Vasello e alla conquista del-limmortalit spirituale che rappresenta.

    figlio di Lancillotto, concepito con lingan-no: la sua futura madre Elaine, innamoratadel grande cavaliere ma consapevole che egli legato soltanto a Ginevra, si finge questul-tima ed entra nel suo letto. Elaine figlia delcustode del Graal, di cui ora parleremo; in talmodo Galahad, vincitore della Cerca delGraal, diretto discendente dellultimo custo-de del Graal, detto anche Re Pescatore. Iracconti medievali forniscono diverse versio-ni della storia di Galahad e del Re Pescatore;

    poich seguirne tutti gli sviluppi nei variautori sarebbe inutilmente dispersivo, evi-denzieremo soltanto i temi comuni.Il Re Pescatore cos chiamato perch, acausa di una grave malattia che lha colpito aseguito di una ferita ai genitali, costretto atrascorrere il suo tempo pescando in un vici-no torrente. Anche il suo regno desolato,

    perch la menomazione del re si trasmessaalla sua terra; questa concezione della regalitcome legame tra il re ed il suo regno, comu-

    ne a molte tradizioni. Vive nel castello di

    Corbenic ove custodisce il Graal; egli verrrisanato solo dallarrivo del cavaliere perfetto.Quando Galahad o Perceval in altri racconti giunge al castello, guarisce il Re Pescatore erisana cos al tempo stesso anche il suoregno.Galahad , dei personaggi arturiani, il pi

    etereo ed il meno caratterizzato, essendoinvestito di una missione trovare il Graal che trascende lumano. Appena la sua missio-ne compiuta, viene rapito in estasi e svani-sce dal mondo terreno. Rappresenta quindi,secondo la visione ind, il liberato in vita jivanmukti luomo giunto alla sua ultimaincarnazione e gi proiettato verso un destinopi elevato. Lo stato di perfezione di Galahadgli consente altres di risanare il Re Pescatoree la sua Terra Desolata, poich la qualit del-

    ladepto di chi cio ha conquistato il Graal implica la capacit di portare soccorso agliesseri viventi ancora imprigionati nella mate-ria. Il paragone tra il destino di Galahad equello di Lancillotto, suo padre, viene spon-taneo: mentre Galahad risana la terra desolatadel Re Pescatore, Lancillotto, malgrado le suevirt cavalleresche, fallisce nella Cerca ecausa infine la rovina del regno di Art. Ilmessaggio che traluce dalle vite comparatedei due pi grandi cavalieri del sodalizio,

    che soltanto la ricerca dellEterno pone luo-mo al riparo dallerrore. Le qualit diLancillotto sono soprattutto mondane e perquanto splendenti di fama immortale, sonocausa pi di danno che di vantaggio (fig.4).

    5)La Fata. Due sono le figure che, nelvasto corpus delle saghe arturiane, rivestonoquesto ruolo e spesso tendono a confondersifra loro: la Dama del Lago, e Morgana. Sonoentrambe manifestazione delle antiche dee

    celtiche dei corsi dacqua, con un possibile

    Nella pagina precedente:Fig.2 - Merlino, interpretato da Ben Kingsley, nelfilm L'Ultima Legione.

    Fig.3 - Lancillotto nel film King Arthur (2004),interpretato da Ioan Gruffudd.

    A lato:Fig.4 - Galahad dipinto dal pittore preraffaellita

    Dante Gabriel Rossetti, 1864

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    stultimo infatti appartiene ancora alla sfera dellamanifestazione mondana, bench si trovi sui pianisottili. Lapparizione del Graal implica lirruzionedellaspetto trascendente, e non pi immanente,nelle vicende umane. Ci richiede alcune parole dispiegazione sulla differenza tra sfera della manifesta-zione mondana e sfera dellEterno, tra i mondi chepotremmo definire incantati da un lato, e la tra-scendenza dallaltro.Nelle antiche saghe e leggende di tutto il mondo sitrovano molteplici riferimenti ad universi paralleli,in cui vivono creature come gnomi, elfi, fate spessodotate di poteri che noi definiamo magici, ma checonducono una vita per molti aspetti simile allanostra, con desideri e sentimenti. Questi mondi nonhanno per a che fare con la ricerca dellEterno, che

    faute de mieux abbiamo chiamato aspetto trascenden-te dellEssere. Fate, elfi, folletti, o deva come oggi cisi compiace di chiamarli con termine mutuatodallOriente, non appartengono allEterno e alla suavisione, bens a mondi paralleli al nostro, general-mente invisibili ai sensi comuni. Questi mondi sonoa volte contrassegnati da un livello evolutivo supe-riore al nostro, e ai loro abitanti vengono attribuitiuna maggiore saggezza oppure poteri supernormali,tuttavia appartengono ancora al regno del Divenire,del Fenomenico. Non a caso, nelle tradizioni buddi-

    sta e induista si vedono gli dei stessi che vengono adascoltare, dai grandi asceti umani come il Buddha, laDottrina che pu liberarli dal ciclo delle rinascite:perch anche il mondo divino soggetto al muta-mento e alla sofferenza che ne consegue. Solo alcuneleggende trascendono anche questo livello, e si tuffa-no direttamente nellEterno; nelle saghe arturianequesto rappresentato dal Graal. Solo il cavaliereperfetto, Galahad o Perceval a seconda dei testi, pugiungere a transumanarsi in esso, dopo una ricercache mette alla prova le sue superiori capacit; chi

    ancora limitato dai vincoli umani dellamore terreno il caso di Lancillotto non potr giungere a con-seguire la meta, per quanto grandi possano essere lesue virt. questo un punto che differenzia netta-mente le leggende in cui si riscontra laspetto cheabbiamo definito trascendente, da quelle che si limi-tano allaspetto che abbiamo definito immanente:leroe di queste ultime ancora e soltanto un uomo,

    per quanto eroico e cavalleresco possa essere consi-derato. Il protagonista delle prime invece appartienead un livello superiore ed in Oriente si definiscejivanmukti, il liberato dal circolo delle rinascite; come

    Abbiamo terminato lanostra breve disaminadei simboli pi rilevan-ti delle saghe arturiane,che abbiamo definitoarchetipi dellEternoperch dimportanzafondamentale per lacomprensione delluo-mo e del mondo; sipossono trovare degliequivalenti in moltealtre tradizioni, sebbe-ne non sempre cos bendelineati. Pensiamoche unattenta riflessio-

    ne sul loro significatopossa fornire spuntitanto a chi si interessadi psicologia del pro-fondo, quanto a chisegue una delle molte-plici vie dello spirito,alla ricerca di s.Lesame di queste figu-re archetipiche, e deiloro tratti fondamenta-

    li, risulta essenzialeanche per una migliorecomprensione dei testiarturiani, in cui lecaratteristiche di per-sonaggi e situazionisubiscono spesso modi-fiche apparenti a causadelle diverse sensibilitdei loro autori, appar-tenenti a luoghi ed

    epoche spesso lontanifra loro. Tuttavia lapresenza di un comunesubstrato e fondamen-to a tutti i rami in cuisi suddivisa la mate-ria di Bretagna, rendeevidente che siamo inpresenza di un mitodimportanza fonda-mentale dellaTradizione Occidentale.

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    Galahad, colui che penetra nellEterno duran-te la contemplazione del Graal.Il Graal nei racconti viene definito variamen-te; la sua raffigurazione pi conosciuta come calice dellUltima Cena di Ges, in cuiil suo discepolo Giuseppe dArimatea racco-glie il sangue dopo la crocifissione. Giuseppeporta il Graal in Inghilterra ove fonda laprima chiesa cristiana, pi antica secondo latradizione bretone di quella di Roma. IlGraal viene custodito, nel corso dei secoli, dapersonaggi che ricevono il titolo di Re delGraal. Lultimo della successione, che vive altempo delle saghe arturiane, ha ricevuto unaferita alla gamba o ai genitali che, in virtdella tradizionale identificazione tra il Re e lasua Terra, rende questultima sterile. La soffe-

    renza del Re Pescatore tragica e senza untermine preciso, poich il Graal che custodi-sce lo mantiene forzatamente in vita impe-dendogli di porre fine al suo dolore con lamorte; solo larrivo del cavaliere predestinatopotr guarirlo. Tanto Perceval quantoGalahad sono discendenti del Re Pescatore e,seppure in diverso modo nei diversi racconti,riusciranno a curare la malattia del re ferito eridare quindi prosperit alla sua terra.I racconti del Graal, pur nella diversit dei

    loro sviluppi dovuti ad autori ed epochediverse, conducono tutti ad un tema comune:il simbolo dellEterno, cio il Graal, si trovain possesso di un uomo insignito di dignitregale ma decaduto e menomato, e quindicausa di dolore per s stesso e per la suagente; la salvezza potr venire solo da unuomo di assoluta purezza, dello stesso sanguedel re ma non macchiato dalle sue colpe.Fuor di metafora, si pu interpretare il sim-bolo nel seguente modo: il Graal arrecasuprema felicit o completa sofferenza, aseconda dei meriti di chi lo detiene. La visio-ne dellEterno non ammette mezze misure:chi vi si approssima deve esserne completa-mente degno, o ne ricever un danno incalco-labile, aggravato dal fatto che il Graal stesso

    lo mantiene vivo e gli impedisce di morire,perpetuando la sua sofferenza e quella di chilo circonda. il consueto tema della provainiziatica, da cui si esce rafforzati o distrutti.Il Re Pescatore non riesce a mantenersi allal-tezza del suo compito e ne riceve una terribilepunizione; al contrario il cavaliere perfetto,Galahad, potr transitare direttamente dalmondo terreno a quello dello spirito nellacontemplazione del Graal (fig.7).

    BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:J. Evola, Il mistero del Graal, ediz. Mediterranee.G. Ferrari e M. Zatterin, a caura di, Atlante del Graal, ediz. Il Minotauro.D. Viseux, la leggenda cavalleresca di Re Art, ediz. Mediterranee.

    P. Mac Cana, Celtic Mythology, Chancellor Press.

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    Uno dei nostri obiettivisar quello di offrire glistrumenti utili adavvicinarsi alloperaartistico-letteriaria inmodo pi consapevole,

    presentando le possibilichiavi interpretative emettendone in luce lepeculiarit stilistiche,formali e sostanziali.Cercheremo poi diinquadrare lopera nelcontesto storico-sociale,contestualizzandone icontenuti all'interno difiloni pi ampi.

    ReenonLibri, Cinema,

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    Alcuni pittori tra-sformano il sole inuna macchia gialla,altri trasformanouna macchia gialla

    nel sole.Pablo Picasso

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    Considerate quel che avete nella pi piccola bibliotecascelta. Una compagnia dei pi saggi e arguti uominiche si potrebbero andare a pescare da tutti i paesi civi-li in mille anni, e che han messo nellordine migliore i

    risultati delle loro esperienze e della loro saggezza.Quegli uomini, di per s, erano nascosti e inaccessibili,solitari, insofferenti alle interruzioni, circondati darecinti di etichetta; ma il pensiero che essi non svelaro-no al loro pi intimo amico scritto qui in parole chia-re e trasparenti a noi, stranieri di unaltra epoca.

    (Ralph Waldo Emerson, "Libri")

    venti culturali..etcetc

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    Il cinema racchiude in smolte altre arti; cos come hacaratteristiche proprie dellaletteratura, ugualmente haconnotati propri del teatro,un aspetto filosofico e attri-

    buti improntati alla pittura,alla scultura, alla musica.

    Akira Kurosawa

    Vecchi libri nella biblioteca del Merton College. (25 Agosto 2005). Photograph Tom Murphy VII. GNU Free Documentation License

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    ISSN 2282-0760