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IL FESTIVAL DEI DUE MONDI Una edizione ridotta e tutta all'aperto per l'emergenza coronavirus Spoleto riparte con Muti e Bellucci Il direttore artistico Giorgio Ferrara: «La crisi ha portato un periodo di riflessione» D! LORENZO TOZZI Anche il Festival dei due mondi di Spoleto, la madre di tutti i Festi val italiani, riaccende le mic ce e si prepara alla ormai prossima stagione estiva, no nostante le comprensibili difficoltà che hanno costret to il direttore artistico uscen te, Giorgio Ferrara, a postici pare le date e a ridurre la kermesse umbra a soli otto spettacoli. Uno sforzo comunque consi derevole che Ferrara, che passerà il prossimo anno il testimone a Monique Vaute, già direttore artistico e poi presidente del RomaEuropa Festival, non minimizza. Otto le serate senza repliche (in luogo delle circa 40 con suete) tra il 20 ed il 30 agosto con due lunghi ma intensi weekend tutti all'aperto nei suggestivi luoghi del Teatro romano e della Piazza Duo mo. Si inaugura il 20 con l'Orfeo di Monteverdi ridise gnato da Pierluigi Pizzi e rac contato dall'Accademia bi zantina diretta da Ottavio Dantone. Sarà poi la volta (il 21) di Emma Dante con lo spettacoloconcerto I Mes saggeri ispirato a Sofocle ed Euripide. Torna poi (il 22) per la terza puntata del suo progetto mitologico la com positrice Silvia Colasanti con Arianna, Fedra, Didone, monodrammi per attrice so la (Isabella Ferrari) per la di rezione musicale di Roberto Abbado. Sarà poi la volta del la lanciatissima pianista Bea trice Rana (il 23). Anche il Festival dei due mondi di Spoleto, la madre di tutti i Festi val italiani, riaccende le mic ce e si prepara alla ormai prossima stagione estiva, no nostante le comprensibili difficoltà che hanno costret to il direttore artistico uscen te, Giorgio Ferrara, a postici pare le date e a ridurre la kermesse umbra a soli otto spettacoli. Uno sforzo comunque consi derevole che Ferrara, che passerà il prossimo anno il testimone a Monique Vaute, già direttore artistico e poi presidente del RomaEuropa Festival, non minimizza. Otto le serate senza repliche (in luogo delle circa 40 con suete) tra il 20 ed il 30 agosto con due lunghi ma intensi weekend tutti all'aperto nei suggestivi luoghi del Teatro romano e della Piazza Duo mo. Si inaugura il 20 con l'Orfeo di Monteverdi ridise gnato da Pierluigi Pizzi e rac contato dall'Accademia bi zantina diretta da Ottavio Dantone. Sarà poi la volta (il 21) di Emma Dante con lo spettacoloconcerto I Mes saggeri ispirato a Sofocle ed Euripide. Torna poi (il 22) per la terza puntata del suo progetto mitologico la com positrice Silvia Colasanti con Arianna, Fedra, Didone, monodrammi per attrice so la (Isabella Ferrari) per la di rezione musicale di Roberto Abbado. Sarà poi la volta del la lanciatissima pianista Bea trice Rana (il 23). Sorprese anche per il secon do weekend con Monica Bel lucci (27 agosto) che inter preta Maria Callas su testi e regia di Tom Wolf, Le creatu re di Prometeo di Beethoven (28 agosto) concerto in for ma scenica con la coreogra fia di Simona Bucci e i son tuosi costumi di Roberto Ca pucci (sul podio Andrea Bat tistoni). Il 29 Luca Zingaretti legge La sirena da un raccon to di Tornasi di Lampedusa. Infine tradizionale concerto in Piazza il 30 agosto al co mando di Riccardo Muti sul podio dell'Orchestra Cheru bini. Per Ferrara dunque tempo di bilanci dopo tredici anni di Spoleto. «È stata un'esperienza positi va e felice racconta il regi sta Sono orgoglioso di esse re riuscito a riportare il festi val a una visibilità straordi naria. Wilson e Ronconi so no stati i cardini di questa linea artistica. Poi c'è stata apertura a tutti i mondi pos sibili e immaginabili. Alla fi ne sono sollevato ma felice di lasciare in queste ottime condizioni: 30 o 40 spettaco li ad edizione con 150 alzate di sipario. Anche quest'anno avevo un bel pro gramma ed ho recuperato la situazione con otto serate simboliche di grande impat to e tutte italiane». Quali i ricordi più belli? «Ho la gioia di aver potuto mettere in scena la più gran de attrice italiana anche se è mia moglie (Adriana Asti n.d.r.) con spettacoli meravi gliosi: il primo fu Giorni feli ci con la regia di Wilson. Un ricordo bellissimo. Poi il rin contro con Ronconi, di cui ero stato assistente. Un an no prima di morire mi ha messo in scena con Danza macabra di Strindberg. Poi la prima volta di Muti a Spo leto e tanti importanti incon tri come regista di opere liri che e le commissioni di ope re nuove». Lo spettacolo più amato? «La prima apparizione di Neumeier in Piazza Duomo con 100 ballerini, il San Fran cisco Ballet che quest'anno doveva venire con l'Eroica, Harding con la London Sym phony e poi tanti giovani coinvolti dell'Accademia di Arte drammatica e delle or chestre giovanili». Un aneddoto poco noto? «Sono rimasto sorpreso per ché gli spoletini, di natura orgogliosi e diffidenti, all'ini zio mi guardavano con so spetto, ma poi sono cambia ti e hanno dimostrato tanta voglia di venire a teatro». Che insegnamento trarre dalla pandemia? «Nonostante la paura e il ter rore ci ha costretto a un sano periodo di riflessione. An che i cittadini hanno impara to lo smart working, hanno visto di più la tv che è cam biata in meglio: una tv come la vorremmo vedere sem pre. Certo questo periodo la scerà segni terribili non solo dal punto di vista economi co, ma anche culturale. Re sto preoccupato per il prosie guo. Non si vedrà la parola fine sino al vaccino e c'è tan ta incertezza su soldi pro messi e non ancora erogati». Un consiglio per il futuro del Festival? «Rispettare l'idea di Menotti con la pluridisciplinarietà ed affiancare giovani a perso nalità straniere di grande lu stro». «Ho la gioia di aver potuto mettere in scena la più gran de attrice italiana anche se è mia moglie (Adriana Asti n.d.r.) con spettacoli meravi gliosi: il primo fu Giorni feli ci con la regia di Wilson. Un ricordo bellissimo. Poi il rin contro con Ronconi, di cui ero stato assistente. Un an no prima di morire mi ha messo in scena con Danza macabra di Strindberg. Poi la prima volta di Muti a Spo leto e tanti importanti incon tri come regista di opere liri che e le commissioni di ope re nuove». Lo spettacolo più amato? «La prima apparizione di Neumeier in Piazza Duomo con 100 ballerini, il San Fran cisco Ballet che quest'anno doveva venire con l'Eroica, Harding con la London Sym phony e poi tanti giovani coinvolti dell'Accademia di Arte drammatica e delle or chestre giovanili». Un aneddoto poco noto? «Sono rimasto sorpreso per ché gli spoletini, di natura orgogliosi e diffidenti, all'ini zio mi guardavano con so spetto, ma poi sono cambia ti e hanno dimostrato tanta voglia di venire a teatro». Che insegnamento trarre dalla pandemia? «Nonostante la paura e il ter rore ci ha costretto a un sano periodo di riflessione. An che i cittadini hanno impara to lo smart working, hanno visto di più la tv che è cam biata in meglio: una tv come la vorremmo vedere sem pre. Certo questo periodo la scerà segni terribili non solo dal punto di vista economi co, ma anche culturale. Re sto preoccupato per il prosie guo. Non si vedrà la parola fine sino al vaccino e c'è tan ta incertezza su soldi pro messi e non ancora erogati». Un consiglio per il futuro del Festival? «Rispettare l'idea di Menotti con la pluridisciplinarietà ed affiancare giovani a perso nalità straniere di grande lu stro». Data: 25.06.2020 Pag.: 20 Size: 596 cm2 AVE: € 45892.00 Tiratura: 24893 Diffusione: 13371 Lettori: MEDIA 1

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IL FESTIVAL DEI DUE MONDIUna edizione ridotta e tutta all'aperto per l'emergenza coronavirus

Spoleto ripartecon Muti e BellucciIl direttore artistico Giorgio Ferrara: «La crisi ha portato un periodo di riflessione»D! LORENZO TOZZIAnche il Festival dei

due mondi di Spoleto,la madre di tutti i Festi­

val italiani, riaccende le mic­ce e si prepara alla ormaiprossima stagione estiva, no­nostante le comprensibilidifficoltà che hanno costret­to il direttore artistico uscen­te, Giorgio Ferrara, a postici­pare le date e a ridurre lakermesse umbra a soli ottospettacoli.Uno sforzo comunque consi­derevole che Ferrara, chepasserà il prossimo anno iltestimone a Monique Vaute,già direttore artistico e poipresidente del RomaEuropaFestival, non minimizza.Otto le serate senza repliche(in luogo delle circa 40 con­suete) tra il 20 ed il 30 agostocon due lunghi ma intensiweekend tutti all'aperto neisuggestivi luoghi del Teatroromano e della Piazza Duo­mo. Si inaugura il 20 conl'Orfeo di Monteverdi ridise­gnato da Pierluigi Pizzi e rac­contato dall'Accademia bi­zantina diretta da OttavioDantone. Sarà poi la volta (il21) di Emma Dante con lospettacolo­concerto I Mes­saggeri ispirato a Sofocle edEuripide. Torna poi (il 22)per la terza puntata del suoprogetto mitologico la com­positrice Silvia Colasanticon Arianna, Fedra, Didone,monodrammi per attrice so­la (Isabella Ferrari) per la di­rezione musicale di RobertoAbbado. Sarà poi la volta del­la lanciatissima pianista Bea­trice Rana (il 23).

Anche il Festival dei

due mondi di Spoleto,la madre di tutti i Festi­

val italiani, riaccende le mic­ce e si prepara alla ormaiprossima stagione estiva, no­nostante le comprensibilidifficoltà che hanno costret­to il direttore artistico uscen­

te, Giorgio Ferrara, a postici­pare le date e a ridurre lakermesse umbra a soli otto

spettacoli.Uno sforzo comunque consi­derevole che Ferrara, chepasserà il prossimo anno iltestimone a Monique Vaute,già direttore artistico e poipresidente del RomaEuropaFestival, non minimizza.Otto le serate senza repliche(in luogo delle circa 40 con­suete) tra il 20 ed il 30 agostocon due lunghi ma intensiweekend tutti all'aperto neisuggestivi luoghi del Teatroromano e della Piazza Duo­

mo. Si inaugura il 20 conl'Orfeo di Monteverdi ridise­

gnato da Pierluigi Pizzi e rac­contato dall'Accademia bi­zantina diretta da OttavioDantone. Sarà poi la volta (il21) di Emma Dante con lospettacolo­concerto I Mes­saggeri ispirato a Sofocle edEuripide. Torna poi (il 22)per la terza puntata del suoprogetto mitologico la com­positrice Silvia Colasanticon Arianna, Fedra, Didone,monodrammi per attrice so­la (Isabella Ferrari) per la di­rezione musicale di RobertoAbbado. Sarà poi la volta del­la lanciatissima pianista Bea­trice Rana (il 23).

Sorprese anche per il secon­do weekend con Monica Bel­lucci (27 agosto) che inter­preta Maria Callas su testi eregia di Tom Wolf, Le creatu­re di Prometeo di Beethoven(28 agosto) concerto in for­ma scenica con la coreogra­fia di Simona Bucci e i son­tuosi costumi di Roberto Ca­pucci (sul podio Andrea Bat­tistoni). Il 29 Luca Zingarettilegge La sirena da un raccon­to di Tornasi di Lampedusa.Infine tradizionale concerto

in Piazza il 30 agosto al co­mando di Riccardo Muti sulpodio dell'Orchestra Cheru­bini.Per Ferrara dunque tempodi bilanci dopo tredici annidi Spoleto.

«È stata un'esperienza positi­va e felice ­ racconta il regi­sta ­ Sono orgoglioso di esse­re riuscito a riportare il festi­val a una visibilità straordi­naria. Wilson e Ronconi so­no stati i cardini di questa

linea artistica. Poi c'è stataapertura a tutti i mondi pos­sibili e immaginabili. Alla fi­ne sono sollevato ma felicedi lasciare in queste ottimecondizioni: 30 o 40 spettaco­li ad edizione con 150 alzate

di sipario. Anchequest'anno avevo un bel pro­gramma ed ho recuperato lasituazione con otto serate

simboliche di grande impat­to e tutte italiane».Quali i ricordi più belli?«Ho la gioia di aver potutomettere in scena la più gran­de attrice italiana anche se èmia moglie (Adriana Astin.d.r.) con spettacoli meravi­gliosi: il primo fu Giorni feli­ci con la regia di Wilson. Unricordo bellissimo. Poi il rin­contro con Ronconi, di cuiero stato assistente. Un an­

no prima di morire mi hamesso in scena con Danzamacabra di Strindberg. Poila prima volta di Muti a Spo­leto e tanti importanti incon­tri come regista di opere liri­che e le commissioni di ope­re nuove».

Lo spettacolo più amato?«La prima apparizione diNeumeier in Piazza Duomocon 100 ballerini, il San Fran­cisco Ballet che quest'annodoveva venire con l'Eroica,Harding con la London Sym­phony e poi tanti giovanicoinvolti dell'Accademia diArte drammatica e delle or­

chestre giovanili».Un aneddoto poco noto?«Sono rimasto sorpreso per­ché gli spoletini, di naturaorgogliosi e diffidenti, all'ini­zio mi guardavano con so­spetto, ma poi sono cambia­ti e hanno dimostrato tanta

voglia di venire a teatro».Che insegnamento trarredalla pandemia?«Nonostante la paura e il ter­rore ci ha costretto a un sanoperiodo di riflessione. An­che i cittadini hanno impara­to lo smart working, hannovisto di più la tv che è cam­biata in meglio: una tv comela vorremmo vedere sem­pre. Certo questo periodo la­scerà segni terribili non solodal punto di vista economi­co, ma anche culturale. Re­sto preoccupato per il prosie­guo. Non si vedrà la parolafine sino al vaccino e c'è tan­ta incertezza su soldi pro­messi e non ancora erogati».Un consiglio per il futurodel Festival?«Rispettare l'idea di Menotticon la pluridisciplinarietàed affiancare giovani a perso­nalità straniere di grande lu­stro».

«Ho la gioia di aver potutomettere in scena la più gran­de attrice italiana anche se èmia moglie (Adriana Astin.d.r.) con spettacoli meravi­gliosi: il primo fu Giorni feli­ci con la regia di Wilson. Unricordo bellissimo. Poi il rin­contro con Ronconi, di cuiero stato assistente. Un an­no prima di morire mi hamesso in scena con Danza

macabra di Strindberg. Poila prima volta di Muti a Spo­leto e tanti importanti incon­tri come regista di opere liri­che e le commissioni di ope­re nuove».

Lo spettacolo più amato?«La prima apparizione diNeumeier in Piazza Duomocon 100 ballerini, il San Fran­cisco Ballet che quest'annodoveva venire con l'Eroica,Harding con la London Sym­phony e poi tanti giovanicoinvolti dell'Accademia diArte drammatica e delle or­chestre giovanili».Un aneddoto poco noto?«Sono rimasto sorpreso per­ché gli spoletini, di naturaorgogliosi e diffidenti, all'ini­zio mi guardavano con so­spetto, ma poi sono cambia­ti e hanno dimostrato tanta

voglia di venire a teatro».Che insegnamento trarredalla pandemia?«Nonostante la paura e il ter­rore ci ha costretto a un sanoperiodo di riflessione. An­che i cittadini hanno impara­to lo smart working, hannovisto di più la tv che è cam­biata in meglio: una tv comela vorremmo vedere sem­pre. Certo questo periodo la­scerà segni terribili non solodal punto di vista economi­co, ma anche culturale. Re­sto preoccupato per il prosie­guo. Non si vedrà la parolafine sino al vaccino e c'è tan­ta incertezza su soldi pro­messi e non ancora erogati».Un consiglio per il futurodel Festival?«Rispettare l'idea di Menotticon la pluridisciplinarietàed affiancare giovani a perso­nalità straniere di grande lu­stro».

Data: 25.06.2020 Pag.: 20Size: 596 cm2 AVE: € 45892.00Tiratura: 24893Diffusione: 13371Lettori:

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SorpresaMonica Bellucci in una delleserate più attese delFestival, il 27 agosto,interpreta Maria Callas sutesti e regia di Tom Wolf.A destra il direttore artisticouscente, Giorgio Ferrara,sotto il MaestroRiccardo Muti

Lancetta

Rispettare latradizione

e affiancare aigiovani grandistranieri

Data: 25.06.2020 Pag.: 20Size: 596 cm2 AVE: € 45892.00Tiratura: 24893Diffusione: 13371Lettori:

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