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L’osservatorio meteorologico Tuscolano – 1868-1918 Memorie storiche e descrittive ___________________________________________________________________________________________________________ 1 / 15 AL NOME CARO ED ILLUSTRE . DEL P. ANGELO SECCHI S. I. FONDATORE DELL'OSSERVATORIO TUSCOLANO NEL I° CENTENARIO DELLA SUA NASCITA INTITOLA QUESTE PAGINE UN MODESTO AMMIRATORE DELL'OPERA SUA Il P. Angelo Secchi (1818-1878) Il libro della natura è scritto a caratteri matematici: tutto nell'Universo è peso, numero e misura. . GALILEO GALILEI

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L’osservatorio meteorologico Tuscolano – 1868-1918 Memorie storiche e descrittive ___________________________________________________________________________________________________________

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A L N O M E C A R O E D I L L U S T R E .

DEL P. ANGELO SECCHI S. I.

F O N D A T O R E D E L L ' O S S E R V A T O R I O T U S C O L A N O N EL I ° C E N T E N A R I O D E L L A S U A N A S C I TA I N T I T O L A Q U E S T E P A G I N E U N M O D E S T O A M M I R A T O R E D E L L ' O P E R A S U A

Il P. Angelo Secchi (1818-1878)

Il libro della natura è scritto a caratteri matematici: tutto nell'Universo è peso, numero e misura.

. GALILEO GALILEI

L’osservatorio meteorologico Tuscolano – 1868-1918 Memorie storiche e descrittive ___________________________________________________________________________________________________________

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Occasione del suo stabilimento Fin da quando l'ampio e sontuoso fabbricato della Villa di Mondragone, posta sulle ridenti colline tuscolane, fu per generosa. munificenza del principe D. Marcantonio Borghese applicato ad usi letterari e scientifici, sovvenne al P. Secchi 1'idea di istituirvi una serie regolare di osservazioni meteorologiche, le quali per 1'opportuna esposizione di quel posto, e per la loro relazione con quelle che pensava stabilire alla sommità di Montecavo, e sul ciglio più avanzato dei colli tiburtini, sarebbero state d'immensa utilità per uno studio serio sul clima di Roma studio che tanto era a cuore di quel somma scienziato (i). Eravamo appunto in quel periodo in cui la meteorologia in Italia, nata e fatta adulta in seno agli osservatorî astronomici, progrediva passi veloci. A Palermo il prof. Cacciatore coll'astronomo Tacchini, a Napoli l'astronomo Brioschi, a Modena il prof. Ragona, ad Urbino il P. Serpieri ad Ancona, il De Bosis, tutti iniziarono con lodevole zelo pubblicazioni periodiche delle loro osservazioni e pubblicarono lavori diretti all'avanzamento della meteorologia in Italia.. Il P. Secchi poi nell'esordire di questa scienza, alla dottrina profonda che possedeva, univa la conoscenza, personale del noto Maury. Appena il dotto americano cominciò a divulgare i suoi pregevoli scritti sulla meteorologia e sui rapporti di questa con l'agricoltura, il Secchi ne divenne fautore e propagatore. Poco dopo egli iniziava una corrispondenza meteorologica telegrafica fra Roma, Ancona, Bologna e Ferrara e si associava al Bollettino Telegrafato che introduceva in .Italia il Leverrier. Nel 1865 (anno della fondazione del nobîle Convitto di Mondragone) si destò un vero slancio in favore di questa nuova scienza e molti osservatori sorsero in Italia per impulso di privati, favoriti anche dal Ministero d'Agricoltura, e soprattutto per l'efficace appoggio del Club Alpino Italiano, che fin dalla sua prima istituzione aveva dimostrato tendenza a promuovere la raccolta di dati meteorologici (1). Il Secchi adunque pensò d'impiantare un osservatorio meteorologico sulle apriche colline tuscolane. E ben presto gli si presentò l'occasione propizia. Nel 1868, richiesto dal Ministero d'Agricoltura d'indicare delle stazioni opportune per i pluviometri nel Lazio, naturalmente indicò Mondragone come una delle più importanti. Le osservazioni pluviometriche furono per parecchi anni fatte dal prof: Carlo Lavaggi, gesuita, ed in parte pubblicate nel Bollettino .Meteorologico del Collegio Romano. Cosi il P. Secchi, per cause da lui del tutto indipendenti, dovette limitarsi dapprima ad impiantare a Mondragone una semplice stazione udometrica (aprile 1868). Il suo disegno non doveva eseguirsi completamente se non un anno dopo la sua morte, e precisamente in quel tempo che un altro suo desiderio solennemente manifestato sul letto di morte non ebbe ascolto, con sommo rincrescimento dei più distinti nostri scienziati e di quelli di nazioni straniere. Non volendosi nè dovendosi, in seguito a quel doloroso fatto, lasciare interrotta la pubblicazione del Bollettino Meteorologico da lui fondato (opera che, gli meritò sommo onore, per essere stata la prima di tal genere in Italia, e per avere aperta una via seguita poi da molti altri), era troppo conveniente che vi fossero osservazioni originali degli incaricati a continuarla. A questo fine fu fissato che uno degli antichi colleghi del P. Secchi nell'insegnamento delle scienze naturali, e che aveva avuto mano nell'erezione od ampliamento di altri osservatori sia in Europa che fuori (come in quello del Real Collegio di Belen nell'Avaria, divenuto ora uno dei più celebri, in quello di Bressanone nel Tirolo, ed in un altro nei prossimi colli di Tivoli) col beneplacito del sullodato principe Borghese, stabilisse i più essenziali apparecchi ed un sistema regolare di osservazioni nel luogo più opportuno di detta villa ( 1 ). Questo insigne collega del P. Secchi fu noto P. Felice Ciampi.

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______________ (1) Nella nota che il P. SECCHI pubblicò nel numero di ottobre 1876 (pag. 83) del Bollettino Meteorologico del Collegio Romano, sul nuovo osservatorio da lui eretto a Montecavo, cosi dice: « Aggiungo che la stazione nostra (di Montecavo) è aumentata di merito scientifico dal fatto che a un terzo dell'altezza del monte, abbiamo l'osservatorio di Grottaferrata, che forma una stazione intermedia con la bassa in Roma. Che se vi si aggiunge quella di Velletri ancor essa in attività dall'altro lato quasi diametralmente opposto, e d'altra che è stata da poco messa al lato di Mondragone, ove già si osservava la pioggia, vediamo che con questi punti gruppo dei colli laziali è sufficientemente studiato; campo importantissimo per la scienza, per l'agricoltura, e per l'igiene essendo esso il centro principale di coltura dei nostri vini cereali, e il rifugio sanitario degli abitanti della capitale, né l'estiva stagione malsana in Roma ». __________________________________ (1) Vedi: PALAZZO, Meteorologia e Geodinamica, Roma, 1911, eccellente e breve sommario della storia del servizio meteorologico e geodinamico in Italia durante il periodo di tempo decorso dall'anno glorioso della proclamazione del regno d'Italia. Vedi pure: La Meteorologia in Italia. Cenni . Storici del P. FRANCESCO DENZA, Roma, 1883. ___________________________ (1) L'inaugurazione del nuovo Osservatorio fu fatta il 3 settembre 1879, in occasione della solenne distribuzione dei premi agli alunni. Lesse la prolusione il Ciampi, sull'origine e svolgimento delle scienze fisiche in generale e della meteorologia in particolare (vedi: Osservatore Romano, 5--6 settembre 1879).

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Il P. Felice Ciampi (1826-1889)

Il P. Ciampi e l'Osservatorio Tuscolano Il P. Ciampi, nato da nobile famiglia romana nel 1826, aveva sortito da natura un ingegno straordinario, e come suol dirsi, versatile; perchè riusciva in tutto, nelle arti non meno che nelle scienze pii sublimi. Senza. aver mai atteso a imparare le arti meccaniche, egli possedeva. una rara abilità di costruire di sua mano macchine ed altri oggetti spesso complicati e curiosissimi, da destare la meraviglia nelle persone eziandio pratiche dell'arte. Sopra tutto egli era dotato d'intelletto forte e penetrante, che gli faceva trovare sue delizie nelle speculazioni più ardue della metafisica e della teologia. Ma sventuratamente ebbe fin da giovane sanità debolissima e soggetta a mille incomodi; sicché non. potè applicarsi, a quegli studi con l'energia e costanza che avrebbe voluto. Avendo però fin dai primi anni mostrato. speciale inclinazione alle scienze naturali, fu destinato a succedere nel Collegio Romano al P. Pianciani nella cattedra di Fisica; e vi avrebbe forse anche passata tutta la vita, se la sua malferma salute non glielo avesse impedito. Fu quindi occupato in altri uffici meno faticosi; e per lo più professò le scienze sue predilette, ora la filosofia, ora le matematiche; ora la fisica in Collegi più piccoli. Per diversi anni fu a Tivoli e finalmente a Mondragone, dove diresse dal 1879 all'89 (anno della sua morte) il. nostro Osservatorio Meteorologico (1), tenendosi in continuo rapporto con i più eminenti scienziati di quel tempo, benemeriti della scienza e dell'umanità. Tra questi, mi piace ricordare il conte Luigi Torelli, stato già Ministro dell'Agr. Ind. e Comm., il deputato Galeazzo Maldini, il Meucci; il Bertelli, il prof. Tuccimei, il prof. Galli, il P. Denza, il Sabatucci, lo Schiaparelli, il, De Rossi suo discepolo, autore della pregevole opera, La Meteorologia endogena, lo Stoppani e tanti altri, dei quali si conservano numerose lettere nel piccolo archivio dell'osservatorio. Merita però speciale menzione il carteggio tra il P. Secchi e il P. Ciampi, ricco di preziosi documenti per la meteorologia in genere e il nostro osservatorio in particolare.

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__________________ (1) Nella sua. dimora a Mondragone il P. Ciampi; nemicissimo dell'ozio, quando pei suoi incomodi non poteva attendere a studi giù seri; si esercitava in lavori meccani. E frutto di queste occupazioni è appunto tutto 1' ornamento di quella bella sala,. che da lui paese il nome di sala Ciampi. In essa si osservano: una carta polare Nord, una carta equa-toriale, una carta polare Sud, un planisferio, la carta geologica d'Italia dello Stoppani, vari medaglioni dei più illustri astronomi e scienziati ed altri quadri di non .piccolo pregio ed effetto

Dalle numerose lettere del grande, astronomo dirette dall'Osservatorio del Collegio Romano al suo carissimo amico e collega P. Ciampi, si rileva quale affetto e stima nutrisse il Secchi pel Ciampi e quanto interesse prendesse io stesso per l'osservatorio di Mondragone. Infatti nell'agosto del '69 così gli scrive: Roma, 21 agosto r869. Reverendo e carissimo P. Ciampi, Con sommo. piacere ho veduto la sua e le premure che arrende per la meteorologica costà. Per mia parte non mancherà di fare tutto quello che potrò: Come sta a strumenti ? Se Ella ha. bisogno di alcuna cosa che io possa inviarle, lo farà volentieri. Se non può spendere, gliela presterò fino a che si fanno le osservazioni, e con condizione che si ,facciano; altrimenti si ritirerà tutto. La prego dirmi se può mandarmi qualche sunto pel Bollettino, se le altre sue occupazioni la permettono di farla. Ella non ha bisogno che io Le insegni, ma per norma riceverà il Bollettino, e il Fr. Marchetti ha ordine d' înviarglielo. Sono con vera soddisfazione e piacere Di Vostra Riverenza Dev.mo servo P. A. Secchi. E il famoso ed illustre barnabita P. Denza, un altro ammiratore ed amico del P. Ciampi, così gli scriveva nel gennaio del 1879: Moncalieri, 28 gennaio 1879. Mio car.mo Padre Ciampi, La ringrazio della trasmissione delle osservazioni di Montecavo; la quale prego, a continuarmi in seguito. Quanto a quelle di Mondragone, mi farà la cosa più grata del mondo, se me le manderà, perché, oltre alla grande importanza della stazione, avrò così il piacere di essere in continua corrispondenza con V. R., che amo e rispetto assaissimo. Se potesse mandarmi le osservazioni dello scorso dicembre entro la prossima: settimana, farei ancora a tempo ad inserirle nel Bollettino che sta stampando. Quanto alla correzione del barometro, a Roma il P. Lais ha un ottimo barometro controllato col mio normale; per mezzo di un barometro portatile, o direttamente collo stesso barometro, si potrebbero fare dei

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confronti, che dovrebbero essere almeno dieci. Se ciò non è possibile,dovendo venire io nella settimana santa costà, se V. R. lo permetterà verrò io stesso a confrontare il barometro con uno che porterò di qua . Io mando regolarmente al P. Ferrati le nostre pubblicazioni; se le desiderano anche a Mondragone, non ha che scrivermi. Non sarà difficile avere con sufficiente approssimazione l'altitudine del pozzetto del suo barometro, quando avremo qualche mese di osservazione, e la correzione dell' istrumento. Con tutta la stima e l'affetto A ff.mo in Xto P. F. Denza. Molte altre lettere potremmo pubblicare del Secchi, del Denza e di tanti altri, riguardanti tutte l'Osservatorio di Mondragone, ed alcune di queste di non poca importanza. Ma non volendo abusare della cortesia dei nostri lettori, possiamo affermare, senza timore alcuno, che l'Osservatorio di Mondragone, sin dal primo suo nascere, appunto perchè illustrato dai nomi di un Secchi e di un Ciampi, attirò l'attenzione di tutti i più grandi cultori della meteorologia italiana di quel tempo ( 1 ). _____________ 1

(1) Il Prof. TUCCIMEI in una sua dissertazione letta nell’aprile dei i88o alla Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei dal titolo: 1 Progressi delle scienze naturali nell'anno 1879, così parla dell'Osservatorio di Mondragone: « ... Ma giacché ho nominato la fondazione di nuovi osservatori per opera dei padri Gesuiti, non posso fare a meno di citare quella dell'Osservatorio Tuscolano nella villa di Mondragone, sorto per opera ed iniziativa dei PP. Secchi e Ciampi, ben noti a tutti í cultori della meteorologia. Anche questo è un progresso segnato da questa scienza (parla della meteorologia) fra noi, poiché da vari anni si è riconosciuta la necessità di fondare osservatori sui luoghi elevati dove le correnti atmosferiche sono più libere ».

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Veduta della facciata di Mondragone con le finestre dell’osservatorio

Situazione dell'Osservatorio La villa di Mondragone è posta sopra il dorso di quella pendice, che dal cratere esterno del sistema vulcanico laziale (1) discende verso settentrione, ed è separata dalla cresta più alta del Tuscolo per mezzo di piccoli avvallamenti che la rendono abbastanza isolata dalla parte di SE, rimanendo al tutto libero e depresso in proporzione dell'altezza l'orizzonte della marina da SSW ad WNW, e de' lontani monti da NW ad E. Sull'angolo del massiccio fabbricato che più sporge verso settentrione con apertura a NW e NE si trova il gabinetto meteorologico ove fanno capo i misuratori del vento e della pioggia, è collocato il barometro, e son campati fuori della fabbrica gli strumenti termometrici difesi convenientemente dalle radiazioni. La latitudine N di questo punto è prossima a 41°, 48', 30"; la longitudine di 0°, 14’, 30’’ ad Est della cupola di S. Pietro in Roma.. L'altezza della vasca del barometro può assumersi di 435 metri sul livello del mare. L’altezza delle finestre meteoriche sul suolo immediatamente sottoposto è di m. 18,70. Questo suolo poi è formato da un alto scaglione il quale si stende in ampio piano erboso dinanzi la fabbrica, e quindi scende a piombo per altri 12 metri sulla continuazione del declivio che in quel punto è fortissimo, così che anche gli alberi più vicini quivi piantati non levan la cima al di sopra della spianata. Il pluviometro in uso costante ha la bocca a 24,50 m. sopra il livello di detto suolo; l’anemoscopio e l'anemometro emergono dal punto elevato della casa a circa 31 metri sopra il livello della spianata, e 447.5 su quello del mare. Ampio ed incantevole è i1 panorama che si gode dalle finestre dell'osservatorio. Solenne e bella nel suo serio aspetto, si allarga la campagna romana, con la metropoli nel mezzo, cui domina maestosa là cupola di Michelangelo. Un ampio semicerchio di oltre 200 chilometri limita giù in fondo l'orizzonte, e l'occhio può scorgere a sinistra un lungo tratto della marina

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tirrenica, più oltre i lontani monti della Tolfa e di Bracciano, e a Nord il Soratte ché, arditamente isolato, s'aderge sulla circostante pianura. A destra ancora, perdesi la vista a contemplare la serie dei monti Sabini e Tiburtini, e quindi la montuosa zona di Preneste, pur disegnandosi al di là dei primi contrafforti appenninici qualche azzurra vetta delle giogaie abruzzesi (1). ___________ (1) È cosa nota, in seguito agli studi del Ponzi, che lo spento sistema vulcanico laziale fa parte di. tutto il sistema mediterraneo vulcanico italiano, e segue la grande frattura sinclinale parallela all'Appennino ed alle coste marine, e presso Roma si dirige da SE ,a NW. I monti del Tuscolo con i conseguenti di Rocca Priora, del Monte del Vescovo, dell'Artemisio, di Nemi, del Lago Albano e di Marino, rappresentano il grande cono ellittico primitivo, ossia il Somma del Lazio il cui sventramento è additato dalla grande spaccatura e depressione esistente fra Marino ed i colli di Frascati.. (V. DE Rossi, Le fratture vulcaniche laziali. Roma, 1973). « Son già trascorsi ventiquattro secoli, dacchè il vulcano laziale non si è più viste in azione, scusa che per altro se ne possa credere del tutto estinta l'attività sotterranea, com'è provato dallo spostamento (in discesa) della linea di spiaggia nel prossimo littorale, dalle oscillazioni microsismiche del suolo, registrate di frequente dagli Osservatori di Rocca di Papa e di Velletri, dai terremoti che non di rado hanno origine nel nostro centro craterifero, dalle mofete, dalle solfatare, e dalle sorgive acidulo-solforose esistenti nella regione ». (SEGHETTI, Frascati nella natura, nella storia, nell’arte, 1906). ( 1) Vedi SEGHETTI, Frascati nella natura, nella storia, nell’arte, 1906.

Carta geologica del Lazio esistente nell’osservatorio

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Qualità e collocazione degli strumenti

Gli strumenti metereologici dei quali è dotato finora 1'osservatorio sono quelli ,che si esigono dalle stazioni meteoriche di second'ordine, a norma del Regolamento dell'Associazione meteorologica italiana, (art. III, - § 2) più altri non pochi strumenti complementari di cui s'è venuto a mano a mano arricchendo. Esso dunque possiede un barometro Fortin e uno aneroide (1); un anemometro di Robínson munito di contatore elettro-magnetico, una banderuola a doppia lamina; un termometro riscontrato col campione di Parigi, due psicrometri di August; due termometro-grafi di Six è Bellani; termometri orizzontali , a massimi e minimi, termometro a fionda, actinometro di Arago, nefoscopio del P. Bràun, evaporimetro, tre pluviometri, elettroscopio di Peltier, microfono De Rossi per i moti microsismici, eliofanometro (il primo introdotto in Italia), tromometro, ozonometro ( 1 ) ed .altri pezzi di ricambio e per osservazioni volanti. Altri apparecchi appartenenti allo studio della. meteorologia sono riservati alle dimostrazioni di scuola e conservati nei gabinetti di fisica, ora si egregiamente diretti dal prof. Giovenale, come il radiometro di Croakes, l'igrometro di Saussure, l'igrometro di Regnault, i termometri a rovesciamento di Negretti e Zambra per 1e mine e le profondità del mare, l'ipsometro di Wollaston, 1'anemometro di Wolfmann ed altri somiglianti. I termometri sono esposti a NW e difesi da un'ampia gabbia di modello scozzese (Louvre boarded box) larga m. 1,25, alta 1 m., e sporgente fuor del muro m. 0,60. Essa ha le pareti verticali formate da doppia persiana, le sottili stecche dell'esterna inclinate all'infuori, quel dell'interna all'indentro, correndo tra l'interna l'esterna lo spazio libero di oltre a un centimetro e verniciate tutte di biacca. Il fondo è doppio pur essa, distante l'una dell'altro due centimetri con spessi fori aperti alternativamente il cielo della gabbia ancor doppio, la fodera forata come i fondi, e munita all'esterno di un caminetto per la corrente dell'aria. L'effetto della radiazione resta così escluso completamente e la circolazione dell'aria é talmente assicurata che un ventilatore di Cantoni applicato al psicrometro non ne altera sensibilmente, la lettura. Dalla parte dinanzi vi sono due invetriate tra le quali può circolare l'aria esterna; e la, lettura si eseguisce aprendo sola la prima. I termometri d'uso quotidiano sono: 1°- due gemelli dello psicrometro a ventilatore che danno risultati. assai prossimi al vero. Essi furono commessi a bella posta alla fabbrica dei fratelli Alvergniat, divisi a decimi di grado assai spaziosi, e più volte diligentemente comparati col campione, presentano errori per lo più trascurabili. 2°- due termometri orizzontali a massima ed a minima. 3°- un termometrografo costruito da Alvergniat, e diviso a semplici gradi: 4°- un termometro a fionda, quale è in uso nelle stazioni francesi, e serve di riscontro per verificare l'alterazione prodotta sui termometri esposti nella gabbia, se questa venisse a riscaldarsi sensibil-mente di estate nelle ore avanti il tramonto. In tal caso si ha in pronto un'altra muta di strumenti comparati coi primi da deporre all’apertura NE nelle ore pomeridiane. Per lo studio della radiazione solare si tengono esposti secondo la stagione nell'uno o nell'altro dei due terrazzi attigui al gabinetto, i termometri a palle, lucida ed annerita, é chiusi nel vuoto, costruiti con molta precisione dagli Alverginiat, é divisi in quinti di grado. Il sostegno comune ha due movimenti in altezza e azimut; una rete metallica a maglie larghe difende il tutto dagli urti accidentali, eccetto dalla parte dei bulbi che restano interamente scoperti, e sono rimessi dopo ciascuna osservazione nella direzione giusta dei raggi solari. II. barometro è della fabbrica di Deleuil con camera di largo calibro (circa 14 millim.) e si tiene

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sospeso nell'interno, di una vetrina atta ripararlo dagli urti e dalla polvere, ed il pozzetto è mantenuto nella posizione naturale tre viti con leggera pressione, per evitare ondeggiamenti nell'aggiustare il livello e il nonio. Questo strumento è uno dei pochissimi, tra gli acquistati a sue proprie spese dal P. Secchi, e da questi donato al P. Ciampi per 1'Osservatorio di Mondragone; e però si conserva qual memoria doppiamente cara di quel grande uomo. Non porta alcun numero, e nelle relazioni del stesso P. Secchi è contraddîstinto da altri somiglianti come N.0. Il ch.mo P. Denza, venuto a Mondragone nel 1879 in compagnia del P. Stanislao Ferrari, intrepido ed illustre successore e vindice del P. Secchi, lo riscontra con altro precedentemente comparato col campione di Moncalieri, che è quello con cui sono regolati i barometri delle altre stazioni che formano la Corrispondenza alpina-appennina: e ne dedusse che

Camp. Moncal. - N, o = + omm. 39, e questa fu la correzione applicata nelle seguenti pubblicazioni insieme con quella della temperatura. ____________ (1) Di questo barometro si serviva il P. Secchi per misurare le altezze dei monti circonvicini, come M. Gennaro (1269 m) Montécavo (954 m.) M. S. Oreste (646 m..) e la catena dei monti sublacensi. ____________ (1) Mondragone é sì ricco di ozono, che la carta segna sempre 10 ovv. 11 gradi.

Osservatorio Tuscolano - IIª sala. I confronti fatti in altra epoca dal P. Secchi del N.0 col campione del Collegio Romano, e col N. 6 dell'ufficio centrale, tenderebbero a far considerare tale correzione come insufficiente, se si

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volesse far concordare con l'uno o l'altro di questi ultimi, dovendosi aggiungere mm. 3 di più pel primo, e mm. 2 pel secondo. Ma l'impossibilità di verificare direttamente tali dati, ci ha indotti a servirci della correzione per Moncalieri, il cui valore è ben conosciuto, ed un'applicazione si estesa. La direzione del vento è data da una banderuola formata di due rettangoli di 60 cm. di base per 20 di altezza, che fanno tra loro sull'asse di rotazione un angolo di circa 22°. Le indicazioni dapprima erano date da un ampio cerchio fisso alla parte inferiore dell'asta la qui trapassava la volta sottoposta, e poteva leggersi il rombo anche di notte sul passaggio che mena al gabinetto. La velocità é misurata da un mulinello di Robinson, di tal diametro che un giro corrisponda a 10 metri di velocità: ad ogni giro viene interrotta la corrente che agisce sull'elettro-magnete del contatore, il quale è fatto modello di quelli usati nel meteorografo del P. Secchi, e collocato nel gabinetto. L'imbuto del pluviometro stabile è situato sul tetto stesso del gabinetto, lontano da ogni ostacolo, ed ha l’imboccatura cilindrica alta cm. 20 con diametro di 60 cm. Il misuratore é semicilindrico, stretto fortemente colla faccia piana ad un solido sostegno; e la sua sezione è circa la duodecima parte di quella dell’imbuto ricevitore. Cosi é facile la lettura di frazioni minori di un decimo di millimetro; il tubo poi è graduato in parti di uguali capacità del, misuratore con ripetute prove. Un altro pluviometro che ha servito per vari anni, situato a differente altezza ed esposto diversamente, continua tuttora ad osservarsi, per stabilire la differenza delle due indicazioni e rendere le antiche osservazioni comparabili con le attuali. Un terzo, che alla bocca ha un'area di 1000 cm², e però dà un centesimo di millimetro per ogni centimetro cubico, serve allo studio delle differenze solite osservarsi nelle quantità raccolte a differenti altezze, e diverse esposizioni. Per la misura dell'evaporazione si usa il consueto vaso cilindrico con vite micrometrica. Il nostro osservatorio possiede, anche un discreto cannocchiale, che serve per vedere lo sparo del cannone di Roma, quando il tempo lo permette ed anche vagare coll’occhio su tutto il vasto orizzonte ed osservare minutamente; i paesi laziali, i castelli, le vie, i monumenti, i ruderi, ecc. Serve così bene da poter anche riconoscere le persone nel treno di Napoli e leggere l'orologio di Tivoli. Ultimamente ebbe un nuovo obbiettivo fabbricato dalla ditta R. Chiesa di Roma. L'osservatorio non possiede sismografi, ma solo due sismoscopi, uno multiplo Cancani ed un altro Agamennone, donato nel 1908 dal R.Ufficio Centrale. Quest'ultimo è a doppio effetto ed oltremodo sensibile alle scosse anche minime, collocato in luogo adattatissimo, ove non risente affatto gli urti accidentali della casa. Nella prima sala del nostro osservatorio si osserva pure un sismografo fatto dal P. Egidi Sr J. verga vibrante strumento incompleto e parte di una serie necessaria per segnare i terremoti ondulatori in varie direzioni. La verga vibrante del P. Egidi, è somigliante all’avvisatore del Brassart detto a dischetto il quale poi non è se non una modificazione de1l'Avvisatore sismico a sfera del noto F. Cecchi. Il P. Egidi ha lasciato anche al nostro osservatorio un elioterio di sua invenzione. L'elioterio non è altro che un orologio a sole montato equatorialmente, affinché il piano che porta le ore possa collocarsi parallelamente all'equatore secondo la diversa latitudine del luogo, il che si ottiene per .mezzo del quadrante graduato posto sotto al piano delle ore. Il vantaggio,di questo strumento consiste nell'evitare gli errori, che nascono nella collocazione degli orologi solari equatoriali dall'incertezza del valore della declinazione magnetica, dal non coincidere l'asse magnetico della bussola annessa all’istrumento coll'asse di figura dell'ago magnetico, dalla perturbazione che soffre, la posizione di equilibrio dell’ago per la vicinanza di corpi magnetici. L'uso di questo strumento non richiede altro che la cognizione della latitudine del luogo e quella della declinazione media giornaliera del sole.

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Sistema di osservazione Le osservazioni dapprima, attesa la mancanza troppo sensibile di apparecchi registratori, si facevano il più che si potesse frequentemente: le ore fisse erano le 7 e le 9 del mattino, le 12 e le 3 e 9 della sera, quante cioè bastano a determinare le medie diurne coi metodi più usuali. Queste però venivano intercalate con altre tra le ore 5 del mattino e le 10 di notte, fino al numero di 12, o anche di più, con intervalli possibilmente di un'ora e mezzo ( 1 ). Le osservazioni delle ore 7 ant., 12,3 e 9 pom. come quelle che in seguito ad un'antica tradizione furono adottate per Roma dalla prima istituzione del Bollettino Meteorologico del Collegio Romano venivano .pubblicate per esteso nella continuazione di quel periodico. La Rivista dei fenomeni meteorologici d'ogni mese, il cui uso divenne sì comune tanto in Italia che fuori, seguitò a formarsi coi dati raccolti in questa stazione, riscontrati con quelli che giornalmente si pubblicavano in Roma, e gli altri che venivano comunicati dalla stazione superiore di Montecavo. Cosi, almeno per un buon pezzo, si potè continuare ad avere una Rivista mensile dei fenomeni di Roma e dintorni, quale, ormai non può più aspettarsi dall'osservatorio del Collegio Romano sollevato com’è ad un grado superiore, donde appena può gettare uno sguardo fugace sopra alcuni elementi raccolti d'ogni parte d'Italia. I sunti decadici poi, colle medie generalmente prese, secondo l'uso delle stazioni italiane, dalle ore 9 ant., 3 e 9 pom. (quelle della temperatura dalle 9 ant., 9 pom. mass, e min.) furono inseriti fino al 1905 nella pregevolissima raccolta delle Osservazioni fatte nelle stazioni della corrispondenza meteorologica italiana Alpina-appennina, pubblicate per cura del Club alpino italiano. Questa corrispondenza, com'è noto, fu istituita con savio consiglio, e con zelo indefesso diretta da

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quell'insigne cultore della meteorologia e scienze affini, che fu il chiarissimo P. Francesco Denza, Direttore dell'Osservatorio di Moncalieri, centro della medesima Corrispondenza. Nel 1905 poi il chiarissimo Prof. Palazzo, Direttore del R. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, scriveva al P. Bovini, allora Direttore, dicendo che gradiva molto volentieri che le osservazioni dell'Osservatorio Tuscolano fossero trasmesse anche al suo uffizio. Perciò oltre all'Osservatorio Centrale della Società Meteorologica Italiana d'allora in poi le relazioni decadiche vengano inviate pure al Collegio Romano. In quello stesso anni S.E. il Sottosegretario di Stato al Ministero delle Poste e Telegrafi, On. Capece Minutolo, aderendo ad analoga proposta del Ministro d'Agricoltura, notificava al Prof. Lorenzo Rocci, Preside degli Studi, che l'Osservatorio Tuscolano veniva classificato nella rete governativa e perciò dotato della franchigia postale. Un anno dopo, nel 1906, cominciò anche il servizio meteorico agrario e le osservazioni vengono pubblicate nella Rivista Meteorica-Agraria che si stampa a cura del Ministero d'Agricoltura. Le medie decadiche del nostro osservatorio furono anche pubblicate per alcuni anni nel periodico “Il Mondragone” per dare notizie ai genitori degli alunni sulla climatologia di Mondragone. Mi piace qui per ultimo ricordare avete il nostro Osservatorio contribuito nel 1884 ad indagîni. speciali dì meteorologia, aerostatica in occasione delle ascensioni con pallone frenato e libero fatte per incarico del P. Denza, dal coraggioso sig. Conte A. Pecori-Girardi, allora Tenente del Genio militare insieme ad altri distinti ufficiali, a Roma, nei pressi del forte Tiburtino, ove trovasi il parco aereonautico del genio militare. Il P. Denza aveva colta l'occasione dalle ascensioni che si sarebbero fatte a Roma a scopo militare per far eseguire anche regolari osservazioni meteorologiche per uno studio più accurato dei fenomeni che avvengono nelle altre regioni dell'atmosfera. Fu egli infatti che non solo istruì il Pecori-Girardi nei metodi più sicuri di osservazione, ma gli procurò ancora gli strumenti più acconci per tali ricerche. Per avere risultati per quanto fosse possibile sicuri, il Denza scrisse al P. Ciampi “ perchè si compiacesse eseguire osservazioni simultanee il più frequente possibile, in quella località. assai bene esposta, ed elevata sul livello del mare 435 m.” (lettera del 10 giugno 1884). Queste infatti furono fatte dalle 9 ant. Alle 3 pom. di mezz’ora in mezzora. ______________________ (1) Si .presta poi un'attenzione speciale ogni qualvolta il barometro si appressa ad un massimo o ad un minimo, affine di ottenere la configurazione della curva, e i momenti degli estremi: ovvero quando si nella pressione e si ancora in altri elementi, si scorge la tendenza a qualche straordinaria variazione. I massimi e minimi di temperatura, e la quantità diurna della pioggia sono rilevati alle 9 pom. come pure l'evaporazione.

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Condizioni vantaggiose di questa stazione

Tale è il posto prescelto, tali gli strumenti adoperati, e tale il metodo usato sin, dal primo impianto del nostro osservatorio. L'esperienza che si venne acquistando col succedersi delle. stagioni in tutti i primi anni, suggerirono in seguito i più opportuni consigli per ricavare il miglior profitto dalla positura di un luogo da persone idonee stimato eccellente così in sè, che rispetto ad altre stazioni nei dintorni di Roma (1). Certo le circostanze non potrebbero essere più favorevoli per lo studio, sia assoluto che relativo, della temperatura nell'aria e nel suolo, delle correnti aeree, e della radiazione solare, tutte cose sempre malagevoli e spesso impossibili ad ottenersi nel centro di una città come Roma. Quivi le vie e le piazze lastricate di selci, ardenti e polverose d'estate, umide e fangose d'inverno, i muri e i tetti delle fabbriche, le torri e le cupole sporgenti d'ogni parte a grandi altezze, i fumaioli in continua azione, non possono non influire sensibilmente sulle correnti, la temperatura, l'umidità e la trasparenza dell'aria. Con ciò non si vuol negare che osservazioni stabilite nel centro di una popolosa città non presentino un interesse locale, perchè infine mostrano in quali condizioni vivano gli abitanti di quella, e servono a sconoscere sempre meglio l' influsso che esercita lo stato atmosferico sullo sviluppo e la propagazione dei mali prevalenti nel popolo. Il nostro Osservatorio dunque per la sua eccellente posizione topografica e per essere fornito di tutto punto, in questi ultimi anni é cresciuto di non poca importanza. Ciò fu recentemente confermato dall'illustre prof. Agamennone, Direttore del R. Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa, il quale venuto a fare una visita trovò l'Osservatorio in pienissima regola e, lodatolo, disse che era da stimarsi di moltissima utilità ed importanza specialmente dopo cessato l'Osservatorio di Montecavo. E noi siamo ben lieti di portare il nostro modesto contributo nel promuovere e sostenere la coltura di questo ramo importantissimo dello scibile umano, a cui è riservato fuori dubbio il posto più luminoso fra le scienze naturali e che è destinato ad arrecare vantaggi incalcolabili alla società. P. LUIGI DANESE S.J. (Memorie storiche e descrittive) 1918 (P. Luigi Danese S.J. è stato Prefetto nel Nobile Collegio di Mondragone – Frascati nel 1918) _______________ (1) Era desiderio. mio e di parecchi miei amici dare insieme con queste brevi notizie un saggio climatologico di Frascati piuttosto completo, a base di tavole meteorologiche, numeriche e grafiche per poter meglio determinare le costanti del clima di Frascati, stabilire confronti igienici a suo vantaggio, facendo tosi risaltare la mitezza e salubrità de1'aere tuscolano, tanto decantato da scrittori e poeti di ogni secolo. Ma per ragioni del tutto da me indipendenti, son costretto a non poter secondare per ora il mio desiderio, augurandomi però poterlo fare quanto prima. . (Nota dell'Autore).

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ELENCO DEI DIRETTORI

DELL'OSSERVATORIO METEOROLOGICO TUSCOLANO

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Dalla fondazione sino al 1879. P. Secchi e P. Lavaggi. 1879-1889. P. Felice Ciampi (Membro dei “Nuovi Lincei”). 1889-1891. P. Giuseppe Giovenale (Membro dei “Nuovi Lincei “). 1891-1894. P. Giovanni Egidi (Membro dei « Nuovi Lincei.» già Direttore dell'Osservatorio di Segni assistente all'Osservatorio astronomico del Collegio Romano, autore di un trattato di gnomonica e di parecchie e pregevoli pubblicazioni sugli strumenti sismici ad asta vibrante ed oscillante). I894-190I P. Giuseppe Giovenale. 1901-1905 P. Carlo Rinaldi. 1905-1907. P. Vittorio Bovini (Membro effettivo della Soc. Meteor. It.) 1907-1908. P. Ercole Iannelli. 1908-1909. P. -Giuseppe Preti. 1909-1910. P. Ercole Iannelli. 1910-1912. P. Filippo Rossetti. 1912-1913. P: Otho Werner. 1913-1915. P. Erasmo Blasio. I9I5-1916. P. Giacomo Morissey. I9I6-I9I7.. P. Oreste Mirri 1917……...P. Luigi Danese.

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