presidenza del presidente russo

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Resoconti Parlamentari Vili L egislatura 3033 Assemblea Regionale Siciliana CCCLXXVI SEDUTA 6 D icembre 1979 CCCLXXVI SEDUTA giovedì 6 dicembre 1979 Presidenza del Presidente RUSSO indi del Vice Presidente D’Alia indi del Vice Presidente PINO INDICE Commissioni legislative: (Comunicazione di richieste di parere da parte del Governo), Congedi . Disegni ^ legge: «Concessione di un assegno al familiari super- stiti degli operai forestali Poma Mario, Zi- chichi Andrea, Guitta Salvatore e Catalano fortunato» (637-646/A): (Votazione per appello nominale) (Idsultato della votazione) . . . . . «Interventi finanziari in favore dell’Istituto superiore interhaziónale di scienze criminali (ISISC) cori sede in Siracusa» (512/A): (Votazione per appèllo nominale) (Risultato della votazione) . . . *Modifica della legge regionale 21 febbraio 1977, h. 3, concernente l’applicazione, dei contratti collettivi di lavoro nei confronti degli operai avventìzi dipendenti dai consorzi di bonifica» (679/A): (Votazione per appello nominale); . , (Risultato della votazione) . . . . ^Provvedimenti in favore dell’Azienda asfalti siciliani» (667/A); (Votazione per appello nominale) . . . (Risultato della votatone) , . , . . *A^Pprovazione del bilancio dell’lstitato regio- nale per il credito alle cooperative (Ircac) per l’esercizio finanziario 1977 » (661/A) <Discus- sione): Pag. 3055 3055 3055 3056 3056 3056 3056 3057 3058. 3060, 3061, 3062 MAZZAGLIA, relatore CHESSARI i ' D’ACQUISTO, Assessore al bilancio ed alle fi- « Modifiche ed integrazioni della legge regionale 2 gennaio 1979, n. 1, concernente attribuzioni ai comuni di funzioni amministrative regio- nali » (634/A) (Discussione) : PRESIDENTE .................................. LAMTCÈLA - . . . ! * * ^ i " « Norme in favore delle assistenti delle scuole materne » (683/A) (Discussione) : PRESIDENTE SCIAN^GULA , . . i ' [ ' a Integrazione alla legge regionale n. 11 del 18 marzo 1977, recante provvedimenti per ì smistrati della città di Agrigento a seguito dell’evento franoso del 19 lùglio 1966 » (608/A) (Discussióne): 3058 3060 3061 3062 3062 3063 3063 PRESIDÈNTE CUCICCHIA, relatore 3063, 3064, 3065 3063 Elezione di tre candidati della Regione siciliana a membri del Consiglio di aTnTnTnijgtTayinTift della società concessionaria dei servizio radio- televisivo (Rinvio della elezione) : PRESIDENTE ................................. MAZZAGLIA . . . . ! ! ! * V iZ Z lN I .......................................... ........ ' ^ Interpellanza: (Annunzio) . . .. ......................................... -Interrogazioni: (Ànnunzib) . . . . . . . Mozione : (Annùnzio) . . . . . . 1 3057, 3058 3057 3057 3035 3034 Resoconti, f. 417 (500)

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Resoconti P ar la m en ta r i

Vili L egislatura

3033 A ssem b lea R eg ion a le S iciliana

CCCLXXVI SEDUTA 6 D icem bre 1979

C C C L X X V I S E D U T A

g i o v e d ì 6 d i c e m b r e 1979

Presidenza del Presidente RUSSO indi

del Vice Presidente D’Alia indi

del Vice Presidente PINO

I N D I C E

Commissioni legislative:

(Comunicazione di richieste di parere da parte del Governo),

Congedi .

Disegni ^ legge:

«Concessione di un assegno al familiari super­stiti degli operai forestali Poma Mario, Zi­chichi Andrea, Guitta Salvatore e Catalano fortunato» (637-646/A):

(Votazione per appello nominale)(Idsultato della votazione) . . . . .

«Interventi finanziari in favore dell’Istituto superiore interhaziónale di scienze criminali (ISISC) cori sede in Siracusa» (512/A):

(Votazione per appèllo nominale)(Risultato della votazione) . . .

* Modifica della legge regionale 21 febbraio 1977, h. 3, concernente l’applicazione, dei contratti collettivi di lavoro nei confronti degli operai avventìzi dipendenti dai consorzi di bonifica» (679/A):

(Votazione per appello nominale); . ,(Risultato della votazione) . . . .

^Provvedimenti in favore dell’Azienda asfalti siciliani» (667/A);

(Votazione per appello nominale) . . .(Risultato della votatone) , . , . .

*A^Pprovazione del bilancio dell’lstitato regio­nale per il credito alle cooperative (Ircac) per l’esercizio finanziario 1977 » (661/A) <Discus- sione):

Pag.

30553055

30553056

30563056

30563057

3058. 3060, 3061, 3062

MAZZAGLIA, relatoreCHESSARI i 'D’ACQUISTO, Assessore al bilancio ed alle fi-

« Modifiche ed integrazioni della legge regionale 2 gennaio 1979, n. 1, concernente attribuzioni ai comuni di funzioni amministrative regio­nali » (634/A) (Discussione) :

P R E S I D E N T E ..................................LAMTCÈLA - . . . ! * * i "

« Norme in favore delle assistenti delle scuolematerne » (683/A) (Discussione) :

PRESIDENTESCIAN^GULA , . . i ' [ ‘ '

a Integrazione alla legge regionale n. 11 del 18 marzo 1977, recante provvedimenti per ì smistrati della città di Agrigento a seguito dell’evento franoso del 19 lùglio 1966 » (608/A) (Discussióne):

30583060

3061

30623062

30633063

PRESIDÈNTE CUCICCHIA, relatore

3063, 3064, 3065 3063

Elezione di tre candidati della Regione siciliana a membri del Consiglio di aTnTnTnijgtTayinTift della società concessionaria dei servizio radio- televisivo (Rinvio della elezione) :

P R E S I D E N T E .................................MAZZAGLIA . . . . ! ! ! * V i Z Z l N I .......................................... ........ ' ^

Interpellanza:

(Annunzio) . . .. .........................................

-Interrogazioni:

(Ànnunzib) . . . . . . .

Mozione :

(Annùnzio) . . . . . . 1

3057, 3058 3057 3057

3035

3034

Resoconti, f. 417 (500)

R esoco n ti P ar la m en tà r i 3034 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 DicÉMBRÉ 1979

Relazione della sesta Commissione legislativa permanente « Pubblica istruzione, beni cultu­rali, ecologia, lavoro e cooperazione » in ordine all’indagìne conoscitiva sui problemi dell’in- quinamento nella rada di Augusta, mozione, interpellanze ed interrogazioni (Discussione unificata) :

PRESIDENTE . S036, 3041, 3045, 3049, 3050, 3052, 3053, 3054CAGNES * , Presidente della Commissione e

r e l a t o r e .................................................................... 3037, 3039C U SIM A N O .................................................................... 3042LO GIUDICE ............................................................ 3046, 3054T U S A ............................................................................. 3049F E D E ............................................................................. 3050MAZZAGLIA ............................................................. 3052FASINO, Assessore al territorio ed alVamhiente 3039, 3053MOTTA .................................................................... 3053

(Votazione per scrutinio segreto) . . . 3053(Risultato della votazione) . . . . 3054

SuU’ordine dei lavori:

PRESIDENTE 3055

(*) fiitervento corretto dall’oratore.

La seduta è aperta alle ore 17,50.

MARTINO, segretario, dà lettura del pro­cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­vato.

Congedi.

PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Nicita, Nicoletti, Ravidà, Sardo, Traina, Mon­tanti, Giuliano, Ficarra, Toscano, Taormina hanno chiesto congedo per la seduta odierna.

Non sorgendo osservazioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazione di richieste di parere da parte del Governo assegnate alle competenti Com­missioni legislative.

PRESIDENTE. Comunico che, nelle date a fianco di ciascuna indicate, sono pervenute da parte del Governo le seguenti richieste di parere trasmesse alle competenti Com­missioni legislative:

Questioni istituzionali, organizzazione ammi­nistrativa, enti locali territoriali e istitu­zionali— Consorzio per l ’area di sviluppo indu­

striale di Palermo. Nomina commissario stra­ordinario (188), pervenuta in data 4 dicem- hre 1979 e trasmessa in data 5 dicembre 1979.

Agricoltura e foreste

— Legge regionale 28 luglio 1978, nu­mero 23, articolo 1. Acquisizione stabilimento enologico in Pantelleria da parte della Coo­perativa agricola « Pantelleria » (187), per­venuta in data 4 dicembre 1979 e trasmessa in data 5 dicembre 1979.

Lavori pubblici, urbanistica, comunicazioni, trasporti, turismo e sport

■— Contributo per opere di urbanizzazione per insediamenti turistico-urbanistici e arti­gianali (articolo 45 legge regionale 27 di­cembre 1978, numero 71) (189), pervenuta in data 4 dicembre 1979 e trasmessa in data 5 dicembre 1979.

Igiene e sanità, assistenza sociale

— Legge regionale 24 luglio 1978, nu­mero 22. Autorizzazione ad istituire nuovi corsi 0 ad aumentare il numero dei posti relativi a corsi già autorizzati per Tanno formativo 1979-80 (190), pervenuta in data 5 dicembre 1979 e trasmessa in data 5 di­cembre 1979.

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­rio a dare lettura delle interrogazioni pre­sentate.

MARTINO, segretario:

« Al Presidente della Regione e alTAsses- sore agli enti locali, per sapere:

— se è a conoscenza della iniziativa presa dal Prefetto di Catania, con la quale ven­gono requisiti gli alloggi lacp in territorio di San Pietro Clarenza e Camporotondo, assegnarli a sfrattati e senza tetto del Co­mune di Catania;

— se non ravvisi in tale comportamento una grossolana violazione delTautonomià o®' Comuni di San Pietro Clarenza e Camp®'

Resoconti Parlam entari— 3035 A ssem b lea R eg ion a le S icilian a

V ili L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem bre 1979

rotondo, che avevano già approntate le gra­duatorie per assegnare a cittadini dei loro cornuni le sopradette case popolari;

— se non consideri fuori da ogni metodo stabilito dalle vigenti leggi il fatto che il Prefetto di Catania abbia incaricato il Sin­daco di quella città di compilare, non si sa in base a quali criteri, una lista di asse­gnatari per i predetti alloggi, quando nel Comune di Catania giacciono inutilizzati ben 700 miliardi per l ’acquisto delle numerose case vuote esistenti;

se non ritenga infine di intervenire, per le vie che riterrà più utili e producenti, per manifestare il dissenso del Governo re­gionale e per sconsigliare, a tutela dell’au­tonomia dei Comuni di San Pietro Clarenza e di Camporotondo e dei diritti dei cittadini assegnatari degli alloggi requisiti, iniziative come quella presa dal Prefetto di Catania » (M7).

L amicela - B ua - L audani - L ucenti - Toscano.

PRESIDENTE. Delle interrogazioni testé annunziate quella con richiesta di risposta scritta è già stata inviata al Governo, quella con richiesta di risposta orale sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

Annunzio di interpellanza.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­rio a dare lettura dell’interpellanza presen­tata.

«All’Assessore alla Presidenza (Affari ee- aerali): ^

— per conoscere per quali motivi ai di­pendenti regionali (ex scuole professionali) distaccati presso enti periferici fuori Paler­mo viene corrisposto con eccessivo ritardo d compenso relativo al lavoro straordinario, mentre al personale che presta servizio negli ifiìci centrali della Regione il detto com­penso viene liquidato il giorno 5 di ogni mese.

Risulta altresi che a tale ingiustificato ri- «rdo si aggiunge quello, altrettanto ingiu- '1 n dalla Cassa regionale presso’ Banco di Sicilia di Palermo che non prov- fede a trasmettere con la dovuta solerzia

interessati i singoli assegni, tant’è che compenso relativo allo straordinario del

di settembre 1979 (emesso dall’Ufficio ^onomato della Presidenza della Regione, p con notevolissimo ritardo, il 7 novem-

1979) alla data del 21 novembre 1979 àncora arrivato agli aventi diritto»

, “) (L’interrogante chiede la risposta scrit-urgenza).

ViZZINI.

MARTINO, segretario:

« Al Presidente della Regione e all’As- sessore alla sanità, per sapere:

a) i motivi per cui, nonostante la ripe­tuta sollecitazione degli interessati, l ’Asses­sore alla_ sanità non ha mai accolto la ri­chiesta di un incontro con i rappresentanti della Associazione nazionale mutilati ed in­validi di guerra che vengono, in tal modo, privati del diritto di contrattazione, in ma­teria di assistenza sanitaria, ad essi confe­rito dal sesto comma dell’articolo I b is della legge numero 641 del 1978;

b) se all’origine di tale atteggiamento, che mortifica la benemerita categoria dei mutilati ed invalidi del dovere, vi sia la pre­cisa volontà di ledere i loro diritti in mate­ria di assistenza sanitaria;

c) se tale atteggiamento non costituisca, inoltre, una palese violazione deH’articolo 57 della legge numero 833 il quale sancisce e fa salvi i diritti acquisiti dai mutilati ed in­validi di guerra; disposizione che è stata re­cepita da altre regioni, le quali hanno de­ciso di migliorare le prestazioni sanitarie in favore dei mutilati ed invalidi di guerra ri­spetto alla riforma sanitaria nazionale, men­tre in Sicilia il Governo e la maggioranza cercano in tutti i modi di togliere ai tren­tamila interessati gli stessi diritti sanciti a livello nazionale;

d ) se non ritengano tale atteggiamento vergognoso ed inaudito e se pertanto non reputino necessario:

- convocare urgentemente i rappresen­tanti deirAssociazione nazionale dei mutilati

R esoco n ti P ar la m en ta r i 3036 A ssem b lea R eg io n a le Sieiliana

V ili L egislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 D icembre 1979

ed invalidi di guerra della Sicilia per l ’esame dei provvedimenti a loro favore da inserire nella legge di riforma sanitaria che sarà presentata all’Assemblea regionale, siciliana;

— operare concretamente a favore della tutela dei diritti acquisiti e del migliora­mento delle prestazioni sanitarie a favore della predetta, benemerita categoria » (633) (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con urgenza).

TrICOLI - CUSIMANO - F eDE - Marino - P aolone - V irga.

PRESIDENTE. Avverto che trascorsi tre giorni dall’odierno annunzio senza che il Governo abbia dichiarato che respinge l ’in- terpellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarla, la interpellanza stessa sarà iscritta aU’ordine del giorno per essere svolta - al suo turno.

Annunzio di mozione.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­rio a dare lettura della mozione presentata.

MARTINO, segretario:

« L’Assemblea regionale siciliana

considerato che già da tempo l’Ente ospe­daliero di Gela è carente del relativo consi­glio di amministrazione e viene gestito da un commissario ad acta;

tenuto conto che il comune interessato ha provveduto ad eleggere da tempo i rela­tivi rappresentanti nei sopraddetto Ente;

constatata la insostenibilità di tale situa­zione;

sottolineato che le dichiarazioni rese dall’ Assessore per la sanità non danno concrete assicurazioni circa l’urgente insediamento di tale organismo,

impegna il Governo della Regione

a provvedere, con la opportima sollecitu­dine, ad insediare il Consiglio di ammini­strazione delTEnte ospedaliero di Gela, nor­

malizzando una situazione che è al limite della sostenibilità » (130).

Traina - Rosano - Iocolano - Mantione - Nicolosi - Care! - Gen tile .

PRESIDENTE. Avverto che la mozione ora annunziata sarà posta aU’ordine del giorno della seduta successiva perché se ne determini la data di discussione.

Seguito della discussione unificata sulla rela­zione della sesta Commissione legislativa per­manente « Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione » in ordine alla indagine conoscitiva sui problemi dell’in- quinamento della rada di Augusta e di mo­zione, di interpellanze e di interrogazioni.

PRESIDENTE. Si passa al secondo punto deU’ordine del giorno: — Seguito della di­scussione unificata sulla relazione della se­sta Commissione legislativa permanente « Pubblica istruzione, beni culturali, ecolo­gia, lavoro e cooperazione » in ordine alla indagine conoscitiva sui pfoblemi delTLaqui- namento della rada di Augusta e della mo­zione numero 129, delle interpellanze numeri 252, 374, 385, 537, 570, 578, 614, 618 e delle interrogazioni numeri 834, 863, 932, 933 e 935.

Comunico che sono stati presentati i se­guènti emendaménti;

'— dagh onorevoli Laudani., Grande, Tosa e Lucenti:

dopo la penultima interlinea della mo­zione num ero 129, dopo le parole « ..al limite del disastro ecologico aggiungere: « —' ® promuovere un incontro con i .gruppi phi' mici e leorganizzazioni sindacali al di pervenire ai piani di risanamento a®' hi Pi-itale delle zone interessate e alle oper®di manutenziDne ordinaria e straordinaria degli impianti »;

— dagli onorevoii Làudani, Grande, Bua a Gueìi:

- dopo l 'ultima interlinea della Tuónéro .129-, dopo le parole « sicurezza lavoratori », aggiungere le seguenti:

«-— a destinare, nel quadro degli staa

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Vili L egislatura CCCLXXVI SEDUTA '6 D icembre 1979

ziamenti per la tutela ambientale, le ade­guate provvidenze finanziarie della Regione in favore delle aree industriali di Siracusa, Gela e Milazzo;

— a sollecitare il Governo nazionale af­finché venga istituito dal Cnr un centro di ricerche ambientali con sede in Siracusa;

— a richiedere al Governo nazionale ap­positi finanziamenti per far fronte adegua­tamente alla grave situazione ecologica sici­liana da trarsi sugli stanziamenti deU’ema- nanda legge nazionale antinquinamento ».

Essendo parecchie le interrogazioni e le. interpellanze, proporrei che per i vari gruppi di esse intervenisse un solo deputato.

Non sorgendo osservazioni, cosi rimane stabilito.

Ha facoltà di parlare l ’onorevole Cagnes per dichiararsi soddisfatto o meno della ri­sposta dell’Assessore.

CAGNES, Presidente della Commissione e relatore. Signor Presidente, onorevoli col­leghi, in verità non avrei desiderato in­tervenire in questo dibattito in quanto con­sideravo il mio compito concluso con la pre­sentazione della relazione dfindagine della se­sta Commissione e quindi con l ’apertura del dibattito sulle mozioni, le interpellanze e le interrogazioni, presentate dai vari gruppi.

La replica, però, deU’onorevole Assessore regionale al territorio mi costringe ad in­tervenire, non tanto per replicare polemi­camente, quanto per tentare di correggere alcune interpretazioni errate, date dall’As­sessore, di . alcuni passaggi della relazione e soprattutto per rnanifestare il mio netto dis­senso nella sostanza della politica ambienta­lista che sta alla base delle dichiarazioni dell’Assessore e, in particolare, sul giudizio cbe egli ha dato sulla situazione di Augusta di Gela e, di .Milazzo.

Certo mi h a . meravigliato il tono astioso c alquanto burocratico della replica deirono- tevole Assessore che mi hU; dato l’impres­sione di avere voluto personalizzare ecces­sivamente la analisi delle responsabilità eon- feiiuta nella relazione, cosi come «ono ri-

'ssto spiacevolmente sorpreso .per la so­stanza alquanto arretrata della concezione

della politica della tutela dell’ambiente, che l ’Assessore ha con tanta passione esposto ieri in quest’Aula.

Ma veniamo un po’ al merito delle que­stioni sollevate dalla replica dell’onorevole Assessore. Credo di poter essere l’interprete più autentico della relazione per la mia qua­lità di Presidente di Commissione.

La relazione aveva dei compiti e delle fi­nalità ben precise: il primo era quello di stendere una radiografia della situazione am­bientale di Augusta e dell’area industriale del siracusano; il secondo era quello di in­dividuare tutti i perché possibili di quella situazione e dei guasti ormai divenuti molto gravi; il terzo era di abbozzare alcune pro­poste,. quelle realisticamente possibili, ed of­frire i risultati delle indagini alla rifles­sione di tutti gli interessati, dal Governo ai colleghi deputati, ai lavoratori, ai cittadini semplici, al fine di assmnere le iniziative ne­cessarie e anche i provvedimenti ritenuti utili.

Quali sono i concetti di base, i concetti guida della relazione? Il primo era ed è che la situazione riscontrata è grave, più di quella accertata nel 1976. L ’inquinamento atmosferico e marino e delle acque frea­tiche ha toccato i limiti di guardia. Il pe­ricolo è ormai divenuto immanente per tutta la popolazione, la condizione del lavoro in fabbrica è preoccupante, in quanto una po­litica aziendale di esasperata economicità ha ridotto ai limiti estremi la manutenzione or­dinaria e straordinaria ed ha rinviato, vo­lutamente, ogni investimento finalizzato all’ ammodernamento complessivo degli im­pianti.

Le prove? I morti di Priolo, gli intossicati di Gela, la moria dei pesci, l ’inquinamento accertato della rada, quello, oggi iniziale, ma anche esso preoccupante, delle acque freatiche, che alimentano rapprowigiona- mento idrico della città.

Quali i perché di tutto questo? La rela­zione ne individua alcuni, certo non tutti. Avevamo il dovere di dirli, facendo uno sforzo di sintesi e, mi si consenta, anche di serenità alquanto diversa da quella non dimostrata dall’onorevole Assessore, ie.ri, nella sua replica.

Alcuni motivi li abbiamo cousiderati og­gettivi, questi, generalizzando al massimo.

R esocon ti P ar la m en ta r i 3038 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

si possono ridurre a tre. Il primo: la man­canza di una programmazione dello sviluppo economico e del territorio per cui in quella zona si è potuta addensare una concentra­zione di industria chimica mostruosa e spro­porzionata alle possibilità ricettive deU’am- biente; il secondo: una situazione dì fame di lavoro che strangolava ogni e qualsiasi preoccupazione di tutela della salute pub­blica e di salvaguardia dell’ambiente, dal paesaggio ai beni ambientali, a tutte le vo­cazioni naturali di queste zone; il terzo: il senso di impunità e di immunità che ha permeato l’attività delle aziende industriali, che, per il solo fatto dì dare lavoro, si con­sideravano legittimate a tutto, ad ogni ope­razione, compresa quella della violazione aperta della legge.

Abbiamo detto, però, anche, per averli concretamente individuati, che ci sono pure motivi di carattere soggettivo. Alcuni di essi riguardano le leggi, non del tutto appli­cate o comunque non applicate nel loro complesso: leggi nazionali e la legge regio­nale; leggi che hanno registrato, ad un’in­dagine obiettiva, ritardi ed inadempienze.

Gli organi dello Stato, della Regione, tutti gli organi, chi più chi meno (dai Governi nazionale e regionale ai comuni, alle pro- vincie, alla capitaneria di porto, ai labo­ratori, agli ufficiali sanitari, a quelli medico- provinciali, ai magistrati, anche ai prefetti), hanno — questa è la constatazione che abbiamo fatto onorevole Rasino — in varia misura, ripeto, le loro responsabilità per quanto attiene ritardi ed inadempienze. Le prove? Ancora una volta le prove sono date dai fatti. Basta un sommario confronto fra le cose che si sarebbero dovute fare per ob­bligo di legge e la realtà delle cose non fatte per avere subito la tabula paesentiae delle omissioni, dei ritardi, delle inadempienze.

Il fatto che alcuni magistrati, due in tutta la Regione siciliana, sono stati costretti ad intervenire prova la indubitabilità delle no­stre affermazioni. Io non credo, non era nella volontà della Commissione né del suo Presidente, che dire queste cose, constatare questa realtà, può significare l’avere consa­pevolmente strumentalizzato la relazione, con un linguaggio felpato, ma perfido, ed avere, per certi aspetti, plagiato gli altri colleghi, con la precisa finalità di destabi­lizzare ronorabilità deU’onorevole Assessore.

Io, personalmente, non mi sono posto mai questo problema, anche perché se ciò avessi pensato e fatto non sarei stato all’altezza deU’incarico, mi sarei autoleso nella mia di­gnità di deputato e sarei stato un velleita­rio perché gli altri colleghi non lo avreb­bero permesso. L ’onorevole Assessore ha ieri sera detto che, per quanto lo riguardava, non si considerava responsabile di niente. Ha difeso il suo operato, offrendo una se­rie di giustificazioni, già espresse al con­vegno di Bonnalucata dell’agosto scorso, di ordine burocratico-amministrativo.

Nessuno contesta che l ’onorevole Asses­sore regionale abbia il diritto di giustificarsi. Però, mi si consenta, le sue sono solamente giustificazioni. E le giustificazioni hanno un senso in quanto esiste una realtà anomala, che resta quella che è e che non viene né spiegata né modificata dalle giustificazioni, perché essa è rappresentata da una serie dì fatti oggettivi, che maleficamente esistono e che qualcuno 0 qualcosa ha determinato a formare. I fatti oggettivi sono quelli illu­strati nella relazione. Non interessa se per eccesso di intervento errato 0 per carenza di interventi giusti. Quello che conta è che esi­ste una realtà malefica ed avrebbe potuto non esserci se alcuni o molti, incaricati di ciò, fossero intervenuti nei modi giusti. E, per uscire dal generico, non si può non dire che. la legge regionale è operante da due anni, che non ha sortito gli effetti dovuti perché non è stata, nel suo complesso, ap­plicata tempestivamente e con determina­zione. I sindaci e gli amministratori provin­ciali hanno detto, apertamente, che non co­noscevano la legge, che comunque non era­no stati né sollecitati, né sensibilizzati ed hanno assunto posizioni aperte, alcune vol­te sbagliate, di critica ai governi nazio­nali e regionali ed ai loro organi, con varie motivazioni e soprattutto con quella di es­sere stati n‘on coinvolti in una battaglia con­tro Tinquinamento cosi difficile e delicata-

E ’ evidente il tentativo grossolano di de­filarsi dalle loro responsabilità, che esistono e sono pesanti. La legge numero 39, infath, appunto perché ha una struttura democra­tica, decentra anche le responsabilità. di, quando nella relazione diciamo « a chi di competenza » — e ciò ha provocato la e violenta irritazione deirAssessore —-, tendiamo solo riferirci a chi ha là comp "

Resoconti P ar lam én tar i

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A ssem b lea R eg io n a le S ic ilian a

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lenza secondo le proprie responsabilità d’in­caricato dell attuazione e deH’applicazione delle leggi.

Un fatto, però, è certo, che la circolare assessoriale esplicativa, che sai’à costata — non lo mettiamo in dubbio — sforzi no­tevoli dal punto di vista deU’elaborazione, è stata resa nota solo in questi giorni a di­stanza di più di due anni dalla pubblica­zione della legge. Per quanto mi riguarda ne ho avuto notizia ieri per averla avuta co­municata dallo stesso onorevole Assessore regionale. Questa è la verità.

Io non credo che si potesse pretendere da una Commissione legislativa — la quale nel momento in cui si costituisce e si isti­tuisce è incaricata di svolgere il compito affidatole, e tutti i Commissari in quel mo­mento sono soprattutto commissari di una Commissione di indagine, responsabili solo nei confronti della propria onestà intellet­tuale e politica e sganciati da discipline di parte —■ altro che essere un organismo se­rio, responsabile, refrattario ad interessi par­ticolari, preoccupato solo di dare un contri­buto specifico al fine del superamento di una situazione di estrema gravità per gli interessi generali. Questo è stato lo spirito che ci ha guidato nell’esperire l ’indagine.

Quella della relazione è stata la nostra ferità. Qualunque altra interpretazione è una interpretazione personalistica che, personal­mente, respingo.

La relazione, poi, poneva il problema del che fare. Ha fatto alcune proposte, che mi cerabrano ancora ora realistiche, possibili, credibili. Il Governo valuti se accettarle e ri assuma la responsabilità di accettarle o “i non accettarle. Purtuttavia, mi si permetta m ribadire il mio convincimento di fondo: ri provvedimento più radicale che è pos- cihile oggi assumere per combattere l’inqui- uamento dellè aree industriali di Siracusa, ela è Milazzo e per impedire il degrado l'ibientale resta quello di cominciare a eon-

'rincersi della necessità di dare un taglio di- ''erso alla politica regionale dell’ambiente,

deve essere considerata una politica '“riplessiva della Regione e non più come attività particolare di un settore, come la

j 'blica istruzione o come il lavoro o come a cooperazione.LonoreyQie Assessore ha considerato tut­elo una sorta di offesa personale. Lo ha

dimostrato con il taglio che ha dato al suo intervento, con il tono che ha usato nella sua replica, con il frasario delle sue argo­mentazioni e con le reazioni che ha pro­vocato. Ha perfino detto di essere stato con­siderato come un imputato e condannato sen­za diritto alla difesa... /■

FASINO, Assessore al territorio ed a ll’ ambiente. Chi lo ha detto, scusi? Non voglio fare polemica.

CAGNES. Presidente della Commissione e relatore. Non esiste un Assessore impu­tato, non può esistere, perché, se le respon­sabilità deH’inquinamento di Augusta fos­sero solo dell’Assessore, il problema sarebbe più facile da risolvere. Si chiederebbero le di­missioni dell’Assessore e tutto andrebbe li­scio; ma il problema non è questo...

FASINO, Assessore al territorio ed a ll’ ambiente. Ho detto il Governo, non ho detto FAssessore.

CAGNES, Presidente della Commissione e relatore. Secondo me l ’imputata è una nei confronti di questa problematica: il fat­to che si minimizzi la situazione di Augu­sta o la moria dei pesci, che si sottolinei la necessità di tempi lunghi, identificandoli con i tempi tecnici senza esaltare i tempi poli­tici; e tutto ciò solleva alcune preoccupazioni serie. Il fatto che si contesti la gravità dell’ inquinamento e, quello che è più grave, ono­revole Assessore, mi scusi se mi rivolgo a Lei, lo stesso concetto di inquinamento ci preoc­cupa e ci pone in posizione di dissenso aper­to, netto.

Ieri è stato detto che, in fondo, molte cose che sono state dette dentro e fuori l ’Assem­blea in occasione deU’inquinamento di Augu­sta e degli interventi magistratuali sarebbero delle invenzioni di utopisti, di rousseauiani in ritardo, di demagoghi in cerca di noto­rietà, di populisti abbastanza ignoranti, di « teste d’uovo », eccetera, in ultima analisi, in gran parte, delle speculazioni interessate, perché il concetto di inquinamento, al di là delle astrattezze parolaie, deve essere dimen­sionato entro i limiti della sua relatività. Chissà cosa direbbe a questo punto Gorgia da Lentini con il suo relativismo! Mare pulito ed aria pura non esisterebbero come fatto reale, perché è impensabile una condizione

R esòcon ti P ar lam en tar i 3040 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana !1

V i l i L egislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

asettica dell’aria e del mare. Nessuno ha par­lato mai di condizione asettica. Anzi la con­dizione asettica non è ottimale, è anch’essa inquinamento, perché è, diciamo cosi, vio­lenza alla natura. Anche l ’Etna inquina, an­che una sigaretta inquina.

Questa argomentazione — mi perdoni — non regge, neanche sul piano del sofisma, perché non è neanche una verità logica si­mile a quella di Achille che non poteva rag­giungere la tartaruga, in quanto fra Achille e la tartaruga si frapponeva un’infinità di punti, che non potevano essere, appunto per­ché mfiniti, tutti superati. Il concetto di in quinamento sarebbe da considerarsi relativo, per cui la lotta contro Tinquinamento si ri­durrebbe a cercare nell’uomo condizioni di sopportabilità ai fini della sua salute, in or­dine alle sue possibilità di accettazione delle conseguenze deirinquinamento. Questi con­cetti non trovano il mio accordo, anzi non li accetto, come base di discussione.

Presidenza del Vice Presidente D’ALIA

Se questa tesi venisse avallata, le conse­guenze sarebbero ovvie; sarebbero libertà quasi illimitata di intossicare, di devastare da parte di chi ne avrebbe interesse. In Giappone, per le strade, lo abbiamo visto nei films, capita di incontrare donne e uo­mini che, ad un certo momento, mettono la mascherina antinquinamento. E ’ l ’esempio lampante di questo tipo di concezione di lotta contro Tinquinamento, inteso in ma niera difensiva, come grado di tollerabilità per l ’uomo di recepirlo. L’aria è inquinata. Niente perìcolo. Ci si mette una maschera più 0 meno elegante.

Noi comunisti non accettiamo questo mo­do di consentire rinquinamento, che è di­fensivo, che è a valle, che contrasta le con­seguenze, ma accetta come fatali le cause. Per noi è qualcosa di diverso, per noi la lotta airìnquinamento è un tutto con la più ampia politica della tutela deU’ambiente.

Certo, il problema dell’inquinamento e del­la tutela dell’ambiente non è un problema siciliano o solo sioilimio, per cui le respon- sabìlità non sono tutte e sole del Governo siciliano. In Sicilia abbiamo Gela, Augusta e Milazzo; in Lombardia abbiamo Seveso;

nel Veneto abbiamo Porto Marghera. E per I non dire di tutto il resto; mari inquinati, ; città sguarnite, trarrne rare eccezioni, dei fon- : damentali strumenti di protezione igienico -. sanitario - ambientali, dissesto delle nostre : coste, fiumi intossicati. Certo non è un prò- | blema siciliano. E ’ un problema generale : che attiene alla necessità dì una diversa!, politica generale in direzione dello sviluppo :! economico, dell’assetto del territorio, della! collocazione dell’uomo nella società. ,

Il Governo in questo senso ha precise: responsabilità per quello che avrebbe po- \ tuto fare e non ha fatto, per quello che! ha fatto e non avrebbe dovuto fare. I poteri j della nostra Regione sono speciali, autoriz-! zano ampie possibilità d’azione, anche itif tema di tutela ambientale, di protezione del| lavoro in fabbrica, di protezione della salute | del cittadino. Se queste potenzialità non sij sono utilizzate, è perché non lo si è voluto j fare. E non lo si è voluto fare perché c’è m( Sicilia su questo tema un grave ritardo cul-j: turale da parte dei Governi che hanno retto' la nostra Regione, forse determinato anche dalla paura di colpire interessi considerati più importanti della salute della gente.

In fondo, nonostante tutto, quello che avvenuto ieri sera è stato un bene; ha esplicitato due concezioni e due politiche in ordine al problema della tutela dell’ambiente Per il Governo regionale il problema è d creare una serie di vincoli al fine di fa® in modo che l ’uomo a Siracusa, a Gela, Milazzo, in Sicilia sia messo in condizione di subire il minor daimo possibile nei con fronti deirinquinamento oppure di creare delle condizioni, dei vincoli più o stretti al fine di salvaguardare, nei limiti del possibile, la salute e la vita dei lavoratori in una fabbrica. Per noi il problema pone in modo radicalmente diverso. Noi sia­mo convìnti che tutelare l ’ambiente, nel sue complesso* significa tenere per ferma la cessità di salvaguardare a monte, prima, rapporto uomo-ambiente, uomo-storia pr®j sente, passata, futura. Ciò significa — abbiamo detto, ieri, lo ripetiamo — che don Marno agire prima che avvenga mento 0 lo sfascio del territorio _e non doP per disinquinare o per salvare il salva_ quando lo si può. Tutela dell’ambient^^ naturale, bene culturale sono le grandi sere di un grande unitario mosaico, n

Resoconti PaTlamentari

Vili L egislatura

— 3041 A ssem b lea R eg ion a le S icilian a

C C C L X X V I SED U TA 6 D icem bre 1979

collante è Fuoino nella sua complessità, con i suoi bisogni di essere pensante, di essere fisico, di essere psichico.

In nome di questo ci siamo battuti contro la scissione in due competenze amministra­tive diverse dei beni culturali e dei parchi e riserve. Allora, se queste cose che io dico sono vere, il problema non si riduce ad un temporaneo dissenso di schieramenti politici, è invece un dissenso di fondo, culturale e quindi politico. Nessuno osa dire che le due tesi sono l ’una sbagliata e l ’altra vera. La verità sarà verificata nei fatti. Ma la realtà è questa: esiste un dissenso di fondo cultu­rale e quindi, mi si permetta, anche ideolo­gico sul modo di essere deU’uomo e della so­cietà e nei suoi rapporti con l’ambiente.

Certo si possono trovare punti di conver­genza sui fatti concreti che hanno sca­denze immediate. Questo può avvenire sem­pre. Però mi sembra giusto che il dibattito continui e che siano anche chiari i termini delle due politiche conseguenti.

La convinzione che ci sostiene è che la nostra ipotesi di una politica ambientalista diversa contribuisca a concretare l ’esigenza onerale di un mutamento della qualità della vita nella nostra Regione e quindi anche un mutamento della qualità della politica nella nostra Régione.

Ieri — la cosa non è segreta — noi ave- Tamo concordato con il Governo la parte im­pegnativa di un ordine del giorno, che con- i ludesse l ’attuale dibattito. Lo avevamo con- ®rdato tutto, dalla prima all’ultima parola. Personalmente io ero soddisfatto, anzi otti­mista, perché era la riprova che sulle cose gli 'domini di buona volontà trovano sempre i momenti imitari per andare avanti.

L’onorevole Assessore con la sua replica n distrutto tutto, perché ha dato subito il

Senso che considerava quei punti della parte espositiva della mozione come fatti che po- ®s ano non avere nesstm valore politico, mssun significato culturale tranne che una erocratica sequenza di impegni formali e scadenze sine die. A monte, però, il Go- hno regionale si riservava, e lo esplicitava,' portare avanti una politica completamente

nei confronti di coloro che tale moderna po­litica sostengono.

Io non so a chi si rivolgesse, se al gruppo Comunista quando dava quelle ingiuriose qualifiche di « teste d’uovo », di « russeauaia- ni » di « utopisti », « di populisti » e via 'di se­guito. Per quanto ci riguarda noi nón ci sentiamo nè toccati nè preoccupati. Il no­stro partito ha sempre avuto il senso della realtà, ha avuto sempre il senso della neces­sità della unità, ha anche polemizzato con le spinte illuministiche, anche se in buona fede, che volta per volta in ogni occasione spuntano.

Purtuttavia non c’è dubbio che, nel mo­mento in cui la replica dell’onorevole Asses­sore si modella con quel taglio e con quei giu­dizi sommari, si resp'inge in blocco una di­versa concezione della politica della tutela dell’ambiente e si provoca di contro una rea­zione di rigetto per una politica, quale quel­la formulata dall’Assessore, che noi consi­deriamo astratta, perché non legata alla real­tà e anche vecchiaia, superata, non in condi­zione di risolvere i gravi e drammatici pro­blemi che oggi ci troviamo aperti soprat­tutto perché non si collega alle esigenze profonde, che si alzano da ogni parte, al fine di un diverso rapporto dell’uomo con l ’am­biente e che impegnano, appassionano stu­diosi, non studiosi, politici e uomini di cultura.

j. * ^da quella che oggi comunemente è

j ’ I'Ierata una giusta politica, una demo- atìca politica della tutela dell’ambiente, e

la riserva sprezzante di giudizi negativi

Presidenza del Presidente RUSSO

10 non ho altro da dire; chiedo scusa ai colleghi se sono stato alquanto lungo, con­cludo auspicando la necessità di un diliattito a più voci, nella sede che si crederà oppor­tuna, su queste tematiche culturali e poli­tiche.

11 Governo ha i mezzi per organizzarlo. Un dibattito di questo tipo ci permetterebbe di confrontarci in modo giusto, in modo demo­cratico, aiuterebbe tutti, potrebbe offrire spunti e precisazioni per l ’acquisizione di una linea che sia, non dico la linea di tutti, ma che abbia il consenso di gran parte degli uomini di buona volontà.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l ’o-

Sesoconti, f , 418 (500)

R esoco n ti P ar lam en tar i 3042 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana I

V i l i L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem br e 1979 !

norevole Cusimano per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta dell’Assessore.

CUSIMANO. Onorevole Presidente e ono­revoli colleghi, per conto del gruppo del Movimento sociale italiano, l ’onorevole Fede ieri sera ha illustrato la posizione del no­stro partito in ordine al gravissimo problema deU’inquinamento atmosferico e marino esi­stente in Italia e in Sicilia. Dopo abbiamo ascoltato la replica dell’onorevole Fasino, che abbiamo sempre apprezzato come uomo po­litico e di governo; ma evidentemente il no­stro apprezzamento personale non può por­tarci ad accettare le tesi illustrate ieri sera dallo stesso onorevole Fasino per conto e in nome del Governo della Regione siciliana. Infatti, in un certo senso, ieri sera nel suo intervento di replica, alcune volte il rappre­sentante del Governo si è contraddetto.

Ad esempio la sua affermazione che lo sviluppo economico non deve essere disso­ciato dalla salvaguardia deU’ambiente ci tro' vava assolutamente consenzienti; questa è la nostra tesi.

Tuttavia, dopo questa affermazione ini­ziale l ’onorevole Fasino ha cercato di dimo­strare una sua tesi che è molto azzardata, e per far ciò ha richiamato quasi alle proprie responsabilità l ’Assemblea regionale siciliana degli anni ’50 e degli anni ’60, periodo in cui si operarono delle scelte economiche precise; fu proprio allora che FAssemblea — a quel tempo parecchi tra noi non erano in questa Aula — operò la scelta degli in­sediamenti industriali nel polo di Augusta, di Gela e di altre zone della Sicilia. Ricordo di avere letto alcuni resoconti parlamentari ed alcune pubblicazioni dell’epoca da cui ri­sulta che le forze politiche di questa As­semblea e soprattutto il Movimento sociale italiano avevano dato delle indicazioni pre­cise. Erano si favorevoli alle istallazioni del­le raffinerie e delle industrie petrolchimiche, accompagnate però dallo sviluppo del tessuto produttivo connettivo della zona. Non voglio in questa sede addentrarmi nella questione della chimica secondaria, della chimica fine che fu sollevata — ma non soltanto in quel periodo — negli anni ’60. Ricordo i venti- cinquemila posti del « pacchetto Fasino », che facevano riferimento ad uno sviluppo indu­striale attorno a quei poli, oltre che in altre

zone, mediante la creazione di industrie di chimica secondaria e di chimica fine.

Quindi, la vocazione politica di questa As­semblea — lasciamo stare le sfumature tra i vari gruppi — è stata sempre quella di non limitarsi in Sicilia agli insediamenti indu­striali di raffinazione o degli stabilimenti petrolchimici, perché una posizione del ge­nere sarebbe stata suicida, e non penso che in questa Assemblea esistano forze politiche disposte ad accettare una simile politica.

Questa premessa era necessaria per sgom­brare il terreno da certi dati che non si pos­sono lasciare passare almeno da parte nostra. Infatti abbiamo sempre insistito oltre che sullo sviluppo della industria di trasforma­zione attorno ai cosiddetti poli, anche sul potenziamento deH’industria turistica, che, secondo noi, è fondamentale in Sicilia. In questo campo non dobbiamo sfruttare ma­terie prime da importare, perché il sole lo abbiamo e fino a questo momento non è in­quinato, mentre il mare purtroppo si; e quin­di r« altro » sviluppo industriale cioè quello turistico non ha sortito gli effetti sperati dal punto di vista economico e sociale.

A questo punto, onorevoli colleghi, ci tro­viamo di fronte ad un fenomeno molto grave che si sta verificando in Sicilia. Onorevole Fasino, io che la conosco per intelligenza preparazione e capacità, debbo arguire che nella sua replica di ieri si è lasciato un poco trasportare dall’altro problema di estreina importanza e responsabilità per la classe po­litica regionale, cioè quello relativo ai pósti di lavoro esistenti nei poli industriali che ® questo momento, secondo notizie di stampa " di agenzia, potrebbero subire una certa de curtazione.

Quindi senza dubbio nelle sue parole vi stato un « senso di responsabilità », sentì mento che ognuno di noi deve avere; per°’ noi riconfermiamo con fermezza che si deve arrivare allo sviluppo economico facendo, noJ a parole, tutti gli sforzi necessari per salva guardare l’ambiente. Ho avuto rimpressio® che in alcune occasioni, a partire da ieri ss& si sono svolte delle discussioni che non no sortito effetti pratici immediati. Cer verità ce le dobbiamo dire nella loro _ balità se vogliamo trovare successivametì una soluzione che non va ricercata soRa® alTinterno deH’Assemblea regionale sicilia® ^

I fna soprattutto attraverso il confronto serra

flesocontì Parlam entari

Vili L egislatura

3043 A ssem blea R egionale Siciliana

C C C L X X V I SED UTA 6 D icem bre 1979

con gli organi del Governo nazionale e dello Stato. Certamente, sosteneva l ’onorevole Fa- sino, occorre il concorso di tutti per risol­vere il problema; però, onorevole Fasino, ve­ramente di tutti, e quindi anche della Mon- tedison, dell’Anic, che sono fra l ’altro enti di Stato. Infatti la Montedison è una società per azioni in cui grossi pacchetti azionari sono controllati dallo Stato; quindi sono enti di Stato che pesano sul contribuente italiano

pertanto non possono pensare di non con­correre con tutti gli altri alla soluzione del problema.

Affermiamo ciò con forza e con determi­nazione. Debbono concorrere tutti; non basta che Medici sostenga che si può risolvere il problema in quanto occorrono circa 160 mi­liardi che deve erogare lo Stato. Noi non accettiamo il ricatto, fermo restando che dobbiamo essere tutti pronti a dare il nostro contributo per risolvere il problema. Ripeto, l’ente di Stato non deve pensare (e non ca­pisco bene il perché) che spetti solo alla Regione o allo Stato intervenire.

Onorevoli colleghi, non vi nascondo che nel settembre del 1978, leggendo « La Si­cilia » che riferiva le dichiarazioni di tre pro­fessori universitari (Bettini, Masé, Moriani, lieirUniversità di Venezia), rimasi alquanto preoccupato. A seguito di tale articolo nel settembre del 1978 il gruppo del Movimento sociale italiano presentò la prima interpel­lanza su cui si sta discutendo soltanto oggi, la quale, praticamente, racchiudeva tutta la tragedia che si stava svolgendo nella zona fel siracusano.

Questi tre professori universitari in una conferenza stampa definirono « allucinante » la degradazione ambientale e rinquinamento atmosferico e marino di Siracusa. Tutto ciò ''ol settembre del 1978, cioè quando ancora corti fatti non erano accaduti e certe preoc­cupazioni non erano venute fuori. In quella cocasione quésti tre professori svelarono

la falda acquifera si era abbassata (sia- '•'^nel 1978!) di 60 metri., ggi la situazione è più grave perché il cuidaco di Augusta ha dovuto emettere una “■'finanza con, cui vieta alle industrie di at- ®Ugere acqua da quella falda, perché la falda . e ulteriórmente abbassata a 70 metri. Que- u tre tecnici, allarmati, avvertivano le auto- j ® (Governo regionale e nazionale) di-

« Badate che il territorio nella zona

di Siracusa è costituito cosi: vi è una sacca che va da Fontane Bianche sino ad Augusta. Ebbene, abbassandosi queste falde c’è una parete che impedisce la infiltrazione dell’ac­qua del mare; se questa parete viene meno, ovviamente l’acqua marina si infiltra e^ in­quina tutto. Se avverrà tutto ciò, quella zona rimarrà senza acqua potabile ».

A me non interessa il colore politico di chi fa queste previsioni; si tratta di tecnici e debbo credere alle loro parole. Allarmati presentammo una interpellanza nel settem­bre 1978; soltanto alla fine del 1979 stiamo riuscendo ad avere una risposta.

Inoltre questi tre professori sostenevano che Fanidride solforosa presente nell’atmo­sfera in quella zona va dallo 0,7 all’l,2 par­ticella per milione "(il massimo tabellare previsto è lo 0,3 particella per milione). Nel solo maggio 1978 — dicevano i tre tecnici — per ben 88' volte i rivelatori segnalavano il superamento dei limiti di tolleranza. Un grido di allarme serio, lanciato non da po­litici, ma da tecnici.

Tutti questi richiami contenuti in un ar­ticolo molto serio di quattro o cinque co­lonne, pubblicato su un quotidiano molto letto in Sicilia, non determinarono nessun intervento immediato e serio al fine di indi­viduare le cause, di controllare e di confer­mare.

Denunciamo questa situazione non per at­tribuire le responsabilità all’onorevole Fa­sino. Tuttavia, come sosteneva ieri nel suo intervento l ’onorevole Fede, ci rivolgiamo, onorevole Fasino, al governo, perché ovvia­mente le forze politiche debbono avere un interlocutore e questo- non può che essere la giunta regionale nel suo complesso. Il Go­verno ci deve dire cosa ha fatto e cosa vuole fare.

Quando l’onorevole Fede, ieri, parlava del- la legge 39, onorevole Fasino, ricordava che quest’ultima è una normativa in aggiunta alle leggi nazionali. Infatti la vera legge, per quanto riguarda il disinquinamento, è quella dello Stato di cui parleremo fra qualche momento., La legge ‘39 prevedeva uno stanziamento

di 4.500 milioni e la creazione di un comi­tato regionale a cui erano attribuiti alcuni compiti. Mille milioni erano destinati alla rete regionale di stazioni automatiche di rile­vamento; ciò non è stato realizzato ed il go-

R esocon ti P ar lam en tar i 3044 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana i

V ili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 D icembre 1979 ì

verno ha dato delle giustificazioni che pos­sono, a secondo dei punti di vista, essere ac­cettate o respinte.

Comunque aveva ragione l ’onorevole Fede quando sosteneva che la legge, in effetti, non ha trovato pratica applicazione per risolvere i problemi; e non poteva d’altronde farlo perché è una leggina che doveva soltanto affrontare alcuni argomenti.

Una normativa peraltro molto strana, per­ché ad esempio all’articolo 10 prevedeva con­tributi sino al 95 per cento a comuni e consorzi tra comuni per il completamento di depuratori di acque reflue, però (forse lo abbiamo dimenticato) a questa norma non furono assegnati fondi per cui rimase sol­tanto ima petizione di principio. D’altronde non fu finanziato neppure l ’articolo 11. Pen­so che il governo non può dimenticare tutto ciò.

Non abbiamo neanche finanziato gli inter­venti a favore dei comuni per quelli che un tempo venivano chiamati inceneritori (oggi, poiché sembra che gli inceneritori liberino diossina, e quindi sviluppano sostanze in­quinanti, si parla di strumenti per lo smal­timento di rifiuti solidi). Durante la di­scussione del bilancio di previsione del 1979, a nome del mio gruppo presentai un emen­damento per finanziare l ’articolo 11 della legge 39; non trovai adesione da parte del governo. Quindi, la legge 39, di fatto, è una normativa che, a causa dei ritardi, delle ina­dempienze, degli articoli non finanziati, non risolve il problema. E ’ inutile rifarsi alla legge 39! Inoltre è stato spiegato ieri dal governo che il comitato regionale venne no­minato dopo due anni ed alcune questioni tra Governo, Ragioneria e Corte dei conti non trovano soluzione.

Uno dei motivi di fondo per cui noi siamo alla opposizione e non al governo è questo; contestiamo tutti questi ritardi. Non è cer­tamente colpa nostra se il governo non rie­sce a superare tali intoppi e se i gruppi della maggioranza nominano i componenti del Co­mitato regionale a distanza di un anno e due mesi. Questa responsabilità è della mag­gioranza e del Governo; non può essere at­tribuita ad altri.

Quindi aveva ragione l ’onorevole Fede quando sosteneva che la legge 39 non aveva portato delle soluzioni immediate. D’altro canto era una normativa assolutamente in­

sufficiente, che non poteva risolvere il pro­blema.

Secondo noi, lo diciamo con molta chia-: rezza, il Governo regionale ha un compito di ; controllo e di sorveglianza; tuttavia il vero responsabile è il Governo nazionale e la sua! maggioranza. Basta ricordare la famosa legge « Merli II », presentata da Santalco, illustrata; da Merli alla Camera dei deputati. La leg-i ge 319 venne varata non per risolvere i| problemi ecologici in Italia ma, come è noto,; per salvare dall’arresto Eugenio Cefis, pre­sidente della Montedison, e per metterlo nel-! le condizioni di riavere il passaporto che gli era stato sequestrato. Tutto ciò è awenutoi con la complicità di tutti i partiti dell’arco costituzionale. In qualsiasi momento siamo nelle condizioni di dimostrare, documenti al­la mano, le nostre tesi.

Tuttavia la legge Merli non stanzia una lira per risolvere i problemi del risanamento del territorio, soltanto stabilisce un termine di tre anni entro i quali tutti gli scarichi debbono adeguarsi alla tabella allegata alla suddetta normativa.

Inoltre la stessa legge Merli fa leva sulle regioni — quindi scarico di responsabilità — per la sua applicazione. Ancora nessuna re­gione d’Italia, a distanza di tre anni e mez­zo (e questo risulta dai resoconti della Ca­mera dei deputati), ha provveduto a predi' sporre, d’intesa con i comuni interessati — come prevedeva la legge •—, il prescritto piano regionale di risanamento delle acque. Il termine è scaduto il 13 giugno 1979; entro tale data le industrie avrebbero dovuto ade­guare gli scarichi dei rispettivi insediamenti alla citata legge Merli.

A questo punto, dopo aver fatto trascor; rere inutilmente questo periodo di tempo, i Governo, nel mese di settembre di quest’an­no, cioè del 1979, a legge Merli abbondante­mente scaduta, emette un decreto di pr°' roga al 3Ì dicembre 1979. Questo decrett è stato convertito pochi giorni fa e precisa­mente nel novembre del 1979. .

La prima legge Merli ebbe la fuiizione n salvare Cefis; questa proroga chi deve sal­vare? Ovviamente, con la proroga tutti processi in corso salteranno; essa quindi scrvf soltanto a legittimare gli inquinatori e g* inquinamenti. Vorrei infatti sapere: dérato che in tre anni non si è realizza niente, come una proroga di sei mesi

Resoconti Parlam entari — 3045

6 D icem bre 1979

effetti di un mese, in quanto, come ho detto, il decreto è stato convertito in novembre — potrà permettere di risolvere i problemi? E ’ chiaro che il suo scopo è quello di dare soluzione soltanto ad alcune « questioni » di determinati gruppi.-

Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, jesistendo il problema gravissimo dell’inqui- namento atmosferico e marino — non ripe­terò quanto da voi detto sulla situazione in Sicilia — , la proroga della legge Merli, che prevede la possibilità per i comuni di rivol­gersi alla Cassa depositi e prestiti per con­trarre mutui, mi sembra veramente un as­surdo in questo momento.

E’ il frutto di una determinata maggio­ranza governativa, appoggiata dal Partito co­munista, che ha votato sia la legge Merli che la proroga senza prevedere degli appo­siti finanziamenti. Stasera assisto ad una contrapposizione ideologica tra gli ecologisti del Partito comunista e il Governo. Su che cosa? Sulla legge 39 che non può risolvere i problemi?

Questo discorso di contrapposizione ideo­logica ritengo doveva essere portato avanti il Parlamento laddove si sono operate le scelte _ di fondo per una politica di salva- guardia deU’ambiente. Siamo d’accordo che leve essere protetto l ’ambiente, ma per farlo i livello siciliano dovremmo impiegare non0 quanti fondi, senza risolvere il problema.1 in quella sede che si sono operate le scelte, i 11 le forze politiche avrebbero dovuto sol­evare i problemi ideologici; in Sicilia pos­iamo soltanto parlare di controllo della si- Uazione da parte del governo regionale.Stiamo esaminando una relazione che ab-

lìamo soltanto per un verso accettato, come ® spiegato l ’onorevole Fede. Si tratta di fer­ire risposte molto precise a ciò che sta ac- sdendo in Sicilia.Vi è un ricatto occupazionale in Sicilia da

®rte degli enti di Stato che ci mortifica e ' ullarma. A tutto ciò bisogna dare una ri­posta seria e ferma, chiedendo al Governo Azionale i provvedimenti opportuni. Se-

noi non basta il progetto speciale nu- Jsro 2 per le acque; bisogna chiedere prov-

uimenti speciali per risolvere definitiva­mente tali questioni.Onorevole Fasino, non avremmo alcuna

^ncoltà a dare un preciso mandato a lei e Governo regionale affinché si porti avanti

questa battaglia nei confronti del Governo nazionale. Infatti riteniamo che non bastano le leggi prive di finanziamenti, le indica­zioni, le petizioni di principio (un esempio m tal senso sono i due articoli della legge 39 privi di copertura finanziaria, che^ ser­vono soltanto a fare cornice) ma occorre una pre -isa volontà politica. In questo senso, se­condo noi, l ’Assemblea regionale siciliana do­vrebbe pronunciarsi e orientarsi._ Non entreremo nelle piccole battaglie poli­

tiche strumentali di gruppi ecologici che in­tendono scontrarsi dal punto di vista ideo­logico. A noi questo tipo di battaglie non in­teressa; vogliamo salvaguardare l ’ambiente siciliano nella convinzione che il problema ecologico va abbinato .pila ripresa economica, però senza finzioni, senza patteggiamenti é senza portare avanti discorsi strumentali che servono soltanto ad agganciare pretese po­sizioni politiche.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa aZZe ore 19,05, è T jjTPSd alle ore 19,35)

Comunico che sono stati presentati i se­guenti emendamenti:

— dagli onorevoli Lo Giudice, Mazzaglia, Saso e Pullara:

sostituire la parte motiva della mozione numero 129 con la seguente:

« L’Assemblea regionale siciliana

ritenuto che l’ambiente è un valore che oc­corre preservare, tutelare e difendere; che non è concepibile, nè accettabile uno sviluppo economico a scapito dei valori naturali o nella degradazione di ogni situazione am­bientale; che, pertanto, sviluppo ed ecologia non devono e non possono nè essere, nè di­ventare termini alternativi;

considerato che la salute, l ’integrità e l ’in- columità fisica, la sicurezza del lavoro, un habitat degno dell’uomo sono beni impre­scindibili per ogni reale sviluppo e che per tali fini occorre attuare una politica comples­siva di prevenzione per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini;

R esocon ti P ar lam en tar i 3046 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

considerato che la situazione ambientale nelle zone di Siracusa, Gela e Milazzo è di­ventata di estrema gravità ed emergenza tanto per la concentrazione dei fatti inqui­nanti, tanto per il mancato 0 insufficiente adeguamento alle prescrizioni di legge;

considerati i gravi e luttuosi fatti verifi­catisi aH’interno degli stabilimenti della Mon- tedison di Priolo e deH’Anic a Gela e le denunzie delle organizzazioni sindacali uni­tarie, le quali harmo ripetutamente richia­mato l ’attenzione sui pericoli derivanti dal­l ’insufficienza di manutenzione degli im­pianti e dal ritardo nelle opere di ammo­dernamento degli stessi;

ritenuto che i problemi e le situazioni so­pra ricordati devono essere affrontati e ri­solti con l ’apporto, l ’azione e la solidarietà dello Stato, della Regione, degli enti locali, delle forze culturali, sociali ed imprendito­riali in un quadro di generale e matura con­sapevolezza della loro rilevanza;

ritenuto che la situazione di emergenza che si è determinata nelle aree industriali suindicate è anche la conseguenza della man­canza di una politica di programmazione ge­nerale e particolare e di una sottovalutazione complessiva della necessità ,di una equili­brata politica di tutela dell’ambiente e della salute, elementi essenziali di ogni processo di sviluppo »;

— dagli onorevoli Lo Giudice e Mazzaglia:sostituire il secondo comma della parte

dispositiva della mozione numero 129 con i seguenti:

« ad istituire una commissione di alta spe­cializzazione tecnico-scientifica al fine di fornire entro il più breve tempo al Comi­tato. regionale per la tutela dell’ambiente tutti gli elementi idonei ad accertare le cause della degradazione dell’ambiente ed i con­seguenti rimedi tecnici;

ad istituire una commissione tecnico-scien­tifica al fine di fornire, entro il più breve termine, alla Regione tutti gli elementi ido­nei ad accertare le cause delle acciarate con­dizioni di insicurezza del lavoro negli sta­bilimenti ed i conseguenti rimedi tecnici »;

sopprim ere i l terzo comma della parte di­spositiva della mozione numero 129;

dopo l ’ultimo comma della mozione nu­m ero 129 aggiungere il seguente:

« a sollecitare il Governo nazionale a crea­re un centro di tutela e di ricerca ambien­tale in Siracusa e a destinare sui nuovi finanziamenti deU’emananda legge anti-in- quinamento una somma adeguata alla grave situazione ecologica siciliana ».

LO GIUDICE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LO GIUDICE. Signor Presidente, onore­voli colleglli, abbiamo- presentato questi emendamenti alla mozione del Partito co­munista ■ e riteniamo opportuno chiarire il senso e le ragioni della nostra scelta.

Desidero preliminarmente precisare che noi non avevamo presentato la mozione per­ché ritenevamo (almeno questo era il con­vincimento dominante fino a qualche mo­mento prima dell’inizio della seduta di ieri) che il dibattito dovesse avere uno sviluppo alla stregua di quanto per certi versi ave­vamo precedentemente concordato (avevamo all’esame dell’Assemblea interpellanze e in­terrogazioni ed una relazione predisposta dalla Commissione competente sulla base del­le indagini conoscitive e dei contatti avuti). Si pensava quindi che tutto potesse conclu­dersi con Tapprovazione di un ordine del giorno sui problemi oggetto del dibattito. La presentazione di un diverso strumento ispet­tivo rispetto agli altri presentati dalla De­mocrazia cristiana e da tutti i gruppi po­litici ha in un certo senso modificato la situazione; quinidi, non solo la Democrazìa cristiana, ma anche i gruppi di maggioranza si sono trovati senza questo strumento ispet­tivo.

In sostanza, come ha detto l ’onorevole Cagnes, dopo aver ricercato con senso di aper­tura una soluzione unitaria per questi pro­blemi, della cui gravità tutti abbiamo pier coscienza e consapevolezza, si è delineata una situazione diversa. Infatti è chiaro che le posizioni si sono in qualche modo diff®' ronziate e pertanto è emersa inevitabilmer*® l’esigenza della maggioranza di porre all’a*' tenzione di questa Assemblea un documento» in mancanza di uno proprio, che sintetiz­zasse e rappresentasse le opinioni, le lin®®’ le scelte nelle quali ci riconosciamo.

Resoconti P ar lam en tar i

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A ssem b lea R eg io n a le S ic ilian a

6 D icem bre 1979

La mancata presentazione di una mozione, ripeto, non è certo dovuta a scarsa sensi­bilità dei gruppi politici della maggioranza, quanto invece ad una errata considerazione del modo in cui doveva svilupparsi il dibat­tito. Da tutto ciò nasce anche la nostra esi­genza di dare all’Assemblea una nostra in­dicazione, a conclusione del dibattito in corso, in modo che non si creda, come in taluni passaggi può essere accaduto, nemmeno a livello di opinione pubblica, che le forze poli­tiche della Democrazia cristiana, dei socia­listi, dei repubblicani e dei socialdemocratici non ritenevano, al pari del Partito comuni­sta, di sintetizzare le proprie posizioni sui problemi dell’ambiente, della tutela della sa­lute e di quei valori fondamentali su cui in questo dibattito ci si è lungamente soffer­mati. Avremmo potuto presentare un ordine del giorno diverso, ma abbiamo ritenuto che esistono delle convergenze, peraltro già ri­conosciute prima del mutamento delle di­verse posizioni su alcune questioni contenute nella mozione del Partito comunista.

Poiché non abbiamo posizioni pregiudiziali 0 un atteggiamento settario — nè esami­niamo in maniera strumentale questi pro­blemi e neppure siamo preoccupati delle convergenze che possono esistere con le opi­nioni altrui — , abbiamo ritenuto di confer­mare il nostro consenso alle indicazioni di una parte della mozione presentata dal Par­tito comunista italiano.

Abbiamo però ritenuto di presentare un emendamento sostitutivo della parte motiva della mozione, poiché vi sono delle reali dif­ferenziazioni su alcune questioni, soprattutto per quanto riguarda l ’attività, l ’impegno e la politica della Regione in questa materia. Pe­raltro notoriamente le scelte compiute in questi anni sono state operate insieme; e abbiamo fatto ciò attraverso leggi frutto del­l’attività del Governo della Regione e tramite 'uiziative politiche adottate insieme negli an- ® passati. Tuttavia abbiamo voluto presen- tare degli emendamenti perchè non condivi­diamo taluni passaggi di questa parte della • lozione comunista e perché ci interessa Puntualizzare alcuni aspetti attraverso i quali

se Tonorevole Cagnes mi consente -— si conosce la nostra autonoma posizione. Certamente, esistono delle differenziazioni ' e ciò non costituisce una novità — tra le

urze politiche presenti in questa Assemblea

su alcuni valori della società, sul modo di concepirla e di organizzarla, sul ruolo del­l’uomo nella società. Tuttavia riteniamo che quando si affronta un dibattito di questo tipo non si può trascurare di porre al centro di tutte le scelte operate nella società, « l ’uo­mo », con i valori di cui esso è portatore e che noi riteniamo di dovere rispettare ed esaltare con l ’azione concreta che andiamo svolgendo. Quindi lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente vanno visti in questo contesto.

Sono state elaborate determinate interpre­tazioni dell’intervento dell’onorevole Fasino, ma concordiamo con lui quando sostiene che la nostra linea pone al centro del problema della tutela dell’ambiente l ’uomo, le sue esi­genze, la sua dignità, la sua incolumità, la sua salute ed un habitat per lui degno.

Sosteneva l’onorevole Fasino: « la nostra politica di quadro intende tutelare l ’ambiente come ricchezza, come valore; ricchezza che se distrutta non è riproducibile, valore che se è pretermesso incide negativamente sulla qualità della vita. Intendiamo arrivare ad una situazione nella quale la qualità della vita e la qualità dell’ambiente divengano sinonimi ».

Non è quindi questo un modo burocratico — mi consenta, onorevole Cagnes — di af­frontare il problema della tutela dell’am­biente e della salute dei cittadini e dei lavo­ratori, ma piuttosto è la maniera più giusta per riportare tale questione ai valori fon­damentali della qualità della vita e delTesal- tazione dell’uomo, il quale deve essere al centro di ogni processo di sviluppo econo­mico che non può essere concepito in termini di distruzione dei valori fondamentali della nostra società e della vita di ciascun cit­tadino.

Questi due valori: lo sviluppo economico e la tutela deU’ambiente e della qualità del­la vita non sono nè possono essere certo con­cepiti in termini alternativi, ma devono es­sere visti in un unico contesto, in modo che lo sviluppo economico non distrugga — come ricordava l’onorevole Fasino — talune ric­chezze e taluni valori che non possono più èssere certamente riprodotti.

Quindi, riteniamo di dovere sottolineare queste nostre posizioni e questo nostro modo di concepire la politica in funzione dello svi­luppo economico e della tutela dell’ambiente.

R esocon ti P ar la m en ta r i 3048 — A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

ponendo al centro di ogni processo la salva- guardia e la difesa dei valori deU’uomo che per ciascuno di noi sono fondamentali ed essenziali.

Certo, riconosciamo — e lo sanciamo nel nostro emendamento — che in questa ma­teria ci sono stati ritardi e carenze anche gravi del Governo nazionale e delle stesse industrie che hanno operato nelle aree ad alta concentrazione industriale della nostra Isola; lo sottolineiamo perché riteniamo che costituisca un dato che non è venuto meno nel corso del dibattito sviluppatosi su questi problemi. Tuttavia non è mancata neppure la sensibilità delle forze politiche che han­no sottoscritto questo ordine del giorno, cioè della Democrazia cristiana e degli altri par­titi della maggioranza, relativamente a ta­lune inadempienze e a taluni ritardi regi­stratisi in questo campo che hanno certa­mente provocato gravi danni all’ambiente ed alle aree nelle quali si è avuta quest’alta concentrazione industriale; tali ritardi han­no creato condizioni di difficoltà per. i la­voratori delle stesse aziende, i quali in taluni casi, come ricordiamo anche noi, hanno pur­troppo perduto la vita.

Tutto ciò noi lo riconosciamo e riteniamo che vada proseguita una battaglia seria nei confronti dello Stato e nei confronti delle industrie in modo che l ’ambiente venga tu­telato, i lavoratori garantiti e non sussista­no più inadempienze in questo campo.

Tuttavia la Regione non solo ha sviluppato una iniziativa politica in questa direzione, ma con il contributo di tutti ha predisposto una legislazione, anche recentemente, mediante la quale si è posta il problema in termini precisi e chiari, essendo consapevoli che l ’in­sediamento delle industrie in Sicilia, mirag­gio che abbiamo inseguito per tanti anni sod­disfacendo una richiesta antica delle nostre popolazioni soprattutto di quelle zone in cui la disoccupazione e la depressione è ben nota, non può essere disgiunto dalla tutela delle condizioni di vita dei cittadini.

Abbiamo sviluppato insieme una inizia­tiva politica ed anche una attività legislativa, di cui dobbiamo tutti avere la consapevo­lezza, che fa parte del nostro potrimonio comune di questi anni; esso è il frutto di battaglie e di confronti politici fra di noi e di lotte anche degli stessi cittadini e delle popolazioni interessate. Tutto questo non

può essere dimenticato o messo sotto silenzio perché questa è una realtà che ci accomuna.

Tuttavia certamente questo problema non lo possiamo risolvere solo attraverso una legge; per noi è essenziale che ci sia una mobilitazione generale del Governo nazio­nale, del Governo regionale, delle stesse in­dustrie (pubbliche 0 private che siano), delle forze culturali, degli enti locali, in modo che si abbia la coscienza della gravità di un problema che . ha assunto in alcune aree toni particolarmente acuti, cosi che tutti noi ab­biamo riconosciuto che esiste, per taluni versi, una situazione di emergenza.

Noi dobbiamo muoverci in questa dire­zione e cosi, quando abbiamo ricercato una via per evitare uno scontro su questi temi, lo abbiamo fatto perché abbiamo la consape- ; volezza che su questa problematica debba determinarsi una attività comune, al di là di i alcune differenze su determinati principi esi­stenti tra di noi. Comunque, sulla iniziativa politica e sulTimpegno comune attorno a problemi di questa natura non può esserci certamente una diversità di posizioni, di col- locazioni strumentali di ciascuno di noi; ci deve essere una comune azione concorrente ed unitaria che parta dall’Assemblea, che investa le forze politiche, ma che recuperi, anche aU’interno delle comunità interessate, ; la consapevolezza di questi problemi per fa- i vorire una mobilitazione politica e morale di | tutti noi che richiami alla propria responsa- j bilità gli organi competenti. ;

Abbiamo voluto percorrere questa strada | e riteniamo che non possa essere consentito | a nessuno di noi di percorrere una strada j diversa, basata su posizioni artificiosamente j polemiche, perché credo che la gravità di j questi problemi e la sensibilità di tutti noi j nei loro confronti debbano spingerci ad ave- i re uno spirito di maggiore unità. i

Per tali mótivi abbiamo ritenuto di pr ' i sentare questo nostro emendamento sostitu-1 tivo, che vuole riassumere le posizioni della | maggioranza. Che lascia intatte le ragioni per I cui abbiamo insieme ricercato uno sbocco j; unitario a questo dibattito e per cui tutti noi, 1, nel tempo, abbiamo voluto portare avanti una j politica che si muove in questa direzione- ^

Per la parte dispositiva abbiamo proposto delle precisazioni o delle aggiunte alla 10 ' | zione del Partito comunista proprio perche .t a l u n e l i n e e e r a n o g i à s t a t e c o n m n e m e i i t e aO ^

Resoconti P ar la m en ta r i — 3049 — A ssem b lea R eg ion a le S iciliana

Vili L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem bre 1979

Gettate; su di essa riconfermiamo il nostro assenso.

TUSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TUSA. Signor Presidente, onorevoli col­leglli, iimanzitutto vogliamo ribadire con for­za il nostro incondizionato apprezzamento per la relazione che il Presidente della sesta Commissione ha letto ieri qui e per il lavoro che la Commissione stessa ha svolto negli scorsi mesi.

Il documento è un atto notevole per la vastità della documentazione raccolta, per la chiarezza della denunzia e per la parte pre­positiva stessa. La sesta commissione ha de finito di estrema emergenza le condizioni nel­l’area industriale di Siracusa, di Gela, di Mi­lazzo. Non deve essere sottovalutato che per la prima volta viene usata una espressione tanto precisa, netta, drammatica. Una espres­sione che risponde allo stato dei fatti, ne evi­denzia la gravità e si collega con le ansie ed i sentimenti di popolazioni che subiscono sulla loro pelle le conseguenze delPinquinamento e della progressiva, e fino ad ora inarresta­bile, degradazione dell’ambiente.

Su questo giudizio abbiamo avuto una opi­nione divergente da parte del Governo, o quanto meno riteniamo che non vi sia, nella replica che ieri ha pronunziato l’onorevole fasino, sufficiente consapevolezza della gra- 'dtà estrema della situazione nelle aree che sono state oggetto delle indagini da parte della sesta Commissione.

Da qui le ragioni fondamentali del pro­fondo dissenso rispetto alle dichiarazioni che sono state rese ieri. L ’emergere di questa di- 'rergenza, onorevole Lo Giudice, ha fatto ca­dere — come è logico — i presupposti per

iniziativa unitaria ed ha vanificato gli sforzi che erano stati compiuti per giun­gervi. ■ ■

Non credo che sia il caso di tornare su ®tti noti e sui quali altri colleghi hanno ^piamente parlato; essi rappresentano gli Wtimi episodi di una lunga catena che ha costellato di vittime del lavoro il processo c* industrializzazione in Sicilia. E ’ bene ri­cordarle Certe cifre. Solo a Siracusa, in . anni, vi sono stati centinaia di morti; ‘Oriti e gli infortunati si contano a migliaia;

^^soconti, f . 419

è stato pagato un tributo indicibile di sangue e di sofferenze.

L ’inquinamento e la degradazione dell’ ambiente non sono invenzioni di giornali a caccia di notizie eclatanti; no, sono fatti. E adesso la misura è colma! Né i lavoratori, né la opinione pubblica, né le forze sóciali e sindacali sono disposti a tollerare l ’attuale stato di cose, con le conseguenze ed i peri­coli che ne derivano per la vita e la salute della gente.

Sia ben chiaro, anche noi ribadiamo con forza che quel patrimonio che è stato creato in Sicilia, queU’industrializzazione, pur con

■ le sue storture, va difeso e potenziato; ma diciamo anche che, perché tutto ciò sia pos­sibile, tutte le aziende devono essere ricon­dotte alla logica dellà moderna società indu­striale. Questa è la condizione preliminare. Con ciò noi diciamo che deve essere ribal­tata la logica che le imprese portano avanti in Sicilia.

Noi, per essere più chiari, non accettiamo più — non lo abbiamo mai accettato — che le legittime preoccupazioni deU’opinione pub­blica sullo stato dell’inquinamento vengano liquidate come allarmismo né siamo disposti a definire come psicosi quegli atteggiamenti delle popolazioni che sono ostili all’attuale stato dei fatti.

Sono invece le aziende che devono dar conto e devono rientrare nella logica di una moderna società industriale. Certo, onorevole Fasino, sappiamo bene che parliamo di fab­briche chimiche, per le quali vi sono e vi saranno sempre dei problemi; ma" un paese civile è tale se non si rassegna a questa realtà e se di fronte a fatti tanto dramma­tici è capace di organizzare la società e se dà alla società gli strumenti per fronteg­giare certe storture.

Questi strumenti non ci sono e quelli che la legge nazionale e regionale prevedono non sono stati attivati con solerzia suffi­ciente. Il Governo, in una società moderna e civile, deve fare la sua parte e deve farla fino in fondo: e cosi non è avvenuto, qualsiasi cosa si voglia dire. Una società niòdérna, civile ed avanzata è tale anche se gli industriali collaborano e sono chiamati con energia a fare il loro dovere.

Quindi, non può essere accettata ima lo­gica fondata sulla inconciliabilità tra salute é occupazione, è non solo per l ’ossequio.

(500)

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per il rispetto della personalità umana e degli uomini, ma perché l ’accettazione di una lo­gica diversa porterebbe airimmobilismo, all’ accettazione di un disegno che punta alla progressiva smobilitazione ed emarginazione dei centri e dei poli chimici siciliani. La lotta per la salute fuori e dentro la fab­brica è lotta per gli investimenti, per le riconversioni, per la ristrutturazione degli impianti; questa battaglia deve essere vinta per impedire il declino degli impianti chi­mici siciliani.

La cura degli impianti comincia dalla ma­nutenzione; non ritengo che devono essere ripetute le testimonianze che sono qui state portate, in particolare dal collega Grande, ma non vi è dubbio che resistenza di par­ticolari criteri direttivi aziendali nella effet­tuazione della manutenzione mettono in pe­ricolo gli impianti stessi e la loro sussistenza.

Siamo quindi estremamente preoccupati. Come potranno resistere questi impianti e gli uomini stessi all’enorme tensione e logo­rio che questi indirizzi impongono? Da qui la validità di una battaglia che il sindacato sta conducendo oggi e che vede in un’unica ottica i problemi delLambiente, della salute, della manutenzione, della occupazione, con­giuntamente a quelli del risanamento e della riconversione e alla battaglia per gli inve­stimenti e per un ulteriore sviluppo della chimica in Sicilia.

Ora, questo è il punto politico. Come si spiega in questo confronto che il sindacato, grande parte della classe operaia siciliana, intere popolazioni sono impegnate a con­durre, appunto per salvaguardare e pilotare, uno sviluppo diverso della chimica in Sicilia? Ecco un altro elemento che non è apparso chiaro da questo dibattito ed è quindi un elemento di dissenso rispetto all’intervento dell’Assessore Fasino.

Un’altra ragione per cui non condividiamo certi silenzi nelle dichiarazioni del Governo: nei confronti della battaglia per gli investi­menti come si atteggia? Quali saranno le prese di posizione attraverso cui il Go­verno della Regione getterà in campo tutti i suoi poteri e tutta la sua forza politica per far si che l ’Anic e la Montedison si decidano a fare una scelta di campo e ad impegnarsi in quei colossali investimenti che sono necessari perché i poli chimici siciliani

continuino ad assolvere un ruolo nazionale ed internazionale?

E nello stesso tempo: come la Regione si impegna perché si aw ii (certo con gra­dualità) nell’Isola questo processo di svi­luppo per la chimica fine? Anche in questo caso non condividiamo lo scetticismo che ha caratterizzato l ’intervento dell’onorevole Fa­sino sull’argomento per cui si chiedeva dove esistesse la chimica fine in Italia. Non pos­siamo fronteggiare questo problema con que­sto stato d’animo di rassegnazione e con questo tipo di impostazione politica.

La chimica in Sicilia può avere un destino soltanto se adesso ed in questo momento avviamo un processo di riconversione, di potenziamento verso la chimica fine e verso il superamento della concezione che ha pre­sieduto alFinstallazione della chimica in Si­cilia (gli impianti di base eccetera).

Poiché si fa un discorso di memoria sto­rica, bisogna ricordare che storicamente la classe operaia, il movimento sindacale e i! Partito comunista (che è stato grande parte di questo movimento) non hanno mai accet­tato questo tipo di sviluppo nel Meridione ed hanno sempre accentuato una battaglia per la chimica fine e per un’industria diffusa. La considerazione che questa linea non è passata non significa che da questa battaglia noi dobbiamo retrocedere e che bisogna ri- nunziarvi.

E’ questo il momento per rendere questa lotta più diffusa, più incisiva e per gettare in campo tutto il peso politico che la Re­gione siciliana ha.

FEDE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDE. Signor Presidènte, onorevoli col- leghi, intervengo per dichiarazioni di voto sull’emendamento firmato dagli onorevoli Lo Giudice, Mazzaglia, Saso e Pullara. Noi 0 dichiariamo contrari ad esso.

Basterebbe soltanto ricordare ciò che e avvenuto durante questo dibattito; non sa­rebbe neppure necessario entrare nel rito deH’emendamento per giudicare nega®' vamente il suo significato politico e il tivo per cui si è giunti, dopo varie sospe '" sioni e dopo una gestazione laboriosa, un tentativo di compromesso politico

Hesoconti Parlam entari 3051 A ssem b lea R eg ion a le S iciliana

V ili L egislatura C C C L X X V I SED UTA 6 D icem bre 1979

diante questa lunga disposizione sostitutiva della parte espositiva.

Al di là di alcune parti deiremendaniento, che per la loro genericità ed ovvietà non hanno alcun senso e rilievo politico, per cui possono essere accettate come fatto di ordinaria amministrazione, il dato politico fondamentale che emerge da questa dispo­sizione sostitutiva e che ci induce ad espri­mere un voto negativo, risulta dal signifi­cato formale dello stesso emendamento pre­sentato. Infatti rappresenta il tentativo di sostituzione di quel famoso ordine del gior­no di compromesso, che non è venuto fuori dai molti incontri o dai molti scontri; in un certo senso si cerca di offrire la piatta­forma per una convergenza, la qualcosa non ci consente di esaminare e di valutare 1’ emendamento neppure nella sua parte so­stanziale, che d'altronde neppure esiste.

Non bisogna dimenticare che neanche nella mozione comunista si fa molto cenno alle organizzazioni sindacali che a mio av­viso, onorevole Tusa, hanno invece delle grosse responsabilità, non tanto sul piano storico cjuanto su cjuello delle scelte odierne, perché la contemporanea difesa deH’occu- pazione e della salute in alcuni momenti per le organizzazioni sindacali era possibile fa­re attraverso una seria politica e un con­dizionamento nei confronti di molti governi che pretendevano di imporre la riconver­sione industriale in modo essenzialmente estemporaneo e attraverso una normativa che favorisca gli impianti del nord. In­atti proprio le organizzazioni sindacali han­no accettato un livellamento tra le due parti del nostro Paese, senza tener conto che per il sud, e per la Sicilia in particolare, il Sfosso problema del trasferimento delle uni- Jà lavorative verso altri tipi di insediamenti ®dustriali andava rivendicato proprio in sede Sindacale e non attraverso raccettazione, come è avvenuto alcuni anni fa, di clau­sole contrattuali (che specialmente la Cgil e imposto) S'Ugli insediamenti industriali

delle grandi aziende del nord neU’Italia me- f'aionale.

un certo senso abbiamo apprezzato che olla mozione comunista questo argomento

® stato evitato, mentre neiremendamento esentato. dai democristiani, forse per ten-

di far convergere il gruppo comunista 1® proprie richieste, viene sottolineata

questa battaglia delle organizzazioni sinda­cali. A mio avviso, invece, tale battaglia rappi esenta quanto meno un fatto discuti­bile se non proprio negativo. E ’ questo un tentativo per offrire quella piattaforma di compromesso che il gruppo comunista do­vrebbe accettare. ^

Inoltre è molto annacquato neU’emenda- mento il riferimento alla programmazione; se ne parla come di un fatto episodico ed inoltre si fa riferimento al Comitato regio­nale dell’ambiente come se fosse un orga­nismo che ha lavorato. Bisogna sottolineare che non si contesta l ’onorevole Fasino — come abbiamo ribadito tutti e non credo che ci sia ancora bisogno di ripeterlo — , ma il metodo che ha usato lo stesso Assessore nel difendere la politica ecologica della Re­gione, dal momento che non si vogliono nep­pure contestare le grosse responsabilità esi­stenti sul piano nazionale e su quello delle strutture esterne alla Regione siciliana.

Quindi non sono venute fuori né dal fan­tomatico ordine del giorno né dall’emenda- mento sostitutivo di esso né dalla stessa mo­zione comunista l ’analisi e la denuncia di tutto 1 apparato esterno alla Regione siciliana e quindi del sistema di carattere burocra­tico esistente nel nostro Paese che non ci permette di stabilire il motivo per cui sol­tanto dopo due anni si è insediato il Comi­tato regionale per l’ambiente. Se tutte le volte che ritardi del genere si verificano, do­vessimo sostenere che non c’è nulla da fare, non faremmo un discorso critico, provocando il conseguente ripiegamento della Regione su se stessa senza la possibilità di stabilire le responsabilità di quanti hanno addirit- tui’a violato l ’autonomia della Regione sici­liana.

Per questi motivi l ’emendamento presen­tato rappresenta soprattutto il tentativo po­litico della ricerca di una piattaforma an­cora una volta occasionale (però quando le occasioni si ripetono diventa un sistema). Quindi assistiamo al tentativo di porre su un piano di compromesso anche discussioni su situazioni di emergenza e ciò fa sorgere il sospetto che da cjuesti episodi dì carattere particolare si voglia arrivare ad un nuovo ilancio del compromesso storico.

Pertanto, per il significato che assume 1’ emendamento sul piano sostanziale e for­male e per l ’impazienza di concludere, ono-

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V i l i L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem br e 1979

revole Sciangula, in qualunque modo questo dibattito che si va facendo invece sempre più serio, come testimoniano alcuni inter­venti approfonditi in sede di dichiarazioni di voto, riteniamo che l ’emendamento in discussione vada respinto.

Inoltre chiediamo, indipendentemente dal­le decisioni di stasera e sfalsando magari il calendario dei lavori, di svolgere un di­battito più approfondito senza limiti di tem­po perché il problema deirinquinamento, della difesa dell’ambiente e dello sviluppo sociale della nostra Regione deve essere af­frontato, onorevole Sciangula, in modo più serio.

MAZZAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZAGLIA. Onorevole Presidente, ono­revoli colleghi, il gruppo parlamentare so­cialista ritiene che il dibattito che si sta svolgendo sui problemi dell’ambiente sia estremamente interessante e importante, an­che perché da esso ci attendiamo una presa di coscienza collettiva capace di affrontare, nella loro complessità, i problemi del nostro territorio e del nostro sviluppo.

Abbiamo sostenuto che la situazione eco­logica del nostro ambiente, la difesa della salute dei nostri cittadini, lo sviluppo della nostra società isolana hanno bisogno di una riflessione collettiva, fatta con uihiltà, in modo da impegnare ogni nostra energia per affrontare le questioni sul tappeto; questioni che certamente non si risolvono ricercando particolari responsabilità, bensì tramite una mutata coscienza collettiva della nostra po­polazione in tutte le sue fasce sociali e in tutte le sue componenti politico-sindacali, so­ciali e culturali. In questo quadro abbia­mo ritenuto di svolgere il nostro ruolo e di sviluppare la nostra azione affinché su un problema di cosi grande importanza non vi fossero diversificazioni o differenziazioni tra le forze democratiche di questa Assemblea.

In questo quadro ritengo, a nome del gruppo socialista, di confermare che siamo comdnti assertori del fatto che la nuova realtà comporta per tutti l’accettazione di un nuovo tipo di sviluppo della nostra so­cietà. Non si tratta di stabilire se abbiamo indovinato o sbagliato; certamente è man­

cata una programmazione capace di risol­vere in termini diversi il problema in que­stione.

Tutti nel passato ritenevamo che quel tipo di industrializzazione fosse propedeutico ad uno sviluppo diffuso; in realtà abbiamo vi­sto come non abbia dato l’occupazione spe­rata ed, invece, ha messo in pericolo la sa­lute dei cittadini, al punto che esisteva una convinzione comune secondo cui la salute era in contrapposizione alla occupazione.

Oggi questo concetto viene profondamente modificato; questa realtà è capita a tutti i livelli. Avvertiamo una particolare esigenza. Non si tratta di ritornare all’agricoltura, bensì di impostare uno sviluppo in cui la salute non sia in alternativa all’occupazione. L’emendamento che abbiamo presentato col collega Lo Giudice e con gli altri presidenti dei gruppi della maggioranza tende ad af­frontare e risolvere questo problema.

Avremmo voluto che insieme tutte le for­ze democratiche presentassero un documento comune. Tuttavia ciò non è stato possìbile e quindi ci siamo posti il problema di ri­prendere tutti i temi sui quali avevamo concordato e che debbono costituire non solo un-impegno per i Governi, nazionale e re­gionale, e per gli enti locali, ma anche per tutte le forze politiche e sindacali al fine di impedire un certo tipo di sviluppo che purtroppo abbiamo già conosciuto.

Solleviamo il problema degli enti locali. Essi si dovranno fare carico di affrontare e risolvere alcune questioni in materia di con­trollo dell’ambiente.

Tuttavia gli Enti locali dovranno essere ristrutturati e posti in condizione di potere operare. Un comune, affermavo ieri sera, capace di rilasciare certificati non può es­sere idoneo ad affrontare, gestire e risol­vere i problemi del territorio e deH’anT biente.

E’ per (Questo motivo che riteniamo che in un quadro di programmazione si debba pro­cedere ad un ampio decentramento. Sì deb­bono creare nuove condizioni strutturali per l ’ambiente regionale, però al contempo bj' sogna sviluppare capacità professionali n interno degli enti locali per poter gestir® questa problematica.

Abbiamo voluto presentare, non dispO' nendo di un documento specifico, de| emendamenti alla mozione dei colleghi

R esoconti P ar lam en tari

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CCCLXXVI SEDUTA

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gruppo comunista, riproponendo, per quanto possibile, tutti i problemi oggetto del no­stro dibattito che hanno trovato un largo impegno da parte delle forze politiche.

Certo, non si poteva accettare un metodo (e ci dispiace, anche se la decisione è stata presa aU’unanimità da parte della sesta Com­missione) che comportava la condanna della politica del Governo, mentre sappiamo che i problemi sono più vasti. Per questo motivo, quindi, non si può fare una critica al Go­verno almeno in questo senso, in quanto si tratta di un momento che richiede umiltà da parte di tutti per affrontare questi gravi problemi che hanno bisogno di un grande impegno culturale e politico.

Poniamo questa nuova esigenza della qua­le siamo profondamente convinti. Il processo di sviluppo in Sicilia non deve vedere posti in alternativa i problemi della salute con quelli, dell’occupazione.

In tale quadro credo che il dibattito che abbiamo svolto in questi giorni all’Assem­blea regionale siciliana e quello che si è aerato fra le forze sindacali e sociali con i convegni di Catania e di Palermo (quest’ul­timo si è concluso oggi) confermano questo nostro impegno a voler vivere in modo più civile. Questa tutela, da una parte dell’am­biente e della salute dei cittadini e da un’al­tra parte dell’occupazione di tutta la nostra popolazione attiva, noi abbiamo voluto preve­dere nei nostri emendamenti.

FASINO, Assessore al territorio ed a ll’ ambiente. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FASINO, Assessore al territorio ed a ll’ ambiente. Onorevole Presidente, intervengo soltanto per dichiarare Tadesione del Go­verno agli emendamenti presentati alla mo­ntone sottoscritta dai colleghi comunisti e di conseguenza Tadesione a quelle parti del 'Medesimo documento non modificate dagli stessi emendamenti dei colleghì della mag­gioranza.

A questa adesione mi permetto, altresi, di Aggiungere — e spero valga a dimostrare quanta distanza ci sia tra le valutazioni che dui mio intervento sono state date in questa uila e . la reale portata delle mie dichia-

Jationi ^ che condivido la conclusione che uovo registrata nel testo che mi è stato for­bito dall’Assemblea.

Vorrei, infine,- aggiungere che sono d’ac­cordo con l’onorevole Cagnes quando so­stiene, alla fine del suo intervento, che « oc­corre avere un senso di maggiore perce­zione della drammaticità incombente in que­sti settori sotto il profilo della situazione ambientale e che occorre il concorso tutti perché questo problema sia decisamente spinto in avanti ».

Noi siamo fermamente convinti che con la silenziosa tenacia e con una operatività continua, frutto non di situazioni acute ma della consapevolezza che il problema in esa­me non può essere né trascurato, né trattato con superficialità, otterremo dei risultati.

Credo che, certamente, anche voi (ovvia­mente anche con le critiche) ci sosterrete e ci sospingerete in questa opera —■ altro che non sottolineare! — che non è soltanto politica, o largamente sociale, ma che ri­guarda la vita ed il futuro dei nostri figli e delle prossime generazioni. Credo che valga questa conclusione per eliminare molte confusioni.

PRESIDENTE. A norma dell’ articolo 158 bis del Regolamento, pongo in votazione Tinciso della mozione ninnerò 129, che T emendamento dell’onorevole Lo Giudice ed altri tende a sostituire.

MOTTA. Chiedo che su questa parte della mozione si proceda mediante votazione per scrutinio segreto.

Votazione per scrutinio se^eto.

PRESIDENTE. Essendo la richiesta dell’ onorevole Motta appoggiata a termini di Re­golamento, si procede alla votazione per Scrutinio segreto della parte motiva della mozione numero 129.

Chiarisco il significato del voto: pallina bianca nelTurna bianca, favorevole alla parte motiva della mozione numero 129; pallina nera nelTurna bianca, contrario.

Prego il deputato segretario di fare l ’ap­pello.

MESSINA, segretario ff., fa l’appello.

Prendono parte alla votazione: Aleppo,Amata, Ammavuta, Barcellona, Bua, Cagnes, Cangiatosi, Careri, Capitummino, Carff, Ches- sari. Cicero, Culicchia, D’Acquisto, D’Alia,

R esoco n ti P ar lam en tar i — 3054 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana ^

V ili L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem br e 1979

Fasino, Fede, Fiorino, Gentile, Germanà, Grande, Grillo, Grillo Morassutti, Gueli, loco- lano, Lamicela, Laudani, Leanza, Lo Giudice, Lucenti, Mantiene, Marconi, Mattarella, Maz- zaglia, Mazzara, Messane, Messina, Motta, Muratore, Natoli, Ojeni, Ordile, Parisi, Pic­cione, Pino, Pizzo, Piacenti, Plumari, Pul­lara, Posano, Rosso, Sardo Infìrri, Scian- gula, Tricoli, Trincanato, Tusa, Virga, Viz- zini, Zappalà.

Sono in congedo: Nicita, Nicoletti, Ravidà, Sardo, Traina, Montanti, Giuliano, Ficarra, Toscano, Taormina.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Prego il deputato segretario di procedere alla numerazione dei voti.

{Il deputato segretario num era i voti)

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione;

P r e s e n t i ........................................... 59A ste n u to ..............................................1Votanti ........................... ' . . 58Maggioranza ................................ 30Voti favorevoli . . . . . . 28Voti c o n t r a r i ................................ 30

{L’Assem blea non approva)

Pongo in votazione l’emendamento dell’ onorevole Lo Giudice ed altri sostitutivo della parte motiva della mozione nmnero 129.

Chi è favorevole si alzi; ehi è contrario resti seduto.

(E’ approvato)

A norma dell’articolo 158 bis del Regola­mento, pongo in votazione il secondo comma della parte dispositiva della mozione nume­ro 129, che Femendamento dell’onorevole Lo Giudice ed altri tende a sostituire.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

{Non è approvato)

onorevole Lo Giudice sostitutivo del secondo comma della parte dispositiva della mozione numero 129.

Chi è favorevole si alzi; chi è contrario resti seduto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l ’eihehdamento dell’

A norma deU’articolo 158 bis del Regola-; mento, pongo in votazione il terzo comma [ della parte dispositiva della mozione nume-i ro 129, che l ’emendamento dell’onorevole' Lo Giudice ed altri tende a sopprimere.

Chi è favorevole si alzi; chi è contrario resti seduto.

{Non è approvato)

Pongo in votazione l ’emendamento dell’ onorevole Laudani ed altri aggiuntivo alla penultima interlinea.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

{Non è approvato)

Si passa all’esame degli emendamenti dell’! onorevole Laudani ed altri e dell’onorevole [ Lo Giudice ed altri aggiuntivi all’ultima in­terlinea.

LO GIUDICE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LO GIUDICE. Signor Presidente, non so se coincidono i testi; tuttavia, essendo il medesimo lo spirito, ritiriamo il nostro eméii- demento.

PRESIDENTE. L’Assemblea ne prende atto.

Pongo in votazione Temendamento deli onorevole Laudani ed altri aggiuntivo al ultima interlinea.

Chi è favorevole resti seduto; chi è e®’ trario si alzi.

(E’ approvato)

129Pongo ih votazione la mozione numero nel testo risultante. ^

Chi è favorevole resti seduto; chi è co» trario si alzi. ,

(E' approvata)

Resoconti P ar la m en ta r i

i l l l L eg isìa tu ea

3055 —

C eC LX X V I SED U TA

A ssem b lea R eg io n a le S ic ilian a

6 D icem bre 1979

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, pro­porrei di proseguire i lavori con il punto undicesimo dell’ordine del giorno, cioè la rotazione finale dei disegni di legge. Suc­cessivamente penserei di trattare i pimti set­timo, ottavo, nono, decimo, riguardanti pure elezioni, ed infine passerei al punto quarto deirordine del gorno, rinviando alla seduta antimeridiana di lunedi 17 dicembre 1979 gli altri argomenti, cioè lo svolgimento della mozione numero 128, il seguito dello svol­gimento di interpellanze relativo alla ru­brica « Sanità » e l ’esame delle interpel­lanze numeri 441, 448 e 452.

Non sorgendo osservazioni, cosi rimane stabilito.

Sardo Infirri, Scìangula, Tricoli, Trincanato, Tusa, Virga, Vizzini, Zappalà.

Sono in congedo: Nicita, Nicoletti, Ravidà, Sardo, Traina, Montanti, Giuliano, Ficarra, Toscano, Taormina.

Presidenza del Vice Presidente D’ALIA

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Prego il deputato segretario di procedere al computo dei voti.

(Il deputato segretario procede al computo dei voti)

Votazióne finale di disegni di legge.

PRESIDENTE. Si passa al punto undicesi­mo delTordine del giorno: Votazione finale di disegni di legge.

Votazione per appèllo nominale del disegno di legge: « Concessione di un assegno ai fami­liari superstiti degli operai forestali Poma Mario, Zichichi Andrea, Guitta Salvatore e Catalano Fortunato» (637 - 646/A).

PRESIDENTE. Si procede alla votazione ,“&r appello nominale del disegno di legge: ‘Concessione di un assegno ài familiari su­perstiti degli operai forestali Poma Mario, Zichichi Andrea, Guitta Salvatore e Cata- aio Fortunato » (637 - 646/A).Chiarisco il significato del voto: si, favo­

revole al disegno di legge; no, contrario.

Ma r t in o , segretario, fa l ’appello.

Rispondono si: Aleppo, Amata, Ammamita, ircellona. Bua, Cagnes, Cangialosi, Capi-

J®iinino, Careri, Garfi, Chessari, Cicero, Nicchia, D’Acquisto, D’Alia, Rasino, Fede, 'orino. Gentile, Germanà, Grande, Grillo, "eli, Lamicela, Laudani, Leanza, Lo Giu- "e, Mantione, Marconi, Mazzaglia, Maz-

Messana, Messina, Motta, Muratore, Na- 3 Ojeni, Ordile, Parisi, Piccione, Pino, ' o. Piacenti, Plumari, Pullara, Rosano,

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per appello nominale:

Presenti e v o tan ti...........................54Maggioranza..................................... 28Hanno risposto s i ...........................54

(L ’Assem blea approva)

Votazione per appello nominale del disegno di legge: « Interventi finanziari in favore del­l’Istituto superiore intemazionale di scienze criminali (Isisc) con sede in Siracusa » (512/A).

PRESIDENTE. Si procede alla votazione per appello nominale del disegno di legge: « Interventi finanziari in favore dell’Istituto superiore internazionale di scienze criminali (Isisc) con sede in Siracusa » (512/A).

Chiarisco il significato del voto: si, favo­revole al disegno di legge; no, contrario.

MARTINO, segretario, fa l ’appello.

Rispondono si: Aleppo, Amata, Ammavuta, Barcellona, Bua, Cagnes, Cangialosi, Capi- tummino, Careri, Carfl, Chessari, Cicero, Cu- licchia, D’Acquisto, D’Alia, Rasino, Fede, Fio­rino, Gentile, Germanà, Grande, Grillo, Gue- li, Lamicela, Laudani, Leanza, Lo Giudice, Lucenti, Mantione, Marconi, Mazzaglia, Maz­zata, Messana, Messina, Motta, Muratore,

R esoco n ti P a r la m en ta n — 3056 — A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili L egislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

Ojeni, Ordile, Parisi, Piccione, Pino, Pizzo, Piacenti, Plumari, Pullara, Posano, Sardo Infirri, Sciangula, Tricoli, Trincanato, Tusa, Virga, Vizzini, Zappalà.

Sono in congedo: Nicita, Nicoletti, Ravidà, Sardo, Traina, Montanti, Giuliano, Ficarra, Toscano, Taormina.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Prego il deputato segretario di procedere al computo dei voti.

[Il deputato segretario procede al computo dei voti)

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per appello nominale:

Presenti e v o tan ti...........................54Maggioranza......................................28Hanno risposto s i ...........................54

{L ’Assem blea approva).

Votazione per appello nominale del disegno di legge: « Modifica della legge regionale 21 feb­braio 1977, n. 3, concernente l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro nei confronti degli operai avventizi dipendenti dai con­sorzi di bonifica » (679/A).

PRESIDENTE. Si procede alla votazione per appello nominale del disegno di legge:« Modifica della legge regionale 21 febbbraio 1977, numero 3, concernente l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro nei con­fronti degli operai avventizi dipendenti dai consorzi di bonifica » (679/A).

Chiarisco il significato del voto: si, favo­revole al disegno di legge; no, contrario.

MARTINO, segretario, fa l ’appello.

Rispondono si: Aleppo, Amata, Ammavuta, Barcellona, Bua, Cagnes, Cangialosi, Capì- tummino, Careri, CarfI; Chessari, Cicero, Cu- licchia, D’Acquisto, D’Alia, Fasino, Fede, Fiorino, Gentile, Germanà, Grande, Grillo, Gueli, Lamicela, Laudani, Leanza, Lo Giu­

dice, Lucenti, Mantiene, Marconi, Mattarella, Mazzaglia, Mazzara, Messana, Messina, Mot­ta, Muratore, Ojeni, Ordile, Parisi, Piccione, Pino, Pizzo, Piacenti, Plumari, Pullara, Ro­sane, Sardo Infirri, Tricoli, Trincanato, Tusa, Virga, Vizzini, Zappalà.

Sono- in congedo: Nicita, Nicoletti, Ravi­dà, Sardo, Traina, Montanti, Giuliano, Fi­carra, Toscano, Taormina.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Prego il deputato segretario di procedere al computo dei voti.(R deputato segretario procede al computo

dei voti)

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della J votazione per appello nominale:

Presenti e v o tan ti...........................54Maggioranza......................................28Hanno risposto s i ...........................54

{L ’A ssem blea approva) 1

Votazione per appello nominale del disegno di ij legge: « Provvedimenti in favore dell’Azienda j. asfalti siciliani» (667/A). S

PRESIDENTE. Si procede alla votazione | per appello nominale del disegno di leggs' 0 « Provvedimenti in favore dell’Azienda asfai'f< ti siciliani» (667/A). i-'

Chiarisco il significato del voto: si, favo- i revole al disegno di legge; no, contrario. |

MARTINO, segretario, fa l ’appello. |

Rispondono si: Aleppo, Amata, Ammavuif>| Barcellona, Bua, Cagnes, Cangialosi, Cspi' s tummino, Careri, Carfi, Chessari, Cicero, Cu-1 licchia, D’Acquisto, D’Alià, Fasino, Ficarra | Fiorino, Gentile, Grande, Grillo, Gueli, | micela. Laudani, Leanza, Lo Giudice, | centi, Mantione, Marconi, Mattarella, M zaglia, Mazzara, Messana, Messina, ’Muratore, Ojeni, Ordile, Parisi,Pino, Pizzo, Piacenti, Plumari, Pullara,

Resoconti Parlam entari 3057 — A ssem blea R egionale Siciliana

6 D icem bre 1979

sano, Sardo Infirri, Sciangula, Trincanato, Tusa, Vizzini, Zappalà.

Si astm gono: Fede, Tricoli, Virga.

Sono in congedo: Nicita, Nicoletti, Havidà, Sardo, Traina, Montanti, Giuliano, Ficarra, Toscano, Taormina.

Presidenza del Presidente RUSSO

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la vota­zione.

Prego il deputato segretario di procedere al computo dei voti.

[Il deputato segretario procede al computo dei voti)

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per appello nominale:

P r e s e n t i ...................... . . 55Astenuti . . 3Votanti . . . . 52Maggioranza...................... . . . 27Hanno risposto si . . . . . 52

{h ’Assem blea approva)

Rinvio della elezione di tre candidati della Re­gione siciliana a membri del Consiglio di amministrazione della società concessionaria del servizio radiotelevisivo.

PRESIDENTE. Si passa al settimo punto tórordine del giorno: Elezione di tre can­didati della Regione; siciliana a membri del Consiglio di Amministrazione della società < onoessionaria del servizio radiotelevisivo.

MAZZAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Ma z z a GLIA. Onorevole Presidente, in- firvengo sull’ordine dei lavori, yolevo porre resigenza di rinviare le vo- 2ìoni iscritte alTordine del giorno per con- Mire alla Cormnissione sanità di riunirsi NUanto deve definire il disegno di legge

sulle unità sanitarie sul quale già siamo mol­to in ritardo.

PRESIDENTE. Lei chiede il rinvio di que­sto punto o di tutti i punti riguardanti le votazioni?

MAZZAGLIA. Di questi punti relativi al­le votazioni perché presumibilmente occu­peranno un po’ di tempo e la commissione sa­nità potrebbe non avere il tempo di riunirsi.

VIZZINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIZZINL Signor Presidente, si tratta in­tanto di pronunciarsi contro una proposta che non ha nessun fondamento perché abbiamo deciso insieme nella conferenza dei capi gruppo di non. svolgere sedute per la setti­mana prossima. Non riesco quindi a capire che cosa aggiungerebbe quest’ora in più ai nove giorni di cui potrebbe disporre la com­missione sanità. Inoltre si tratta di votazioni che comunque dovremo effettuare, per co­mune accordo, entro il 19 dicembre, prima dell’interruzione dei lavori dell’Aula.

Sono quindi, se possibile, del parere di la­vorare per un po’ di tempo, perché mi ac­corgo che c’è stanchezza da molti lati in quanto siamo impegnati tutti da molte ore.

Altrimenti si può interrompere la seduta. Ma è una cosa del tutto diversa da quella prospettata dall’onorevole Mazzaglia. Se è questa la ragione, evidentemente non ho niente da obiettare.

MAZZAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZAGLIA. Onorevole Presidente, la richiesta di rinvio non aveva nessun risvolto tranne l ’esigenza avvertita oggi dalla Com­missione sanità, per le difficoltà che si ma­nifestavano in quella sede, di consentire una riunione della stessa per questa sera in modo da potere arrivare ad esitare il disegno di lòggt, ^

Poiché si è data un’interpretazione diver­sa della mia proposta, la ritiro e quindi pos­siamo continuare l ’esame di tutti gli argo­menti alUordine del giorno.

^ esocou ti, f . 420 (500)

R esoco n ti P ar la m en ta r i 3058 — A ssem b lea R eg io n a le Siciliana S

V ili L egislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 D icembre 1979

PRESIDENTE. Onorevole Mazzaglia, non ho nessuna difficoltà ad accettare anche una proposta di rinvio da parte del suo gruppo.

Mi pare però che, dovendo effettuare nu­merose votazioni in questo periodo, possia­mo benissimo rinviare ad un’altra seduta levotazioni inserite neU’ordine del giorno diquesta sera.

Tuttavia le vorrei ricordare che quando è in corso una seduta d’Aula non è possibile effettuare sedute di Commissione.

Non sorgendo osservazioni, l ’« Elezione ditre candidati della Regione siciliana a mem­bri del Consiglio di amministrazione della società concessionaria del servizio radiotele­visivo », di cui al punto VII dell’ordine del giorno; l ’« Elezione di due componenti della Commissione provinciale di controllo di En- na », di cui al punto V ili; l ’« Elezione di quattro componenti della consulta regionale femminile », di cui al punto IX; T« Elezione di tre membri del Comitato dei rappresen­tanti delle Regioni meridionali », di cui al punto X, assieme all’elezione dei nove mem­bri della Commissione provinciale di control­lo di Agrigento saranno effettuate nella se­duta pomeridiana del 17 dicembre 1979.

Discussione del disegno di legge: « Approva­zione del bilancio dell’Istituto regionale per il credito alle cooperative (Ircac) per l’eser­cizio finanziario 1977 » (661/A).

PRESIDENTE. Si passa al punto quarto deU’ordine del giorno: Discussione di di­segni di legge.

Si inizia dal disegno di legge: « Approva­zione del bilancio dell’Istituto regionale per il credito alle cooperative (Ircac) per l ’eser­cizio finanziario 1977 » (661/A), posto al nu­mero 1.

Dichiaro aperta la discussione generale.Ha facoltà di parlare il relatore onorevole

Mazzaglia.

MAZZAGLIA, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge ap­provativo del bilancio consuntivo dell’Ircac per l ’esercizio finanziario 1977 peirviene al­l’esame delTAssemblea in forza deU’articolo 43, secondo comma, della legge regionale 18 luglio 1974, numero 22, e giova effettuare una prima rilevazione puntualizzando che,

come per gli anni passati, l ’Istituto ha ottem­perato nei termini consentiti ai suoi obblighi di legge, presentando un documento conta­bile chiaro e completo sotto il profilo della tecnica e dei contenuti, corredato di tutti gli elaborati occorrenti per una visione globale della ormai notevolissima sfera operativa dell’Ente.

Dai dati esposti in bilancio ritengo deb­bano evidenziarsi i seguenti punti:

1) Le operazioni di credito di esercizio ed a medio termine, deliberate e perfezio­nate nel 1977, hanno raggiunto l ’importo di lire 3.058.932.194, mentre il saldo totale delle operazioni in essere, deliberate al 31 dicembre 1977, ammonta a complessive li­re 5.802.608.654. Restano infine da perfe­zionare operazioni già deliberate nel corso del 1977 per complessive lire 1.725.504.199.

Ciò significa che si è raggiunta nel corso dell’esercizio 1977 la totale utilizzazione del­la disponibilità del fondo di rotazione ordi­nario (lire 8.500 milioni) ed una notevole quota della domanda di credito agevolato non ha potuto trovare soddisfacimento. Un' altra rilevante fascia di operatori, perciò, ha dovuto rimandare Tawio di iniziative anche valide a tempi migliori sotto il profilo della possibilità di trovare presso l ’Ircac adeguate disponibilità finanziarie.

L’insufficienza delle risorse finora asse­gnate aU’Ircac risulta ancora più evidente se si considera che il fondo generale di rota­zione è gravato in misura appena marginale dalle partite in sofferenza (numero 14 ope­razioni per un totale di lire 290.916.000, riferentisi ad esercizi precedenti), peraltro sufficientemente coperte dal Fondo rischi e dal Fondo di garanzia, il che dimostra da un lato la validità economica del fenomeno co­operativistico e dall’altro l’oculatezza con cui gli organi deH’Istituto esaminano le prO' tiche di richiesta di finanziamento.

Sotto il profilo della distribuzione territo­riale degli interventi, si rileva dai dati di bilancio che la maggiore incidenza attiene alle province di Palermo (2 miliardi), M®®' sina (1 miliardo circa). Trapani (650 milioni circa) e Catania (poco più di 600 milioni)-

2) In ordine alle 11 gestioni separate, rilevato che, a fronte di un’assegnazione complessiva di capitale rotante di lire 29-o0 milioni, ivi compresi 13.600 milioni destina

Resoconti P ar lam en tar i 3039 A ssem b lea R eg ion a le S icilian a

Vili Legislatura CCCLXXVI SEDUTA 6 Dicembre 1979

a scopi di garanzia e quindi sottratti aU’in- vestimento, sono stati utilizzati, dei rima­nenti 15.900 milioni, complessivamente lire 9.053.145.971 in operazioni finanziarie per­fezionate o in corso di perfezionamento (gli investimenti già effettuati ammontano a lire 4.367.145.971).

L’utile netto degli anzidetti fondi a gestio­ne separata è risultato, dedotte pertanto le imposte e il contributo per spese di amministrazione dell’Istituto, pari a lire 1.699.337.088 che è stato però accantonato in un fondo per eventuali oneri futuri in attesa della risoluzione delle questioni le­gate all’interpretazione della legge numero 45 del 1976 e per coprire l ’eventuale versa­mento degli interessi maturati sui fondi de­positati.

Dai dati di bilancio si evince, dunque, che le risorse disponibili nelle gestioni separate non hanno, in certi casi, trovato piena uti­lizzazione per effetto della discordanza, che si manifesta in taluni comparti produttivi, tra i fondi assegnati e l ’effettiva, più mo­desta, domanda di credito che in concreto è pervenuta dai comparti stessi.

Tale situazione avvalora l ’opportunità di un intervento legislativo della Regione (oggi concretizzato con la legge regionale numero 37 del 17 marzo 1979) volto a ridare mobi­lità alle risorse localizzate in modo rigido nei fondi a gestione separata, sempre natu­ralmente nel rispetto delle finalità istitu­zionali dell’Ente.

3) Un ramo dell’attività deH’Ircae che ha, nel 1977, confermato ancora una volta tutta la sua validità è quello costituito dalla con­cessione di contributi sugli interessi per i finanziamenti erogati dalle banche, all’uopo convenzionate, in favore delle cooperative e loro consorzi.

Nel 1976 erano stati corrisposti contributi per lire 6.716.678.423 corrispondenti a inve­rtimenti complessivi per lire 140.571.009.664, hentre nell’anno in esame ne sono stati cor- fisposti per complessive lire 6.710.403.994 corrispondenti però a un monte inve- rtirnenti superiore in quanto pari, a lire 177.570.644.775.

Sono stati utilizzati per detti interventi, oltre ehe gli apporti regionali, sia la dispo­nibilità formatasi ai sensi deH’articolo 46

slla legge regionale 18 luglio 1974, nu­

mero 22, mediante il quale è posto in essere un sistema di auto-finanziamento con utiliz­zazione degli utili netti di gestione, sia la disponibilità di cui all’articolo 3 della legge regionale numero 12 del 7 febbraio 1963.

Attraverso tali operazioni di « credito in­diretto » l ’Istituto raggiunge in pierib le finalità deH’articolo 3, ultimo comma, legge istitutiva, ponendo le cooperative al riparo dei pesanti oneri derivanti dalla provvista di credito sul mercato ordinario e sopperendo, in parte, alla insufficienza dei mezzi destinati alle operazioni di finanziamento diretto. E ’ significativo notare la circostanza che, del Fondo contributo interessi dell’Ircac, la Re­gione siciliana si serve ormai come strumento principale per il sostegno finanziario di un comparto produttivo ''— la vitivinicoltura — dal quale scaturisce una significativa por­zione del prodotto interno lordo dell’Isola.

4) Gli interventi per cauzioni e fidejus- sioni, come assistenza creditizia e sussidia­ria sono stati effettuati, come di consueto, sotto forma di lettere di pegno, lettere fi- dejussorie e depositi in contanti, in favore di cooperative di produzione e lavoro, al fine di consentire loro la partecipazione a gare d’appalto e di garantire l ’esecuzione dei lavori.

Il totale degli interventi nel 1977 ammonta a lire 142.939.671 con un lieve incremento rispetto al 1976, ma, mentre neU’anno pre­cedente si era operato in favore di 66 coope­rative, nel 1977 gli interventi sono stati ef­fettuati in favore di 16 cooperative, il che, considerando i criteri proporzionali nella fis­sazione delle garanzie, testimonia, per contro, di una crescita delle dimensioni di tali so­cietà.

5) Il patrimonio netto delTIstituto è ri­masto invariato nel fondo di dotazione (lire 100 milioni) e nella riserva legale (prevista quest’ultima nella misura del 40 per cento della dotazione patrimoniale) in conformità a quanto previsto per le aziende di credito; mentre la restante parte del patrimonio del­l’Ente, coniprensiva del fondo di rotazione e di quelli relativi ai contributi per interessi sul eredito agevolato e agli interventi per cauzioni e fidejussioni, del fondo di garanzia è della riserva per rivalutazione monetaria, ascende a lire 17.094.090.574; pertanto, com-

R esoco n ti P ar la m en ta r i — 3060 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana f

V ili L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem br e 1979

pléssivamente, il patrimonio dell’Istituto am­monta a lire 17.254.090.574.

Immobili, mobili e macchine risultano completamente ammortizzati a tutto il 31 di­cembre 1977.

6) Dal conto economico del bilancio in esame si evince che le componenti princi­pali sono costituite dalle « spese generali di amministrazione », pari a lire 353.517.308 (dettagliatamente esposte nell’allegato nu­mero 25) e dalle quali può rilevarsi una bassa incidenza rispetto al volume delle ope­razioni poste in essere; dagli « interessi at­tivi » pari, al lordo delle imposte, a lire 1.398.230.382 come risulta dal dettaglio espo­sto nell’allegato numero 2, con un netto ca­pitalizzato pari a lire 1.147.019.310, talché la situazione di cassa al 2 gennaio 1978 porta un saldo di lire 12.843.705.716; da­gli « accantonamenti », comprensivi del fon­do imposte e tasse, dei fondi per Tammorta- mento mobili, immobili e macchine, del fon­do liquidazione personale e di quello per eventuali oneri futuri, nel quale è stato col­locato l ’importo dell’utile netto di gestione che si sarebbe dovuto destinare ad operazioni di credito indiretto secondo il dettato dello articolo 3 della legge istitutiva.

Il conto economico 1977 presenta qumdi, m smtesi, ricavi per lire 3.266.266.407 (co­stituiti in massima parte da interessi sui fondi depositati e dagli addebiti per impo­ste e per spese generali di gestione a carico delle gestioni separate) e costi per lire 3,266.266.407, costituiti per lo più dagli ac­cantonamenti di cui si è detto.

Il conto economico viene dunque chiuso in pareggio, non potendosi determinare un utile di gestione per la nota questione (oggi peral­tro risolta) dell’applicazione da dare all’arti­colo 3 della legge regionale numero 45 del 1976.

Con queste considerazioni, onorevoli col­leghi, neìresprimere il mio apprezzamento per quésta struttura regionale altamente pro­fessionalizzata che riesce, per unanime ri­conoscimento, a svolgere scrupolosàmettte le attività istituzionali demandategli dal legisla­tore regionale, sottopongo a codésta Assem­blèa il diségno di lègge concernente il bi­làncio consuntivo 191'7 deiristituto régionàlé per il credito alla còOperaÉiohe (Ircac) per l’approvazione che essa certamente vorrà

darOj nell’interesse e per lo sviluppo della ; cooperazione isolana, supporto rilevante per ! il decollo dell’economia della Sicilia.

Presidenza del Vice Presidente PINO

Onorevoli colleghi, ho voluto leggere al- cuni dati di questo bilancio deU’Ircac del ! 1977 per consentire all’Assemblea di avere : un quadro dell’attività di un istituto che dà ; una giusta risposta ai problemi della coope- ? razione.

Molto spesso noi insistiamo sulla esigenza ; di una certa dimensione aziendale, che non i deve essere necessariamente a livello capi- ì talistico, ma che può invece poggiare sulla ; partecipazione degli operatori diretti. In que- ; sto senso le cooperative di produzione e la- ■ voro èd i consòrzi delle cooperative stanno f trovando Una giusta risposta nella struttura J dell’Ircac.

Bene abbiamo fatto, come Assemblea re- ; gìonale, a rendere mobili le disponibilità fi- i nanziarie per evitarne il congelamento.

E’ per questo motivo, onorevoli colleglli, che, pur sapendo che l’ora è tarda con le | conseguenti difficoltà a discutere in modo ; approfondito dei problemi, ho voluto portare | alla vostra conoscenza la relazione in modo | da permettere un esame più completo e j da dare la possibilità all’Assemblea di ap- | provare il disegno di legge in esame, con- ; siderandolo un fatto positivo per l’attività [ dei nostri enti regionali. |

CHÈSSARI. Chiedo di parlare. {

PRESIDENTE. Nè ha facoltà. I

CHESSARl. Signor Presidente, onorevoli ; colleghi, intervengo brevissimamente per fa' j re un apprezzamento è per rivòlgere una j osservazione alla gestione dell’Ircac risUl- | tante dal bilancio 1977. j

L ’apprezzamento riguarda la complétezza, la chiarezza, la leggibilità del dòcumentò coli' j sUntivo, dati che, purtroppo, non riscontria' i mo spesso nei bilanci préséntati dagli abP ! enti; sappiamo infatti che alcuni di questi ; ultimi, relativi ad anni pregressi, sono an- j cora all’esame dèlia Commissione bilàncio^ quanto sono considerati documénti pòco St- | téndibili. ;

Resoconti P ar lam en tar i

Vili Legislatura

3061 —

C C G LX X V Ì SED UTA

A ssem b lea R eg io n a le S ic ilian a

6 D icem bre 1979

La puntualità dèi documento contabile del- rircac, invece, arriva perfino all’elencazione dei destinatari di ciascuna operazione cre­ditizia; quésto è un fatto inlportantè che consente a ciascuno di potere operate un cónttollO rigoroso sulla attività di questo Istituto.

È’ proprio questa chiarezza che ttii offre la possibilità di formulare una raccomanda­zione agli amministratori e ài dirigenti del- rircac, relativamente alla distribuzione ter­ritoriale dellè operazioni creditizie. Infatti, come indicava nella enumerazione dei dati l’onorevole Mazzaglia, risulta chiaramente una sproporzione nella ripartizione territo­riale della spesa.

Su 5.802 milioni di lire di operazioni di credito di esercizio e di credito a medio ter- iìline si ha là séguehté distriburione: Agri­gento 7,53 per cento; Caltatiissetti 1,82 per cento ; Catàilia 10j61 per cento; Enhà 2,53 per déntù; Messina 16.97 per céhto; Pàler- ifio 35,38 per dentò; RàgUsa 8,73 per dento; Siracusa 5,23 per cento; Trapani 11,08 per cento. Queste cifre indicano di per sé che non c’è una pròpOrziòne.

Io non chiedo, onorevole Assessore D’Ac­quisto, nn rigóre aritnaetico, ma voglio solle­vare l ’esigenza che nella ripartizione territo­riale degli interventi creditizi ci sia una mag­giore proporzionalità. Mi auguro che di que­sta ésigeuza vogliano prendere atto sia gli amministratori e i dirigenti delTIrcac che il Governo della Regione.

D’ACQUISTO, Assessore al bilancio ed die finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDÈNTE. Ne ha facoltà.

D’ACQUISTO, Assessore al bilàncio éd die finanze. Onorevole Presidente, onorévoli alleghi, intervengo soltanto per esprimere flu parte dèi Governo un apprèZzattientó per' 's gestione delTIrcac, sottolineando che Tlstì- tato riesce a fronteggiare i suoi compiti con Notévole efficacia ed efficienza, con niolto ordine, con spese di autoalimentazione mol-

lìmìtàtè e còn una chiatezzà di imposta­zione nel bilancio che si riflette dhiaranléttté ''01 documenti contabili sottoposti questa se-

alla nostra approvazione.E’ chiaro che si tratta di un Istituto che va

potenziato; si tratta di obiettivi che debbono

acquistare sempre maggiore rilevanza nel­l’ambito dell’attività di sostegno che svolge la Regione siciliana.

E’ chiaro anche che l ’Istituto si trova in una fase delicata di transizione per quanto riguarda gli organi di amministrazione; in questo senso il Governo dovrà cOmpieré imo sforzo per accelerare i tempi della nomina del nuovo Consiglio di amministrazione.

E ’ indubbio che vi sono anche da correg­gere alcune delle anomalie poste in evidenza dall’onorevole Chessari in quanto il quadro degli interventi sul territorio regionale, cosi come oggi vengono svolti, non è propor­zionato perché vi é un premio eccessivo per alcune province a danno di altre.

Tuttavia, al di là di questi rilievi, che me­riterebbero ciascuno uno specifico approfon­dimento, possiamo affermare che TIrcac è uno degli istituti che marciano, che vanno avanti e che aiutano l ’economia siciliana; quindi, merita il sostegno legislativo e fi­nanziario deU’ASsembléà, unitamente alTat- tenzioné delle forze politiche, tesa a correg­gere i difetti ed a potenziare i pregi inne­gabili che già oggi si rilevano.

Il Governo ha presentato questo disegno di legge e ne chiede la approvazione; è an­che lieto che, attraverso questi testi legisla­tivi, si vada applicando la normativa in base alla quale i bilanci degli istituti regionali deb­bano essere sottoposti all’approvazione del­l’Assemblea. E ’ un modo di legiferare che realizza un tipo di controllo particolarmente pregnante, con cui si dà ordine e chiarezza alle impostazioni non solo contabili ma an­che finanziarie e, qumdi, gestionali degli enti. Quindi di questo aspetto occorre pren­dere atto con soddisfazione.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discus­sione generale.

Pongo ai voti il passaggio all’esame degli articoli.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura delì'àrticOlo- 1.

MARTINO, Segtetafiox

R esoco n ti P ar la m en ta r i 3062 A ssem b lea R eg io n a le Siciliana

V ili L egislatura C eC LX X V I SEDUTA 6 D icembre 1979

« Art. 1

E ’ approvato il bilancio deU’Istituto regio­nale per il credito alla cooperazione (Ircac) per l ’esercizio finanziario 1977, nel testo de­liberato dal Consiglio di amministrazione nel­la seduta del 28 aprile 1978 ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’arti­colo 1.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura deH’articolo 2.

MARTINO, segretario:

«A rt. 2.

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.

E ’ fatto obbligo a chiunque spetti di osser­varla e di farla osservare come legge della Regione ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l ’arti­colo 2.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Avverto che la votazione finale del disegno di legge avverrà in altra seduta.

Discussione del disegno di legge; « Modifiche ed integrazioni della legge regionale 2 gen­naio 1979, n. 1, concernente attribuzioni ai comuni di funzioni amministrative regio­nali » (634/A),

PRESIDENTE. Si passa all’esame del di­segno di legge: « Modifiche ed integra­zioni della legge regionale 2 gennaio 1979, numero 1, concernente attribuzioni ai co­muni di funzioni amministrative regionali » (634/A), posto al numero 2.

Dichiaro aperta la discussione generale. Per l ’assenza dall’Aula del relatore, ono­

revole Sciangula, ha facoltà di svolgere la relazione l ’onorevole Lamicela.

DAMICELA. Mi rimetto al testo.

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede di parlare, dichiaro chiusa la discussione ge­nerale.

Pongo ai voti il passaggio all’esame degli articoli..

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 1.

MARTINO, segretario:

« Art. 1.

Il personale precario indicato al quarto comma dell’articolo 7 della legge regionale 2 gennaio 1979, numero 1, in caso di ripri­stino del servizio presso cui prestava la pro­pria attività, ha la precedenza su ogni altro ai fini dell’assunzione ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’arti­colo 1.

Chi è favorevole resti seduto; ehi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura delTarticolo 2.

MARTINO, segretario:

«Art . 2.

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione.

E ’ fatto obbligo a chiunque spetti di os­servarla e ài farla osservare come legi® della Regione».

PRESIDENTE. Pongo in votazione ^artì­colo 2.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.. (E’ approvato)

Avverto che la votazione finale del dise­gno di legge avverrà in altra seduta.

Resoconti Parlam entari

VILI L egislatura

— 3063

C C C L X X V I SED U TA

A ssem blea R egionale Siciliana

6 D icem bre 1979

Discussione del disegno di legge: « Norme infavore delle assistenti delle scuole materne »(683/A).

PRESIDENTE. Si passa all’esame del disegno di legge: « Norme in favore delle assistenti delle scuole materne» (683/A), posto al numero 3.

Dichiaro aperta la discussione generale.In assenza del relatore, onorevole Taor­

mina, ha facoltà di parlare ronorevole Scian- gula.

SCIANGULA. Mi rimetto al testo della relazione scritta.

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede di parlare, dichiaro chiusa la discussione ge­nerale.

Pongo in votazione il passaggio aU’esame degli articoli.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Presidenza del Presidente RUSSO

Invito il deputato segretario a dare let­tura deirarticolo 1.

Ma r t in o , segretario:

« Art. 1.

Ai fini dell’ammissione ai corsi previsti dalla legislazione vigente per la definitiva sistemazione in ruolo delle assistenti di * uole materne operanti nella Regione sici- ®ana, si prescinde dal requisito del possesso

titolo di studio indicato nel terzo comma dell’articolo 8 della legge regionale 27 di- ceinbre 1969, numero 51, per le dipendenti

con la qualifica di Ijambinaia, abbiano destato servizio, per almeno cinque anni ''Esecutivi nel periodo 1969-1978, presso ®' uole materne regionali o gestite dai sop- dNssi patronati scolastici ».

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare let­tura dell’articolo 2.

MARTINO, segretario:

« Art. 2.

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione.

E ’ fatto obbligo a chiunque spetti di os­servarla e di farla psservare come legge della Regione ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l ’arti­colo 2.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Avverto che la votazione finale del dise­gno di legge avverrà in altra seduta.

p r e s id e n t e .'olo 1.

in votazione Tarti-

Discussione del disegno di legge: « Integra­zione alla legge regionale n. 11 del 18 marzo 1977, recante provvedimenti per i sinistrati della città di Agrigento a seguito dell’evento franoso del 19 luglio 1966» (608/A).

PRESIDENTE. Si passa alTesame del di­segno di legge: « Integrazione alla leggeregionale numero 11 del 18 marzo 1977, recante provvedimenti per i sinistrati della città di Agrigento a seguito dell’evento fra­noso del 19 luglio 1966 » (608/A), posto al numero 4.

Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il relatore onorevole

Culicchia.

CULICCHIA, relatore. Intervengo molto brevemente.

Con il presente disegno di legge si vuole risolvere un caso di manifesta disuguaglianza dei cittadini rispetto alle provvidenze di cui alla legge 18 marzo 1977, numero 11, con

R ssocon ti P ar lam en tart ™ 3064 ^ A ssem b lea R eg ion a le Siciliana p

V il i Legislatura eC C L X X V I SEDUTA 6 Dioembre 1979

la quale si disponeva, a favore dei proprie­tari delle unità immobiliari della città di Agrigento distrutte o rese inagibili a causa della frana abbattutasi su di essa nel 1966, la cessione in proprietà deiralloggio asse­gnato, costruito con fondi regionali, mentre nulla era previsto in merito agli assegnatari di alloggi, di cui all’articolo 28 della legge 2 agosto 1954, numero 32.

In rapporto a tale prospettiva era neces­saria una procedura adeguta, certamente più snella di quella normale; di ciò si è fatto carico il presente disegno di legge attra­verso i meccanismi previsti agli articoli 3 e 4.

PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede di parlare, dichiaro chiusa la discussione ge­nerale.

Pongo ai voti il passaggio aU’esame degli articoli,

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare let­tura dell’articolo 1.

MARTINO, segretario:

Art. 1.

All’articolo 1 della legge 18 marzo' 1977, numero 11, viene aggiunto il seguente com­ma;

”11 diritto di cui al comrna precedente viene esteso a coloro che abbiano avuto ralloggìo assegnato dalla Commissione co­munale di cui all’articolo 28 della legge 2 agosto 1954, numero 32 e successive mo­difiche ed integrazioni” ».

PRESIDENTÉ. Pongo in votazione l’arti­colo 1-

Chi è favorevole resti seduto; chi è com trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare let­tura dell’articolo 2.

MARTINO, mgTetgrio:

Art. 2.

Le ditte che, allo scadere del termine di fi cui all’articolo 4 della legge regionale 18T marzo 1977, numero 11, non fecero alcuna H opzione, entro sei mesi dall’entrata in vigore ì delia presente legge, a pena di decadenza,! possono' esercitare la facoltà di scelta pre-l ■vista dallo stesso articolo 4 »,

PRESIDENTE. Pongo in votazione i’arti-|colo 2. i

Chi è favorevole resti seduto; chi è con-itrario si alzi. ì

(E’ approvato) |

Invito il deputato segretario a dare let-j tura dell’articolo 3. ;

MARTINO, segretario:

« Art. 3.

Air ultimo comma dell’articolo 4 della leg-1 ge 18 marzo 1977, numero 11, è aggiunto jil seguente: |

”La Giunta regionale, entro quindici giorni | dalla data di deliberazione, invia la delibera j di cui al comma precedente e le rispettive ! domande degli aventi diritto all’Intendenza j di finanza di Agrigento che prowederà alla j stipula del contratto di cessione” ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l ’arti-i colo 3. I

Chi è favorevole resti seduto; chi è con-1 trario si alzi. {

(E’ approvato) f

Invito il deputato tura dell’articolo 4- '

a dare let- f

m a r t in o , segretario:

« Art. 4,

L ’Intendenza di finanza di Agrigento, tro quindici giorni dalla ricezione della fiera della Giunta regionale e delle domande di cui al precedente articolo, nomina decreto tre notai cui affidare le pratiche.

Alfionfrg per rapplicazipne della presen ® legge si fa fronte con lo stanziamento pr®'

Resoconti P ar lam en tari 3065 A ssem b lea R eg io n a le S ic ilian a

f l I I L egislatura C C C L X X V I SED U TA 6 D icem br e 1979

visto dall’articolo 7 della legge regionale 18 marzo 1977, numero 11 ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione l ’arti- coló 4.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare let­tura dell’articolo 5.

MARTINO, segretario:

« Art. 5.

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di os­servarla e di farla osservare come legge della Regione ».

PRESIDENTE. Pongo in votazione Parti- colo 5.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­trario si alzi.

(E’ approvato)

Avverto che la votazione finale del dise­gno di legge avverrà in altra seduta.

La seduta è rinviata a lunedi 17 dicembre 1979, alle ore 11, con il seguente ordine del giorno:

I —’ Comunicazioni.

II — Lettura, ai sensi e per gli eSettidegli articoli 83, lettera d), e 153

del Regolamento interno, della mo­zione numero 130: « Insediamento del Consiglio di amministrazione del­

l ’Ente ospedaliero di Gela », degli onorevoli Traina, Rosano, Incoiano, Mantione, Nicolosi, Carfi, Gentile.

Resoconti, f . 421

III — Svolgimento unificato delle interpel­lanze:

numero 441: « Regolarità della ge­stione, delle assunzioni e del tratta­mento del personale da parte della Esattoria delle imposte dirette Sarid di Catania », degli onorevoli Ma^za- glia. Pino, Fiorino, Di Caro, Stor­nello, Sardo Infirri, Ventimiglia;

numero 448: « Accertamento delle irregolarità nella gestione della Esat­toria delle imposte dirette di Cata­nia », degli onorevoli Laudani, Ches- sari. Bua, Lucenti, Toscano;

numero 452: « Trattamento giuri­dico ed economico del personale e disfunzioni nella gestione della Sarid di Catania », dell’onorevole Pullara.

IV “— Seguito dello svolgimento di inter­pellanze della rubrica « Sanità ».

V ■—• Discussione della mozione numero 128: « Ritiro della circolare dell’As­sessorato regionale della sanità con­cernente formazione e riorganizza­zione della rete ospedaliera sicilia­na », degli onorevoli Lucenti, Vizzini, Laudani, Gentile; Marconi, Motta.

VI — Discussione del disegno di legge:« Provvidenze straordinarie in fa­vore dei lavoratori dipendenti dal- l ’Imsa - Industria meccanica S.p.a.

di Messina » (692/A).

VII — Votazione finale dei disegni di legge:

1) « Approvazione del bilancio del­l ’Istituto regionale per il credito alle cooperative (Ircac) per l’esercizio fi­nanziario 1977 » (661/A);

2) « Modifiche e integrazioni della legge regionale 2 gennaio 1979, nu­mero 1, concernente attribuzioni ai comuni di funzioni amministrative regionali » (634/A);

3) « Norme in favore delle assi­stenti delle scuole materne » (683/A);

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