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ALL’INTERNO

ANGELO ALLEGRI E ANTONIO SIGNORINI A PAGINA11

Oggi i palestinesi al votoHamas punta al potere

Il finanziere Emilio Gnutti durantel’interrogatorio reso davanti ai ma-gistratimilanesi il24dicembrescor-so:«Consortemipresentava il contochiedendo di poter far parte di ope-razionicon lequalipoterguadagna-re a latere». Sui 50 milioni versatidal finanziere, Gnutti ha dichiaratoche «sono passati dalle casse dellaHopainquellediConsorteeSacchet-ti» anche perché «Consorte e Sac-chetti chiedevano solo di poterciguadagnare un po’». Per Telecomavrebbero incassato 5 milioni a te-sta.LadifesadiConsorte: «Nell'am-bitodella vicendaTelecom, ioeSac-chetti abbiamo svolto nel corso dicirca tre anni un ampio e articolatocomplesso di attività di supporto diHopa edel suo presidenteGnutti».

Rosa Berlusconi compie 95 anni

Attacco di bande armatea piattaforma Agip: 9 morti

In crisi da shoppingsi «rovina» in un autogrill

Emergenza gas, un’ora in meno di riscaldamentoTermosifoni abbassati di un grado per decreto. Scajola: chiediamo un sacrificio

NINO MATERI A PAGINA21

LUCIANO GULLI E GIAN MICALESSIN ALLE PAGINE16-17

Intesa raggiunta tra Berlusconi e Ciampi: si andrà alle urne il9 aprile ma le Camere verranno sciolte due settimane dopo,ovvero il 10 febbraio. Oggi la comunicazioneufficialedelVimi-nale. Intanto il premier smentisce le voci di uno scontro con il

capodelloStato: «Stupidaggini».E tornaa criticare il centrosi-nistra: «Impossibile che vinca, non ha nulla da proporre».

OSSESSIONEELETTORALERenzo Foa

I PENSIERI FISSI DELLA SINISTRA

L e armi non mi piacciononeanche al cinema, figu-

rarsi averle in casa e magaripuntarle contro qualcuno.Tampocomi piace, però, chequalcuno le punti contro dime, magari proprio a casamia, e di certo per togliermiqualcosa che mi è caro, o -peggio - qualcuno che mi èancora più caro.Di rapine a mano armata,

per la verità, ne ho subite so-lo due e - curioso - né a Har-lemnénel Bronx, nénelle fa-vele peggiori di Rio o in luo-ghi simili dove mi è capitatopiù volte di gironzolare, an-che soltanto per vedere cheeffetto faceva. Macché, tuttee due a Milano, guarda casonell'era dello sceriffo For-mentini, entrambe di notte,la prima davanti a casa e laseconda a un distributorebenzinieroasmatico. Leban-de di sciaguratelli chemi esi-bivano a riprova della (...)

TUTELA DEGLI ONESTI

V i è una parte di ognuno di noiche reagisce con stizza ai disa-

gi provocati dalle continue agita-zioni Alitalia. «Che falliscano, evelocemente», debbono aver(...)

IL CAOS NEI CIELI

R osaBossiBerlusconi com-pieoggi95anni.Pergli av-

versari politici del figlio Sil-vio, presidente del Consiglioin carica, non è una notiziarassicurante. La signora Ro-sella – preferisce essere chia-mata così – gode di ottima sa-lute ed è lucidissima. Ieri se-ra, anziché andarea letto conlegalline, hariunitouna tren-tina degli amici più cari allaTorre del Mangia, ristorantetoscanodiMilano,decisaa in-trattenerli a tavola sino alloscoccare del giorno 25.

Quando ho chiesto al figlioPaolo, che incidentalmente èanche l’editoredi questo gior-nale, se la mamma fosse nel-le condizioni di reggereun’in-tervista di tre ore, la rispostaè stata: «Iomi preoccupo perte». Infatti la vegliardaha co-minciato a parlare alle 9.30 eha proseguito senza interru-zioni sino all’una meno unquarto, allorché con rara de-licatezza mi ha posto lei unadomanda: «Ha bisogno d’an-dare inbagnoa lavarsi lema-ni?». Poi ha guardatodistrat-ta l’orologio e ha sospirato:«Ù parlàa tropp. El me (...)

«Vi racconto ilmioSilvioprivato»PARLA MAMMA ROSA BERLUSCONI

ScandaloaCambridge

NIGERIA

SERVIZIOA PAGINA19

SINDROME

ENZA CUSMAI APAGINA21

Sparare ai ladriin casanon è più reato

GUARDASIGILLI Il ministro della Giustizia Roberto Castelli [FOTO: LA PRESSE] ANNA MARIA GRECO E FRANCO SALA A PAGINA8

Scioperi Alitalia sott’inchiesta

PER SCONGIURARE I BLACK OUT

I verbali della suora:«Così fra’ Fedele

mi legava e seviziava»

MEDIO ORIENTE

Atteso per oggi il comunicato ufficiale del Viminale. Il premier: «Scontro con il Quirinale? Sono stupidaggini. Escluso che l’Unione vinca, non ha nulla da proporre»

Il Parlamento lavorerà due settimane in piùIntesa traBerlusconi e Ciampi: si voterà il 9 aprile e le Camere verranno sciolte il 10 febbraio

ANNA MARIA GRECO,MASSIMILIANO SCAFI,ADALBERTO SIGNORE E LUCA TELESEALLEPAGINE 2-3-4

Sipuòcapire ilpensie-ro fisso di chiudereil Parlamento elettonel 2001 e di butta-re la chiave. Si può

capireperfinochequestopen-siero sia diventato una vera epropriaossessione.Maparla-redi vulnusallademocrazia edi ricatti, accennare al golpeistituzionale, dire che l'Italiaè trasformata in un Far Westquesto, sì, è da «repubblicadelle banane» o, ad esserepiù precisi, da «sinistra dellebanane».Soprattutto se chi lofa, invoca, dai giorni dell'esplosione dell'affaire Uni-pol, la necessità di abbassarei toni, di non gridare, di nonaccusare, epropone lezionidicorrettezza, come ha fatto ilsenatore Nicola Mancino, di-menticando che il centrosini-stra proprio agli sgoccioli del-la scorsa legislatura cambiònientemenoche laCostituzio-ne.Ma sono inezie, su cui nonriflettechi soffrediquell'incu-rabile «complesso del miglio-re», tanto ben descritto dalprofessor Ricolfi.È davvero triste che ci sia

un duello di questa asprezzasuunaquestioneche inunPa-esenormale sarebbestata re-golata con un linguaggio mi-suratoecon tonibassi.UnPa-ese normale apre il diziona-rio degli insulti e la scatoladell'indignazione se il capodell'esecutivo tenta di gover-nare senza maggioranza, dirinviare le elezioni politicheoltre la scadenza naturale, diprevaricare sugli altri poteri.Ma in questo caso la Costitu-zione non c'entra nulla. C'è larichiesta, fatta dal presidentedel Consiglio, di proseguire ilavori parlamentari per altredue settimane, cioèdi far fun-zionare le sedi della rappre-sentanza popolare oltre unadata già annunciata, ma sen-zaperquesto infrangerealcu-na legge. È lecito non essered'accordo. Così come è lecito- e forse anche politicamentegiusto - sostenere la confer-ma della data del 9 aprile, senonaltroperevitare la coinci-

denza con l'elezione del capodello Stato. È anche del tuttolecito affermare polemica-mente che posporre l'iniziodei comizi ha lo scopodi ritar-dare l'entrata in vigore della«par condicio». Meno lecito èalzare questo polverone.E soprattutto cosa c'entra,

nel caso in questione, «la di-minuzione della qualità dellanostrademocrazia», comehasostenuto il senatore Manci-no? Se questa qualità è dimi-nuita, negli ultimi cinque an-ni, ciò è dovuto al fatto chel'opposizionehaavuto findall'inizio, fin dal maggio del2001, quel pensiero fisso dichiudere al più presto una le-gislaturache, in fondoall'ani-ma, considerava illegittima.Le grida di oggi nascono soloda questa «riserva» culturalee politica, che oltretutto non èstata taciuta.Quantevolteab-biamo sentito parlare di«spallata»?Eoggi questa «ri-serva» dilaga in tutta la suarumorosità.Berlusconihaspiegatopub-

blicamente le ragioni dellasuarichiesta, cioè il completa-mentodell'attività legislativa.Ha ricevuto anche delle criti-che di natura essenzialmentepolitica, cheriguardano ivan-taggi e gli svantaggi di questoconflitto, con i suoi tortuosipassaggi - l'attodel capodelloStato, il parere dei presidentidelle Camere, la controfirmadel presidente del Consiglio,chepresuppongono l'accordodei vertici istituzionali. E sipuò discuterne. Ma quel checolpisce è il fatto che i conte-statoripiùaccesidelledueset-timane in più non sono riusci-ti a contrapporredei solidi ar-gomenti. Non sono entrati nelmerito dei problemi o dellemisurechesi pensadi varare.Hanno offerto un'immaginepoco trasparente della loroostilità, accendendo un con-flitto spropositato. Può darsiche sia solo campagna eletto-rale. Ma le famose «due setti-mane» si possono concedereanche ad un premier che sivuole licenziare.

Conquistatala libertàdi proteggersi

Giordano Bruno Guerri

SEGUE INPENULTIMA PAGINA

Rotta sbagliataNicola Porro

SEGUE INPENULTIMA PAGINAG.M. DE FRANCESCO E P. STEFANATO A PAGINA 10

Stefano Lorenzetto

SEGUEA PAGINA15

GnutticontroConsorte:«Chiedevasoldi»Il finanziere ai Pm: «Lui e Sacchetti mi presentarono il conto». L’ex ad di Unipol: «Ho lavorato 3 anni per Hopa»

STEFANO ZURLO A PAGINA7

E sercitazione per l’esame di giornali-smo. Ilcandidatoprovia immaginare

uno sviluppo del fondamentale caso Ze-quila-Pappalardo. Svolgimento. «Pron-to, Zequila?». «Ah? Adriano. Dimme».«Niente. Tua madre?». «Tranquilla. Èchenonavevacapitochefacevamo’asce-neggiata». «Ce credo. Sembravi Abatan-tuono in Attila flagello di Dio, “t’accido!t’accido!”.Enunsepo’.Ceguardavanolevecchie e i piccirilli»». «M’è scappata dimano, Adria’. Mara me teneva. M’ha ri-cordatoquandofacevoacazzotti fuoridaerparcheggioda ’adiscoteca.Macheab-biamo fatto, poi?Qual è stato ’uprobble-ma? Ce s’è messo pure ’u Parlamento!so’ disperato, Adria’». «Ma!». «E lascia-mi gridare, lasciami sfogare. Io senza laTv nun ce so stare. ’Mo?». «Ricomincia-

mo.Va tuttobene.Cestannoa intervista’tutti.Poi facciamolapace indiretta, ilba-cio, le cose. Ce coprono di applausi, An-to’. Poi! che idea, Anto’». «Ah?». «Portipure tuamadre. E bacio pure lei, ce can-to ’na canzone, tu piangi, ricomiciamo,facciamo il pieno, Anto’». «Sei un genio,Adria’.Ma ’n dove lo facciamo?». «ADo-menica In». «Ma c’è ’u moratoria. Nunpossiamo andà». «Maddechè. Passa tut-to,serisolve,diciamochechiediamoscu-sa».«Nonso,Adria’».«Maperché?».«Lihai visti ’u giornalisti in studio, ’u pubbli-co, ’u commentatori tutt’attorno, ’u ma-go, ’u prete, ’u frocetti, ’u ballerine nu-de...». «E allora?». «Me sembra troppovolgare,Adria’.Miamadrenoncelapor-to,Adria’».

Filippo Facci

APPUNTO

CAMBIA LA LEGITTIMA DIFESA

COSENZA

A N N O X X X I I I / N U M E R O 2 0 / 1 E U R O * A C O P I A / M E R C O L E D Ì 2 5 G E N N A I O 2 0 0 6 w w w . i l g i o r n a l e . i t

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(...) giudicarà mal. El dirà: comel’è scema quella donna lì. Pazien-za. Sun come el Signur el m’hafatt».Il Signore l’ha fattamolto affabi-

le, alla mano. L’ho dedotto da unparticolare che purtroppo nonposso rivelare per ragioni di riser-vatezza. La madre del premierabitaal sesto pianodi un condomi-nio che ne conta otto, in zonaBan-de Nere-Lorenteggio, periferiaovest diMilano. I primi cinquepul-santi dell’ascensore sono ornatidi scarabocchi e qualcuno ha inci-so il nome Joe e altri ghirigori an-chenell’acciaio delle porte. Insom-ma, unnormale condominio italia-no benedetto dalla presenza dibambini.Nell’ingresso del signorile ap-

partamento, che le luci soffuse tra-sfigurano in cappella votiva, fabella mostra una Madonna conBambino scolpita da Alceo Dosse-na nel 1936. «È l’anno in cui nac-que Silvio. Mio figlio me la donòper l’80˚ compleanno». Solo che ilprimogenito, in un impeto erme-neutico, ha identificato così i per-sonaggi del bassorilievo marmo-reo: «Vedi, mamma, il bambinelloche ti porge una rosellina sono io,mentre tu sei la Madonnina». LaSacra Famiglia è avvisata.Sulla destra della scultura cam-

peggiano due ritratti a olio di Ri-naldo Geleng, il pittore predilettodi FedericoFellini: raffigurano Sil-vio e Paolo; suun’altra parete,Ma-ria Antonietta, la secondogenita;nel salone, Luigi, marito e padre,scomparso nel 1989, che RosellaBerlusconi chiama sempre e solo«elmeGino».Mentre osservaque-sti dipinti con occhi adoranti, hola sensazione che gli altri strepito-si quadri d’autore appesi ai murirappresentino per lei poco più chesuppellettili.La gente crede che la mammadell’uomo più ricco d’Italia abitiinuna reggianei paraggi diArco-re.«Fosse dipeso da me, mi sarei te-nuta la nostra vecchia casa di via-le Zara 58. Qui i negozihanno certi prezzi...Ma il mio Gino preferìvenderla e trasferirsiin questo palazzo. Sil-vio ne tirò su quattrouguali. Per seimesi erarimasto a osservare imuratori che costruiva-no gli edifici in zona.Tutto il giorno nei can-tieri a imparare. Alla fi-ne gli architetti disseroa mio marito: “Se loporti via, o finisce chesuo figlio si mette a fa-re anche il nostro lavo-ro”».S’era appassionato al-l’edilizia.«Venne a sapere che ilconte Leonardo Bonzivendeva molti terrenia Segrate, quelli su cuipoi sorse Milano 2. Manon aveva i soldi percomprarli. Carlo Rasi-ni, proprietario dellabanca dove lavoravamio marito, gli conces-se un prestito. Noi glidemmo tutto quelloche avevamo da parte.“Però ricordati chedi fi-gli ne ho tre”, gli disse suo padre,“perciò un giorno dovrai aiutarelaMaria Antonietta e il Paolo”. Al-la fine mio marito lasciò la bancaper seguire le imprese di Silvio. Incasa avevamo valigie piene dicambiali. Ogni tanto el me Ginodiseva: “Rosella, me buti giò de lafinestra”».In che anno vi eravate sposati?«Nel1935.Mi haaspettato otto an-ni. Silvio ci scherza: “È per quelloche sono venuto fuori così. Dopouna tale attesa papàha dato ilme-glio di sé”».Perché lo fece aspettare tanto?«Miamadremorì a 38 anni, quan-do io ne avevo appena 16. Soffrivadi cuore. Nel giro di tre ore spiròfra lemie braccia. Primache chiu-desse gli occhi, le giurai che avrei

fatto da mamma a mia sorella e amio fratello più piccoli».Quindi lei era contraria ai rap-porti prematrimoniali. Lo è anco-ra?«Eh, certo. Guai! Ilmio Ginomi hasempre rispettata. È stato ungrande amico, un grande fidanza-to e un grande marito. Il primo eunico uomo della mia vita».Come vi conosceste?«Io abitavo in via Volta e prende-vo il tram 4. Vedevo sempre que-sto giovane distinto che parlava dibanca e di azioni con un’altra per-sona. Che uomo intelligente, chebella voce, pensavo dentro di me.

Scendeva allamia stessa fermata,in Cordusio. Un giorno al ritornodecisi di perdere il tram. “Rosina,non sali?”, mi chiese la mia ami-ca. No, risposi, aspetto il prossimoper vedere se c’è su il biondino.Subito dopo s’avvicinò lui: “Per-mette, signorina, che mi presen-ti? Sarebbe un onore per me ac-compagnarla”. Io scoppiai a ride-re. Secondo me aveva sentito tut-to».«Gli anni della nostra vita sonosettanta, ottanta per i più robu-sti», scrive il salmista. Le capitaspesso di sentirsi ben oltre il tra-guardo?«Sì, e tutti i minuti della giornataringrazio il Signore di quello chemi ha dato. Ho fatto tanti sacrifici,

ma sempre volentieri. Da ragazzadovetti imparare la stenografia etrovarmi lavoro come segretaria.La sera, per arrotondare, dopoaver sbrigato le faccendedomesti-che stavo in piedi fino a tarda oraa sferruzzare i golfini neri che ilpartito fascista mi commissiona-va per le “piccole italiane”. Mi so-no sempre licenziata io, per anda-re a guadagnare di più. L’ultimoimpiego fu alla Pirelli, perché pa-gava 14 mensilità anziché 12 e intempo di guerra distribuiva i pac-chi viveri».Ha sofferto la fame?«Eccome! Una volta la fornaia divia Volta, impietosita, mi chiese:“Rosella, perché prendi solo il pa-ne? Porta pure a casa ciò che tiserve”. Mi dispiace, le risposi, ma

io compro solo quello che possopagare. Spesso saltavo il pasto: di-cevo ai miei che ero invitata fuorie invece andavo al parco con unlibro».E suomarito?«Tornò dalla guerra dopo tre an-ni. Nel frattempo eravamo sfollatia Oltrona SanMamette. Incinta diMariaAntonietta, tutti i giorni rag-giungevo a piedi Fino Mornasco,tre chilometri all’andata e tre alritorno, per prendere il treno chemi portava a Milano. In stazionealcuni compagni di viaggiomi sol-levavano di peso per non farmi af-faticare e m’infilavano attraversoil finestrino nella carrozza affolla-ta. Mi ero cucita dei mutandoni fi-no al ginocchio per non mostrare

le gambe. Nel terro-re di quei giorni eraun momento d’ilari-tà. Ci si divertiva conpoco, allora. Una se-ra un soldato tede-sco intimò a una si-gnora di scenderedal treno. Mi misi fralui e la donna. Mipuntò la cannadel fu-cile sulla pancia. Eroormai all’ottavo me-se di gravidanza.“Sparami pure”, gligridai, “però primaguarda le facce intor-no a te: da questo va-gone non scenderaivivo neppure tu”».Mise a repentagliola sua vita e quellacheportava ingrem-bo.«Fu più forte di me.Aimiei figli nonho in-segnato nient’altroche questo nella vita:l’altruismo. Tutte ledomeniche ospitava-mo a pranzo la Regi-na, un’amica di miomarito che viveva al-la Baggina, l’ospizio

per anziani. Lei andavamatta peril lesso, mentre i ragazzi non losopportavano. Eppure per solida-rietà lomangiavano. Unadomeni-ca suonò alla porta un’altra vec-chietta: “Memanda la sciuraRegi-na. L’è morta. Mi ha detto di veni-re al posto suo”. Abbiamo tenutoa tavola anche lei per anni. Perfortuna non era fissata col bolli-to».Sente spesso suo figlio da quan-do è premier?«Mi telefona tutti i giorni. Possonoessere le 9 oppure le 24, lui chia-ma per sapere come sto. Il lunedìsono a pranzo da lui ad Arcore».Parlate in italiano o inmilanese?«Deve sapere che Silvio era l’uni-co, a Oltrona San Mamette, a par-lare l’italiano e per questo i com-

pagni di gioco lo rifiutavano. Inuna settimana aveva già impara-to il loro gergo.Vedendomi allatta-re Maria Antonietta, concluse:“Come la vacca col vitèll”. Lamae-strami diceva: “L’è pussè bravo lùdemì”. È sempre statomolto intel-ligente».È vero che al liceo dai salesianivendeva i compiti in classe?«Sì, oltre al suo ne compilava unpaio da regalare ai compagni me-no fortunati che arrancavano eun paio per gli amici ricchi dispo-sti a pagare».Quale fu il suo primo lavoro?«Vendeva elettrodomestici. Unavigilia di Natale portò sulle spalleun frigorifero Ignis a una signora.Salito al quinto piano, s’accorsed’aver sbagliato sca-la e dovette rifare ilpercorso. Tornò a ca-sa stravolto. La fati-ca non gli hamai fat-to paura. Le primemance le guadagnòlavandomi i piatti edando la cera al par-quet».Quandonella prima-vera del ’97 scoprìd’avere un tumore,ne parlò con lei?«No. Andai a trovar-lo in ospedale dopol’intervento, era giàin via di guarigione.Se l’avessi saputopri-ma, sarei impazzi-ta».È stata sua ospite aPalazzo Chigi?«Una sola volta, il 13dicembre 2004, apranzo, dopoun’udienza dal Papa.Giovanni Paolo II sta-va già molto male, silimitava ad ascoltar-mi e ad accarezzar-mi il viso. A tavola Sil-vio mi chiese: “Checosa ti hadetto il San-to Padre?”.Niente, perchéha per-so la voce, risposi. “Allora, è statoun incontro muto”, concluse miofiglio. No, no, ho parlato io».Per dirgli che cosa?«Che pregavo per lui. E che qual-che volta doveva raccomandare ilmio Silvio al Padreterno. Ne hatanto bisogno».Pensache il Pontefice sia conten-to di trasmissioni come ilGrandefratello, La talpa e Le iene tra-smesse dalle reti Mediaset?«No. Vorrei tanto che non leman-dassero in onda. Tutte quelle don-ne nude... Io posai per lo scultoreAlfredo Sassi e per il pittore GuidoTallone. La ragazzina del monu-mento ai Caduti nella piazzadi Se-regno sono io. Ma non mi sareimai spogliata, avevo l’abito lungo

fino ai polpacci».Secondo lei quanti sono, in per-centuale, gli italiani che adora-no il suoSilvio e quanti quelli chelo detestano?«Cinquanta e cinquanta».E perché lo detestano?«Forse perché è ricco. Ma che co-sa si godedella sua sudata ricchez-za? Niente, proprio niente. Lo sti-pendio di premier lo dà in benefi-cenza, ha abbellito a sue spese Pa-lazzo Chigi, “mamma, vedessi chedisastro i bagni”,mi telefonò il pri-mogiorno che cimise piede. Lavo-ra come un dannato dallamattinaalla sera e in cambio riceve soloinsulti. S’è fatto amici tutti gli stati-sti, oggi l’Italia è rispettata nelmondo. I comunisti lo odiano per-

ché gli ha impedito di prendere ilpotere. Lo vorrebbero morto o ingalera. Ma che cos’hanno fatto dibuono, loro, per il nostro Paese?Pussè che fà scioperi, nagòtt, nien-te».Ma Silvio non si riposa propriomai?«Appena può corre in Sardegna aguardare la suamontagna».Quale montagna?«Villa La Certosa. Rob de mat,scrive discorsi anche là. Gli amicigli hanno fatto una sorpresa: unlibro con le foto di quel paradisoterrestre. Silvio ha una venerazio-ne per la natura. All’architettodel verde Gianni Gamondi e aigiardinieri Giuseppe e Carlo Car-teri ha ordinato di non tagliare lepiante per nessun motivo. Quelle

morte le riveste con rampicanti.Quando il presidente della Repub-blica era in vacanza allaMaddale-na, Silvio lo ha invitato a PuntaLada. E sa che cosa gli ha rispo-sto Ciampi? Che lui non va nellecase private. Peccato! Pensi chePertini, durante un pranzo conSilvio al Quirinale, esclamò in pre-senza dei camerieri: “Un giornodirete che io l’avevo predetto:Berlusconi diventerà capo delloStato”».Una solenne investitura.«Io glielo auguro, perché unpresi-dente della Repubblica fà nagòtted è onorato da tutti».Proprio niente nonmi pare.«Sì, vabbè, ma fa sempre menodel capodel governo. Però aCiam-pi riconosco il merito d’aver riac-ceso l’amor patrio negli italiani.Mi spiace solo che non abbia volu-to conferire la medaglia d’oro aun ragazzo in carrozzella al qualehanno ucciso il papà in Irak».Quando nel 1994 suo figlio deci-se di scendere in campo, lei erad’accordo?«No.Ma non gli dissi nulla. Ora hopaura per questo accanimentonei suoi confronti. Hanno sparatoal Papa, figurarsi se non possonotirare un colpo di rivoltella anchea lui».Immagino che lei voti per ForzaItalia.«Si capisce».E prima per chi votava?«Nonmi ricordo più. Sono passatitanti anni...».La aiuto. Per la Dc?«Certo non per i comunisti».Lehanno rinfacciato di chiamar-si Rosa come la mamma di Mus-solini.«In famiglia ero Rosetta. IlmioGi-no mi ha chiamato fin da subitoRosella e Rosellina. E di cognomefaccio Bossi. Una volta glielo rin-facciai al capo della Lega: le sem-bra un caso che una Bossi abbiasposato un Berlusconi? Faccia ilbravo, la prego. Ora la malattia loha migliorato, lui è fra quelli chevogliono più bene a Silvio. Spe-rèm».Ma chi è l’amico più fidato?«Sono due: Fedele Confalonieri eGianni Letta».E l’amico più ingrato?«Anche questi sono due: EnricoMentana e Maurizio Costanzo.Non li sopporto».Dell’opposizione chi salva?«Rutelli è il meno antipatico. Pro-di invece non posso vederlo. Pri-ma che introducesse l’euro mi re-galai per Natale quattro paia dicalze, spendendo 12.000 lire.L’anno seguente ne comprai solotre paia: il prezzo era raddoppia-

to».Quantoprende di pen-sione?«Prendevo 1,3 milionial mese. Morto il Gino,che guadagnava moltopiù dime,mi pare d’es-sere arrivata a 1.600euro. Anche troppi perle mie esigenze, vistoche non pago l’affitto».Ho letto che recitaquattro rosari al gior-no.«I giornalisti esagera-no sempre. Ne dicouno la mattina e uno lasera. A volte me nescappa un terzo se misveglio di notte».Masipuò saperequan-te sono queste bene-dette zie suore chepregano per Silvio?«Erano sette. Ne resta-no due. Più due cuginisacerdoti».Che cosa conta di piùnella vita?«L’amore.Amareedes-sere amati sono le uni-che cose che valgono».Le capita di pensare al«dopo»?

«Non ho paura. Sono pronta. Mimetto nelle mani di Dio. Silvio hafatto preparare una bella tombadi famiglia nel suo parco, ma laGiunta di sinistra non gli ha dato ilpermesso di usarla. L’è cussì bel-la, ha tanti posti... Io non so se va-do lì oppure al Monumentale colmio Gino, suor Silviana, zia Mari-na e mia sorella Maria che è mor-ta tre mesi fa».Mi sembra prematuro parlarne.«Comunque ho già prenotato daifrati una messa di suffragio pertutti i mesi del 2006. Forse nellacappella privata ad Arcore avreipoche orazioni, lei che ne dice?Ghe pussè gént che prega al cimi-tèri».

Stefano Lorenzettostefano.lorenzetto@ilgiornale.it

,, ‘

ERA MODELLARosa Bossida giovane. Haposato per loscultore Sassie per il pittoreTallone, macritica certiprogrammi tv:«Non mi sareimai spogliata»

COL MARITORosa Bossi colmarito LuigiBerlusconi,che lei chiama«il mio Gino».Per lui eraRosella oppureRosellina. Losposò nel ’35;è morto nell’89

VIVE IN CONDOMINIORosa Bossi

Berlusconi accantoa un ritratto del

figlio Silvio. Nellafoto sotto è con

Paolo, il terzogenito.La madre del

premier, che haanche una figlia di

nome MariaAntonietta, abita in

un palazzo allaperiferia ovest di

Milano, uno deiprimi edifici costruiti

dal suo Silvio

ROSA BERLUSCONI COMPIE OGGI 95 ANNI.Gli anni della guerra. I pasti saltati. Il soldato tedesco che volevaspararle. Le valigie di cambiali perMilano2. Lamadredel presidentedel Consiglio si confidaa cuoreaperto

Gino dovette aspettarmi otto anniAvevo promesso a mia mamma,mentre mi spirava fra le braccia,che non mi sarei sposata primad’aver cresciuto i fratellini. È statoun grande marito e l’unico uomodella mia vita. Lo conobbi sul tram

Rosella la pasionaria«Vi raccontoil mio Silvio privato»

Portava i frigoriferi Ignis a spalleLe prime mance le ebbe lucidandoil parquet. Mi telefonò da PalazzoChigi: «Vedessi in che stato sonoi bagni». Ciampi, invitato a PuntaLada, ha rifiutato: non è Pertini...Mentana e Costanzo amici ingrati

� DALLA PRIMA

il Giornale � Mercoledì25gennaio2006 Interni 15

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