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ANNO XVIII N. 8 - 18 APRILE 2020 EDIZIONE SPECIALE IN PDF IL DIARIO DI CASTROVILLARI E DEL POLLINO La pandemia odierna ovvero quel vistoso segnale della terra che si ribella al “nostro mondo” L’epidemia di colera del 1911. I fatti di Verbicaro Il popolo contro i “signori”, untori e avvelenatori Pappaterra: «Sosterremo con ogni mezzo tutti gli operatori economici del nostro territorio che hanno creduto ed investito nel cosiddetto “turismo disponibile”»

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Page 1: IL DIA RIO i... · Offrire prossimità a chi combatte contro il quotidiano e radicale nemico del suo tempo, che è la solitudine, è un dono inestimabile! Abbiamo avviato da al-cuni

ANNO XVIII N. 8 - 18 APRILE 2020EDIZIONE SPECIALE IN PDF

IL DIARIODI CASTROVILLARI E DEL POLLINO

La pandemia odierna ovvero quel vistoso segnale della terra

che si ribella al “nostro mondo”

L’epidemia di colera del 1911.I fatti di Verbicaro

Il popolo contro i “signori”,untori e avvelenatori

Pappaterra: «Sosterremo con ognimezzo tutti gli operatori economici

del nostro territorio che hannocreduto ed investito

nel cosiddetto “turismo disponibile”»

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Ho solo 21 anni, dovrei essere impe-gnato a studiare per sostenere unesame all’università, programmare leuscite del sabato sera con la mia fidan-zata e incontrare gli amici, dovrei dedi-carmi alle mie attività in Parrocchia einvece… Invece da più di un mesesiamo chiusi in casa, facciamo finta chefuori tutto sia normale, che dentro lemura domestiche tutto sia normale, mainvece non lo è. Non lo è perché se ci viene in mente diuscire dobbiamo iniziare a prendereguanti, mascherine, disinfettante, igie-nizzante. Per non parlare poi di quandosiamo per strada, camminare quasi atesta basta, di fretta, cercando e spe-rando di non incontrare nessuno. Chegran fatica! Noi meridionali non siamoabituati a questo. Siamo il popolo del-l’abbraccio, del caffè pagato al bar,siamo il popolo che regala sorrisi anchenei momenti più neri perché siamo co-scienti di quanto sia forte un sorriso. Ma da qualche giorno, dicevo, da più diun mese non è più così. Ci siamo ritro-vati in mezzo ad una guerra, stiamocombattendo, ma no come hanno fattoi nostri nonni che sono partiti per ilfronte, imbracciando un fucile e salu-

tando, nella speranza di rivedere i lorocari: noi stiamo combattendo con un te-lecomando in mano, sul divano. Percosa? Un Piccolo virus, un esserino, meno diun nanometro di misura, che ha avuto ilpregio di riuscire a fermare, addirittura,la guerra in molte parti del mondo, cosache non è riuscita in tanti anni né alleNazioni Unite, né alle grandi potenzemondiali, tantomeno ai numerosi ap-pelli di Papa Francesco.Un piccolo virus che ha bloccato ogniassembramento di massa e ha annullatomatrimoni, lauree, funerali.Un piccolo virus che ha bloccato ognimovimento sulla terra e nei cieli. Nessunvolo, nessuna nave, nessun treno.Ha chiuso tutte le persone - piccoli egrandi, deboli e potenti - nelle case, neipalazzi e nei castelli in preda alla pauradi un invisibile sconosciuto.Il piccolo virus ha imposto di rivederel’igiene delle nostre mani e l’attenzioneper la salute dell’altro quando si starnu-tisce. Ha costretto l’umanità a sedersi in-sieme, per parlare e scambiarsi opinionisenza formalità. Ha indotto i padri e lemadri a giocare a lungo con i figli, tran-quilli come non mai.

Questo piccolo virus ha dimostrato chela vita non vale niente se i nostri vicininon hanno da mangiare e ha insegnatoa tutti, intellettuali, ignoranti, saggi edotti, che gli uomini su questa terrasono tutti uguali.Un piccolo virus che ha proibito le ma-nifestazioni in Algeria e le elezioni inFrancia e ha tolto l’oppressione israe-liana ai palestinesi di Gaza.Il piccolo virus ha realizzato quello chenon hanno saputo realizzare tanti po-tenti, politicanti e scienziati luminari. Hapulito il cielo e il grande inquinamentoambientale della terra, ha richiamato gliuccelli a cantare sugli alberi e gli schia-mazzi dei bambini felici a giocare neiparchi. Ha reso l’acqua di Venezia pulitae trasparente, ricca di nuovo di pesci.Un piccolo virus pareggia il ricco e il po-vero, il debole e il potente, tutti chini da-vanti alla malattia.Ha paralizzato lo sport, ha tolto la voceai cantanti e ha isolato i prepotenti, haspento la luce di tutte le stelle fasullerendendole anonime sconosciute.Questo minuscolo virus ha piegatoTrump e Johnson davanti alla malattia eli ha fatti inchinare in attesa della sen-tenza di un semplice medico e come lui

Johnson, Carlo d’Inghilterra, AngelaMerkel e altrettante teste coronate e po-tenti.Ha dato gran dignità alle competenzemediche, scientifiche e letterarie. Un piccolo virus ha aperto gli occhi atanti e ha fatto scoprire l’amara realtà,che l’uomo è il virus più spregevolequando rinuncia alla sua umanità.Per questo mi auguro che dopo la bat-taglia e i nuvoloni di pioggia scuri diquesto inverno così strano, arrivi l’arco-baleno tanto canzonato dai bambiniche hanno saputo dipingere con i coloripiù belli. Ne sono certo, tornerà l’arco-baleno e noi non saremo, però, piùuguali. Saremo feriti nell’anima perchéc’è chi avrà perso una persona cara, c’èchi da questa quarantena ne uscirà piùsolo, ma c’è anche chi ne uscirà consa-pevole che la vita è una, unica e meravi-gliosa, e che a volte bisogna imparare asognare per imparare a vivere. Io ne sono certo, ho solo 21 anni, ma loso…me lo auguro...deve esserecosì...Quando tutto finirà sarà il tempodi una nuova umanità.

Giovanni Paolo Tursi

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La quarantena di un giovane studente universitarioQuesto piccolo virus ha insegnato a tutti, intellettuali, ignoranti, saggi e dotti,

che gli uomini su questa terra sono tutti uguali

È proprio in momenti di crisi così unici,come quelli che stiamo vivendo, chevien fuori lo spirito di “missione” per cuiognuno si sente un pezzo di società,con il bisogno intimo di interessarsi allesorti dell’altro o con la responsabilitàsociale di aiutare chi è più fragile e dicostituire il legame con la comunità,con il territorio, in un atteggiamento dicooperazione. Alle grandi domandedei nostri figli, spesso non dette, rispon-diamo che verrà il tempo libero, che ri-torneremo presto in Associazione con ivolontari, impegnati e appassionati, efaremo la danza, il teatro, la Corsa delSole, i lavoretti con la creta. La tantapaura che riguarda tutti, ha consentitoin questo periodo, un’impennata delvolontariato, risvegliando lo spirito difare squadra, con uno spiccato senso diappartenenza alla “bandiera”, al territo-rio, facendo proprie le regole e resti-tuendo un po’ dell’identità perduta.L’affacciarsi alle finestre, accendere lacandela di sera, il riconoscere che letante cose futili meritavano di esserecancellate, ha ridestato nuove disponi-bilità e per fortuna ha allontanato dallestrade il localismo asfittico e spesso co-perto di rancori. Grazie, amici “LIONS”e valorosi volontari dell’ “ANAS”, che, in-sieme, rafforzate la volontà di conver-

gere operativamente verso un obiettivocomune: il bisogno di presidiare il terri-torio, in questo momento difficile, an-dando verso chi ha più bisogno,divenendo i custodi sociali e il sostegnoalla fragilità umana. Oggi serve l’armadella scienza, il sacrificio estremo deimedici, la divisa del coraggio e tantaforza, ma anche la capacità di compieregesti solidali e raccogliere un grido omagari una domanda muta e silenziosa.Offrire prossimità a chi combatte controil quotidiano e radicale nemico del suotempo, che è la solitudine, è un donoinestimabile! Abbiamo avviato da al-cuni giorni un programma di sostegnoa distanza per i nostri ragazzi, serven-doci di WhatsApp o di internet. È bellis-simo sentire le loro voci e quelle dellemamme, vedere i loro disegni, le rispo-ste ai quiz o la pratica di semplici ricettedi cucina. L’aurora di nuovi giorni e ilsuono delle campane della Resurre-zione ci aiutino a dimenticare i convoglidei camion, in rotta verso i luoghi senzanome del silenzio, e riportino in tutto ilmondo il senso caldo della vita. È que-sto il nostro Augurio più sincero con lasperanza di tornare presto a condivi-dere concretamente iniziative e pro-getti.

Tina Uva Grisolia e Soci AFD

L’ AFD (Associazione Famiglie Disabili)ringrazia

Il Vicesindaco, Francesca Dorato ha consegnato alle associazioni “Casa Betania”e “Casa di Y’shua” il ricavato del mercatino “Natale sotto le strenne 2019”, or-ganizzato dall’Amministrazione municipale e curato dalle Scuole locali. Presenti per l’occasione l’Assessore ai Servizi Sociali, Pino Russo, e il consiglierecomunale Antonio Notaro. Assenti, per le prescrizioni che impone l’emergenzasanitaria in corso, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche. La disponibilità di docenti ed alunni è stata sentitamente ringraziata dai rappre-sentanti dell’Amministrazione comunale i quali, in vario modo, hanno affermatola portata di questi gesti di gratuità e prossimità che nascono dal rendersi contodel vero bisogno, dal guardare l’Altro, sorprendendo che in quello che si fa c’èmolto di più di quello che si vede.

Solidarietà alle associazioni “Casa Betania” e “Casa di Y’shua”

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Una tragedia devastante si èabbattuta sul pianeta emetà della sua popola-zione è reclusa in casa. Lecittà sono silenziose e de-

serte come fosse Ferragosto. Le regoledi vita impartite come al tempo diguerra. Il nemico invisibile. La paura dif-fusa quanto la pandemia, quest’ultimapropagatasi da un virus che sfugge alnostro sapere; è sconosciuto alla medi-cina e al nostro sistema immunitario. Lapandemia si manifesta sin d’ora “mode-stamente” letale, ma devastante sulpiano sociale e psichico. L’ignoto virusblocca la macchina produttiva, perchétoglie i corpi all’economia. Viviamo in un“tempo sospeso”, per usare un’allocu-zione di Carmine Abate. Siamo entratinell’epoca della bio-politica, nella qualela politica non è più il centro del poteree ai medici, scienziati ed esperti è la-sciato un po’ di spazio, non più di tanto.Ma entrambi hanno un orizzonte limi-tato, navigano a vista.

L’impossibile è avvenuto.La pandemia odierna è l’ultimo vistososegnale della terra che si ribella al “no-stro mondo”. I cambiamenti climatici,l’uso massiccio dei combustibili fossili,l’inquinamento con lo sviluppo dellepolveri sottili, lo stravolgimento degliecosistemi, il riscaldamento globale conlo scioglimento dei ghiacciai dal nord alsud del pianeta, la deforestazione inten-siva - si vedano gli incendi in Brasile eAustralia - creano le condizioni per favo-rire le epidemie che negli ultimi decennisi sono avvicendate numerose. Dall’epi-demia dell’AIDS, alla MARBURG, dallaAVIARIA alla SARS, dall’EBOLA alla H1N1,per citare solo le più note, per giungereall’attuale pandemia da CORONAVIRUS.Una cosa è chiara: le correlazioni tra ilsaccheggio del pianeta e il diffondersi diepidemie è ormai acclarato scientifica-mente.L’impossibile è avvenuto grazie alle lo-giche del profitto fine a se stesso.Non possiamo sapere come usciremodalla pandemia le cui condizioni sonostate create e favorite dal neoliberismosfrenato, dalle logiche del mercato so-vrano, dalle delocalizzazioni selvagge,dallo sfruttamento del pianeta in modo

arrogante ed intensivo, dai tagli mas-sicci fatti dal Welfare State, quindi allasanità pubblica da generazioni; il Servi-zio Sanitario Nazionale al quale sonostati tolti capitali ed energie (in Italiatolti 37 miliardi negli ultimi due lustri)ma in compenso investita una cifrapoco superiore a quest’ultima e utiliz-zata per comprare 90 caccia bombar-dieri F-35! La stampa e i media allineati a questa lo-gica oggi “scoprono” che non ci sonoposti letto sufficienti, quando negli ul-timi quarant’anni i posti letto sono dimi-nuiti di quasi 8.000 unità all’anno e lecliniche private, nel contempo, si sonosviluppate a dismisura; “scoprono” chenon ci sono strumentazioni salvavita oc-correnti, addirittura non ci sono le ba-nali mascherine e i guanti (produzionedelocalizzata in Asia perché non remu-nerativa); “scoprono” che per sopperirealle deficienze della Sanità Pubblica siarricchiscono le cliniche private (vedil’ex Governatore della Lombardia, For-migoni, condannato per aver lucrato suqueste operazioni mentre traghettavainvestimenti dalla Sanità Pubblica aquella Privata). Dulcis in fundo, i mediafanno a gara per organizzare campagnedi donazioni per la Protezione Civile ec’è chi, dal cuore generoso, offre contri-buti per sopperire alle conseguenze diuna logica criminale.Tutto ciò che succede nel mondo èscomparso dall’informazione, c’è solo ilcoronavirus, ma le guerre continuano eintere popolazioni soffrono da semprela fame. Capiamo che occorre ripeteredi restare a casa, ma questo trattamentomediatico è ansiogeno e infonde ten-sione della quale non c’è bisogno, maallo stesso tempo serve per obnubilarele menti e non farle ragionare sulla si-tuazione reale e sulle opportunità dicambiare pagina una volta per tutte. Pa-gina nella quale scrivere che la SanitàPubblica Universale e l’Istruzione sianoi fondamenti della dignità umana.L’economia mondiale è sconvolta e ri-marrà a lungo indifferente alla quantità

di denaro che circola nel sistema finan-ziario. Dobbiamo ragionare sulla so-spensione del funzionamento deldenaro perché, forse, qui sta la chiavedi volta per uscire dalla forma capitali-stica attuale, vale a dire rompere defini-tivamente il rapporto tra lavoro, denaroed accesso alle risorse non solo del Pia-neta.Dobbiamo ribaltare il paradigma impo-stoci finora, ovvero la ricchezza non è ilmontante economico che posseggo,ma la qualità di vita che posso avere.L’attuale situazione avrà effetti irreversi-bili. Chi parla di come far ripartire la“macchina” come se nulla fosse acca-duto, forse non ha capito bene cosa staaccadendo; stiamo andando a fortipassi verso una recessione mondiale.Coloro i quali, invece, hanno capitobene gli accadimenti attuali e invocanomisure affinché nulla cambi al mo-mento della fine dell’emergenza, sonoin malafede perché accettano la spieta-tezza del neoliberismo imperante, ba-sato sulla logica del profitto che per lorovale molto di più della perdita di viteumane.Noi dobbiamo opporci alla ripartenzadella macchina e al suo funzionamentosimile a quanto successo negli ultimi 30anni. La religione del mercato e il liberi-smo privatistico debbono essere consi-derati come crimini ideologici. Lasituazione dell’odierna Sanità Pubblicain Italia lo dimostra. Gli economisti checi promettono che la cura per ogni ma-lattia sociale è il taglio della spesa pub-blica e la privatizzazione, se provanoancora ad aprire bocca, andranno trat-tati per quello che sono: degli idioti pe-ricolosi e prezzolati lacchè, che hannosostenuto l’attuale sviluppo economicoe scatenato i grandi problemi che afflig-gono il pianeta, quali la distruzionedell’equilibrio ecologico, la crisi delle de-mocrazie, l’aumento vertiginoso delledisuguaglianze, sino all’attuale arrestodomiciliare di interi popoli. La devasta-zione prodotta da questa crisi non dob-biamo calcolarla con i parametri della

finanza, dobbiamo valutarla sulla basedi criteri di utilità; dobbiamo proporci digarantire ad ogni persona le cose utili dicui tutti hanno bisogno, quali l’alimen-tazione, la salute, l’istruzione, l’abita-zione, il lavoro e quindi un futurosereno.A questo punto una domanda è conse-guente a quanto detto. Dove troveremoi mezzi per riparare i danni sociali che sistanno creando in questo fragoroso si-lenzio delle città? Dagli averi e forzieri dicoloro che hanno approfittato di politiciservili, per appropriarsi dei beni pubblicie comuni utilizzati per l’arricchimentoprivato; beni che sono stati lasciati de-cadere sino al punto di ammazzare 43persone che transitavano su un ponte!Non si può tornare alla “normalità” pre-cedente la pandemia, che ha reso il pia-neta così fragile da aprire le porte allapandemia stessa.L’aria nel mondo sta diventando respi-rabile, ma a che prezzo? Vite perdute,paura dilagante e domani una depres-sione economica spaventosa che di-pende da questa forma capitalistica. L’Europa della finanza ha massacrato gliideali di fondo dei Padri Fondatori, fa-cendo rinchiudere ogni Paese in sestesso, creando pulsioni ed ascessi re-gressivi. La normalità pre-pandemicanon deve più tornare. Dovremo chie-derci cosa è utile per l’essere umano, peri popoli, per il pianeta, per non aprireancora una volta le porte a un’altra pan-demia. E finalmente cambiare strada,per riportare la persona al centro dellasocietà e del suo ciclo produttivo.

Giuseppe Chimisso

La pandemia odierna ovvero quel vistoso segnale della terra che si ribella al “nostro mondo”

IL DIARIO DI CASTROVILLARIE DEL POLLINO

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il DIARIO - ANNO XVIII N. 8

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L'episodio più noto e studiato della sto-ria di Verbicaro è l'epidemia di coleradell'estate del 1911 e la rivolta checausò. Molto spesso il fatto viene stru-mentalizzato per sottolineare l'arretra-tezza del Paese agli inizi del Novecento,senza considerare che in quegli anni avivere in condizioni di emarginazionenon era solo Verbicaro ma tutta l'Italiameridionale, con gravi responsabilitàdel governo nazionale. […] Nel 1911,quando in Italia si celebravano i primicinquant'anni di unità nazionale, si salu-tava questo avvenimento con grandimanifestazioni e cerimonie, da Verbi-caro, da questo piccolo e sperdutopaese della Calabria, del tutto scono-sciuto alla gran parte degli italiani, co-minciarono a giungere notizieinquietanti. L'epidemia di colera, chenell'estate del 1911 aveva toccato altreregioni italiane, ebbe a Verbicaro, per leprecarie condizioni igieniche e sanitarie,effetti devastanti. Provocò la violentareazione della popolazione di Verbicaroche insorse contro le autorità locali, i"galantuomini" del paese, consideratiresponsabili dell'epidemia, giudicati allastregua di "untori".Il popolo, terrorizzato dall'epidemia, edovendo nella sua ignoranza, spiegarequella tragedia, giustificava il colera conla "polverella": un veleno messo dalleautorità locali nelle fontana pubblicaper uccidere gli abitanti. La causa del-l'epidemia era la mancanza di igiene.L'acqua della "fontana vecchia", l'unicafontana pubblica, la cui sorgente era nelsottosuolo, era inquinata dagli stessi cit-tadini, che di notte soddisfacevano iloro bisogni per le vie. Nel tumulto fu-rono uccise tre persone, ritenute re-sponsabili dell'avvelenamento.Verbicaro, diventa, in quell'estate del1911, quasi un monito per la coscienzadi un paese e di uno Stato che sembravaaver dimenticato antichi e non risoltiproblemi sociali.L'episodio distruttivo e desolante del1855, che si ripetè con inalterata inten-sità nel 1911, segnò i cittadini con ilmarchio infamante della ferocia e dellacriminalità.In realtà erano solo dei poveri contadiniabbandonati a sé, abituati a sopportarei soprusi dei "galantuomini" e che ave-vano una sola fede in cui credere e spe-rare: la famiglia. E quando un'epidemiasenza scampo li privò degli affetti piùcari, improvvisamente e senza nessunocapace di dare spiegazioni plausibili aciò che stava accadendo, impazzirono didolore, divenendo collettività incontrol-labile, feroce e devastante. Furono, dun-que, l'eccesso di dolore e l'ignoranza acausare le rivolte.

Gli eventi di Verbicaro assursero aglionori della cronaca nazionale, ed il gior-nale più importante dell’epoca, il Cor-riere della Sera, inviò a Verbicaro ilgiornalista Luigi Barzini, che così rac-contò quelli che rimasero nella storiacome “i fatti di Verbicaro”.

CORRIERE DELLA SERA,31 AGOSTO 1911

VERBICARO IN PIENO mEDIO-EVO

L’OSSESSIONE ATROCE DI uNA POPOLAzIONE

(Dal nostro inviato speciale) Verbicaro, 30 agosto, notte.

Luigi BarziniRaccogliendo qui atroci particolari suitragici avvenimenti di domenica, par-lando con questa popolazione ingenuae truce, interrogando boscaioli e mulat-tieri sui sentieri dei monti e contadinisulle soglie delle casette campestri, al-largando le indagini ai paesi vicini, si ri-ceve la rivelazione angosciosa di unmale così vasto, di una miseria moralecosì profonda, di fronte alle quali i san-guinosi tumulti bestiali di Verbicaro nonsono più che un episodio, un indice ter-ribile. Ci si accorge all’improvviso chealtri dieci, altri venti villaggi hanno lastessa anima di Verbicaro, che regioniintere si trovano nelle identiche condi-zioni di spirito e di mente. All’orrore su-bentra un senso di lutto e di sconfortocome per una sciagura nazionale. La po-polazione povera di tanta bella parted’Italia ci appare ad un tratto più diversada noi che se fosse di un’altra razza lon-tana o di un’altra lontana epoca, la suavita, la sua psicologia non ci apparten-gono più. Con infinita tristezza ci sen-tiamo estranei, e siamo giudicatiestranei; e questo sentimento gravasulla nostra coscienza come un rimorso.

Non ci fate morire …I fatti di Verbicaro sono citati in altri vil-laggi alla guisa di esempio. A Grisolia,ancora immune dal contagio, si gridanominacce, si affilano le scuri per colpiregli avvelenatori del popolo nel caso cheil colera scoppiasse. A Scalea, dove ilcontagio è scoppiato, alcuni paesanisono accorsi presso uno dei ricchi pro-prietari locali – un consigliere provin-ciale dal quale abbiamo direttamente

raccolto l’episodio – e gli hanno detto: -Noi ci mettiamo sotto la vostra prote-zione. Non ci avvelenate per carità.Mentre le autorità giudiziarie stamanifacevano l’inchiesta sugli avvenimenti,delle povere donne si sono presentateimplorando: - Eccellenze, dateci un con-travveleno. Non ci fate morire! – I funzio-nari hanno cercato di rassicurarle; madopo ascoltato i lunghi discorsi, unavecchia ha replicato: - Si, va bene, ma aduna ragazza avete dato il contravvelenoperché è bella. Noi abbiamo da morire?Salendo per sentieri da capra su questamontagna di Verbicaro brulla, ardentesotto il sole, ci siamo fermati ad una ca-panna per chiedere da bere; e unadonna premurosa, porgendoci un’an-fora classica, ci ha detto, rassicurante: -Bevete pure tranquilli. Non è avvele-nata. - Voi credete al veleno? le abbiamochiesto. – E come no, eccellenza? È il Go-verno che ce lo mette. Ha mandatogente in giro a contare le persone e am-mazza i poveretti perché sono troppi.Non è una opinione, è una convinzioneprofonda, generale. Si citano fatti, sigiura sui Santi che il colera è un avvele-namento; avvelenatore è il Governo, eper esso le autorità locali. Un contadinocalabrese non distingue fra un giudice,un sindaco, un maresciallo, i carabinieri:sono tutti autorità, sono tutti Governo;e in esso vede una forza tutelare ma unapotenza nemica, che egli odia silenzio-samente, umilmente, rassegnatamente:non si è fatto nulla perché possa amarlo.

Nel paese silenziosoSiamo giunti qui dopo cinque ore diascensione tra gole ripide, volgendociper rinfrescarci a contemplare il mareche l’orizzonte pallido pareva innal-zasse. Incontravamo dei fuggiaschi.Erano gruppi di donne nel pittorescocostume rosso e nero, la testa gravatada cariche di masserizie, pallide, donnedai grandi occhi neri cavi, che ci guarda-vano diffidenti. Erano uomini, dallostrano cappello minuscolo a cono e icalzoni corti. Non penetrano per questisentieri alpestri le nuove fogge.Da un casolare chiuso si levava uno stri-dulo pianto di donne. Qualcuno vi eramorto.Quasi tutta la popolazione di Verbicaroè fuggita per la montagna portando isuoi colerosi che la polizia medica nonriesce a scovare. In un campo un gruppodi gente silenziosa circonda una formanera; seppellisce un cadavere orrendodi vecchio. Due giovani, forse i suoi figli,scavano la fossa ai piedi di un albero,lentamente, con calma impassibile.Il tanfo giunge alla strada. Questo odoredi morte lo risentiamo vagamente piùoltre, presso al paese arrampicato suifianchi dirupati del monte, sotto vettealte selvagge ignude. Pei vicoli angustioscuri tortuosi del villaggio, di un pitto-resco orrido, non si aggirano più che sol-dati, carabinieri, medici militari. Deiquattromila abitanti solo due o trecentosono rimasti chiusi nelle case. Qualchedonna si sporge dalle finestrucce affu-micate, al rumore dei passi. Una vecchiache si direbbe centenaria, fila la lana nelvano di una porticina e non solleva ilsuo piccolo volto rugoso tremolante dallavoro, indifferente come la fatalità. Deiragazzi più arditi salgono sui muricciuolidiroccati delle scale esterne e guardanosilenziosi con occhi grandi e tristi pienidi curiosità sospettosa. Non si ode unavoce. – E gli uomini dove sono? – doman-diamo al mulattiere che ci guida, l’unicoche abbia consentito ad accompagnarcidopo lunghe ore di discussione. Ri-sponde calmo: - Qualcuno finisce allacampagna. – Ciò significa che si darà allamacchia.Finora infatti ben pochi dei quarantacin-que mandati di cattura emessi dall’au-torità hanno condotto all’arresto. Ilpopolo di Verbicaro è latitante in massae ha lasciato i cadaveri nelle case e nellevie: il seppellimento è avvenuto ieri.

L’epidemia di colera del 1911. I fatti di VerbicaroIl popolo contro i “signori”, untori e avvelenatori

si giura sui Santi che il co-lera è un avvelenamento; av-velenatore è il Governo, e peresso le autorità locali. Uncontadino calabrese non di-stingue fra un giudice, unsindaco, un maresciallo, i ca-rabinieri: sono tutti autorità,sono tutti Governo; e in essovede una forza tutelare mauna potenza nemica, che egliodia silenziosamente, umil-mente, rassegnatamente:non si è fatto nulla perchépossa amarlo

ben pochi dei quarantacinquemandati di cattura emessidall’autorità hanno condottoall’arresto. Il popolo di Verbi-caro è latitante in massa e halasciato i cadaveri nelle casee nelle vie:

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il DIARIO - ANNO XVIII N. 8

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La calce gettata sull’acciottolato scon-nesso produce uno strano contrastocon le muraglie luride, così vicine che sipotrebbero toccare allargando le brac-cia. Essa mette un effetto di nevicata neivicoli scoscesi che digradano come fen-diture. Talvolta qualcuno avverte: - Sco-statevi – Ed indica a terra il luogo ovequalche cadavere di coleroso ha gia-ciuto per giorni, messo fuori casa adaspettare la sepoltura. Dei maiali, dellegalline vagano nel candore della calcesotto alla quale il sole ardente riesce an-cora a far fermentare vecchi fetori.Si sente un’atmosfera di paura, in que-sto villaggio silenzioso, che non ricordain nulla i paesi che conosciamo, e chesembra immaginato come uno scenariodi orrore.L’agonia del pretoreDavanti alla casa comunale, miserabilecome le altre, nei luoghi ove ha lasciatotracce, si rivelano scene spaventevolidella cieca rivolta. Delle grosse pietre se-gnato il punto ove il cadavere del gio-vane impiegato Amoroso vennelapidato. Egli aveva lavorato al censi-mento; ora si adoperava per la disinfe-zione e assumeva informazioni sui casidi colera. Era perciò additato come ilprimo colpevole, il maggiore untore delpaese.Le campane suonavano a distesa il loroinno delle sommosse popolari quandola folla ebbra di odio, armata, urlava ser-rata in queste strade da incubo. Laprima vittima fu il povero pretore Ar-mentano, che venne circondato appenaentrato in paese e serrato in un cerchiodi lame e di fucili branditi. Assisté perventi lunghi minuti ad una violenta di-scussione che aveva per oggetto la suavita. Dovette essere una cosa atroce, icui particolari soltanto oggi sono cono-

sciuti, emersi a poco a poco nella inchie-sta giudiziaria. Il pretore era percossodai più violenti che volevano la suamorte; e per quattro volte egli stette sulpunto di essere massacrato. Poi gli dis-sero. – Vattene. E quando fu lontano,scaricarono dei colpi nella sua direzione.Nel carcere, la cui porta è ancora scas-

sinata, abbiamo visto l’assassino del-l’Amoroso, un vecchio magro,impassibile, dallo sguardo torbido. Eglicolpì con una roncola che sembra unalama di partigiana. Ad ogni domanda ri-sponde: - Io non so niente. – E aspettacon indifferenza.Il sindaco non esce ancora dalla suacasa, una vecchia casa cadente e mise-rabile. Egli ha un’aria onesta.Non mi odiavano – ci ha detto – ma sa-pevo che se veniva il colera avrebbero cer-cato di ammazzarmi. nessuno leva dallatesta di questa gente che il sindaco è l’av-velenatore dell’acqua. Così avvennequando fu sindaco mio nonno che vennetrascinato con una corda per il paese e uc-ciso. Forse hanno contribuito le calunniedi qualche nemico; non so. Certo è che lafolla è stata eccitata al mattino dalle pa-role di un prete che parlò dalla via. Io nonabbandonai il mio posto ed avvertii le au-

torità del pericolo chiedendo soccorsi finda quando si manifestò il colera nelle vi-cinanze, perché sapevo che questo sa-rebbe avvenuto.Mentre parlava, i suoi giovani figli, infondo alla camera, ascoltavano con unatimidità selvaggia, ancora un po’ sper-duti e atterriti.L’abissoI medici militari vanno per le case cer-cando i malati, che sono pochi poiché lapopolazione è fuggita per la paura diquello che aveva commesso, ma rappre-sentano pur sempre l’uno per cento deirimasti. Pattuglie di carabinieri e soldatisi allontanano per sentieri alpestri, pereseguire arresti. Tutti i viottoli della cam-pagna sono percorsi da armati. Verbi-caro sembra dormire un tragico sonnoin questa rete di vigilanza.Ma è torturante il pensiero che non visono cure, non vi sono provvedimentiche possano sradicare dalle menti diquesta povera gente la persuasione cheil Governo della loro patria assassini isuoi figli. È un fantasma atroce che os-sessiona un popolo. Non è possibile co-municare colla sua anima primitiva,selvaggia; nulla può vincere la sua diffi-denza. È come il lupo che teme la trap-pola; e ad ogni parola di pietà, diumanità, di amore, anche quando lelabbra rispondono con lo stesso lin-guaggio, lo sguardo dubitoso dice: Nonci credo.

L’abisso che abbiamo lasciato aprirsi tranoi e questi nostri fratelli appare im-provvisa-mente quando per un istante isentimenti esplodono, quando guizzaun lampo di sincerità spaventosa. Ci ac-corgiamo che noi abbiamo camminatoa lungo le veloci via della civiltà la-sciando loro immobili nell’isolamento

inaccessibile dei loro monti e della loroignoranza. In questo mondo senzastrade, il paese vicino sembra remoto;neppure tra villaggio e villaggio è pos-sibile la fusione. Un versante della valletace all’altro versante. Ora per paura delcolera, i paeselli si trattano come cittàavversarie in guerra, temono ognunoche gli abitanti dell’altro entrino a fareda untori, si vigila alle porte. Ieri due po-vere donne di Verbicaro si avvicinaronoa Scalea; furono minacciate, inseguite asassate. Se la presenza di un estraneo frale mura di un paese è sospettata, suonala campana a martello, il popolo accorrearmato. Siamo in pieno medio evo. Equesta è l’Italia al giubileo del suo risor-gimento.

a cura di Angelo Filomia

Delle grosse pietre segnato ilpunto ove il cadavere del gio-vane impiegato Amorosovenne lapidato. Egli aveva la-vorato al censimento; ora siadoperava per la disinfezionee assumeva informazioni suicasi di colera. Era perciò addi-tato come il primo colpevole,il maggiore untore

Ma è torturante il pensieroche non vi sono cure, non visono provvedimenti che pos-sano sradicare dalle menti diquesta povera gente la per-suasione che il Governodella loro patria assassini isuoi figli. È un fantasmaatroce che ossessiona unpopolo

La presenza di un estraneo frale mura di un paese è sospet-tata, suona la campana a mar-tello, il popolo accorre armato.Siamo in pieno medio evo. Equesta è l’Italia al giubileo delsuo risorgimento

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«Evento culturale da non perdere que-sta settimana a Castrovillari. E’ quello or-ganizzato dall’assessorato alla culturadella provincia di Cosenza, per il 26marzo (2004, ndr) , alle ore 10, presso ilTeatro Sybaris e che prevede l’incontrotra gli studenti delle scuole cittadine edil grande scrittore cileno Luis Sepùlveda.Oltre all’autore di tanti celebri romanzi,è prevista la partecipazione del sindacoFranco Blaiotta, dell’assessore provin-ciale alla cultura Donatella Laudadio edel caporedattore de “Il Quotidiano”, Pa-ride Leporace».«Ascoltare un mito, non è facile. Corrisempre il rischio che qualsiasi cosa escadalla sua bocca, diventi, per te, una ve-rità inconfutabile. E lo scrittore cileno, inverità, ti ammalia, ti strega, gioca con ilsuo slang ispanico-italiano, modulan-dolo con una voce bassa e vellutata.Lascusa per ascoltare il Sepùlveda pen-siero, sono le domande che gli emozio-nati alunni delle scuole cittadine glirivolgono. E lui, in giro per i teatri cala-bresi, racconta della sua vita, del suo pe-regrinare, delle sue abitudini (vivo dinotte, dirà!), ma anche del male oscuroche affligge l’umanità: l’imperialismoamericano che anche con la minacciadella guerra e delle armi, cerca di im-porre una sua concezione della demo-crazia, dei suoi modelli e stili di vita.Consiglia ai ragazzi di coltivare il valoredella diversità, nella speranza di non do-versi recare all’altro capo del mondo e

ritrovarsi a mangiare, a vivere, a vestirsi,come nel posto appena lasciato. Sepùl-veda no-global, di sinistra, animale not-turno. Una ventata di pensierosquisitamente alternativo◄»

(Giuliano Sangineti).

Per ricordare Sepulveda abbiamo tiratofuori la cronaca dell’evento in uno deiprimi numeri del Diario, era il 2004 e il

giornale si apprestava al suo secondoanno di vita. Oggi invece, a distanza sisedici anni Luis Sepulveda tornerà allaterra a cui appartiene. La poetessa Car-men Yáñez trattiene il dolore, c'è ancoramolto da fare: suo marito Luis Sepúl-veda deve compiere un ultimo viaggio.Non subito, è ovvio. Adesso non si può,ma quando l'emergenza sarà finita lo ri-porterà a sud, molto a sud, sulle coste ci-

lene del Pacifico per disperderne le ce-neri nelle acque gelide dell'oceano. Lestesse in cui la balena bianca della suaultima favola ha conosciuto la solitudinedegli abissi e l'avidità degli uomini bian-chi. Le stesse che osservava ogni mat-tina Juan Belmonte, il personaggio a cuinei romanzi aveva affidato la sua me-moria e il suo passato.

A.F.

26 marzo 2004. Luis Sepulveda incontrava gli studenti castrovillaresiOggi è tornato alla terra a cui appartiene

IL DIARIO DI CASTROVILLARIE DEL POLLINO

Registrazione Tribunale di Castrovillari n. 1/2005Iscrizione R.O.C. n. 13126

Edito da AssociazioneCulturale PromoIdea Pollino

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Direttore editoriale Angelo Filomia 328.1046251

Direttore responsabile Luigi Troccoli

La collaborazione alla testata è libera e gratuita.La Di-rezione si riserva di apportare modifiche agli articoliinviati che dovranno avere preferibilmente lun-ghezza non superiore a 35 righi standard . ed inviatiper posta elettronica all’indirizzo: [email protected]

Nel giorno in cui il grande scrittore cileno, “Guerriero eRomanziere gentile”, Luis Sepúlveda ci ha lasciati, voglioricordarlo con questo lavoro realizzato dagli alunnidelle classi terze, sezioni A-B-C, Scuola Primaria“Santi medici” Castrovillari. I bambini, sin dalla primaelementare, sono stati protagonisti interessati e curiosinella comprensione del significato globale e metaforicodei due famosi testi “La storia di una gabbianella edel gatto che le insegnò a volare”, e “Storia di una lu-maca che capì l’importanza della lentezza”, inseritinel progetto didattico curriculare “LEGGERE E AmARELEGGERE”.“Vola solo chi osa farlo” è la risposta del gattoZorba dopo che la gabbianella per la prima volta è riu-scita a volare.

Vincenza Pagliaro

16 aprile 2020: Luis Sepúlveda

non è più tra di noi

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Intervista all’On. le Domenico Pappaterra,Presidente Parco Nazionale del Pollino eDirettore Generale Arpacal

On. le Pappaterra, nelle vesti di Diret-tore Generale dell’Arpacal, ci può direqualcosa in merito al monitoraggiodella filiera di produzione e gestionedei rifiuti in Regione durante l’emer-genza Coronavirus?Il piano concordato con il nuovo Asses-sore regionale all’Ambiente, Col. SergioDe Caprio è stato formulato sulla basedelle indicazioni date dall’Istituto Supe-riore di Sanità, dal Consiglio del SistemaNazionale di Protezione Ambientale, aseguito dell’epidemia, e naturalmentedalle disposizioni regionali emanate, inparticolare l’ordinanza n. 28 dello scorso10 aprile, da parte della presidente San-telli. Il piano prevede un rafforzamentodella rete regionale dei controlli am-bientali, con riferimento, in particolare,al corretto smaltimento dei rifiuti dellarete ospedaliera regionale e dei rifiutiurbani provenienti da abitazioni dei pa-zienti risultati postivi al COVID-19, inquarantena obbligatoria. Alcune attivitàriguardano verifiche e monitoraggi ditipo documentale; altre sono delle veree proprie ispezioni presso gli impianti diincenerimento che gestiscono i flussidei rifiuti della rete ospedaliera regio-nale o, in altri casi, controlli a campionepresso i Comuni dove è stata disposta lachiusura cautelativa da COVID-19.

I Comuni del nostro territorio si sonorivelati, finora, poco permeabili alladiffusione del virus. Questo è daascrivere ad un più accurato rispetto

delle norme di distanziamento, oteme che si possano, ancora, svilup-pare focolai?Mi sento di dire che quanti hanno re-sponsabilità istituzionale ad ogni livello,nazionale, regionale e locale, stannoprofondendo, a mio giudizio, un impe-gno ed una generosità nell’affrontareuna vicenda inimmaginabile. Tale abne-gazione non può che essere apprezzatada tutti noi. In Italia, il focolaio si è con-centrato soprattutto nel Nord, e in par-ticolare in Lombardia. Sono convinto,come credo tanti di noi, che se non cifossero stati i famosi “rientri”, qui da noi,il fenomeno, molto probabilmente,avrebbe avuto effetti di scarsa rilevanza.Purtroppo, così non è stato e adessoanche noi qui al Sud stiamo facendo iconti con una situazione di grande dif-ficoltà. I sindaci si stanno comportando

bene. Stanno affrontando una situa-zione nuova e credo che abbiano messoa punto disposizioni, ordinanze e mi-sure che stanno facendo rispettare eche vedono alla base i due grandi ele-menti sui quali anche il mondo dellascienza ci ha sempre richiamato: distan-ziamento sociale e rimanere a casa. Di-sposizioni che stiamo rispettando tutti.Se qui nel Pollino dovessimo manteneregli attuali livelli di contagio ma, soprat-tutto, di controllo; credo che questi datipotranno agevolarci in quella che con-sideriamo la Fase 2 o 3 della ripartenza.

Per far fronte all’emergenza econo-mica che colpisce in prima battuta leattività legate al turismo, il Parco delPollino ha pensato ad iniziative a sup-porto degli operatori economici?All’indomani della Santa Pasqua, ho riu-nito, in videoconferenza, il Consiglio Di-rettivo del Parco al quale mi sonopermesso di presentare un’unica edesclusiva esigenza: ovvero quella di so-stenere con ogni mezzo tutti gli opera-tori economici del nostro territorio chehanno creduto ed investito nel cosid-detto “turismo disponibile” e, in questosenso, la mia proposta è stata quella didestinare gran parte delle risorse delParco, ordinarie e straordinarie, proprioa fronteggiare e a dare un aiuto in que-sta direzione, escludendo le somme de-stinate alle spese obbligatorie per ilmantenimento della vita funzionale del-l’Ente. Sono quasi 500 aziende del no-stro territorio nel settoredell’accoglienza, dell’ospitalità diffusa,dell’agricoltura di qualità, della ristora-zione, delle produzioni tipiche, dei ser-

vizi culturali, della comunicazione edella fruizione del Parco. Abbiamo av-viato un primo gruppo di lavoro tracomponenti del direttivo e componentidella struttura amministrativa che, neiprossimi giorni, dovrà produrre un do-cumento operativo che punti a favorirela ripresa della domanda che deve acca-dere nel medio e nel lungo periodo. Lemisure le studieremo in questa dire-zione: favorire un rilancio che poi possaessere consolidato nel tempo. È deltutto ovvio che, nel frattempo, noi ci au-guriamo che, sia lo Stato centrale che leRegioni, concludano l’iter relativo aiprimi sostegni anche con misure legatea vere e proprie liquidità: un sostegnoeconomico in questa prima fase chepossa far mantenere in vita l’intero si-stema.

una possibile linea di sviluppo turi-stico post crisi potrebbe essere quelladel “turismo di prossimità”. Potrebbepartire da qui la rinascita di questonostro territorio?Le potrà sembrare strano, ma proprionel corso del Consiglio Direttivo a cui fa-cevo riferimento prima, sono partito dalcosiddetto “turismo di prossimità”. Gra-zie al nostro inserimento nella granderete dell’Unesco o in quella dei Geo Par-chi e nella Carta Europea per il Turismosostenibile, stavamo affrontando il mer-cato del Nord Italia e quello Internazio-nale. Però occorre ripartire dal “turismodi prossimità” e in questo momento ab-biamo la necessità di riconquistare la fi-ducia e rifidelizzare quelle Regioni cheal Pollino hanno sempre guardato congrande interesse, come la regione Pu-glia, Campania, Sicilia. Oltre alle due re-gioni che comprendono il perimetro delParco: i grandi bacini della Regione Ca-labria e Basilicata. Questo lo dico par-tendo da una convinzione, i Parchi inquesto momento con i loro percorsi, iloro sentieri, le loro possibilità di poterpraticare sport all’aria aperta, grandispazi in cui si possono sviluppare atti-vità di qualsiasi natura possono essere,senza ombra di dubbio, i primi avampo-sti per la ripartenza del nostro Paese. Sa-pendo che ancora ci sono moltestrutture chiuse, come teatri, musei, ci-nema, e che lo rimarranno per moltotempo. Dobbiamo lavorare ad una mas-siccia campagna comunicativa che cifaccia riprendere quei rapporti che ave-vamo fortemente fidelizzato nel tempoe conquistare nuovi bacini di clientela,e mi riferisco a coloro i quali prima simuovevano in spazi molto angusti eche, oggi, invece, necessariamente devepoter vivere in spazi e luoghi non più af-follati e con grandi aperture. In questosenso, i Parchi possono rappresentareun punto di riferimento importante.

La sua Comunità mormannese ha re-gistrato la perdita di due illustri fi-gure: Angelo Donnici e Don FrancoPerrone. un suo ricordo… Mormanno ha visto andar via due suoifigli illustri, senza aver avuto la possibi-lità di piangerli ed onorarli. Spero viva-mente che potremmo farlo, per

Intervista al Presidente del Parcodel Pollino, on. Mimmo Pappaterra

«Sosterremo con ogni mezzo tutti gli operatori economici delnostro territorio che hanno creduto ed investito

nel cosiddetto “turismo disponibile”

Foto Silvio Talarico

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restituire, a ciascuno di loro, l’onore edonare un riconoscimento all’impegnoa cui erano stati chiamati. Pur essendocicon Angelo Donnici una differenza dietà e visioni politiche, abbiamo sempreavuto un rapporto improntato sullastima reciproca, che negli anni si è sem-pre più rafforzata trasformandosi, negliultimi tempi, in una vera e propria ami-cizia che passava anche attraverso gior-nate trascorse insieme, confrontandocie trasferendoci la nostra esperienza. Lastoria di Angelo verrà scritta, poiché èstato un militante ed un dirigente im-portante della Democrazia Cristianadella nostra Regione, tessendo relazionistraordinarie con personalità importantidel mondo della politica, in quella fasestorica. Lo ricordo quando, nel 1983, fuieletto Sindaco di Mormanno e lui portòdiversi ministri nella nostra Città, tra cuiil Ministro dell’Occupazione Giovanile,proprio negli anni in cui si cercava di fa-vorire una ripresa della nostra realtà. Fuun ottimo sindaco di Mormanno e Com-missario del Consorzio di Bonifica Mon-

tana scrivendo delle pagine significativenella storia della Bonifica con la realizza-zione di opere a presidio del nostro pa-trimonio forestale, dando una manonella crescita occupazionale. Don Franco era il parroco della mia par-rocchia, Santa Maria Goretti, ma eraanche il mio padre spirituale e lo dico

con grande emozione e commozione.Con lui si è intessuto un rapporto in-tenso, coltivando alcuni sogni, tra cui, larealizzazione della nuova Chiesa diSanta Maria Goretti. Nel 1984, io da Sin-daco e Don Franco da parroco, fu sceltoil vecchio deposito dell’ex stazione fer-roviaria per allocare la Chiesa, fino al ter-

remoto del 2012 che ci ha costretti adallocarla, dov’è ora, all’interno di un con-tainer. Ma la Chiesa è quasi pronta, gra-zie ad un intervento poderoso della CEI(Conferenza Episcopale Italiana ndr) egrazie all’impegno dei vescovi che sisono succeduti alla guida della nostraDiocesi (da Mons. Bertolone a Mons. Ga-lantino fino a Mons. Savino). Don Francoaveva questo grande sogno e noi oggiabbiamo il dovere di coltivarlo fino infondo, portando a compimento questagrande opera alla quale lui teneva più dichiunque altro. La malattia purtroppoce l’ha sottratto e non ha potuto vederela realizzazione di questo sogno ma tuttiglielo dobbiamo. E coloro che hanno re-sponsabilità, dovranno impegnarsi inquesta fase affinché la nuova Chiesa diSanta Maria Goretti possa essere inau-gurata quanto prima per onorare al me-glio la grande figura pastorale di DonFranco Perrone.

Angelo Filomia

Angelo Donnici Don Franco Perrone

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Non si è fatta attendere la risposta del-l’ormai ex assessore ai lavori pubblici,Dario D’Atri che ha rimesso il suo man-dato nelle mani del sindaco, DomenicoLo Polito. «Non pensavo che in un periodo cosìcomplesso per la Città, il primo bisognofosse sapere se fossi in maggioranza» hacommentato l’esponente di “Nuovi Per-corsi”, forza politica, fino a qualchetempo fa, a sostegno della maggioranzaa guida centrosinistra. Le dimissioni arrivano dopo un periodopolitico quanto meno burrascoso. D’Atrie Lo Prete avevano, di fatto, preso le di-stanze dalla giunta Lo Polito, soste-nendo, nel corso della campagnaelettorale per le ultime elezioni regio-nali, l’esponente di Forza Italia, GianlucaGallo. Questa presa di posizione avevadato un po’ da pensare sia ai membridella maggioranza che dell’opposizione,i quali avevano chiesto a più vociquando sarebbero giunte le dimissionida parte di D’Atri. «Se oggi in piena emergenza sanitaria ilbisogno primario di qualcuno è saperese faccio o non faccio parte della mag-gioranza di governo della Città di Ca-strovillari, allora significa che la politicaha perso il suo ruolo primario e signifi-cativo: pensare al bene comune». Que-ste le parole di D’Atri, alle quali ha fattoseguito una sfilettata nei confronti delsindaco Lo Polito: «se il Sindaco dicepubblicamente in consiglio comunale

che attende le mie dimissioni e lo fa nelmomento peggiore della diffusione delCoronavirus allora non posso fare altroche rimettermi alla volontà di chi vede

in questo atto politico la priorità asso-luta da dover assecondare».Parrebbe quindi tutta colpa del Corona-virus che ha esacerbato gli animi, affret-tato i tempi e portato a mettere unpunto a questioni che risalgono a più ditre mesi fa. Inoltre, D’Atri ha sottoli-neato anche come avesse in animo di ri-nunciare alla carica di assessore,attendendo solo il momento propizio:«Nel rispetto del mio ruolo di assessore

e membro di questa compagine ammi-nistrativa che ho sempre servito con le-altà e nell’interesse dei cittadini avevopensato che rassegnare le dimissioni

dalla carica che mi era stata assegnataproprio in questi giorni non fosse giusto.Non volevo apparire come colui il qualeabbandona la nave (del governo citta-dino) in piena tempesta». Sottoline-ando come «il mio rimanere, proprio inquesti giorni così drammatici per tutti,volesse significare ancora una volta le-altà e coesione non solo con l’esecutivo(che già conosce bene i miei orienta-menti per la prossima campagna eletto-

rale, che sarà sicuramente diversa dacome ce la immaginavamo due mesi fa)ma con la città tutta che oggi più chemai non ha bisogno di divisioni e barri-cate, ma di unità di intenti, di condivi-sione, di solidarietà che non vede piùbianchi e neri, ma tutti uniti nella stessabarca». Se D’atri ne fa una questione di«umanità e coesione» non riuscendo acomprendere a fondo il perché di fuocoincrociato ai suoi danni, imputandolo,con ogni probabilità, alla sua «ingenuitàpolitica»; ritiene che «rimanendo al mioposto di assessore, fedele al mando diresponsabilità assegnatomi dal primocittadino, volevo confermare che si esceda questa crisi tutti insieme, collabo-rando e costruendo, ciascuno per la pro-pria parte, il ritorno alla normalità chetutti auspichiamo». Perciò, a malincuore,l’ex assessore ha fatto un passo indietro,perché, come spiega lui stesso «non homai pensato alla poltrona di assessorecome spazio di potere ma comescranno di servizio per la collettività.Nella mia breve ed intensa esperienzanell’esecutivo (della quale ringrazio perl’opportunità offertami) ho sempre di-mostrato, spero, di vivere appassionata-mente i problemi della gente e divolermi porre a servizio di tutti, senza di-stinzioni», precisando come quest’attosia frutto di una “richiesta” perché «il miosenso di fedeltà alla città ed alle Istitu-zioni mi direbbero di rimanere».

Paola Gentile

Dario D’Atri accontenta Lo Polito e si dimette da assessore

I consiglieri comunali delle liste civiche- maria Antonietta Guaragna e Anto-nio D’Agostino“Castrovillari Città Viva”,Ferdinando Laghi “Solidarietà e Parte-cipazione” e Giuseppe Santagada “Ca-strovillari Solidale” - hanno chiesto aiCommissari liquidatori del Comune diCastrovillari (insediatisi in seguito alladichiarazione di dissesto finanziariodell’Ente e impiegati nell’amministra-zione della gestione e dell’indebita-mento pregresso, nonché nell’adozionedi tutti i provvedimenti per l’estinzionedei debiti dell’Ente) di procedere «al pa-gamento delle spettanze in favore diimprese, fornitori e prestatori di servizio,la cui liquidazione è imputabile a residuiattivi derivanti da fondi a destinazionevincolata, regolarmente iscritti e pre-senti in bilancio».È quanto fanno sapere in una missiva in-dirizzata agli organi preposti. Nel corso del 2019 «alcuni settori del co-mune di Castrovillari non hanno prov-veduto al pagamento di imprese,fornitori, prestatori di servizio pur dispo-nendo delle risorse necessarie per farfronte al pagamento essendo le sommeimputabili a finanziamenti regionali o

comunque sovracomunali regolar-mente iscritti in bilancio».Questo ha condotto ad una «ingiustifi-cata discriminazione tra soggetti chehanno prodotto prestazioni in favoredell’Ente nell’ambito di uno stesso pro-getto finanziato con fondi a destina-zione vincolata, poiché alcuni hannoricevuto l’integrale pagamento, con re-golare determina di liquidazione delsettore incaricato, entro il 31.12.2019,

mentre altri soggetti (imprese, fornitori,prestatori di servizio) sono ancora in at-tesa di ricevere le somme di spettanze». Tuttavia, la dichiarazione di dissesto del-l’Ente ha inciso «negativamente nel-l’economia locale ed oggi la situazioneè ulteriormente aggravata dall’emer-genza sanitaria in corso, con ingenti ri-percussioni sul tessutoeconomico-sociale cittadino, stante ilblocco di tutte le attività commerciali,

nonché delle attività lavorative in gene-rale».Dunque, il pagamento dei creditori - lecui prestazioni sono imputabili a residuiderivanti da fondi a destinazione vinco-lata avrebbe l’effetto positivo di lenirel’opprimente asfissia economico - finan-ziaria in atto - può avvenire «senza inci-dere in alcun modo nella gestionedell’indebitamento pregresso, avendogestione residui imputabili a fondi a de-stinazione vincolata una gestione sepa-rata rispetto alle altre posizioni».

P.G:

Appello delle liste civiche ai Commissari liquidatori

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Sembrerebbe che Castrovillari sia statainserita nella lista dei Comuni in cui larete 5G dovrebbe essere operante. Par-rebbe che questa notizia abbia destato«allarmate segnalazioni» da parte di di-versi cittadini. Pertanto, i rappresentantidelle Liste Civiche, maria AntoniettaGuaragna, Antonio D’Agostino, Giu-seppe Santagada e Ferdinando Laghihanno scritto una lettera al Sindacodella Città, Domenico Lo Polito chie-dendo informazioni in merito. «Ci è stato segnalato la presenza su unsito, raggiungibile all’indirizzo:https://copertura5g.it/, nel quale Ca-strovillari sarebbe indicato tra i Comuniin cui la rete 5G è/dovrebbe essere ope-rante. Effettivamente, il sito indicatomostra una mappa, tratta da GoogleMaps, in cui Castrovillari è indicatocome Comune raggiunto dal 5G, conl’indicazione di via Altomonte» denun-ciano i consiglieri, precisando che, tut-tavia, «il Comune di Castrovillari nonappare nella lista dei 120 Comuni indi-cati dall’Autorità per le Garanzie nelleComunicazioni (AGCOM). Lista risalentetuttavia al marzo dello scorso anno,nella quale, per altro, NON compaiono

anche quei Comuni che hanno fatto ri-chiesta autonoma di sperimentazionedella rete 5G». Come spiegano i consiglieri, la tecnolo-gia 5G «sta trovando forti opposizioni alivello scientifico e delle popolazioni,preoccupati entrambi per la mancanzadi dati che supportino la innocuità perla salute di tale tecnologia che, come ènoto, utilizza su larga scala frequenzeMAI utilizzate in precedenza in cosìlarga misura. E ciò senza che siano di-

sponibili studi ad hoc che rassicurino,appunto, l’assenza di rischi per la salutederivanti dai Campi Elettromagnetici(CEM) da essa derivanti».«Non è certo un caso che i Comuni ita-liani che hanno ufficialmente aderitoall’Alleanza Italiana Stop 5G(https://www.alleanzaitalianastop5g.it/)siano ormai arrivati a quota duecento(200!)» aggiungono, rilevando come inquesta nuova tecnologia, sia evidentecome «il Principio di Precauzione, pietra

angolare di impianti normativi interna-zionali, tra cui quello dell’Unione Euro-pea (UE), non sia stato assolutamenterispettato».Quello che per ora preme sapere è «sequanto rappresentato abbia fonda-mento di verità; se l’Amministrazionedel Comune di Castrovillari abbia avutoo abbia contatti con chi è interessatoalla implementazione del 5G in Italia,ovvero se abbia intenzione di candidareil nostro Comune quale sede di 5G». Pronta la risposta del sindaco Lo Politoche, attraverso un post sul suo profiloFacebook, specifica come abbia provve-duto a emettere apposita ordinanza, lan.139 del 16 aprile, nella quale si pre-cisa che sono vietate le installazioni ele sperimentazioni della rete 5G sulterritorio di Castrovillari.Immediato il plauso del consigliereLaghi che, a mezzo social, fa pervenire isuoi ringraziamenti al sindaco «Lo rin-grazio vivamente per questa iniziativaresponsabile, a tutela della SALUTE ditutta la nostra Comunità. Una VITTORIAdi TUTTI. L’unione fa la forza!»

P.G.

Rete 5G. Le Civiche temono possa essere implementata.Pronta la risposta di Lo Polito

Secondo il vicepresidente del consiglio comu-nale e capogruppo della “Lega Salvini”, Fran-cesco Battaglia la ricetta per aiutare le fascepiù deboli della nostra comunità castrovilla-rese sarebbe che tutta la giunta comunale ri-nunciasse all’indennità su esempio di tutti icomuni del comprensorio. Non solo il gettonedi presenza concernente l’ultimo consiglio co-munale, ma un segno molto più incisivo. Bat-taglia, nel ringraziare quanti si stannoadoperando nel corso di questa pandemia daCoronavirus - dalla Croce Rossa, ai volontari,alle Forze dell’Ordine - coglie l’occasione perchiedere, ove fosse possibile, «la sospensioneo annullamento delle imposte e delle tassecomunali a carico degli operatori commer-ciali» invitando tutti i castrovillaresi che nehanno disponibilità, a donare. P.G.

Il vicepresidente FrancescoBattaglia chiedela sospensione

o l’annullamento delle imposte comunali

«È grave e colpevole la lentezza con cuil’istituto Superiore di Sanità procede adaffrontare l’emergenza COVID -19 in par-ticolar modo nella validazione dei testrapidi per la diagnosi del coronavirus».È quanto denuncia in una nota RobertoSenise, presidente del movimento poli-tico “Forza Castrovillari”, sottolineandoil mancato utilizzo di test rapidi volti adeffettuare uno screening a tappeto sututta la popolazione. «Il test rapido in soli 15 min. consente ladiagnosi immediata - spiega - utile nellestrutture di prima accoglienza e nelle te-rapie intensive, così come in contesticome il pronto soccorso e tende triage,ma anche dove si registra un grande af-flusso di persone come aeroporti, sta-zioni ferroviarie e porti». Ritiene sia, dunque, «inaccettabile assi-stere ad azioni difformi nel contesto na-zionale in un sistema sanitario» tale percui alcuni presidenti di Regione «proce-dono in autonomia ad effettuare i testrapidi ai cittadini senza che gli stessisiano convalidati pur avendo evidenzascientifica, mentre alcune Regioni re-stano ferme per l’inerzia dell’Istituto Su-periore di Sanità». Secondo quanto afferma Senise, pareevidente che l’approccio diagnostico«non sia stato efficace» e non sono stati

effettuati «i test rapidi, in primis, aglioperatori sanitari, vittime del contagioe, a loro volta, per aver trasmesso ilvirus»; si sarebbero potuti coinvolgere «ilaboratori analisi degli ospedali Hub eSpoke creando anche centri di coordi-namento comunali che si occupino didiagnosi dei malati e soprattutto dellepersone dello stesso territorio con lequali hanno i contatti». «Ritardi inaccettabili nell’utilizzo dei testrapidi - prosegue Senise - che avreb-bero consentito ad individuare sin dasubito pazienti asintomatici e paucisin-tomatici ed evitare il dilagare della dif-fusione del virus in modo esponenzialenella popolazione. Nei fatti, il numerodei contagiati è ben superiore a quantodiffuso dalla Protezione Civile Nazionaleper la presenza di una parte consistentedi asintomatici sommersi fortementecontagiosi». Occorre fare in fretta, sostiene Senise in-vitando «l’Istituto Superiore di Sanità avalidare, già a partire dalla prossima set-timana, i test rapidi per la rilevazionedelle IgG ed IgM, in modo che si possaprocedere in tutto il territorio nazionalein modo univoco nella valutazione epi-demiologica della circolazione delCOVID -19».

P.G

Ritardi nell’effettuazione dei tamponi. La denuncia di “Forza Castrovillari”

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“Centro ModaStefania” consegnamille mascherine

L’attività “Centro moda Stefania”, sita inCorso Calabria - titolare una famiglia ci-nese - ha offerto al Comune di Castrovil-lari, grazie anche alla segnalazione deldottore Luigi Filpo (per conto della far-macia “Caterini -Filpo”), mille masche-rine che l’Ente provvederà a consegnare,tramite la Protezione Civile ed il Co-mando della Polizia Municipale, a quellepersone che sono costrette ad uscire dacasa per recarsi sul posto di lavoro ed aquanti, essendone sprovvisti, si trovanoin fila dinanzi a negozi ed uffici per pro-prie esigenze. Anche qui il Sindaco, Do-menico Lo Polito ha sottolineato laportata di questi gesti che «devono sem-pre più farci capire cosa può fare l’ado-perarsi “per”; questo è un fattore che ilcapoluogo del Pollino ha sempre mo-strato nei momenti di difficoltà con i suoiresidenti, forte – aggiunge - del suo radi-cato carattere di accogliere e nel mettersiin gioco quando c’è urgenza e necessità».

Altre aziende localidonano

mascherine La stamperia GLF e la Sartoria Contedi marene di Castrovillari hanno of-ferto al Comune del capoluogo del Pol-lino, oltre 500 mascherine: per laprecisione 300 una e 250 l’altra. La con-segna è avvenuta nello studio del Sin-daco, Domenico Lo Polito. Il primocittadino ha accolto le capacità ringra-ziandole sinceramente per il gesto disolidarietà, «patrimonio - ha aggiunto -sempre più diffuso, tra senso di appar-tenenza, prossimità e impegno per ilsociale, che accomuna». Ciò - ha preci-sato Lo Polito - mostra la convinzionedi tanti, e sempre di più, di prendereiniziativa, pensare per i problemi e ri-spondere alle esigenze, testimoniandol’importanza di uno sguardo diversosulle difficoltà e riscoprendo quellospirito ideale che ha fatto il nostroPaese e che ricominciamo a vedere».

Solidarietà senza sosta. Alla presenzadel sindaco di Castrovillari, DomenicoLo Polito e dell’Assessore ai Servizi So-ciali, Pino Russo, un responsabiledella Despar (supermercato delposto) ha donato, oltre quanto fattonei giorni precedenti, anche buonispesa per 300 euro da consegnare apersone in difficoltà.Inoltre, nei giorni scorsi, la signora

Franca Lombardi ha offerto al Co-mune 50 mascherine che saranno as-segnate secondo priorità di esigenza.Per queste collaborazioni importanticome per quelle che hanno reso possi-bile la sanificazione - agricoltori che sisono coinvolti, municipalizzate GasPollino e Pollino Gestione Impianti -ancora forte il ringraziamento di Cuoredel primo cittadino.

Il cuore grande dei castrovillaresi per l’emergenzaSolidarietà senza sosta

La Caserma “Ettore manes” del capoluogo del Pollino ha donato derrate ali-mentari alla Croce Rossa per aiutare chi è in difficoltà. Il sindaco, Domenico LoPolito ha ringraziato l’Esercito per ciò che sta facendo a fianco delle Forze del-l’Ordine, e per come il Comando del 21o Reggimento Genio Guastatori distanza alla “Manes” si sia adoperato nel capoluogo del Pollino attraverso il par-ticolare gesto di solidarietà, simbolo di un impegno e di una disponibilità a ser-vizio del Paese. Anche l’associazione “Non più soli” si è prodigata per aiutare laCasa di accoglienza per minori “Y’shua”, allo stesso modo gli agricoltori diCammarata che, dopo il grande lavoro di sanificazione svolto per ben due voltesul territorio comunale, si sono autotassati per acquistare Colombe e Uova pa-squali consegnandole alla Croce Rossa al fine di distribuirle ai più piccoli con,addirittura, materiale scolastico per gli alunni, per non parlare poi delle Uova dicioccolato e Colombe offerte dai Carabinieri e donate attraverso sempre la Se-zione locale della Croce Rossa.

Donazioni della Caserma “EttoreManes” alla Croce Rossa

Presso Palazzo Gallo sono stati conse-gnati i Buoni Spesa derivanti dallo stan-ziamento di 186.258 euro erogato dalgoverno Nazionale tramite apposita Or-dinanza della Protezione Civile.Lo hanno reso noto a nome e per contodell’Amministrazione municipale, il Sin-daco, Domenico Lo Polito, e l’Asses-sore alle Politiche Sociali, Pino Russo,ringraziando i Volontari del Coc e di Li-pambiente, insieme agli operatoridella struttura municipale dei ServiziSociali (dottoressa Angela Donato,Nelli Corriero, Osvalda Gaetani e Ca-

terina Donato; per il Reddito di Citta-dinanza: Natascia Di Leone, mariaClaudia Fasanella, Veronica Viola,Francesca Giglio, maria AssuntaBruno, Vita Gaetani, Denise Oc-chiuzzo); i quali hanno offerto gratui-tamente il loro tempo al fine di farritirare i “buoni” a chi ha bisogno edaveva presentato apposita domanda,certi che in questo momento nessunodeve essere lasciato solo e in dietro. Perl’occasione continua pure la consegnadi una mascherina a ciascun beneficia-rio.

«Ulteriori esempi - ha dichiarato ilprimo cittadino - che esprimono questagratuità riscoperta che è un nuovo e in-contenibile desiderio di legame conl’universo umano attraverso maglie piùstrette e la ricerca di una nuova soste-nibilità sociale, fondamentale per lacrescita di ciascuna individualità. Unaposizione da accrescere ed accompa-gnare, e che questo Tempo sospeso harichiamato e fatto suscitare inconsape-volmente, sorprendendoci sin nel par-ticolare del quotidiano e nei rapporti».

Consegnati Buoni Spesa a chi ne ha fatto richiesta

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L’emergenza sanitaria per il contagioda Coronavirus non ferma il desideriodei cittadini di Castrovillari di mettersia disposizione per la pulizia e il decorodei luoghi.Lo testimonia, e non solo, il signormassimo D’Agostino che, preso datale senso di responsabilità, ha effet-tuato, in sicurezza, lavori di pulizia e si-stemazione della villetta di corsoGaribaldi, angolo Largo Caduti sul La-voro. Analoga attività è stata eseguita ancheda alcuni abitanti del rione Civita, re-sidenti nei pressi della villetta che si

trova dinanzi al Protoconvento fran-cescano.A loro è andato il sentito ringrazia-mento del Sindaco, Domenico Lo Po-lito, il quale ha richiamato talesensibilità civica e senso di apparte-nenza come «fervidi esempi di parteci-pazione attiva alla vita dellacomunità». Intanto l’Amministrazione comunaleporta a conoscenza «che ha comple-tato la gara di affidamento degli inter-venti di taglio erba e sistemazione ditutte le villette cittadine che sarannoavviati in questo mese». P .G.

I castrovillaresi si prodigano per il decoro dei luoghi pubblici

Sono 450 le pattuglie dei Carabinieridel Comando Provinciale di Cosenzache hanno effettuato controlli a tap-petto su tutto il territorio provinciale neigiorni di Pasqua e Pasquetta. Oltre 900 imilitari impiegati, tra cui un contingentedel 14o Battaglione Carabinieri Calabriae del Gruppo Carabinieri Forestale. Sonostati utilizzati droni e un elicottero del-l’Arma al fine di stanare i “furbetti” delponte dell’Angelo. Risultato? Circa 1500le persone identificate a piedi e abordo di autovetture, e 195 le san-zioni stilate per violazione al Decreto “Ioresto a casa”. Le scuse accampate sonostate le più disparate. Tra chi tentava diraggiungere, sperando di non essere in-tercettato, le seconde case al mare; aquelli che stavano già godendosi la tin-tarella sotto i raggi del sole caldo di

aprile; passando per coloro i quali cer-cavano di raggiungere le aree pic-nic sulmonte Pollino. Tra le assurdità non pos-siamo esimerci dall’annoverare: unacoppia di amanti scovata ad amoreg-giare tra le campagne; un ragazzo cheha dichiarato di recarsi a casa della pro-pria fidanzata per mangiare l’uovo di Pa-squa; chi aveva voglia di “evadere” dallemura domestiche e chi necessitava diuna passeggiata post-prandiale. Inoltre,nel corso dei controlli sono state denun-ciate 20 persone che detenevano, com-plessivamente, 542 grammi dimarijuana, 16 grammi di hashish e 16grammi di eroina, occultati nelle ster-paglie a ridosso di un’arteria stradale.Tra i recidivi: un uomo, già multato, escoperto nuovamente in strada, nellazona di Rogliano, ha inveito contro le

Forze dell’Ordine insultandoli pesante-mente. Sulla stessa falsariga unamamma, fermata ad un posto di blocco,ha minacciato di morte i Carabinieri.Ormai in preda ad una vera e propriacrisi, è scesa dall’autovettura, incammi-nandosi a piedi, lasciando la figlia mi-

nore in auto. Grazie ai Carabinieri, ladonna è stata ricondotta ai suoi obbli-ghi. Quello che colpisce maggior-mente, oltre alla mancanza di sensocivico e al totale menefreghismo, è lacompleta irresponsabilità di coloro iquali, pensando di essere più scaltridegli altri, violano le leggi, credendo difarla franca, mettendo a rischio non sololoro stessi, ma anche gli altri. Se non in-cominciamo tutti a rispettare le regoleche ci vengono imposte, non per sadi-smo, ma per la nostra salute ed incolu-mità, non usciremo da questa terribilepandemia tanto presto e, soprattutto,l’hashtag #andràtuttobene resterà solouno slogan atto a confezionare unabella stories sui social.

P.G:

Pioggia di multe tra Pasqua e Pasquetta.Circa 1500 i “furbetti” dell’autocertificazione

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Atto di aiuto tangibile e rapido al si-stema sanitario regionale da partedel Comune di Morano. Quanto an-nunciato nei giorni scorsi a seguitodella rinuncia volontaria degli ammi-nistratori - del sindaco Nicolò DeBartolo, del suo vicario Pasqualemaradei, degli assessori mariagra-zia Verbicaro, Sonia Cozza e Fran-cesco Soave - all’indennità difunzione da aprile a dicembre 2020ha portato all’acquisto di un ventila-tore polmonare donato alla Pneu-mologia dell’ospedale diCastrovillari. La delicata e costosaapparecchiatura, del tutto compati-bile con le competenze del perso-nale medico e infermieristico inservizio presso la pneumologia delFerrari, è immediatamente utilizza-bile e giunge in un momento digrave stress del nosocomio del Pol-lino, come, in generale, di tutte lestrutture nosocomiali della Calabria.La macchina potrà offrire supporto aipazienti che a causa di specifiche pa-tologie non sono in grado di respi-rare autonomamente. Un interventoaltruistico, che, in sostanza, può sal-vare vite umane. «Il nostro è un pic-colo segnale di partecipazione aldolore della società civile» afferma ilprimo cittadino Nicolò De Bartolo anome dell’esecutivo e dei suoi piùstretti collaboratori. «Siamo contentid’essere riusciti in sole due settimanea mantenere la nostra promessa diregalare un ventilatore polmonare aun reparto che più di altri ne ha biso-gno. Ed è appagante sapere che conun piccolo sacrificio si può essere vi-cini al Prossimo e rappresentare unasperanza per quanti, anche a motivodelle carenze del nostro sistema sa-nitario, da oltre vent’anni oggetto ditagli inaccettabili, rischia di non far-cela».

P.G.

Morano Calabro. Il Comune consegna un ventilatore polmonare all’ospedale di Castrovillari

«Metà della popolazione delpianeta vive momenti tristi, at-tanagliata dalla paura e da no-tizie funeste e per di piùsegregata in casa. Tutti stiamo attraversando untempo sospeso che non ci per-mette di ipotizzare il domani. In questo momento il miopensiero è stato più volte vi-cino ai cittadini di Civita e nel-

l’impossibilità di essere pre-sente a fianco della comunitàche mi ha “adottato” e chequindi è diventata la mia co-munità, sono solidale inviandoun pacco contenente 250 ma-scherine da distribuire ai di-pendenti pubblici chelavorano front-line e agli ope-ratori economici privati, per latutela della loro salute.

Il mio piccolo dono rappre-senta certo una iniziativa chespero, sommata ad altre in es-sere, possa aiutare i civitesi asuperare indenni questi mo-menti. Parafrasando un vec-chio detto albanese: “GUR,GUR, BËHET MUR”, “Pietra supietra, si fa il muro”. Dono metaforicamente la miapiccola pietra per costruire un

muro di solidarietà che fermi ilvirus. Nel ringraziarla, SignorSindaco, per la stima e l’affettoricevuto dalla comunità di Ci-vita, invio un abbraccio ai civi-tesi tutti e chiedo alla SuaPersona di farsi interprete deimiei sentimenti di amiciziasincera».

Giuseppe Chimisso

Il cittadino onorario Giuseppe Chimisso scrive al sindaco di Civita e regala 250 mascherine

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AddioAlfredoche la terra

ti sia lieve!

«Dobbiamo aiutare le fasce più debolidel nostro Comune, senza lasciare nes-suno indietro, questo è il nostro unicoobiettivo». È quanto sostengono i con-siglieri comunali di “moranoLab”: Gian-natale Tramaglino, capogruppo, mariaDi maria e Domenico Lombardi, all’in-domani della distribuzione dei “buonispesa” nella cittadina di morano Cala-bro. «Abbiamo segnalato delle impre-cisioni e delle inadempienze nelledeterminazioni di assegnazione deibuoni spesa, rispetto alla normativa, masoprattutto una mancanza completa di

buon senso - affermano - Sono statiidentificati una base di percettori, dabanche dati comunali e associative,senza avere la premura di verificare se-riamente chi si trova effettivamente insituazione di bisogno indigente, causaVirus». Sostengono, inoltre, che «nes-suno è stato informato che il termine ul-timo, del 6 aprile, per fare richiesta èstato reso non perentorio dai tecnici.Resta il fatto, che si tratta di una pratica,che ci solleva seri dubbi di illegittimità,oltre che di una mancanza di etica poli-tica e morale». Secondo quanto ripor-

tato dai consiglieri, in una nota, sonostati spesi «17000 € su 40000 disponibili.Gli altri 23000 € per cosa, e quando sa-ranno usati? Sono stati sensibilizzati iproprietari di attività ancora chiuse,sulle loro particolari e immediate esi-genze?» Poi, l’affondo «nei momenti dicrisi, si pagano le superficialità della nor-male amministrazione; a tal proposito,dove sono i servizi sociali del comune?Nella commissione esaminatrice isti-tuita per la selezione dei nuclei familiariin difficoltà, non se ne trova traccia», de-nunciando come «risorse ferme e dispo-

nibili da impiegare nell’emergenza eco-nomica è tutt’ora lettera morta, per uncapriccio di una politica che “appare manon agisce”. Stiamo chiedendo di aggre-dire la crisi, non siamo interessati ad en-trare in polemica con il sindaco (NicolòDe Bartolo ndr)»; consigliando agli or-gani preposti di riaprire «le domande diassegnazione dei buoni alimentari edapprovate la rete solidale, mettetecinuove risorse, così come le abbiamo tro-vate, perché la sfida è appena comin-ciata».

P.G.

Morano. I consiglieri di MoranoLab denunciano irregolarità nell’assegnazione di “buoni spesa”

Il Sindaco Jim di Giorno, il vicesindacoAngelo De maio, l’assessore GiovannaSpingola ed il Presidente del ConsiglioLuigi Bisignani hanno rinunciato allapropria indennità di marzo per acqui-stare le tute consegnate al personalesanitario dell’ospedale di Castrovillari.È quanto fa sapere lo stesso primo cit-tadino sottolineando come la dona-zione all’istituzione pubblica localemira ad essere un contributo ed unsegno di solidarietà, di vicinanza e di ri-conoscimento concreto all’instancabileimpegno dei medici e degli operatorisanitari in prima linea in questo mo-mento cruciale per l’Italia e per la no-stra regione.

San Donato di Ninea

dona tute al personale

sanitario del “Ferrari”

La Regione Calabria ha emesso una nuova ordinanza, la n. 32 del 17 aprile 2020,che consente agli agricoltori, anche quelli che non lo fanno come attività principale,di recarsi presso i propri terreni per lavorarli e accudire gli animali. L’ha rilanciata il Sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, ricordando a tal pro-posito “che l’attività deve essere svolta da una sola persona e per una sola volta algiorno.”“Quelle, invece, concernenti la trasformazione di prodotti dolciari- ricorda- rimangonochiuse al pubblico ma , con la possibilità di effettuare consegne a domicilio, anche neigiorni festivi sempre nel rispetto delle norme igieniche .”Per altro il primo cittadino al fine di contenere il fenomeno- che potrebbe divenireun comportamento diffuso solo per muoversi- di chi si reca in campagna pur nonessendo agricoltore, aveva emanato l’ordinanza n. 142, reperibile pure sul sito del-l’Ente e valida sino a domenica 3 maggio nella quale viene prescritta l’obbligatorietàdi indicare sull’autocertificazione, da parte di chi si porta sul proprio podere, l’ubi-cazione dello stesso e il tipo di attività che va a svolgere, al fine di facilitare i con-trolli. Nella stessa ordinanza vengono confermate le chiusure di tutte le attività, esclusela farmacia di turno e le edicole nelle giornate di domenica, sabato 25 aprile e divenerdì primo maggio. Invece circa gli esiti dei tamponi che interessano alcuni cittadini di Castrovillari ilSindaco fa presente che i risultati di questi si conosceranno nella tarda mattinatadi sabato 18 aprile.

L’Ufficio Stampa del Comune di Castrovillari

Possibile recarsi presso i propri terreniper lavorarli e accudire gli animali

Il Comune di mormanno, gui-dato dal sindaco Giuseppe Re-gina, ha accolto le 81 richiesteper “buoni spesa” che vanno adonare sostegno ad un numerocomplessivo di 214 persone indifficoltà a causa dell’emergenzaCoronavirus. I fondi, pervenuti dalGoverno centrale (oltre 22 milaeuro), e tramutati in “buoni”, sonostati distribuiti dalla ProtezioneCivile insieme ai prodotti che, intanti, hanno donato al Comune.«Ci siamo attivati in breve tempo- ha sottolineato il sindaco - perpoter soddisfare i bisogni diquanti sono in difficoltà a ridossodella Pasqua permettendo di ri-

portare un piccolo sorriso sul visodi coloro - e sono purtroppo unnumero elevato - oggi si trovanoin estrema povertà a causa dellapandemia che ha colpito moltisettori lavorativi e reso più debolicoloro che già erano in crisi occu-pazionale». Secondo quanto di-sposto dall’Amministrazionecomunale, le famiglie composteda un solo membro riceveranno“buoni spesa” pari a €200,00complessivi; mentre per i nucleicomposti da un numero supe-riore a 1, saranno di €200,00 +buoni spesa per €50,00 per ognicomponente aggiuntivo. P.G.

Mormanno. Consegnati i buoni spesa

IL DIARIO DI CASTROVILLARIE DEL POLLINO

Registrazione Tribunale di Castrovillari n. 1/2005Iscrizione R.O.C. n. 13126

Edito da AssociazioneCulturale PromoIdea Pollino

Sede operativa: Via A. Alfano, 75 - CastrovillariStampa: solo formato digitale

Direttore editoriale Angelo Filomia 328.1046251

Direttore responsabile Luigi Troccoli

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Il diciassette Aprile, per tutti i tifosi ros-soneri, non potrà mai essere un giornoqualunque. E’ una certezza. Perché quelgiorno, al di là delle scaramanzie dasmorfia napoletana, una Squadra, unaSocietà, degli irriducibili Tifosi hannoscritto una pagina che nessuno potràmai cancellare. Sono venute altre soddi-sfazioni, certo, purtroppo anche scon-fitte e da quelle ci siamo rialzati. Ma sechiedi a un tifoso di ricordare un’annata,una partita, un’emozione, se c’era ti par-lerà di quel giorno. Castrovillari e il com-prensorio vivevano in una campana divetro: il sogno del professionismo si an-dava materializzando e, per merito diquel gruppo di Uomini, Castrovillari sisentiva grande. Invidiata da realtà benpiù grandi che, quell’anno, potevanosolo guardarla dal basso verso l’alto.Come potremo mai ringraziare abba-stanza il Mago Angelo Carrano, con lasua maglia 99 indossata in panchina?Chi può dimenticare il capocannoniereEmanuele Del Zotti e il suo spot realiz-zato per la radio in cui invitava ad ascol-tare le radiocronache? E ancora: le“genialate” tecniche di Baratto (la rove-sciata contro la Folgore è un ricordochiarissimo tuttora), la grinta di Perrone,Lauriola e Cimino, la faccia da finto cat-tivo di Addesi e l’eleganza da Kaiserdello sfortunato Bruno. I gol di Bale-strieri, schierato quel giorno con la nu-mero sei, e del ragazzino prodigio EnzoCosa, che aveva qualche brufolo in visoma che sapeva segnare come un vete-rano. E ancora la zazzera di Galati, chevolava da un lato all’altro della porta al-ternandosi con il bravo portierino (soloper l’età) Danilo Bassi. Le sgroppate diCipparrone con gli altri che potevano

solo prendergli la targa,la saggezzadell’esperto Presta a centrocampo, levolate di Mingrone sulla fascia e le can-nonate di De Blasio su punizione dalleposizioni più impossibili del campo. Ro-salbino De Marco, arrivato tre anniprima e seduto in ritiro ai bordi delcampo di Spezzano con un menisco apezzi e ora protagonista sempre pre-sente della splendida cavalcata. Un ma-nipolo di ragazzi pronti a dare tutto perquella maglia come Mazza, Squillace,Vacchiano, Lufrano, Ventura Apa, Imbro-gna e persino il giovanissimo Pagliami-nuta jr, fatto debuttare più o meno a 16anni col Gangi per rinverdire le orme dipapà Tonino, una vita tra maglia rosso-nera e batteria. Lo sfortunato PasqualeApa che rientrò a Rossano con una pre-stazione magistrale e il talentino DeVivo che realizzò un eurogol con il Par-tinico. Eppoi i tifosi: ricordo il caroFranco Rummolo urlare “Noi siamo la ca-polista” all’inizio di ogni partita, Franco

Filomia e la sua edicola. Lì davanti, su 9ore di apertura, 10 si parlava di Castro-villari.Un po’ come facevano SalvatoreD’Agostino e il suo “clan” nel cuore dellacittà, vicino al salone di mastro Pierino,le forbici più rossonere del Paese. Ri-cordo lo stadio pieno di entusiamo, lostriscione 100% TM degli ultras e per-fino l’ufficiale di polizia municipale chesi metteva dietro la porta avversaria per-ché “così facciamo gol che porto bene”.Franco Pirrera che colorava di folklore lalettura delle formazioni: Del Zotti eraprofessore, Perrone assessore. E tuttivincevamo alla fine. Le trasferte impos-sibili a Marsala, a Casteveltrano a Parti-nico, a Bagheria, il diluvio di Comiso eBaratto che, infangato, fa un gol impos-sibile. Raffaele Bengardino che realiz-zava interviste per la radio, GiovanniPastore e Roberto Fittipaldi che face-vano la telecronaca trasmessa il merco-ledì sera. Vincenzo d’Atri,orgogliosamente castrovillarese, ci mo-

strava il servizio sulla partita al TG3 re-gionale la domenica sera e Damiano Co-velli, con la sua sapiente penna, sulRossonero ci accompagnava verso laconquista del sogno. Poi, mio padre coni pezzi sul Corriere dello Sport che fa-ceva conoscere il nostro piccolo mira-colo anche dall’altra parte dell’Italia. ”Ilsegreto di una squadra che sta met-tendo in fila realtà come Catania e Mes-sina” – era questo il titolo del pezzo chequasi ogni domenica sera ci chiedevanoda Roma. Il segreto era, probabilmente,lui, un Imprenditore che prese le ceneridel Castrovillari da una dolorosa retro-cessione iniziando con un anonimo pa-reggio a Cutro, un giorno di settembredi tanti anni fa. Disse che voleva portareil Castrovillari in alto, sulla schedina,sulle tv nazionali. Alcuni sorrisero, maAgostino Caligiuri era un visionario, diquelli che erano sempre un passoavanti. E che non si accontentavanomai. Ero adolescente all’epoca, ma il Pre-sidente era una persona autorevole, tiparlava e ti conquistava: e infatti c’era lafila, in quel periodo, per venire a giocarea Castrovillari. Nel chiudere questerighe, vorrei immaginare che in futurouno stadio da noi possa chiamarsi non1 Maggio ma 17 Aprile perché è in quelgiorno che una città e un comprensoriohanno toccato il cielo con un dito. E per-ché sarebbe doveroso essere ricono-scenti. A voi, artefici di questocapolavoro della sana provincia di uncalcio che ormai non c’è più, conse-gniamo una certezza che è, allo stessotempo, anche un ringraziamento: chinon c’era lo rimpiangerà, chi era pre-sente non vi dimenticherà. Mai.

Gaetano Pugliese

Le grandi sfide del Castrovillari Calcio17 aprile 1994: 1 a 0 contro la Paolana e voliamo in C2

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Una lista di specialisti, ancora aperta a tutti, per le diverse branche mediche. Gli specialisti risponderanno per telefono o via mail ai quesiti posti dai pazienti per

le diverse patologie cercando così di dare sollievo e sostegno in questo difficilemomento, caratterizzato da misure di contenimento causa SARS-COV2.

Anestesiologia F. Ida 3333221847

Cardiologia G. Sanpasquale (emodinamista)[email protected] A.P. Pellegrini 3294219261 F. Dulcetti 3398821998

Chirurgia Generale P. Vico 3478306835 L. Sommella 3490554834

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A Gangale 3386661263 [email protected]

Oncologia I.Schito 3478668725 G. Cicero 3209737692

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Pneumologia E. Zicari 3288352972 D. Donadio 3336359266

Psicologia Di Mare 3456035657

Radiologia A. Panebianco 098121005 M. Romano 3478163771 D. De Martino 3470634960

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