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Conferenza ESPAnet Università degli Studi di Salerno, 17 - 19 Settembre 2015 Welfare in Italia e welfare globale: esperienze e modelli di sviluppo a confronto Le sfide delle politiche inclusive nelle favelas di Rio de Janeiro Autori Ludovica Rossotti*, Dario Sousa e Silva Filho** *Università di Roma La Sapienza**Universidade do Estado de Rio de Janeiro

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Page 1: Le sfide delle politiche inclusive nelle favelas di Rio de ... · Janeiro Autori Ludovica Rossotti*, Dario Sousa e Silva Filho** *Università di Roma “La Sapienza” **Universidade

Conferenza ESPAnet

ITALIA Università degli Studi di Salerno, 17 - 19 Settembre 2015

Welfare in Italia e welfare globale: esperienze e modelli di

sviluppo a confronto

Le sfide delle politiche inclusive nelle favelas di Rio de

Janeiro

Autori

Ludovica Rossotti*, Dario Sousa e Silva Filho**

*Università di Roma “La Sapienza”

**Universidade do Estado de Rio de Janeiro

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Le sfide delle politiche inclusive nelle favelas di Rio de Janeiro

Abstract

Quali sfide si trovano ad affrontare le politiche inclusive in una realtà, quella del Brasile, che ha

iniziato a porsi il problema della diseguaglianza? A questo interrogativo si è tentato di rispondere

attraverso una ricerca che ha visto coinvolte 8 differenti favelas della città di Rio de Janeiro.

Nello specifico, sono state analizzati due diversi programmi: la Bolsa Famìlia e la Unidade de

Policia Pacificadoria (Upp), che in maniera diversa cercano di affrontare e superare il problema

dell’esclusione delle persone povere delle favelas. La Bolsa Famìlia verrà analizzata alla luce dei

dati oggettivi utilizzando come parametro il riferimento normativo che basa l’elargizione del

sussidio sulla: frequenza a scuola e sulla salute dei bambini e delle donne; con dati soggettivi, ossia

il pensiero di chi riceve la Bolsa Famìlia e quale impatto il programma ha sulla società brasiliana.

La sfida dell'inclusione in Brasile va aldilà dei ricorsi finanziari e della valutazione delle politiche

di trasferimento condizionate, coinvolgendo il superamento di un problema che unisce la tradizione

politica di disuguaglianza in Brasile e la tendenza da parte della polizia nell´approccio alle persone

delle favelas.

Per la Upp si farà riferimento alle tre tendenze, proposte da Wacquant sul processo di

globalizzazione dello Stato verso la povertà, ovvero: l'inclusione economica e politica; la

medicalizzazione come una restrizione della libertà e infine la criminalizzazione della povertà. A

Rio de Janeiro, nelle stesse favelas dove la prima opzione è rappresentata dalla Bolsa Familìa, le

alte due dimensione, come il reprimere gli utenti che vengono raccolti e portati nei rifugi non

terapeutici, così come la polizia militare fautrice di occupazioni permanenti, sono realtà che seppur

nascono con l’intento di combattere la criminalità e l’esclusione sociale, spesso violano i diritti

umani.

Keywords: Unidade de Policia Pacificadoria, Bolsa Famìlia, politiche di sicurezza, politiche di

inclusione, RMI, valutazione.

1.Introduzione: l’emergenza più grande è la sicurezza o l’inclusione?

Il presente paper restituisce i risultati congiunti di due ricerche svolte nelle favelas di Rio de

Janeiro nell’arco temporale 2009- 2014. In particolare si utilizzeranno i dati primari della ricerca

svolta in 8 differenti favelas della zona sud di Rio de Janeiro, in cui si è analizzato l’impatto della

politica di inclusione la “Bolsa Famìlia”, una politica di inclusione che attraverso l’elargizione di

un sussidio condizionato agisce su fattori importanti per lo sviluppo di una cittadinanza attiva:

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diminuzione della povertà, obbligo di scolarità, aumento del livello di istruzione e autonomia delle

donne.

Attraverso l’analisi di dati provenienti da questionario semi-strutturato e analisi in profondità si

dimostrerà se e come tale politica ha impattato sulla vita delle persone povere, sul loro pensiero e

sullo spezzare le catene della povertà che da sempre caratterizza particolarmente gli abitanti delle

favelas.

Per la politica di sicurezza denominata Unidade de Policia Pacificadoria (UPP), sono stati utilizzati

i dati secondari provenienti dall’Istituto de Segurança Publica (ISP) di Rio de Janeiro, e dati

provenienti da altre ricerche che hanno precedentemente analizzato tale programma. Nello

specifico si farà riferimento alla ricerca condotta nel 2012 “Os donos do Morro” (Cano, Borges,

Ribeiro 2012), come prima e vera esperienza di valutazione del programma. Si cercherà di capire

se e come la UPP ha raggiunto i suoi obiettivi per il quale è stato istituito: diminuzione della

criminalità, creazione di una polizia differente, cosiddetta di “prossimità” e in ultimo la percezione

diversa degli abitanti delle favelas verso la polizia e la sicurezza. Attraverso le parole degli abitanti

e dei poliziotti della UPP si faranno emergere le difficoltà e gli aspetti positivi del programma, che

come si vedrà nel proseguo della trattazione, ha raggiunto anche obiettivi nascosti.

Il Brasile sta vivendo un periodo importante in cui stanno nascendo diverse prospettive di

approccio delle emergenze sociali. Oggi in Brasile sta vivendo il più lungo periodo democratico

istituzionale della sua storia. Dal 1985 si può leggere il Brasile nei suoi approcci più o meno

democratici, come l’intervento dello Stato attraverso lo sviluppo di pratiche inclusive, in un

ambiente in cui ancora oggi rimangono tracce del periodo precedente.

L’intento del presente lavoro è capire il modo di affrontare i rischi di azioni contraddittorie nel

trattamento della povertà attraverso l’analisi di due diversi programmi che in maniera differente

affrontano il problema della povertà.

È importante sottolineare anche che non tutta la povertà estrema è situata nelle favela. Le favelas

sono stratificate e sono diverse tra di loro. Sono state scelto le favelas di Rio de Janeiro, perché

sono numerose e sono geograficamente collocate in tutta la città. In Rio de Janeiro la periferia, tra

virgolette, non è un luogo geograficamente lontano con una povertà omogenea. Per questo, le

favelas sono diverse dalle baraccopoli. La favela è la periferia sociale stratificata all’interno della

città ricca e hanno un ruolo politico a rispetto dei diritti. Il vicino della favela vive in quasi ogni

quartiere della città. I residenti delle favelas vivono contrasti sociali mentre si attivano per trovare

lavoro e per studiare, oppure quando cercano di fare uso della città come sulle spiagge. I pregiudizi

si leggono, sono vissuti nella dinamica di una società che oggi è in veloce mobilità sociale.

Risposte viziate da preconcetto si verificano spesso molto esplicitamente a livello dei rapporti tra le

classi. Ovviamente ci sono risposte politiche che rappresentano questa prospettiva e fanno capire in

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modo sbagliato al cittadino comune che è, tra virgolette, una pianificazione razionale quello che

infatti è una possibilità per chiudere la porta alla cittadinanza. Quindi, movimenti sociali ed esperti

osservano che più si va avanti più diventa chiara la vera sfida che non coinvolge solo la povertà ma

anche il nostro progetto come società. La democrazia con uguaglianza e la libertà o la società della

pace armata. La prima unisce emergenze sociali e cambiamenti strutturali, la seconda mantiene

l’emergenza della sicurezza e mette accanto la libertà, la democrazia e i diritti umani.

Ciò a cui aspira questo paper è quindi, di scendere più in profondità, osservando a livello

soggettivo e oggettivo, l’impatto delle due politiche nel perseguire progetti individuali,

nell’integrazione sociale, nel sentirsi parte di uno Stato che non fa distinzione tra i cittadini.

L’obiettivo principale è fare una valutazione attraverso l’analisi dell’impatto delle due politiche

pubbliche: Bolsa Familia e UPPs, per vedere se e in quale modo le due politiche possono

intervenire nella diminuzione della povertà e della criminalità, analizzando in particolare la

relazione tra povertà e criminalità, come combattere l’una può influire sulla riduzione dell’altra.

Nei luoghi dove c’è maggiore povertà, può esserci come conseguenza maggiore criminalità. Quindi

attraverso la comparazione tra i due programmi vedere se dove è presente la Bolsa Famila la

criminalità è ridotta. Perché in una realtà come quella di Rio de Janeiro, intervenire sulla

criminalità come fattore indipendente dalla povertà rischia solo di conseguire un risultato parziale

verso quella che è la finalità principale, ovvero la piena inclusione delle persone delle favelas per

porre fine alla duale realtà che contrappone i “favelanti” ai cittadini, mettendo finalmente a tacere

gli innumerevoli stereotipi che da sempre avvolgono le favelas e i sugli abitanti.

La valutazione verrà fatta alla luce della cornice teorica fornita dal sociologo francese Wacquant

sulla relazione tra povertà e criminalità avanzata

2. Cornice teorica: esclusione, sicurezza e politica sociale di controllo

Nel 1927 il presidente brasiliano Luiz Washington riferendosi a una manifestazione di lavoratori, li

definisce come qualcosa che era di pertinenza di un ordine pubblico che a un ordine sociale. I suoi

critici riassumeranno le sue parole nella frase attribuita a lui e che diventerà famosa "La questione

sociale è una questione di polizia."

Oggi, infatti, l'ordine pubblico come pubblica sicurezza prevale nelle priorità politiche dell'agenda

di Rio de Janeiro. E la polizia è il suo protagonista principale. Washington Luiz fu il creatore del

primo servizio di intelligence brasiliano. La sua funzione era quella di identificare e monitorare gli

individui ei gruppi potenzialmente pericolosi per l'ordine pubblico. La frase attribuita all'antico

presidente sembra confermare quanto l'ordine come assenza di crimine, sia equiparato all'ordine

come di una routine sociale giusta e, quindi di conseguenza inclusiva. Il campo di informazioni, la

sorveglianza e la repressione sono presentati dallo Stato come più che una condizione per

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l'inclusione. Anzi sono parte costitutiva di una corretta situazione di equilibrio e di giustizia per la

quale le politiche inclusive sono attese come efficace strumento di realizzazione. Su questo tema,

Loic Wacquant si riferisce a con il termine "panoptismo sociale" (Wacquant 2011). Chiaramente

l'autore vuole denunciare la perversione alla base dell'idea di quelle che vengono definite politiche

di inclusione sociale. Di seguito si descriverà il percorso di questo e di altri autori critici riguardo a

questo tema e si farà riferimento al dibattito inerente al progetto UPP. L'obiettivo è quello di

riflettere su come le UPPs sono un esempio importante da analizzare oltre a ciò che avviene in

Brasile.

In Brasile è ricorrente riferirsi all'espressione esclusione sociale per affrontare problemi molto

diversi. L'espressione rappresenta alcuni aspetti del termine sottoproletariato che ha come

riferimento la classe e discute il divario tra i poveri e la società più ampia anche in termini di

sicurezza, garanzie di lavoro regolare, alloggio nei quartieri liberi dall'alto tasso di criminalità. C'è

una somiglianza importante, per quanto riguarda le teorie della marginalità sviluppate in America

Latina e che vincolavano soprattutto l'aspetto economico al sociale, in cui per superare il divario

l'inclusione economica era fondamentale. Mentre l'esclusione di ispirazione francese, aggiunge ai

campi economici e sociali il campo politico ed etico. Si tratta di un concetto che rivela l'obiettivo

dell'integrazione e di appartenenza alla stessa idea di nazione. Zaluar, riflettendo sull'integrazione

perversa di giovani legati al traffico di droga nelle favelas di Rio de Janeiro, sostiene che l'obiettivo

di superare l'esclusione avviene in campo politico se si riferisce a più di un contratto tra due

persone o organizzazioni. E' anche più di un accordo politico mediato dallo Stato che controlla la

sovranità di un territorio e la sottomissione di tutti alla legge. Trattasi dell'impegno di ciascuno agli

altri membri della società, con la creazione e il mantenimento di diversi circuiti di scambio.

La garanzia dell'ingresso degli individui e dei gruppi in questi circuiti di scambio dipende dalla

relatività del concetto di giustizia uguale per tutti. Criteri locali, situazionali e diversificati si

sviluppano in diversi circuiti di scambio e la distribuzione in cui lo Stato non occupa solo la

posizione di mediatore. Il compito dell'inclusione è quindi di stabilire reciprocità sociale, la validità

di garantirla in Brasile è presente nella legge, ma spesso assente nella pratica.

Politiche presentate come inclusive devono essere lette e valutate sulla loro capacità di creare

l'ambiente per tali circuiti e garanzie. Ossia, al di là della riduzione della violenza e della

criminalità, dovrebbe garantire la routine. Una delle critiche che l'UPP come strategia politica

merita è che l'occupazione della polizia hanno cercato di infondere la propria routine nelle aree

occupate. Un esempio è la limitazione di tempo per le feste, la sottomissione all'autorizzazione per

le attività culturali e la crescente popolarità di un tipo di ordine di matrice militarizzata nella vita

quotidiana delle favelas. In un intervista, il funzionario responsabile del UPP, spesso ripete lo

stesso ragionamento riferendosi agli abitanti delle favelas: «Non conoscevano l'ordine>>. Il

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presupposto è chiaro. Seguendo questo ragionamento, gli abitanti dei quartieri delle favelas non

sono in grado di implementare il tipo di routine imposto e voluto dalla polizia. L'espansione della

funzione di polizia fa sì che la registrazione di iniziative sociali nelle favelas e anche le stesse

attività di volontariato della polizia nel loro tempo libero sono diventati parte del comando della

UPP riconosce come contribuzione positiva. Senza nessuna formazione specifica per l’attività che

esercitano gli agenti, l'articolazione di progetti sociali per la polizia sottomette l'intervento al

controllo di tutte le iniziative sul territorio. Considerando che il traffico di droga continua ad agire

localmente come braccio economico del crimine globalizzato, il progetto di nuove routine imposto

"dall'alto verso il basso" incontra evidenti difficoltà. L'abitante della favela si incontra nel bel

mezzo di due attori che impongono verticalmente e con la forza la propria autorità: il traffico e la

polizia. Questi attori sono concorrenti quando si incrociano il limite della violenza tra bande

criminali. Ma nel quotidiano la circolazione della polizia e i trafficanti obbediscono a un ordine

tacito di tolleranza nella maggior parte della UPP. La funzione principale della UPP come politica

tende ad essere di sorveglianza, sebbene si presenta e si legittima pubblicamente come misura

inclusiva. Wacquant si avvicina a questo aspetto del caso brasiliano, l'autore fa una prefazione

specifica nella edizione brasiliana del suo libro "Le prigioni della Povertà", raccontando

l'esperienza europea di adozione di politiche punitive e polizia di origine nordamericana.

Per Wacquant, è in corso dal '80 un dispositivo tentacolare di informazioni sui poveri in Francia.

L'obiettivo sarebbe la progettazione di una "cartografia di esclusione" che può portare al

rafforzamento dello stigma e della discriminazione territoriale dei più poveri. In Francia, le

popolazioni dei quartieri qualificati come "in difficoltà" sono state catalogate in una dinamica che

consente un accurato monitoraggio e un maggiore controllo sui servizi sociali da un lato e,

dall'altro, della polizia e dei tribunali. Varie schede raccolte in un unico file per ogni micro regione

dal 1983, quando la legge di decentramento diventa responsabile per la politica di azione sociale

(Inserimento del RMI, assistenza sociale ai bambini, anziani, ecc.).

Wacquant cita dipartimenti che hanno sviluppano programmi per la elaborazione di "tipologie" di

persone e abitazioni assistite, seguendo valutazioni soggettive formulate da parte dell'assistente

sociale come: "difficoltà psicologiche", "stato di dipendenza (espresso / riconosciuto)", "difficoltà

di compiere atti della vita di tutti i giorni, "o" difficile l'integrazione sociale ". A queste tipologie si

sono opposte associazioni legate ai diritti umani. Tuttavia, la Commissione Nazionale per

informatica e libertà (CNIL) non ha accettato la rimozione del programma informatico che produce

l'unico dossier e le sue tipologie che in pratica costituiscono un gigantesco archivio dei delitti,

contravvenzioni e crimini fanno parte del "sistema di trattamento informazioni penale (STIC). "

L'associazione tra i reati effettivamente verificati e la registrazione di tipologie è un catalogo di

sospetti e possibili testimoni. Nel 1997, il programma aveva già catalogato 6,3 milioni di reati a 2,5

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milioni di individui. Il STIC può essere usato in "missioni di polizia amministrativa o di sicurezza,

quando la natura di tali missioni o particolari circostanze nelle quali si devono snodare

comportamenti rischiosi di attacco all'ordine pubblico o la sicurezza delle persone." Wacquant

denuncia che il prossimo passo in questo processo è l'incrocio di archivi sociali e della polizia

come routine. In questo processo diventa più intenso lo spostamento del campo sociale o penale in

Europa. Il vecchio presidente brasiliano Luiz Washington sarebbe sorpreso e compiaciuto di come

oggi in Francia la tecnologia permette il funzionamento del pregiudizio della politica sociale che

aveva in mente all'inizio del XX secolo.

3. Bolsa Famìlia

Prima di passare alla valutazione dei due programmi, è importante conoscere come sono stati creati

e le finalità alla base. La Bolsa Famìlia è un programma di trasferimento di reddito, la cui

corresponsione è soggetta ad alcuni vincoli. Il funzionamento della BF coinvolge i comuni e gli

attori della società civile locale, al fine di combattere la fame tra i segmenti vulnerabili della società

e di evitare la trasmissione della povertà da una generazione all´altra.

Il programma è stato creato nell’Ottobre del 2003 e nell’anno seguente passò a unificare tutti i

programmi sociali di trasferimento di reddito, come la borsa per la scuola (Bolsa Escola), l’aiuto

gas (auxilio gás), borsa per l’alimentazione (Bolsa alimentação), rivolti alla stessa clientela.

L’unificazione com i programmi rimanenti ebbe come vantaggi l’espansione dei beneficiari,

l’aumento del valore del beneficio e una maggiore efficienza e trasparenza nell’elargizione. E’ un

programma rivolto alle famiglie che si trovano in condizione di povertà e estrema povertà.

Riversano in condizione di estrema povertà le famiglie che hanno un reddito famigliare

complessivo di un massimo di 70 reais per mese. Sono considerate povere le famiglie che hanno un

reddito famigliare tra i 70,01 reais a 140,00 reais per mese, la cui famiglia è composta da una

donna incinta, o in allattamento, e bambini o adolescenti da 0 a 17 anni. Sono ammissibili per il

programma, famiglie povere con o senza bambini, donne in gravidanza e in allattamento.

Per entrare nel programma Bolsa Famìlia, le famiglie devono riferirsi al Municipio del Comune di

pertinenza e registrarsi al Registro Unico dei programmi sociali (CadÚnico). Una volta registrato,

l'inclusione nel Programma Bolsa Famìlia è eseguita attraverso un sistema elettronico, senza

intermediazione di politici locali.

Il Beneficio base è di 70,00 reais 1 ed è rivolto alle famiglie che riversano in condizioni

estremamente povere indipendentemente dalla composizione della famiglia.

1 Quando è stato istituito il programma Bolsa Famìlia I beneficiari erano le famiglie povere con un reddito

pro capite mensile tra R$ 60,01 e R$ 120,00 R $ 60,01 e R $ 120,00 e "estremamente povere" famiglie con

reddito mensile pro capite fino a R$ 60,00, solo negli ultimi anni è salito a R$ 70,00.

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Da questa breve descrizione si può dedurre come la Bolsa Famìlia vada ad agire principalmente su

tre aree:

1) la riduzione immediata della povertà, mediante trasferimenti diretti di reddito alle famiglie;

2) rafforzamento del diritto di accesso delle famiglie ai servizi di base nei settori della sanità,

dell'istruzione e dei servizi sociali, al fine di aiutare le famiglie a rompere il ciclo della povertà

intergenerazionale;

3) l'integrazione con altri programmi sociali per aiutare le famiglie a superare la situazione di

vulnerabilità e povertà.

Oltre a fornire un reddito alle famiglie che si trovano in condizioni di povertà e di estrema

povertà, l'obiettivo centrale del programma è l'incentivo a garantire l'accesso ai diritti sociali di

base come la salute, l’istruzione, e l’alimentazione. Il Programma Bolsa Famìlia si basa su dei

vincoli che hanno lo scopo di rompere il ciclo intergenerazionale della povertà (Brasile 2004a),

mediante il rafforzamento dell'esercizio dei diritti sociali nei settori della sanità e dell'istruzione, e

potenzialmente forniscono gli strumenti per combattere la povertà attraverso l'investimento nello

sviluppo del capitale umano (Brasile 2007). Non è un caso che siano stati scelti come vincoli

proprio la salute e l’istruzione piuttosto che il lavoro, come accade in altri Paese. L’idea di fondo è

che attraverso la Bolsa Familia si possa mettere un freno al perpetuarsi della povertà, cercando di

sradicare quelle radici che rendono impossibile ciò, ovvero combattere l’analfabetismo, le malattie,

la malnutrizione e il lavoro infantile.

La Bolsa Famìlia è una politica di contrasto soggetta a dei vincoli importanti per ricevere il

sussidio. Nello specifico per diventare un beneficiario del programma, la famiglia si impegna ad

assumere e adempiere impegni nei settori della sanità e dell’istruzione mediante l'assistenza

prenatale, la consulenza nutrizionale e la frequenza a scuola dei bambini, obblighi da rispettare per

essere inserite e continuare a ricevere il beneficio. Più avanti si vedrà nello specifico come le

famiglie hanno ottemperato tali obblighi e come tali obblighi si siano trasformati in una

opportunità.

Prima di fornire i dati utili per valutare tale politica si passerà a descrivere l’altro programma qui

analizzato: la Unidade de Policia Pacificadoria.

4. Unidade de Policia Pacificadoria

La Upp fu introdotta nel 2009 attraverso una primo progetto pilota nella favela di Santa Marta. E’

un programma che dispone di un ampio sostegno da parte dei media e delle classi medie. Il

progetto alla base prevede un cambiamento strutturale della polizia, la quale è chiamata a rimanere

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nella favela invece di intervenire ogni qualvolta avvenivano conflitti armati o altri tipi di crimine.

Si differenzia quindi dall’azione della polizia tradizionale la cui azione di invadere periodicamente

le favelas controllate dal narcotraffico, ha generato e continua a generare sparatorie e vittime,

creando un senso di insicurezza e al contempo non risolvendo il problema della violenza. Si pensò

quindi di sostituire la tradizionale polizia preposta a controllare il territorio, in polizia di prossimità

o comunitaria finalizzata ad istaurare un rapporto con gli abitanti delle favelas. Come recita

l’articolo 1 del decreto legge, le UPPs devono avere una filosofia di polizia di prossimità (Canu,

Borges, Ribeiro 2012), e seguire corsi di formazione incentrati sui diritti umani e sulla dottrina di

polizia comunitaria (Ibidem, p.23) per favorire la trasformazione della vecchia polizia e diminuire

il livello di corruzione (Ibidem, p.25) Inoltre sono invitati a partecipare direttamente a progetti

sociali come attività sportive e culturali per i bambini.

Per gli agenti che decidono di partecipare al programma UPP è previsto una ricompensa ulteriore di

R$ 500 al mese, oltre al servizio di trasporto e mensa.

La selezione delle comunità in cui implementare tale progetto avviene attraverso tre criteri:

a. comunità povere;

b. comunità con alto grado di informalità e basso grado di istituzione;

c. comunità dove è presente uno o più gruppi criminali armati.

La Upp ha come obiettivo principale il recupero da parte dello Stato delle aree dominate

territorialmente da gruppi criminali e porre fine alle guerriglie, e sviluppare la pace e la tranquillità

al fine di garantire una piena cittadinanza attiva basata sullo sviluppo economico e sociale degli

abitanti e della comunità. L’idea di fondo è vincere la guerra contro il crimine e la violenza, in

accordo con la politica di sicurezza portata avanti nella città di Rio de Janeiro, ma in realtà ciò che

il progetto può riuscire a raggiungere è la diminuzione dei danni provocati dalla violenza e dalla

criminalità più che pensare di eliminarli definitivamente. Altre finalità perseguite dal programma

sono:

a. L’ingresso e l’espansione dei servizi pubblici e privati ostacolati dal controllo di gruppi

criminali;

b. Innalzare il livello di formalità delle attività economiche, dei servizi, così come della vita

degli abitanti delle favelas. Si pensi ad esempio all’energia elettrica o alla televisione il cui

accesso specialmente in alcune comunità avviene per vie non legali;

c. Abbattere la dualità territoriale che divide le favelas dal resto della città e diminuire i

pregiudizi che accompagnano gli abitanti stessi, favorendo un maggiore inserimento nella

società.

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La presenza della polizia è intensa, sono previsti 18 agenti per 1.000 abitanti ciò consegue che

l’impatto del programma potrebbe essere maggiore nelle comunità con maggiori abitanti,

traducendosi in una riduzione maggiore di crimini rispetto alle comunità con minore popolazione.

Attualmente secondo i dati dell’Istituto di Sicurezza Pubblica, sono 38 le UPPs istallate

abbracciando un totale di 600 mila abitanti (ISP 2015).

Fig 1. Favelas occupate dalle UPPs nella città di Rio de Janeiro.

Come si può osservare dalla mappa, le aree maggiormente contemplate sono: la zona sud, ovvero

l’area turistica, con presenza di classe medio-alta; il centro della città, dove si svolge

prevalentemente l’area commerciale e vi un alto movimento di popolazione, un’area specifica della

zona nord denominata “Cinturao da TiJuca”, localizzata vicina allo stadio Maracana, fulcro della

coppa del mondo del 2014. La dislocazione fa desumere come la concentrazione delle UPPs abbia

seguito più che un criterio di “redistribuzione delle sicurezza” della città di Rio de Janeiro, una

scelta in base ai grandi eventi come la coppa del mondo, includendo anche le zone turistiche e

centrali, lasciando quasi scoperta la zona nord e ovest dove si registra la tassa più elevata di

omicidi.

Fonte Osservatorio di Analisi Criminali ( ISP 2015 )

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5. Valutazione in base agli obiettivi dei due programmi

Per la valutazione dei programmi si è proceduto in questa maniera: per quanto concerne la Bolsa

Familia sono state compate le persone che ricevono il sussidio con chi non lo riceve, al fine di

valutare se e quanto tale programma raggiunge i proprio obiettivi. Invece per le UPPs si sono

confrontati l’andamento dei tassi di criminalità, violenza, furti etc. nelle favelas con UPPs con

l’andamento registrato per lo Stato di Rio de Janeiro. Di conseguenza ci sarà un impatto positivo

del programma se nelle favelas con UPPs si registra una marcata diminuzione di criminalità, se

invece segue la tendenza generale dello Stato l’effetto è pressochè nullo, o comunque non dipende

unicamente dal programma.

5.1. E’ la Bolsa Famìlia una politica di inclusione?

Partendo dalla Bolsa Familia gli indicatori presi in considerazioni sono:

a. Salute: donne in cinta e alimentazione;

b. Reddito: utilizzo del denaro e progetto di vita.

c. Istruzione: comprende livello e frequenza a scuola;

Come spiegato durante la trattazione, la Bolsa Famìlia è un sussidio in denaro, condizionato

a dei vincoli per riceverlo. Questi vincoli sono: basso reddito, avere figli, soprattutto minorenni,

essere in stato interessante, avere figli che frequentano la scuola, seguire il calendario delle

vaccinazioni. Tutti criteri basati non solo per aiutare economicamente le persone povere, ma per

includerle nella società, per renderli cittadini responsabili e autonomi, in modo tale che esse stesse

possano sviluppare quelle capacità necessarie per crearsi delle opportunità che consentano di uscire

dalla propria condizione di povertà.

Come mostrato nella Tabella 1.1, sono soprattutto le donne che abitano sole con figlio/i a ricevere

la Bolsa Famìlia, 51,4%. Questo è un aspetto importante perché in Brasile sono molte le donne che

vengono abbandonate dal proprio marito o compagno e che hanno maggiori difficoltà nel conciliare

lavoro e accudimento dei figli.

Tab. 1.1. Se riceve la Bolsa Famìlia con Chi abita l’intervistato/a

Riceve

Bolsa Famìlia

Chi sono i membri oltre il rispondente % colonna

Abita

senza figli

Abita solo

con figlio/i

Abita con figli

compagno/altra persona

Totale

No

17,9

51,4

48,6

44,1

55,9

38,8

61,2 82,1

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Totale

100

(864

)

100

(627)

100

(1951)

100

(3442)

p = 0,000 X2 = 222,7

Un risultato che si allinea con la ricerca effettuata nel 2013 dal Ministero della Salute e dello

Sviluppo sociale sulla composizione delle famiglie in Brasile, in cui risulta che i beneficiari della

Bolsa Famìlia sono costituiti per la maggior parte da famiglie monoparentali femminile (42,2%),

seguito da coppie con bambini (37,6%) (Brasil 2007c).

Tab. 1.2 Famiglie beneficiarie per composizione famigliare, secondo le grandi regioni

(Marzo 2013) (%)

Composizione famigliare Brasile Nord Nord-este Sud-este Sud CentroOvest

Persona sola 4,8 1,9 5,9 4,6 4,2 3,1

Monoparentale femminino 42,2 44,9 39 46,8 41,4 46,7

Monoparentale mascolino 1,6 2,8 1,7 1,1 1,3 1,5

Solo coppie 2,9 1,5 4,1 1,8 2,0 1,7

Coppie con figli 37,6 37,9 39,1 34,3 40,5 34,7

Bi-parentale e altri parenti 2,7 2,9 2,6 2,6 3,0 2,8

Mono-parentale femminino

e parenti

altri 4,7 4,1 4,1 5,8 4,7 5,5

Monoparentale mascolino e altri parenti 0,1 0,2 0,1 0,1 0,1 0,2

Altro 3,3 3,8 3,4 2,9 2,8 3,9

Fonte: CadÚnico (SENARC/MDS).

Rimanendo sempre nel campo del genere, la Bolsa Famìlia aiuta le famiglie al cui interno vi siano

donne in gravidanza. Un dato che se letto alla luce dei risultati della ricerca svolta dal MDS nel

2009 su “Avaliação de Impacto do Programa Bolsa Família – 2a rodada (AIBF II)”2 è molto

importante per la salute dei futuri nascituri (MDS 2009). La ricerca mostra come le donne in stato

interessante beneficiarie del programma sono molto presenti nell’accompagnamento pre-natale.

Nelle donne beneficiarie di Bolsa Famìlia, il peso dei bambini appena nati è superiore al peso dei

bambini di madri non beneficiarie (3,26 kg e 3,22 kg, rispettivamente). La motivazione risiede nel

fatto che nel 2009, le donne in gravidanza beneficiarie del programma presentavamo 1,6 di visite

pre-natale in più delle non beneficiarie. Tra il 2005 e il 2009, il numero di donne in cinta

2 Valutazione del Programma Bolsa Famìlia, secondo turno.

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beneficiarie della Bolsa Famìlia che non ricevevano cure pre-natali diminuì dal 19% al 5%

(BRASIL 2007a).

Tab. 1.3 Se riceve la Bolsa Famìlia con presenza donne in cinta

Se riceve la Bolsa Famìlia

Donne in cinta % colonna

Nessu na Più di una Totale

No

37,0 53,0

47,0

38,7

61,3 63,0

Totale

100

(308

100

4) (372)

100

(3456)

p = 0,000 X2 = 35,4

Ma soprattutto le persone che vivono in estrema povertà. La povertà è spesso vista come un

fenomeno oggettivo e naturale e quindi immutabile. Ma il primo passo che è necessario fare è

capire che ci sono diverse forme di povertà e che le persone povere sono diverse l’una dall'altra, sia

come individui, sia come condizioni materiali di vita. La povertà, così come le favelas, sono

diverse le une dalle altre, rispecchiano i diversi livelli di povertà. Nella tabella numero 1.4 è

possibile vedere i diversi livelli di reddito a seconda della favela in esame3.

Tab. 1.4 Reddito con Favelas

Reddito

Favelas % colona

Totale

Cidade de

Deus Escondidinho Macacos Alemão Babilônia Tabajaras Boreu Batan

Molto basso 29,3 17,9 18,6 42,7 23,9 19,5 17,0 38,1 29,2

Basso 29,0 30,1 34,5 18,8 27,1 28,3 34,9 25,6 27,1

Medio 21,3 27,6 22,8 23,9 23,9 23,0 17,7 17,5 22,0

Medio –Alto 20,3 24,4 24,1 25,1 29,2

100,0 100,0

(831) (255) (318)

(424) (160)

21,7

Totale

100,0

(1057)

100,0

(156)

100,0 (145) 100,0

(3346)

p = 0,000 X2 = 195,2

Come mostrato in questa tabella, gli intervistati sono tutti relativamente poveri ma all'interno hanno

un reddito differente che potrebbe cambiare il modo di pensare e di vivere. Inoltre vanno

3 Nello specifico per ricodificare il reddito familiare si è proceduto ad una divisione in quartili, in cui è

risultato che il 25% del collettivo intervistato ha un reddito fino a R$ 550, il successivo 25% (il secondo

quartile) ha un reddito da 550 a 6783, il terzo quartile ha un reddito da 678 a 1100, l’ultimo quartile da 1100

a 5678. Questa ripartizione ha permesso di costruire quattro categorie di reddito non esattamente

corrispondenti ai quartili ma facendo confluire in una stessa categoria le persone con il medesimo reddito.

30 4 , 18 8 , 100,0 100,0

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considerati anche gli aspetti di contesto, le favelas non sono tutte uguagli e anche al loro interno si

differenziano molto dal punto di vista dei servizi più o meno presenti. Ad esempio essere poveri a

Batan, dove manca l’acqua e il caldo è afoso, è diverso che essere poveri a Babilonia dove le

condizioni abitative e dei servizi pubblici, come acqua ed elettricità sono migliori. Vi è una qualità

di povertà diversa, poiché con la stessa quantità di denaro, ovvero il sussidio, non si riescono a

comprare le stesse cose, perché le sfide che un abitante di una determinata favela ha davanti sono

diverse da quelle di un’altra favela.

Ciò è importante per capire il motivo per cui la Bolsa Famìlia, come abbiamo visto nella interviste

in profondità è percepita principalmente come denaro, e questo denaro cambia forma e significato a

seconda del reddito disponibile nella famiglia, dall'istruzione dei genitori, dalla storia della persona

intervistata. Come afferma Simmel il denaro ha un effetto diverso sulle persone, perché ha molte

funzioni che si incontrano con la soggettività. Ricevere dei soldi invece che un paniere di beni

definito, conferisce ai destinatari la possibilità di scegliere di andare incontro ai propri gusti e

necessità che non necessariamente sono per tutti uguali. Spingendosi oltre, a livello psicologico

permette alle persone che riversano in gravi situazioni materiali di fare esperienza di cosa voglia

dire scegliere, è solo così che si impara ad amministrare bene il denaro. Inoltre, in una società come

la nostra in cui il denaro ha la duplice funzione di essere sia un mezzo che un fine (Simmel 1900),

conferisce una sicurezza psicologica anche il solo pensiero di avere mensilmente un’entrata sicura,

ciò ovviamente si ripercuote sullo sviluppo di una maggiore sicurezza in se stessi e nel seguire le

proprie passioni e desideri. Di conseguenza essendo la Bolsa Famìlia un’entrata fissa al mese, ma

con determinati vincoli alla base, si può affermare che è un programma che aiuta le persone in

difficoltà materiale nel presente, attraverso il sussidio, le persone possono comprare il cibo e i

vestiti, ma offre anche la possibilità di destinare i soldi per un proprio progetto di vita, per il futuro

dei propri figli, per la propria autonomia. Secondo uno studio condotto nel 2010 dal Ministero do

Desenvolvimento Social nel 2010, volto a capire gli effetti della Bolsa Familia sui bambini, si è

constatato che la madri beneficiarie, rivolgevano la maggior parte dei soldi del sussidio verso i

figli, evidenziando come il sussidio è inteso per loro come soldi per i bambini (Pires 2011).

Come attestano anche le parole di un nostro intervistato, Francisco, egli non ebbe denaro

sufficiente per studiare, ma grazie alla Bolsa Familia i suoi figli ora hanno questa opportunità…

F: “Per il futuro dei miei figli la Bolsa Familia ha aiutato molto! Io non ho potuto cambiare il mio

futuro perché non avevo i soldi per studiare! Ora, con la bolsa Familia, grazie a Dio, posso comprare le

cose per la scuola che servono ai miei figli per cambiare il loro futuro!”

Mentre la signora Janice ha usato i soldi per realizzare il proprio progetto:

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Ho lavorato come ferramenta, ho venduto lingerie, prodotti di bellezza e un mese che ricevevo la

Bolsa Famìlia nella mia comunità era in corso un evento, così ho detto a mia mamma: facciamo qualcosa

per vendere, abbiamo comprato le braci ed è stato un super successo, ogni volta che c’è di un evento nel

mese di luglio, anche se è freddo nella comunità ogni volta che sono chiamata per fare le braci e arrostire

qualcosa e grazie ai 200 reais della bolsa ho avuto modo di lavorare per tre fine settimana e posso dire che

ho fatto rendere i 200 reais per 5 volte di più, un successo. Questo denaro non è molto ma ci aiuta e noi

sappiamo che è solo un aiuto ma se sappiamo come usarlo lo possiamo fare fruttare.

Inoltre smuove l'immutabilità della povertà, agendo sul pensiero delle persone povere, le quali

pensano che non sia possibile cambiare la propria vita, perché credono che il loro destino sia già

scritto. Quindi, ricevere il denaro, e con frequenza regolare, è un azione che entra nel pensiero

delle persone che iniziano a sapere cosa significa scegliere: scegliere cibi, abbigliamento (Leo

Rego, Pinzani 2013). Inoltre iniziano a conoscere ciò che vuol dire avere speranza: nel futuro dei

bambini che vanno a scuola, nel trovare un lavoro che gli permetta di sfamare la famiglia e li renda

autonomi. Questi sentimenti aprono ad un’altra esperienza, quella di iniziare a programmare

l'esistenza stessa, la propria vita, uscendo allo scoperto per lasciare dietro di sè il sentimento di

vergogna che li caratterizza, poiché essendo persone povere non si sentono adeguate e rimangono

relegate nei propri ambienti e per questo diventano trasparenti alla società e a se stessi, perché non

rivendicano i propri diritti.

Il problema della vergogna è stato trattato già dà Smith nel suo libro "La ricchezza delle nazioni",

in cui l'autore afferma che spesso si cade nell'errore di credere che i bisogni degli individui siano

separati dal contesto sociale, piuttosto che considerarli come dipendenti da ciò che è concepito

socialmente essenziale per un adeguato standard di vita decente, a seconda del contesto di

riferimento. Smith cita come esempio l'importanza che le persone siano in grado di apparire in

pubblico senza vergogna. In Gran Bretagna, al tempo dell'autore, centrale per un'apparizione in

pubblico senza vergogna, era il possesso di scarpe di cuoio. Invece di fermarsi alla soglia di reddito

e patrimonio di proprietà, per Smith era importante "il genere di vita che si può condurre",

utilizzando come parola per definire ciò il termine "functioning", in cui include il tipo di cibo, un

certo grado di istruzione e buone condizioni abitative. A cui si aggiungono il reddito necessario per

raggiungere certi "functioning", sintesi del primo esempio è lo stato fisico per raggiungere un

adeguato livello di apporto nutrizionale, mentre "apparire in pubblico senza vergogna" si riferisce

ad una condizione sociale. Quindi l'autore considera essenziali: cibo, istruzione, alloggio e di

reddito.

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Un approccio che si ritrova anche nel pensiero di Sen e Nussbaum che si concentrano sul benessere

della persona, sulla qualità di vita che effettivamente conduce in relazione ad un determinato

contesto socio culturale ed economico. Tale approccio si basa sul ruolo di soggetto attivo che

l’individuo deve avere nella società, possibile solo se l’individuo riesce a sviluppare quelle che Sen

definisce come “libertà sostanziali”: apporto nutrizionale per evitare la fame, la denutrizione, le

malattie evitabili e la morte prematura; saper leggere e scrivere; diritto di partecipare alla vita

politica.

Unendo le caratteristiche individuate da Smith, Sen e Nussbaum come importanti per lo sviluppo

del soggetto si analizzeranno i dati alla luce di queste dimensioni.

b. Alimentazione:

Secondo i dati della “Pesquisa de Orçamentos Familiares (POF)” do Instituto Brasileiro de

Geografia e Estatística (IBGE) de 2008/2009, Gli effetti del programma nell’acceso agli alimenti,

soprattutto per i bambini, nelle famiglie beneficiarie aumenta il consumo di tutti gruppi di alimenti,

soprattutto cereali, carne, latte e derivati, fagioli, e zucchero, migliorando la dieta alimentare dei

ragazzi (Lignani et al 2011: 785-792). Il programma, inoltre, aiuta a migliorare lo status

nutrizionale dei bambini e degli adolescenti soprattutto, nel Nord e Nord est dove l’impatto del

programma è 31,4% maggiore che nel resto del Brasile. (Baptistella 2012).

Nelle interviste in profondità è stato chiesto a cosa aiuta la Bolsa Famìlia. Quasi tutti hanno dato

come prima risposta: aiuta a comprare gli alimenti.

Dona Ana: Ora ho il denaro per comprare le cose per la casa. Compro il cibo”

Dona Norina: “La BF ci aiuta a comprare cibo e gas, e anche alcuni legumi e frutta”.

Dona Mariana: “La bolsa família è il pane, è il latte che io non potevo comprare, con i soldi della bolsa

família io vado qui alla panetteria, posso comprare 70 reais di legumi e con gli altri, faccio un salgado, una

torta, tutto per prendersi cura di loro ( i figli)”.

Dona Tersa: “la bolsa família ci ha aiutato molto per l’alimentazione, per comprare vestiti. Io l’ho sfruttata

molto”.“Mi ha aiutato a comprare il pane, il latte....

Parole molto simili, si incontrano anche nelle interviste effettuate nell’ambito della ricerca “Vozes

do Bolsa Familia” di Leo Rego e Pinzai, in cui risultano che quasi tutte le donne utilizzano i soldi

della Bolsa Familia per comprare alimenti. Un evidenza che conferma i dati della ricerca realizzata

nel 2008 dall’Istituto Brasiliano di Analisi Sociale e Economica4, che mostrano come i soldi del

sussidi vengano utilizzati soprattutto: nell’alimentazione, nel materiale scolastico, per i vestiti.

4 Studio realizzato per l’Istituto Brasileiro de Análises Sociais e Econômicas (Ibase) nel 2008.

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Nello specifico per l’87% delle famiglie beneficiarie, l’alimentazione è il primo bene a cui viene

destinato il sussidio, una percentuale che aumenta a 91% nel Nord, mente nel Sud si assesta sul

73%. Seguono il materiale scolastico con il 46% e il vestiario con il 37%. Complessivamente i dati

dimostrano come il pregiudizio che i beneficiari spendano male i soldi ha poco fondamento,

affermano Leao Rego e Pinzani, i quali riprendendo Renault, riflettono sul fatto che i gruppi

dominanti di una società hanno la capacità di imporre la propria concezione del mondo, in cui

negano che la sofferenza dei poveri è provocata per l’insufficienza delle istituzioni sociali, non

sentendosi minimamente responsabili, anzi si rifugiano in una giustificazione ideologica

enfatizzando che la responsabilità è del povero stesso. Nell’ambito della responsabilità del povero

per la sua miseria, condannano la sua irrazionalità nell’uso del denaro, accusandolo di comprare

alcool, e nella pratica sessuale di fare più figli di quelli che può mantenere. “Tutto questo in quanto

la razionalità e la immoralità della classe dominante, che contribuisce per la creazione del

fenomeno della povertà e per la sofferenza di tante persone sono ignorate o esaltate come esempio

di razionalità e attitudine eticamente corretta (Leo Rego, Pinzani 2013: 44). In questo modo la

sofferenza viene passata come naturale, o riferita alle caratteristiche individuale basate sul povero

svogliato, vagabondo, malato e irresponsabile. Oppure “si appellano alla legge economica che sono

presentate come leggi naturali, immutabili e indipendenti dall’azione umana” (ibid.). Un paradigma

che vede nei poveri persone che non vogliono lavorare, colpevoli della propria condizione di

povertà perché usano i pochi soldi solo per bere e per comprare la droga. Quindi devono essere

esclusi dalla società perché portatori di violenza, nonostante nessuna statistica dimostri che i poveri

bevano più dei ricchi. Anzi al contrario le statistiche riportano un dato rilevante che è importante

rendere noto; secondo uno studio condotto trai il 2003 e il 2013 dal Ministério do Desenvolvimento

Social e Combate à Fome (MDS), 1,69 milioni di famiglie beneficiarie di Bolsa Famìlia, hanno

smesso volontariamente di ricevere il sussidio perché oltrepassavano R$ 140 per persona. Queste

famiglie rappresentano il 12% delle famiglie beneficiarie (MDS 2013).

c. Istruzione

Nell'ipotesi spiegata all’inizio si è visto come l’obiettivo della ricerca è capire se la Bolsa Famìlia

possa essere definita una politica di inclusione. Il fatto che uno dei vincoli fondanti per riceverla si

basa sulla frequenza dei bambini a scuola, chi scrive avanza la riflessione che l’istruzione unita alla

ricezione del sussidio elargito mensilmente può influenzare la generazione futura e anche quella

presente. Nella generazione presente, come si è mostrato precedentemente, le persone tendono ad

usano il denaro per comprare il cibo, che insieme all'obbligo di vaccinare costantemente i bambini,

ha innanzitutto un impatto positivo nel ridurre la mortalità, come affermato dal presidente

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dell'Istituto per la ricerca economica applicata, Marcelo Neri "diminuzione della mortalità sotto i

cinque anni, aumento del numero di donne seguite durante la gravidanza e riduzione della povertà

infantile5". In secondo luogo, la possibilità che con una alimentazione completa e regolare si

sviluppino abilità cognitive di base "una dieta povera di ferro danneggia e pregiudica capacità di

concentrazione di un bambino" (Leo Rego, Pinzani 2013: 172).

Un dato fondamentale se letto alla luce che il bambino che va a scuola è un bambino rimosso dal

lavoro minorile. Troppo spesso nelle famiglie più povere, la mancanza di soldi costringe i giovani a

lavorare piuttosto che frequentare la scuola. Nel collettivo in esame i percettori di Bolsa Famìlia

riportano una percentuale più alta di figli a scuola, registrando il 63,1% a fronte di 36,9%, di tre

figli e più che frequentano la scuola (Tab. 1.5).

Tab. 1.5 Se riceve la Bolsa Famìlia con numero di Figli a scuola

Se riceve la Bolsa família Figli a scuola % colonna

Nessun f iglio* Un figlio Due figli Tre figli e più Totale

Si

No

15,5

30,8

69,2

49,1

50,9

63,1

36,9

38,8

61,2 84,5

Totale

100,

(994

0

)

100,0 (809) 100,0 (743) 100,0 (905) 100,0

(3451)

p = 0,000 X2 = 507,607

La Bolsa Famìlia ha un impatto anche sul livello di istruzione, tra coloro che la ricevono il 66,4%,

ha un diploma superiore, invece la maggior parte delle persone che ne beneficiano (82,6%) non

studia e solo il 33,6% ha un insegnamento medio e superiore, o sia, metà di coloro che la ricevono

(Graf.1.6).

5 Isadora Peron “Preconceito contra Bolsa Família é fruto da imensa cultura do desprezo”, intervista

rilasciata al giornale “Globo” il 19/09/2013.

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Graf. 1.1 Se riceve la Bolsa Famìlia con livello di scolarità

Fonte: nostra elaborazione con software SPSS

*Sono inclusi i bambini che vanno all’asilo nido

L'aiuto che la Bolsa Famìlia fornisce nel campo dell'istruzione è spiegato molto bene dalle parole

della signora Janice:

“i tre anni con i soldi della Bolsa Famìlia sono stati tre anni molto soavi, noi abbiamo fatto varie

cose: dalla parte culturale alla parte dell’alimentazione e per un anno questi soldi mi hanno aiutato a

pagare il 50% delle spese universitarie ed è stato super utile a me”.

Avanzando una prima valutazione, Si è mostrato anche come la Bolsa Familia vada ad aiutare le

famiglie in cui vi siano delle donne in gravidanza, fornendogli da una parte un reddito e dall’altra

obbligandole a seguire continui monitoraggi per proteggere la salute della donna e del futuro

nascituro. Rimanendo nell’area delle donne, si è visto come il Programma abbia avuto un impatto

soprattutto nelle donne sole con figli e nello sviluppo dell’autonomia della donna dal proprio

marito, essendo la Bolsa Familia intestata proprio alla donna. Quindi un programma che ha un

impatto socio-psicologico, come emerso dalle interviste in profondità, il denaro del sussidio entra

nella progettualità delle persone che lo ricevono, che iniziano a fare esperienza di ciò che vuol dire

inseguire un obiettivo e pensare al futuro. Un futuro che è rivolto prevalentemente verso i figli, a

cui viene consegnata la speranza di rompere la routine della povertà, perché non più costretti a

lavorare o ad unirsi a bande criminali per sopravvivere, ma con il preciso obbligo di andare scuola

e frequentare lun minimo di 85% di lezioni al mese. Un impatto, quindi, non solo materiale, ma

anche psicologico, perché le persone non passano il tempo esclusivamente nel cercare di mettere

insieme il pranzo con la cena, ma possono dedicarsi anche ad altre attività, come la ricerca del

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lavoro. Si è visto come, riprendendo la riflessione di Simmel, il denaro venga investito di simboli e

funzioni che cambiano da una persona all’altra, cercando di smentire lo stereotipo intorno alla

figura dei poveri che utilizzano il denaro solo per l’alcool e la droga. Anzi, la tesi qui portata

avanti, è che la Bolsa Familia attraverso il denaro, l’istruzione e la salute fornisca quelle capability,

che Sen, considera essenziali per sviluppare quelle libertà sostanziali di cui un individuo ha bisogno

per realizzare se stesso, la propria individualità (Van Parijs 1995) e sentirsi parte della comunità. Di

concerto elargire il denaro invece che una cesta basica predefinita restituisce alle persone dignità e

le aiuta a sviluppare la personalità orientata secondo le proprie esigenze. Vengono intaccati anche i

sentimenti di vergogna e umiliazione (Cfr Smith), mediante l’istruzione le persone diventano

soggette attive del proprio essere prendendo la strada dell’indipendenza, a dispetto del sentimento

di vergogna che genera il rimanere trasparenti davanti allo Stato e al contempo esserne dipendenti

perché non si hanno gli strumenti per richiedere i propri diritti. Lo sviluppo quindi di un processo

di cittadinanza attiva, poiché attraverso la diminuzione dell’isolamento le persone divengono più

coscienti e possono cooperare insieme nella costruzione di un progetto comune fondato su diritti,

bisogni e necessità. Una cittadinanza, come si è vista basata su vicoli di responsabilità: istruzione e

salute, per rimettere in circolo l’importanza e l’esistenza di una società formata da individui per

andare incontro agi individui stessi come parte attiva di un progetto più ampio chiamato

democrazia.

Certo tutti questi elementi non bastano per analizzare la specificità della realtà brasiliana, basata su

un immaginario non inclusivo di una società che, per secoli, non ha percepito la disuguaglianza

estrema come un problema. Sia a livello etico sia a livello di scelta per un tipo di sviluppo non solo

economico, ma distributivo che comprenda anche l’importanza dei diritti umani. Quindi, questa è

una sfida verso una dimensione dell'inclusione che va al di là degli aspetti di valutazione strategici

di programmi come Bolsa Famìlia per affrontare i rischi di azioni contraddittorie nel trattamento

della povertà come nel caso di politiche di sicurezza in cui le persone povere che vivono in favelas

sono eventuali vittime più che agenti attivi e partecipativi.

5.2 Le UPPs: un successo o una violazione dei diritti?

Per valutare l’impatto delle UPPs si analizzerà l’incidenza criminale prima e dopo il progetto,

misurando le attività criminali: violenze, omicidi, lesioni, stupri, furti, avvenuti nelle comunità in

cui sono presenti le UPPs, comparandoli con l’andamento registrato con il resto della città di Rio

de Janeiro. Inoltre verranno messe a confronto le riflessioni degli abitanti delle favelas dove sono

presente le UPPs e gli agenti di polizia che costituiscono la componente delle UPPs.

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E’ importante subito evidenziare che la polizia non include le morti per mano de suoi agenti nella

categoria degli omicidi, ma nella sotto categoria di “omicidi derivanti da auto difesa”, riferendosi a

vittime seguite all’intervento della polizia.

L’ipotesi che si vuole verificare è la diminuzione di crimini successivamente all’entrata del

progetto nelle varie comunità interessate. Soprattutto le morti per mano di agenti dovrebbero subire

una drastica riduzione al punto tale che non ci dovrebbero essere più scontri tra i poliziotti e i

criminali per il controllo del territorio.

Dai dati della ricerca “Os donos do morro” (Cano, Borges, Ribeiro 2012), risulta come i crimini

accorsi nella comunità dove sono presenti le UPPs, registrano una evidente diminuzione di

violenze letali, sperimentando una riduzione di ca il 75%. Nello specifico la categoria “omicidio

doloso” è più moderata rispetto alle morti avvenute per intervento della polizia, dove la

diminuzione è più intensa passando da 0,5% al mese a quasi zero. Il tasso di morte violenta, di

omicidi e di furti, diminuisce soprattutto con l’entrata in sequenza delle UPPs nelle diverse

comunità. Dalla figura sottostante si può osservare come all’ingresso delle UPPs nelle comunità ne

consegue una riduzione del tasso di omicidi.

Grafico 1.2. Vittima di omicidio registrata per mese nel municipio di Rio de Janeiro:

comunità con UPP e resto della città

Parallelamente lesioni, minacce, sparizioni e crimini legati alla droga invece triplicano. Le

motivazioni alla base di tale aumento possono essere da una parte maggiore propensione e fiducia

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per una parte degli abitati delle comunità a denunciare i delitti, un’azione resa più agevole grazie

all’accompagnamento da parte della polizia all’esporre la denuncia, un servizio che prima non

c’era. Dall’altra parte, una diminuzione del controllo sociale violento da parte dei gruppi criminosi,

a cui consegue una maggiore libertà di commettere crimini minori che prima venivano controllati e

gestiti solo attraverso il potere di un gruppo criminale. Per una valutazione completa del

programma i ricercatori hanno provveduto attraverso il georeferenziamento ad analizzare l’impatto

delle UPPs nelle comunità intorno. I risultati seguono la stessa tendenza registrata per i dati inerenti

alle comunità con la presenza delle UPPS, tranne che per i crimini relativi alla droga che registrano

un andamento non lineare, presentando andamenti diversi da una comunità all’altra.

La prima dimensione analizzata sembra restituire una valutazione positiva dell’impatto del

programma, in realtà se si estende il periodo temporale fino al 2014, si registrano un aumento di

crimini nell’arco temporale dal 2012 al 2014 soprattutto in alcune favelas, come Cidade de Deus

che passa da 5 a 9 omicidi nel 2014.

Tab. 1.6 Numero di vittime per omicidio in comunità con UPPs

Favelas Anni

2012 2013 2014

Alemao 3 0 1

Cidade de deus 5 4 9

Andarai 1 0 4

Facendinha 0 0 2

Mangueira 0 1 2

Turano 2 1 2

Sao Carlos 2 2 3

Sao Joa 1 0 1

Tabajares 0 1 1

Municipio do RJ 1206 1324 1246

Fonte ns elaborazione sui dati ISP 2015

Dal 2008 a 2012 le UPPS sono stati un successo mediatico riscuotendo l'approvazione da parte di

un’ampia parte della popolazione. Dal 2012 ha cominciato a divenire evidente che l'UPP non ha lo

stesso effetto in tutte le favelas occupate. Il conflitto si intensifica tra i trafficanti armati e la polizia

nei quartieri poveri della favelas Complexo de Alemao. era sempre teso a Mangueira.

Parallelamente continuano le morti tra i residenti e la polizia nella favelas Cidade de Deus. In

questo momento diventa un’altra volta forte e più presente il pregiudizio che chi vive in favelas o

collabora con il trafficante o è il trafficante. Non sono quindi percepiti e di conseguenza trattati

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come cittadini ma rappresentano i nemici, parole che ritorneranno attraverso le interviste agli

abitanti delle favelas nell’analisi delle altre due dimensioni.

b. Percezione della sicurezza

Dalle interviste effettuate nelle favelas coinvolte nel programma risulta, secondo la ricerca “os

donos do morro” (Cano, Borges, Ribeiro 2012), come primo dato una maggiore libertà per gli

abitanti di potere esprimere il proprio parere sulla UPP, ne emerge quindi un primo indicatore di

successo. Dalle parole di alcuni intervistati vengono segnalati come elementi positivi del

programma: la possibilità di muoversi tra le favelas, la fine delle sparatorie e delle vittime di

omicidio.

“Oggi la gente vede che qualcosa sta cambiando, la stessa libertà, capisce? Ora la gente ha più libertà di

muoversi, capisce, da un luogo all’atro. In alcuni luoghi, come in questo”. (Ibidem, p114)

Altri invece vedono nelle UPPs un cambiamento diverso, ovvero nel prendere il controllo del

territorio da parte della polizia al posto dei gruppi criminali, quindi più che un programma di

ripristino della pace, un programma di cambiamento di proprietario.

“L’impressione che io tengo è che la gente cambia il proprietario”. (Ibidem, p116)

In queste e in altre parole di alcuni intervistati si scorge il timore che il controllo sociale della UPPs

sia autoritario e arbitrario, una percezione dovuta anche all’aumento di altri tipi di crimini in

seguito all’implementazione delle UPPs, che lascia la sensazione di insicurezza.

“E dopo che vennero qui, la Unità di Polizia Pacificadora, ciò che successe questo, assalto nelle

case, nei negozi”. (Ibidem, p117)

Inoltre tra le persone permane il timore che una volta terminato questa politica di sicurezza, i

gruppi criminali ritorneranno ad essere i padroni delle comunità e si scaglieranno contro le persone

vicine alla polizia. Ciò genera distanza tra gli abitanti e la polizia (Ibidem, p. 121). Inoltre si

riscontrano dubbi sul futuro del progetto, sia sulla durata sia che possa degenerare in qualcosa di

negativo.

“Io penso che si andrà a formarae alcun tipo di nuova milizia armata que mischia polizia…sarà una cosa

molto peggiore (…) Io penso che è altro, una specie di corruzione da dentro la UPP”. (Ibidem, p117)

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Su questo punto gli intervistati sono discordanti: vi sono coloro che vedono nei poliziotti, agenti

cordiali e più vicini alla comunità rispetto alla “vecchia” polizia, altri vedono gli agenti ostili

evidenziando come non siano pochi gli abusi commessi per mano della UPP. Una realtà questa, che

adesso esce di più allo scoperto rispetto a prima, segno che c’è un maggiore controllo da parte delle

UPPs.

A ostentare maggiore attrito verso la UPP sono soprattutto i giovani, soprattutto per via delle regole

che la polizia di pace impone in attività come il ballo e il volume della musica. Una controversia

dovuta alla lacuna della legge che regola gli orari da osservare per sentire la musica, ma che fino ad

ora non era stata applicata. In alcune comunità si risolve attraverso un processo di negoziazione tra

le parti, in molte altre sono i poliziotti a decidere in maniera autoritaria intervenendo

arbitrariamente e reprimendo balli e musiche. Queste pratiche rischiano di scivolare nel pericolo

che il comandante della polizia diventa il nuovo padrone della comunità, mettendo in atto

risoluzioni rapide e violente perché convinti che è l’unica forma di regolazione vissuta dagli

abitanti (Ibidem, p. 198). Allo stesso tempo vi sono anche dei comandanti che assumono un ruolo

più paternalistico nei confronti della comunità, relazionandosi attraverso regole di educazione.

Tutto ciò rivela una forte critica mossa verso la UPP: è un programma prettamente verticale, dove

le esigenze e necessità degli abitanti in termini di sicurezza, non sono ascoltate ma sono imposte

dall’alto a seconda del volere degli agenti di polizia. Il programma prima di essere implementato e

anche durante non ha convolto gli abitanti delle favelas e nonostante la sua filosofia si basi su una

polizia vicina alla comunità, in realtà quest’ultima non viene contemplata. Di conseguenza la

situazione cambia molto da una comunità all’altra, raffigurando favelas dove le tensioni e i conflitti

armati con la polizia ancora avvengono, altre dove il clima è di maggiore tranquillità, nella maggior

parte vi è una situazione intermedia, in cui non vi sono conflitti ma il rischio che possano sfociare

da un momento all’altro è molto alto (Ibidem, p. 159). I poliziotti affermano che le comunità più

difficili sono quelle in cui il traffico opera attraverso reti familiari, a dispetto delle comunità dove il

traffico è diretto da gruppi criminali.

c. Il vissuto dei poliziotti

Anche i poliziotti stessi avanzano critiche nei confronti del programma. Innanzitutto gli agenti

recriminano una perdita di rispetto e di status che non gli vengono riconosciuti dalle comunità-

“Il poliziotto spara una pallottola in alto e viene punito. Qui il poliziotto è più ripreso […] Nel battaglione è

solo conversare con il colonnello” (Ibidem, p. 153)

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Queste parole rivelano che c’è un maggiore controllo dei poliziotti nelle UPP, quindi un aspetto

positivo, ma al contempo mettono in luce come gli agenti delle UPPs non comprendono che far

parte di una politica pubblica vuol dire sottostare a regole e verifiche più rigide.

La maggior parte dei poliziotti intervistati afferma di sentire la mancanza di quella che definiscono

“la vera polizia”, perché le condizioni in cui lavorano sono peggiori: le UPP sono decentralizzate,

mal servite, in alcuni casi mancano i bagni e inoltre l’aumento di 500 R$ previsto dal programma

arriva in ritardo e con un valore inferiore.

Traspare da queste parole la difficoltà degli agenti di percepire il nuovo compito che devono

portare avanti, basato su responsabilità e azioni diverse dalla polizia tradizionale. La

trasformazione di una polizia repressiva ad una preventiva richiede sicuramente del tempo, ma la

formazione impartita agli agenti è quasi inesiste.

“Quindi la gente non studiò per essere della UPP, la gente costruì questo durante il tempo. All’inizio la

gente ancora aveva quella mentalità del battaglione, che riceveva meriti quel camerata che aveva fatto un

buon imprigionamento[…] Solo che con il tempo o visto che il nostro lavoro è prevalentemente di

prevenzione, quindi la gente deve premiare anche quei poliziotti che hanno una buona accettazione della

comunità” (Ibidem, p. 164).

Nonostante gli aspetti positivi, il progetto rivela una bassa legittimità interna nella polizia, dove gli

agenti di polizia coinvolti nel programma preferiscono lavorare nei battaglioni convenzionali e i

loro colleghi della “vera” polizia li considerano inferiori. Inoltre risulta sempre più evidente la crisi

attraversata dalla UPP, dove i propri agenti recriminano le difficili condizioni di lavoro e la

mancanza di un coordinamento adeguato che rendono il loro lavoro sempre più pericoloso. Infatti

secondo i dati forniti dalla polizia civile e militare dal 2012 in poi si sono registrati morti degli

agenti della polizia delle UPPs, soprattutto tra il 2014 e 2015 si registra un aumento arrivare ad un

totale congiunto di 15 morti.

Grafico 1.3 Numero di poliziotti morti dalla creazione della UPPs

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Fonte: Polizia civile e militare

*dati aggiornati all’8 Luglio 2015

A migliorare la situazione non ha contribuito la formazione che dura un o due mesi al massimo a

differenza die seri mesi previsti per i battaglioni “tradizionale”

Si è visto come in alcune comunità la relazione tra poliziotti e abitanti è armoniosa, i bambini si

identificano negli agenti delle UPPs tagliandosi i capelli come loro. La speranza in questi casi è che

i giovani della prossima generazione non vedano più nei gruppi criminali gli idoli da seguire. In

altre comunità invece gli abitanti vedono la polizia come un nemico e i poliziotti li considerano

come dei criminali. Quindi anche nelle comunità in cui si riscontra una diminuzione di crimini

rimane aperto il conflitto tra poliziotti e abitanti.

Quindi se da una parte l’obiettivo del progetto di riduzione del crimine è stato raggiunto, dall’altra

molte sono le lacune da affrontare. A partire dalla propria ricerca di normalizzare in modo verticale

la vita sociale degli abitanti, così facendo le UPPs di fatto ignorano i diritti civili e culturali di

queste comunità.

La prospettiva da cui parte la UPP, dove il "contrasto” alla criminalità in quelle aree, ora

riconosciute come "pacificate” rende concreto l’enunciato che queste aree delle favelas non

appartengono all'universo della "Stato di diritto", ma piuttosto a spazi dove ancora deve essere

applicato lo "Stato di eccezione" (Ribeiro 2015). Il motivo risiede nell’aver sempre riconosciuto i

favelanti come degli ousider, che si sottraggono a quelle che sono le regole della società,

etichettandoli come gruppi contrassegnati da una “socialità violenta” (SILVA, 2004; DIRK et al,

2004). Come si è visto dall’analisi, fino al 2012, Sotto la bandiera della "guerra alla droga" i UPPs

erano efficaci nel ridurre gli scontri tra bande rivali; ridurre le morti per l'azione delle forze di

polizia e l'apertura delle favelas a caratteristiche di cittadinanza come i corsi di formazione

professionale e la possibilità di circolazione tra le favelas senza confini controllati da trafficanti.

Le opinioni dei residenti all’inizio erano divise sulla realizzazione della UPP. Ad inizio, “La pace

armata” é stata approvata per quasi il 90% dei residenti. Allo stesso tempo gli abitanti

denunciavano all'esistenza di reati minori come il furto, prima impedito dai trafficanti. Abitanti

delle favelas conoscevano lo scenario della decade anteriore e di cui sopra è stato spesso descritto

dalla "metafora della guerra." I conflitti tra trafficanti di droga e della polizia è arrivato a toccare i

tassi di omicidio per un massimo di 80 casi ogni centomila abitanti negli anni '90. Dal 2012 in poi

la UPP entra in crisi, non riuscendo più ad essere efficace come all’inizio e registrando un aumento

di vittime e di scontri con la polizia. E’ emerso in maniera sempre più evidente il pregiudizio degli

agenti della UPP verso i favelanti. Così, la popolazione da proteggere e integrare in molti casi viene

trattata allo stesso modo cultura tradizionale della polizia militare: quella cultura nata nei momenti

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di assenza di democrazia in cui si ostentava che il bisogno di sicurezza prevale sopra diritti civili e

diritti umani. Gli abitanti sono stati trattati come normalmente vengono indagati gli avversari ad

essere combattute con violenza legale o extra legale. Tutto questo legittimato grazie a un ritorno

più forte di una polizia che non ha mai riuscita a servire a una società democratica.´

Si tratta di un abuso tradizionale stabilito e rafforzato da anni di dittatura militare. Il problema è che

il progetto del UPP è la promessa di democratizzazione e di inclusione in modo sicuro. Ma la

partecipazione dei residenti nella valutazione e la selezione delle priorità e risoluzione dei conflitti

è ancora molto al di sotto del previsto ideale in tempi di democrazia.

6. L’esperienza brasiliana è importante per l’Europa?

La riduzione della politica inclusiva agli apparati di sicurezza crea uno scenario complesso. Le

politiche di sicurezza possono essere legittimate per l'aumento circostanziali del senso di sicurezza

da parte della popolazione già eccessivamente allarmata per il rischio di "invasione" dei poveri,

spesso immigrati di altre nazionalità e culture. Possono, come in Brasile, essere ridotti i tassi di

violenza storicamente molto alti, ma senza ridurre la nascita dello stato di polizia sulla vita delle

persone che vivono nelle zone povere a cui viene imposta una pace armata di risultati molto

discutibili. Tuttavia lo Stato è destinato a non agire come un vero e proprio catalizzatore di circuiti

di reciprocità.

Questo succede perché questa prospettiva politica manca pericolosamente nel garantire ciò che

Ferrugia (1993) chiamò il legame sociale, la base per nuove forme di reciprocità, fondamentale

quando si parla di politiche inclusive.

Tale reciprocità permetterebbe la coesistenza le cui basi vanno oltre al contratto civile proprio dello

Stato, ma un contratto fondato su una comunità razionale.

Come per Habermans e Ricoeur, ciò giustificherebbe nuove legittimità e forme di vita collettiva e

risalterebbe il carattere razionale dello Stato, in cui la violenza deve essere limitata e regolamentata

secondo giustificazioni chiare. In poche parole, politiche sociali-poliziesche possono aumentare le

garanzie del diritto alla vita se si leggono i loro risultati attraverso dati statistici affidabili e

ottimistici. Ma mancano nel compito di garantire il diritto alla vita in società, a lungo termine per

un gruppo crescente di individui, gruppi etnici e territori.

In Brasile i poveri non sono stranieri in generale. Ma sono spesso trattati come se facessero parte di

una frazione distinta quanto a cultura, cittadinanza e eleggibilità per i benefici. I poveri dovrebbero

essere inclusi non come forma di prevenire la loro natura potenzialmente pericolosa, non perché

sono criminali o suscettibili di ideologie radicale avverse all'ordine esistente. Essi dovrebbero

essere inclusi perché una società democratica non può sopravvivere senza politiche che permettano

la cittadinanza attiva e partecipativa.

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Nel paese di Wacquant, il programma di reddito minimo presuppone la contropartita dai bisognosi

sotto una prospettiva di "cittadinanza attiva". L’RMI prevede che i beneficiari si impegnino in

attività che gli consentono dare un contributo sociale in risposta al riconoscimento da parte dello

Stato di un dividendo sociale per i più poveri.

In Brasile, il programma di trasferimento di denaro condizionato, la Bolsa Familia opera con una

prospettiva simile all'inclusione nella vita politica dei beneficiati e soprattutto nel garantire

l’istruzione per l'inclusione dei loro figli. In entrambi i casi l'obiettivo da raggiungere è la socialità

positiva. Tuttavia, quando le politiche di sicurezza tendono a rafforzare la stigmatizzazione,

diventano di fatto degli ostacoli piuttosto che alleati. Le prime politiche di inclusione economica

sono sostenute dal rafforzamento di un collegamento tra sociabilità e solidarietà.

Le politiche denominate per Wacquant di panoptismo sociale creano mappe di rischio che servono

per le azione di emergenza o di investigazione sulla base di gruppi potenzialmente pericolosi. Tali

politiche partono dal presupposto che i gruppi in situazioni vulnerabili devono essere vigilati e

classificati come prè condizione per l’inclusione. Nella pratica sono due linee di politiche che

riconoscono rischi sociali molto diversi.

Da una nostra ricerca effettuata dal 2012 al 2014, (Silva Filho Rossotti 2014) risulta che in un

ambiente tipico delle favelas carioca, operano entrambe le prospettive. Nel caso brasiliano, allo

stesso modo dove prevalgono due modelli, i limiti strutturali del successo di ogni programma è

presente. Nello specifico, l'inclusione economica non è sufficiente, in quanto la sicurezza armata

non basta senza la partecipazione attiva del pubblico a cui è rivolto e senza prendere in

considerazione le sue opinioni e desideri.

L'inclusione sociale è una causa allo stesso tempo emergente e strutturale. L’emergenza della

sicurezza non può sopprimere il suo carattere democratico. Questo è parte di ciò che rende la nostra

lettura sulla UPPs e Bolsa Famìlia una possibilità di esaminare le potenzialità di sviluppare il

principio della giustizia sociale e di cittadinanza attiva in Europa. O anche esaminare l'eventuale

perversione nelle pratiche esclusive e frammentate.

Conclusioni

Il paradosso del Brasile è che rimane una cultura non democratica di polizia in un periodo

democratico. Negli ultimi anni è cambiato la versione secondo la quale una zona dovrebbe essere

più che controllata attraverso la maggiore presenza di armi. Cosi la cultura della militarizzazione fa

sì che l’"area di sicurezza" e di "pacificazione" dimostrano di essere concetti non legati alla

democrazia ma una imposizione dello stato nella vita civile. In questa situazione si sommano ed

emergono situazioni di pregiudizi contro i neri, le donne, gli omosessuali, che diventano ancora più

difficili quando vengono inseriti nella falsa associazione tra povertà nelle favelas e criminalità.

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Questa posizione, potrebbe compromettere lo sforzo di affrontare la povertà mediante sforzi come

la Bolsa Família stessa. Infatti, nelle ultime elezioni, è avvenuta una disputa dura in cui il

pregiudizio contro i poveri era chiaro. Il povero, soprattutto i poveri del nord-est sono stati riportati

dalle politiche come un gruppo di parassiti che occupano uno spazio eccessivo nel patto sociale. La

sfida che si trova ad affrontare il Brasile oggi è quella di imporre una cultura repubblicana contro

quella in cui la dittatura ha colonizzato generazioni con l'idea che la priorità è la sicurezza armata

verso la criminalità ed il povero viene percepito come la rappresentazione sociale del criminale.

Oggi, le voci che esplicitamente o senza preavviso rappresentano conservatorismo hanno un ovvio

disprezzo per i movimenti sociali popolari. Il Brasile sta vivendo questi rischi e paradossi. É

possibile che questa sai la manifestazione locale e specifica di un ambiente internazionale timoroso

per l'idea di democrazia e di libertà che non viene monitorata. La globalizzazione della paura

rappresentata nella guerra alla droga si comunica con questa paura della guerra al terrore (il nemico

esterno assoluto o nemico nazionale nascosto e traditore). E non è inaudito che uno dei giornali più

importanti del Brasile si riferisce a una possibile associazione tra i criminali delle favelas e i

"terroristi". Questa è l'immagine di grande impatto e capacità di persuasione.

Il trattamento di emergenza della povertà, il modo in cui si prevede di generare cambiamenti

strutturali per le condizioni sostenibili per la qualità della vita é in contrasto con un altro

trattamento e prospettiva di altre emergenza nazionale: la sicurezza contro la criminalità

organizzata in aree povere. Come due punti quasi opposti di riferimento condividono politiche

nello stesso territorio e nello stesso tempo? La guerra e l'inclusione democratica possono descrivere

i rischi della vita repubblicana brasiliana. Ma non sono lontani dai rischi che il principio della

guerra porta contro i diritti umani ovunque. La libertà e i diritti umani come valori in sé stessi non

devono essere dimenticati, sia nei continenti in cui la democrazia è recente, sia dove si trova la sua

radice filosofica. La pace armata non é solo una condizione insufficiente alla democrazia e alla

sicurezza sociale. Può essere spesso il suo assurdo contrario.

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