arthur schopenhauer · perla della società umana, per di più conosco il tuo animo e so che poche...
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ARTHUR SCHOPENHAUER
1788/1860
Prof.ssa Sabrina Fattori
DOPO HEGELProsecutori dell’hegelismo: DESTRA E SINISTRA
Anti-hegeliani sostenitori della superiorità della scienza in ogni ambito: POSITIVISMO (ragione scientifica)
Anti-hegeliani avversi ad ogni forma di razionalità: SchopenhauerKierkegaard Nietzsche
Schopenhauer Pensava che Hegel (1770/1831) fosse un cialtrone dalla mente ottusa e il suo pensiero una buffonata filosofica la più vuota insignificante chiacchierata…Tutto l’idealismo non aveva senso e se quello di Hegel era mera ciarlataneria l’idealismo di Fichte e Schelling rappresentava la tronfia vacuità
ARTHUR SCHOPENHAUERContesto storico culturale: l’Ottocento è stato definito il secolo della nazionalitàl’Ottocento porta a maturazione e realizza quanto avviato alla fine del secolo precedente
(Rivoluzione Francese e Rivoluzione Industriale)Questione sociale (lavoro-diritti)
Contesto filosofico:Platone: dualismo realtà/apparenzaKant: dualismo fenomeno/noumenoIdealismo romantico (Hegel, Fichte)Filosofia orientale (i Veda, le Upanishad, il Buddismo)
Contesto letterario:SofocleShakespeareCalderon de la BarcaSchlegelGoetheRomanticismo
Ma chi è Schopenhauer?Ecco che cosa pensava la madre del figlio:
Non sei una persona cattiva. Non ti manca né lo spirito né la cultura, hai tutto ciò che potrebbe fare di te una perla della società umana, per di più conosco il tuo animo e so che poche persone sono migliori di te, ma sei
straseccante e insopportabile. […] La tua saccenteria oscura tutte le tue buone qualità, rendendole inutili per il mondo, e tutto ciò soltanto perché non riesci a dominare […] la furia di sapere tutto meglio degli altri e di
trovare errori ovunque tranne che in te stesso. Così esacerbi l’animo di coloro che ti stanno intorno; nessuno vuole essere illuminato in modo così violento e per di più da uno così poco importante come te […]. Se tu fossi
meno di quanto tu sia saresti soltanto ridicolo, così sei oltre modo irritante. (Carteggio tra Johanna Schopenhauer e il figlio)
(Skepsis La filosofia come ricerca, Il Capitello pag.123)
Si contrappone a Hegel contestandone l’ottimismo e il finalismo e più in generale l’identificazione di Razionale con il Reale;Nella sua filosofia è sempre costante il riferimento al pensiero Kantiano e inserisce molte componenti del
pensiero orientale;È un filosofo inattuale e pessimista.
IL MONDO DI SCHOPENHAUER 1788/18601. Schopenhauer nacque a Danzica nel 1788 e vi rimase fino al 1793, quando lacittà passò alla Prussia.2. La famiglia Schopenhauer si trasferì ad Amburgo nel 1793 per restarvi fino al1805, (anno in cui il padre di Schopenhauer si tolse la vita).3. Il padre inviò il giovane Arthur a Le Havre dal 1797 al 1799 affinchécompletasse la sua educazione.4. La madre di Schopenhauer, rimasta vedova, si trasferì a Weimar con lafamiglia dopo aver ottenuto l’eredità del marito.5. Schopenhauer studiò medicina a Gottinga dal 1809 al 1811.6. Schopenhauer studiò filosofia a Berlino tra il 1811 e il 1813. Qui tentò lacarriera universitaria, con esiti fallimentari, fra il 1820 e il 1831.7. A Dresda, dove risiedette fra il 1814 e il 1818, attese alla stesura del suocapolavoro Il mondo come volontà e rappresentazione.8. Schopenhauer vistò due volte la Penisola, nel 1819 e nel 1822, toccandoVenezia, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, avviando alcune relazioniamorose finite in nulla.9. Schopenhauer trascorse a Francoforte il resto della sua vita, dal 1831 fino allamorte, nel 1860.
(Skepsis La filosofia come ricerca, Il Capitello pag.119)
OPERE1813: Si laurea a Jena con una tesi Sulla quadruplice radice del principio di
ragion sufficiente
1816: Sulla vista e sui colori (rottura con Goethe 1810 Teoria dei colori)
1818 (Dresda): Il mondo come volontà e rappresentazione
1820/1832: tiene i suoi corsi a Berlino con scarso successo
1836: Saggio Sulla volontà della natura
1841: I due problemi fondamentali dell’etica
1851: Parerga e paralipomena (Appendici; raccolta di saggi divulgativi)
L’INATTUALITÀ DI SCHOPENHAUERFiloso inattuale rispetto al suo tempo
Io penso e scrivo per i posteri e non per i miei contemporanei
non appartiene al proprio presente e prefigura il futuro
Questa figura dell’inattualità appartiene anche a:
Nietzsche suo educatore (mi comprenderete fra 50 anni)
Freud suo precursore (i medici non accettavano le sue teorie)
Questa inattualità è dettata dal fatto che:
Opera a Berlino nell’epoca dell’egemonia hegeliana
H. crede nella perfetta trasparenza della realtà alla ragione: (la ragione di Hegel è la ragione filosofica).l’intera REALTÀ coincideva con la stessa RAGIONE ed era quindi dotata di senso; H. aveva dato vita a un sistema filosofico complesso e coerente.
S. Non condivide affatto questa visione ottimistica: il mondo non è nient’altro che l’estrinsecarsi di una VOLONTÀ irrazionale che perpetua se stessa senza alcun senso;S. esprimeva una sensibilità esistenziale (che non poteva essere compresa).S. affermava: L’umanità ha appreso da me alcune cose che non dimenticherà mai
Con Il mondo come volontà e rappresentazione (1818) (anticipa) si colloca alleorigini di quella crisi che caratterizzerà il ‘900il termine crisis indica una scissione, una rottura, alla cui base stanno un giudizio,
una decisione.
Due volte al macero anche Goethe il padre della letteratura tedesca la disprezzò
Nel 1851 in concomitanza col diffondersi di un generale clima di pessimismodovuto al fallimento dei moti del ’48 pubblica Parerga e paralipomena doveriprende tutti i temi ma esposti in modo brillante con riflessionisignificative….successo enorme finalmente si gode un meritato riconoscimento
Seguaci, adoratori, scultori e pittori fanno a gara per ritrarloDomanda 1 pag.124 Skepsis La filosofia come ricerca, Il capitello
Il mondo come volontà e rappresentazionesi divide in 4 parti:1. Il mondo come rappresentazione2. La volontà 3. L’arte4. La nolontà
Prefazione alla seconda edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione«Non ai contemporanei, non ai connazionali consegno la mia opera ormai compiuta, nella sicurezza che non sarà per essa senza valore, quand’anche ciò dovesse, come il destino del bene in ogni forma comporta, essere riconosciuto soltanto tardi. Giacché solo per essa, non per la generazione che passa in fretta, presa nella sua illusione del momento, può essere avvenuto che la mia mente, quasi contro la mia volontà, abbia atteso ininterrottamente al suo lavoro per una lunga vita».
Il mondo è una mia rappresentazioneS. Muove inizialmente dal criticismo kantiano:Fenomeno/noumenoSpazio/tempo e causalità (principio di Ragion Sufficiente che comprende le 12 categorie kantiane)
Riprendiamo la distinzione kantiana…Kant Schopenhauer
Fenomeno
*Parvenza, illusione e sogno*Rappresentazione *Esiste solo dentro la conoscenza
Noumeno
*Ciò che si nasconde dietro al fenomeno*l’intima essenza delle cose è volontà: un cieco e irresistibile impeto di vivere che domina non solo noi ma tutta la realtà
Fenomeno
*L’unica realtà accessibile alla mente umana*Frutto dei sensi e della costruzione del mondo dell’esperienza operata dell’Io penso*La cosa così come appare*Oggetto della conoscenza*Appreso attraverso le forme a priori spazio–tempo e le 12 categorie
Noumeno
*Concetto limite che può essere solo pensato ma non conosciuto*che ci ricorda i limiti della conoscenza umana
*La cosa in sé
La vera realtà esiste?Sì, ma è nascosta dietro un velo di interpretazioni illusorie:
È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché Maya rassomiglia a un sogno,
rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente.
(Il mondo come volontà e rappresentazione)
Il fenomeno è dunque solo una rappresentazione e in quanto tale è simile a un sogno.
La vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro […] e i sogni si distinguono, dunque, dalla vita reale in quanto non rientrano nella continuità dell’esperienza che
ininterrottamente vi circola. (Il mondo come volontà e rappresentazione)
Esiste un mondo oltre quello fenomenico?Tanto il soggetto conoscente quanto l’oggetto conosciuto fanno parte dello stesso mondoLa mente umana fa del mondo una rappresentazione ricoprendolo con il velo di Maya.Conoscere significa conoscere delle relazioni (noi non conosciamo mai un singolo oggetto ma gli oggetti inseriti in una tramadi relazioni)La conoscenza è una sorta di tessuto che la nostra mente stende sulla realtà.L’uomo ha la certezza assoluta di non conoscere né un Sole né una Terra ma soltanto un occhio che vede il Sole una mano che tocca la Terrala trama di relazione tra le cose è data da spazio tempo e causalitàE il loro rapporto è come una partita a scacchi spazio e tempo sono la scacchiera, la causalità fa muovere gli oggetti sopra lascacchiera l’insieme costituisce il mondo così come ce lo rappresentiamo
La RAPPRESENTAZIONE (fenomeno, velo di Maya) è caratterizzata da due componenti fondamentali e inseparabili:soggetto rappresentante ed oggetto rappresentato; essa si basa sulle seguenti forme a-priori: spazio, tempo, causalità(unica categoria in quanto la realtà dell’oggetto si risolve nella sua azione causale su altri oggetti).
Il soggetto rappresentante
Ciò che tutto conosce senza
essere conosciuto
L’oggetto rappresentato
Ciò che viene conosciuto
Ogni RAPPRESENTAZIONE ovvero il fenomeno come velo di Maya
apparenza illusoria si compone di due aspetti
SOGGETTO e OGGETTO sono le due facce della stessa medaglia
nessuno dei due esiste senza l’altroE si basa sulle forme a priori di
SpazioTempo
Causalità
Il centro del suo pensieroNon siamo noi padroni in casa nostrail nostro Io non è colui che governa la nostra esistenzama noi siamo governati da una volontà irrazionale che è la forza la potenza della natura che ci prevede come funzionari per la sua autoconservazione
In noi c’è una Doppia soggettività: una illusoria creata dal nostro IO, dai nostri desideri dai nostri ideali: un mondo d’inganni e illusioni mentre il vero regista della nostra vita sta dietro le quinte: ed è la specie che ci prevede solo come funzionari
Il mondo come rappresentazioneIdea che la nostra mente si fa del mondo
Viene spigato attraverso i 4 principi di Ragion sufficiente:EssereDivenireConoscereAgire
Che cos’è la ragion sufficiente?È la forza che spinge la causalità a determinare e muovere gli oggetti ed è insita nelle cose e assume forme diverse in relazione alle quattro radici, ai quattro modi, attraverso cui la causalità si rapporta con il mondo fenomenico:
DIVENIRE (necessità fisica: rapporti causali fra oggetti) seme/fiore
ESSERE (necessità matematica: rapporti spazio-temporali e aritmetico-geometrici) es. la somma di 2 angoli retti è… ; la collocazione degli enti nello spazio e nel tempo
CONOSCERE (necessità logica: rapporti fra premesse e conseguenze)
AGIRE (necessità morale: rapporti azione-motivi giustifichiamo le nostre azioni)
Tutto questo è rappresentazione del mondo è giustificazione che l’uomo introduce per nobilitare se stesso e non vedersi come semplice funzionario della specie
Il mondo è:una mia
rappresentazione accessibile per mezzo delle forme a priori
SpazioTempo
CausalitàPrincipio di ragion
sufficiente
Fenomeno
Pura apparenza che copre la realtà
velo di Maya
La rappresentazione è una relazione fra soggetto e oggetto che ha delle regole
La rappresentazione è la conoscenza del mondo da parte
del soggetto
Il fenomeno è solo apparenza mentre il
noumeno è la verità ma noi conosciamo solo i
fenomeni cioè le apparenze non sapremo
mai la verità quindi questo mondo è il velo
di Maya
Il velo di Maya ci descrive un mondo fatto di individui
oggetti, ragionamenti, forme e colori
Domanda 4 e 5 pag. 128 Skepsis la filosofia come ricerca il capitello
Il mondo come rappresentazioneIl mondo fenomenico è una rappresentazione della coscienza ed è
costituito dalle forme a priori di spazio tempo e causalitàIl mondo è una mia rappresentazione
«Il mondo è la mia rappresentazione: è questa una verità che vale in rapporto ad ogni essere vivente e conoscente, sebbene l’uomo soltanto possa tradurla nella coscienza riflessa, astratta; e se ciò egli fa realmente, ecco che è cominciata in lui la riflessione filosofica. Allora si fa per lui chiaro e certo che egli non conosce né il sole né la terra, ma sempre e solo un occhio che vede un sole e una mano che sente una terra; che il mondo che lo circonda esiste solo come rappresentazione, cioè sempre e solo in rapporto ad un altro, al portatore della rappresentazione che è egli stesso».
Ne segue che la scelta tra realismo e idealismo è assurda, poiché non si danno né l’oggetto senza il soggetto, né il soggetto senza l’oggetto.Ciò che esiste è sempre la RAPPRESENTAZIONE, ovvero la relazione tra soggetto ed oggetto.
È possibile la lacerazione del velo di Maya?La lacerazione del velo di maya è possibile in quanto nell’uomo fenomeno e noumeno coincidono;
L’uomo è soggetto conoscente ma in quanto corpo è anche oggetto della conoscenza: di conseguenza in lui si agita la cosa in sé;
Il nostro corpo come oggetto e fenomeno ma dentro di noi avvertiamo che l’intima essenza delle cose il noumeno e volontà di vivere che domina non solo noi ma tutta la realtà;
Il corpo è volontà oggettivata nel senso che è volontà resa visibile così come il mondo;
La volontà è presente in tutti gli esseri viventi ma solo l’uomo ne è consapevole perché munito di ragione capace di intuire la volontà ovvero la cosa in sé;
Il mondo fenomenico ci appare ordinato secondo le leggi di natura perché così lo descrive la mente razionale dell’uomo mentre in realtà è assoluto disordine/caos in quanto è il prodotto di un energia irrazionale la Volontà;
La conseguenza è drammatica non esiste la libertà.
Facciamo il puntoIl fenomeno è dunque solo una rappresentazione e in quanto tale è simile a un sogno;Il mondo come rappresentazione è il prodotto dell’intelletto (che per S. è comune a
tutti gli esseri viventi);L’intelletto non può far altro che rappresentare il mondo e dunque non può squarciare
il velo di Maya;Diversamente da Kant la cosa in sé non è inconoscibileÈ al di là delle determinazioni dell’intelletto (ma non è l’unico strumento della
conoscenza);Deve essere quindi individuata nel soggetto per altra via oltrepassando i limiti
dell’intelletto spostandosi su un piano diverso;La strada passa attraverso il nostro corpo non come oggetto fenomenico (conosciuto
dall’intelletto, come oggetto tra gli oggetti del mondo) ma mediante le sue affezioni.
S. Pensa che l’uomo possa andare al di là della trama superficiale della vita e del sogno per attingere la vera realtà la cosa in sé.
L’uomo ha un corpo che si dà come:
rappresentazione volontà
che è un fenomeno
Soggetto della conoscenza
Come cosa tra le cose
Conosce sé stesso dall’esterno
che è corporeità
Il corpo è anche qualcosa che mi è dato immediatamente che io percepisco nei suoi movimenti interni…il dolore, il piacere quindi vivo immediatamente i miei impulsi interni senza spazio tempo
causalità
Quindi quando io vivo sono fuori dalla gabbia della rappresentazione perché mi vedo dal di dentro
E scopro ciò che io realmente sono: volontà di fare e di agire volontà di vivere
Il corpo è la via d’accesso alla cosa in sé= VOLONTÀ
La Volontà intesa come volontà di vivere è:
Il noumeno
Unica in quanto non è alcunché di
individuale ma un mare
increspato da un’infinità di singole onde
Irrazionalenel senso che non persegue
nessun progetto
Non ha scopo
AnonimaCioè senza
volto oscura priva di ogni fisionomia
Ciecaindifferente ai
risultai che persegue
È l’essere del mondo
provoca male e dolore
intervallati da brevi piaceri o
noia
pessimismo
Accessibile mediante il
corpo
Corpo di bisogno
Corpo di desiderio
Bisogno e desiderio sono mancanze io
desiderio quello che non
ho…
un inconscio impulso alla
vita e alla perpetuazione della specie
Se la vita è dominata dalla Volontà allora la vita è Dolore
La volontà si esprime nel desiderio di qualcosa, questa tensione frustrata è il dolore.
La mia volontà è sempre in contrasto con quella di qualcun altro;
Questo perenne scontro tra volontà fa sì che tutti siano colpevoli e la colpa consiste nell’essere nati;
Più di tutti gli esseri viventi soffre l’uomo perché colui che ha la maggior consapevolezza della sua condizione e tra gli uomini più di tutti soffre il genio;
La ricerca del godimento e della gioia diventa assurda
Bisogno e desiderio sono figure della mancanza: dai desideri e bisogni soddisfatti nascono altri desideri e altri bisogni…catena da bisogno a bisogno…questa è la fatica dell’uomo condizione del suo dolore se dovesse interrompersi avremmo la noia.
Es dei 7 giorni della settimana: 6 dedicati alla fatica e al dolore e il settimo alla noia…
Non esiste infatti il piacere senza dolore in quanto il piacere null’altro è se non il rilassamento del dolore. Ma poiché il piacere consiste nel rilassamento inevitabilmente sfocia nella noia
La vita umana è paragonata a un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia
In conclusione la vita umana è una tragedia dal finale già scritto
Pessimismo cosmico: visione tragica della vita.La vita umana è una tragedia dal finale già scrittoPerché il principio metafisico stesso che agisce in tutti i viventi è privo di razionalità e di finalitàL’universo non ha scopo è conflittuale e a-razionale
Pessimismo storico: visione irrazionale della storia. La storia non ha un fine. La storia dell’uomo è una tragedia che a furia di ripetersi diviene una farsa: un assurdo destino; non vede nessuna razionalità o provvidenza ma solo il caso e l’erroreCambiano i nomi e gli avvenimenti ma la realtà è sempre la stessaLa volontà assume diverse connotazioni rimanendo identica a se stessa
Pessimismo antropologico e socialeConsidera il mondo null’altro che un inferno in cui «ognuno è diavolo per l’altro» tanto che l’uomo è l’unico animale che faccia soffrire gli altri al solo scopo di farli soffrire. Noi conosciamo l’uomo nel momento di equilibrio chiamato società ma basta poco e diventa un animale da preda. Nella società domina l’egoismo
Pessimismo esistenziale l’individuo è agito dalla volontà che ne costituisce la vera essenza la volontà si esprime secondo diverse manifestazioni nel desiderio insaziabile che è dolore e mancanza. L’appagamento si traduce in noia che è morte spirituale: oscillando tra il dolore e la noia la vita umana non può essere che infelice.
Morte come orizzonte della vita
Piacere come assenza di dolore
Noia come alternativa al dolore
La via della liberazione:Affronta il tema della sessualità senza pudori o censure
assegnandole il posto che le spetta nella complessità dell’essere umano
L’amore
Sempre indirizzata al piacere sessuale
«Se la passione di Petrarca fosse stata appagata, il suo canto sarebbe ammutolito».
L’erotismo non ha mai reso felice nessuno in modo stabile ma solo per un fuggevole attimo
D’altra parte il piacere sessuale non ha mai reso felice nessuno in modo stabile, ma solo per un fuggevole attimo. E così anche gli amanti più
focosi non possono che sperimentare quanto sia vera la massima antica: “Dopo il coito ogni
animale è triste”. Da qui la lapidaria conclusione a cui giunge Schopenhauer: il concepimento
altro non è che «due infelicità che ne mettono al mondo una terza».
Due illusioni in cui si rifugia l’uomo ma sono
incapaci di dare felicità e accrescono il dolore
In quanto non c’è il superamento dell’individualità al
quale è legato il desiderio.
La donna che vede il suo corpo cambiare…il trauma della nascita, tempo….sonno…lavoro la seduzione sessuale la forza della natura che la induce a generare lo fa per l’economia della specie e non per l’economia dell’individuo c’è un perenne conflitto
Nel momento in cui si comprende che la vita è dolore non rimane che suicidarsi?
No perché il suicidio non è rinuncia alla volontà anzi ne è l’affermazione più potente: in quanto libera dalla vita ma non dalla volontà di vivere.
La Volontà è desiderio e chiude l’individuo in se stesso
L’individuo suicida ama la vita moltissimo detesta solo le condizioni in cui si trova a vivere
Se il suicidio non ha senso quali alternative ha l’uomo per spezzare le catene della Volontà?
L’unica via è… la non volontà… noluntas (filosofia orientale atteggiamento che dobbiamo assumere per contrastare la volontà) atteggiamento che dobbiamo assumere per contrastare la volontà
Compassione
Arte
Ascesi
Come liberarsi dal dolore e dalla noiaArte
la cosa più consolante e innocente della vita fuori dal tempo e dallo spazio fuori
dall’interesse
L’artista è capace di spezzare le catene della volontà per diventare puro occhio
del mondo
Puro perché guarda in modo disinteressato
Nella contemplazione estetica il soggetto diviene impersonale
Occhio perché vede negli oggetti le idee cioè le
essenze delle coseL’oggetto rappresenta l’idea
Ci consente di liberarci dall’oppressione della vita
ma…soltanto per un momento non di essere redenti per sempre
CompassioneEtica/Morale
si fonda su un sentimento (e non sulla ragione, come sostiene Kant) di pietà, attraverso cui avvertiamo come nostre
le sofferenze degli altri e viviamo quell’unità metafisica di tutti gli
esseri
È la consapevolezza che il dolore non è individuale ma appartiene a tutta la
specie
Attraverso la compassione (sentire…con) l’individuo si sente parte
della sofferenza universale e si riconosce in ogni essere
E il rimorso per le ingiustizie compiute portandoci a ristabilire la giustizia
AscesiLa via più potente
L’individuo rinnega i propri istinti e la propria persona spegnendo in sé la
volontà;Si libera dell’individualità e dei
desideri ad essa legati
CastitàPovertà volontaria
DigiunoSacrificio
Noluntas o nolontà
Assoluta quiete
Non più volontà non più rappresentazione non più mondo
Nirvana oceano di pace e di luminosa serenità
L’arte è sospensione della volontà perché è contemplazione disinteressata del bello ma è momentanea (finita la contemplazione il soggetto torna nel mondo fenomenico)
La morale della pietà implica una vittoria sull’egoismo, ma rimane pur sempre una forma di attaccamento alla vita e, rinuncia alla volontà ma si impegna nel mondo a favore degli altrui per questo, non ci libera completamente dalla volontà di vivere.
L’ascesi è la via attraverso cui si cerca di estirpare completamente la volontà di vivere rifugiarsi nel non-volontà NOLONTÀ il nulla. Se un solo individuo riuscisse a percorrere questa via fino in fondo e a liberarsi dalla volontà di vivere salverebbe l’umanità intera. l’ascesi approda al nirvana buddista, che è l’esperienza del nulla, la negazione del mondo per guadagnare un oceano di pace, uno spazio di serenità che per l’asceta coincide con il tutto (mentre il mondo è il nulla da cui si è liberato). Il nulla di S. non è il nulla assoluto ma il nulla relativo al mondo quindi non è negativo ma è un oceano di pace e di luminosità
Riflessione finaletratta da Umberto Galimberti
Chi è il vero soggetto della vita?
Siamo solo impiegati…per la conservazione della natura e non per la nostra conservazione
La natura è indifferente alla condizione umana
La natura li genera, li fa crescere, gli procura la sessualità per… e l’aggressività per… poi gli sottrae tutto e li declina nella condizione della morte
Leopardi (A Silvia)O natura, o natura,Perché non rendi poiQuel che prometti allor? perché di tantoInganni i figli tuoi?
La natura non ha promesso nulla gli uomini pensano che la natura sia buona invece la natura è indifferente alla condizione umana