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Page 1: L’italiano nel tempo della crisi politica con il Ticino S · chi voglia innalzare la qualità della propria scrittura (Il piacere di scrivere. Guida all’italiano del terzo millennio,

Corriere di Como Domenica 23 N o v e m b re 2014 7

Temi e problemiin primo piano

Modelli a confrontoOltre confineun interessantelaboratorio culturale

S

L’inter vista Luca Cignetti, docente alla Università Supsi, parla delle differenze linguistichetra il nostro Paese e la vicina Svizzera. In libreria un manuale insegna a usare meglio le parole

LINK III

L’ateneo di Basilea

Il 750° di Dantesarà strategicoper la nostra lingua

di Lorenzo Morandotti

crivere bene è possibile. Scriveremeglio è un po’ più complicato. Nontroppo, in verità. Questione di eser-cizio. E di volontà. Ne sono convintidue studiosi di didattica dell’italia -no, Luca CignettieSimone Fornara, en-trambi docenti alla Scuola Universi-taria Professionale della SvizzeraItaliana (Supsi) e autori di un vero eproprio manuale destinato appunto achi voglia innalzare la qualità dellapropria scrittura (Il piacere di scrivere.Guida all’italiano del terzo millennio,Carocci editore, 2014, pagine 331, euro24. Prefazione di Luca Serianni).

Cignetti e Fornara insegnano a in-segnare l’italiano. Lo fanno in Can-

ton Ticino, nel tempo in cui i contra-sti politico-culturali tra l’Italia e laSvizzera appaiono più forti che mai.

«In Ticino - dice Cignetti - l’italianoè una lingua identitaria. La tensionee i conflitti esistenti sono di naturapolitico-economica e non possono es-sere negati. Ma la difesa della linguaitaliana nel nostro Cantone è comun-que forte. Non dimentichiamo chenel primo articolo della Costituzioneticinese si parla di una “repubblica dicultura e lingua italiane”».

Professor Cignetti, spesso si scherzasulle differenze tra l’italiano-italiano el’italiano-svizzero. Sono così evidenti,queste diversità? E perché?

«L’italiano parlato e scritto in Ti-cino è una varietà linguistica, unalingua regionale. Subisce l’influen zadel contesto in cui è utilizzata. Ha an-che caratteristiche tipiche legate alcontatto con le altre lingue nazionalisvizzere, vale a dire tedesco e france-se. Sul “ticinese” incidono anche ledifferenze sociali, istituzionali, i mo-di di vita. Gli esempi sono molti: dalquark, che corrisponde alla ricotta,al natel, azienda oggi scomparsa cheha dato il nome al telefonino. E an-cora, la linea di confine che vienechiamata ramina o il classatore, pa-rola derivante dal francese che indicail raccoglitore di documenti».

Va detto però che l’italiano-ticinese, inalcune circostanze, è molto più chiaro

L’italianonel tempodella crisipoliticacon il Ticino

della lingua madre. I testi della burocra-zia, ad esempio, sono molto più semplicie chiari in Svizzera.

«Questa è anche l’impressione dichi ha studiato il fenomeno. C’è unaspiegazione. Le leggi confederali so-no scritte in tedesco e poi tradotte.La lingua è quindi più piatta e mono-tona ma anche più semplice e chiara,leggibile. Aggiungo che in Canton Ti-cino l’attenzione al cittadino è mag-giore, si tenta in ogni modo di evitareburocratismi ed espressioni desuete,quelle che hanno portato Italo Calvi-

no a parlare di “antilin gua”. Forse c’èmancanza di ricercatezza, ma questamancanza favorisce certamente lac o m p re n s i o n e » .

Perché è importante scrivere bene. Sipotrebbe dire, parafrasando Nanni Mo-retti, che chi scrive bene pensa bene?

«Credo che sia importante scriverebene per molti motivi. Non soltantoper avere buoni voti a scuola ma an-che, e soprattutto, per essere ascolta-ti e compresi. La scrittura strutturail pensiero. Scrivere bene obbliga adare chiarezza e coerenza a ciò che sivuole comunicare»

I giovani, però, soprattutto sui socialmedia, utilizzano forme sincopate, scrit-ture apparentemente senza regole.

«La grande diffusione di mezzi discrittura digitata ha comportato unasorta di rivoluzione. Sicuramente sitratta di una scrittura non tradizio-nale ma efficace. D’altronde, scriveresignifica saper gestire diversi mezzi emodalità di scrittura».

Che cosa pensa dell’italiano dei gior-nali? Quelli ticinesi sembrano talvoltameglio scritti. Perché?

«Oggi la stampa rappresenta unmodello linguistico che una volta eraesercitato dalla letteratura. In Tici-no i giornali sono ben strutturati. E,in generale, sembrano aprirsi menoagli influssi della lingua parlata.Tuttavia, non noto grandi differenzelinguistiche con i giornali italiani».

di Dario Campione

�Scrivere beneÈ importante scrivere beneperché la scrittura strutturail pensiero. Scrivere beneobbliga a dare chiarezzae coerenza a ciòche si vuole comunicare

Il libro

� Il piacere discrivere. Guidaall’italiano del terzomillennio ( C a ro c c ieditore, 2014,pagine 331, euro24. Prefazione diLuca Serianni) èstato scritto daLuca Cignetti eSimone Fornara

� Luca Cignetti,dopo la laurea inLettere moderneall’Università diTorino, ha ottenuto ildottorato di ricercain Linguisticaitaliana all’Universitàdi Basilea.Attualmente èd o c e n t e - r i c e rc a t o rein didatticadell’italiano neldipartimento diformazione ea p p re n d i m e n t odella Supsi

Nel 2012 a Basilea un impor-tante convegno fece emergereinteressanti riflessioni giuridi-che, culturali e sociali sul ruolodi una lingua nazionale e ufficia-le come l’italiano in terra rosso-crociata. Oltre ai Ticinesi, intutta la confederazione sonomezzo milione gli italofoni,stando al censimento del 2000.Ora gli atti di quel convegno so-no diventati un libro edito da Ca-sagrande, L’italiano in Svizzera:lusso o necessità?, a cura della co-masca Maria Antonietta Terzo-li, direttrice dal 2003 dell’istitu -to di Italianistica dell’Universi -tà di Basilea, e di Carlo AlbertoDi Bisceglia (nella foto in alto,particolare della stampa del 1632 diJodocus Hondius “Nova Helvetiae

Ta b u l a ”, riprodotta in copertina).È da tempo che la comunità

italofona in Svizzera si è mobi-litata in difesa dell’idioma diDante che rischia il soffoca-mento. Soffre infatti di un com-plesso d’inferiorità nella confe-derazione elvetica il nostro ita-liano, terza lingua ufficiale macon progressivo deprezzamento.Chiede a gran voce misure con-crete di difesa, anche con docu-menti ufficiali. Maria Anto-nietta Terzoli, che ha la doppiacittadinanza, è tra gli intellet-tuali più agguerriti sull’argo -mento come portavocedell’“italicità” (si è voluto co-niare questo neologismo per di-fendere la lingua di Dante comefatto culturale in Svizzera) an-

che a livello politico. Nella con-sapevolezza che il plurilingui-smo fu instaurato nel 1848 daipadri della Costituzione dellaConfederazione Svizzera ed eraconsiderato come irrinunciabi-le per la coesione del Paese. difronte a tale baluardo giuridicoil deprezzamento dell’italianoin Svizzera sarebbe una nettaviolazione della Costituzionedella Confederazione.

Maria Antonietta Terzoli staconcludendo con la sua équipe unponderoso commento (circa 1.200pagine) al Pa s t i c c i a c c i o di Gadda,l’autore cui ha dedicato moltistudi. «È un romanzo che inglobatutte le lingue, oltre al romane-sco e al milanese e al napoletano.L’anno prossimo cadrà il 750° del-

la nascita di Dante - prosegue lastudiosa di origine comasca - Cisaranno manifestazioni anche aBasilea e noi stiamo organizzan-do con il dipartimento di Italia-nistica in collaborazione conl’Università di Vienna un grandeconvegno per i primi di maggio,su Dante e le arti figurative. Saràun’occasione preziosa anche permeditare sul ruolo dell’italianoin Svizzera. Grazie al convegnodel 2012 si è ormai maturata inmodo forte e consapevole una co-scienza collettiva sul ruolo degliitalofoni nella vita culturale del-la confederazione. L’uscita degliatti del convegno ha proprio loscopo, a futura memoria, di di-fendere la lingua italiana comefatto, anzitutto, di cultura».

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