fds · 2019. 2. 14. · nella traccia 10, black ivory soul, dove una volta di più la bellezza dei...

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  • 34 FDS 256 ▼ Il Regno degli Ascolti

    di Dimitri Santini

    LA GUERRA DEI CENT’ANNI

    AMPLIFICATORE INTEGRATOAUDIOLAB 8300A

    Comincio a non poterne più degli inglesi, sembra che nel mondo dell’alta fedeltà sia tuttomade in UK. E dire che ho a casa un amplificatore britannico, quindi anche io sono statorapito dalle sirene dei sudditi della Regina. Ma questo è l’ennesimo ensemble di con-densatori e resistenze british che mi capita fra le mani e ho deciso che lo metterò a duraprova contro il suo nemico di sempre: la Francia…

  • La mia ingiustificata cattiveriain realtà ha dello scientifico, oalmeno dell’alchemico: pos-sibile che tutti i produttoriinglesi sappiano fare bene? Nel me-todo sperimentale, quando tutto tor-na si rieseguono i test da capo per ve-dere che non si sia sbagliato nulla, iomi limiterò a strizzare questo 8300Acome un limone. Tra l’altro Audiolab era nella mialista dei desiderata (anche ioho le mie colpe: chiedo inglesi emi danno inglesi), ma volevo ilCDP e mi è arrivato l’ampli… daquesta ulteriore discrepanza trasogni e realtà nasce alla fine ladecisione di far suonare all’in-glese solo roba francese o co-munque francofona. Unire duepopoli da sempre in guerra, lacui unica similitudine è l’assen-za del bidet nei bagni di casa, èun rischio la cui responsabilitàmi assumo interamente. Per dimostrare che faccio sulserio ho improntato una playlist im-pegnativa e che tocca anche le regio-ni dell’assurdo (Yann Tiersen e LeLoup Garou), la multietnicità (Ange-lique Kidjo) e il folk (Zaz), ma il mioasso nella manica è Henri Salvador.Un disco che sembra facile ma na-sconde delle insidie. Un disco chesembra vuoto e invece è ricco. Vogliovedere se il baronetto lo digerisce…

    DESCRIZIONETanto per cominciare l’8300A è basso.Non che questo sia un male, io sonoalto solo un metro e settanta, però midomando dove abbiano messo tutto iprogettisti, a partire dai condensato-ri di alimentazione e trasformatorivari. La costruzione è bella, la linea ac-cattivante. Le tre manopolone basta-no a comandare tutto: funzionamen-to (il signorino può fare da pre, da fi-nale o lavorare come integrato), sor-gente e volume. Il display si fa volerbene, perché è nitido e grandino, ri-portando tutto – e solo – quel che ser-ve di sapere. Finalmente un teleco-mando come si deve, in freddo allu-minio, con la giusta pesantezza e unabella finitura. Peccato che ci vedopoco e le serigrafie minuscole richie-dono occhiali da presbite… Dietro c’èuna foresta di connettori RCA: un setmolto ricco di ingressi di linea, un in-gresso phono MM/MC, due uscite pree un ingresso finale. Poi XLR bilanciatie i soliti binding post, plasticosi in ve-rità, e con il fastidioso tappino che oc-corre rimuovere se si hanno cavi ter-

    minati a banana. Il profilo basso e ilfatto che non scalda quasi per nientene facilitano di certo il posiziona-mento. A mio avviso la manopola delselettore ingressi è un po’ disomoge-nea, cambiando a volte due sorgentio rendendo necessario un movimen-to di troppo per la selezione. Un det-taglio, in ogni caso.

    TECNICAQuesto integrato è progettato concircuitazione totalmente dual mono,e dichiara 75 watt. A chi vogliono dar-la a bere? Manco fossimo in piena cri-si energetica o nell’era del superbol-lo, gli inglesi hanno un termine per de-finire questa prudenza nel dichiararei cavalli: “conservative”. Il mio stes-so Musical Fidelity dichiara una ses-santina di watt ma smuove i muli,

    mentre questo Audiolab ha lavorato(quasi) sempre con un paio di sor-dissime casse da 85 dB e le ha scosseper benino – sempre con amore. Lostadio phono è stato ridisegnato,come pure buona parte del resto, adetta dei progettisti, con soluzioni cir-cuitali più efficienti. Cosa voglia direin pratica non lo so, ma l’importante

    è che suoni bene. La possibilità diessere usato come preamplifi-catore dà ovviamente l’oppor-tunità di utilizzare questo inte-grato con un finale più genero-so, cosa che io ho fatto. In que-sta occasione ho verificato che ilbuon voltaggio di uscita regalavolumi generosi anche quandoci fossero nel finale dei buffer iningresso, mentre l’impedenzad’uscita bassissima lo rendonoun carico facile. Per contro vedopoco utile l’ingresso prima deifinali, che magari può essere im-pegnato da una sorgente conguadagno elevato e controllo di

    volume. Ma allora perché non inserirladirettamente in un ingresso di linea,visto che la forza dell’8300 è, a miogiudizio, la configurazione integrato?

    ASCOLTOPremessa doverosa già accennata: nelperiodo di permanenza a casa questoAudiolab ha avuto a che far con leTrenner & Friedl Art anziché con le or-mai di casa Audiovector SR1 Avan-tgarde. Questo per rendere subito

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    Tra l’altro Audiolab era nellamia lista dei desiderata (anche ioho le mie colpe: chiedo inglesi e midanno inglesi), ma volevo il CDP emi è arrivato l’ampli… da questaulteriore discrepanza tra sogni erealtà nasce alla fine la decisionedi far suonare all’inglese solo robafrancese o comunque francofona.

  • chiaro che non gli ho reso vita facile,vista la scarsa sensibilità dei diffuso-ri austriaci, ma per contro sono bo-okshelf molto neutri, quindi hannosenza dubbio esaltato alcune doti dicarattere dell’integrato inglese.Altra nota di cronaca: ho provatol’8300A come preamplificatore, vistoche lo permette, e l’ho fatto con un fi-nale Bryston da 300W. Sebbene sitratti di un finale di altra categoria, conlivelli di trasparenza e dinamica as-solutamente non comparabili, devodire che l’inglese mi è piaciuto di piùcome integrato: magari non dirò ab-

    bastanza spesso la parola musicalità,una caratteristica principe di questo

    ampli, ma posso affermare che l’Au-diolab la mutua in gran parte dalla se-

    zione finale.Senza troppi preamboli passo al-l’ascolto, tanto i preamboli non li fac-cio neanche con le elettroniche.“Chambre Avec Vue” di Henri Salvador(che attende da 3801 battute) è un di-sco dal suono assolutamente france-se ma con un sapore tropicale, jazza-to ma in qualche modo creolo e ca-raibico. Nel primo pezzo, Jardind’Hiver, l’attempato autore (un modocarino per dire: all’epoca più di là chedi qua) risveglia i suoi sensi nella con-templazione della fanciulla bellezza diturno. Se escludiamo i sottintesi pru-riginosi ed evitiamo di soffermarci sultesto, la buona presa di questo discoci accompagna dentro un’atmosferasognante. La voce è in evidenza (for-se le sibilanti un po’ troppo), la chi-tarra è morbida e il rullante spazzolatomolto credibile. Come per il corsivo dicui qualche riga sopra, ripeterò spes-so quello che sto per dire: la gammabassa è bella, piena, sembra proprioche l’8300A ne abbia più dei dichiarati,di watt. Questa è una traccia sussur-rata, dove c’è bisogno di equilibrio: è

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    L’interno è quasi esclusivamente occupato dalle due grandi alette dissipatrici e dal toroidale di alimentazione.

    WAF – The Wife Acceptance FactorMia moglie in questo periodo è a-musicale e si astiene dal dare giudizi sulle elet-troniche che popolano casa Santini, però l’ho beccata con la spin bike e “Thriller”a tutta manetta dopo un periodo abbastanza lungo di astinenza dal telecomando.Mi sembra un buon segno. Poi è piaciuto molto anche a mia figlia che ormaisnobba un po’ l’integratino ibrido che le costruii tempo fa, indice del fatto che stasviluppando competenza per il buon suono. Se vorrete acquistare questo Audio-lab (e se lo ascoltate un pensierino ce lo fate) vendetelo in famiglia come un trita-carne che sa suonare di tutto, costando molto meno di altri che lo sanno fare nonnecessariamente meglio. In fine dei conti è la verità...

    (...) la gamma bassaè bella, piena, sembraproprio che l’8300A neabbia più dei dichiarati,di watt.

  • un genere facile, ma va gestito con ca-pacità, e l’Audiolab lo ha fatto. Una ul-teriore dimostrazione della capacità diresa e controllo e misura in basso si hanel secondo pezzo, Chambre Avec Vue:la tromba arriva quasi a sorpresa,educata e con i suoi bei colori. Le ar-monizzazioni sono ben articolate el’inglese riesce a far parlare bene i vuo-ti. È veloce, ma anche bravo a rende-re la vibrazione dell’ancia del sax al-l’inizio di J’ai vu, e pure a costruire una

    scena bella e ben posizionata in Il FaitDimanche. Ma dove continuerò a direche sorprende è in basso: nella traccia7, Un Tour de Manège, il contrabbassoè scolpito alla perfezione, il controlloe il calore sono invidiabili.“Chambre Avec Vue” è un disco dovec’è sempre tanta malinconia e l’8300Aappoggia sui tempi per descriverla almeglio, come se sapesse a cosa dareenfasi. L’atmosfera jazz da seratatranquilla diventa più frizzante inpezzi come Mademoiselle, dove i corisono molto ben fatti, ma an-dando avanti si scoprono ul-teriori qualità; ad esempionella traccia 12, Faire desRonds dans l’eau, dove l’Au-diolab dimostra di esserebravo anche con le corde,vere e misurate, o di saper ge-stire l’asprezza di un violinotremolante. Nonostante iltutto sia registrato con unosbilanciamento in alto, il ca-lore infuso modera e miglio-ra.Passiamo ad Angélique Kid-jo: “Black Ivory Soul” è un di-sco tanto coinvolgente, mol-to afro e a tratti estrema-mente allegro. O molto triste.È un disco dove la musicali-tà si fa sentire e da cui l’8300Aha tirato fuori come mai ave-vo sentito prima un bel bas-so importante ed articolato.Nella traccia 2, Les enfants per-dus, la voce è un po’ finta, maposizionata molto, moltobene. Capita che in registra-

    zioni troppo enfatiche come questa ilbasso disturbi, specie negli stop, in-vece la grande velocità e dinamica diquesto integrato sanno rendere conprecisione straordinaria i passaggidal tutto al niente. O restituire con al-legria il brio che c’è in Afirika, o ancoradipingere un’atmosfera incredibilenella traccia 10, Black Ivory Soul, doveuna volta di più la bellezza dei bassila fa da padrona, a braccetto con unamalgama trascinante.Nella selezione di ascolti fatti ad hoc

    per questa prova ho volutoinserire anche un disco che ame piace molto (non tutto,ma molti pezzi assai…), ov-vero “Zaz” di Zaz: ogni tan-to gli autori, che tanti sforziprofondono nel comporre ipezzi, dovrebbero impe-gnarsi un pochino per dare ti-toli meno banali e autocele-brativi. La francesina (si chia-ma Isabelle ed è di Tours) hainciso l’album del suo suc-cesso con dei bravissimi mu-sicisti di chiara estrazionejazz, ma il suo mix di tradi-zione francese e generi colti,unitamente al suo timbroparticolarissimo, rende que-sto CD facile solo all’appa-renza. Nel pezzo d’apertura,Les Passants, tutto è traspa-rente e molto, molto brillan-te: ringrazio di non aver avu-to le Audiovector, il tweetera nastro forse avrebbe stan-cato prestissimo. Ancora unavolta emerge prepotente-

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    CARATTERISTICHE TECNICHE

    AUDIOLAB 8300A

    Sezione PreampINGRESSI: 5 di linea (RCA), 1 bilanciato(XLR) e Phono MM/MCUSCITE: 2 x RCAIMPEDENZA IN INGRESSO: 50K //100pF (linea), 47K // 100pF (phonoMM), 100R // 1.5nF (phono MC)VOLTAGGIO IN USCITA: 2.3V max. (<0.02% THD)IMPEDENZA IN USCITA: 120 ohmRISPOSTA IN FREQUENZA: Line +/- 0.1dB (10 Hz – 20 kHz), +/- 3.0 dB (1 Hz –100 kHz); Phono +/- 1.0dB (20 Hz – 20kHz)THD: Line 109 dB pesato); Phono(MM) > 73 dB (> 78 dB pesato); Phono(MC) > 68dB (> 73dB pesato)

    Sezione FinalePOTENZA: 2 x 75W RMS (8 ohm) , 2 x115W (4 ohm)GUADAGNO: 29 dB (20 Hz-20 KHz)SENSIBILITÀ IN INGRESSO: 840mV(Power Out = 70W su 8ohm)IMPEDENZA IN INGRESSO: 15K //100pFCORRENTE DI PICCO: +/- 15ARISPOSTA IN FREQUENZA: +/- 0.1 dB(10 Hz – 20 Khz), +/- 3.0dB (1 Hz – 100KHz)THD: 107dB (>109dB pesato)DAMPING FACTOR: >100 (8ohm Load@ 1kHz)DIMENSIONI: 80 x 444 x 330.3 mm (Ax L x P)PESO: 7,8 kg

    Prezzo: Euro 1.399,00

    Distributore:TECNOFUTURO www.tecnofuturo.it

    Dietro c’è una foresta di connettori RCA: un set molto ricco di ingressi di linea, uningresso phono MM/MC, due uscite pre e un ingresso finale. Poi XLR bilanciati e isoliti binding post, plasticosi in verità, e con il fastidioso tappino che occorre ri-muovere se si hanno cavi terminati a banana. Il profilo basso e il fatto che nonscalda quasi per niente ne facilitano di certo il posizionamento.

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    mente la gamma bassa, sempre mol-to articolata, ma la protagonista in-discussa è la voce: tutte le sfumature“afone” di Zaz, un suo tratto caratte-ristico, sono riprodotte al meglio.Forse sarà colpa dell’incisione, ma inalcuni passaggi mi è sembrato ci fos-se un po’ di confusione e una sepa-razione non ottimale degli strumen-ti.Nella terza traccia, Le Long de la Rou-te, il saltellare allegro della batteriaspazzolata guadagna aria, rispettoad altri ascolti con altre elettronichesalta all’orecchio (il mio) un maggio-re equilibrio e una voce meglio posi-zionata in profondità. Alcuni diffusoried elettroniche tendono a sparare ilcantante o la cantante di turno in mez-zo alla stanza, l’Audiolab ricrea unascena senza dubbio meno ruffiana.Peccato per la chitarra non splendida,credo anche qui il difetto sia imputa-bile alla registrazio-ne o masterizza-zione, perché vamolto meglio nel-la traccia 5, TropSensible, dove al-cune vibrazionidistorte della cor-da schiacciatasenza troppa con-vinzione rendo-no veramentemolto umana la riproduzione. Pure gliarchi sono generalmente credibili,sebbene non siano il cavallo di batta-glia di questo disco.Chiudo cambiando genere (delirante)e con la sorpresa di un ascolto miglioredi quanto lo ricordassi. Ho messo LeLoup Garou nella categoria “Zappa ei suoi derivati” e ho messo “Capri Apo-calypse” in lista d’ascolto per scherzo.A onor del vero non lo ascoltavo datanto e ho riscoperto un’incisionetutto sommato buona e coinvolgente.Andate a scoprire di più su questa

    band assurda e quasi indipendente,meritano certamente.La traccia 5, L’homme Hombre, in par-ticolare mi è apparsa più allegra e spa-ziosa che mai, con l’incedere primalento poi orchestrale che va decisa-mente a nozze con la sfumatura un po’calda del timbro di questo 8300A. Madove ancora emerge la dote maggio-re dell’integrato inglese, ovvero la pa-dronanza e competenza in gammabassa, è in Bouquet de Sangre. Da ag-giungere: fiati brillanti (a volte trop-po) e archi un po’ artefatti. Difficiledirlo con certezza, ma probabilmen-te anche qui qualche peccatuccio di in-cisione è stato commesso...

    CONCLUSIONICredo si sia capito dall’ascolto: l’Au-diolab 8300A mi è piaciuto, anzi percerti versi mi ha sorpreso come ave-va fatto il suo connazionale Arcam

    FMJ 29A, superan-dolo anche in di-versi ambiti. Pen-so solo se avessiavuto a disposi-zione un paio ditorri un po’ piùsensibili e con unbel litraggio checosa sarebbe ve-nuto fuori daquesto innocente,

    basso e leggerino integrato. Capace dimuovere diffusori pigri, dà il megliodi sé se questi non colorano il suo giàmorbido suono, molto musicale.Non ci sono mai sbalzi di livello so-noro, eppure la dinamica espressa è diprimissimo ordine. Questo Audiolabè molto educato e posato, gentile e ac-comodante con gli incedere più mor-bidi, ma sempre ben disposto a darecorpo ai momenti più impegnativi conestrema autorevolezza.Cambierei il mio A200 per questo8300A? Non lo so... Se si rompesse

    l’A200? Proverei a ripararlo ancheper riconoscenza e, se non valesse lapena, valuterei attentamente l’acqui-sto di un integrato Audiolab 8300A,che ha tutto quello che voglio – com-preso un prezzo umano. Servitelocon la sorgente giusta e accompa-gnatelo a due diffusori capaci di nonaggiungere nulla: vi piacerà. Maledettiinglesi...

    Credo si sia capitodall’ascolto: l’Audiolab8300A mi è piaciuto, anziper certi versi mi ha sor-preso (...)

    L’IMPIANTO D’ASCOLTO UTILIZZATO Sorgente digitale per musica liquida:Mac Book Air, Amarra Simphony; Sorgente digitale: Sony DVPNS930VL; Amplificatore integrato: MusicalFidelity A200; Diffusori: Audiovector SR1Avantgarde, Indiana Line HC 206; Cavi di segnale: Sound Fidelity Silver,Acrolink 7N-A2200 III; Cavi di potenza: Autocostruiti a 24conduttori solid core; Cavi COAX: Sound Fidelity Silver

    PRO- Costo accessibile- Musicale, misurato- Buona dinamica e velocità

    CONTRO- A volte non risolve benissimopattern complessi- Binding post un po’ economici per lafascia di prezzo

    ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI:

    Capri Apokalypse – Le Loup Garou -PolosudZaz – Zaz – Sony MusicChambre Avec Vue – Henri Salvador –Exxos/SourceBlack Ivory Soul – Angélique Kidjo –Sony Music/Columbia